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Sostenibilità: -40% di acqua per irrigazione dei pomodori grazie alla tecnologia

Sostenibilità -40% di acqua per irrigazione dei pomodori grazie alla tecnologia

Un’idea apparentemente semplice ma al contempo innovativa. Coltivare pomodori monitorando costantemente l’umidità del terreno per irrigare le piante solo nei momenti opportuni e con la corretta quantità di acqua.

Una piccola stazione di rilevazione composta da quattro sonde posizionate a diversi livelli di profondità nel terreno, da 10 cm a 30 cm, in grado di dare informazioni relative all’intera superficie del campo. Informazioni sempre disponibili on-line all’agricoltore che è così in grado di intervenire tempestivamente sulle coltivazioni.

«Si parla con la coltura. È la pianta che ti dice quando ha sete e quando non ne ha», spiega Cesare Malvicini, titolare dell’Az. Agr. Vannina e Agrimal, nel piacentino. La due stazioni di rilevazione forniscono a Malvicini dati relativi a tutti i 10 ettari coltivati a pomodori.

I RISULTATI

L’utilizzo dei tensiometri ha portato notevoli benefici sia in termini di sostenibilità che in termini di produttività. “Dialogando” con il campo si è arrivati ad utilizzare il 40% di acqua in meno, riducendo significativamente lo spreco idrico. Ma non solo, la produttività è aumentata del 20%.

Inoltre le piante di pomodoro si mantengono in buona salute. Sono più reattive e resistenti in caso di attacchi patogeni o di ondate di calore particolarmente intense, consentendo di limitare l’utilizzo di eventuali trattamenti chimici. Questa pratica contribuisce anche a proteggere la fertilità del suolo, salvaguardandone le sostanze organiche.

UNA FILIERA SOSTENIBILE

Vannina e Agrimal è fornitore di Steriltom, storica azienda del territorio specializzata nella produzione di polpa di pomodoro. A sua volta Steriltom fornisce le proprie conserve a Nestlé, in particolare allo stabilimento Buitoni di Benevento, l’hub internazionale per la pizza surgelata del Gruppo.

Una filiere integrata in nome della sostenibilità. In particolare, a livello internazionale, Nestlé investirà 1,2 miliardi di Franchi Svizzeri da qui ai prossimi cinque anni per promuovere l’agricoltura rigenerativa in tutta la sua catena di approvvigionamento.

Una rete di oltre 500.000 agricoltori e 150.000 fornitori, che il colosso internazionale del food intende coinvolgere offrendo tecnologie all’avanguardia ed impegnandosi a pagare un sovrapprezzo per prodotti provenienti da agricoltura rigenerativa.

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Baglio di Pianetto, prossima Fermata Etna

Dopo Monreale (Tenuta Pianetto) e la Val di Noto (Tenuta Baroni), Baglio di Pianetto sbarca sull’Etna con due nuovi vini. Un bianco e un rosso dal nome inequivocabile: Fermata 125. Prende così avvio un altro sfidante progetto per l’azienda della famiglia Marzotto. La nuova linea è un omaggio alla storica ferrovia Circumetnea.

Entrata in funzione a fine Ottocento, la linea collega con il suo tracciato Catania e Riposto, compiendo il periplo del vulcano. La fermata 125 di Passopisciaro, di fronte alla quale sorge la cantina con la quale Baglio di Pianetto ha avviato questo progetto, ha dato il nome all’Etna Bianco Doc e all’Etna Rosso Doc firmati Baglio di Pianetto.

BAGLIO DI PIANETTO, OMAGGIO ALLA FERROVIA CIRCUMETNEA

«L’Etna – spiega Francesco Tiralongo, amministratore delegato dell’azienda. rappresenta uno dei più affascinanti e unici terroir del vino, rappresentativo non solo per la Sicilia, ma sempre più conosciuto per l’Italia nel mondo. Ampliare il nostro assortimento con due nuovi vini in purezza che interpretassero secondo il nostro stile il Carricante e il Nerello Mascalese, le due principali uve autoctone allevate sul vulcano, era un desiderio che avevamo da tempo e che ora siamo riusciti a realizzare».

Il comune di Castiglione di Sicilia e in particolare la frazione di Passopisciaro, rappresentano uno dei più storici territori etnei, particolarmente vocati alla viticoltura – continua Francesco Tiralongo –. Qui abbiamo trovato il partner che cercavamo, con il quale condividiamo in primis l’approccio sostenibile in campagna. Ci siamo da subito trovati in grande sintonia: i vigneti e la cantina saranno condotti in stretta collaborazione con il nostro team aziendale, che sarà presente e supervisionerà tutte le fasi produttive».

ETNA BIANCO E ROSSO FERMATA 125

L’Etna Bianco Doc “Fermata 125” 2020 proviene da uve certificate biologiche di Carricante in purezza, allevate a cordone speronato e guyot, raccolte manualmente alla fine di ottobre. Dopo una macerazione a freddo sulle bucce per favorire l’estrazione aromatica e la fermentazione in vasche d’acciaio, il vino riposa sui suoi lieviti per circa 4 mesi. Segue un affinamento in bottiglia di altri 4 mesi prima di essere commercializzato.

L’Etna Rosso Doc Fermata 125 2019 si ottiene da uve di Nerello Mascalese in purezza, allevate con il tradizionale sistema dell’alberello e raccolte manualmente alla fine di ottobre. Dopo una macerazione di circa 10 giorni in vasche d’acciaio a contatto dei propri lieviti indigeni, il vino svolge la fermentazione malolattica in barrique, dove poi prosegue la sosta e maturazione per circa 8-9 mesi. Dopo l’imbottigliamento, si affina ancora per un anno prima della commercializzazione.

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Milano Golosa: il 16 e 17 Ottobre ai Chiostri di Sant’Eustorgio

Torna dal 16 al 17 ottobre Milano Golosa, la kermesse dedicata alla produzione gastronomica di eccellenza del nostro paese. Appuntamento ai Chiostri di Sant’Eustorgio del Museo Diocesano, in ambiente esterno, a ingresso gratuito ma con obbligo di prenotazione.

La nuova location dell’evento permetterà al pubblico di poter godere in totale sicurezza di questa edizione grazie ad un allestimento all’aperto. Al tempo stesso gli antichi chiostri proteggeranno il pubblico da eventuali capricci del meteo.

Come sempre la selezione degli espositori è rigorosa. Entra solo chi oltre a mettere passione, professionalità e rispetto del territorio nei propri prodotti mixa questi ingredienti in qualcosa di veramente buono.

La visita a Milano Golosa è uno straordinario viaggio tra il meglio della produzione gastronomica artigianale e di nicchia che l’Italia offre. Baccalà mantecato veneto, crescia di Urbino, genziana e ratafià abruzzesi per citare alcuni dei protagonisti. Ma anche salame di Varzi, torta Pistocchi, frico friulano, il riso dell’Oltrepò e il capocollo di Martina Franca.

Come sempre si potrà assaggiare, comprare e approfondire le conoscenze su temi legati alla produzione e storia dell’enogastronomia più autentica parlando direttamente con i produttori.

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Andrea Aprea, nuovo ristorante e bar-bistrot al Museo Etrusco di Milano

Per il debutto da imprenditore, a inizio 2022, lo chef Andrea Aprea ha scelto Milano e il nuovo Museo Etrusco. Qui aprirà il primo ristorante con bar-bistrot che porta il suo nome. Le sale saranno all’ultimo piano dell’atteso museo voluto dalla Fondazione Luigi Rovati, al 52 di Corso Venezia a Milano. Uno splendido palazzo d’epoca con una segreta corte verde.

Proprio sulla corte interna si apre il bar-bistrot che proporrà al pubblico soluzioni e concept food informali. L’apertura segna l’avvio del progetto imprenditoriale di Aprea che torna in cucina per continuare il percorso di ricerca che lo ha contraddistinto nei 10 anni trascorsi come Executive Chef al Vun Andrea Aprea del Park Hyatt Milano, portato alle 2 stelle Michelin.

Il ristorante, sviluppato su 210 metri quadrati con 32 coperti, sarà caratterizzato da uno spazio scenico con una vetrata panoramica, che permetterà uno sguardo sul parco di Porta Venezia e sulle nuove architetture della città. Il bar-bistrot sarà invece al piano terra, per servire gli ospiti del museo e il pubblico cittadino.

Progettati dall’architetto Flaviano Capriotti, gli interni riprendono in chiave contemporanea i materiali della tradizione milanese e dialogano con le opere d’arte site specific realizzate da giovani artisti. «Questo nuovo progetto – commenta lo chef Andrea Aprea – rappresenta per me una straordinaria sfida personale e professionale. Con la famiglia Rovati è nata una profonda intesa che ha portato alla condivisione di idee e progetti».

«Sono felice di far parte di questa iniziativa – aggiunge – che offrirà una nuova destinazione per l’arte, la cultura, l’educazione e per la scoperta di inediti percorsi gastronomici». «Siamo certi che la scelta di un partner come Andrea Aprea darà valore al museo che si muoverà, intorno alla propria offerta culturale, con una strategia nuova per Milano e il Paese, di multifunzionalità e di pluralità di servizi», afferma Giovanna Forlanelli, vicepresidente della Fondazione Rovati.

