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Vinitaly 2022 verso il «tutto esaurito»

Vinitaly 2022 verso il «tutto esaurito»

Accelera il piano strategico di Veronafiere per Vinitaly 2022. La kermesse è in programma dal 10 al 13 aprile, con più di 4 mila aziende espositrici. La direzione, secondo quanto riferito da Verona, è quella del «tutto esaurito». Nella campagna già avviata, sono 60 i Paesi coinvolti dal programma di promozione, comunicazione e incoming targato dalla Spa fieristica e da Ice Agenzia.

Oltre a un investimento complessivo da 3 milioni euro, Veronafiere e l’ente di promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane condividono  per Vinitaly 2022 «la selezione di una business list di 500 top buyer da tutto il mondo, a cui si aggiungeranno migliaia di operatori nazionali e internazionali».

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degustati da noi vini#02

Vermentino di Sardegna Doc 2020 Unda, Bentu Luna

Bentu Luna, la nuova avventura della famiglia Moratti in Sardegna, è iniziata all’insegna di vini di carattere. Il Vermentino di Sardegna Doc 2020 Unda, presente nella Guida Top 100 Migliori vini italiani 2022 di WineMag.it, veste il calice di un bel giallo paglierino.

Al naso una gran concentrazione del frutto e una stratificazione rara. Si dipana tra note tipiche del vitigno (fiori e frutta bacca bianca) e ricordi agrumati. Un nettare che abbina morbidezza e sapidità in maniera ineccepibile. Lunghissima persistenza per il Vermentino di Sardegna 2020 Unda di Bentu Luna, ancora una volta nel bel gioco tra frutto e sapidità.

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Esteri - News & Wine news news ed eventi

Consorzi del vino toscano e delle Venezie: bilancio positivo a Wine Paris 2022

È un bilancio positivo quello tratteggiato dai Consorzi del vino toscano e dal Consorzio Vini Doc delle Venezie sulla partecipazione a Wine Paris 2022. Mentre già si pensa alla prossima edizione, in programma a Parigi dal 13 al 15 febbraio 2023, il bicchiere dell’Italia del vino risulta, a detta di tutti, mezzo pieno.

Wine Paris & Vinexpo Paris 2022 ha accolto un totale di 2.864 espositori, a cui hanno fatto visita 25.739 professionisti del settore, tra cui il 28% provenienti da 109 nazioni mondiali. Tra le più rappresentate c’è proprio il Bel paese, che si colloca al terzo posto, preceduto solo da Belgio e Regno Unito e seguito da Paesi Bassi e Stati Uniti. La fetta maggiore di pubblico è risultata quella francese.

Tra i Consorzi italiani, qualcuno ha fatto il suo esordio assoluto. «È la prima volta che partecipiamo – commenta a winemag.it Alessio Durazzi (nella foto, sotto), direttore del Consorzio di Tutela del Morellino di Scansano – e abbiamo scelto di farlo assieme al Chianti, sotto il cappello dell’Ascot, felice unione formale dei nostri Consorzi».

MORELLINO E CHIANTI ASSIEME A WINE PARIS 2022

La fiera, pur essendo in gran parte dedicata al vino francese, offre ottime opportunità anche all’Italia. Abbiamo fatto degli incontri importanti, soprattutto con buyer francesi e dei olandesi, che speriamo diano i frutti sperati alle aziende che ci hanno affiancato. Un bel modo per esordire all’estero».

Conferma le impressioni il Consorzio del Chianti. «Avevamo già preso parte a Wine Paris nel 2020 – ricorda l’Event manager Luca Alves (nella foto, sotto) – e ripartire da qui, a distanza di due anni, ha molto più di un valore simbolico. La Francia è un Paese di riferimento sia come stile sia come trend commerciale».

Il Chianti è una denominazione così fondamentale e cardine per il vino italiano che non può mancare eventi di questa portata internazionale. Non è un’edizione di numeri, ma di conferme: è giusto che si ricominci a fare quello che abbiamo sempre fatto.

Siamo confortati dai risultati di questa edizione, che ha visto i buyer francesi ed europei sopperire almeno in parte alla mancanza di quelli orientali e del Sudamerica, piazze importanti per la nostra Denominazione».

SODDISFATTO IL GALLO NERO

Buona affluenza anche ai “wine bar” del Consorzio del Chianti e del Morellino di Scansano, con decine di etichette in assaggio. Lo stesso vale per l’altra sponda del vino toscano: quella Consorzio Chianti Classico, presente a Wine Paris 2022 con 33 aziende e 62 etichette in degustazione. Un’edizione che bissa quella del 2020, ultima fiera pre-pandemia a cui ha preso parte l’ente di Barberino Tavernelle (FI).

Il mercato francese è uno dei target del Gallo Nero, che in Oltralpe può contare su un pubblico di professionisti e appassionati in grado di riconoscere e apprezzare le varie sfumature del territorio. L’edizione 2022 di Wine Paris ha confermato l’interesse per la Denominazione dei buyer francesi, che hanno sopperito all’assenza di operatori provenienti dai Paesi orientali.

A Parigi un’esperienza positiva per il Chianti Classico, spinto dagli ultimi dati confortanti del mercato. Il 2021 si è infatti chiuso con il +21% di marcature. E il nuovo anno vedrà l’importante introduzione delle unità geografiche aggiuntive (Uga).

PAROLA AL CONSORZIO VINI DOC DELLE VENEZIE

Poco lontano dagli stand consortili toscani, sempre all’interno della Hall 5 dedicata al vino italiano, un’altra icona del bere tricolore: i vini delle Venezie. Nazareno Vicenzi (nella foto, sopra), responsabile Area tecnica Consorzio Vini Doc delle Venezie, esprime a winemag.it la soddisfazione per l’edizione di Wine Paris conclusasi in settimana.

«Al di là del tema della ripartenza, importantissima per tutti – commenta il tecnico dell’ente veronese – abbiamo confermato la nostra presenza a Parigi forti della crescita della denominazione (+5% sul 2020) e del recente rebranding consortile. In termini di numeri siamo secondi solo al Prosecco, con circa 250 milioni di bottiglie».

La Francia è un Paese che conta per le Venezie, nel computo dei 190 mila ettolitri imbottigliati all’estero. Nel futuro prossimo, la Denominazione punta alla tenuta delle controcifre del 2021 e al mantenimento dei livelli di giacenze, migliorati parecchio rispetto al passato.

LE SFIDE: RINNOVO DEL DIRETTIVO E COLORE DEL PINOT GRIGIO DELLE VENEZIE

Ed è tra i Consorzi al cambio di guardia, con la figura di Albino Armani che, secondo indiscrezioni di winemag.it, sarebbe stata messa in discussione nelle ultime settimane da alcune cantine di riferimento del Pinot Grigio.

«Mi piacerebbe avere la palla di vetro – chiosa a tal proposito Nazareno Vicenzi -. La priorità è mantenere la credibilità della Denominazione. Chiaramente ci sono zone del territorio che lavorano più attentamente sulla viticoltura e altre sull’imbottigliamento. È ancor più importante, in questo senso, avere sempre una figura che sia rappresentativa di tutti».

Sembra incredibile ma, oltre alle dinamiche interne, c’è una sfida internazionale che attende il Pinot Grigio delle Venezie: «Spiegare il colore dell’uva e del vino – commenta il tecnico del Consorzio – non è stata una questione banale, anche qui a Wine Paris 2022».

«Ci sono vini bianchi e vini rosa ottenuti dallo stesso vitigno – conclude Vicenzi – e non tutti sanno quali siano i vitigni da taglio. Stiamo dedicando molto tempo alla formazione, per raccontare al meglio il nostro Pinot Grigio nel mondo, anche attraverso al nuovo payoff Sigillo di Meraviglia“».

LEGGI ANCHE LE INTERVISTE A CONSORZIO PROSECCO DOC ED ERSA FRIULI VENEZIA GIULIA
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Vini al supermercato

Carrefour sbaraglia la concorrenza con il Catalogo Vini valido fino al 20 marzo

Carrefour Italia batte tutta la concorrenza dei vini a volantino fino a fine febbraio. L’insegna francese si porta pure avanti, con un Catalogo ricchissimo, valido fino al 20 di marzo 2022. Attenzione però alla presenza di numerosi vini non in promozione. “Specchietti per le allodole” che, al posto di semplificare la vita dei clienti, appesantiscono la proposta. Creando solo confusione.

Esemplificativo, a pagina 12, il caso dei vini dell’Etna: l’unico vino in promozione fra i 7 presenti è il Marsala Vecchio Florio Secco di Cantine Florio, gioiello del gruppo Duca di Salaparuta. Non proprio un vino prodotto alle pendici della “Muntagna” catanese.

Più in generale, la scelta di mescolare vini in offerta e vini a prezzo pieno delle più svariate fasce prezzo, rischia di gettare polvere su numerose denominazioni del vino italiano: qual è il loro giusto posizionamento prezzo a scaffale?

Insomma, le pagine vini dei volantini Gdo dovrebbero rimanere se stesse: una vetrina dei vini in promozione. Non ultimo perché, giocando a sfoggiare lo scaffale a prezzo pieno sfruttando il red carpet del catalogo vini, i prezzi della grande distribuzione non risultano poi così convenienti rispetto alle enoteche e ai portali e-commerce, sempre più scelti dai winelovers italiani.

Sul finire di febbraio 2022 torna a muoversi bene (anche se non ancora sui livelli consueti) Esselunga. Il Verdicchio dei Castelli di Jesi di Pievalta è da comprare a cartoni e da riempire la cantina (di casa), finché ci sta. Degno compagno dei due vini da “5 cestelli della spesa” firmati Arnaldo Caprai. Qualche lampo anche tra gli scaffali di Tigros. Buona spesa!

Volantino Aldi fino al 20 Febbraio, “Sotto costo”

Traminer Trevenezie Igt Coppiere: 1,99 euro (3 / 5)

Lambrusco Igt Amabile Tordirosso: 1,5l 1,99 euro (3 / 5)

Montepulciano d’Abruzzo Bio Phyllo: 2,49 euro (3 / 5)



Volantino Bennet fino al 2 Marzo, “Sconti fino al 50%”

Grecanico o Nero d’Avola Terre Siciliane La Fogliata: 1,99 euro (3 / 5)

Chianti Docg Cecchi: 2,98 euro (4 / 5)

Barbera Del Monferrato Doc Toso: 2,58 euro (3,5 / 5)

Verduzzo, Chardonnay Veneto Igt Cantine Maschio: 2,47 euro (3,5 / 5)


Volantino Carrefour fino al 20 Febbraio, “Sottocosto”

Chianti Superiore Docg Collezione Oro Piccini: 3,29 euro (5 / 5)

Prosecco Treviso Doc Coste Alte: 4,49 euro (3,5 / 5)

Vermentino di Sardegna Doc Aragosta: 3,89 euro (3 / 5)

Muller Thurgau Doc Cavit: 3,49 euro (3,5 / 5)

Gewurztraminer Albenza: 2,29 euro (3,5 / 5)

Valpolicella Classico Doc Sartori: 5,99 euro (4,5 / 5)

Passerina del Frusinate Igt Cantina Di Piglio: 3,19 euro (3,5 / 5)

Fiano di Avellino Docg Mastrobernardo: 9,29 euro (5 / 5)

Volantino Catalogo vini dal 21 febbraio al 20 marzo
(sul volantino sono presenti vini non in promozione, qui non valutati)

Pinot Nero Enigma Nero Vigne Olcru: 9,90 euro (4 / 5)

Valtellina Superiore Docg Nebbiolo Nino Negri: 6,99 euro (5 / 5)

Pinot Nero vinif. in bianco Oltrepò Doc Giorgi: 5,59 euro (3,5 / 5)

Bonarda / Barbera Doc Oltrepò pavese Losito & Guarini: 2,29 euro (2,5 / 5)

Vino Rosso Campo del Cielo Vigne Olcru: 5,90 euro (4 / 5)

Spumante Pinot Noir rosato Lebollè: 3,49 euro (2,5 / 5)

Sebino Rosso Igt Catturich Ducco: 3,39 euro (3,5 / 5)

Sangue di Giuda Doc Quaquarini: 2,99 euro (5 / 5)

Riesling Provincia di Pavia Igt Terre Passeri: 2,29 euro (2,5 / 5)

Bonarda / Barbera Oltrepò pavese Doc Terre Passeri: 1,99 euro (1,5 / 5)

Lugana / Chiaretto Dop Sirmiolino Cà Maiol: 2 pezzi 14,85 (4 / 5)

Barbera Docg Borgocolorato: 5,99 euro (3,5 / 5)

Barbaresco Docg Arpatin Terre d’Italia: 12,69 euro (4 / 5)

Roero Arneis Docg Fontanafredda: 4,49 euro (5 / 5)

Nebbiolo Langhe Doc Fontanafredda: -50% sul 2° pezzo 11,98 (5 / 5)

Nebbiolo d’Alba Doc Duchessa Lia: 5,99 euro (3,5 / 5)

Moscato d’Asti Docg Araldica: 3,99 euro (3,5 / 5)

Barbera del Monferrato Doc Duchessa Lia: 3,49 euro (3,5 / 5)

Barbera d’Asti Superiore Docg Terre d’Italia: 5,49 euro (3,5 / 5)

Alto Adige Doc Chardonnay Hofstatter: 8,29 euro (5 / 5)

Ribolla Gialla Venezia Giulia Igt Cuvée 15.96 Volpe Pasini: 6,49 euro (4 / 5)

Valdadige Doc Pinot Grigio Santa Margherita: 5,99 euro (4 / 5)

Cabernet Sauvignon Doc Cà Vascovo Zonin: 4,19 euro (3,5 / 5)

Prosecco doc Treviso Porta dei Dogi: 2 pezzi 7,78 euro (3,5 / 5)

Prosecco Valdobbiadene Superiore Docg Extra Dry Mionetto: 7,49 euro (3,5 / 5)

Asolo Prosecco Superiore Docg Terre d’Italia: 5,35 euro (3,5 / 5)

Prosecco Valdobbiadene Superiore Docg Bolla: 4,99 euro (3,5 / 5)

Prosecco Valdobbiadene Docg millesimato Campo del Passo: 4,49 euro (3,5 / 5)

Ripasso Valpolicella Docg Bolla: 5,90 euro (3,5 / 5)

Muller Thurgau fermo o frizzante Igt Piera Martellozzo: 2,99 euro (3,5 / 5)

Pinot Grigio Doc o Corvina Verona Igt Modello Masi: 4,99 euro (3,5 / 5)

Chianti classico Docg Dievole: 10,90 euro (5 / 5)

Chianti classico Docg Geggiano Terre d’Italia: 6,19 euro (4 / 5)

Brunello di Montalcino Docg Tenuta Friggiali: 19,90 euro (5 / 5)

Chianti Riserva Docg Nipozzano Frescobaldi: 10,90 euro (5 / 5)

Nobile di Montepulciano Docg della Seta Terre d’Italia: 9,20 euro (4 / 5)

Rigogolo Igt Domini Castellare: 50% sul secondo pezzo 10,35 euro (4 / 5)

Nobile di Montepulciano Docg Vecchia Cantina di Montepulciano: 5,90 euro (5 / 5)

Toscana Igt Rosso Le due Arbie Dievole: 5,90 euro (5 / 5)

Toscana Igt Santa Cristina Antinori: 4,99 euro (4 / 5)

Rosso di Montepulciano Doc della Seta: 4,79 euro (4 / 5)

Toscana Igt Remole Frescobaldi: 3,99 euro (4 / 5)

Chianti riserva Docg / Chianti governo Docg Collezione Oro Piccini: 3,89 euro (5 / 5)

Rosso di Montefalco Docg Vignabaldo: 4,59 euro (3,5 / 5)

Umbria Igt Vipra rossa o bianca: 3,59 euro (3,5 / 5)

Vini Abruzzo Spinelli: 2,49 euro (5 / 5)

Primitivo di Manduria Doc Tenute Rubino: 6,99 euro (5 / 5)

Rosso Piceno Doc Velenosi: 5,90 euro (3,5 / 5)

Est! Est!! Est!!! Doc Bigi: 2,99 euro (3,5 / 5)

Bianco / Rosso Igt Feudi di San Gregorio: 50% sul secondo pezzo 14,85 euro (5 / 5)

Marsala Vecchio Florio secco: 5,59 euro (5 / 5)

Vermentino di Sardegna Doc Sella & Mosca: 60% sul secondo pezzo 7,98 euro (3,5 / 5)

