Saranno 850 i vignaioli presenti al Mercato Fivi di Piacenza 2022, che si terrà da sabato 26 a lunedì 28 novembre a Piacenza Expo. Tre i padiglioni, con una tensostruttura che accoglierà l’area della gastronomia.
«I tre padiglioni messi a disposizione dal polo fieristico – evidenzia Fivi in una nota – consentiranno di accogliere tutti gli associati Fivi che hanno fatto richiesta di partecipazione».
CESCONI: «IL MERCATO FIVI È LA NOSTRA FESTA»
«Il Mercato di Piacenza – dichiara Lorenzo Cesconi, presidente Fivi – nasce con la volontà di incontrare il pubblico e promuovere la nostra identità di Vignaioli Indipendenti. È la nostra festa, prima ancora di essere una fiera: per questo motivo abbiamo ritenuto giusto che potessero partecipare tutti i soci che ne hanno fatto richiesta, aumentando gli spazi espositivi».
«Dopo due anni complessi, con un’edizione rinviata e una condizionata dalla pandemia – aggiunge Cesconi – con questo undicesimo Mercato vogliamo dare un segno di speranza ancora più forte. I Vignaioli sono un elemento centrale nell’economia e nella cultura italiana e il Mercato dei Vini è l’evento che meglio di qualsiasi altro racconta e mette in luce questa centralità».
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Arriveranno anche dalla Valtellina e dalla Valle di Cembra i vignaioli protagonisti dell’ultimo tentativo di rilancio delle «98 Terrazze della Vallarsa». Un capitolo poco noto della viticoltura eroica italiana, che vede già impegnato – da oltre 10 anni – uno dei vigneron simbolo dell’arco alpino italiano: Eugenio Rosi.
Al convegno “Vite di Montagna“, in programma alle ore 15 di sabato 2 luglio presso le ex scuole di Valmorbia (TN), interverranno Barbacan (Valtellina) e Nicola Zanotelli della Società Agricola Zanotelli (Val di Cembra), proprio accanto ad Eugenio Rosi, viticoltore artigiano in Vallarsa.
«Sarà una riflessione sulla viticoltura di montagna – anticipano gli organizzatori – sui diversi metodi di espressione e di coltivazione, dai vitigni autoctoni alle nuove esperienze Piwi».
Al termine del convegno è prevista la “Degustazione 98 terrazze + 3”. Un viaggio di salite e discese fra Valtellina, Val di Cembra e Alto Adige, senza dimenticare i “Vin de Caneva” dei viticoltori della Vallarsa.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Le rive del Lago di Como tornano protagoniste con la Como Lake Cocktail Week, evento nato per far scoprire l’arte della mixology d’autore. Si comincia domani, giovedì 30 giugno, per finire lunedì 4 luglio. Il Cinema sarà il tema guida che i bartender dovranno interpretare, attraverso i propri signature in edizione limitata.
«Quella della miscelazione d’autore è un’arte raffinata che necessita dei migliori prodotti reperibili sul mercato e che si fonda sull’incredibile esperienza di chi, da dietro un bancone, decide di dar vita a qualcosa di unico per stupire i palati dei suoi consumatori», commenta Flavia Di Giustino, Senior Brand Manager del Portafoglio Distillati di una delle aziende ospiti.
Per la Como Lake Cocktail Week 2022, i bartender si sfideranno nell’interpretazione del Rum. Quattro le realtà comasche che hanno deciso di mettersi alla prova. Fabrizio Molteni di AtHome, Luciano Gusmeroli del Filario Hotel, Giuseppe Esposito del Grand Hotel Vittoria e Roberto Cicco de Il Sorso.
I quattro bartender saranno protagonisti già a partire da lunedì 27 giugno, quando si sfideranno – insieme agli altri cocktail bar in gara – nel garden del Kitchen, il ristorante stellato dello Sheraton Lake Como Hotel. A giudicarli, sarà una giuria di esperti.
I signature ispirati al Rum saranno disponibili a partire dal 30 giugno e per tutta la durata della manifestazione, con una gustosa anteprima il 29 giugno presso Mor Lake Como, il luxury beach club a pochi passi da Tremezzo, teatro dell’opening act di Lake Como Cocktail Week.
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È sempre più Prosecco mania nel Regno Unito. Da solo vende più di tutti i vini fermi italiani messi insieme, guidando la corsa degli spumanti Made in Italy nei primi tre mercati al mondo. Il dato riguarda il primo quadrimestre 2022, secondo l’analisi dell’Osservatorio Uiv.
Sotto la lente di ingrandimento i ri-export sul prodotto in transito soprattutto dal Belgio, senza precedenti. La crescita, rispetto al primo quadrimestre dello scorso anno, è pari al 127% a valore e al 74% a volume. Il Prosecco vale ormai oltre i 2/3 dei volumi di spumanti importati in Uk da tutto il mondo.
L’analisi di Unione italiana vini su base dogane, compiuta sulle importazioni di vino imbottigliato dei top 3 mercati mondiali (Usa, Germania e Uk) restituisce tuttavia un quadro a luci e ombre. E molte incognite sul futuro.
Il primo quadrimestre, complice una significativa battuta di arresto nel mese di aprile, si chiude con -1% generale in valore (dati armonizzati al dollaro, pari a 1,3 miliardi). A volume, il segno vira ancor più in negativo: -4,1%, a 2,5 milioni di ettolitri.
Sono le due facce della stessa medaglia. Da una parte la tipologia dei vini fermi, con i volumi importati in caduta del -10% e i valori a -9%; dall’altra gli spumanti che volano a +17% a volume e a +30% a valore, guidati proprio dalla Prosecco mania nel Regno Unito.
FRESCOBALDI: «NECESSARI NUOVI PROGETTI PER L’EXPORT»
Tra i Paesi considerati, negli Usa i volumi imbottigliati registrano un decremento tendenziale di oltre il 2% per i fermi e un nuovo balzo degli sparkling (+12%). Luce rossa in Germania per entrambe le tipologie, rispettivamente a -18% e -12% -. L’import tricolore nel Regno Unito è protagonista in negativo con i fermi (-8%) e in positivo per gli spumanti (+35%).
«Riteniamo improbabile replicare le performance del 2021 – rileva il presidente di Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi – un anno eccezionale che ha registrato crescite da aprile a settembre di quasi il 30%. Questo sarebbe un anno normale, se non fosse per un conflitto che ha acuito la tensione sui costi energetici e su quelli delle materie prime secche».
Una congiuntura a cui si aggiunge l’inflazione, che impatta mediamente sulle imprese italiane per il 20-30% in più, sul costo del prodotto finito. «Per questo – conclude Frescobaldi – sarà opportuno considerare con le istituzioni delle azioni straordinarie di strutturazione del settore in difesa di fattori esogeni sempre più frequenti e in favore di nuovi progetti di internazionalizzazione».
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Custodire il “Vigneto Sicilia“, produrre viti siciliane dotate di certificazione che ne attesti l’integrità sanitaria e l’identità varietale, dare valore e sostegno alla qualità dei vini siciliani: in poche parole, una vera e propria “carta di identità” della pianta. Questi gli obiettivi del progetto “Valorizzazione del germoplasma viticolo“, promosso e sostenuto dal Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia in partnership con il Dipartimento regionale dell’Agricoltura della Regione Siciliana, l’Università degli Studi di Palermo e il Centro regionale per la conservazione della biodiversità viticola ed agraria “F. Paulsen”.
Il progetto ha lo scopo di conservare la biodiversità generata dai 3 mila anni di viticoltura nell’isola e le sue varietà autoctone e di intervenire a monte della filiera vitivinicola, dotando i vivaisti di materiale di base da cui ottenere un prodotto certificato da fornire alle aziende.
Lavorando con viti di cui è certa l’identità varietale e l’integrità sanitaria, è possibile dare valore e sostegno alla qualità dei vini siciliani. Grazie al progetto è in corso la verifica fitopatologica dei campi di piante iniziali esistenti e la ricostituzione di nuovi campi con materiali virus esenti, da cui ottenere il materiale di propagazione per la produzione di barbatelle innestate e certificate.
Un progetto di grande portata. Con quasi 98 mila ettari, il vigneto siciliano è infatti il più grande d’Italia. In Europa ha la stessa estensione del vigneto tedesco e nel mondo misura tre volte il vigneto della Nuova Zelanda, superando addirittura quello sudafricano. Non solo. La Sicilia è la prima regione in Italia per superficie vitata in biologico.
VALORIZZAZIONE DEL GERMOPLASMA VITICOLO: LO STATO DEI LAVORI
Allo stato attuale, le piante prodotte con la prima annualità del progetto sono state impiantate, a cura del Consorzio Vini Doc Sicilia, in due diversi appezzamenti in agro di Mazara del Vallo e Petrosino.
L’intento è quello di «produrre gemme che in via esclusiva saranno cedute alla Regione Siciliana, che potrà distribuirle ai vivaisti per alimentare la filiera del vivaismo viticolo». Il progetto, che ha una sua ciclicità, al momento vede la produzione di ulteriori barbatelle, per la realizzazione di nuovi campi l’anno che verrà.
«Con questo progetto intendiamo porre l’accento sulla grande varietà dell’enologia siciliana – afferma l’assessore dell’Agricoltura, dello Sviluppo rurale e della Pesca mediterranea, Toni Scilla – che rappresenta oggi un altissimo valore aggiunto soprattutto per quanto riguarda l’esaltazione delle identità e riconoscibilità dei nostri prodotti.
Negli ultimi venti anni la Sicilia è diventata un brand di elevato prestigio dell’enologia internazionale, capace di evocare territori di straordinaria vocazione vitivinicola. Ci poniamo dunque degli obiettivi in grado di accentuare la lunga storicità della produzione enologica e la sua relazione con la cultura e il paesaggio del territorio”
«Da sempre – sottolinea il presidente del Consorzio Vini Doc Sicilia, Antonio Rallo – la missione del Consorzio è rafforzare l’identità dei vini siciliani, migliorandone la qualità, l’immagine e il posizionamento sul mercato. Il progetto a sostegno del “Vigneto Sicilia” diventa quindi per noi centrale per lo sviluppo dell’enologia siciliana e siamo orgogliosi di poterlo sostenere a fianco delle altre istituzioni coinvolte, che ringrazio per la collaborazione e supporto».
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Novità in arrivo sul fronte della riforma dei Buoni pasto. Lo ha assicurato il viceministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli, al termine dell’incontro tenutosi questa mattina con i rappresentanti Fipe – Confcommercio, Fida, Fiepet – Confesercenti, Federdistribuzione, Ancc-Coop e Ancd-Conad, organizzazioni di categoria che riuniscono la maggior parte di bar, ristoranti, alimentari, supermercati e ipermercati che quotidianamente accettano i Buoni pasto.
«Nel primo provvedimento utile – ha dichiarato Castelli – inseriremo una norma che ristabilisce equità, ed evita le storture di un settore che, di fatto, penalizzavano solo gli esercenti. Un sostegno concreto con minori commissioni a carico degli esercenti, che si possono stimare in quasi 150 milioni di euro, per le sole gare di prossima emanazione. Risorse che rimarranno quindi agli esercenti».
La disciplina transitoria resterà in vigore fino a fine anno e permetterà alle centrali di committenza – e più in generale a tutte le stazioni appaltanti – di «bandire procedure di gara per l’acquisizione di questi servizi con modalità che consentono di ridurre la misura della commissione applicata agli esercenti».