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Viticoltori di Greve in Chianti, parola d’ordine “sostenibilità”

Venticinque aziende unite per la sostenibilità nel territorio del Gallo Nero. Questo l’obiettivo primario della neonata associazione di produttori Viticoltori di Greve in Chianti. Dopo anni di incontri informali, i produttori della zona hanno sentito la necessità di unirsi con un obiettivo comune: la promozione della sostenibilità come strumento di protezione del territorio e leva per una sua ulteriore valorizzazione.

«Il territorio è un valore inestimabile per il Chianti Classico – sottolinea in una nota il gruppo di produttori – e i Viticoltori di Greve si impegnano e si impegneranno a tutelarlo per le generazioni future, attivandosi anche per la riqualificazione di aree ancora non ben integrate nel paesaggio chiantigiano, promuovendo l’enoturismo e tutte le produzioni agricole che favoriscano la biodiversità, vigilando sulla qualità dell’aria, dell’acqua e sull’assetto del suolo, quali elementi imprescindibili per produrre prodotti agricoli di qualità».

IL LOGO DEI VITICOLTORI DI GREVE IN CHIANTI

Il logo scelto dall’associazione rappresenta non a caso i cardini su cui si basa l’attività. In primis il territorio, con la grafica degli archi che caratterizzano la piazza principale di Greve in Chianti, fulcro del paese. Poi la produzione vitivinicola, rappresentata dai bicchieri di vino. Infine, le foglie di una pianta creati dall’intersezione tra gli archi e i bicchieri, per comunicare l’impegno verso la sostenibilità ambientale.

«Greve in Chianti è il nostro territorio, la nostra casa, la nostra famiglia, il nostro lavoro ed è per questo che ci uniamo per promuovere e tutelare il suo prestigio nel mondo», sottolineano i rappresentanti dell’Associazione. Presidente dei Viticoltori di Greve in Chianti, è stata nominata Victoria Matta di Castello Vicchiomaggio.

GREVE IN CHIANTI: LE CANTINE SOCIE DELL’ASSOCIAZIONE

Le 25 aziende socie dell’Associazione viticoltori Greve in Chianti sono Agricola Ottomani, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute Sarl, Azienda Agricola Campriano, Azienda Agricola Corte di Valle, Azienda Agricola Giacomo Grassi, Azienda Agricola La Buca, Azienda Agricola Manetti Leonardo, Azienda Agricola Richiari Porciglia.

E ancora: Carpineto Srl, Castello di Querceto, Castello Verrazzano, Castello Vicchiomaggio, Fattoria La Presura, Fattoria Santo Stefano, Fattoria Toscanella Rimaggio, Podere Poggio Scalette. Infine: Querciabella, Pieve di San Cresci, Sugame Agricola, Terreno, Torraccia di Presura, Triacca, Vignamaggio, Villa Calcinaia e Viticcio.

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Oltrepò, taglio delle rese per Igt Provincia di Pavia Pinot nero e Pinot Grigio

Taglio delle rese in Oltrepò pavese per l’Igt Provincia di Pavia Pinot Nero e Pinot Grigio. Regione Lombardia ha approvato la delibera con cui si prevede di regolamentare la raccolta delle uve provenienti dai due vitigni mediante la riduzione di resa massima di uva per ettaro.

A partire dalla vendemmia 2022 è stabilito un massimo di 17 tonnellate ad ettaro, sia per il Pinot nero che per il Pinot grigio idoneo all’Igt Provincia di Pavia con specificazione di vitigno. La precedente normativa prevedeva un massimale di 20 tonnellate. «Un provvedimento atteso da mesi», commenta l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi.

Vogliamo che le bottiglie dell’Oltrepò pavese abbiano il giusto valore – aggiunge – sia per la redditività degli agricoltori che per le ricadute in termini di immagine su un intero territorio vitivinicolo, dove viene prodotto il 40% del vino lombardo».

Il provvedimento è stato trasmesso al Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, all’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf) – Ufficio di Milano, all’organismo di controllo Valoritalia, al Consorzio tutela vini Oltrepò Pavese e alle Organizzazioni di categoria che hanno approvato la proposta di riduzione delle rese di Pinot Nero e Pinot Grigio Igt Provincia di Pavia.

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Esteri - News & Wine news news ed eventi

Gróf Degenfeld, 25 anni a Tokaji: un quarto di secolo in cui è cambiato tutto

I voli da Stoccarda a Budapest, di venerdì pomeriggio, con i figli piccoli. Le auto prese a noleggio all’aeroporto. I viaggi verso Tokaj che duravano 4 ore, su strade gruviera, piene di buche. Gli slalom, al volante, tra le nuvole di gasolio dei tir targati Ucraina. Come scordare, poi, quel bagno della pensione, in centro al villaggio. Ci si doveva inchinare per fare la doccia, perché il tetto era troppo basso. Thomas Lindner e consorte, la contessa Marie Degenfeld, ricordano ogni singolo dettaglio dei loro primi passi nella regione vinicola di Tokaji, dove oggi la tenuta Gróf Degenfeld compie 25 anni (1996-2021).

Era il 1994 quando il conte Sándor Degenfeld decise di tornare là dove gli era stato sottratto tutto, durante la Seconda Guerra mondiale. Una scelta condivisa con la figlia e il genero, desiderosi di tenere viva la memoria di uno dei padri fondatori della della viticoltura a Tokaj: il Conte Imre Degenfeld, le cui tracce affondano nell’800.

I viaggi dalla Germania – paese in cui la famiglia era emigrata – in un’Ungheria che stava riprendendo in mano le proprie sorti dopo la fine dell’epoca comunista, servivano a questo. «Dopo un discreto girovagare – ricorda Thomas Lindner – ci fu proposta una tenuta a Tarcal. Erano le 11 di un mattino ventoso, umido e freddo. Ma per noi fu amore a prima vista».

PAROLA D’ORDINE ENOTURISMO

Il castello che oggi ospita l’Hotel 4 stelle con ristorante gourmet targato Gróf Degenfeld, operativo dal 2003, è solo uno dei grandi rinnovamenti apportati all’area dall’architetto Ferenc Salamin, ingaggiato dai conti. La struttura, risalente al 1873, ospitava un istituto voluto dal Re, per supportare l’industria del vino ungherese dopo l’epidemia di fillossera. Divenuta proprietà statale, fu lasciata in stato di abbandono.

La stessa sorte toccò ai vigneti circostanti, recuperati e reimpiantati tra il 1999 e il 2010, grazie al prezioso contributo dell’agronomo István Varkoly. Nel 1996 il momento più atteso: l’inaugurazione della moderna cantina, scopo primario del ritorno di fiamma in Ungheria, situata alle spalle del castello-hotel.

A finanziare il progetto, oltre all’eredità nobiliare, anche l’attività imprenditoriale di Thomas Lindner, presidente del consiglio di sorveglianza di Groz-Beckert, azienda tedesca del settore manifatturiero. Oggi la tenuta Gróf Degenfeld, diretta da Máté Tóth, può contare su 35 ettari vitati, situati tra Tarcal e Mád, pregiate sottozone della regione vinicola di Tokaji.

LE NOVITÀ TRA VINI BIOLOGICI, HOTEL E BENESSERE

Dal 2009 la scelta di dare un’impronta biologica all’azienda, con la certificazione ufficiale arrivata da Biokontroll Hungária nel 2017. Altro anno importante è il 2015, quando viene rinnovata la cappella Terézia, che domina la collina sopra la tenuta. Un luogo divenuto iconico per le foto di matrimoni, cresime, fidanzamenti e anniversari.

Venticinque anni, dunque, in cui la famiglia Degenfeld ha cambiato la propria vita e influenzato vini ed enoturismo a Tokaj. All’orizzonte, altri progetti all’insegna soprattutto della viticoltura green. La linea di vini biologici, che conta anche uno spumante Metodo classico Tokaji Extra Brut, sarà allaragat con altri vini secchi curati dall’enologo Balázs Sulyok.

In cantina riposano anche i primi, pregiati Aszú e Szamorodni bio. Ma la punta di diamante sarà l’Essencia 2017, il secondo prodotto da Gróf Degenfeld dopo l’annata 1999. Tra le novità in programma, anche l’espansione dell’area benessere e Spa del castello-Hotel di Tarcal, con l’allestimento di un’area jacuzzi per il periodo invernale.

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Vini al supermercato

Da Iperal, Carrefour e Bennet è già Festa della Birra

Giocano d’anticipo Iperal, Carrefour e Bennet, proponendo a volantino la loro “Festa della Birra“. Appuntamento che solitamente trova collocazione nei primi giorni di ottobre, in concomitanza con l’Oktoberfest di Monaco. Kermesse anche quest’anno annullata a causa dell’emergenza sanitaria.

È Ipeal ad aggiudicarsi il premio per la più vasta carta delle birre. Un lunga lista di offerte che contempla etichette per tutti i palati. Dalle “bionde” più commerciali alle Belghe di corpo. Dalle IPA alle Trappiste.

Non manca un nutrito gruppo di Oktoberfest Bier, alcune birre artigianali italiane e una proposta analcolica per i sostenitore del “Low and no Alcool“.

Curiosa ed interessante la proposta “W l’Oktoberfest!” di Bennet. Accanto alle birre tedesche, l’insegna propone in abbinamento cibi tipici della tradizione bavarese.