Vermentino di Gallura Docg Tancarè Giogantinu Terre d’Italia: 6,19 euro (4 / 5)

Terre Siciliane Igt Corvo: 4,49 euro (3,5 / 5)

Rose di Alghero Doc Sella & Mosca: 3,99 euro (3,5 / 5)

Vino Etna Rosso Doc Barone Bernaj: 3,69 euro (3 / 5)

Grillo e Nero D’Avola Igt Settesoli: 2,99 euro (5 / 5)

Nero D’Avola bio Tralcio antico: 2,79 euro (3 / 5)

Sicilia Doc Nero D’Avola o Grillo Dinari Cantine Pellegrino: 3,49 euro (3,5 / 5)

Aglianico del Vulture Dop Vignali: 3,99 euro (3,5 / 5)

Lambrusco Notturno Righi: 3,99 euro (3 / 5)

Lambrusco di Sorbara o di Castelvetro Doc Chiarli: 3,39 euro (3,5 / 5)

Nero D’Avola o Grillo o Syrah Sicilia Doc Settesoli: 2,99 (5 / 5)

Sangiovese Superiore Doc bio Tremonti Terre d’Italia: 5,49 euro (4 / 5)


Volantino Carrefour Market fino al 20 Febbraio, “Sottocosto

Chianti Docg Collezione Oro Piccini: 3,29 euro (5 / 5)

Friulano Del Collio Doc Vidussi: 5,39 euro (4,5 / 5)

Colli Orientali Del Friuli Doc Sauvignon O Merlot Volpe Pasini: 8,90 euro (4 / 5)

Prosecco Valdobbiadene Superiore Docg Bisol: 6,99 euro (4 / 5)

Chianti Docg Vecchia Cantina Di Montepulciano: 2,49 euro (3,5 / 5)

Muller Thurgau Trentino Doc Cavit: 3,49 euro (3,5 / 5)

Prosecco Rosè Docg Extra Dry Bolla: 4,79 euro (3,5 / 5)

Vini La Calenzana: 2,79 euro (3,5 / 5)


Volantino Carrefour Express fino al 1 Marzo, “I sapori della Lombardia”

Pinot Nero Vinificato Bianco Oltrepò Pavese Doc Giorgi: 5,59 euro (3,5 / 5)

Lugana Dop Sermolino Cà Maiol: 7,89 euro (4 / 5)

Franciacorta Brut Terre d’Italia: 12,39 euro (4 / 5)

Spumante Brut Metodo Classico Catturich: 7,49 euro (4 / 5)

Valtellina Superiore Docg Nino Negri: 6,99 euro (5 / 5)

Spumante Metodo Classico Col Mesian: 4,39 euro (3,5 / 5)

Barbera o Bonarda Oltrepò Pavese Doc Terre Passeri: 1,90 euro (1,5 / 5)

Bonarda o Barbera Oltrepò Pavese Doc Le Cascine: 2,29 euro (2,5 / 5)

Sangue di Giuda Doc Quaquarini: 2,99 euro (5 / 5)

Alto Adige Chardonnay Doc Hofstatter: 8,29 euro (5 / 5)

Rosso o Bianco Terra Alpina: 6,89 euro (3,5 / 5)

Ribolla Gialla Veneto Igt Volpe Pasini: 6,49 euro (4 / 5)

Barbera Doc Borgocolorato: 5,99 euro (3,5 / 5)

Prosecco Valdobbiadene Superiore Docg Bolla: 4,99 euro (3,5 / 5)

Corvina Veronese Igt Masi: 4,99 euro (4 / 5)

Valpolicella Ripasso Doc Bolla: 5,90 euro (3,5 / 5)

Valdadige Doc Pinot Grigio Santa Margherita: 5,99 euro (4 / 5)


Volantino Conad fino al 3 Marzo, “Il buono del paese

Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene Docg Tenimenti Dogali: 3,99 euro (3,5 / 5)

Chianti Classico Docg Bufferia: 4,90 euro (4 / 5)

Valpolicella Superiore Doc Latuja: 3,49 euro (3,5 / 5)

Falanghina del Sannio Doc Nziria Dei Principi: 3,99 euro (3,5 / 5)

Lambrusco Doc Il Saccamore Nero: 3,99 euro (3,5 / 5)

Cannonau di Sardegna Doc Aghera Sarda: 2,99 euro (3,5 / 5)

Bonarda Frizzante Oltrepò Pavese Doc Friscale: 2,90 euro (3 / 5)

Barbera d’Alba Superiore Doc Miniato: 4,99 euro (3,5 / 5)


Volantino Conad City fino al 19 Febbraio, “Sotto costo”

Prosecco Conegliano Valdobbiadene Docg Tenimenti Dogali: 4,78 euro (3,5 / 5)

Chianti Classico Docg Bufferia: 4,78 euro (3,5 / 5)


Volantino Coop fino al 23 Febbraio, “Scegli tu”

Linea Vini Barbanera: 2,99 euro (3 / 5)

Frizzante Turà Lamberti: 1,99 euro (3 / 5)

Spumante Pinot Nero Viogner Brut o Muller Thurgau Traminer Extra Dry Le Bollé: 2,79 euro (3 / 5)


Volantino Despar Supermercati fino al 23 Febbraio, “Sottocosto”

Chianti Classico Docg Piccini: 2,79 euro (5 / 5)

Prosecco Rosé Brut Doc Valdo: 5,49 euro (3,5 / 5)

Champagne Veuve Clicquot: 32,90 euro (4,5 / 5)


Volantino Esselunga fino al 2 Marzo, “Sconti fino al 50%

Asolo Prosecco Docg Dal Bello: 5,27 euro (3,5 / 5)

Muller Thurgau Terresomme Lavis: 3,12 euro (4 / 5)

Tavernello Frizzante: 1,49 euro (3,5 / 5)

Boscarel Cesari: 5,84 euro (3,5 / 5)

Langhe Nebbiolo Govone: 5,38 euro (3,5 / 5)

Cabernet o Pinot Grigio Pigo: 2,95 euro (3,5 / 5)

Lambrusco Reggiano Cantine Riunite: 2,44 euro (3,5 / 5)

Negroamaro Conti Zecca: 2,94 euro (3,5 / 5)

Chianti Docg Piccini (Arancio): 2,49 euro (3,5 / 5)

Barbera Tenuta San Zeno: 3,54 euro (3,5 / 5)

Volantino Esselunga fino al 2 Marzo, “Sapori regionali”

Montefalco Sagrantino Docg Vignabaldo: 7,74 euro (3,5 / 5)

Verdicchio dei Castelli di Jesi Garofoli: 3,49 euro (3,5 / 5)

Grecante Arnaldo Caprai: 7,90 euro (5 / 5)

Pecorino Brut Citra: 2,95 euro (3,5 / 5)

Frascati Pietra Porzia: 2,98 euro (3,5 / 5)

Passerina Velenosi: 5,59 euro (3,5 / 5)

Verdicchio dei Castelli di Jesi Pievalta: 5,39 euro (5 / 5)

Marino Superiore Gotto D’oro: 2,49 euro (3,5 / 5)

Est! Est!! Est!!!dDi Montefiascone Cantina di Montefiascone: 2,24 euro (3,5 / 5)

Cabernet o Vermentino Falesco: 3,99 euro (4 / 5)

Cacchione Cantina Bacco: 3,07 euro (3,5 / 5)

Roma 753 a.c. Capizucchi: 4,49 euro (3,5 / 5)

Orvieto o Merlot Sferracavallo: 2,34 euro (3,5 / 5)

Montepulciano D’Abruzzo Citra: 2,95 euro (3,5 / 5)

Montefalco Arnaldo Caprai: 8,90 euro (5 / 5)

Rosso Conero Garofoli: 4,75 euro (3,5 / 5)

Lacrima Di Morro d’Alba Monte Schiavo: 3,29 euro (3,5 / 5)

Cesanese del Piglio Docg Cantina Di Piglio: 2,99 euro (3,5 / 5)

Visciole Velenosi: 7,90 euro (3,5 / 5)


Volantino Eurospin fino al 27 Febbraio, “Tante offerte a 1€

Nessun vino a volantino


Volantino Supermercati Famila fino al 23 Febbraio, “Tanti prodotti a 0,50-1,00-1,50-2,00e€

Ortrugo dei Colli Piacentini Doc Frizzante 4valli: 2,19 euro (3,5 / 5)

Cortese Doc Vignaioli Del Tortonese: 2,49 euro (3,5 / 5)

Roero Arneis Docg Terredavino: 4,99 euro (3,5 / 5)

Gutturnio Doc 4valli: 2,19 euro (3,5 / 5)

Nebbiolo Colline Novaresi Doc: 6,99 euro (4 / 5)

Grignolino Doc Fontanafredda: 3,59 euro (5 / 5)

Sangue di Giuda Doc Broni: 3,29 euro (3,5 / 5)

Barbera Oltrepò Doc Monteverdi: 2,19 euro (3 / 5)

Dolcetto Piemonte Doc Badia San Mercuriale: 2,29 euro (3,5 / 5)

Bonarda Dell’Oltrepò Pavese Doc Frizzante: 2,29 euro (3,5 / 5)

Barbera d’Asti Doc Barone Stabilini: 3,29 euro (3,5 / 5)


Galassia ipermercati e supermercati fino al 20 Febbraio, “Grandi Marche”

Nessun vino da segnalare


Volantino Gulliver supermercato fino al 21 Febbraio, “1+1 Spettacolare”

Grecanico Igt, Nero D’avola Igt Poggio Dei Vigneti: 2 Pezzi 2,49 euro (3 / 5)

Barbera Doc Belavigna Vignaioli Del Tortonese: 3,49 euro (3,5 / 5)


Volantino Il Gigante Supermercati fino al 2 Marzo, “Sconti fino al 50%”

Chianti Docg Il Masso: 2,99 euro (3 / 5)

Gutturnio Ortrugo Malvasia Secco o Bonarda Colli Piacentini Doc Cantina Vicobarone: 1,99 euro (3,5 / 5)

Vini Le Cascine: 2,19 euro (2,5 / 5)

Lambrusco di Sorbara Doc Chiarli: 2,75 euro (3,5 / 5)

Vini Piemontesi Doc Serre Dei Roveri: 2,49 euro (3,5 / 5)

Barbera d’Asti Docg Giacosa: 4,89 euro (3,5 / 5)

Merlot Cabernet Toscano Igt Colle Al Sasso: 3,89 euro (3,5 / 5)

Gutturnio Frizzante Colli Piacentini Doc La Valorosa: 3,19 euro (3,5 / 5)

Muller Thurgau Villa Dolomiti Igt Allegorie: 3,99 euro (3,5 / 5)

Montepulciano d’Abruzzo Doc Tenuta Del Priore: 3,59 euro (4 / 5)

Bonarda Oltrepò Pavese Doc Igt Riccardi: 2,99 euro (2,5 / 5)

Rosè o Bianco Frizzante Canterino Riunite: 1,89 euro (3 / 5)

Prosecco Treviso Doc Porta Leone: 3,99 euro (3,5 / 5)

Prosecco Treviso Doc Rose Coste Petrai: 4,79 euro (3,5 / 5)

Rosso Veneto Neropasso o Bianco Veneto Oropasso Biscardo: 4,99 euro (3,5 / 5)


Volantino Iperal, “Sconto Grandi  Marche 50%”

Spumante Garda Doc Maximilian I: 2,29 euro (3,5 / 5)

Chianti Docg Rubentino: 2,19 euro (3,5 / 5)

Vini La Cacciatora: 1,99 euro (2,5 / 5)

Vini Tre Venezie Igt Terre Fredde: 2,29 euro (3 / 5)

Vini Via del Canto: 2,72 euro (3,5 / 5)

Lambrusco di Modena Doc Chiarli: 3,99 euro (3,5 / 5)

Vini Igt Colomba Platino: 7,19 euro (5 / 5)

Vini Ante Hirpis: 3,99 euro (3 / 5)

Vino Tavernello: 1l 1,20 euro (3,5 / 5)

Negroamaro Salento Igp Notte Rossa: 3,69 euro (5 / 5)

Rosé Igp Notte Rossa: 4,15 euro (5 / 5)

Asolo Prosecco Docg Spago Produttori Valdobbiadene: 4,99 euro (3,5 / 5)

Lugana Doc Scolari: 4,99 euro (3,5 / 5)

Bardolino Doc Pasqua: 3,19 euro (3,5 / 5)

Bardolino Doc Villa Borghetti: 3,19 euro (3,5 / 5)


Volantino IperCoop fino al 23 Febbraio, “Scegli tu”

Linea Vini Barbanera: 2,99 euro (3 / 5)

Prosecco Conegliano Valdobbiadene Superiore Docg Cantine Maschio: 4,59 euro (3,5 / 5)


Volantino Lidl fino al 20 Febbraio, “Settimana della fresca convenienza”

Vino Bianco: 0,79 euro (0,5 / 5)

Vino Rosso: 0,79 euro (0,5 / 5)

Primitivo Salento Igp: 1,79 euro (2,5 / 5)


Volantino Md – Buona Spesa Italia! fino al 20 Febbraio

Orvieto Doc: 1,59 euro (3 / 5)

Vino Rosso Igt Bio I 7 Siciliani: 2,89 euro (3 / 5)


Volantino Pam fino al 2 Marzo, “Il risparmio che vale”

Merlot Veneto Igt Colle dei Cipressi: 1,39 euro (3 / 5)

Aglianico Igt La Guardiense: 1,89 euro (3 / 5)

Rosso Castel del Monte Docg Grifo: 2,99 euro (3,5 / 5)

Cannonau di Sardegna Doc Le Bombarde: 3,99 euro (3,5 / 5)

Chardonnay Collio Doc Gotis Furlanis: 3,99 euro (3,5 / 5)

Zibibbo Igp Terre Siciliane Ercole: 4,19 euro (3,5 / 5)

Vino Lazio Igt Feudi del Sole: 1,99 euro (3 / 5)


Volantino Penny Market fino al 27 Febbraio, “Febbraio di dolcezze”

Rosso Veneto Igp: 3 Pezzi 9,98 euro (3 / 5)

Merlot Igt: 1,39 euro (3 / 5)

Verduzzo Bianco Frizzante Igt: 1,69 euro (3 / 5)

Pinot Chardonnay Brut: 1,99 euro (3 / 5)

Muller Thurgau Brut: 2,49 euro (3 / 5)

Chianti Docg: 2,09 euro (3,5 / 5)

Salice Salentino Doc: 1,99 euro (3 / 5)

Chardonnay Veneto: 6 Pezzi 3,29 euro al pezzo (3 / 5)


Volantino Tigros fino al 22 Febbraio, “2 x 1 e tante altre offerte”

Montepulciano d’Abruzzo Doc La Cacciatora: 2 Pezzi 3,99 euro (1,5 / 5)

Vini Oltrepò Pavese Doc Le Rovole: 2 Pezzi 2,99 euro (2,5 / 5)

Vini d’Abruzzo Dop Terramare Citra: 2 Pezzi 4,00 euro (3,5 / 5)

Vini Doc Almorano: 2,59 euro (3 / 5)

Pignoletto Doc Arco Delle Rose: 2,79 euro (3 / 5)

Chianti Classico Docg Giglio Del Duca: 3,99 euro (3,5 / 5)

Spumante Brut Muller Thurgau Grigolli Concilio: 3,89 euro (3,5 / 5)

Vini Trentino Doc Grigolli Concilio: 3,19 euro (3,5 / 5)

Vini Doc Il Picchio: 3,99 euro (3 / 5)

Vini Doc Rapitalà: 3,99 euro (5 / 5)

Vini Duchessa Lia: 4,59 euro (3,5 / 5)

Lugana Dop Bio Perla del Garda: 8,49 euro (5 / 5)

Vini Igt Santa Cristina Antinori: 4,89 euro (4 / 5)

Vini Salento Igp Notte Rossa: 3,59 euro (5 / 5)


Volantino Unes fino al 19 Febbraio, “Sotto costo”

Raboso La Gioiosa: 2,69 euro (3,5 / 5)

Spumante Bio Rocca Dei Forti: 2,99 euro (3,5 / 5)

Cabernet Franc Borgo Maddalena: 4,39 euro (3,5 / 5)

Nerello Usato Azzari: 1,59 euro (2,5 / 5)

Pinot Nero Kellerei: 7,29 euro (5 / 5)

Pinot Grigio Monteflor: 3,00 euro (3,5 / 5)

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Vini al supermercato

Boom degli spumanti al supermercato: Gdo attenta a nuovi territori e vitigni autoctoni

È già – e lo rimarrà fino alla fine, ovvero sino al 31 dicembre – un anno più che mai sfidante per il vino in vendita al supermercato. Nel 2022, le insegne della distribuzione moderna e le cantine fornitrici si ritrovano al cospetto di nuove sfide – su tutte l’aumento dei costi di produzione, a pandemia non ancora digerita – e la difficoltà di replicare i numeri da capogiro del 2021, dovuti in gran parte a lockdown e chiusure dell’Horeca.