TETTO MASSIMO ALLA COMMISSIONE SUI BUONI PASTO
Come? «Svincolando l’entità della commissione dallo sconto praticato alla pubblica amministrazione», ha spiegato Castelli. «Una misura – ha proseguito – che fissa anche un tetto massimo alla commissione, riportandolo ai valori precedenti che, peraltro, sono in linea con quello di molti Paesi europei».
Si tratta di un provvedimento ponte, perché gli incontri di queste due settimane con le organizzazioni di categoria, e le riflessioni fatte con il Gabinetto e gli Uffici del Ministero, mi hanno, anzi ci hanno convinto, dell’esigenza di arrivare, entro fine anno, ad una riforma complessiva del settore dei servizi sostitutivi di mensa. Anche per questo il tavolo tecnico continuerà a riunirsi e probabilmente verrà allargato anche ad altri attori”.
Prima dell’introduzione della norma, il meccanismo delle gare pubbliche registrava valori della commissione applicata agli esercenti non superiori al 5%. Negli ultimi anni invece hanno visto lievitare notevolmente questa commissione.
«Se guardiamo all’esperienza delle procedure bandite da Consip – sottolinea il viceministro – lo sconto offerto, e quindi la commissione praticata agli esercenti, nelle ultime edizioni della procedura di gara ha avuto valori ricompresi fra il 21% e il 14%. Nella gara BP9 la media ponderata delle commissioni/sconti ottenuti è stata di 16,55%».
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Frutto della passione, pompelmo, bosso: ecco come riconoscere il “vero” Müller Thurgau, che possiede questi aromi caratteristici determinati dai “tioli varietali“. Si tratta di composti volatili solforati, che risultano responsabili del profilo aromatico e che in questo vino risultano «a concentrazioni superiori, anche di molto, alle soglie sensoriali».
A scoprirlo è una ricerca curata dalla Fondazione Edmund Mach in collaborazione con sei atenei (Bologna, Napoli, Padova, Torino, Trento e Verona) che ha riguardato lo studio sui composti solforati varietali e il loro ruolo contributo all’aroma dei vini bianchi italiani e che giovedì 30 giugno sarà presentata in apertura della “35^ Rassegna Internazionale Müller Thurgau: Vino di montagna” in programma a Cembra.
IL PROGETTO D-WINES
Il lavoro, pubblicato in questi giorni sulla rivista Food Research International, definisce in modo dettagliato le caratteristiche aromatiche di alcune varietà tra cui spicca il caso del Müller Thurgau.
Il carattere tiolico è ben presente nelle uve di questo vitigno come pure nei vini, grazie a vinificazioni di precisione. Una evidenza che conferma come gli enologi abbiano saputo sfruttare nella vinificazione le caratteristiche del vitigno, portando in bottiglia queste note sensoriali “identitarie” e particolarmente apprezzate da parte dei consumatori.
Il progetto “D-Wines” ha riguardato l’analisi e la degustazione di 246 campioni di vino appartenenti a 18 diversi vini monovarietali italiani rappresentativi delle regioni italiane e selezionati in raccordo con le associazioni dei produttori.
I tioli varietali fanno parte dei composti volatili responsabili del profilo aromatico del vino e si caratterizzano per essere ben riconoscibili e di elevato impatto sensoriale anche a basse concentrazioni.
Fanno parte di quelle classi di composti volatili “identitari”, presenti in quantità inferiori rispetto agli aromi di fermentazione, ma determinanti nella definizione delle caratteristiche aromatiche dei vini e della loro specificità e riconoscibilità sensoriale.
Come anticipato da winemag.it, costituiscono la componente aromatica del vino più direttamente influenzata dalla varietà di uva impiegata per la vinificazione; per questo motivo sono definiti «varietali». Includono terpeni, norisoprenoidi, pirazine e alcuni composti solforati, come i tioli varietali.
Questi composti sono presenti in forma di precursori non odorosi nelle uve e vengono rilasciati nel corso della vinificazione, quando le condizioni di fermentazione impostate dall’enologo lo permettono, e contribuiscono ad accrescere l’intensità e complessità aromatica del vino.
UN NUOVO METODO PER L’ANALISI DEI TIOLI
Nonostante il loro ruolo preponderante nella definizione dell’aroma del vino, la quantificazione dei tioli varietali risulta un’operazione complessa, essendo influenzata da innumerevoli fattori ascrivibili alla natura del vino e dei tioli stessi.
La ricerca realizzata dal consorzio D-Wines, che alla FEM ha contato sulle competenze e strumentazioni altamente qualificate dell’Unità di Metabolomica, ha permesso di raggiungere tre obiettivi:
In primis, la messa a punto di un metodo ad altissima sensibilità, utilizzato per l’analisi dei tioli varietali, da parte dei ricercatori di FEM ed UniTN, in circa 300 vini. Tra cui 246 vini bianchi (tra cui 13 Müller Thurgau del Trentino) del 2019 e altri 50 Müller Thurgau del 2019 e 2020.
Ha scoperto che nella grande maggioranza dei vini Müller Thurgau tutti i tioli varietali analizzati sono a concentrazioni superiori, anche di molto, alle soglie sensoriali. Che infatti vengono superate fino a 12 volte per 4-metil-4-sulfanil-pentanone (4-MSP), fino a 66 volte per 3-sulfanil-esanolo (3-SH).
L’analisi sensoriale descrittiva dei 249 campioni di 18 varietà, da parte di un panel di enologi, presso l’Università di Napoli, ha poi scoperto come sia possibile evidenziare sensorialmente le particolari note olfattive del Müller Thurgau, con un caratteristico “carattere tiolico”, con sentori di frutto della passione, bosso/urina di gatto e pompelmo.
Infine, l’analisi di ordinamento sensoriale, da parte di un secondo panel di enologi presso l’Università di Bologna, ha mostrato anche in questo caso che questi descrittori “tiolici” erano ben rappresentati nell’insieme dei vini Müller Thurgau analizzati. Qui la ricerca completa.
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Si è chiusa la Convention nazionale delle Donne del Vino, ospitata quest’anno dalla Campania. Nei quattro giorni di soggiorno, le associate hanno avuto modo di scoprire la Campania del vino (e non solo) in alcune delle sue espressioni più importanti, dal Parco Nazionale del Vesuvio ai Campi Flegrei, dall’Irpinia all’isola di Procida, Capitale italiana della Cultura 2022.
Tra i momenti clou, il convegno “Il Domani del vino è ora”. “Il futuro del vino nell’era della sostenibilità” è stato l’argomento di apertura del Prof. Luigi Moio, Presidente dell’Oiv – Organisation International de la Vigne et du Vin e docente di Enologia dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”.
«Non è possibile guardare al domani senza conoscere accuratamente il passato – ha sottolineato Moio -. È necessario frenare il cambiamento ambientale nella speranza di riportare la terra a uno status migliore. Resta fondamentale, quindi, produrre vino rispettando la naturalità del territorio».
IL VINO DEL FUTURO E LA PAC
Eugenio Pomarici, docente del Dipartimento di Territorio e Sistemi agro-forestali all’Università degli Studi di Padova, ha invece presentato le previsioni di crescita del mercato globale del vino nei prossimi tre anni, che risultano positive, caratterizzando le principali linee evolutive della domanda e le opportunità della Pac.
Si sono, inoltre, evidenziati anche i rischi di riflessi negativi sul mercato causati dalla tragica guerra in Ucraina a delle campagne anti alcool. Giuseppe Festa, presidente Comitato Scientifico del Corso di Perfezionamento Universitario e Aggiornamento culturale in “Wine Business” all’Università degli Studi di Salerno, ha infine presentato l’evoluzione continua del marketing mix.
Secondo le più recenti rilevazioni, «il cliente-consumatore oggi non limita la propria fruizione al solo prodotto-vino, ma estende il suo orizzonte di analisi e scelta, una la fusione tra reale e virtuale o più semplicemente tra fisico ed elettronico».
DONNE DEL VINO, «NUOVI PROGETTI IN TUTTA ITALIA»
«La Convention nazionale è andata ben oltre ogni più rosea aspettativa – sottolinea la presidente nazionale delle Donne del Vino, Donatella Cinelli Colombini – prima di tutto per il calore e l‘accoglienza mostrati dalle socie campane, senza dubbio straordinari.
Come straordinario è stato il livello delle relazioni durante il convegno e le esperienze nelle cantine, che hanno fatto scoprire alle socie di tutta Italia vitigni straordinari, panorami mozzafiato e un’offerta gastronomica di altissimo livello. Questi elementi di grande unicità rappresentano il terreno fertile per dare vita ad un’offerta enoturistica di grande appeal».
«È stato un onore e un piacere ospitare tantissime associate in Campania – aggiunge la delegata regionale delle Donne del Vino, Valentina Carputo -. Presto avvieremo, in tutta Italia, nuovi progetti che ci vedranno protagoniste. Ancora una volta lo spirito dell’associazione e di promozione e promulgazione della cultura del vino dimostra di essere vivo più che mai».
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Sono stati pubblicati da pochi minuti i risultati delle elezioni Ais – Associazione italiana sommelier 2022. Le votazioni si sono svolte esclusivamente online e hanno registrato un’alta affluenza, pari al 45% degli iscritti. Hanno votato ben 15.718 iscritti, su 34.709. Nel 2018 avevano espresso la loro preferenza solo 9.253 sommelier su 31.789.
Ha dunque premiato la scelta del Consiglio Nazionale dell’Associazione italiana sommelier che, per il rinnovo degli organi sociali nazionali e regionali/territoriali 2022-2026 ha scelto la piattaforma elettorale predisposta dalla società tedesca Polyas. Uno strumento “digitale” già utilizzato dai maggiori partiti politici tedeschi, dalla Banca d’Italia, da alcuni ordini professionali e da Istat.
L’esito del voto online, aperto dalle ore 10.00 del 26 giungo alle ore 14.00 del 27 giugno, è stato preceduto da un vivace dibattito tra candidati, protagonisti di un fuoco incrociato che ha avuto come teatro i social media.
Colpi bassi che non hanno risparmiato neppure le quote rosa, con attacchi (anche feroci) fra candidate. Sullo sfondo, i commenti delle varie fazioni e dei semplici osservatori, impegnati a difendere i membri della propria lista o stigmatizzare i toni troppo accesi.
VERSO L’ELEZIONE DEL NUOVO PRESIDENTE AIS NAZIONALE
Anticipate dall’intervista esclusiva rilasciata a winemag.it dal presidente uscente Antonello Maietta, non più candidabile, le elezioni nazionali Ais 2022-2026 hanno visto i seguenti risultati.