Bier-Bratwürst, Rost-Bratwürst, crauti, panna acida, burro salato, weisswurste. E una selezione di formaggi da gustare insieme alla propria birra preferita. In fondo, anche la birra è adatta alla tavola. Ecco le valutazioni in cestelli della spesa, insegna per insegna.



Volantino Bennet fino al 29 settembre, “Sconto 50%”
Paulaner Oktoberfest 1 litro (con boccale): 7,99 euro (4 / 5)
Paulaner Weiss 500 ml: 0,99 euro (4 / 5)
Löwenbräu 500 ml: 0,99 euro (4 / 5)

Erdinger Oktoberfest 500 ml: 1,39 euro (4,5 / 5)
HB Original 500 ml: 1,19 euro (3,5 / 5)
Spaten Hell 500 ml: 1,19 euro (3,5 / 5)


Volantino Carrefour fino al 27 settembre, “50 x 50”
Peroni 6×660 ml: 3,99 euro (3,5 / 5)
Moretti Baffo d’Oro 660 ml: 0,99 euro (3,5 / 5)
Angelo Poretti 3 Luppoli Non Filtrata 660 ml: 0,89 euro (4 / 5)
Warteiner 660 ml: 0,99 euro (3,5 / 5)

Ceres Strong Ale 3*330 ml: 3,69 euro (3,5 / 5)
Angelo Poretti 6 Luppoli 3×330 ml: 1,99 euro (3,5 / 5)
Peroni Gran Riserva 500 ml: 1,09 euro (4 / 5)
Birra Messina 3×330 ml: 1,95 euro (3,5 / 5)

Birra Del Borgo Lisa 500 ml: 1,29 euro (4,5 / 5)
Tourtel Analcolica 3×330 ml: 1,65 euro  (3 / 5)
Bavaria 8.6 330 ml: 1,09 euro (3,5 / 5)
HB Original 500 ml: 1,09 euro (3,5 / 5)

Franziskaner 500 ml: 0,99 euro (3,5 / 5)
Paulaner Weiss 500 ml: 0,95 euro (3,5 / 5)
Guinness Stout 4×330 ml: 3,59 euro (4 / 5)



Volantino Carrefour fino al 27 sembre, “50 x 50”
Moretti 3×330 ml: 1, 69 euro (3,5 / 5)
Beck’s Blue Analcolica 3×330 ml: 2.09 euro (2,5 / 5)
Corona Extra 3×330 ml: 2,99 euro (3,5 / 5)
Angelo Poretti 5 Luppoli Bock Chiara 3×330 ml: 1,89 euro (3,5 / 5)

Brewdog Punk IPA 330 ml: 2,19 euro (5 / 5)
Leffe Blond 750 ml: 2,89 euro (3,5 / 5)
Paulaner Hefe-Weissbier 500 ml: 0,95 euro (3,5 / 5)
Bavaria 660 ml: 0,79 euro (3,5 / 5)


 


Volantino Iperal fino al 28 settembre, “Imbattibili”
Beck’s 660: ml 0.95 euro (3 / 5)
Gimbergen Blond 750 ml: 2,65 euro (4,5 / 5)
Desperados 330 ml: 0,85 euro (3,5 / 5)
Lagunitas IPA 355 ml: 1,79 euro (4 / 5)

Chimay Première 330 ml: 2,00 euro (5 / 5)
Flea IPA 330 ml: 1,30 euro (5 / 5)
Birra Dello Stretto 330 ml: 0.80 euro (3,5 / 5)
Leffe Blonde 330 ml: 1,39 euro (4 / 5)

Erdinger Oktoberfest 500 ml: 1,29 euro (4,5 / 5)
Paulaner Oktoberfest 500 ml: 1,15 euro (4,5 / 5)
HB Oktoberfest 500 ml: 1,29 euro (4,5 / 5)
Löwenbräu Oktoberfest 500 ml: 1,19 euro (4,5 / 5)

San Miguel Especial 500 ml: 0,75 euro (3,5 / 5)
Kozel 500 ml: 1.09 euro (4 / 5)
61 Deep Pale Ale 500ml: 1,95 euro (4,5 / 5)
Paulaner 500 ml: 1,19 euro (4 / 5)

Blanche de Namur 750 ml: 3,75 euro (5 / 5)
Fischer 650 ml: 1,85 euro (4 / 5)
Blanche Bruxelles 750 ml: 2,60 euro (4,5 / 5)
Mastri Birrai Umbri 750 ml: 3,49 euro (4,5 / 5)

Ma.Ma 750 ml: 2,69 euro (4,5 / 5)
Bavaria Premium 3×330 ml: 1,29 euro (3 / 5)
Moretti La Rossa 3×330 ml: 1,99 euro (3,5 / 5)
Moretti La Zero 3×330 ml: 1,79 euro (2,5 / 5)

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degustati da noi vini#02

Cirò Doc Riserva Rosso classico superiore Duca Sanfelice 2017, Librandi

A quattro anni dalla vendemmia, gode di uno stato di forma eccezionale il Cirò Doc Riserva Rosso classico superiore Duca Sanfelice 2017 di Librandi. Si tratta, non a caso, di uno dei vini simbolo della storica cantina di Contrada San Gennaro, a Cirò Marina.

L’annata corrente dell’etichetta è la 2018. Ma il nettare ottenuto da vecchie viti di Gaglioppo allevate ad alberello dimostra di avere tutti gli attributi necessari per poter essere conservato nel tempo. Si tratta, peraltro, di uno dei vini rossi italiani dal migliore rapporto qualità prezzo (attorno ai 10 euro).

LA DEGUSTAZIONE

Nel calice, Duca Sanfelice 2017 veste un mantello di colore rubino luminoso, dai riflessi granati. Si concede al naso in tutta la sua pienezza solo dopo qualche minuto di attesa. Ecco dunque ricordi intensi di frutti di bosco perfettamente maturi (ribes, mirtillo, lampone) e prugna, su sottofondo di erbe della macchia mediterranea.

Ben marcata anche l’impronta floreale, tra la violetta e la rosa. L’ossigenazione fa spazio a tinte balsamiche, mentolate e pepate, che si ritroveranno anche in una chiusura freschissima e dissetante. In ingresso di bocca, tanto quanto in allungo, Duca Sanfelice 2017 di Librandi ripropone tutta la fragranza e croccantezza della frutta già avvertita al naso.

Il sorso è asciutto e di grande eleganza, sorretto da una buona acidità e da accenni salini. Un quadro perfetto per abbinamenti importanti, che possono spaziare da saporiti e ricchi primi a base di ragù a secondi di carne, in particolare di selvaggina. Il tutto senza rinunciare a una beva agilissima, dettata anche da tannini presenti ma perfettamente integrati.

LA VINIFICAZIONE

L’area di produzione del Cirò Doc Riserva Rosso classico superiore Duca Sanfelice 2017 di Librandi è quella di Cirò e di Cirò Marina, in provincia di Crotone. Il vino è ottenuto da sole uve Gaglioppo. Le viti ad alberello affondano le radici un terreno ricco di argilla e calcare, con una densità di impianto di 5 mila ceppi per ettaro.

La resa si assesta attorno agli 85 quintali (circa 60 ettolitri) per ettaro. L’epoca di vendemmia delle uve ricade generalmente nella prima decade di ottobre. Il Gaglioppo selezionato viene vinificato in acciaio, con macerazione che si prolunga tra i 7 e i 10 giorni.

L’affinamento di Duca Sanfelice di Librandi avviene in acciaio e cemento, dove riposa per 2 anni. Trascorsi i 24 mesi, il nettare viene imbottigliato in attesa della commercializzazione, che inizia dopo alcuni mesi. Secondo le indicazioni della cantina, il vino è «pronto a partire da 2 anni dalla data di vendemmia», ma può essere «invecchiato anche oltre i 10 anni». Nulla di più vero.

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Vini al supermercato

Carta dei Vini supermercati Il Gigante: 65 etichette in promozione fino al 3 ottobre

La Carta dei Vini dei supermercati Il Gigante, per benedire l’arrivo dell’autunno e lasciarsi alle spalle l’estate 2021, “bevendoci” su. Conta ben quattro pagine l’inserto dell’insegna milanese, con ben 65 vini in promozione fino al 3 ottobre 2021.

Le offerte sono valide solo per i possessori di BluCard, la carta fedeltà dei supermercati Il Gigante. Ecco i voti in “cestelli della spesa” ad ogni singola etichetta presente sulla Carta dei Vini, dopo l’assaggio effettuato dalla nostra redazione.

