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Via “pavese” dall’Oltrepò Docg Metodo Classico: raccolta manuale e Riserva 48 mesi sui lieviti

Via "pavese" dall'Oltrepò Docg Metodo Classico: raccolta manuale e Riserva 48 mesi sui lieviti carlo veronese direttore
Regole di produzione più restrittive e un nuovo nome: Oltrepò Docg Metodo Classico, senza “pavese“. Se da un lato l’Assemblea dei soci del Consorzio Tutela Vini Oltrepò pavese semplifica la comunicazione delle proprie “bollicine”, dall’altro introduce importanti novità verso il riconoscimento qualitativo internazionale. In particolare, la raccolta delle uve atte alla spumantizzazione (Pinot Nero e Chardonnay, ma anche Pinot Grigio e Pinot Bianco) dovrà essere manuale e in cassetta. Introdotta poi la tipologia “Riserva“, con almeno 48 mesi di permanenza sui lieviti.

Le modifiche al disciplinare della Denominazione di origine controllata e garantita sono state votate a maggioranza dai soci riunitisi martedì 6 dicembre 2022, presso la sala Gallini di Riccagioia a Torrazza Coste (PV).

IL COMMENTO DI VERONESE E FUGAZZA

«Il territorio – spiega Carlo Veronese, direttore del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese – ha approvato modifiche importanti per il futuro della denominazione al vertice della piramide qualitativa dell’Oltrepò, in un’assemblea caratterizzata da un clima sereno e costruttivo. Inizieremo subito a lavorare per dare attuazione alle richieste dei soci e poter inviare, nel più breve tempo possibile, alla Regione Lombardia la documentazione necessaria all’approvazione di Regione Lombardia, Masaf e Commissione Europea».

Soddisfazione anche da parte della presidente del Consorzio, Gilda Fugazza, che tocca anche altri argomenti: «Questo lavoro molto tecnico – ha dichiarato – è frutto di un percorso che parte da lontano, dai Tavoli dedicati alle Denominazioni e non è di fatto ancora finito. Da presidente mi auguro che in futuro la burocrazia che condiziona le “buone” pratiche del mondo della viticoltura e non solo si snellisca. E, soprattutto, sia più connessa alle esigenze dell’attualità, condizionata pesantemente da variabili che ci impongono la vera resilienza e capacità di affrontare gli imprevisti».

La recente modifica al disciplinare di produzione dei vini a Denominazione di origine controllata e garantita “Oltrepò pavese” Metodo classico – Doc dal 1970 e Docg dal 2007 – arriva a distanza di quasi 10 anni dall’ultimo ritocco, approvato dal Mipaaf tramite il D.M. 7/03/2014.

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Esteri - News & Wine

Peter Schmitz è il nuovo direttore di Prowein


Peter Schmitz
è il nuovo direttore di Prowein, la più importante fiera internazionale del vino e degli spirits. Lo  storico capo settore di Messe Düsseldorf prende il posto di Michael Degen, direttore esecutivo e membro del consiglio di amministrazione della Fiera. L’incarico prenderà il via ufficialmente il 1° febbraio 2023, a poco più di un mese e mezzo da Prowein 2023, in programma a Düsseldorf, dal 19 al 21 marzo.

Per la precisione, Peter Schmitz, 58 anni, sarà responsabile dell’intero portafoglio globale di Prowein. Con un’esperienza di oltre 20 anni, Schmitz è stato responsabile dell’attività contrattuale di Messe Düsseldorf per i clienti pubblici, così come per le attività di partecipazione alle fiere estere.

«Essere in contatto con persone di tutto il mondo e mantenere rapporti commerciali è la mia passione assoluta – sono le prime parole del neo direttore di Prowein -. Questo è esattamente ciò che contraddistingue ProWein e sono felice di poter contribuire con la mia pluriennale esperienza all’ulteriore sviluppo di questa fiera».

IL SUCCESSO INTERNAZIONALE DI PROWEIN

Iniziata nel 1994 con 321 espositori e circa 1.500 visitatori, ProWein è diventata oggi la fiera leader per il settore internazionale del vino e delle bevande alcoliche. Oltre 6 mila gli espositori provenienti da tutto il mondo che hanno presenziato alle ultime edizioni. Dal 2013 la ProWein di Düsseldorf comprende numerosi eventi satellite internazionali.

ProWine Shanghai ha iniziato le sue attività nel 2013, seguita da ProWine Singapore, ProWine Hong Kong, ProWine Mumbai e ProWine Sao Paulo. Il membro più giovane della famiglia internazionale di ProWein è ProWine Tokyo.

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Tentata estorsione a Tenuta San Guido: «150 mila euro o brucio vigneto Sassicaia»


«Datemi 150 mila euro in bitcoin o brucio il vigneto del Sassicaia». Ha avuto esito negativo il tentativo di estorsione ai danni di Tenuta San Guido da parte di un 47enne residente a Trieste, identificato e fermato dai carabinieri. L’uomo ha agito via email, dimostrando di conoscere alla perfezione la famosa proprietà di Bolgheri.

Il 47enne, già noto per reati simili ai danni di aziende del settore agroalimentare, prendeva di mira non solo le cantine, ma anche le insegne della grande distribuzione organizzata. Fondamentale ai fini della sua identificazione la denuncia presentata ai carabinieri livornesi dalla famiglia Incisa della Rocchetta.