Strenua tenuta o abile limitazione dei danni sembrano le due ipotesi più plausibili, guardando ai numeri snocciolati ieri da Viriglio Romano, Business Insight Director di Iri, in occasione del webinar “Vino e bollicine nella distribuzione moderna: consuntivo 2021 e prospettive per il 2022”, organizzato da Vinitaly Veronafiere.

Il tutto, con una certezza assoluta: la crescita senza fine del mondo spumanti, trainata dal fenomeno Prosecco (che ora spaventa pure i produttori di rosé francesi). Una categoria che cresce in tutte le insegne. E trascina persino il Metodo classico. A confermalo, oltre ai numeri, sono i buyer Simone Pambianco (Conad), Francesco Scarcelli (Coop) e Gianmaria Polti (Carrefour).

SULL’ONDA DEL PROSECCO CRESCE ANCHE IL METODO CLASSICO

La controcifra del 2020 ha messo in difficoltà il vino fermo, protagonista nel 2021 di un «atterraggio morbido», con un +2,1% a valore e un +2,2% a volume. Ostacolo banale, invece, per il mondo delle bollicine, che lo scorso anno hanno «volato alto», per citare ancora Virgilio Romano: +20,5% a valore e +18,1% a volume.

Numeri che portano a un giro d’affari complessivo di 3 miliardi di euro. E a un saldo, rispetto al periodo pre-pandemia, ancora una volta positivo per entrambe le tipologie. Ma se il vino fermo in grande distribuzione si assesta su un +4% a volume e un +11% a valore, il mondo spumanti cresce di ben 28 punti in volume e 32 in valore.

«La progressione delle bollicine – ha sottolineato Romano – è evidente nel susseguirsi degli anni. L’indice di crescita dei volumi rispetto al 2018 può essere considerato tale fino al 2020: quello del 2021 è stato un vero e proprio salto rispetto al trend di incremento. Quello dello scorso anno è un dato storico, che ha portato gli spumanti a crescere del 40% rispetto al 2018».

BOLLICINE BEN OLTRE LA PANDEMIA

Qui non c’è pandemia che tenga. Il dato – ha precisato l’esponente di Iri – è certamente influenzato da quanto successo negli ultimi due anni. Ma è all’interno di un fenomeno già importante di suo ed è questo che sbalordisce: la spinta ulteriore all’interno di un contesto di crescita».

La partenza molto positiva dei primi mesi 2021 in confronto al 2020, «ma l’inerzia con cui si entra nel 2022 è certamente poco favorevole», avverte Romano. I dati più aggiornati parlano infatti di un -9% del vino e un -1% degli spumanti, in termini di milioni di litri venduti.

La dinamica dei prezzi e delle promozioni su vini e spumanti al supermercato non mostra segnali di tensioni inflazionistiche. I prezzi sono in progressivo raffreddamento, sempre secondo le analisi targate Iri.

E le promozioni stabili o in calo, come dimostrano anche le puntuali rassegne sul vino presente sui volantini delle maggiori insegne di supermercati, realizzate dalla rubrica Vini al Supermercato di WineMag.it.

GLI INSIGHT DEI BUYER VINI GDO: LA SITUAZIONE IN CONAD

Interessanti anche gli insight dei buyer Gdo. Per Simone Pambianco (nella foto, sopra), lo scaffale vini di Conad è cresciuto del 16% rispetto 2021, sia a volume che in valore. In controtendenza con le analisi Iri, l’insegna è riuscita a tenere anche a volume nel mondo vino: «La flessione del 6% del vino comune è stata compensata dal +7% dei vini Docg, Doc e Igt».

Quanto alle bollicine – ha sottolineato Pambianco – già in pre-pandemia avevano confermato la loro fase di accrescimento strutturale nel gradimento del consumatore. L’ulteriore balzo si è concretizzato grazie alle nuove occasioni di consumo, accentuate dal Covid-19. Le bollicine ben si prestano oggi al concetto di aperitivo, in grande crescita. E sono diventate una tipologia consumata a tutto pasto».

L’altro fenomeno che non è sfuggito a Conad è l’esplosione della spumantizzazione nei diversi territori italiani, certamente a fronte del fenomeno Prosecco. «Sappiamo tutti che si tratta di una caratteristica prevalente in Area 1 e 2 – ha aggiunto il buyer – ma oggi anche Area 3 e 4 offrono spumanti da vitigni autoctoni. Nuove etichette che aumentano la penetrazione nazionale e garantiscono un futuro molto favorevole alla tipologia».

Pambianco si riferisce alle nuove bollicine di Toscana, Umbria, Marche, Lazio e Sardegna (Area 3). E a quelle dell’Area 4 Nielsen, composta da Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia.

VINI E SPUMANTI COOP ITALIA: IL PUNTO

Si allineano ai dati di Iri cifre e controcifre di Coop Italia. «Continua forte la crescita del mondo spumanti – ha dichiarato Francesco Scarcelli, Responsabile Beverage dell’insegna -. Molto bene le tipologie più secche del Prosecco e il Metodo classico, che cresce a doppia cifra.

Vini tipici bene in valore e in quantità, mentre calano i vini da tavola, specie in grandi formati. In questo momento la private label cresce più della media della category. L’intensità promozionale è mediamente tornata sulle cifre classiche del 2020 e il prezzo medio d’acquisto è cresciuto sulla scia della premiumizzazione del consumatore, disponibile a provare referenze più costose.

«Lo spostamento verso lo spumante è stato netto anche sullo scaffale di Coop Italia – ha concluso Scarcelli – sulla scorta delle nuove modalità di bevuta: oggi il mondo delle bollicine porta via occasioni d’acquisto dei vini tipici fermi».

CARREFOUR ITALIA CONFERMA IL TREND DI VINI E BOLLICINE

Lo stato di salute degli scaffali di Carrefour Italia non differisce da quello di Conad e Coop. I battiti sono scanditi dall’indubbia crescita delle bollicine e dalle conferme arrivare dal mondo dei vini fermi.

In questi ultimi due, tre anni – ha sottolineato il Responsabile Beverage Gianmaria Polti – pandemia e maggiore expertise negli acquisti hanno consentito di sdoganare il concetto che in Gdo si venda solo vino a prezzi bassi e non di qualità. Gli assortimenti sono stati valorizzati da alcune cantine, che si sono avvicinate a un segmento sino a ieri snobbato».

«Ma è anche vero – ha concluso Polti – che i clienti hanno consumato di più a casa. In Carrefour crescono le bollicine e non solo il Prosecco. Registriamo ottime performance del Metodo classico, con incrementi molto forti anche rispetto alla media delle bollicine generiche. In caduta libera i vini comuni e i grandi formati, che avevano vissuto un periodo di successo di due o tre mesi, ad inizio pandemia».

Vini al supermercato tra aumenti prezzo e promozioni: cosa succederà nel 2022?

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Approfondimenti

Conterno Fantino: 40 anni di storia con “Vino – Vita – Vista”

FOTONOTIZIA – Conterno Fantino celebra 40 anni di storia con Vino – Vita – Vista, un viaggio metaforico dedicato alla terra, pensato per rendere omaggio alla Langa del Barolo.

Si tratta di un cofanetto, realizzato in edizione limitata, che racchiude le parole chiave del percorso della cantina di Monforte d’Alba, fondata nel 1982 dagli enologi Claudio Conterno e Guido Fantino.

Protagonista indiscusso del cofanetto celebrativo dei 40 anni è il “Vino“: una bottiglia del Re di Langa, declinato nel Barolo Sorì Ginestra 2018. C’è poi “Vita“, un libro che racconta il territorio, scritto da Michele Marziani. Infine “Vista“, una fotografia dell’ambiente circostante la cantina Conterno Fantino, realizzata dal fotografo Davide Dutto.

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Esteri - News & Wine news news ed eventi

I vini del Friuli Venezia Giulia convincono a Wine Paris 2022

Ha scelto la formula del banco self-service assistito dai sommelier Ais la Regione Friuli Venezia Venezia Giulia, che si è presentata a Wine Paris 2022 con Ersa, l’Agenzia regionale per lo sviluppo rurale. Apprezzatissima dal pubblico francese ed internazionale presente all’Expo Porte de Versailles di Parigi anche la masterclass del 14 febbraio. Protagonisti 8 vini, capaci di sintetizzare le peculiarità del territorio.

Un avvio in pompa magna, con le attività che si sono poi concentrate nell’ampio stand allestito nella Hall 5, dedicata al vino italiano. «Sono quindici le aziende che ci hanno accompagnato a Parigi – commenta a winemag.it il funzionario Ersa Emanuele Bianco -. Una rappresentanza in grado di mostrare tutte le sfaccettature della viticoltura regionale».

IL FRIULI VENEZIA GIULIA A WINE PARIS 2022

Nonostante si tratti di due Paesi concorrenti a livello internazionale – continua Bianco – la Francia è un mercato importante per l’Italia del vino. In particolare, il Friuli Venezia Giulia ha molto da offrire ai francesi, soprattutto per i suoi vini bianchi».

Non è la prima volta in Francia per le aziende vitivinicole del Fvg, con Ersa. «Eravamo già presenti all’edizione di Bordeaux – precisa Emanuele Bianco – e siamo soddisfatti dal risultato di questa fiera della ripartenza».

«I vini del Friuli Venezia Giulia – conclude – sono stati apprezzati da buyer e importatori a caccia di etichette italiane di qualità. Siamo fiduciosi, dunque, che le aziende potranno raccogliere i frutti di questa nostra presenza a Wine Paris 2022».

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eventi news ed eventi

Sana Slow Wine Fair, le date ufficiali: appuntamento a BolognaFiere dal 27 al 29 marzo

La prima edizione di Sana Slow Wine Fair, la manifestazione internazionale dedicata al vino buono, pulito e giusto, si terrà in presenza a Bologna da domenica 27 a martedì 29 marzo 2022. L’evento, organizzato da BolognaFiere con la direzione artistica di Slow Food e la collaborazione di FederBio, era in programma alla fine di febbraio.

Lo slittamento, riferiscono gli organizzatori, «è stato deciso per favorire lo svolgimento in sicurezza e agevolare la partecipazione degli operatori nazionali e internazionali che stanno dimostrando grande attenzione a questo nuovo evento», che esordirà appunto nel 2022.

A Bologna arriveranno cantine provenienti da tutta Italia e dall’estero: Albania, Argentina, Bosnia, Brasile, Bulgaria, Cile, Croazia, Francia, Germania, Macedonia, Montenegro, Perù, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Stati Uniti.

Un giro del mondo insieme ai grandi vini che rispondono ai principi della Slow Wine Coalition e che sono ispirati dal Manifesto Slow Food per il vino buono, pulito e giusto: sostenibilità ambientale, tutela del paesaggio e del ruolo culturale e sociale delle aziende vitivinicole nei propri territori.

SANA SLOW WINE FAIR ALL’INSEGNA DELLA SOSTENIBILITÀ

«Sana Slow Wine Fair – dichiara Gianpiero Calzolari, presidente BolognaFiere – sarà una preziosa occasione di confronto per un settore in forte espansione che fonde la cultura enologica agli aspetti legati alla sostenibilità, all’etica nella produzione e alla biodiversità».

Temi che per produttori e consumatori sono prioritari e sui quali possiamo vantare un’esperienza trentennale con l’organizzazione di SANA, la più importante manifestazione dedicata al mondo del biologico e del naturale.

Considerata l’attuale situazione dell’Emergenza sanitaria – conclude Calzolari – il posticipo di questa prima edizione di Sana Slow Wine Fair consentirà di favorire l’arrivo di operatori e appassionati e ci permetterà di accoglierli in sicurezza».

Sono tutte confermate le iniziative che costituiscono la struttura portante della manifestazione. Per permettere la massima partecipazione a tutti i delegati che fanno parte della Slow Wine Coalition, i convegni sui tre temi del Manifesto Slow Food per il vino buono, pulito e giusto saranno organizzati online nella settimana antecedente alla tre giorni bolognese.

A inaugurare Sana Slow Wine Fair 2022, in presenza a BolognaFiere, sarà un’assemblea plenaria in cui saranno presentati i temi discussi durante i convegni. Una sintesi della rivoluzione nel mondo del vino che desidera portare avanti la Slow Wine Coalition.

GLI APPUNTAMENTI PER PROFESSIONISTI E WINELOVERS

Rimangono confermate le tre giornate dedicate ai professionisti del settore domenica 27, lunedì 28 e martedì 29 marzo. Momenti ideali per ristoratori, enotecari, importatori, distributori, cuochi e sommelier per incontrare, conoscere, confrontarsi con alcune tra le migliori cantine italiane e di un gruppo molto selezionato di aziende internazionali, accomunate dal metodo produttivo virtuoso.

Gli appassionati potranno partecipare alla Sana Slow Wine Fair nella giornata di domenica 27 marzo, per degustare le migliaia di etichette proposte e dialogare con i produttori.

«A tutti i visitatori – conferma Giancarlo Gariglio, coordinatore della Slow Wine Coalition – sono inoltre dedicate le nove Masterclass che, sotto la guida di produttori ed esperti, consentiranno di approfondire le filosofie di produzione che sono dietro ai grandi vini in degustazione».

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news news ed eventi Vini al supermercato

Vini al supermercato tra aumenti prezzo e promozioni: cosa succederà nel 2022?

Cosa succederà ai vini in vendita al supermercato nel 2022? Aumenteranno i prezzi a scaffale, in risposta all’incremento dei costi di produzione? Calerà la pressione promozionale? Sono solo alcune delle domande a cui hanno risposto i buyer di Conad, Coop e Carrefour, intervenuti in mattinata al webinar “Vino e bollicine nella distribuzione moderna: consuntivo 2021 e prospettive per il 2022”, organizzato da Vinitaly Veronafiere.

«Il mondo del vino italiano – ha spiegato Simone Pambianco, National Category Manager di Conad – sta vivendo una fase di sostanziale attesa inflattiva, a differenza di altre categorie Food, che si concretizzerà nel mese di marzo 2022».

Vini e spumanti, oltre a fattori legati al costo maggiore dell’energia e della logistica, saranno presto interessati dalla congiuntura della nuova vendemmia, che andrà ad aggiungersi e graverà sullo scenario generale dei prezzi. Conad cercherà di fare il suo meglio per difendere il potere di acquisto dei consumatori e consolidare gli acquisti nei nostri canali».

Secondo Pambianco, «la vera sfida interesserà il vino comune e i grandi formati, da litro e da litro e mezzo, tanto quanto la fascia alta. Il rischio di recessione è concreto e dovremo fare il nostro meglio per preservare la crescita registrata tra 2020 e 2021».

La categoria vini e spumanti, trainata da uno scenario di premiumizzazione della domanda, è stata netta nei supermercati Conad. Il segmento “superpremium”, dai 9 euro in su, è cresciuto di 3.5 punti nell’ultimo anno. Segnando un +30%, rispetto al +16% della category.

IL PUNTO VISTA DI COOP

Conferma tutto Coop Italia con Francesco Scarcelli, Responsabile Beverage nazionale. «Il vino a scaffale – ha sottolineato – non ha ancora registrato aumenti, ma solo perché non sono ancora entrati in vigore i nuovi listini. Prevedo quindi, a quel punto, una contrazione dei volumi di vendita.

A soffrire maggiormente sarà la fascia bassa. Dovremo essere bravi a capire il “punto prezzo” di determinate referenze e Denominazioni, che usciranno dalle loro fasce consuete. E attendere che il consumatore recepisca il nuovo posizionamento. Andrà cambiata anche la politica delle promozioni. In Coop riteniamo più giusto contenere al massimo l’inflazione sul continuativo, per tutelare l’acquisto quotidiano, al posto di aumentare la pressione promozionale».