CARTA DEI VINI IL GIGANTE: LE PROMO DA NON PERDERE

VINI ROSSI

Lagrein Trentino Doc Allegorie: 4,49 euro (3,5 / 5)
Dolcetto / Barbera d’Alba Doc SanSilvestro: 3,89 euro (3,5 / 5)
Gutturnio frizzante Colli piacentini Doc Piani Castellani: 2,99 euro (3,5 / 5)
Valpolicella Ripasso Superiore Doc Biscardo: 7,99 euro (4 / 5)

Nebbiolo Langhe Doc Eredi Angelo Icardi: 7,69 euro (5 / 5)
Chianti Riserva Docg La Pieve: 3,99 euro (3,5 / 5)
Rosso Veneto Neropasso Biscardo: 4,99 euro (3,5 / 5)
Nero d’Avola Sicilia Doc Gurgò Cantine Paolini: 3,79 euro (3,5 / 5)

Barbaresco Docg, Eredi Angelo Icardi: 9,59 euro (5 / 5)
Vino Nobile di Montepulciano Docg Vecchia Cantina: 5,49 euro (5 / 5)
Grignolino del Monferrato Casalese Doc Barlet Cantina del Monferrato: 3,39 euro (5 / 5)

Montepulciano d’Abruzzo Doc Tenuta Milli: 3,99 euro (3,5 / 5)
Rosso di Montepulciano Doc Vecchia Cantina: 2,79 euro (5 / 5)
Valpolicella Ripasso Doc Pagus Bisano: 6,99 euro (4 / 5)
Cabernet Merlot Shiraz Asio Otus Rosso Mondodelvino: 3,69 euro (4 / 5)

Bonarda Oltrepò pavese Commendator Pastori: 2,99 euro (2,5 / 5)
Nebbiolo d’Alba Doc Produttori di Portacomaro: 4,99 euro (4 / 5)
Lambrusco di Modena Doc Il Baluardo Chiarli: 2,99 euro (5 / 5)
Gutturnio Frizzante Colli Piacentini Doc Dante 45: 2,99 euro (3,5 / 5)

Merlot Toscana Igt Colle al Sasso Famiglia Petracchi: 3,89 euro (3,5 / 5)
Chianti classico Docg Fattoria Il Palagio: 4,79 euro (3,5 / 5)
Roscio Emrino Rosso Umbria Castello delle Regine: 3,89 euro (3,5 / 5)
Chianti Docg Piandaccoli: 4,99 euro (5 / 5)

Carignano del Sulcis Doc Calasetta: 4,99 euro (3,5 / 5)
Montepulciano d’Abruzzo Riserva Doc Sinello Casal Bordino: 3,89 euro (5 / 5)
Bonarda Oltrepò pavese Doc Riccardi: 2,99 euro (2,5 / 5)
Lambrusco Scuro Emilia Igt Notturno Righi: 2,99 euro (3 / 5)

Rosso di Montalcino Doc Villa Poggio Salvi: 7,99 euro (5 / 5)
Morellino di Scansano Docg La Torre Frescobaldi: 4,99 euro (4,5 / 5)
Primitivo di Manduria Doc Selezione Luigi Guarini: 4,99 euro (3 / 5)

VINI BIANCHI E ROSÉ

Chardonnay Igt Provincia di Pavia Commendator Pastori: 2,99 euro (2,5 / 5)
Vernaccia di San Gimignano Docg Fattoria Il Palagio: 3,99 euro (3,5 / 5)
Ortrugo frizzante Colli piacentini Doc Piani Castellani: 2,99 euro (3,5 / 5)
Bianco d’Ameria Igp Umbria Castello delle Regine: 3,89 euro (3,5 / 5)

Greco di Tufo Docg Conti Uttieri: 4,99 euro (3,5 / 5)
Ribolla Gialla Igt Tre Venezie Borgo dei Vassalli: 4,99 euro (5 / 5)
Viognier Sicilia Doc Gurgò Cantine Paolini: 3,79 euro (3,5 / 5)
Vermentino Toscana Igt Cala Forte Frescobaldi: 4,99 euro (3,5 / 5)

Gewurzatraminer Trentino Doc Mastri Vernacoli Cavit: 5,59 euro (3,5 / 5)
Vermentino di Sardegna Doc Calasetta: 4,99 euro (3,5 / 5)
Custoza Bianco Doc Nuve: 4,99 euro (4 / 5)
Lugana Doc Fraccaroli: 6,29 euro (5 / 5)

Passerina Abruzzo Doc Tenuta Milli: 3,99 euro (3,5 / 5)
Pignoletto frizzante Modena Doc Poderi di Famiglia Cleto Chiarli: 2,99 euro (3,5 / 5)
Roero Arneis Docg Produttori di Portacomaro: 5,40 euro (4 / 5)
Erbaluce di Caluso Docg Serché, Produttori del Monferrato: 3,99 euro (4 / 5)

Grillo Sicilia Doc Fazio: 2,99 euro (3 / 5)
Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Monte Schiavo Villa Le Querce: 2,99 euro (3 / 5)
Bianco Vergine della Valdichiana Doc Vecchia Cantina di Montepulciano: 2,79 euro (3,5 / 5)
Ortrugo frizzante Colli Piacentini Doc Dante 45: 2,99 euro (3,5 / 5)

Soave Classico Doc Corte Menini Az. Agr. Le Mandolare: 4,39 (5 / 5)
Cortese del Monferrato Casalese Doc Barlet Cantina del Monferrato: 3,39 euro (4 / 5)
Corvo Glicine Sicilia Igt Duca di Salaparuta: 3,98 euro (3,5 / 5)

Sangiovese Rosato Toscana Igt Vecchia Cantina di Montepulciano: 2,79 euro (3,5 / 5)
Rosé Toscana Igt Cala Forte Frescobaldi: 4,99 euro (3,5 / 5)
Moscato Grecale Igt Florio: 5,59 euro (3,5 / 5)

SPUMANTI
Prosecco Superiore Docg Conegliano Valdobbiadene Porta Leone: 4,99 euro (3,5 / 5)
Spumante Saten Franciacorta Docg Piero Catturich Ducco: 12,90 euro (5 / 5)
Spumante Asti Docg Cantine Gancia: 3,79 euro (3,5 / 5)
Prosecco Conegliano Valdobbiadene Docg millesimato Astoria: 5,59 euro (4 / 5)

Prosecco Treviso Doc Coste Petrai: 3,69 euro (3,5 / 5)
Spumante millesimato Brut Porta Leone: 2,99 euro (3 / 5)
Spumante Brut Millesimato Gran Cuvée Vecchia Modena: 3,49 euro (3 / 5)
Spumante Ortrugo Doc Piani Castellani: 4,59 euro (3,5 / 5)

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Vini al supermercato

Vini in promozione al supermercato: tutti i 5 cestelli. Asolo Prosecco: esordio in Gdo per Tenuta Amadio

Torna la rubrica sui migliori vini in promozione al supermercato. Poche emozioni ma buone, da cogliere al volo. Su tutte, è un piacere per il portafogli vedere il Verdicchio dei Castelli di Jesi di Pievalta a 5,39 euro, sul volantino di Esselunga. Chi non esce dai punti vendita dell’insegna milanese con (almeno) due carrelli pieni è un astemio.

Bene anche Carrefour, con i vini toscani della Collezione Oro firmata da Piccini. Buona prova anche per Coop, che annovera ben 3 vini in promozione da 5 cestelli della spesa, il massimo della valutazione di Vinialsuper.

Si tratta del Rosso Di Montepulciano Doc della Vecchia Cantina (già nella nostra Guida Migliori vini al supermercato 2022), del Nero d’Avola Sicilia Doc di Cantine Settesoli (altro vino premiato nell’annuale rassegna di Vinialsuper) e del terzetto bianco-rosso-rosé di un’altra cantina siciliana, Planeta.

Capitolo a parte per i Supermercati Il Gigante: 65 vini in promozione fino al 3 ottobre con il consueto inserto denominato “Carta dei Vini”: qui l’approfondimento.

PROSECCO: DA IPER LA GRANDE I UNA GRANDE NEW ENTRY

Una metà di settembre 2021 che riserva sorprese anche sul fronte degli spumanti, con l’esordio nella Grande distribuzione di una cantina pluripremiata dalla Guida Top 100 Migliori vini italiani di WineMag.it, l’altra testata del nostro network riservata ai vini in vendita nell’Horeca (enoteche, ristoranti, hotellerie).

Il riferimento è a Tenuta Amadio, cantina di Monfumo (TV) guidata dal giovane enologo Simone Rech, che sbarca con i suoi ottimi Asolo Prosecco Superiore Docg da Iper, La grande i. Tradotto: altri due carrelli da riempire, per soli 5,99 euro (uno per il Brut, l’altro per l’Extra Dry).

Ottimo lavoro del buyer e applausi dalla nostra redazione per questo colpo di vinomercato. Rech è un fuoriclasse dell’Asolo e del mondo del Prosecco, in generale. Sempre da Iper, La grande i e da Iperal, da non perdere i vini di Notte Rossa in offerta.

Due “5 cestelli su 5” anche per Pam Panorama e Tigros, tra bollicine, vini bianchi e vini rossi. Da registrare anche il solito “piattume” nella corsia del vino dell’insegna di supermercati Bennet.