CONSIGLIO NAZIONALE AIS
Bonera Nicola 7534 Eletto Gargiulo Nicoletta 6994 Eletta Aldegheri Marco 6866 Eletto Mosetti Angelica 6714 Eletta Baldassarre Giuseppe 6439 Eletto Camilli Sandro 6123 Eletto Zorzi Renzo 5402 Eletto Privitera Camillo 5248 Eletto Luchetti Giovanni 5243 Eletto Dani Andrea 3570 Dessanti Roberto 2964 Balsarin Giulio 2681 Molinari Alex 2627 Starace Marco 2390
REVISORI LEGALI NAZIONALI
Colella Chiara 9562 Eletta Testa Michele 5215 Eletto Guetta Guido Ascer 5067 Eletto Rigon Stefano 3670 Dal Lago Graziano 2130
ABRUZZO
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Angela Di Lello 229
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Andrea Mennilli 196
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI DELEGAZIONE
L’AQUILA
Serenella Di Battista 21
CHIETI
Adriana Terreri 59
MARSICA
Walter Tullio 30
PESCARA
Luca Panunzio 42
TERAMO
Antonio Iannetti 13
SULMONA
Elisa Colella 9
VASTO – VAL DI SANGRO
Chiara Mascitelli 34
ALTO ADIGE
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Elvis Costa 113 Eletto
Paolo Tezzele 93
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Helmuth Zingerle 166
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI DELEGAZIONE
Bassa Atesina – Oltradige
Verena Rauch 8
Bolzano
Sigrid Innerebner 56 Eletta
Andreas Meraner 39
Merano – Val Venosta
Michael Baumgartner 15 Eletto
Katrin Holzl 10
Val Gardena – Val Badia
Egon Perathoner 8 Eletto
Devid Vinatzer 6
Valle Isarco – Val Pusteria
André Senoner 22 Eletto
Hubert Kastlunger 10
BASILICATA
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Eugenio Tropeano 158
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Giovanni Luigi Corrado 131 Eletto
Simona Martulli (supplente) 20
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI DELEGAZIONE
Vulture – Alto Bradano
Daniele Scapicchio 11
Potenza
Biagio Motta 107
Matera
Samuele Olivieri 37
CALABRIA
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Antonio Fusco 515
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Andrea Casazzone 313 Eletto
Giuseppe D’Urso (supplente) 165
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI DELEGAZIONE
Arbereshe e Alto Ionio
Carmela Chimento 52
Catanzaro
Vincenzo Celi 59
Cosenza
Simona Cairo 185
Locride – Piana di Gioia Tauro
Angela Parrello 50
Reggio Calabria
Riccardo Cannistraci 77
Vibo Valentia
Attilia De Vito 44
CAMPANIA
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Tommaso Luongo 1326
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Maria Rosaria Grimaldi 1.043 Eletto
Daniela Casale 971 Eletto
Annarita Panza 890 Eletto
Anna Merola (supplente) 199
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI DELEGAZIONE
Avellino
Annito Abate 88
Benevento
Maria Grazia De Luca 81
Caserta
Pietro Iadicicco 227
Cilento – Vallo di Diano
Maria Sarnataro 122
Costa d’Amalfi
Antonio Amato 43
Ischia e Procida
Tommaso Mascolo 22
Napoli
Gabriele Pollio 253
Penisola Sorrentina – Capri
Emanuele Izzo 113
Salerno
Nevio Toti 240
Vesuvio
Ernesto Lamatta 135
EMILIA
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Luca Manfredi 714 Eletto
Gaetano Palombella 280
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Barbara Guidi 507 Eletta
Davide Zappoli 267 Eletto
Alessandro Grossi 260 Eletto
Giuseppina Cenacchi (Supplente) 243
Danilo Ricardi (Supplente) 200
Antonio Camoni 96
Paolo Rollo 93
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI DELEGAZIONE
Bologna
Giuseppe Todisco 243
Modena
Paolo Benetti 169
Parma
Anna Maria Compiani 112 Eletta
Arnaldo Rampini 37
Reggio Emilia
Paolo Ferretti 123 Eletto
Carlo Favella 83
FRIULI VENEZIA GIULIA
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Renato Paglia 426
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Sonia Feruglio 367 Eletta
Tommaso Vidale (Supplente) 36
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI DELEGAZIONE
Gorizia
Michele Paiano 78
Pordenone
Pierangelo Dal Mas 90
Trieste
Bruno Cataletto 82
Udine
Wladimiro Tulisso 184
LAZIO
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Francesco Guercilena 486 Eletto
Annamaria Iaccarino 260
Luigi Di Tofano 128
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Riccardo Sperti 459 Eletta
Benedetto Maurizi 410 Eletto
Luca Brienza 256 Eletto
Roberto Di Lelio (Supplente) 151
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI DELEGAZIONE
Castelli Romani
Fabrizio Gulini 107
Colli della Sabina
Gabriele Giacomozzi 40
Fiumicino – Ostia
Ilaria De Donato 49
Frosinone
Maurizio Mazzucchi 69
Latina
Antonio Iaccarino 147
Rieti
Roberto Peron 43
Roma
Marco Sanfilippo 234
Valle dell’Aniene
Giovanni Rinaldi 49 Eletto
Claudio Piazza 11
Viterbo
Marco Isidori 70
LIGURIA
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Marco Rezzano 400
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Federica Dell’Acqua 368
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI DELEGAZIONE
Genova
Marco Quaini 138
Imperia
Giovanni Carlo Orengo 40
La Spezia
Laura Picardi 81
Savona
Giancarlo Alfano 46
Tigullio – Promontorio di Portofino
Nicola Garibotto 65
LOMBARDIA
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Hosam Eldin Abou Eleyoun 1590 Eletto
Lisetta De Simeis 368
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Elena De Marziani 1171 Eletta
Massimo Piacentini 830 Eletto
Roberto Cassanelli 825 Eletto
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI DELEGAZIONE
Bergamo
Luigi Mascheretti 136
Brescia
Alessandro Caccia 355
Cremona – Lodi
Maurizio Milani 74
Lecco
Tiziano Tosetti 73
Mantova
Luigi Bortolotti 153
Milano
Fabio Scaglione 536
Monza e Brianza
Stefano Balconi 139
Pavia
Miriam Prencisvalle 103
Sondrio
Luigi Scaramuzzi 62
Varese
Matteo Tunisi 92
MARCHE
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Stefano Isidori 373
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Tania Rossi 342
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI DELEGAZIONE
Ancona
Daniele Sordoni* 65
Ascoli Piceno
Marica Spuria 59
Fabriano – Alta Vallesina
Luca Gambucci 38
Fermo Porto San Giorgio
Barbara Paglialunga 39
Jesi e Castelli
Luca Giaccaglia 43
Macerata
Cesare Lapadula 33
Pesaro
Raffaele Papi 66
Urbino-Montefeltro
Franco Morena 40
*da verificare in quanto alla commissione elettorale centrale
risultano due candidati
MOLISE
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Carlo Pagano 74
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Antonella Di Lena 65
Giovanni Di Palma 56
Giampiero Mancini 56
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI DELEGAZIONE
Campobasso
Carmine Guidone 22
Isernia
Daniela Tonti 38
PIEMONTE
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Mauro Carosso 1213
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Vincenzo Milanese 776
Francesco Napolitano 543
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI DELEGAZIONE
Alessandria
Edi Perissinotto 122 Eletto
Antonino Catalano 21
Biella
Daniela Drago 55
Canavese
Lorenzo Labriot 71
Casale Monferrato
Daniele Guaschino 46
Cuneo – Alba
Rosalba Rolando 153
Novara
Stefano Brustia 129
Torino
Fabio Gallo 416
Verbano Cusio Ossola
Luca Molino 50
Vercelli – Valsesia
Luca Ferrero 35
PUGLIA
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Giacomo D’Ambruoso 1608
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Germano Farina 1.234 Eletto
Cosimo Damiano Balestrucci (Supplente) 326
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI
DELEGAZIONE
Bari
Raffaele Massa 280
BAT- Svevia
Maria De Tullio 113
Brindisi
Rocco Coliandro 164
Foggia
Amedeo Renzulli 142
Lecce
Marco Cristian Albanese 260
Murgia
Vincenzo Carrasso 473 Eletto
Michele Fasani 21
Taranto
Domenico Stanzione 181
ROMAGNA
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Adolfo Treggiari 213 Eletto
Raffaele Nanni 190
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Roberto Gasperini 319
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI DELEGAZIONE
Cesena
Vincenzo Tardino 124
Faenza
Mirko Morini 40
Forlì
Caterina Valbonesi 49
Imola
Stefano Luppi 20
Ravenna
Antonio Corsini 83
Rimini
Nunzia Tesoro 46
SARDEGNA
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Antonio Furesi 430
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Mario Graziano Marras 301 Eletto
Sergio Cugliolo (Supplente) 43
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI DELEGAZIONE
Cagliari
Simona Gulli 89
Gallura
Attilia Giovanna Medda 108
Nuoro
Francesco Deriu 44
Oristano
Alessandro Benini 55
Sassari
Pier Paolo Fiori 137
SICILIA
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Francesco Baldacchino 705
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Luigi Grasso 596
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI
DELEGAZIONE
Agrigento – Caltanissetta
Calogero Trupia 157
Catania Città e Sud
Maria Grazia Barbagallo 178
Catania Jonico – Etnea
Paolo Pennisi 18
Messina
Francesco Italiano 6
Palermo
Luigi Salvo 97
Ragusa
Fabio Gulino 20
Siracusa
Alessandro Carrubba 61
Taormina
Gioele Carmelo Micali 105 Eletto
Rocco Davide Federico 9
Trapani
Alessandro Sciacca 53
TOSCANA
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Cristiano Cini 1.311
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Alessandro Bellini 792 Eletto
Francesco Luchetti 792 Eletto
Marco Ciabatti 632 Eletto
Riccardo Corti (Supplente) 271
Alessio Marcucci (Supplente) 190
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI DELEGAZIONE
Apuana
Lorenzo Chiappini 68
Arezzo
Massimo Rossi 130
Firenze
Massimo Castellani 194
Grosseto
Sabrina Diligenti 115 Eletta
Massimo Groppi 70
Isola d’Elba
Antonio Arrighi 23
Livorno
Massimo Tortora 71 Eletto
Alessandro Malvasi 43
Lucca
Olimpia Bertolucci 107
Pistoia
Luca Carmignani 84
Prato
Bruno Caverni 122 Eletto
Stefano Tascini 108
Siena
Marcello Vagini 90
Val d’Elsa
Luigi Pizzolato 60
Versilia
Claudio Fonio 61
TRENTINO
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Gyorgyi Fieszl 148
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Edgardo Moncher 140
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI DELEGAZIONE
Trentino Centrale
Patrizia Pensini 78
Trentino Occidentale
Elisa Ressegotti 34
Trentino Orientale
Giulio Rizzi 29
UMBRIA
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Pietro Marchi 422
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Andrea Sattin 374
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI DELEGAZIONE
Assisi – Nocera Umbra
Gianluca Falcinelli 38
Città di Castello
Tiziana Croci 47
Gubbio
Christian Belardi 58
Montefalco – Spoleto
Claudio Ciotti 19
Perugia – Trasimeno
Anna Chiara Baiocchi 113
Terni
Maurizio Orlandi 90 Eletto
Giovanni Lampis 53
VALLE D’AOSTA
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Alberto Levi 103
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Alessandro Framarin 52
Umberto Aglietta (Supplente) 40
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI DELEGAZIONE
Aosta Provincia
Simone Clerin 41
Aosta Città
Gianluca Arcaro 57
VENETO
PRESIDENTE REGIONALE Voti
Gianpaolo Breda 1.225
ORGANO DI CONTROLLO REGIONALE
Bettina Solimando 673 Eletta
Mauro Carrazzai 620 Eletto
Alberto Matteazzi 531 Eletto
Mattia Villan (Supplente) 299
Marco Carlesso (Supplente) 284
CONSIGLIERI REGIONALI SU BASE DI DELEGAZIONE
Belluno
Ivan Del Puppo 76
Padova
Rossano Moretto 282
Rovigo
Giovanni Geremia 106
Treviso
Wladimiro Gobbo 208
Venezia
Lorena Ceolin 176
Verona
Paolo Bortolazzi 240
Vicenza
Luca Grezzani 140
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi sarà il nuovo presidente Federdoc dopo l’unanimità raggiunta dal nuovo cda. Raccoglierà l’eredità di Riccardo Ricci Curbastro che, dopo 24 anni di presidenza, ha deciso di non proseguire il suo percorso al vertice della Federazione dei Consorzi del vino italiano.
Giangiacomo Bonaldi, nuovo membro del cda Federdoc, oltre che vicepresidente del Consorzio del Prosecco Doc è presidente di Anb Coop ed è stato da poco riconfermato presidente di Confagricoltura Treviso.