La posizione di Scarcelli si riflette chiaramente sulle analisi settimanali della rubrica sui vini in promozione in Gdo targata Vini al Supermercato, sezione di winemag.it relativa al vino in vendita nella Grande distribuzione, presente sui volantini delle offerte delle maggiori insegne nazionali.

Da inizio anno, la maggior parte delle insegne ha ridotto il numero di referenze a volantino, posizionando vini di fascia bassa come “specchietto”. Un abbassamento del livello qualitativo medio dei vini in promozione che fa il paio con la premiumizzazione degli acquisti, sull’onda lunga delle chiusure Horeca che hanno riversato migliaia di consumatori tra le corsie del vino dei supermercati, altrimenti snobbate.

LA CONFERMA DELLE ANALISI DI VINIALSUPER

Un trend evidentissimo in Esselunga, come sottolineato dall’ultimo report di Vinialsuper, da cui sembrano discostarsi sostanzialmente solo insegne come Il Gigante e, in maniera ancor più netta, Carrefour Italia.

Gianmaria Polti, responsabile Beverage del colosso francese, ha di fatto confermato le analisi di Vini al Supermercato. «Il primo trimestre del 2022 – ha dichiarato – sarà molto difficile a livello di vendite, soprattutto a fronte dell’importante controcifra del 2021».

I prezzi a scaffale dei vini fermi mostrano un timido accenno di rimodulazione, ma non vedo una diminuzione della pressione promozionale in Carrefour. Tutte le attività in cui il vino è protagonista, ovvero volantini e cataloghi che vedono protagonista la corsia, sono confermate anche per il 2022».

L’insegna lavorerà piuttosto per far scoprire le nuove proposte, nel contesto di uno scaffale che è stato rimodulato negli ultimi mesi attraverso tagli e, ancor più, inserimenti di nuove referenze. Anche in esclusiva.

«C’è tanto affollamento a scaffale – ha evidenziato Gianmaria Polti – e in più si sommano gli elementi di discontinuità, come l’incremento dei costi delle materie prime. Ma a preoccupare noi operatori Gdo è soprattutto la domanda estera, a cui molte aziende stanno ricorrendo».

Un chiaro riferimento alla necessità, da parte delle cantine, di garantire alle insegne della grande distribuzione organizzata quantità costanti, nell’ottica di «salvaguardia degli accordi di servizio». Pena, il “de-listing” dall’assortimento.

VINO IN GDO, LE SFIDE DEL 2022: IL PUNTO DI VISTA DEI PRODUTTORI

Sono intervenuti al webinar anche Mirko Baggio, membro di Federvini e Responsabile Vendite Gdo Italia di Villa Sandi Spa (nella foto, sopra) e Robert Ebner, Unione Italiana Vini e Chief Sales Officer Management Board Executive di Mionetto Spa. Due player chiave nel mondo del Prosecco, che nel 2021 ha registrato crescite da capogiro, persino in Francia.

«Non dobbiamo dimenticare – ha sottolineato Baggio – che siamo ancora in pandemia e questo influenza i consumi. Combattiamo anche con il caro energia, che ha effetti sul potere d’acquisto dei consumatori. Tutti aspetti che ci portano a una conclusione: è necessario un riposizionamento di tutto il mondo vino».

Gli aumenti dei costi di produzione e dei trasporti sono talmente alti che molte aziende, tra cui Villa Sandi, si trovano a non poterli assorbire, perché superiori addirittura al margine medio per bottiglia di fine anno. Gli aumenti nostri rispecchiano queste voci. Le trattative (con la Gdo, ndr) sono in corso e forse dureranno in più, ma alla fine si troverà un compromesso».

Con gli aumenti che, sempre secondo Mirko Baggio, «saranno visibili a scaffale dopo Pasqua». «Probabilmente – aggiunge il manager – ne risentiranno di più i prodotti di fascia più bassa, come sottolineato dagli stessi category di Conad e Coop. Assisteremo dunque a una flessione dei volumi totali, ma una tenuta del valore finale di tutto il comparto».

MIONETTO: «BRAND AWARENESS A VANTAGGIO DELLE ROTAZIONI»

Si definisce «cautamente ottimista» anche Robert Ebner. «Tutte le cose buone – ha dichiarato durante il webinar – si costruiscono nel solco della continuità. Un elemento che in questo periodo manca.

Noi di Mionetto lavoriamo costantemente alla profilazione del nostro cliente e conosciamo il profilo del nostro consumatore. Credo che continueremo a camminare insieme, in un anno in cui vogliamo consolidare, consapevoli che non si possa far sempre festa e incrementare».

Poi, un occhiolino agli operatori della Gdo. «I partner della distribuzione – ha sottolineato Robert Ebner – devono poter contare sul lavoro dei produttori in termini di brand awareness e nei nostri investimenti in comunicazione, che aiutano a superare l’aumento. Devono poter contare sulla benzina che garantisca la rotazione a scaffale. Tutto sommato credo che potremo lavorare bene anche in questo 2022».

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Il Prosecco conquista Wine Paris 2022: «Attenzione mai così alta». E il rosé spaventa la Francia

Mondo del vino italiano a raccolta a Wine Paris & Vinexpo Paris 2022. Un’edizione, quella che si è chiusa ieri, che ha messo in luce il coraggio degli organizzatori, a cui è andato il plauso dell’Eliseo. Spazio anche per alcune gioie italiane. È il caso del Prosecco Doc, che ha ormai conquistato la Francia e i francesi. A confermarlo in esclusiva a winemag.it, unica testata italiana accreditata in Oltralpe per la copertura dell’evento, è Luca Giavi, direttore del Consorzio di Tutela del Prosecco Doc.

«Per noi la Francia rappresenta il quarto mercato di esportazione – commenta – e il quinto considerando l’Italia. Un Paese in cui abbiamo registrato crescite oltre il 25% nei primi 10 mesi del 2021, ultimi dati a nostra disposizione. I francesi, del resto, hanno storicamente una grande attenzione per il mondo delle bollicine. Le conoscono e apprezzano gli spumanti di qualità».

I dati più recenti dicono che il successo del Prosecco in Francia va a erodere le vendite delle loro bollicine nazionali. Non è una questione di prezzo, anche perché contrazioni maggiori arrivano dagli spumanti spagnoli e tedeschi, che hanno prezzi medi più bassi del nostro. La scelta, dunque, riguarda il prodotto: i francesi scelgono di bere Prosecco».

IL PROSECCO E LA LEVA DELLA MIXOLOGY

«Gli amici francesi ci scherzano su – continua Luca Giavi – reputando che almeno una parte di questo successo dipende dal “bere miscelato”. Premesso che non reputo la miscelazione sminuente, va ricordato che se oggi produciamo grandi distillati e li esportiamo in giro per il mondo, questo è dovuto anche ai miscelati. Lo stesso vale per i grandi Vermouth italiani, di cui sono grandissimo sostenitore. Pensare che il Prosecco venga impiegato anche nella miscelazione non è una cosa che mi fa, di per sé, dispiacere».

Del resto, tutti i migliori bartender sostengono che un grande cocktail parte da una grande materia prima. Conti alla mano, è evidente che i numeri che la Francia esprime siano condizionati dall’impiego del Prosecco nella miscelazione. E la cosa ci fa solo piacere. Così come ci soddisfa il posizionamento prezzo nella ristorazione, davvero interessante».

I NUMERI DEL PROSECCO DOC IN FRANCIA

Nel periodo gennaio-ottobre 2021, le esportazioni di Prosecco Doc sono volate in Francia. «Abbiamo registrato un +27,9% – riferisce il direttore del Consorzio a winemag.it – rispetto al 2020. Nei primi 10 mesi dello scorso sono stati vendute in Francia oltre 23 milioni di bottiglie. Plausibile, dunque, che si siano raggiunti i 30 milioni a fine anno. Numeri che rappresentano il 5,7% dell’export complessivo. Ad ottobre 2021 il Prosecco aveva già superato l’ammontare dell’intero 2020».

Una tre giorni più che mai positiva quella del Prosecco Doc a Parigi. «Quest’anno abbiamo notato anche l’interesse delle più importanti testate francesi, a dimostrazione del nostro successo. Wine Paris e Vinexpo Paris 2022 ha generato occasioni interessanti per gli operatori che si sono mossi con il Consorzio».

«C’è una voglia del mondo del vino di tornare a viaggiare – conferma Luca Giavi – e dei consumatori di tornare alla normalità che manca da ormai due anni. In generale ho notato un bell’entusiasmo e una gran vitalità. Girando per i padiglioni ho trovato vini di ottima qualità per tutte le tasche, altro aspetto a cui tengo molto».

«IL PROSECCO ROSÉ PREOCCUPA I FRANCESI»

«La cosa che mi dispiace – rivela ancora l’esponente del Consorzio di Treviso – è la crescente preoccupazione del mondo dei produttori degli ottimi rosati francesi nei confronti del Prosecco Rosé. Una preoccupazione che ritengo non abbia ragion d’essere, nella misura in cui gli ottimi rosé francesi sono tutti tranquilli».

Sempre secondo il direttore, «ciò che dovrebbe preoccupare i francesi è piuttosto lo scatto dei rosati fermi italiani, sulla scia del successo del Prosecco Rosé. Ci sono denominazioni, da Bardolino al Salento, che avendo i riflettori puntati potranno recuperare il gap all’estero nei confronti delle produzioni francesi».

Le date di Wine Paris & Vinexpo Paris 2022 hanno coinciso, tra l’altro, con l’atteso responso del parlamento europeo sul Cancer Plan, che rappresentava una vera e propria minaccia per il mondo del vino italiano, assimilato alle sigarette.

Abbiamo festeggiato le modifiche che riguardano il vino nell’ambito del Cancer Plan. Tutti siamo consapevoli delle peculiarità del prodotto che rappresentiamo e siamo fortemente impegnati nel comunicarlo correttamente. Al contempo, siamo tra i primi sostenitori del “bere meno e bere meglio“».

«CANCER PLAN, PERICOLO SCAMPATO. MA SERVE MENO TESTA E PIÙ PALATO»

Un aspetto che sta a cuore a Giavi. «Tutta la cultura occidentale si basa su due elementi – sottolinea il direttore del Consorzio a winemag.it – che sono il pane e il vino. Non dimentichiamoci che, altrimenti, il buon Dio avrebbe trasformato l’acqua in tisana. Come ha ricordato a tutti il Santo Padre, “nessuno festeggia con una tazza di tè”. Penso e mi auguro ci sia ancora occasione di festeggiare».

Si respira un ottimismo contagioso in casa Prosecco. «L’Italia sta lavorando bene ma dobbiamo tornate a vini destinati ad essere bevuti: meno testa e più palato. Questo riguarda un po’ tutti. In particolare i vini rossi, che dovrebbero essere più alla portata della gente che li beve. Non sono più i tempi della parkerizzazione, in quel di Bordeaux».

«Non sono più neppure i tempi in cui si misura la bontà di un vino in alcol e in estratto. Il consumo dei vini va, fortunatamente, in un’altra direzione: premia la finezza, il frutto, la freschezza. Io credo molto nei primari – conclude Giavi – ed è stata questa la chiave del successo della nostra Denominazione».

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Amarone superstar del 2021: cresce e traina la Valpolicella

Ultimo anno da incorniciare per il vino in Valpolicella e, in particolare, per l’Amarone. Una crescita in doppia cifra in tutti gli aspetti chiave. È quanto emerge dall’outlook 2021 del Consorzio tutela vini Valpolicella. Cresce di poco il vigneto, ora a 8.573 ettari (+2%). E aumenta significativamente la produzione (+8,6% sul 2020).

Ma arriva soprattutto dal mercato il dato più eclatante, con un risultato sulle vendite che registra un incremento di oltre il 16% sul 2020, in linea con la crescita complessiva dell’imbottigliato (+15,3%).

Secondo l’indagine compiuta da Nomisma Wine Monitor su un campione di imprese rappresentativo del 50% della produzione imbottigliata, il rimbalzo che si è registrato lo scorso anno ha interessato in particolare la domanda italiana. Lo scatto rispetto al 2020 è del 31% a valore. L’export è in crescita dell’8% anche grazie ad un incremento del prezzo medio.

«Tale discrasia nelle performance delle imprese – evidenzia il Consorzio – discende dagli impatti della pandemia e dalle restrizioni di natura sanitaria che avevano portato le vendite 2020 dei vini della Valpolicella a registrare un calo di quasi il 10% sul mercato nazionale rispetto al 2019».

VINI DELLA VALPOLICELLA: AMARONE SUPERSTAR DEL 2021

La miglior performance la fa segnare l’Amarone, protagonista di un autentico boom di vendite (+24%) ben oltre la media nazionale sia nelle esportazioni (+16%) che soprattutto in Italia, dove segna un +39% a valore.

Per il re della Valpolicella, il cui prodotto prende la strada per l’estero per oltre il 60% delle bottiglie vendute, i top mercati sono stati Canada, Stati Uniti e Svizzera, seguiti a ruota da Regno Unito e Germania.

Il trend nelle singole piazze vede in forte crescita la domanda dei Paesi anglosassoni, con Usa a +27%, Canada a +22% e Uk a +18%. Sopra la media anche le vendite in Germania e nel sempre più consolidato Benelux, entrambi a +17%.

IL COMMENTO DEL CONSORZIO

«I risultati presentati oggi – spiega il presidente del Consorzio tutela vini Valpolicella, Christian Marchesini – confermano l’ottimo stato di salute di una denominazione che ha saputo reagire nel migliore dei modi all’emergenza».

Il lavoro però non è finito, soprattutto relativamente alla promozione del nostro vino identitario. Per questo valore, qualità e rilancio del Valpolicella saranno al centro della politica del Consorzio anche per quest’anno».

«Il forte rimbalzo delle vendite sul mercato nazionale – aggiunge Denis Pantini, responsabile Nomisma Wine Monitor – sposta leggermente in basso il grado di propensione all’export dei vini della denominazione, che si assesta sul 61% del fatturato totale contro il 69% del 2020».

Stati Uniti, Cina e altri Paesi del Sud-Est Asiatico come Corea del Sud, Vietnam e Tailandia sono i mercati esteri che, a detta dei produttori, mostreranno le migliori prospettive di crescita per i vini della Valpolicella nei prossimi anni.

VALPOLICELLA RIPASSO IN SCIA

Bene, sempre secondo il focus commissionato dal Consorzio, anche il Valpolicella Ripasso che chiude l’anno a +15%, complice anche qui l’exploit sul mercato interno (+34%; dato che si alza al +43% per le piccole imprese).

Il tutto a fronte di una variazione più timida dell’export (+5%) e di un prezzo medio sostanzialmente stabile. Il Canada domina la domanda, con il 22% del totale delle vendite a valore. Seguono Svezia, Regno Unito e una Germania cresciuta del 44% nell’import di Ripasso in un solo anno.

Aumenti importanti anche per Usa (+24%) e Danimarca (+19%), mentre si riducono gli acquisti in Norvegia dopo la forte crescita che si era registrata nel corso del 2020. Meno luminoso il quadro per il Valpolicella, che chiude a +1,2% a valore (+3% a volume).

Anche in questo caso l’Italia registra un segno positivo (+9%, con le piccole aziende a +29%), mentre l’export frena a -4%. Le maggiori richieste arrivano ancora una volta dal Canada, con oltre un terzo degli ordini. Seguono Usa e Benelux. In netta crescita la Russia, che fa segnare un +31%.

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Cancer plan, il Parlamento europeo salva il vino

È stato respinto il tentativo di demonizzare il consumo di vino e birra attraverso allarmi salutistici in etichetta già adottati per le sigarette, aumento della tassazione ed esclusione dalle politiche promozionali dell’Unione Europea, nell’ambito del  “Cancer plan” proposto dalla Commissione Europea. Ieri il voto del Parlamento che, commenta per prima in Italia Coldiretti, «salva un prodotto simbolo del Made in Italy».

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Wine Paris, “day 2” benedice record export vini e spirits francesi

Prosegue all’insegna dell’entusiasmo Wine Paris & Vinexpo Paris al Paris Expo Porte de Versailles. L’evento, che si chiude oggi pomeriggio, ospita 2.864 espositori da 32 paesi, visitatori da oltre 100 Paesi e un programma di 100 conferenze, masterclass e tavole rotonde.

La giornata di ieri è stata punteggiata da diverse visite istituzionali. La mattinata è iniziata con la visita di Valérie Pécresse, candidata alle elezioni presidenziali, accompagnata da Xavier Bertrand, presidente del consiglio regionale delle Hauts de France. È proseguita con la visita di 25 deputati e senatori dell’Anev, l’Associazione nazionale francese della vigna e del vino.