 


Volantino Bennet fino al 29 settembre

La Cacciatora Cabernet Veneto Igt: 1,80 euro (2 / 5)
Rocca Del Doge Prosecco Doc: 2,90 euro (3 / 5)
Tenimenti Civa, Spumante Ribolla Gialla/ Prosecco Millesimato: 3,90 euro (4 / 5)


Volantino fino al 27 settembre

Nero d’Avola / Grillo Sicilia Doc Le Morre: 2,49 euro (3 / 5)
Chiarli, Lambrusco Grasparossa Di Castelvetro (3,5 / 5)
La Cacciatora Montepulciano D’Abruzzo: 2,59 euro (2,5 / 5)

Trevenezie Terre Fredde Bianco: 2,40 euro (3 / 5)
Corvo – Vino Glicine Terre Siciliane Igt: 4,49 euro (3,5 / 5)



Volantino Carrefour Market fino al 27 settembre

Vini Piccini Collezione Oro: 3,99 euro (5 / 5)
Vini Sicilia Le Morre: 2,49 euro (3 / 5)
Tralcio antico Bio Montepulciano D’Abruzzo Doc: 3,49 euro (3 / 5)


Volantino Carrefour Express fino al 20 settembre

Terre d’Italia Ripasso Valpolicella Doc: 7,99 euro (3,5 / 5)
Stefano Bottega Spumante Millesimato: 3,99 euro (3,5 / 5)
Vipra Umbria Igt Bianca / rossa / rosa, Bigi: 4,49 euro (4 / 5)

Galassi Montepulciano D’abruzzo Doc: 2,99 euro (3,5 / 5)
Vini Notte Rossa: 3,99 euro (5 / 5)
Bottega Ripasso Della Valpolicella Doc Superiore: 9,99 euro (3,5 / 5)


Volantino Conad Ipermercato fino al 20 settembre

Gutturnio frizzante Doc, Vicobarone: 2,89 euro (3 / 5)
Borgo Dai Morars Prosecco Spumante Extra Dry Doc: 4,69 euro (3,5 / 5)
Conad Lambrusco Dell’Emilia Igt Dolce: 1,79 euro (3 / 5)

Da Morars Cabernet Sauvignon Grave Doc: 3,59 euro (3 / 5)
Vini Igt Pavia, Maggi: 6 bottiglie 9,90 euro (0,5 / 5)


Volantino Coop superstore fino al 29 settembre

Vini frizzanti Maschio: 2,40 (3 / 5)
Dolcetto d’Alba Terre da Vino: 3,19 euro (3 / 5)
La Gioiosa Spumante Prosecco Valdorbiadene Superiore Docg Extra Dry: 4,89 euro (3,5 / 5)

Mionetto Spumante Proseccò Rose Doc Millesimato: 6,99 euro (3,5 / 5)
Vecchia Cantina Rosso Di Montepulciano Doc: 2,99 euro (5 / 5)
Barbera d’Asti Docg (1,5 l): 50% (2,5 / 5)

Etna Rosso Barone di Bernaj: 4,19 euro (3 / 5)
Nero d’Avola Sicilia Doc, Cantine Settesoli: 2,99 euro (5 / 5)
Vini Sicilia Doc Bianco / Rosso / Rosé, Planeta: 5,90 euro (5 / 5)


Volantino Esselunga fino al 29 settembre

Mionetto Valdobbiadene Prosecco Superiore Extra Dry: 5,59 euro (3,5 / 5)
Fiano Strangolagalli: 3,80 euro (4,5 / 5)
Verdicchio dei Castelli di Jesi Tre Ripe, Pievalta: 5,39 euro (5 / 5)

Vini Romae, San Marco: 3,98 euro (4 / 5)
Antica Tindari Nero D’avola / Inzolia: 3,59 euro (3,5 / 5)
Villa Di Monte Chianti Docg: 2,49 euro (3 / 5)

Banfi Col Di Sasso Sangiovese Syrah: 3,49 euro (4 / 5)
Cantina Morellino Di Scansano – Morellino Di Scansano: 3,95 (3,5 / 5)
Cantine Due Palme, Salento Primitivo Rosso: 3,54 (3,5 / 5)
Frascati Pietra Porzia: 2,98 (3,5 / 5)


Volantino Iper, La grande i fino al 26 settembre

Prosecco Superiore Valdobbiadene Docg, Gasparetto: 3,99 euro (3,5 / 5)
Prosecco Doc Extra Dry Villa degli Olmi: 3,29 euro (3,5 / 5)
Spumante Blanc de Blancs Terre Nardini: 2,99 euro (3 / 5)

Asolo Prosecco Superiore Brut / Extra Dry Tenuta Amadio: 5,99 euro (5 / 5)
Barbera o Gavi San Silvestro: 4,49 euro (3,5 / 5)
Nebbiolo d’Alba Duchessa Lia: 5,99 euro (3,5 / 5)

Sangue di Giuda / Riesling Crobara: 2,29 (3 / 5)
Ribolla Gialla Spumante Miazzi: 2 pezzi 5,99 euro (2,5 / 5)
Vini Cantina Valtidone: 1,99 euro (3,5 / 5)

Valpolicella Classico Superiore Doc La Sorte: 4,49 euro (3,5 / 5)
Groppello / Chiaretto Scolari: 3,99 euro (3,5 / 5)
Vini Borgo Canedo: 2,95 euro (3 / 5)

Vini Igp I Feudi: 2,39 (3 / 5)
Vini Sicilia I Cavalieri: 2,99 euro (3,5 / 5)
Morellino di Scansano Docg Melandrino, Piccini: 4,99 euro (5 / 5)

Vini Notte Rossa: 5,49 euro (5 / 5)
Vini Sicilia Duca di Salaparuta: 6,99 euro (3,5 / 5)
Montefalco Rosso Doc Tenuta Ermelinda: 4,90 euro (3,5 / 5)

Chianti Docg, Piccini: 2,49 euro (3,5 / 5)
Vini Terre Petralia (5 litri, 2 pezzi): 11,99 euro (2,5 / 5)
Vermentino Aragosta / frizzante / rosé, Cantina Santa Maria La Palma: 3,99 euro (3 / 5)

Vini Campo della Maestà: 4,99 euro (3,5 / 5)
Vini Trentino Doc Mastri Vernacoli, Cavit: 2,99 euro (3,5 / 5)
Vini Castelborgo (1,5 litri): 2,99 euro (2,5 / 5)

Vini Turà Trevenezie: 1,99 euro (3 / 5)
Vini Vigne del Colle: 1,49 euro (3 / 5)



Volantino Iperal fino al 28 settembre

Setanera Doc Montepulciano D’Abruzzo: 1.79 euro (2,5 / 5)
Rose Dei Filari Vini Frizzanti: 1.59 euro (2,5 / 5)
Freschello Vino Bianco: 1.29 euro (3 / 5)

Li Nibarj Vermentino Di Gallura Docg: 3.79 euro (3,5 / 5)
Chianti Docg, Cecchi: 3,49 euro (4 / 5)
Vini Natale Verga: 3,29 euro (2,5 / 5)

Maschio Prosecco Spago Vino Frizzante: 3.99 euro (3,5 / 5)
Vini Vie del Canto: -30% (2,5 / 5)
Vini Zonin: 3,69 euro (3,5 / 5)

Vini Notte Rossa: 3,99 euro (5 / 5)
Villa Sandi Asolo Prosecco Docg La Gioiosa: 4,99 euro (3,5 / 5)
Vini Doc Il Picchio: 3,49 euro (3 / 5)

Arco Delle Rose Pignoletto Doc Bianco Frizzante: 2.99 euro (3 / 5)
Il Baluardo Lambrusco Doc: 2.99 euro (5 / 5)
La Gioiosa Prosecco Spago: 5.19 euro (3,5 / 5)


Volantino IperCoop fino al 22 settembre – Sottocosto

Prosecco Doc / Ribolla spumante, Villa Folini: 3,29 euro (3 / 5)
Cantina Vicobarone Gutturnio Vino Frizzante: 1, 85 euro (3 / 5)

Rocca Ventosa Montepulciano D’Abruzzo Doc: 1.99 euro (3 / 5)
Poggio Mandrina Barbera Asti Docg: 2.97 euro (3,5 / 5)


Volantino Pam Panorama fino al 22 settembre

Verdicchio Dei Castelli Di Jesi Doc: 1,99 euro (2,5 / 5)
Chianti Docg, Piccini: 3,99 euro (3,5 / 5)
Asolo Prosecco Spumante Superiore Docg Extra Dry, Rive Della Chiesa: 4,99 euro (5 / 5)

Pinot Nero Trentino Doc Mastri Vernacoli, Cavit: 4,99 euro (3,5 / 5)
Valpolicella Ripasso Doc La Sogara: 6.99 euro (4 / 5)
Cabernet Sauvignon Tre Venezie Igt, Alberigo: 2.49 euro (3 / 5)

Vino Bianco Bacchor: 1.19 euro (0,5 / 5)
Grillo Di Sicilia Igp Trinacria, Birgi: 1.89 euro (2,5 / 5)
Refosco Veneto Igt Colle Dei Cipressi: 1.99 euro [3]

Chianti Docg Collezione Gold, Sensi: 2.19 euro (2,5 / 5)
La Cacciatora Merlot Veneto Igt: 1.99 euro (1 / 5)
Bigi, Vini Doc Orvieto: 2.99 euro (3,5 / 5)

Astoria, Spumante Ribolla Gialla: 3.49 euro (3,5 / 5)
Frescobaldi, Rèmole Rosso Toscana Igt: 3.99 euro (4,5 / 5)
Vipra rosa o bianca, Bigi: 3,99 euro (4 / 5)

Corvo Glicine. Duca di Salaparuta: 4.19 euro (3,5 / 5)
Vini Friuli Colli Orientali Doc, Tenimenti Civa: 4.99 euro (4 / 5)
Vignaioli Del Morellino, Vermentino Di Toscana Igt: 5.49 euro (5 / 5)

Volantino Tigros fino al 21 settembre

Vini Oltrepò pavese, Fratelli Maggi: 1,49 euro (1 / 5)
Lambrusco Emilia Igt, Cavicchioli: 2 pezzi, 4 euro (2,5 / 5)
Vini Doc Custoza / Soave / Bardolino, Almorano: 2,49 euro [3]

Vini Natale Verga: 2 pezzi, 5,50 euro (3 / 5)
Pignoletto Doc, Castelli Modenesi: 2,90 euro (3,5 / 5)
Prosecco Treviso Doc, Casato del Leone: 2,99 euro (3 / 5)

Vini Piemonte, Conti Buneis: 3,49 euro (3,5 / 5)
Vini Sicilia, Fatascià: 3,89 euro (3,5 / 5)
Vini frizzanti Doc Cantagallo, Cantina Valtidone: 3,90 euro (4 / 5)

Nebbiolo Langhe Doc Heredis: 4,99 euro (3,5 / 5)
Vini Doc Alto Adige, Erste Neue: 7,90 euro (5 / 5)
Lugana Dop Bio, Perla Del Garda: 8.49 euro (5 / 5)
Vini Toscana, Piccini: 2,49 (3,5 / 5)

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news news ed eventi

Nuovo quartier generale per Simonit&Sirch

Simonit&Sirch ha acquisito da Silvio Jermann le quote di maggioranza della Vinnaeria, per farne la sede di riferimento internazionale dell’Accademia Simonit&Sirch. La joint venture mira a istituire un luogo fisico e un punto di riferimento per il gruppo guidato da Marco Simonit e Pierpaolo Sirch.