FEDERDOC VERSO NUOVE SFIDE
Alla vicepresidenza confermato Francesco Liantonio, presidente del Consorzio di Tutela Vini Doc Castel del Monte. Al suo fianco nominato Filippo Mobrici, presidente del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato.
È motivo di grande orgoglio per me ricevere una nomina così importante – dichiara Bonaldi – ma è soprattutto un’importante responsabilità e un impegno che intendo onorare al meglio, come Curbastro prima di me».
«Sono numerose le sfide che Federdoc dovrà affrontare nei prossimi anni – conclude il nuovo presidente – particolarmente in materia di sostenibilità e sicurezza per i consumatori. Abbiamo intenzione di raccoglierle con serietà e in maniera propositiva, per proseguire nel migliore dei modi il lavoro di chi ci ha preceduto».
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Il programma sarà ufficializzato a breve, ma è in calendario dall’8 al 10 luglio a Pontelatone (Caserta) il Casavecchia & Pallagrello Wine Festival, con cui si celebrano due delle denominazioni più importanti del territorio casertano, Pallagrello e Casavecchia.
L’evento avrà una formula itinerante nel centro storico di Pontelatone, con laboratori, seminari, spettacoli musicali di jazz e blues e mostre che si susseguiranno nei tre giorni della manifestazione a Palazzo Galpiati, dove saranno esposte opere di artisti campani.
Protagonista sarà il vino e le cantine, in numero crescente rispetto alle ultime edizioni, ma anche il food, con una cucina selezionata rigorosamente a base di prodotti del territorio.
Tra le novità in programma al Casavecchia & Pallagrello Wine Festival 2022, i tour guidati in cantina in programma domenica 10 luglio, che si svolgeranno seguendo due percorsi: uno dedicato alle cantine di Caiazzo, Ruviano e Castel Campagnano, e l’altro alle realtà aziendali di Pontelatone, Formicola, Liberi e Castel di Sasso.
«Riprendiamo con entusiasmo da dove eravamo rimasti con il Casavecchia Wine Festival – afferma il coordinatore Francesco Scaramuzzo – con l’obiettivo di valorizzare un territorio che ha enormi potenzialità». Una realtà da scoprire, quella del Casavecchia e del Pallagrello, che troverà spazio attraverso il Casavecchia & Pallagrello Wine Festival.
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Iper La grande i, una delle più importanti realtà nel panorama nazionale della Grande Distribuzione Organizzata – presenta BellaFresca, la birra alla spina (e in bottiglia) di produzione propria. Prodotta negli impianti presenti dal 2016 negli store di Seriate e Monza Maestoso, BellaFresca è disponibile in tutti i punti di somministrazione Iper.
Può accompagnare pizza, hamburger, primi, secondi e insalate. La birra firmata Iper La grande i è prodotta con materie prime selezionate, non è pastorizzata né microfiltrata ed è disponibile in quattro ricette.
LA GOLDEN BELLAFRESCA
Birra chiara e di facile bevuta in stile inglese. Una generosa luppolatura le conferisce aromi tipici di fiori e erbe. Una nota di crosta di pane donata dai malti rende il finale morbido. Gradazione 4.6%.
LA BLANCHE BELLAFRESCA
Birra opalescente dal sapore dolce, speziato e lievemente acidulo. La schiuma è bianca, compatta e generosa. Il coriandolo e le bucce d’arancia aggiungono una nota agrumata che rende la bevuta rinfrescante. Gradazione 4.3%.
LA APA BELLAFRESCA
Birra ramata dalla schiuma tenue. I luppoli le conferiscono un aroma agrumato e tropicale. Il gusto dei malti caramellati bilancia la decisa luppolatura e lascia un retrogusto finale piacevole e persistente. Gradazione 4.8%.
LA BOCK BELLAFRESCA
Birra color rubino, orientata verso i sapori dolci dei malti tostati e caramellati. La schiuma è abbondante, persistente e color crema. La gradazione alcolica importante è sostenuta da un corpo pieno e da un sapore deciso. Gradazione 5.9%.
CUOZZO: «UN PROGETTO AMBIZIOSO»
La produzione di BellaFresca rappresenta un nuovo traguardo per l’insegna. La produzione propria di Iper, da anni concentrata sulla proposta gastronomica, si allarga al segmento beverage.
«È un progetto ambizioso – commenta Ivano Cuozzo, Direttore produzioni, somministrazioni e ristorazione Iper La grande i – che rafforza il nostro posizionamento di produttori e non solo di distributori, nostra vocazione da quasi 50 anni, con quattro ricette di birra pensate per soddisfare ma anche sorprendere i nostri clienti».
Oltre alla birra alla spina di produzione propria, sono disponibili anche quattro varianti di BellaFresca in bottiglia, a marchio Iper. Sono in formato da 33 cl e vendute singolarmente.
Vini al supermercato è la rubrica dedicata al vino in vendita nelle maggiori insegne di supermercati presenti in Italia. Nella Gdo viene venduta la maggior percentuale di vino italiano. Qui potrai trovare recensioni, punteggi e opinioni sui migliori vini in vendita nella Grande distribuzione organizzata, valutati con cognizione di causa, spirito critico costruttivo e l’indipendenza editoriale che ci caratterizza. Inoltre, una rubrica sempre aggiornata sui migliori vini in promozione presenti sui volantini delle offerte delle maggiori insegne di supermercati italiani. Vini al Supermercato è la guida autorevole ai vini in vendita in Gdo, con una pubblicazione annuale delle migliori etichette degustate alla cieca dalla nostra redazione. Seguici anche su Facebook ed Instagram. Sostieni la nostra testata giornalistica indipendente con una donazione a questo link.
Sfiora i 10 miliardi di euro il valore complessivo del vino imbottigliato certificato da Valoritalia nel 2021. Il dato emerge dalla presentazione dell’Annual Report 2022 dell’ente di controllo e certificazione di 218 denominazioni di origine italiane. Presentate per la prima volta anche 60 tabelle con i valori delle analisi chimiche di diverse denominazioni, elaborati sulla base di oltre 176 mila campioni.
L’Annual Report di Valoritalia conferma l’aumento dei volumi commercializzati del “Vigneto Italia“. Nonostante gli anni difficili, con previsioni talvolta catastrofiche, le vendite crescono in doppia cifra (+ 12%) e non soltanto grazie alle impennate delle vendite online.
«Un bilancio per molti versi sorprendente – ha sottolineato Francesco Liantonio, Presidente Valoritalia – se si tiene conto di quanto è accaduto nell’ultimo triennio. Le nostre Denominazioni di Origine hanno ottenuto una performance straordinaria, registrando una crescita record. È il frutto della capacità mostrata dalle nostre imprese di cogliere ogni opportunità, coprire ogni spazio, gestire al meglio il proprio potenziale, ottimizzare risorse e relazioni».
Risultati che infondono ottimismo, non solo tra i player del settore. A fare da locomotiva rimane il nordest, con il Pinot Grigio delle Venezie e il cosiddetto “Sistema Prosecco“, che comprende la Doc Prosecco e le Docg del Conegliano-Valdobbiadene e dell’Asolo.
Qui, la crescita complessiva nel biennio 2020-2021 ha toccato il 22,7%, per un totale di poco inferiore a 1 miliardo di bottiglie. Di tutto rilievo anche le impennate di altre prestigiose denominazioni, come Brunello di Montalcino (+40%), Barolo (+27%), Gavi (+23%), Franciacorta (+12%), Chianti Classico (+11%), Nobile di Montepulciano (+10%).
LE ANALISI SULLE DENOMINAZIONI DI ORIGINE
Un lavoro capillare quello di Valoritalia, per la realizzazione di un volume che si arricchisce di un nuovo contenuto. Per la prima volta vengono resi disponibili i profili chimico-analitici di 56 tra Doc e Docg.
Un approfondimento che ha generato 60 tabelle la cui base è costituita da circa 176 mila analisi, realizzate tra il gennaio 2017 e il marzo 2022 da una rete di laboratori accreditati. Un preziosissimo strumento in grado di fornire informazioni sui principali indicatori che caratterizzano le differenti annate di ogni denominazione. Si va dal grado alcolico medio all’acidità, passando per l’estratto secco.
«Tuttavia – spiegano i promotori dell’iniziativa – l’obiettivo futuro di Valoritalia è rendere progressivamente fruibile a imprenditori, ricercatori e specialisti, in primo luogo enologi, un database completo e sistematico del profilo analitico di tutte le denominazioni certificate, comprensivo delle differenti tipologie». Uno strumento che contribuirà a definire le specificità di ogni vino e attribuire con precisione i caratteri dell’annata.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Si trova in via di Villa Severini 30/30a una delle poche gelaterie di Roma con più di 250 gusti di gelato, tutti al naturale. Ben 50 quelli esposti, rigorosamente prodotti senza polveri aggiunte. È Gelateria Alaska, che si prepara a un’estate diversa dalle altre, nella capitale d’Italia. Il prossimo anno, infatti, compirà 25 anni.
Un format, spiegano i titolari, reso celebre dalla «mancanza di limiti all’immaginazione». Da Gelateria Alaska è infatti possibile trovare il gelato al pomodoro e basilico, agli asparagi o quello al risotto allo zafferano. Vanta anche una linea proteica, realizzata con i prodotti Enervit, e una linea sugar free, tramite il gelato alla stevia.
La gelateria di via Villa Severini 30/30a riesce a mettere d’accordo anche chi è in dubbio tra un aperitivo e un buon gelato. Come? Con i gusti di gelato allo Spritz, Mojito e Caipiroska. Vasta anche la scelta di gelati di frutta al naturale, ma anche al cioccolato fondente, apprezzati anche dai clienti vegani.
Simbolo di Roma Nord, Gelateria Alaska viene citata anche dallo scrittore Federico Moccia, che nei suoi romanzi ne parla come di uno dei punti di aggregazione dei giovani romani, provenienti da Parioli, Corso Francia, Villa Clara, Fleming.
GELATERIA ALASKA
Via di Villa Severini 30/30a, 00191 Roma
Tel. 06 36298466 – Aperto tutti i giorni, dalle 12:00 alle 00:00
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Si chiama Pinocchio il nuovo vino di Piccini 1882, disponibile a breve nei supermercati Carrefour, dopo aver fatto il suo esordio sugli scaffali di Aspiag-Despar, Supermercati Moderna, Supermercati Piccolo (Campania), Iper Montebello, Autogrill e online (Vino.com ed e-shop Piccini).
Una “Ricetta Italiana“, come recita l’etichetta del nuovo Vino rosso d’Italia di Piccini, con la quale la famiglia toscana celebra i propri 140 di storia, da «ambasciatrice del vino italiano» in 80 Paesi del mondo.
«Pinocchio – commenta Mario Piccini, Amministratore delegato di Piccini 1882 – è uno dei volti più conosciuti del nostro Paese. Le sue avventure hanno accompagnato la nostra infanzia e ancora oggi riescono a strapparci un sorriso. Con questo progetto, vogliamo rendere omaggio ad uno dei simboli della cultura italiana, proponendo un vino fresco e brioso, come l’indole di Pinocchio».
VINO ROSSO D’ITALIA PINOCCHIO PICCINI: LA DEGUSTAZIONE
Caratterizzato da un palato dove si riconoscono spiccatamente fragole, more e frutti di bosco, Pinocchio di Piccini si sposa alla perfezione con antipasti, primi di terra e zuppe di pesce.