IL RECORD DELL’EXPORT FRANCESE DI VINO

La Federazione francese degli esportatori di vini e alcolici (Fevs) ha annunciato le cifre record dell’export di vini e alcolici francesi nel 2021. La forte ripresa rispetto al 2020 (+28%) mostra anche una crescita significativa sul 2019 (+ 11%).

Le esportazioni francesi di vini e alcolici hanno generato 15,5 miliardi di euro, rendendo le performance del settore le seconde più positive nella bilancia commerciale dell’intera Francia.

I Wine Talks hanno fornito una ricca varietà di contenuti prospettici a un pubblico molto curioso di professionisti. Il direttore dell’Oiv, Pau Roca, ha commentato lo stato attuale del cambiamento climatico ad un pubblico internazionale.

Ha anche affrontato le strategie di mitigazione messe in atto dagli stakeholder dell’industria del vino, in occasione durante una tavola rotonda moderata dal consulente internazionale britannico Rupert Joy.

“L’industria del vino – ha sottolineato – non deve solo implementare misure di mitigazione del cambiamento climatico, ma ha anche un ruolo di primo piano sulla questione. E dovrebbe essere un esempio per il resto del settore agricolo».

A WINE PARIS IL FOCUS SUL MERCATO BRITANNICO

Sono stati discussi argomenti ancora più tecnici, tra cui la riforma delle accise nel Regno Unito, sulla base di un complesso sistema di tassazione a “fasce di mezzo grado”.

Durante la tavola rotonda, la Wsta (The Wine and Spirit Trade Association), rappresentata dal suo chief executive Miles Beale, ha suggerito al governo britannico di «semplificare la tassazione con un’unica tassa su tutti i vini con un Abv che va dall’8,5% al 15% per bottiglia da 75 cl».

Alla fine della giornata, Gérard Bertrand, insieme a Robert Eden di Château Maris, Marc Thibault, viticoltore di Coteaux du Giennois (Centre-Loire), e Anne-Laure Ferroir di Terra Vitis, hanno risposto alle domande sul futuro della viticoltura, un tema caldo per il settore.

Tutti d’accordo su un aspetto: «La sostenibilità è l’unica opzione per il futuro». I relatori hanno poi sottolineato come «i costi di produzione più alti per i vini sostenibili/biologici/biodinamici favoriranno la “premiumizzazione” del settore», ovvero un accrescimento del livello.

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Prezzi vino sfuso alle stelle in Italia: ecco perché

L’aumento dei costi delle materie prime, in particolare vetro per la produzione di bottiglie, carta per la produzione di etichette, ed energia elettrica per i processi di produzione, «sta impattando in maniera rilevante anche sul settore vinicolo».

A lanciare l’allarme – l’ennesimo – sono la Borsa merci telematica italiana (Bmti) e Unioncamere, che hanno preso in considerazione l’indice dei prezzi del vino sfuso. Si registra un aumento annuo del +18,7% (+1,1% rispetto a dicembre 2021).

«Tale rialzo – spiegano i promotori dell’indagine – oltre all’aumento dei costi di produzione, è da attribuire alla scarsa quantità di uve raccolte durante la scorsa vendemmia e alla riapertura della ristorazione dei mesi scorsi, dopo le chiusure che si erano verificate nel 2020 a causa della pandemia».

Tra le diverse tipologie, spicca il rialzo dei prezzi dei vini spumanti-frizzanti, superiore alla crescita media del settore (+22,7%), grazie all’incremento del +26,7% ottenuto dai vini Charmat.

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Vini al supermercato

Crescono le marche del Gruppo Selex

Crescono ancora le Marche del Distributore di Selex Gruppo Commerciale. Il fatturato alla vendita è di circa 1,523 miliardi €, pari al +5.5% su un 2020 che già aveva registrato risultati record. Il nuovo traguardo incoraggia i 18 Soci di Selex, oggi il secondo player della distribuzione moderna italiana, a proseguire nella strategia che punta sulle Marche del Distributore a 360° e i cui cardini sono qualità, convenienza e sostenibilità.

Una qualità che, unita al prezzo concorrenziale, anno dopo anno sta conquistando sempre più consumatori. Le marche Selex, Vale, Consilia e Il Gigante, le preferite dai clienti delle insegne del Gruppo che le distribuiscono.

«La quota di mercato – dichiara Luca Vaccaro, Direttore MdD Selex Gruppo Commerciale – raggiunge, in alcune regioni, il 28% sulle categorie di presenza. È un dato che ci auspichiamo sia destinato a crescere sempre di più con il piano di lavoro capillare che stiamo portando avanti e che avrà un ulteriore e significativo sviluppo nel biennio ’22-’23».

I PROGETTI DI MIGLIORAMENTO

All’ordine del giorno c’è infatti il progetto di massimizzazione delle sinergie tra i 4 marchi di Selex che rappresentano circa il 90% del giro d’affari. Nella filiera produttiva sono coinvolti circa 500 produttori, di cui oltre il 95% dei quali italiani, per un totale di 7.400 referenze totali.

Parallelamente verranno ampliate le categorie in forte crescita per garantire una selezione ancora più in linea con le abitudini di consumo contemporanee. Tutto sempre all’insegna di un futuro più sostenibile. Il Gruppo da anni si sta concentrando sul controllo della filiera, che deve essere tracciata e trasparente. Nel 2022 Selex estenderà la certificazione delle condizioni di lavoro per i fornitori di vini e bevande di frutta.

Focus anche sull’ampliamento delle certificazioni dei packaging (sul cacao, il pesce Msc, la carta Fsc). Elemento dal quale dipende la conseguente riduzione di imballi (-161 tonnellate) La diminuzione di rifiuti sul mercato, l’eliminazione di materiali non riciclabili e sostituzione con materiale riciclato (-769 tonnellate di plastica vergine).

LA TUTELA DEI PREZZI A SCAFFALE

Tutti gli interventi in essere non incideranno in alcun modo sul costo dei prodotti a scaffale, perché il “fare bene” non deve ripercuotersi sulla spesa dei consumatori. Il sostegno del Gruppo e delle Imprese socie al territorio e alle comunità locali ove sono presenti è evidente anche dalla nuova campagna nazionale “Spesa Difesa” che riguarda il brand Selex.

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Al via Wine Paris 2022: plauso del governo francese agli organizzatori

Wine Paris & Vinexpo 2022 al via a Parigi ieri mattina. L’evento di punta del gruppo Vinexposium ha aperto le proprie porte al Paris Expo Porte de Versailles, segnando il ritorno dei grandi eventi commerciali dopo due anni di pausa. Strizzando l’occhio al mercato britannico, “bistrattato” dalla scelta di Messe Düsseldorf di rimandare ProWein 2022, proprio nelle date della London Wine Fair (poi, a loro volta, cambiate).

La cerimonia di apertura ufficiale, alla presenza di Julien Denormandie, ministro francese dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, ha dato il via ai tre giorni di esposizione scanditi da degustazioni e incontri business per tutta la filiera del vino internazionale.

Il ministro ha elogiato «il coraggio e la determinazione degli organizzatori e dei partecipanti per essere rimasti determinati a realizzare l’evento». Ha voluto in particolare lanciare un messaggio di fiducia ai produttori: «Siate certi che siamo al vostro fianco per onorare questi meravigliosi prodotti e l’amore per il vino che condivido e che sono felice di vedere celebrati qui al salone».

LA CERIMONIA DI INAUGURAZIONE DI WINE PARIS 2022

Durante la cerimonia di apertura ufficiale, Rodolphe Lameyse, Ceo di Vinexposium, ha sottolineato l’importanza della ripresa degli incontri in presenza per il mercato del vino e degli alcolici.

Wine Paris & Vinexpo Paris a febbraio è una data chiave nel calendario degli acquisti. Oggi, siamo riuniti qui a Parigi ed è un enorme piacere incontrarsi ancora una volta. Che i festeggiamenti continuino!».

TRA GLI ESPOSITORI PREVALE L’OTTIMISMO

Ottimismo prevalente anche tra gli espositori alla vigilia della seconda giornata, iniziata da pochi minuti. «Che bella sensazione – commenta Ilaria Ippoliti, export director della Tenuta del Buanamico – partecipare al primo salone internazionale del vino dopo due anni. Wine Paris & Vinexpo Paris 2022 è già un successo perché è rimasto fedele al suo programma originale. È stata una decisione coraggiosa. Rispetto».

«È il momento giusto dell’anno per acquistare i vini dell’emisfero settentrionale e Parigi è così facile da raggiungere dal Regno Unito», aggiunge David Gill, Specialist Sales & Wine Development di Kingsland Drinks.

Wine Paris & Vinexpo Paris continua fino al 16 febbraio al Paris Expo Porte de Versailles. L’evento ospita 2.864 espositori da 32 Paesi, visitatori da oltre 100 paesi e un programma ricco di 100 conferenze, masterclass e tavole rotonde.

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Federazione Nazionale delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori contro Nutriscore e Cancer Plan

La Federazione Nazionale delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori prende posizione su Nutriscore e Cancer plan. Vicenda che vede sotto attacco alcuni prodotti simbolo del made in Italy, come il vino e l’olio evo.

Federazione Svos ha sottoscritto una lettera aperta insieme alle altre associazioni nazionali firmatarie del “Patto di Spello“: Città del Vino, Città dell’Olio, Movimento Turismo del Vino, Movimento Turismo dell’Olio e Unione Italiana Vini. Lettera che è stata inviata a tutti i Parlamentari Europei in previsione del voto in seduta plenaria sul Cancer Plan previsto per il prossimo 15 febbraio.

«Confidiamo – spiega il Presidente della Federazione Svos, Paolo Morbidoni – che ci si attivi almeno per approvare emendamenti specifici che puntino a distinguere nettamente tra uso e abuso di alcol. Vogliamo evitare che il vino resti intrappolato in questa fantomatica lista nera equiparato a sigarette e superalcolici e che venga poi penalizzato nelle attività di promozione e di investimento».

«È del tutto evidente – continua ancora il Presidente Morbidoni – come tale rischio possa ripercuotersi pesantemente non solo su tutta la filiera produttiva, ma anche sulle attività connesse come il turismo e sulla salvaguardia della vitalità dei territori rurali, che è già in parte compromessa. È contraddittorio prevedere misure per ridare centralità ai territori rurali e marginali e poi avallare azioni volte a colpire colture come il vino e l’olio che sono spesso le uniche produzioni possibili ed economicamente sostenibili in tali aree».

La stessa cosa è accaduta nei mesi scorsi con il Nutriscore per l’olio. Il sistema di etichettatura a semaforo ha di fatto declassato l’olio di oliva ad un prodotto che presenta rischi per la salute. Valutazione in contrasto con le determinazioni della stessa Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa).

Riportiamo integralmente la lettera aperta rivolta ai Parlamentari europei italiani che gli aderenti al “Patto di Spello” hanno stilato ed inviato.

LA LETTERA

Cancer Plan e Nutriscore: le condivisibili battaglie contro il cancro e gli abusi di alcool non possono mettere in crisi le qualità dell’agroalimentare “made in Italy”.

Egregi Onorevoli,

gli aderenti al “Patto di Spello” (Associazione Nazionale Città del Vino, Associazione Nazionale Città dell’Olio, Movimento Turismo del Vino, Movimento Turismo dell’Olio, Federazione italiana delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori, Unione Italiana Vini), esprimono la loro forte preoccupazione per alcuni dei contenuti espressi dalla relazione “Beating Cancer Plan”, e dalla proposta di adozione del cosiddetto “Nutriscore” che prevede l’apposizione sulle etichette dei prodotti agroalimentari, di bollini colorati che dovrebbero indicare al consumatore il grado di pericolosità di un prodotto, con l’ulteriore proposta di inserire il “bollino nero” sulle etichette del vino.

Un sistema di classificazione che penalizzerebbe non solo il vino, ma anche produzioni di eccellenza come l’olio extra vergine di oliva solo perché contiene grassi, quando sono noti studi e ricerche che ne rilevano molteplici aspetti salutistici.

Per quanto riguarda il Beating Cancer Plan, la cui relazione è stata approvata nelle scorse settimane dalla Commissione straordinaria contro il cancro (Be.Ca) del Parlamento Europeo, i firmatari della presente lettera aperta sottolineano che dalla relazione non traspare con sufficiente chiarezza la netta distinzione tra consumo moderato e consapevole di alcuni prodotti quali, ad esempio il vino, rispetto all’assunto che “non esiste un livello sicuro di consumo di alcol” e che pertanto le bevande che ne contengono una qualunque quantità, sono pericolose per la salute umana.

Il piano europeo contro il cancro, iniziativa alla quale attribuiamo una forte valenza sociale e che nei suoi principi generali non può che essere condivisa, se verrà applicato così come previsto, penalizzerà fortemente, insieme al mondo del vino, anche altri prodotti tipici italiani e persino la possibilità di fare promozione enoturistica, settore questo che, sulla scorta di dati e ricerche anche recenti, sta assumendo un ruolo sempre più importante nello sviluppo – per altro di natura ampiamente sostenibile – dei territori rurali.

Tra le misure previste per la lotta all’alcol, oltre alle etichette con alert “sanitari”, è previsto persino il divieto di poter fare pubblicità e di sponsorizzazione ad eventi sportivi da parte di aziende produttrici di prodotti alcolici, oltre ad un aumento della tassazione e la revisione della politica di promozione, correlata a un sistema di punteggi. In pratica, chi produce vino potrà avere meno risorse per la promozione perché nel vino c’è l’alcol.

Le proposte presentate all’interno del piano vedono comparare il rischio di insorgenza di tumori dovuti al fumo con i rischi derivati dal consumo di vino, senza distinguere tra l’abuso e il bere moderato e consapevole, con il possibile esito di colpire pesantemente un settore che solo in Italia conta su 1,3 milioni di addetti, miliardi di fatturato, e una supremazia mondiale delle esportazioni in termini di volume, oltre che una riconosciuta qualità che rappresenta la migliore immagine del nostro Paese nel mondo.

Ciò che sorprende è che non venga fatta alcuna distinzione tra l’abuso ed il consumo moderato di alcol, due approcci culturalmente ben differenti, e non si consideri – come affermato da decine di studi scientifici – che un calice di vino a pasto (tanto più se vino rosso) riduce il rischio di incorrere in malattie cardiovascolari grazie ai polifenoli e al resveratrolo.

Il vino è un settore fiore all’occhiello del Made in Italy, la cui dinamicità sta producendo ricadute positive nelle economie dei nostri territori che la presa di posizione della Commissione straordinaria rischia di compromettere in quanto capace di trasmettere un messaggio non corretto rispetto al tema del consumo di alcol, non facendo distinzione – ad esempio – tra il vino e superalcolici, tra abuso e bere moderato e consapevole.

La Commissione Ue ha pubblicato, inoltre, il documento per l’accesso ai fondi di promozione dei prodotti agricoli per un budget di oltre 176 milioni di euro, inserendo tra i criteri di accesso alle risorse l’allineamento al piano comunitario di lotta al cancro. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel piano d’azione di lotta contro l’alcol, prevede misure analoghe, con l’obiettivo di ridurre del 20% il consumo di alcol entro il 2030.

A tutto questo si aggiunge il Piano di lavoro 2022 sulla promozione in agricoltura, approvato dalla Commissione Ue, e che attribuisce punteggi ai progetti in base alle indicazioni del piano anticancro. Alla luce di queste novità, se nel frattempo non saranno apportate modifiche, i produttori di vino (ma anche di salumi, carni rosse, etc.) si vedranno decurtare il punteggio di ammissione alle graduatorie dei bandi di promozione in ambito comunitario.

Il timore è che questo insieme di norme possa provocare un effetto negativo a valanga per il Made in Italy e per la promozione dei territori e del turismo enogastronomico. Tenuto conto di queste riflessioni lanciamo un appello i tutti i Parlamentari europei italiani di farsi promotori delle istanze dei nostri territori affinché le politiche di prevenzione contro il cancro e per la tutela della salute dei cittadini non si trasformino in battaglie ideologiche contro le produzioni tipiche italiane.