L’accusa nei confronti dei 47enne è di tentata estorsione per i fatti che risalgono alla fine di marzo 2022, quando i dirigenti di Tenuta San Guido hanno ricevuto diverse e-mail criptate in cui si intimava di versare «150 mila euro in bitcoin nel giro di pochi giorni per non vedere bruciato il vigneto del Sassicaia». I vertici dell’azienda non hanno ceduto al ricatto e si sono rivolti alle forze dell’ordine, consentendo l’identificazione del triestino.

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Il vigneto centenario della Barbera d’Alba “Pre-Phylloxera” Elvio Cogno


Nascosto, protetto, inarrivabile. Il vigneto centenario in cui prende vita la Barbera d’Alba Pre-Phylloxera” di Elvio Cogno sembra la congegnata antitesi dei vigneti di chi ha messo Ravera sulla mappa del Barolo. Non ci arrivi, se non accompagnato. Preso per mano da chi ne ha voluto, fortemente, il salvataggio. L’esatto opposto delle vigne di Nebbiolo che circondano fiere, quasi a girapoggio, la cantina di Novello (CN).

La Barbera “Pre-Phylloxera” di Elvio Cogno, del resto, è un manifesto al vivere lento. Fuori dai radar. Fuori dalle rotte del vino comune, mainstream. Un po’ opera d’arte. E un po’ follia. In pochi avrebbero deciso di preservare quel mazzo di filari – nove, per l’esattezza, a 520 metri di altitudine in località Berri, nel Comune di La Morra – capaci di restituire appena 20-30 quintali di resa di qualità eccezionale.

Eppure, basta guardare come s’illuminano gli occhi di Giacomo Vaira (nel video, sotto) tra i più giovani del team di Elvio Cogno, per capire quanto la scelta di non estirpare sia stata azzeccata. Anzi proiettata, paradossalmente, al futuro. Poco più di tre mila metri di superficie su suoli prevalentemente di sabbia, con limo e calcare, sono il segreto della longevità di questo “museo a cielo aperto”.

Le viti a piede franco e maritate arrivano a superare i 120 anni, regalando una produzione di 1.800 bottiglie di Barbera d’Alba “Pre-Phylloxera” l’anno. Una «vendemmia speciale» per chiunque abbia «la fortuna e l’onore» di poter scegliere i grappoli migliori, da piante divenute monumenti alla natura e alla sua resilienza. Per tenerle in vita, la Elvio Cogno adotta costosi accorgimenti.

L’ENDOTERAPIA PER SALVARE IL VIGNETO CENTENARIO DI BARBERA

Le piante che mostrano segni di flavescenza dorata e mal dell’esca vengono sottoposte a una sorta di “lavanda gastrica”. «Attraverso un tubicino innestato nel tronco – spiega Valter Fissore, Deus ex machina della Elvio Cogno – mettiamo in circolo una soluzione di rame ed oli essenziali di alghe che entrano nei vasi linfatici, a una pressione di 10-15 bar».

È una tecnica agronomica innovativa e molto costosa, chiamata endoterapia. Un 40% delle piante trattate negli ultimi anni si è ripresa bene. Salvare questi monumenti naturali ha molto più valore che rimpiazzare le piante malate con nuove barbatelle: è un dovere, che risponde anche a criteri di sostenibilità economica, viste le incognite del reimpianto».

Nell’area adiacente al vigneto “Pre-Phylloxera”, Elvio Cogno si appresta a impiantare qualche filare di Barbera a piede franco ottenuta dalla selezione del vigneto centenario originario. Un modo per preservare il patrimonio della vecchia vigna, giunto fino ai nostri giorni. E continuare a produrre un vino unico nel panorama piemontese, italiano ed internazionale.

Come spiega Valter Fissore (nella foto, sotto), l’etichetta incuriosisce tanto i buyer italiani quanto quelli esteri. In Italia è Sarzi Amadè a curarne la distribuzione. Circa 600 le bottiglie che rimangono nel Bel paese, assegnate con dovizia dalla Elvio Cogno. Ma la Barbera d’Alba “Pre-Phylloxera” è una chicca che piace anche negli Usa, così come nei Paesi del Nord Europa, Norvegia in testa, e in Giappone.

BARBERA D’ALBA PRE-PHYLLOXERA ELVIO COGNO: L’ASSAGGIO

La vendemmia 2020 è in esaurimento e la 2021 sarà disponibile a partire dalla prima metà del 2023. Il vino affina un anno in botte grande di rovere, senza perdere alcuna caratteristica che la rende unica. Al netto delle differenze tra annata ed annata, all’assaggio alla cieca può confondere.

Il fil rouge che lega le varie vendemmie (winemag.it ha potuto degustare la verticale 2018, 2019, 2020) sono i rimandi a note pepate (pepe nero) che stuzzicano la straordinaria integrità del frutto, scuro e rosso. Un tocco di elegantissima tannicità guida il sorso, accompagnando freschezza e bevibilità eccezionale, segno tipico di tutti i vini di Elvio Cogno.

L’ottima stratificazione e, ancor più, la profondità, rischiano di confondere nel blind tasting, avvicinando questa Barbera d’Alba ad alcuni dei tratti tipici del Rodano francese, tra il frutto goloso e croccante del Grenache e la spezia scura del Syrah. La verità, invece, è un’altra: la Barbera d’Alba “Pre-Phylloxera” di Elvio Cogno è un vino uguale solo a se stesso. Specchio fedele di quel vigneto centenario da cui prende vita. Nascosto, protetto. Inarrivabile.

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