Al naso si percepiscono anche aromi agrumati, speziati ed erbe aromatiche. La morbidezza e freschezza di questo vino si esalta con le basse temperature, rendendo questo vino un accompagnamento ideale per gli aperitivi della stagione estiva che ha appena preso il via.
«Abbiamo pensato a questo vino come a un autentico viaggio attraverso tre regioni d’Italia – continua Mario Piccini – raccontando l’anima genuina di questo Paese, arricchita dalla “Ricetta italiana” della famiglia. Dopo la vendemmia, le uve di Sangiovese toscano, Sangiovese di Romagna e Negroamaro della Puglia vengono sottoposte a una pressatura soffice. Il mosto subisce una breve macerazione sulle bucce, esaltandone il profilo fruttato e la rotondità».
Le forme panciute della bottiglia ricordano gli antichi fiaschi della tradizione, rendendo omaggio alle comuni radici toscane di Pinocchio e della famiglia Piccini. «Con la sua spiccata identità – commenta ancora Mario Piccini – Pinocchio risponde ad una sola parola d’ordine: unicità».
La nuova etichetta è il frutto della cosiddetta “Ricetta Italiana”, messa a punto dalla famiglia Piccini con l’obiettivo è «creare un prodotto fresco e moderno». La famiglia italiana del vino traccia così una nuova rotta: «Creare vini iconici, declinati secondo la nostra formula».
Pinocchio interpreta al meglio il nuovo orizzonte disegnato dalla cantina toscana di Casole d’Elsa (SI), veicolando i valori in cui Piccini crede da 140 anni, sotto il segno della convivialità e della condivisione.
Il connubio tra birra e cibo è sempre più apprezzato dagli italiani, pronti a sperimentare abbinamenti anche inediti e sempre più gourmet tra la “bionda più amata” e nuovi piatti. Una tendenza in linea con le abitudini alimentari di un Paese per il quale cibo e bevande sono un piacere fondamentale. E l’attenzione alla propria alimentazione, senza rinunciare al gusto, è centrale.»
È così anche per la Generazione Z che, oltre ad essere incline a provare cibi nuovi abbinandoli alla birra, è quella che predilige maggiormente alimenti e bevande più leggeri e la cui produzione è sostenibile e tracciabile.
Sono queste, in sintesi, le principali evidenze che emergono dall’indagine condotta da BVA Doxa per il Centro Informazione Birra (CIB) di AssoBirra, la fotografia periodica sul mondo birrario italiano attraverso lo sguardo dei consumatori, dei principali player della filiera birraria e della stessa AssoBirra. Un appuntamento fisso che, in questa edizione, accende i riflettori sul legame indissolubile tra gli italiani, il cibo e le bevande.
SPERIMENTARE, CHE PASSIONE
Per la maggior parte degli intervistati da BVA Doxa per il CIB di AssoBirra, il cibo e le bevande sono un piacere da condividere: l’88% dei beer lover parla delle proprie preferenze con coetanei e amici, scambiandosi anche suggerimenti e consigli su nuovi possibili assaggi (84%).
All’81% degli intervistati, infatti, piace provare nuovi cibi insieme a bevande come la birra. In altre parole, è tanta la voglia di cimentarsi in una nuova concezione del cosiddetto food pairing che tiene conto anche della birra.
Nel concreto, le preferenze a tavola degli intervistati convergono ad oggi sull’intramontabile accoppiata pizza e birra (90%), seguita dall’accostamento con hamburger (59%), taglieri per la degustazione di salumi e formaggio (47%), carne o pesce (37%), primi piatti (27%) e cibi healthy come insalatone, bowl e verdure (20%).
Ma se si rivolge lo sguardo al futuro, la fotografia cambia radicalmente. Infatti, a domanda specifica sui cibi che vorrebbero gustare insieme alla birra in futuro, gli italiani si dicono interessati a sperimentare in primis accostamenti tra la “bionda” e piatti gourmet (24%) e, per quanto riguarda i giovani, cibo etnico (24%) e sushi o, la moda del momento, i poké (24%).
BIRRA PROTAGONISTA AI PASTI
In questo contesto, la birra rafforza anche il proprio ruolo sulle tavole degli italiani. Secondo i dati di BVA Doxa per AssoBirra, infatti, i momenti di consumo della birra durante i pasti sono in aumento a giugno 2022 rispetto a luglio 2021, soprattutto durante la cena (74%), l’aperitivo (31%) e il pranzo (25%), sempre all’insegna della moderazione.
La conferma arriva anche da Filippo Saporito, Presidente di Jre – Jeunes Restaurateurs Italy, l’associazione internazionale di giovani ristoratori e chef under 42, che quest’anno spegne 39 candeline e che promuove l’alta cucina italiana attraverso formazione, charity e valorizzazione dei nuovi e giovani talenti.
L’abbinamento del menu degustazione con le bevande è sempre più importante e curato. Non solo vino, ma anche caffè, tisane, tè e naturalmente birre. Mi piace l’idea della scoperta.
Vengo da una generazione in cui si cercava di sdoganare il concetto dell’abbinamento birra e piatti della cucina italiana, in questi anni l’approccio è completamente cambiato perché abbiamo avuto la possibilità di conoscere il mondo della birra nelle sue peculiarità».
«Ormai – aggiunge Saporito – trovare una carta della birra o una scelta di birra nella carta dei vini è consuetudine. Quanto agli stili alimentari, stiamo assistendo a una grande riscoperta e valorizzazione dei cibi che arrivano dal mondo vegetale, con una maggiore sensibilità anche verso l’aspetto etico. In tal senso, lo “spreco” rappresenta un danno dal punto di vista etico e un problema da quello economico. Per questo, in cucina, si deve riuscire a utilizzare tutta la materia prima acquistata».
FOCUS GEN Z
L’indagine BVA Doxa per AssoBirra ha voluto poi tracciare il profilo di immagine della birra e scoperto che la bevanda da pasto per eccellenza piace davvero a tutti. Quanto ai giovani, il primo driver di scelta della birra è legato al mondo ricco di grande varietà., con tante tipologie e birre speciali da scoprire (32%).
A seguire il sapore inconfondibile (31%), il buon rapporto qualità-prezzo (32%), la bassa gradazione alcolica (21%) e i formati che ne consentono un consumo moderato (20%). Motivazioni che non sorprendono perché “Z” è la generazione più attenta a un’alimentazione equilibrata e anche sensibile ai profili di sostenibilità dei cibi e delle bevande che consuma.
La maggior parte dei rappresentanti della Gen Z intervistati da BVA Doxa è completamente d’accordo o d’accordo con le seguenti affermazioni: “Scelgo prodotti di aziende attente alla salvaguardia del pianeta” (80%), e “Bevande e cibi la cui tracciabilità è nota” (75%), “La cui produzione è sostenibile (80%)”, così come il packaging (77%).
«Come dimostrano le evidenze del CIB – commenta Andrea Bagnolini, Direttore generale di AssoBirra – negli anni, la birra ha fatto breccia nel cuore delle generazioni più giovani, confermandosi una bevanda che non ha età o distinzioni di genere. La grande attenzione della Gen Z verso la sostenibilità a 360 gradi rappresenta un forte stimolo a proseguire nel necessario percorso verso la transizione ecologica, pilastro della strategia associativa di AssoBirra».
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«Se i vini pregiati hanno un futuro, sarà vicino alla natura». Parola di Oliver Bernard, direttore di Domaine de Chevalier di Bordeaux. Tra le soluzioni indicate, l’allargamento dei disciplinari ai vitigni resistenti per i vini a denominazione, oltre al sostegno alle aziende agricole per il passaggio alla viticoltura biologica e biodinamica.
Sempre secondo Oliver Bernard, sarà fondamentale l’adeguamento delle tecniche di gestione dei vigneti. Interrogato sul palco del simposio “Act for Change“, organizzato da Vinexposium il 20 e 21 giugno 2022 alla Cité du Vin, il direttore di Domaine de Chevalier di Bordeaux ha espresso «un misto di entusiasmo e realismo».
Bernard è sicuro si debba «reagire immediatamente alle questioni ambientali». Ha inoltre ribadito la sua «fiducia nei consumatori e nelle generazioni future, che rendono onore i vini pregiati».
BORDEAUX HA GIÀ I SUOI “VITIGNI RESISTENTI”. E L’ITALIA?
Il simposio “Act for Change” ha riunito esperti internazionali in rappresentanza di 17 Paesi, per una serie di discussioni incentrate sul futuro dei vini e degli alcolici da qui al 2030, nell’ambito della Bordeaux Wine Week.
Sul fronte dei vitigni resistenti ai cambiamenti climatici, la posizione di Oliver Bernard non si discosta da quella del Consorzio Vini di Bordeaux, che nel 2021 ha concluso gli studi – durati 10 anni – su 6 nuove varietà da inserire nell’Aoc.
Quattro sono a bacca rossa: Touriga Nacional,Castets, Marselan e Arinarnoa. Due i “Piwi” a bacca bianca: Alvarinho e Liliorila. In Italia è il prof Attilio Scienza a suggerire di utilizzare i vini a Indicazione geografica protetta (Igp) come «palestra per i vitigni resistenti», intendendo in questo caso i Piwi, da inserire poi nelle Doc del vino italiano.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Mia madre mi ha sempre detto che l’unica cosa sicura nella nostra vita è il cambiamento. Questo è particolarmente vero nel mondo di oggi, veloce e sempre di corsa. Il nostro stile di vita quotidiano e le nostre abitudini alimentari sono cambiate e, con esse, anche la nostra scelta del vino. Lo vogliamo subito e subito pronto da bere.
Cibo e vino sono sempre stati un binomio che ha favorito il reciproco stile in modo drammatico. Quando l’alimentazione quotidiana si basava su piatti pesanti e sostanziosi per sostenere i lavoratori fisici, anche il vino doveva supportare questo aspetto. Basti pensare alla zona dei vini di Montefalco. Trattandosi di un’area interna, con diverse opportunità di coltivazione agricola, le generazioni che scelgono di restare crescono nei campi.
Prima di arrivare al giudizio sui vini ho fatto un’intensa ricerca sui vini e sul loro stile. Il mio mentore ungherese mi ha detto che troverò molti vini pesanti, tannici e marmellatosi e anche la letteratura sottolinea lo stesso. Il che ha perfettamente senso, se si considera che l’Umbria è una regione caratterizzata da piatti prevalentemente a base di carne. Ma ecco la mia domanda. Tutto questo è ancora valido?
Durante il mio soggiorno e il mio giudizio ho percepito l’arrivo di una nuova onda stilistica tra i vini di Montefalco. I giovani viticoltori stanno cambiando il loro modo di fare vino e stanno seguendo le richieste del nostro nuovo stile di vita e del mercato. I “nuovi” vini rossi di Montefalco sono freschi e giovani, con complessità, tannini maturi e vivacità.
MONTEFALCO ROSSO, SAGRANTINO E TREBBIANO SPOLETINO
La scena del Trebiano Spoletino sta fiorendo, mostrando i caratteri di questo tesoro nascosto e poco conosciuto della regione. Sono rimasta colpita dall’assaggio di alcune vecchie annate presso la Cantina Ninni, Cantina dell’anno 2022 di winemag.it per il Centro Italia. La determinazione con cui Gianluca Piernera lotta per riportare quest’uva sulla mappa dei grandi vini italiani è meravigliosa.
Anche i Sagrantino di Montefalco hanno mostrato la linea del cambiamento, ma qui c’è ancora molto lavoro da fare. Ho assaggiato tutti i vini sostanzialmente alla cieca, non conoscendo i produttori. Quelli di Tabarrini hanno raggiunto 3 dei 5 migliori nella mia valutazione.