Sono a rischio tanti posti di lavoro in un settore che vale, secondo l’Osservatorio sul Turismo del Vino, oltre 2,5 miliardi di euro di fatturato (dato pre-pandemia); se consideriamo i danni provocati dal virus al settore turistico, ecco che questi provvedimenti potrebbero penalizzare ancora di più i nostri territori dove le produzioni tipiche non sono certo “attentati alla salute pubblica”, ma espressioni di una cultura e di una economia secolari.

Pertanto, ci auspichiamo, che vengano rivisti i criteri ed i parametri in base ai quali è stata redatta questa relazione, ricordando che da più fronti è stato chiesto che venga considerato il parere della comunità scientifica che già in precedenza aveva duramente criticato la tesi, oggetto della relazione Beca, secondo cui non esisterebbe un livello sicuro di consumo di alcol definendola la lacunosa e difettosa.

Appare, infine, evidente la contraddizione che vede l’Europa finanziare la promozione e la conoscenza del vino italiano attraverso le attività finanziate tramite l’Ocm vino, per poi “demonizzarlo” mettendo un “bollino nero” sulle etichette. Ogni programma di educazione al bere moderato e consapevole troverà piena accoglienza ma non certo una generica e frustrante classificazione del vino come “pericolo pubblico”.

Analogo appello lo rivolgiamo al Ministro per le Politiche Agricole, affinché il Governo italiano faccia sentire la propria voce su questo argomento a difesa del Made in Italy enogastronomico, del suo valore sociale, economico, culturale che, tra l’altro, il mondo ci invidia.

Angelo Radica, Presidente Associazione Città del Vino

Michele Sonnessa, Presidente Associazione Città dell’Olio

Nicola D’Auria, Presidente Movimento Turismo del Vino

Donato Taurino, Presidente Movimento Turismo dell’Olio

Paolo Moribidoni, Presidente Federazione Italiana delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori

Sebastiano De Corato, Unione Italiana Vini

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Prosecco: i Consorzi al Wine Paris & Vinexpo Paris

Il Consorzio di tutela del Prosecco Doc ed il Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg tornano in fiera a Wine Paris & Vinexpo Paris a due anni esatti dall’ultima edizione. L’evento complessivamente ospiterà 32 paesi produttori da tutto il mondo e gli organizzatori si aspettano di accogliere oltre 20 mila visitatori.

«Portare il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg in Francia e avere l’occasione di raccontarlo a un pubblico abituato a misurarsi con la statura enologica d’oltralpe, per la nostra denominazione è molto significativo», afferma la Presidente Elvira Bortolomiol.

«A Parigi saremo in ottima compagnia – aggiunge il presidente della Doc Prosecco Stefano Zanette – accanto ad altre prestigiose Denominazioni francesi e italiane, e a realtà, piccole o grandi, rappresentative delle migliori produzioni internazionali».

IL PROSECCO IN FRANCIA

Nell’ultimo biennio la quota export del Prosecco Doc in Francia è passata dai neanche 17 milioni di bottiglie del 2019 ai quasi 20 milioni del 2020. Ulteriore crescita del +25,9% nel 2021 assestandosi sulle 25 milioni di bottiglie. Dato che conferma i francesi al quarto posto nella classifica mondiale subito dopo Usa, Uk e Germania.

Il mercato d’oltralpe vale il 5,7% dell’intera quota export. Export che oggi corrisponde a circa l’80% dell’intera produzione Doc (627 milioni di bottiglie nel 2021, di cui 71,5 milioni Prosecco Doc Rosè).

Ottimi anche i dati del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg. Nonostante la forte concorrenza del prodotto locale, le esportazioni verso la Francia sono aumentate in maniera consistente. Secondo l’ultimo rapporto economico i volumi venduti nel 2020 sono pari a 586.260 bottiglie  (+104,1% rispetto al 2019). Dato di circa 3,1 milioni di euro a valore (+110,3% rispetto al 2019).

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Marco Vicentini è il nuovo direttore vendite di Cielo e Terra vini

Marco Vicentini passa da Cantina di Soave a Cielo e Terra di Montorso vicentino. Azienda vinicola conosciuta in Italia per il brand Freschello distribuito nella Gdo, partecipata per il 51% da Cantine dei Colli Berici.

Oltre a Freschello, Vicentini seguirà anche i marchi Casa Defrà e Famiglia Cielo dal 1908 con l’obiettivo di creare nuove opportunità nel canale Horeca. Canale che l’azienda intende comprendere nelle nuove strategie.

«Ho scelto Cielo e Terra – dichiara Vicentini – perché riconosco all’azienda grandi potenzialità ancora inespresse. La crescita che ha registrato nei mercati internazionali ha consolidato il profilo di un’organizzazione sana, dinamica, competitiva, con ottime prospettive di crescita anche nel mercato nazionale».

Marco Vicentini ha sviluppato le proprie competenze nel mondo del beverage prima nel Gruppo Bacardi – Martini, poi in Valdo Spumanti. È quindi passato a Cantina di Soave e, oggi, alla Direzione vendite Italia di Cielo.

A lui il compito di valorizzare la linea premium dell’azienda, promuovendo i vini autoctoni del territorio dei Colli Berici nella ristorazione di qualità. Oltre a rivitalizzare il segmento vino da tavola con il brand Freschello che ha compiuto lo scorso anno 25 anni di vita.

«Diamo il benvenuto a Marco – commenta Pierpaolo Cielo, Vice Presidente dell’azienda – professionista di grande esperienza e capacità. Con lui lavoreremo a nuovi stimolanti progetti che intendono fornire risposte adeguate ad un mondo in grande trasformazione, di cui anche il vino fa parte».

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Morto Franz Haas, l’Alto Adige del vino perde uno dei suoi riferimenti

È morto oggi il grande produttore altoatesino Franz Haas. Secondo fonti vicine alla famiglia la tragedia sarebbe avvenuta questo pomeriggio quando un infarto lo ha colto mentre si trovava in seggiovia.

Settima generazione di viticoltori Franz Haas, 68 anni compiuti lo scorso 11 gennaio, era noto non solo per la qualità dei suoi vini ma anche per alcune battaglie, prima fra tutte quella a sostegno del tappo a vite. Una chiusura tecnica diventata vanto, come recitano le sue parole sul sito aziendale.

Dopo quarant’anni di domande e venti di sperimentazioni e confronti, ho fatto la mia scelta. Perché desidero che tutto il nostro lavoro, i giorni e le notti che dedichiamo al nostro prodotto, si concludano sempre con un vino all’altezza del nostro impegno e delle vostre aspettative. Questo è il mio cerchio perfetto, dalle viti fino all’ultimo giro di vite».

Franz Haas ha dedicato la propria vita la Pinot Nero. Vitigno nobile e versatile da sempre oggetto dei suoi studi che Haas trattava con grande rispetto. La guida dell’azienda passa ora all’ottava generazione della famiglia che già lo affiancava da tempo.

Tappo a vite scelta eroica per i produttori: la ristorazione italiana è sugherocentrica

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Usa: il Dipartimento del Tesoro sollecita interventi a favore dei piccoli produttori

Come riferisce l’agenzia Reuters, lo scorso 8 febbraio il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha segnalato preoccupazioni per il consolidamento del mercato statunitense dell’alcol. Un settore da 250 oltre miliardi di dollari all’anno. Nel suo report, atteso da tempo, Treasury Department  e ha delineato delle riforme che potrebbero aumentare la concorrenza e far risparmiare ai consumatori centinaia di milioni di dollari ogni anno.

Nelle 63 pagine del documento il Dipartimento suggerisce nuovi controlli su fusioni e acquisizioni fra aziende del settore. Inoltre aliquote fiscali diverse e un alleggerimento degli oneri normativi  per i nuovi operatori nel mercato del vino, della birra e spirits. Interventi che renderebbero il mercato più equo per i nuovi produttori e più economico per i consumatori.

CONCENTRAZIONE DEL MERCATO E LEGISLAZIONE INADEGUATA

Nel proprio report il Tesoro ha suggerito una supervisione più rigida sulle regole esistenti e lo sviluppo di nuove leggi da parte del Dipartimento di Giustizia e della Commissione Federale per il Commercio.

I consumatori americani, i proprietari di piccole imprese, gli imprenditori e i lavoratori non dovrebbero soffrire schiacciati da un’industria della birra altamente concentrata. Le autorità preposte all’applicazione e alla regolamentazione dovrebbero avere la forza d’animo necessaria per far rispettare la legge e proteggere la concorrenza», afferma il vice procuratore generale Jonathan Kanter.

Il mercato statunitense di birra, vino e liquori ha generato migliaia di nuovi birrifici, cantine e distillerie negli ultimi dieci anni. Piccole realtà che faticano a competere coi colossi multinazionali. Basti pensare che i due maggiori produttori di birra, Ab Inbev e Molson Coors, rappresentano il 65% del mercato negli Stati Uniti.

Un “comportamento di esclusione” da parte dei grandi produttori, distributori e rivenditori cui si somma ad una rete di complicate normative statali e federali. Leggi talvolta risalenti alla fine del proibizionismo nel 1933. Un quadro che di fatto esclude i piccoli partecipanti dalla lotta per competere e prosperare.

«Siamo determinati a proteggere quello che è stato un settore dinamico e di successo con molte piccole imprese che vi entrano. Vogliamo affrontare quei problemi che generano prezzi eccessivi per i consumatori», afferma il Dipartimento del Tesoro.

LE REAZIONI DEI PRODUTTORI

Il Beer Institute, che rappresenta Ab Inbev e Molson Coors oltre ad altri grandi produttori di birra, si è detto deluso dal report. Secondo l’associazione ne emergerebbe una “caratterizzazione errata” del settore. Il Beer Institute ha inoltre affermato che i prezzi della birra sono rimasti bassi nonostante l’aumento dell’inflazione e un calo della domanda.

Di contro l’American Craft Spirits Association, associazione dei piccoli distillatori artigianali, ha accolto con favore l’attenzione del rapporto sulle preoccupazioni delle piccole distillerie indipendenti. Secondo l’Acsa è infatti indispensabile rinnovare le antiquate leggi sull’alcol che mortificano le piccole imprese.

Il rapporto del Dipartimento del Tesoro cita studi che dimostrano come le cosiddette leggi “post and hold”, che limitano la concorrenza sui prezzi, generano per i consumatori di birra un aggravio di costo di 487 mln di dollari all’anno. Leggi che possono far lievitare il costo di una bottiglia di vino fino del 18% e di oltre il 30% quello degli spirits.

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Norah was drunk: cocktail, assenzio e conserve portoghesi nel cuore di Milano

Apre a Milano in via Porpora 169 Norah was drunk, locale dedicato a cocktail, assenzio e conserve portoghesi. Un luogo dove lasciarsi sorprendere da una proposta selezionata e originale. Ad accogliere gli avventori i due effervescenti proprietari: Niccolò Caramiello e Stefano Rollo.

NICCOLÒ CARAMIELLO

Dopo diverse esperienze a Milano e all’estero, Niccolò Caramiello ha finalmente un suo bancone dove reinterpreta in modo attuale i grandi classici della miscelazione. Il suo intento è presentare una drink list dalla forte spinta contemporanea e far conoscere in Italia un distillato ancora poco noto: l’assenzio.

Ecco allora che in carta inserisce sia cocktail che lo vedono protagonista, sia una selezione di etichette di assenzio importate direttamente da Germania e Francia. Prodotti da degustare attraverso la scenografica fontana secondo il tradizionale rituale francese.

STEFANO ROLLO

Al suo fianco, Stefano Rollo coccola i clienti con una proposta gastronomica essenziale ed estremamente versatile. Pochi prodotti di alta qualità. Vere e proprie “chicche” culinarie che comprendono formaggi di piccoli artigiani caseari lombardi, conserve di pesce portoghesi, salumi spagnoli e umbri, ostriche francesi.

NORAH WAS DRUNK

Da Norah was drunk i tre momenti di servizio – aperitivo, cena e dopocena – si susseguono senza soluzioni di continuità. Sotto il neon verde fluo dell’insegna si apre un luogo che trasuda un originale fascino neorealista da Vecchia Milano, con un tocco di impressionismo francese e di classicismo della New Orleans coloniale.

Norah was drunk si presta a diventare il nuovo epicentro della mixology nel quartiere di Lambrate. Un locale dove il fulcro è il bancone in marmo verde del Guatemala che invita gli ospiti ad accomodarsi e a farsi trasportare in un’esperienza “liquida”.

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Vini al supermercato

I vini a volantino verso fine mese

Ennesimo aggiornamento senza colpa di scena per i vini presenti sui volantini delle offerte dei supermercati. Ecco il quadro completo, insegna per insegna.


Volantino Aldi fino al 13 Febbraio, “Sotto costo”

Muller Thurgau Igt Vigneti Delle Dolomiti Coppiere: 1,79 euro (3 / 5)

Prosecco Valdobbiadene Superiore Docg Oroperla: 4,49 euro (3,5 / 5)

Champagne Jaques Loren : 13,99 euro (3,5 / 5)



Volantino Bennet fino al 16 Febbraio, “Spaccaprezzi”

Syrah Igt: 1,98 euro (3 / 5)

Barbera d’Asti Docg Monrato: 2,49 euro (3,5 / 5)

Nerello Mascalese Igt Settesoli: 2,98 euro (4 / 5)

Negroamaro Mottura: 2,99 euro (3,5 / 5)

Prosecco Doc Filippetti: 2,98 euro (3,5 / 5)


Volantino Carrefour fino al 20 Febbraio, “Sottocosto”

Chianti Superiore Docg Collezione Oro Piccini: 3,29 euro (5 / 5)

Prosecco Treviso Doc Coste Alte: 4,49 euro (3,5 / 5)

Vermentino di Sardegna Doc Aragosta: 3,89 euro (3 / 5)

Muller Thurgau Doc Cavit: 3,49 euro (3,5 / 5)

Gewurztraminer Albenza: 2,29 euro (3,5 / 5)

Valpolicella Classico Doc Sartori: 5,99 euro (4,5 / 5)

Passerina del Frusinate Igt Cantina Di Piglio: 3,19 euro (3,5 / 5)

Fiano di Avellino Docg Mastrobernardo: 9,29 euro (5 / 5)


Volantino Carrefour Market fino al 20 Febbraio, “Sottocosto

Chianti Docg Collezione Oro Piccini: 3,29 euro (5 / 5)

Friulano Del Collio Doc Vidussi: 5,39 euro (4,5 / 5)

Colli Orientali Del Friuli Doc Sauvignon O Merlot Volpe Pasini: 8,90 euro (4 / 5)

Prosecco Valdobbiadene Superiore Docg Bisol: 6,99 euro (4 / 5)

Chianti Docg Vecchia Cantina Di Montepulciano: 2,49 euro (3,5 / 5)

Muller Thurgau Trentino Doc Cavit: 3,49 euro (3,5 / 5)

Prosecco Rosè Docg Extra Dry Bolla: 4,79 euro (3,5 / 5)

Vini La Calenzana: 2,79 euro (3,5 / 5)


Volantino Carrefour Express fino al 15 Febbraio, “Sconti fino al 40%”

Montepulciano d’Abruzzo Doc Spinelli: 2,79 euro (5 / 5)

Chianti Docg Villa Montorsoli: 3,99 euro (3,5 / 5)


Volantino Conad fino al 13 Febbraio, “Spazio Conad

Vino Spumante Blanc De Blancs Extra Dry Viviani: 3,99 euro (3,5 / 5)

Vino Frizzante Veneto Igt Todo Antico: 2,99 euro (3 / 5)

Bardolino Doc Latuja: 3,69 euro (3,5 / 5)

Montepulciano D’abruzzo Doc Rivani: 3,99 euro (3,5 / 5)


Volantino Conad City fino al 19 Febbraio, “Sotto costo”

Prosecco Conegliano Valdobbiadene Docg Tenimenti Dogali: 4,78 euro (3 / 5)

Chianti Classico Docg Bufferia: 4,78 euro (3,5 / 5)


Volantino Coop fino al 23 Febbraio, “Scegli tu”

Linea Vini Barbanera: 2,99 euro (3 / 5)

Frizzante Turà Lamberti: 1,99 euro (3 / 5)

Spumante Pinot Nero Viogner Brut o Muller Thurgau Traminer Extra Dry Le Bollé: 2,79 euro (3 / 5)


Volantino Despar Supermercati fino al 23 Febbraio, “Sottocosto”

Chianti Classico Docg Piccini: 2,79 euro (5 / 5)

Prosecco Rosé Brut Doc Valdo: 5,49 euro (3,5 / 5)

Champagne Veuve Clicquot: 32,90 euro (4,5 / 5)