«Cercavamo da tempo una struttura che ci rappresentasse – racconta Marco Simonit -. Non una semplice sede, ma un luogo d’incontro aperto sul mondo. Un posto legato sì al nostro territorio, ma nello stesso tempo attento a recepire le mille contaminazioni e gli innumerevoli stimoli che ci vengono dal nostro lavoro nei vari continenti».

«Lo abbiamo trovato nella Vinnaeria – prosegue Simonit -. Si trova vicino al nostro Campus “Mario Schiopetto”, dove abbiamo strutturato il Metodo Simonit&Sirch nel corso degli anni e rappresenta ormai a tutti gli effetti una base per i corsisti e per tutti coloro che seguono i percorsi di formazione offerti dal nostro gruppo».

«Sono contento che la Vinnaeria, conosciuta come “La Baita“, a cui ho dedicato molto impegno e investimento emotivo, prosegua l’attività con questa bella iniziativa che va a vantaggio di tutto il mondo vitivinicolo e contribuisce alla continua ricerca e innovazione con un respiro internazionale», commenta Silvio Jermann.

La nuova sede dell’Accademia, nel cuore del Collio, avrà una duplice funzione. Hotellerie dove potranno alloggiare gli studenti della Vmp Academy e di sede delle attività didattiche. Sarà un luogo d’incontro aperto a tutti, in particolare alla gente di vigna. Gli studenti potranno effettuare le prove pratiche nelle vigne del Campus “Mario Schiopetto”, dove il Metodo Simonit&Sirch ha preso embrionalmente forma più di 30 anni fa.

IL GRUPPO SIMONIT&SIRCH

Il gruppo Simonit&Sirch, consulente di oltre 150 fra le più importanti maison vinicole internazionali, prosegue così il suo impegno nell’ambito della formazione, aprendo percorsi innovativi e stimolanti, nel segno del glocal e della contaminazione.

Dal Campus “Mario Schiopetto” alla Scuola Italiana di Potatura della Vite, alle Vine Pruning Schools all’estero. Inoltre la Dute Diplôme Universitaire de Taille et Épamprage, a Bordeaux, unico diploma universitario al mondo dedicato alla potatura e alla selezione dei germogli.

Infine la Vine Master Pruners Academy, prima piattaforma online al mondo interamente dedicata alla formazione sulla potatura della vite e alla gente di vigna. Un percorso formativo strutturato su più livelli, aperta nel gennaio 2021, che ha già avuto oltre 60.000 visite e circa 6.000 utenti registrati.

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Approfondimenti Esteri - News & Wine

Vino: il Covid non scalfisce il mercato globale

Nonostante il calo a doppia cifra percentuale del Pil delle principali economie mondiali, l’impatto complessivo del Covid-19 sul mercato globale del vino nel 2020 non è stato così grave come ci si sarebbe aspettati. Il consumo di vino è infatti diminuito di meno del 7% in volume e di circa il 5% in valore, secondo dati IWSR.

«Il mondo ha bevuto meno vino nel 2020 – osserva Lulie Halstead, Ceo di Wine Intelligence – ma ha speso relativamente di più rispetto agli anni precedenti. Questo ha portato profitti inaspettatamente forti alle aziende meno focalizzate sulla ristorazione o che sono rapidamente passate all’e-commerce».

I PRINCIPALI MERCATI MONDIALI

I principali mercati del vino, UK e Stati Uniti, hanno visto una crescita dei volumi nel 2020, nel caso del Regno Unito invertendo un trend di declino durato 10 anni. Ma non solo. Anche molti dei mercati vinicoli mondiali hanno registrato una significativa crescita. Fra essi Germania, Corea del Sud, Canada, Irlanda, Singapore e tutti i paesi scandinavi.

In Brasile e Colombia i consumatori durante la pandemia si sono rivolti maggiormente verso vini fermi e frizzanti allontanandosi dal consumo di bevande locali come rum e cachaça. Ed anche se in alcuni casi si tratta di cambiamenti a breve termine, destinati ad un ritorno alle tendenze pre-pandemiche, il 2020 ha segnato una svolta nel panorama del consumo mondiale.

Ad aver sofferto maggiormente le restrizioni ed i lockdown sono stati i mercati che più dipendono dal turismo ed i cui consumi interni sono più legati alla ristorazione. Paesi come Spagna, Francia, Portogallo e Cina hanno guidato i cali. Anche Sudafrica e la Russia hanno subito forti contrazioni. Il primo a causa dei divieti temporanei sulla vendita di alcolici, mentre la Russia come conseguenza di un significativo calo del potere d’acquisto del rublo.

LA TOP 15 DEI MERCATI PIÙ VINICOLI ATTRAENTI

Gli Stati Uniti sono ancora una volta in cima alla lista dei mercati vinicoli più attraenti del mondo, anche se si è ridotto il loro vantaggio sulla seconda classificata Corea del Sud. Al di sotto di questi due “non-mover”, la top 15 si è notevolmente modificata.

Il Regno Unito sale al terzo posto, nonostante la Brexit. Irlanda, Norvegia e Svezia entrano per la prima volta nella top 10. La Cina perde ben 13 posizioni classificandoli al 17° posto, appena sopra la Francia, 16°, che perde ben 7 posizioni. La Russia cede 12 posizioni finendo 22°, mentre la Spagna si classifica 25° (-11 posizioni).

L’attrattività del mercato, misurata da Wine Intelligence, non riguarda solo le variazioni di volume nel consumo di vino. Il modello esamina il valore per bottiglia, l’accesso al mercato, la facilità di fare affari, la redditività degli attori della catena di approvvigionamento. Sono inoltre considerati i fattori socio-economici e demografici più ampi, come le tendenze di crescita della popolazione.

LE MOTIVAZIONI DEI CAMBIAMENTI

Molti i fattori che stanno guidando il comportamento dei consumatori. Gli Stati Uniti confermano la loro posizione anche grazie alle efficaci politiche di stimolo della spesa da parte del Governo. Inoltre, a livello globale, la spinta culturale verso un consumo consapevole di alcol ha spinto in alto il consumo di vino.

L’ondata di e-commerce durante i lockdown è stata positiva anche per il vino, in particolare nei paesi dove la regolamentazione sulla vendita a distanza di alcolici è permissiva o è stata allentata specificamente a causa del Covid, come nel caso della Corea del Sud. I dati della ricerca suggeriscono che i bevitori di vino continueranno ad acquistare online anche quando le restrizioni verranno definitivamente revocate.

I MERCATI EMERGENTI

Guardando al futuro, alcuni dei cambiamenti nella demografia e nelle economie faranno sentire il loro impatto. Ad esempio, quest’anno la Polonia è scesa al 12° posto nella classifica dell’attrattività del mercato, ma a lungo termine è progredita costantemente in classifica dal 2016, quando era 19°.

Il motore della Polonia risiede nella crescita economica dell’ultimo decennio, combinata al ritorno dei lavoratori espatriati. Persone che hanno portato a casa le abitudini di consumo di vino apprese in altri stati UE.

Più in basso nella classifica, buone opportunità emergono dall’Africa sub-sahariana. La popolazione adulta della Nigeria, secondo gli studi delle Nazioni Unite, è aumentata di 16 milioni negli ultimi 5 anni ed è destinata a crescere esponenzialmente nei prossimi 30 anni, .

Il vino è attualmente un attore marginale nella scena alcolica nigeriana, ma i volumi di vino stanno crescendo, facendo debuttare la Nigeria nella top 40 nel 2021 (+9 posizioni a 39).

IL CASO DELLA COREA DEL SUD

In Corea del Sud il Governo ha autorizzato l’acquisto di alcolici online solo a metà del 2020. Da allora un bevitore di vino sudcoreano su cinque ha sperimentato l’acquisto online almeno una volta negli ultimi sei mesi.

La legge attualmente consente solo il ritiro degli ordini online da un negozio o un ristorante locale, vietando ancora la consegna a domicilio. Tuttavia, la combinazione fra il boom del consumo domestico causato dalle restrizioni ed un generale allontanamento dalle categorie tradizionali come il soju, hanno spinto in alto le vendite di vino.