Sono rimasta impressionata in molte delle categorie sopra menzionate anche dei produttori Bocale, Pardi, Lungarotti, Luca di Tomaso, Antonelli San Marco e Moretti Omero.
Mi preme sottolineare che tutta questa scena sta andando avanti, ma le tradizioni sono ancora rigorosamente mantenute. Le vibrazioni della regione sono bellissime, il cibo era semplicemente perfetto, con ingredienti locali e stili di cottura tradizionali. Ciononostante, l’adozione delle tradizioni nel mondo di oggi è in continua evoluzione!
Montefalco è un esempio perfetto di quando la tradizione incontra la modernità. Continuate così e mostrate ad altre regioni come si dovrebbe fare! Vorrei anche ringraziare Davide Bortone, per avermi mostrato questa bellissima regione e avermi aperto gli occhi sui tesori nascosti dell’Italia!
Divico, vitigno resistente sviluppato da Agroscope, «aiuta a correggere l’intensità del colore del Pinot Noir tradizionale». Lo dimostrerebbero alcune prove di assemblaggio condotte in Svizzera. Il vitigno resistente sarà al centro de La Fete du Divico, momento di dibattito sui Piwi che si terrà all’Iukb – Kurt Bösch Universitätsstiftung di Bramois, frazione di Sion, nel Vallese, venerdì 26 agosto e sabato 27 agosto.
In programma una conferenza pubblica sull'”Integrazione dei vitigni resistenti nella gamma dei vini svizzeri. Il sabato, degustazioni guidate di vini prodotti con Divico e Divona nel Vallese e in Svizzera, con specialisti dell’Ecole d’Ingénieurs de Changins di Nyon (Francia), vivaisti, viticoltori, enologi, buyer e ristoratori. Si tratta ormai della quinta edizione della kermesse.
IL VITIGNO RESISTENTE DIVICO, TRA SVIZZERA E INGHILTERRA
Il centro di ricerca svizzero Agroscope ha presentato Divico nel 2013, come «primo vitigno a bacca rossa dotato di un’elevata resistenza alla peronospora, all’oidio e al marciume grigio. La qualità dei vini prodotti si avvicinerebbe a quella del Gamaret, con cui condivide tra l’altro la maturazione tardiva.
Divico, così denominato in onore del leggendario condottiero elvetico Divico, ha codice IRAC 2091. È frutto di un incrocio tra Gamaret e Bronner. Alcuni viticoltori inglesi lo stanno già allevando con buoni risultati, tanto da essere considerato un «game changer»: una svolta per i vini rossi prodotti in Inghilterra.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Il mercato della birra riparte e la birra artigianale è il vero motore della ripresa. Secondo quanto riportato da MarketWatch, il segmento “craft” rappresenta un valore di oltre 38 miliardi di dollari nel mercato globale. E crescerà del 14,1% all’anno. Fino al 2027.
Sul mercato europeo, stando ai dati legati alla produzione dello studio di Technavio, si prevede che la quota del comparto della birra artigianale aumenterà di 666,34 milioni di litri entro il 2025 (+6,20%).
Buone notizie anche per la birra italiana, che secondo l’Annual Report 2020 di Assobirra, risulta tra quelle con migliore reputazione in Europa, terza in classifica, battendo tutti i paesi a grande tradizione birraria, inclusa la Germania, ad eccezione di Polonia e Romania.
E se Germania e Regno Unito rimangono i mercati con la più rapida crescita di mercato, l’Italia è al quarto posto in Europa per numero di birrifici artigianali. Meglio del Bel paese solo Regno Unito, Germania e Francia (fonte: Unionbirrai).
I MILLENNIAL E LA BIRRA ARTIGIANALE
Più in generale, il settore guarda al futuro con positività, in seguito al riconoscimento nella Legge di Bilancio della filiera brassicola, per cui ad oggi le filiere di orzo da birra e del luppolo sono certificate quali vere e proprie filiere.
Un riconoscimento che certifica il valore del comparto della birra artigianale in Italia: il 4% del mercato nazionale, che produce in media 500 mila ettolitri l’anno e che fattura oltre 250 milioni di euro, dando lavoro a 7 mila addetti (fonte: Unionbirrai).
La birra artigianale convince sempre più famiglie e giovani, soprattutto nella segmentazione anagrafica Millennial. Il 60% si dichiara, infatti, un conoscitore attento delle varie tipologie di birra, da quelle delle bottiglie da collezione, alle profumate e variopinte (Istat).
Una popolarità che non può che lasciare soddisfatto chi produce birra artigianale italiana e la distribuisce attraverso una catena di food retail di successo, come Doppio Malto.
«Continueremo quest’anno ad aprire nuovi ristoranti in diverse città italiane ed europee – dichiara il fondatore e Ceo, Giovanni Porcu -. È questo infatti ad oggi il principale canale distributivo della nostra birra artigianale, mentre stiamo lavorando per approdare alla grande distribuzione nel 2023».
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Chiamatela pure “prova del nove”. L’Amarone revolution passa anche, anzi soprattutto, dai calici di Anteprima Amarone 2017. I migliori riescono a interpretare la “new wave” senza stiracchiarsi troppo, riducendosi a surrogati del Valpolicella Rosso da un lato, o del Recioto dall’altro. Chi resta indietro, invece, continua a costruire la propria cifra stilistica sulle richieste dei mercati più profittevoli; o, peggio, su quelle dei buyer poco lungimiranti della grande distribuzione.
Dividere in tre macro gruppi i 39 campioni in assaggio domenica 19 giugno al Palazzo della Gran Guardia di Verona è un compito mai stato così semplice. È il segnale evidente che un gruppo piuttosto cospicuo di cantine della Valpolicella ha compreso la lezione dei mercati. Iniziando a lavorare duro, per correggere il tiro. O costruire una nuova identità.
La svolta decisiva pare essere quella di Novaia, cantina che investe sul bio e indica a tutta la denominazione la direzione giusta. Tra gli altri, in rigoroso ordine alfabetico, convincono per motivi diversi Bertani, Corte Figaretto, Costa Arènte, Salvaterra, Secondo Marco. E ancora: Tenuta Santa Maria di Gaetano Bertani, Terre di Leone, Tinazzi, Vigneti di Ettore e Zeni 1870.
I MIGLIORI AMARONE 2017 AD ANTEPRIMA AMARONE 2022
Bolla (Classico Riserva “Le Origini”) – non ancora in commercio
Rubino medio, alla vista. Bel cioccolato, ma anche note verdi, al primo naso. Bel frutto che esce con due giri di calice. Buon prontezza di beva generale. Centro bocca un po’ debole, chiusura leggermente sbilanciata sull’alcol che andrà ad armonizzarsi.
Clementi (Classico) – campione di botte
Colore rubino carico, purpureo. Frutta stramatura, tra la ciliegia e la prugna. Buona profondità speziata, scura. Gran bella concentrazione al palato, sorso pulito, tannino levigato, beva succosa. Amarone che coniuga bene, sul fronte dell’equilibrio, la cifra stilistica del residuo zuccherino importante.
Le Guaite di Noemi – campione di botte
Rubino intenso, unghia giovane. Impronta verde al naso, piuttosto importante. È il consueto tratto dell’Amarone de Le Guaite di Noemi. Marmellata, prugna e ciliegia, terziari corpulenti. In bocca corrispondente, con terziari sul frutto. Tannino polveroso, cacao amaro. Vino giovanissimo, all’inizio del suo percorso.
Massimago – campione di botte
Bel rubino, alla vista. Così come apprezzabile è l’espressione del frutto al primo naso, al centro del quadro. Si conferma tale anche al palato, che guadagna terziari cioccolatosi, sullo sfondo. Sorso che manca di un po’ di concentrazione, per quanto riguarda il frutto. Tannino che si rivela così piuttosto ruvido, in chiusura.
Cantina di Soave (Riserva “Rocca Sveva”) – campione di botte
Colore carico, impenetrabile. Buona concentrazione del frutto, che non sfora nella marmellata. Sorso agile, alcol molto ben integrato. Amarone di beva, “da pasto”.
Sartori di Verona (Classico “Reius”) – campione di botte
Altro Amarone che premia l’agilità di beva, con la nota inconfondibile di banana, quasi sempre presente in questa fase degli Amarone di Sartori. Il legno assume un ruolo importante nella cifra stilistica della cantina. Caratteristica un po’ superata, anche in Gdo.
Secondo Marco – campione di botte
Bel colore, rubino. Splendida espressione dei varietali. Ecco l’Amarone come dovrebbe essere da qui al futuro. Tannino che sarà elegantissimo, già in cravatta. Freschezza inebriante, anche in allungo.
Tenuta Santa Maria di Gaetano Bertani (Classico Riserva) – campione di botte
Rubino-granato mediamente carico. Altra gran bella interpretazione dell’Amarone 2017, sulla scia di San Marco, ma più in profondità e balsamicità, a riguardo delle note speziate. Spina dorsale massiccia: oltre alla freschezza, ecco una bella nota “salina” che tiene retto il sorso e fa da controcanto all’importante componente glicerica.
Valentina Cubi (Classico “Morar”) – campione di botte
Tende al granato. Leggerissima vena ossidativa, comunque integrata (al momento) nel quadro. Frutta che guarda al sotto spirito. Sorso teso, succoso, di struttura importante. Vino da abbinamento corpulento, nella vecchia concezione dell’Amarone da meditazione.
Villa San Carlo Wine – campione di botte
Bel rubino, mediamente carico. Legno importate, vaniglia. Vino che si inserisce perfettamente nella cifra stilistica attuale della cantina, con prevalenza dei terziari sui primari.
Bertani (Valpantena)
Bel rubino, piuttosto carico. Al naso mora, prugna, ciliegia fresca, di gran precisione. Grande è l’eleganza al sorso: freschezza da vendere, tannino che si integrerà meglio col tempo, ma che già ora fa il suo dovere, “asciugando” un succo polposo, di grandissima precisione. Vino centratissimo, millimetrico.
Ca’ del Sette “Appassionante 1944 M.C.”
Colore purpureo, poco penetrabile. Bel frutto che tende al surmaturo, più che alla marmellata. Al palato predominanza della ciliegia scura, stuzzicata da un tannino piuttosto polveroso. Beva comunque agile, che perde un po’ di peso e sostanza in centro bocca.
Ca’ la Bionda (Classico “Ravazzol”)
Rubino. Primo naso sul peperone verde. L’ossigenazione premia l’espressione del frutto, piuttosto preciso. Corrispondente al palato, tannino un po’ asciutto.
Ca’ Rugate “Punta 470”
Rubino, mediamente carico. Frutto polposo, ancora croccante, tannino che si integrerà ancora meglio e ci lavorerà sopra. Pecca in allungo (corto), ma su questo fronte ha solo bisogno di tempo.
Cantine di Verona Sca “Torre del Falasco”
Bel rubino. Legno e componente fruttata si dividono naso e sorso, con leggera prevalenza del primo sulla seconda. Tannino piuttosto asciutto, chiusura che tende all’amaricante.
Gerardo Cesari (Classico)
Rubino mediamente carico. Naso scuro, speziato, così come il palato, che tende tuttavia all’amaro. Sorso scarico che denota non solo la mancanza di adeguata concentrazione, ma anche un tannino piuttosto aggressivo. Chiusura scorbutica, col frutto che prova a sopravvivere all’amaro. Al momento non pare una grande prova.
Corte Figaretto (Valpantena “Brolo del Figaretto”)
Bel rubino, alla vista. Al naso una ciliegia netta, fragrante, succosa, avvolta in un circo di spezie. Vena sanguigna, ferrosa, in sottofondo. Sorso che abbina freschezza, tensione, polpa e un tannino in fase di integrazione. Bella prova, oggi e in divenire.