Volantino Esselunga fino al 16 Febbraio, “Un amore di convenienza

Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene Docg Le Fade: 4,49 euro (5 / 5)

Pinot-Chardonnay o Chardonnay-Muller Thurgau Pasqua: 2,49 euro (3,5 / 5)

Zibibbo Secco Feudi San Nicola: 2,99 euro (3,5 / 5)

Montepulciano d’Abruzzo / Trebbiano / Cerasuolo d’Abruzzo Bella Torre, Citra: 1,95 euro (3,5 / 5)

Bonarda San Zeno: 3,54 euro (3,5 / 5)

Valpolicella Ripasso Cantina di Negrar: 4,77 euro (4,5 / 5)

Barbera d’Asti Docg Villa Rustica: 2,74 euro (3,5 / 5)

Lago di Caldaro Terresomme: 2,64 euro (3,5 / 5)

Col Di Sasso Sangiovese Syrah Banfi: 3,43 euro (3,5 / 5)

Negroamaro Cantina Due Palme: 1,99 euro (3,5 / 5)


Volantino Eurospin fino al 13 Febbraio, “I grandi del risparmio

Montepulciano d’Abruzzo Doc: 1,5l 1,99 euro (3,5 / 5)

Frizzantino Amabile Il Mio: 1,5l 1,69 euro (3,5 / 5)

Brachetto d’Acqui Docg: 2,99 euro (3,5 / 5)


Volantino Supermercati Famila fino al 23 Febbraio, “Tanti prodotti a 0,50-1,00-1,50-2,00e€

Ortrugo dei Colli Piacentini Doc Frizzante 4valli: 2,19 euro (3,5 / 5)

Cortese Doc Vignaioli Del Tortonese: 2,49 euro (3,5 / 5)

Roero Arneis Docg Terredavino: 4,99 euro (3,5 / 5)

Gutturnio Doc 4valli: 2,19 euro (3,5 / 5)

Nebbiolo Colline Novaresi Doc: 6,99 euro (4 / 5)

Grignolino Doc Fontanafredda: 3,59 euro (5 / 5)

Sangue di Giuda Doc Broni: 3,29 euro (3,5 / 5)

Barbera Oltrepò Doc Monteverdi: 2,19 euro (3 / 5)

Dolcetto Piemonte Doc Badia San Mercuriale: 2,29 euro (3,5 / 5)

Bonarda Dell’Oltrepò Pavese Doc Frizzante: 2,29 euro (3,5 / 5)

Barbera d’Asti Doc Barone Stabilini: 3,29 euro (3,5 / 5)


Galassia ipermercati e supermercati fino al 20 Febbraio, “Grandi Marche”

Nessun vino da segnalare


Volantino Gulliver supermercato fino al 21 Febbraio, “1+1 Spettacolare”

Grecanico Igt, Nero D’avola Igt Poggio Dei Vigneti: 2 Pezzi 2,49 euro (3 / 5)

Barbera Doc Belavigna Vignaioli Del Tortonese: 3,49 euro (3,5 / 5)


Volantino Il Gigante Supermercati fino al 16 Febbraio, “1+1 Gratis”

Prosecco Asolo Superiore Docg Montelvini: 2 Pezzi 9,58 euro (5 / 5)

Rosato o Chardonnay Frizzante Il Poggio Dei Vigneti: 2 Pezzi 3,98 euro (3 / 5)

Vini Le Cascine: 2 Pezzi 4,38 euro (2,5 / 5)

Chianti Superiore Docg Borgo Ser Ristoro La Pieve: 2 Pezzi 8,98 euro (3,5 / 5)

Dolcetto o Barbera d’Alba Doc Produttori di Portacomaro: 2 Pezzi 7,98 euro (5 / 5)

Grechetto o Sangiovese Terre Auguste Umbria Igp Castello Delle Regine: 2 Pezzi 5,78 euro (3,5 / 5)

Aglianico o Falanghina Igt Ancile Conti Ottieri: 2 Pezzi 7,98 euro (3,5 / 5)

Vini Piemonte Doc Cantina Rosignano: 2 Pezzi 4,58 euro (3,5 / 5)

Grecanico o Nero d’Avola Igt I Paladini: 2 Pezzi 3,78 euro (3 / 5)

Montepulciano d’Abruzzo Doc Le Rovole: 2 Pezzi 3,98 euro (2 / 5)

Nero d’Avola Sicilia Doc o Catarratto Terre Siciliane Igt Fazio: 2 Pezzi 5,98 euro (3,5 / 5)

Gutturnio o Ortrugo Dei Colli Piacentini Doc Poggio al Tidone: 2 Pezzi 4,78 euro (3,5 / 5)

Prosecco Treviso Doc Brut Porta Leone: 2 Pezzi 7,98 euro (3,5 / 5)


Volantino Iperal, “Sconto Grandi  Marche 50%”

Spumante Garda Doc Maximilian I: 2,29 euro (3,5 / 5)

Chianti Docg Rubentino: 2,19 euro (3,5 / 5)

Vini La Cacciatora: 1,99 euro (2,5 / 5)

Vini Tre Venezie Igt Terre Fredde: 2,29 euro (3 / 5)

Vini Via del Canto: 2,72 euro (3,5 / 5)

Lambrusco di Modena Doc Chiarli: 3,99 euro (3,5 / 5)

Vini Igt Colomba Platino: 7,19 euro (5 / 5)

Vini Ante Hirpis: 3,99 euro (3 / 5)

Vino Tavernello: 1l 1,20 euro (3,5 / 5)

Negroamaro Salento Igp Notte Rossa: 3,69 euro (5 / 5)

Rosé Igp Notte Rossa: 4,15 euro (5 / 5)

Asolo Prosecco Docg Spago Produttori Valdobbiadene: 4,99 euro (3,5 / 5)

Lugana Doc Scolari: 4,99 euro (3,5 / 5)

Bardolino Doc Pasqua: 3,19 euro (3,5 / 5)

Bardolino Doc Villa Borghetti: 3,19 euro (3,5 / 5)


Volantino IperCoop fino al 23 Febbraio, “Scegli tu”

Linea Vini Barbanera: 2,99 euro (3 / 5)

Prosecco Conegliano Valdobbiadene Superiore Docg Cantine Maschio: 4,59 euro (3,5 / 5)


Volantino Lidl fino al 13 Febbraio, “Super gratis”

Soave Doc Classico: 2 Pezzi 2,69 euro (3 / 5)

Cabernet Sauvignon Igp: 2 Pazzi 2,79 euro (3 / 5)

Marche Igt Bianco Biologico: 4,49 euro (3 / 5)

Nerello Mascalese Doc: 3,49 euro (3,5 / 5)

Chevalier De Fauvert Igp Pays D’oc Viognier Muscat: 2,49 euro (3,5 / 5)

Alscae Gewurztraminer Vieilles Vignes Aoc: 5,99 (4 / 5)

Bordeaux Superieur: 4,49 euro (4 / 5)

Crémant de Loire Aop: 4,99 euro (4 / 5)


Volantino Md – Buona Spesa Italia! fino al 20 Febbraio

Orvieto Doc: 1,59 euro (3 / 5)

Vino Rosso Igt Bio I 7 Siciliani: 2,89 euro (3 / 5)


Volantino Pam fino al 16 Febbraio, “Convenienza olimpica”

Prosecco Asolo Superiore Docg Extra Dry Rive Della Chiesa: 3,79 euro (5 / 5)

Ross Bronzeo Citra: 1,99 euro (3 / 5)

Merlot Friuli Doc Margherita Bidoli: 3,99 euro (3,5 / 5)

Chianti Docg Riserva Rifugio Del Vescovo: 3,99 euro (3,5 / 5)

Pinot Nero Trentino Doc Cavit: 4,49 euro (3,5 / 5)

Vino Nobile di Montepulciano Docg Calici Delle Mura: 7,99 euro (3,5 / 5)

Chardonnay Veneto Igt Colle Dei Cipressi: 1,99 euro (2,5 / 5)

Chardonnay Sicilia Doc Feudo Del Mare Cantina Settesoli: 3,99 euro (3,5 / 5)

Vermentino Di Toscana Igt Vignaioli Del Morellino: 4,99 euro (4 / 5)

Offida Pecorino Docg Moncaro: 4,99 euro (5 / 5)

Trentodoc Brut Cesarini Sforza: 7,99 euro (5 / 5)

Spumante Prosecco Rosé Doc Le Calleselle: 3,79 euro (5 / 5)

Champagne Brut Jean Michel Bouchet & Fils: 15,99 euro (4 / 5)

Prosecco Extra Dry Doc Pirani: 4,49 euro (3,5 / 5)

Vini Doc Citra: 1,99 euro (3,5 / 5)

Chianti Docg Bosco Ai Salici: 2,49 euro (3,5 / 5)

Refosco o Raboso Igt Delle Venezie Porta Vinaria: 2,49 euro (3,5 / 5)


Volantino Penny Market fino al 13 Febbraio, “Maxi formato grande convenienza”

Merlot Rosso Veneto Igt: 6 Pezzi 7,99 euro (3 / 5)

Lambrusco dell’Emilia Amabile Frizzante Igt: 1,5l 2,19 euro (3,5 / 5)

Bonarda Frizzante Oltrepò Pavese Doc: 1,79 euro (2,5 / 5)

Sangue di Giuda Oltrepò Pavese: 2,29 euro (2,5 / 5)

Pignoletto Frizzante Doc: 1,89 euro (2,5 / 5)

Cabernet Veneto Igt: 2,49 euro (3 / 5)

Thurgau Spumante Brut: 2,59 euro (3 / 5)


Volantino Tigros fino al 22 Febbraio, “2 x 1 e tante altre offerte”

Montepulciano d’Abruzzo Doc La Cacciatora: 2 Pezzi 3,99 euro (1,5 / 5)

Vini Oltrepò Pavese Doc Le Rovole: 2 Pezzi 2,99 euro (2,5 / 5)

Vini d’Abruzzo Dop Terramare Citra: 2 Pezzi 4,00 euro (3,5 / 5)

Vini Doc Almorano: 2,59 euro (3 / 5)

Pignoletto Doc Arco Delle Rose: 2,79 euro (3 / 5)

Chianti Classico Docg Giglio Del Duca: 3,99 euro (3,5 / 5)

Spumante Brut Muller Thurgau Grigolli Concilio: 3,89 euro (3,5 / 5)

Vini Trentino Doc Grigolli Concilio: 3,19 euro (3,5 / 5)

Vini Doc Il Picchio: 3,99 euro (3 / 5)

Vini Doc Rapitalà: 3,99 euro (5 / 5)

Vini Duchessa Lia: 4,59 euro (3,5 / 5)

Lugana Dop Bio Perla del Garda: 8,49 euro (5 / 5)

Vini Igt Santa Cristina Antinori: 4,89 euro (4 / 5)

Vini Salento Igp Notte Rossa: 3,59 euro (5 / 5)


Volantino Unes fino al 19 Febbraio, “Sotto costo”

Raboso La Gioiosa: 2,69 euro (3,5 / 5)

Spumante Bio Rocca Dei Forti: 2,99 euro (3,5 / 5)

Cabernet Franc Borgo Maddalena: 4,39 euro (3,5 / 5)

Nerello Usato Azzari: 1,59 euro (2,5 / 5)

Pinot Nero Kellerei: 7,29 euro (5 / 5)

Pinot Grigio Monteflor: 3,00 euro (3,5 / 5)

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Whisky vs Bourbon: qual è la differenza?

Conosciuto come “acqua della vita” fin dai tempi antichi, sembra che il Whisky sia oggetto di una storica contesa tra Inghilterra, Scozia e Irlanda. Anche se è quasi impossibile decretarne con certezza l’origine, magari ti interesserà conoscere alcune leggende su questo nettare prezioso!

Alcune credenze fanno risalire la scoperta di questo distillato agli agricoltori, che distillavano il Whisky dal loro orzo in eccesso. Altre leggende collegano invece questa pratica ai viaggi dei monaci missionari, che si muovevano tra l’Irlanda, la Scozia e l’Europa continentale.

Ciò che è certo è che, se nell’Irlanda del 1405 venne documentata la caduta di un capo clan per “eccesso di acquavite”, nel 1494 alcune prove documentano in Scozia la prima distillazione del Whisky! Sembra che sia stato proprio il re Giacomo IV di Scozia a concedere a frate John Corr “8 capsule di grano per produrre acquavite”.

Ma com’è fatto il Whisky?

Il Whisky è uno spirito distillato da mosto di cereali maltati come grano, mais, orzo e/o segale in percentuali variabili, a seconda della zona o della creatività del produttore. Questo distillato viene fatto invecchiare in botti di legno rovere. Si tratta di un prodotto famoso in tutto il mondo e di cui sono molto note alcune varietà come l’American Whiskey, il Bourbon Whiskey, lo Scotch Whisky e l’Irish Whiskey.

È bene sapere che l’etichetta “Whisky” comprende una grande categoria di distillati, che si differenziano in primis per la materia prima usata. Ad esempio, il Bourbon è uno specifico tipo di Whisky americano che si connota per alcune specifiche regole da seguire in fase di produzione! Per dirlo in altre parole e usando un classico detto degli esperti del settore, “tutto il Bourbon è Whisky, ma non tutto il Whisky è Bourbon”!

Cosa rende un Whisky, Bourbon?

Il Whiskey Bourbon è composto da grano, lievito e acqua e il suo nome deriva proprio dal luogo in cui è prodotto, la contea di Bourbon, nel Kentucky. La tradizione vuole che, dopo aver viaggiato lungo il fiume Mississippi in Louisiana, il Bourbon sia arrivato tra le distillerie della Old Bourbon County nel 1700: ancora oggi, tante distillerie non usano il termine “Bourbon” per classificare i loro spiriti, così da rendere onore alla sua storica origine!

In particolare, un Whisky può essere classificato come un Bourbon quando:

  • È prodotto negli Stati Uniti! Oggi, ben il 95% del bourbon viene ancora prodotto in Kentucky, il cui clima e l’acqua calcarea donano a questo distillato i suoi classici aromi.
  • La miscela iniziale deve contenere almeno il 51% di mais. Ad ogni modo, la maggior parte di questi distillati supera questa percentuale, arrivando fino al 70%.
  • La miscela deve essere al 100% naturale! È possibile unire al composto solamente dell’acqua e nessun altro tipo di additivo.
  • Mentre il Whisky può invecchiare su botti già usate, il Bourbon deve invecchiare per almeno due anni in una botte di rovere nuova e interamente tostata.
  • Alla distillazione, non deve superare l’80% di alcol in volume.

In ogni caso, che sia un classico Whisky o che sia un Bourbon, entrambi si classificano come una valida cura per rimediare ai raffreddori invernali!

Come sentire la differenza tra Whisky e Bourbon?

La materia prima utilizzata rende possibile classificare il Whisky a seconda di note di degustazione precise. Le sfumature del Whisky variano a seconda della tipologia. Spesso in ogni zona si usano materie prime differenti. Così un Whisky irlandese avrà note diverse da un whisky giapponese, quello giapponese da quello americano e così via.

Il Bourbon invece, che ha il colore giallo ambrato intenso tipico del Whisky, si distingue per le note più dolci ma allo stesso tempo morbide e decise di vaniglia, frutta gialla, caramello e rovere. Non risulta stucchevole, ma diverso dal classico gusto affumicato del Whisky scozzese.

Sei incuriosito dal vastissimo mondo del Whisky? Enoteche Piave è il luogo giusto per chi è alla prime armi, ma anche per gli intenditori più esperti! Sfogliando lo store online potrai scoprire e confrontare diverse varietà di Whisky e Bourbon e visitando i punti vendita potrai essere assistito nella scelta da sommelier professionisti. Dal 1997 la missione è solo una: essere un riferimento per il vino di qualità, in cui la passione viene prima di tutto!

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Approfondimenti

Valtènesi 2021 sul mercato dal 14 febbraio

FOTONOTIZIA – Nel 2021 il rosato Valtènesi ha superato la soglia dei 2 milioni di bottiglie, con un aumento del 17%. Il bilancio arriva a pochi giorni dall’uscita sul mercato della nuova annata, il Valtènesi 2021, prevista per il 14 febbraio.

«Le prospettive per il nuovo anno e per il Valtènesi 2021 sono altrettanto positive – riferisce il Consorzio presieduto da Alessandro Luzzago – e puntano a confermare un trend di crescita che negli ultimi 8 anni è marciato a ritmi medi del +10%».