Il vino fermo in Corea del Sud segue un trend al rialzo già da diversi anni, soprattutto da parte dei giovani adulti. Una crescita iniziata nel 2016 ma che ha visto un +25% solo nell’ultimo anno, secondo i dati IWSR. Ciò nonostante il vino resta una componente di minoranza nel consumo nazionale di alcol.

Culturalmente il vino non fa parte della vita di tutti i giorni. Solo il 13% degli adulti (4 milioni) afferma di bere vino su base settimanale, dato in aumento rispetto ai 3 milioni nel 2017. La categoria vino storicamente ha faticato ad attrarre i bevitori più giovani in un mercato in cui birra e soju sono le principali bevande sociali.

UNA NUOVA OPPORTUNITÀ DI MERCATO

Sebbene la categoria del soju rimanga la più consumata, la sua stretta connessione con la ristorazione ne ha provocato un calo di volume nel 2020, con il vino il principale beneficiario.

«Il vino è cresciuto in modo eccezionale, trainato dall’aumento del consumo domestico e raggiungendo un massimo storico. Tutti i paesi di origine sono cresciuti, ma i vini cileni sono stati il ​​principale motore», osserva Tommy Keeling, direttore della ricerca presso IWSR.

Secondo Keeling la tendenza a lungo termine sarà ulteriormente in crescita. I consumatori desiderano sperimentare il vino, visto come una bevanda sofisticata, nonché un’opzione relativamente salutare rispetto ad altre forme di alcol. Una tendenza in cui le scelte dei consumatori saranno con ogni probabilità maggiormente influenzate dal marchio piuttosto che dalla tipologia o dal “terroir” del vino.

«Quando prendono la decisione di acquisto, i consumatori sudcoreani sono meno influenzati dal paese e dalla regione di origine rispetto al 2017. Il mercato sudcoreano è in questo molto più orientato al brand», osserva Halstead.

I dati di Wine Intelligence stimano un aumento di poco meno di un milione di bevitori di vino dal 2017, circa la metà dei quali ha un’età compresa tra 19 (età legale) e 24 anni. Il futuro sembra quindi piuttosto incoraggiante per i produttori di vino che intendono investire in Corea del Sud.

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Fermento Milano 2021 al Grand Visconti Palace

Il 10 ottobre torna Fermento Milano, l’evento targato Fisar giunto alla 5a edizione dedicato agli enoappassionati. L’appuntamento è al Grand Visconti Palace, a pochi passi da Porta Romana.

In programma degustazioni e masterclass tematiche a cura di associazioni e Consorzi. Nel Giardino d’Inverno sarà invece allestita l’Enoteca di Fermento Milano. Per iscrizioni visitare il sito web ufficiale della manifestazione.

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La brutta figura dell’Italia tra Prosecco e Prosek croato

EDITORIALE – La pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Ue della domanda di registrazione della menzione tradizionale Prosek (Prošek) avanzata dalle autorità croate è al centro di una feroce polemica da parte dell’Italia, che vede così minacciato l’universo Prosecco.

Secondo Riccardo Ricci Curbastro, presidente di Federdoc, si tratta di «un segnale di marcata debolezza da parte della Ue nella strategia di difesa dell’intero sistema delle Do e Ig europee».

Il numero uno della Confederazione Nazionale dei Consorzi volontari per la Tutela delle Denominazioni dei Vini italiani aggiunge che si tratta di «una sconsiderata accelerazione della confusione presso i consumatori».

«Su questo secondo aspetto poi – continua Ricci Curbastro – credo che occorra insistere, dato che è proprio il consumatore che fa la differenza nel successo di un prodotto. E sappiamo bene come la pronuncia di Prosecco e Prosek siano talmente simili da poter indurre all’errore».

Non basta leggere le etichette, notare le differenze di luogo di produzione e via dicendo. Sappiamo tutti benissimo come una parola assonante diventi identitaria nell’immaginario collettivo, con la rapidità della luce. Tutto ciò non solo a discapito di chi acquisterà erroneamente un Prosek invece del Prosecco, ma anche di un intero territorio ben definito».

Premettendo che le autorità italiane sembrano (voler) generalmente ignorare che il Prosek sia un passito e non un vino spumante, vien da dire che se c’è qualcuno che sta mostrando «marcata debolezza», quella è proprio l’Italia.

DEBOLI IN EUROPA, “DISTRATTI” IN ITALIA?

Alzi la mano, per esempio, chi ha mai visto sullo stesso scaffale Prosecco e Prosek? Si faccia avanti, poi, chi ha mai sentito parlare del vino passito croato Prosek a livello internazionale, prima di questa polemica innescata dalle autorità italiane.

Uno sconosciuto di cui tutti però hanno paura, come confermano le parole (sempre “ad effetto” più che “efficaci”) del viceministro alle Politiche agricole Gian Marco Centinaio a Repubblica: «Se ho mai assaggiato un Prosek croato? Mai sentito prima e piuttoso bevo una gazzosa!». Bingo, ma più su Twitter che a Bruxelles.

Per non parlare dei numeri dei due vini: impari. Le tre denominazioni di origine del Prosecco (Doc, Superiore Conegliano Valdobbiadene Docg e Asolo Docg) si assestano sui 620 milioni di bottiglie. Il Prosek croato su un totale di 80 milioni annui.

Del tutto diversa anche la base ampelografica. L’uvaggio del vino dolce croato prevede Bogdanuša, Maraština, Vugava e Plavac Mali. Nulla a che fare con la Glera. Tantomeno col Pinot nero, bisognerebbe aggiungere.

Da giganti quali siamo, sembriamo pronti alla guerra alle formiche, a livello internazionale. Mentre in casa, le autorità italiane paiono quantomeno “distratte”, o assopite. In Sicilia, ormai da diversi anni, Cantine Patria produce e commercializza uno spumante Martinotti chiamato Pros.it, nell’ambito della “Linea delle Grazie“.

Accanto al classico Extra Dry da uve Catarratto – si è aggiunto da qualche tempo l’immancabile Rosé, base Nerello Mascalese e Petit Verdot. Per l’Italia pronta alle barricate contro un passito della Dalmazia, evidentemente, il nome “Pros.it” non ricorda affatto il “Prosecco”.

COLDIRETTI ALLARMATA DAL PROSEK

«È necessario preparare subito l’opposizione da presentare non appena avvenuta la pubblicazione per fermare una decisione scandalosa che colpisce il vino italiano più venduto nel mondo», tuona il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini.

«La decisione della Commissione Europea – continua – cade a pochi giorni dalla storica sentenza della Corte di Giustizia Ue che si è pronunciata chiaramente contro l’utilizzo di termini storpiati o grafiche per richiamare tipicità protette dalle norme Ue».

«Per questo è importante – conclude Prandini – l’impegno del Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, del Governatore Luca Zaia e degli europarlamentari italiani ad intervenire per far respingere la domanda, anche appellandosi ai principi di tutela espressi dalla Corte di Giustizia in casi analoghi».

UNIONE ITALIANA VINI: DUE MESI PER SCONGIURARE IL PERICOLO

Cannoni puntati sulla Croazia (e su Bruxelles) anche in casa Unione italiana vini. «Il tempo per opporsi previsto dalla procedura Ue – sottolinea Uiv in una nota – deve essere utilizzato con ogni sforzo contro al riconoscimento della menzione croata Prosek, annunciato dalla Commissione europea».

In questi 2 mesi di tempo per opporsi, Uiv continuerà a sostenere il Mipaaf e gli organismi di tutela del nostro Prosecco per difendere il prodotto con tutte le argomentazioni giuridiche e politiche di un caso che rischia di rivelarsi un pericoloso precedente, soprattutto per la protezione in alcuni mercati internazionali, dove il nome della denominazione è utilizzato da altri produttori, indebolendo l’immagine del prodotto italiano».

Il Prosecco, ricorda ancora Unione italiana vini, «sostiene l’organizzazione italiana delle imprese che rappresenta l’85% dell’export di vino del Belpaese ed è un nome geografico».

«Pertanto – conclude Uiv – la protezione dell’Ue si estende contro fenomeni di usurpazione, compresi quelli generati da sinonimi. L’Unione non può sottovalutare il rischio di confusione per il consumatore: il nome Prosek richiama inevitabilmente, per un “consumatore normalmente informato”, le bollicine del nostro Paese».

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Giacomo Fenocchio, verticale storica 1978-2020 per la nuova cantina: «Barolo en primeur per i turisti»

Claudio Fenocchio era ancora un bambino mentre il padre, Giacomo Fenocchio, mandava in pensione i vecchi tini di legno sino allora utilizzati dal nonno. Assieme a lui introdusse in cantina l’acciaio, per le vinificazioni del Nebbiolo atto a divenire Barolo. «Grande modernità e più tecnologia, in aiuto al lavoro», ricorda con tono deciso quel bambino che nel frattempo è diventato grande. Lo stesso che oggi è chiamato a dare l’ennesima impronta decisiva alle sorti dell’azienda di Monforte d’Alba (CN), fondata nel 1864.

L’inaugurazione della nuova cantina, il cui biglietto da visita è un’ampia terrazza che invita a tuffarsi sul materasso di colline delle Langhe, arriva in un periodo cruciale. Quello in cui le figlie Letizia ed Eleonora, 19 e 17 anni, muovono i primi passi sulle orme del papà. Ovvero tra quei pochi tini del nonno rimasti dov’erano. E le idee che hanno rivoluzionato una delle più grandi denominazioni del vino italiano. Passi piccoli ma decisi, tra ciò che fu e ciò che è. Ancor più, tra ciò che sarà.