Costa Arènte (Valpantena)
Colore carico. Frutto che tende al maturo, senza sforare nella marmellata. Gran bella beva, sinuosa e larga, con tannino che arriva al momento giusto, a rallentare piano la scorrevolezza del sorso. Bel vino, anche in prospettiva, quando il legno si integrerà del tutto.
Domini Veneti (Classico)
Colore piuttosto carico, naso su frutta, speziatura ed erbe aromatiche, quasi a richiamare la macchia mediterranea. Il sorso è largo, d’un fruttato giustamente glicerico, affiancato da una componente terziaria piuttosto importante. Funziona, questo Amarone, facile da immagine anche in tavola. Parola d’ordine equilibrio, per un target piuttosto basico.
Falezze di Luca Anselmi
Rubino piuttosto carico. Naso su caramello salato, frutto sulla ciliegia, succosa, ancora croccante. Bella prova al palato, dove le figure si cambiano il posto sul palco, almeno in ingresso: frutto al centro del sorso, prima di una chiusura sui ritorni caramellati avvertiti al naso. Vino da riassaggiare, giovanissimo e di buona prospettiva.
Fattori (Riserva)
Rubino tendente al violaceo. Naso sul frutto rosso, una ciliegia che tende al sotto spirito. Componente acida e tannino al momento disconnessi dal quadro, ma chiaro tentativo di produrre un Amarone 2017 che premi la freschezza, più della concentrazione. Avanti così, è la strada giusta.
Ilatium Morini “Campo Leon”
Colore carico, impenetrabile. Legno al naso, latte e menta. Residuo e dolcezze molto ben giocate al palato, in assoluto equilibrio con le durezze. Sbrodola solo la chiusura, cui si arriva in fretta per via della morbida avvolgenza del sorso e dei tannini piuttosto setosi. Amarone che, per caratteristiche, strizza l’occhio a precisi mercati internazionali.
La Collina dei Ciliegi “Ciliegio”
Granato. Amarone 2017 giocato al naso sull’equilibrio tra le note scure (frutti e spezia), più che rosse. Acidità che slancia un frutto croccante, con la ciliegia in gran vista. Alcol importante, un po’ invadente in chiusura. Tannino lavorato, “pronto”.
Monte Zovo – Famiglia Cottini
Rubino intenso. Terziari preponderati al naso. Recupera al palato il frutto, comunque tendente allo stramaturo, più che alla marmellata. Amarone 2017 che sembra provare a imboccare la strada della freschezza, ma ha ancora le catene della concentrazione eccessiva e di una terziarizzazione imponente.
Monteci (Classico)
Porpora. Naso e bocca su frutti rossi ancora croccanti, beva premiata. Manca un po’ di complessità, di stratificazione, attese in un Amarone.
Cantine Giacomo Montresor
Rubino mediamente carico. Vino che ha tutto per piacere, sin da oggi: frutto, freschezza, equilibrio, residuo zuccherino ben bilanciato, tannino che lavora bene sul succo. Un Amarone “da pasto”, ben concepito dalla vigna alla cantina.
Novaia (Classico “Corte Vaona”)
Rubino. Naso e bocca corrispondenti, su una bella vena fruttata rossa, più che scura. Bel lavoro su alcol e tannini, nonché sull’estrazione. Un Amarone che pare un grande passo avanti nella cifra stilistica di una cantina che da tempo ha imboccato una strada di perfezionamento, forte peraltro degli investimenti nel bio. Un Amarone che impegna l’intero gruppo di produttori (e il Consorzio) a interrogarsi sul futuro e sulle sfide dell’Amarone revolution, dentro e fuori dal calice.
Pasqua Vigneti e Cantine “Famiglia Pasqua”
Colore piuttosto carico. Naso e palato condizionati dal legno. Residuo e dolcezze fuori dal quadro dell’equilibrio. Snaturato.
Cantine Riondo “Casalforte”
Carico. Amarone giocato sulla piacevolezza dell’appassimento, ben bilanciato con le durezze in ingresso. In chiusura, residuo un po’ troppo preponderante. Sei meno in “pagella”.
Roccolo Grassi
Colore piuttosto impenetrabile. Amarone 2017 molto ben giocato tra frutto e terziari, specie al naso. In bocca, al momento, troppa prevalenza delle note dolci (residuo) e del legno. Vino comunque giovanissimo, in divenire.
Salvaterra (Classico)
Bel rubino, alla vista. Nel complesso, l’Amarone al momento più centrato in tutte le sue componenti e fasi. Ha il frutto, l eleganza, la materia, lo slancio, il tannino, l’integrazione del residuo e il suo bilanciamento con le componenti dure. La strada spianata davanti per un futuro luminoso.
Santa Sofia (Classico)
Colore mediamente carico. Appassimento in risalto al naso, ma senza eccessiva opulenza. Al palato, invece, il residuo sbilancia il sorso. Tannino che richiama quei leggeri tratti verdi, già avvertiti al naso.
Santi (Classico “Santico”)
Vino al momento sbilanciato su salinità e durezze.
Terre di Leone (Classico “Il Re Pazzo”)
Bel rubino, riflessi granati. Appassimento in primo piano, al naso, unito a una componente speziata scura, importante. Corrispondenza perfetta al sorso, per un Amarone che premia la beva, senza rinunciare a carattere e tipicità. Vino all’inizio del suo lungo percorso di crescita, su cui è in corso un evidente lavoro stilistico, al momento a metà fra le tendenze tradizionali e future. Cantina a cui dare grande fiducia e su cui scommettere ad occhi chiusi per il futuro.
Tinazzi “Ca’ de Rocchi – La Bastia”)
Rubino carico. Nota netta di mora di rovo, sulla ciliegia. Note scure e rosse si abbinano bene. Sorso corrispondente, che designa il vino più pronto ed equilibrato di Anteprima Amarone 2017, in tutte le sue componenti. Al momento, quello da bere senza troppe “menate”.
Torre di Terzolan “Torre di Terzolan”
Colore carico. Altra prova sul filone della beva agile, con maggiore preponderanza dei terziari, sul frutto. Vino che pecca solo in chiusura, dove residuo e note speziate dolci hanno la meglio sul frutto.
Colore mediamente carico. Vino elegante, teso il giusto, fresco, pronto tendenzialmente. Un’altra etichetta che è possibile iniziare a bere oggi, con buone probabilità di crescere ancora nel tempo.
Zeni 1870 (Classico “Vigne Alte”)
Altro Amarone 2017 che mette già in scena l’equilibrio tra durezze e residuo, frutto, freschezza e “calore” del tannino. Buona prova sul frutto (note nette di ciliegie) e vena salina a fare da spina dorsale al sorso. Buona prospettiva.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Enoturismo sempre più a portata di clic. Airbnb, noto portale online che mette in contatto privati in cerca di un alloggio o di una camera per brevi periodi, ha introdotto la categoria “Vigneti”. Mai prima d’ora, il sito fondato nell’ottobre del 2007 da Brian Chesky, Joe Gebbia e Nathan Blecharczyk aveva offerto questo filtro.
Gli utenti saranno in grado di scegliere tra migliaia di proposte in tutto il mondo. Una novità che riguarda ovviamente anche l’Italia. Selezionando la categoria “Vigneti” su Airbnb appaiono appartamenti disponibili per l’affitto in alcune delle più note regioni vinicole italiane.
ENOTURISMO: LE CANTINE CHE OFFRONO OSPITALITÀ IN ITALIA
Oltre ai privati, diverse aziende agricole si sono già attrezzate per comparire sul portale. Nel Bel paese sono infatti centinaia le cantine che offrono ospitalità, come raccontato anche dalla speciale rubrica “Cantine e ospitalità” di winemag.it.
Di seguito i focus in vari territori del vino italiano. Dalla Valle d’Aosta alla Puglia, dall’Alto Adige alla Sicilia, con i focus sull’Etna, il catanese e le altre province, passando per Lazio, Oltrepò Pavese, Emilia Romagna e Abruzzo.
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Giovanni Busi è stato confermato presidente del Consorzio Vino Chianti per altri tre anni, con voto unanime. Titolare dell’azienda vitivinicola Travignoli, che dirige dal 1989, Busi è dal 2010 presidente del Consorzio Vino Chianti.
L’ente conta 3.500 aziende socie, che rappresentano 15 mila ettari di vigneto atto a produrre Chianti Docg. Due i vicepresidenti: Ritano Baragli (cantina sociale Colli Fiorentini) e Alessandro Zanette (Gruppo Italiano Vini).
«Sono onorato di questa conferma – ha commentato Busi – non solo per il prestigioso ruolo di guida di uno dei consorzi vinicoli più importanti del nostro Paese, ma anche perché questa elezione rappresenta il riconoscimento del buon lavoro svolto in questi mandati».
Passando in rassegna le prossime sfide che attendono il Consorzio Vino Chianti, Busi ha messo al primo posto la «necessità di lavorare tutti insieme per aumentare le vendite della denominazione, passando da 720 mila a un milione di ettolitri».
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Si beve meno in quantità ma aumenta la platea degli italiani che consumano vino, con quasi 30 milioni di consumatori che rappresentano il 55% della popolazione adulta italiana, il 66% tra i maschi e il 44% tra le femmine. Lo rileva l’Osservatorio dell’Unione italiana vini (Uiv), che ha elaborato i consumi di vino degli italiani sulla base degli ultimi, inediti, dati Istat 2021.
Secondo l’analisi Uiv, negli ultimi 10 anni il numero dei consumatori (oltre 29 milioni) è leggermente cresciuto (+2,3%, +9% per le femmine). I maggiori cambiamenti si registrano nelle abitudini dei cluster demografici che li compongono.
A sorpresa, rispetto al 2011, perdono poco in numerosità i giovani compresi tra i 18 e i 34 anni (-2,9%, ma in lieve crescita negli ultimi 5 anni), mentre la contrazione più rilevante riguarda la fascia 35-44 anni (-23%).
FRESCOBALDI: «IL VINO NON È PIÙ UN COMPANATICO»
A incrementare sono le fasce di età più mature: +11,4% dai 55 ai 64 anni e +19,3% dai 65 anni in su. In diminuzione, inoltre, il dato sui consumatori quotidiani che nel decennio passano da 14,9 milioni a 12,4 milioni (-16,8%) con un crollo del 31,3% per chi beve più di mezzo litro al giorno.
«Rispetto a trent’anni fa – evidenzia il presidente di Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi – quando il vino era una sorta di companatico, si è evoluto moltissimo il rapporto con i consumatori. Oggi in Italia il vino, che definire moda risulta riduttivo, è uno status culturale; conoscerlo vuol dire essere una persona interessata, culturalmente preparata e curiosa.
Perché ad attrarre non è solo il prodotto ma anche ciò che ci sta dietro: il territorio, le storie, il contesto sociale; un approccio moderato che non ha nulla a che fare con lo sballo. Per questo riteniamo sbagliato che la Commissione europea nei suoi programmi di prevenzione accomuni il vino con altre bevande utilizzate per i consumi compulsivi».
IL PODIO DEI CONSUMI DI VINO: L’UMBRIA “BEVE” PIÙ DI MARCHE E VENETO
Tra le regioni, è l’Umbria che vanta la maggiore quota di consumatori rispetto alla popolazione (62%), seguita dalle Marche (60%) e – a pari merito con il 59% – Veneto, Emilia-Romagna e Valle d’Aosta. A seguire, le 2 regioni rossiste per eccellenza – Toscana e Piemonte – con il 58%.