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Esteri - News & Wine news news ed eventi

Riforma Indicazioni geografiche, la lettera aperta: «No ad esternalizzazione all’Ufficio Marchi Euipo»

Lettera aperta alle istituzioni europee da parte di Arepo, Arev, Efow e oriGIn Eu. Le quattro associazioni si dicono «estremamente preoccupate per la direzione che la Commissione Europea (CE) sembra aver preso nella prossima riforma della politica delle Indicazioni geografica – IG». Al centro del dibattito, «l’intenzione della CE di esternalizzare la gestione quotidiana delle IG all’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO), che è responsabile della registrazione di marchi e disegni».

In estrema sintesi, secondo i firmatari «l’attuale politica delle Ig è più di una semplice protezione di un nome, è una parte integrante e di successo della politica agricola comune e dello sviluppo rurale». Per questo motivo «dovrebbe rimanere parte di essa ed essere pienamente gestita dalla Commissione europea».

Arepo, Arev, Efow e oriGIn Eu chiedono «pertanto un continuo e forte coinvolgimento della Commissione europea e, più direttamente, della Dg Agri, nella gestione della politica delle IG, alla luce della sua comprensione globale delle IG dell’Ue, compresa la promozione dello sviluppo rurale, la sostenibilità, la protezione d’ufficio e la negoziazione di accordi bilaterali o multilaterali».

IL DOCUMENTO INTEGRALE FIRMATO AREPO, AREV, EFOW E ORIGIN EU

Winemag.it è in grado di riportare di seguito interamente il documento sottoscritto dalle quattro associazioni, che rappresentano la stragrande maggioranza degli stakeholder europei delle Indicazioni geografiche.

Siamo preoccupati per l’intenzione della CE di esternalizzare la gestione quotidiana delle nostre specifiche IG all’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO), che è responsabile della registrazione di marchi e disegni.»

Questo è estremamente sconcertante. La CE ha promosso l’unicità del sistema di protezione delle IG sui generis dell’UE, che è sempre stato gestito a livello nazionale e comunitario dalle autorità responsabili dell’agricoltura come parte della politica di sviluppo agricolo e rurale.

Per decenni, la CE ha investito risorse per promuovere un approccio simile in tutto il mondo insistendo sulle specificità delle IG e sulle loro differenze con altri diritti di proprietà intellettuale, giustificando così un sistema di gestione diverso.

Non solo le IG hanno un regime autonomo diverso dai marchi e dagli altri DPI, ma sono diritti collettivi che svolgono diverse funzioni pubbliche (es. bene pubblico, protezione d’ufficio, deroghe specifiche al diritto della concorrenza). Le IG non sono un’espressione di interessi privati che protegge solo un nome o un segno.

Nel corso degli anni, le IG dell’UE sono diventate un simbolo della qualità degli alimenti e delle bevande europee nel mondo. Investimenti significativi sono stati fatti da tutte le persone coinvolte, attori del settore privato e pubblico, per migliorare la protezione e la promozione delle IG a beneficio di molte regioni rurali in tutta l’UE.

La politica della qualità non ha lo scopo di proteggere solo le denominazioni delle IG, ma anche di valorizzare, difendere e promuovere i punti di forza e le particolarità delle IG.

L’attuale politica delle IG è un successo. Nel 2013 il commercio delle IG dell’UE valeva 54 miliardi di euro all’anno e nel 2017 75 miliardi di euro all’anno. Oggi le IG rappresentano il 15,5% del totale delle esportazioni agroalimentari dell’UE.

Le nostre associazioni ritengono che abbiamo un solido quadro giuridico per le IG nell’UE che considera il ruolo delle IG come uno strumento di politica pubblica, uno strumento di sviluppo locale e come una parte fondamentale delle politiche agricole e commerciali dell’UE.

Inoltre, la recente riforma della politica agricola comune (PAC) ha portato a significative misure aggiuntive e positive per i nostri settori, come un’importante semplificazione delle procedure per la modifica dei disciplinari delle IG (standard rispetto agli emendamenti dell’Unione), una migliore protezione, la possibilità di includere volontariamente elementi di sostenibilità nei disciplinari e la possibilità per tutte le IG di fare uso dello strumento del regolamento di fornitura.

Questi importanti cambiamenti alla politica delle IG dell’UE sono in linea con le richieste della società e il Green Deal dell’UE. Sono appena entrati in vigore e snelliranno le procedure a beneficio dei produttori, dei consumatori e della Commissione europea.

Riteniamo che le IG abbiano funzioni pubbliche. Sono molto più che semplici diritti di proprietà intellettuale. Infatti, sono state considerate dai politici fino ad oggi come strumenti di politica pubblica, che forniscono beni pubblici a tutta la società europea, garantendo:

  • Lo sviluppo locale, mantenendo la popolazione rurale e l’occupazione
  • La produzione non delocalizzabile,
  • Prezzi premium per i produttori (in media 2,85 per i vini IG, 2,52 per gli alcolici IG e 1,5 per i prodotti agricoli e alimentari IG),
  • Gestione del paesaggio e della biodiversità,
  • Rispetto delle conoscenze tradizionali e della specificità dei prodotti.

Siamo fermamente convinti che le IG abbiano un ruolo di primo piano nella strategia Farm to Fork e dovrebbero essere utilizzate dai decisori europei e nazionali come uno strumento chiave per garantire la sostenibilità preservando l’equilibrio territoriale a livello regionale.

Questo è il motivo per cui la gestione delle IG dell’UE dovrebbe rimanere nelle mani della Commissione europea e non dovrebbe essere esternalizzata ad alcuna agenzia esterna.

Le nostre associazioni credono fortemente che delegare qualsiasi ruolo in termini di gestione delle IG all’EUIPO invierebbe un segnale negativo. Minerebbe l’opposizione dell’UE all’idea degli Stati Uniti che un marchio collettivo o un regime di marchio di certificazione sia il mezzo più efficace per fornire alle IG una protezione conforme ai TRIPs. Questo sarebbe un’inversione di marcia rispetto alla posizione che l’UE ha difeso strenuamente per anni a livello internazionale.

Inoltre, è fondamentale prendere in considerazione il fatto che i nostri disciplinari delle IG includono sempre più disposizioni che vanno oltre la protezione del nome. Di conseguenza, la Commissione europea è l’unica autorità che ha la competenza per occuparsene, poiché ha la capacità di valutare gli elementi dei disciplinari delle IG che riguardano la sostenibilità (inerente alle IG), la qualità, la concorrenza leale, ecc. tutti elementi che saranno sempre più centrali visto il Green Deal dell’UE.

La Commissione può anche garantire che il sistema delle IG rimanga veramente europeo, assicurando uniformità e coerenza nella sua applicazione in tutta l’Unione.

Infine, respingiamo un argomento della CE che dice che ha bisogno di avere più risorse per affrontare la politica delle IG. Crediamo che le nuove regole sviluppate per semplificare la procedura di modifica dei disciplinari delle IG avranno successo nell’aiutare la Commissione europea a gestire i possibili ritardi e arretrati, come è stato dimostrato quando tali modifiche sono state introdotte per i vini IG qualche anno fa. Il numero di dossier in sospeso è oggi molto più limitato e gli operatori delle IG non soffrono di arretrati.

CHI SONO I FIRMATARI DELLA LETTERA

AREPO, Associazione delle regioni europee per i prodotti d’origine, è una rete di regioni e associazioni di produttori che si occupa di prodotti d’origine e sistemi di qualità dell’UE. Rappresenta 33 regioni europee e oltre 700 associazioni di produttori per oltre il 60% delle IG europee.

AREV, Assemblea delle Regioni Europee del Vino, creata 33 anni fa, ha sede a Bruxelles e conta una cinquantina di regioni europee membri, rappresentate da una doppia base: politici regionali eletti e rappresentanti delle organizzazioni professionali viticole. Questo modello dà all’AREV una legittimità statutaria e storica unica (nella foto dell’articolo il presidente Emiliano-Garcia-Page-Sanchez).

EFOW, Federazione Europea dei Vini d’Origine, è l’organizzazione con sede a Bruxelles che rappresenta i vini DOP e IGP presso le istituzioni europee. EFOW rappresenta più dell’80% dei vini IG dell’UE. Come voce dei vini d’origine, la missione dell’EFOW è quella di difendere e promuovere il concetto di vino a indicazione geografica a livello europeo e internazionale.

oriGIn EU è la costola europea della World Alliance of Geographical Indications e rappresenta i singoli gruppi di IG e le associazioni nazionali di IG presso le istituzioni europee. Il settore delle IG dà un contributo significativo all’economia europea, rappresentando un valore di vendita di oltre 75 miliardi di euro e circa il 15,5% delle esportazioni totali di alimenti e bevande dell’UE.

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Approfondimenti

25 milioni di euro alla filiera vitivinicola: raggiunto l’accordo Stato-Regioni

Raggiunta in Conferenza Stato Regioni l’intesa sul decreto che assegna 25 milioni di euro alla filiera vitivinicola. Lo stanziamento è previsto all’interno del Fondo per lo Sviluppo e il Sostegno delle Filiere Agricole, della Pesca e dell’Acquacoltura.

I fondi dovranno essere impiegati per la realizzazione di campagne divulgative, formative e informative con il canale Horeca e della distribuzione. Potranno essere destinati anche al finanziamento di campagne di informazione, azioni in materia di promozione e pubblicità.

IL RUOLO DEI CONSORZI DELLE DOP E IG

Il decreto – spiega il Mipaaf – è volto a sostenere e incrementare le esportazioni dei prodotti vitivinicoli all’estero e, nel contempo, attrarre verso i prodotti vitivinicoli un sempre maggiore numero di consumatori extra-Ue. E accrescere la consapevolezza di un consumo di qualità dei prodotti Dop e Ig, ancora in contrazione a causa della pandemia da Covid-19».

Nell’ambito della filiera vitivinicola, i Consorzi di tutela delle Dop e Ig sono stati individuati come «i soggetti che attueranno le campagne di divulgazione e informazione, per le loro specifiche funzioni di tutela, di promozione, di valorizzazione, di informazione del consumatore e di cura generale degli interessi relativi alle denominazioni».

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Cancer Plan: depositati gli emendamenti in difesa del vino italiano

Depositati oggi gli emendamenti di modifica legati al vino nel report della Commissione Beca (Beating cancer), al voto del Parlamento europeo in sessione plenaria a Strasburgo il prossimo 15 febbraio.

Le proposte di modifica riguardano in particolare la differenza tra consumo moderato e abuso di alcol quale fattore di rischio, la revisione del concetto di “no-safe level” (nessun livello sicuro di consumo) per il vino e della proposta sugli avvisi salutistici, modello sigarette.

«Supportiamo le proposte migliorative presentate dagli eurodeputati. Il primo obiettivo – commenta Sandro Sartor, vicepresidente Unione italiana vini e presidente dell’Associazione europea Wine in moderation – è quello di evitare che il 15 febbraio diventi una data spartiacque per il futuro del vino italiano ed europeo. Gli emendamenti proposti, prioritari ma decisivi, vanno in questa direzione».

«Senza la fondamentale distinzione tra consumo e abuso, tra diversi contesti e modelli di consumo – conclude Sartor – lo scenario che si delineerebbe per il settore sarebbe disastroso sul piano socio-economico».

Secondo Uiv, senza gli emendamenti al testo il vino subirebbe nel medio-lungo termine un effetto tsunami solo in parte calcolabile. La contrazione dei consumi stimata è attorno al 25/30% ma ancora maggiore sarebbe quella del fatturato del settore, che calerebbe del 35% per un equivalente di quasi 5 miliardi di euro l’anno.

CANCER PLAN: I RISCHI PER IL VINO ITALIANO E MONDIALE

Senza considerare – continua Uiv – i danni agli asset investiti, dalle cantine ai vigneti alle stesse aziende, che si svaluteranno di pari passo e i danni all’indotto. Ma il gioco a perdere si rifletterà molto anche sui consumatori, costretti a pagare di più a fronte di una minore qualità».

La riduzione dei contributi porterà infatti all’aumento dei costi di produzione. Al contempo, però, si assisterà «a un appiattimento della qualità, a una riduzione del valore medio del vino alla cantina ma paradossalmente a un aumento allo scaffale, a causa delle maggiori accise».

Inoltre, la difficoltà a lavorare sui brand, anche a causa dei veti alla promozione, porterà progressivamente a un «proliferare di etichette prive di marchi». Il riferimento è a «private label che deprimeranno la diversificazione dell’offerta data in particolare dai piccoli produttori artigianali, con minori economie di scala. Ma anche dalle imprese medie, che fondano su qualità e politiche di branding l’attuale fortuna del vino tricolore».

Complessivamente si stima una contrazione del margine lordo alla produzione del 50%, con migliaia di aziende agricole che scompariranno. Uno scenario, secondo Uiv, che si farà grigio anche in chiave turistica nelle campagne italiane (con l’enoturismo che da solo vale 2,5 miliardi l’anno).

Ma soprattutto, sempre secondo Uiv, «lo svilimento del vino, simbolo dello stile di vita “Made in Italy” e ingrediente irrinunciabile nella Dieta mediterranea, sarà un danno d’immagine incalcolabile per il Belpaese».

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Beverage e influencer: calano i post con l’adv trasparente

Secondo il report 2021 di Buzzoole, l’utilizzo di sponsorizzazioni trasparenti nei post degli influencer del Beverage è calato del 3,1% rispetto al 2020. L’Osservatorio della martech company specializzata in tecnologie e servizi per l’Influencer Marketing ha analizzato tutti i post pubblicati in lingua italiana che utilizzano gli hashtag della trasparenza suddivisi per settore, oltre ai brand più attivi sui social.

Lo studio annuale “La trasparenza nell’Influencer Marketing” ha interessato tutti i post (non le stories) pubblicati su Instagram, Youtube, Twitter e Facebook contenenti gli hashtag della trasparenza più utilizzati: #ad, #adv, #sponsorizzato, #sponsored, #sponsoredby, #gifted, #giftedby, #supplied e #advertising.

Una pratica che si sta consolidando nel tempo, al pari dell’incremento delle campagne adv. Nell’ultimo anno, infatti, i post trasparenti sono aumentati del 69% su Instagram. Tra i pichi segnali negativi c’è il 4,4% del Beverage, in calo del 3,1% rispetto all’anno precedente.

INFLUENCER MARKETING: INSTAGRAM RESTA IL CANALE PREFERITO

Sempre secondo l’Osservatorio istituito da Buzzoole, nel 2021 sono stati pubblicati in totale 426.233 contenuti “trasparenti”, che hanno generato 214 milioni di interazioni. Anche nel 2021 Instagram viene riconfermato come luogo preferito per le attività con i creator, con il 65,4% dei post e l’88,2% delle interazioni generate.

Al secondo posto c’è Twitter con il 30,3% dei post. Per quanto riguarda, invece, Facebook il dato è sottostimato (3,7%) in quanto per motivi di privacy la piattaforma non permette di effettuare rilevazioni puntuali.

«La trasparenza non è soltanto un valore importante – commenta Gianluca Perrelli, Ceo di Buzzoole – ma anche un requisito imprescindibile nel mondo dell’Influencer Marketing per preservare il rapporto fiduciario tra influencer, brand e utenti».

BEVERAGE INFLUENCER: SEGNO MENO SULLA TRASPARENZA

D’altro canto, il Beverage si conferma una nicchia nel panorama delle “sponsorizzate” (dichiarate come tali). Moda e Cosmetica sono i settori più trasparenti. Il terzo posto, che in passato era presidiato dal Tech, viene occupato dal Food.

In particolare la Moda (abbigliamento e calzature) si riconferma l’industria più attenta alle regole con il 29,2% dei post prodotti. Al secondo posto la Cosmetica (prodotti per la cura del corpo) con il 13,9%. Al terzo posto il Food diventa protagonista con il 9,8% dei post, guadagnando 3,3 punti percentuali.

A seguire il mondo della Tecnologia (elettronica di consumo) con il 9% dei post, dell’Intrattenimento (tv, gaming) con l’8,7% dei post, gli Accessori (borse, orologi e gioielli) con l’8,6% e il Beverage, per l’appunto con il 4,4% e il calo del 3,1% sul 2020.

Come nel 2020 anche questo anno emerge il comparto Health care con un 3,1% di post trasparenti incentrati soprattutto sull’igiene personale e i dispositivi di sicurezza per proteggersi dal contagio.

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