In coda, nei dati sui consumi di vino degli italiani, ci sono le Isole: Sardegna (48%) e Sicilia (45%). Con quasi 1/5 degli user, la Lombardia è in testa alla ripartizione dei consumatori per regione, seguita dal Lazio (10%) e dal Veneto (9%). Tra i giovani (18-34 anni), rileva infine l’Osservatorio Uiv, sono in calo (-10%) i consumatori quotidiani.
Il vino italiano genera un fatturato di 14,5 miliardi di euro l’anno, con il solo l’export che vale 7,1 miliardi (+12,4% la crescita nel 2021) e una bilancia commerciale attiva per circa 6,7 miliardi di euro.
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Sale a 3 miliardi di euro il conto dei danni causati dalla siccità che assedia città e campagne. Tra autobotti e razionamenti, il Po è in secca peggio che a Ferragosto, laghi e fiumi sono svuotati e i campi arsi. I raccolti bruciano sui terreni senz’acqua ed esplodono i costi per le irrigazioni di soccorso per salvare le piantine assetate e per l’acquisto del cibo per gli animali, con i foraggi bruciati dal caldo.
È quanto afferma la Coldiretti nel tracciare l’ultimo drammatico bilancio di un 2022 segnato fino ad ora da precipitazioni praticamente dimezzate e produzioni agricole devastate. Un panorama rovente che peggiora con l’ondata di calore che porta le temperature oltre i 40 gradi con le falde sempre più basse mentre si moltiplicano le ordinanze dei comuni per il razionamento dell’acqua.
In questa situazione di profonda crisi idrica, denuncia Coldiretti, «oltre a prevedere uno stanziamento di risorse finanziarie adeguate per indennizzare le imprese agricole per i danni subiti è necessario agire nel breve periodo per definire le priorità di uso dell’acqua disponibile».
La precedenza, sempre secondo la confederazione, va data al settore agricolo «per garantire la disponibilità di cibo, in un momento in cui a causa degli effetti della guerra in Ucraina l’Italia ha bisogno di tutto il suo potenziale produttivo nazionale».
SICCITÀ, LETTERA DI COLDIRETTI A DRAGHI
Parole che il presidente della Coldiretti Ettore Prandini ha confermato nella lettera al presidente del Consiglio, Mario Draghi. «Accanto a misure per immediate per garantire l’approvvigionamento alimentare della popolazione – si legge nella missiva – appare evidente l’urgenza di avviare un grande piano nazionale per gli invasi che Coldiretti propone da tempo».
a fronte di una crisi idrica la cui severità si appresta a superare quanto mai registrato dagli inizi del secolo scorso, venga poi dichiarato al più presto lo stato di emergenza nei territori interessati con l’intervento del sistema della Protezione civile per coordinare tutti i soggetti coinvolti, Regioni interessate, Autorità di bacino e Consorzi di bonifica, e cooperare per una gestione unitaria del bilancio idrico».
Una richiesta fatta propria anche dalle Regioni, con l’appello al Governo per lo stato di emergenza nel Nord Italia e per avere il supporto a livello nazionale della Protezione Civile.
UN QUARTO DELL’ITALIA A RISCHIO DESERTIFICAZIONE
Sempre secondo Coldiretti, più di un quarto del territorio nazionale (28%) sarebbe a rischio desertificazione, con una situazione di grave siccità che riguarda le regioni del Sud e del Nord. La grande sete minaccia un territorio del bacino padano che rappresenta più del 30% del Made in Italy agroalimentare.
Il Po, al Ponte della Becca (Pavia), è a -3,3 metri rispetto allo zero idrometrico. Un livello più basso di quello raggiunti a Ferragosto 2021. La siccità che colpisce così i raccolti, dal riso al girasole, dal mais alla soia, ma anche le produzioni di grano e di altri cereali e foraggi per l’alimentazione degli animali.
L’assenza di precipitazioni aggrava la situazione di dipendenza dell’Italia dall’estero, sul fronte di diverse materie prime. Il Bel paese produce appena il 36% del grano tenero che serve per pane, biscotti, dolci, il 53% del mais per l’alimentazione delle stalle.
Non va meglio per grano duro per la pasta (56%) ed orzo (73%). «Una emergenza nazionale che riguarda coltivazioni ed allevamenti travolti da una catastrofe climatica che si prefigura addirittura peggiore di quella del 2003 che ha decimato le produzioni agricole nazionali».
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Marco Accordini, 26 anni, figlio del direttore generale ed enologo di Cantina Valpolicella Negrar, Daniele Accordini, è morto questa mattina in occasione di un incidente con il trattore. Il giovane stava lavorando in campagna, nell’agriturismo di famiglia a Mazzurega, nella valle di Fumane, in località la Cà.
Laureato in Viticoltura ed Enologia, corso interateneo con l’Università di Trento presso il Centro Agricoltura Alimenti e Ambiente, che ha sede in Fondazione Edmund Mach (Fem) a San Michele all’Adige, Marco Accordini era un giovane molto appassionato del suo lavoro.
Chi lo conosceva lo descrive come «sempre pronto a far propri gli aspetti più innovativi dell’accoglienza alberghiera, che metteva in pratica nel wine relais di famiglia».
CANTINA DI NEGRAR CONVOCA IL CDA
«Al di là dell’attaccamento paterno, Daniele era molto fiero di suo figlio, una stima reciproca, visto che con la scelta degli studi Marco aveva deciso di seguire le orme del padre», dichiara affranto Renzo Bighignoli, presidente di Cantina Valpolicella Negrar, che insieme al vice presidente Gianmichele Giacopuzzi, ha convocato un Cda stasera per ufficializzare a tutta l’azienda la triste notizia.
«La presidenza, il Cda, la direzione, i dipendenti e i soci della Cantina – aggiunge Bighignoli – si stringono con tanto affetto a Daniele e alla moglie Eleonora in questo momento di grande dolore». In occasione dei funerali, che si svolgeranno venerdì 24 giugno, all ore 10, nella chiesa di Pedemonte, cantina, wine shop e osteria rimarranno chiusi per tutto il giorno.
IL CORDOGLIO DI ASSOENOLOGI PER LA MORTE DI MARCO ACCORDINI
Tra i primi a commentare l’accaduto c’è il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella, che ha indirizzato una lettera agli associati. «Sono sgomento e pieno di dolore per la tragedia che ci ha portato via il nostro giovane collega Marco Accordini, figlio di Daniele», si legge.
«La vita ancora una volta ci mette a dura prova e purtroppo il destino talvolta ci travolge e ci annulla. Sappiamo che non ci sono parole o gesti che possano colmare un così grande vuoto e un così immenso dolore. Lasciamo che Marco viva nei nostri cuori per la sua inaspettata scomparsa. Non possiamo che stringerci attorno al cordoglio della famiglia», conclude Cotarella.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
L’Assemblea annuale dei soci di Federdoc ha nominato i consiglieri del nuovo Cda. Il 28 giugno saranno chiamati all’elezione del nuovo presidente, che sostituirà Riccardo Ricci Curbastro.
Eletti Andrea Ferrero, Filippo Mobrici, Massimo Marasso, Riccardo Ricci Curbastro, Fabio Zenato, Elvira Bortolomiol, Christian Marchesini, Paolo Fiorini, Franco Cristoforetti, Paolo Corso, Giangiacomo Bonaldi, Ruenza Santandrea, Claudio Biondi.
E ancora: Giovanni Busi, Francesco Colpizzi, Andrea Rossi, Elisa Fanti, Vittorio Carone, Alberto Mazzoni, Valentino Di Campli, Leone Massimo Zandotti, Francesco Liantonio, Libero Rillo e Antonio Rallo.
Per il Collegio dei Revisori dei conti nominato Marco Morolli. Luca Petrelli, Vasco Boatto e Arturo Stocchetti sono le figure designate al Collegio dei Probiviri.
L’assemblea, tenutasi oggi a Roma, è stata l’occasione dei saluti per l’attuale presidente Ricci Curbastro. «Ventiquattro anni alla guida di Federdoc – ha sottolineato – sono stati per me un viaggio lungo e importante. Grazie al lavoro di Federdoc è nato un sistema di controlli moderno ed efficace. È stato un bel viaggio e lascio il testimone».
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La vendemmia 2022 sarà precoce in Borgogna. L’inizio della raccolta è previsto intorno al 25 agosto per i vini fermi e attorno alla metà di agosto per il Il Crémant de Bourgogne. Le piante stanno crescendo a ritmo sostenuto, soprattutto grazie alle temperature, costanti dal 12 aprile.
L’abbondante soleggiamento della stagione ha portato a uno sviluppo vegetativo molto intenso, che incide sul carico di lavoro dei viticoltori. I primissimi fiori sono stati notati verso la metà di maggio. Una precocità vicina all’annata 2020, nonostante il germogliamento più tardivo.
La fioritura è avvenuta in condizioni molto buone, grazie a molto sole e a temperature ideali (20-25°C). Il 2022, secondo il consorzio locale, sembra quindi «destinato a entrare nel club delle annate più precoci, dopo il 2020, il 2011 e il 2007».
Considerando i 90-100 giorni che intercorrono tra la fioritura e la vendemmia, a pari condizioni meteo, le forbici della vendemmia 2022 dovrebbero entrare in azione nell’ultima decade di agosto per i vini fermi.
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Un focus sul vigneto, proprio quando la grave crisi idrica minaccia la penisola. Si terrà giovedì 23 e venerdì 24 giugno Enovitis in campo 2022, manifestazione itinerante organizzata da Unione italiana vini e diventata punto di riferimento per il settore dei prodotti, delle tecnologie, dei macchinari e dei servizi dedicati alla cura dei vigneti.
Una sedicesima edizione che radunerà 171 espositori, in un momento in cui il comparto agricolo è in allarme per la mancanza d’acqua. In tale contesto, la gestione e l’ottimizzazione della vigna assumono quindi un’importanza strategica.
Grande attenzione dunque all’itilizzo di pratiche sostenibili come l’irrigazione a goccia, che permette di consumare quantità minori di acqua ed energia. Spazio anche all’inerbimento permanente e al sovescio, utili nel contrastare gli effetti della siccità.
LA CHALLENGE SULL’INNOVAZIONE IN VITICOLTURA
Ospitato per la prima volta in Friuli Venezia Giulia, presso la Tenuta Ca’ Bolani di Cervignano del Friuli, Enovitis pone al centro l’area tematica Robot&Automazione, dedicata alle attrezzature di ultima generazione che si relazionano al vigneto in modo autonomo e che non richiedono quindi il supporto di un operatore umano.
L’attenzione alle tecnologie più futuristiche è ribadita dall'”Innovation Challenge Enovitis in campo 2022“, che anche quest’anno premia i macchinari più innovativi del settore attraverso l’attribuzione dei riconoscimenti Technology Innovation Award e New Technology.
Riflettori accesi sulle tecniche biologiche, grazie alla rinnovata collaborazione con FederBio Servizi, che porterà all’allestimento di un vigneto biologico dimostrativo. Diversi gli eventi e i workshop dedicati ai vari aspetti che caratterizzano il processo di coltivazione sostenibile, al fine di esplorarne caratteristiche e criticità.
All’inaugurazione, che si terrà giovedì 23 giugno alle ore 11, interverranno il presidente di Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi, il proprietario della Tenuta Ca’ Bolani, Domenico Zonin, il direttore della Tenuta Ca’ Bolani, Roberto Marcolini, il sindaco di Cervignano del Friuli, Andrea Balducci e l’assessore alle Infrastrutture e territorio del Friuli Venezia Giulia, Graziano Pizzimenti.
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