«Il Barolo da allora è cambiato tantissimo, tantissimo», ripete Claudio Fenocchio, quasi a voler esorcizzare il concetto e il tempo. «Noi siamo rimasti gli stessi – si affretta a precisare – ovvero quelli che propongono un Barolo legato alla tradizione. Questo non significa tarparsi le ali, o non voler crescere. La nuova cantina? È un passo necessario in quest’ottica. Ma ancor più un modo per poter accogliere nel migliore dei modi i tanti turisti e appassionati che vogliono conoscere i nostri vini. Permetteremo loro, per esempio, di assaggiare le nuove annate dalle botti».

È una sorta di democratizzazione inversa del Barolo, quella che propone Claudio Fenocchio. Una “liberalizzazione” che non parte dai “prezzi per tutti”. Bensì dall’en primeur quotidiana. Qualcosa che, da altre parti, è appannaggio di una cerchia ristretta di professionisti del settore, o addetti ai lavori, diventa pressoché la norma nel nuovo corso della Giacomo Fenocchio.

La prima vendemmia in questa struttura – spiega – è stata nel 1989. L’abbiamo ampliata ulteriormente con una nuova bottaia, all’interno della quale abbiamo insediato la ricezione. Tutti i clienti potranno assaggiare dalle botti e fare le degustazioni in cantina, ovvero nell’ambiente più adatto al vino. È un investimento nei turisti, che potranno scoprire man mano le nuove annate dei nuovi Barolo. I Barolo del futuro».

Diciassette ettari per circa 100 mila bottiglie e numeri destinati a crescere dalle 45 mila bottiglie riservate al Re dei vini del Piemonte. A seguire, nell’ordine, Nebbiolo, Barbera, Dolcetto e Freisa. Senza dimenticare che qui, dal 2010, si producono anche due vini bianchi da uve Arneis in purezza (un Roero Docg e un Orange wine) e uno spumante metodo italiano, base Freisa.

La fiducia è tanta. «Il Barolo – chiosa Claudio Fenocchio – resta una delle denominazioni italiane di maggiore appeal. Credo che il Consorzio stia facendo molto bene sotto tutti i punti di vista, specie con lo slancio dato dall’evento a New York, prima della pandemia. Avanti così».

“Indietro”, sembra voler suggerire il vignaiolo di Monforte d’Alba, solo per le verticali. Come quella preparata per la stampa ieri, giorno dell’inaugurazione della nuova cantina. Dal 1978 al 2020. Spaziando tra i cru.

IL BAROLO GIACOMO FENOCCHIO DAL 1978 AL 2020
Barolo Doc Riserva 1978

Nella massa finale per lo più Bussia, seguito da Castellero e Cannubi. Bottiglia straordinaria (la seconda aperta), esprime ancora un frutto rosso pieno, accostato da riverberi di radici. Il tannino è morbido, ma non arreso.

La freschezza è disarmante per gli anni sul groppone. L’abbraccia una vena glicerica che, per gli “usi e costumi” dei tempi, va ben oltre i soli 13.5 gradi d’alcol in volume. In un calice, la storia di una famiglia Fenocchio, che non ha smesso di proporre vini di territorio, incollati alla tradizione.

Barolo Docg Bussia 1994

Tanto fiore, rosa, violetta. Frutto rosso timido appena versato, pronto poi a donarsi in tutta la sua integrità, generoso. Si apre bene, ma piano, anche in gustativa. Scivola lungo, su ricordi di radice che accompagnano il frutto croccante e un tannino ancora vivo, pur integrato.

Barolo Docg Bussia 2000

Annate molto calda in cui la Giacomo Fenocchio, con Claudio Fenocchio, inizia seriamente a proteggere l’uva dai raggi del sole. «Anziché defogliare, come si faceva per nelle annate fredde, decidemmo di non fare nulla, lasciando anche il cordone alto, per ombreggiare».

Il calice racconta alla perfezione l’andamento climatico del 2000. Naso largo sul frutto, che sfiora la lascivia d’uno sciroppo. Freschezza e tannino giocano a riequilibrare un sorso in perfetta corrispondenza, riuscendoci al meglio.

Barolo Docg Bussia 2004

Annata regolare, segnata da una vendemmia delle uve Nebbiolo andata in scena nel corso della terza settimana di ottobre. Naso profondo, sulle spezie e sulla liquirizia, che si ritrova nettamente anche al palato. Superlativa la gustativa, che si divide tra frutto preciso, pieno, e ricordi assieme caldi e freschi, speziati. Netto goudron e qualche sbuffo vago di zafferano mentre incede un allungo da favola, asciutto e giustamente tannico. Tra i migliori vini in assoluto della verticale voluta da Claudio Fenocchio.

Barolo Riserva Docg Bussia 2008 “90 dì”

Prima annata in cui viene riproposta, senza mai essere immessa sul mercato, una piccola partita di Nebbiolo “fatto come una volta”. Ovvero come lo faceva il padre di Giacomo Fenocchio: con “90 dì”, ovvero “90 giorni” (3 mesi circa) di macerazione (seguiti da 4 anni in botte grande e uno di vetro). Il risultato è una chicca prodotta in sole 300 bottiglie, di cui ne restano ormai ben poche.

Un esperimento servito tuttavia per ripensare la Riserva di Fenocchio, a partire dal 2010. La macerazione lunga non appesantisce il calice. Si crea anzi un scambio di battute tra finezze e tensioni, tra polpa e spezia (con la prima che prende il sopravvento). Siamo al cospetto di un vino che si discosta di molto dalla linea di rigore ed elegante essenzialità dei vini di Claudio Fenocchio.

Un nettare più largo, quasi interamente giocato sul frutto e su un’armoniosa beva, al limite del “rotondo”. Chiaramente il tutto è controbilanciato da una buona freschezza e da un tannino che rispecchia fedelmente i canoni dei Barolo di Bussia.

Barolo Docg Cannubi 2009

Liquirizia nera a primo naso, frutto succoso, ricordi sanguigni, ferrosi. Perfetta corrispondenza al palato, dove tuttavia si rivela – tra i vini in degustazione – quello meno equilibrato e in una fase di scombussolamento. Il sorso è diviso in maniera piuttosto marcata tra fenolico e frutto. La speranza è che scenda dall’altalena.

Barolo Docg Villero 2010

Molto balsamico, speziato. Goudron. In bocca si conferma vino profondo, fresco e speziato, ancora molto giovane. In chiusura esalta un frutto succoso, unito a un tannino vivo, elegante. Prima avvisaglia di quello che sarà, a partita chiusa, il cru più convincente della cantina.

Barolo Docg Castellero 2011

È l’anno dell’esordio per il cru fortemente consigliato a Claudio Fenocchio dal consulente della comunicazione, il pr Riccardo Gabriele. Sino ad allora (e dal 1952) Castellero finiva in blend nel Barolo d’entrata della linea. Sorprende (e pure tanto) per le note di frutta bianca, come melone bianco, pesca, albicocca.

In bocca risulta pieno, molto agile, a dimostrazione di quanto le sue caratteristiche marcassero il “Barolo quotidiano” della gamma. Alcol (15% vol.) integratissimo, gran bella freschezza e tannino levigato, splendidamente integrato. Grande intuizione.

Barolo Docg Castellero 2011 (magnum)

Le due bottiglie parlano la stessa lingua, ma la maggiore superficie di vetro sembra distendere ulteriormente il nettare, specie nella componente fruttata e, ancor più, in quella tannica. Curiosa la nota salmastra che mancava alla 0,75, così come mancavano risvolti sanguigni, qui pur percettibili col microscopio. Riecco la consueta freschezza, con un tocco in più di liquirizia nera che rende il nettare molto gradevole e dalla beva spasmodica.

Barolo Docg Cannubi 2017

Si ritorna su Cannubi e il naso si sofferma, come nel precedente assaggio, dapprima sulla spezia. All’accenno iniziale d’origano fa eco un frutto rosso godurioso, che prende sempre più spazio nel quadro complessivo. In retro olfattivo largo a terziari da legno quali fondo caffe e caramella mou, pur smorzati da una pregevole venatura salina e da un tannino vivo, ma molto elegante. L’annata è stata molto calda (non certo quanto la 2003).

Barolo Docg Castellero 2017

L’ultimo (in ordine temporale) dei cru della Giacomo Fenocchio si riconoscerebbe tra mille. Riecco il melone, la pesca bianca, i ricordi di albicocca. Vino croccante, quasi da morsicare. Materico, ma ancor più fresco e beverino.

Barolo Docg Villero 2017

Anche nell’annata 2017, il cru Villero si conferma ad altissimi livelli. Ancora una volta profondo, speziato, sanguigno, agrumato d’arancia rossa. In bocca riecco una prosa fresca, che gode dell’elegantissimo apporto fruttato-croccante, ma sceglie la spezia come compagna di vita. Tutto ciò tra l’ingresso e il centro bocca. Perché il finale riserva un’amarena netta, da fuochi d’artificio nel gioco prezioso con la scontrosità amaricante del tannino. Vino da applausi scroscianti per larghezza e profondità, verticalità e polpa.

Barolo Docg Bussia 2017

Si conferma succoso e speziato, in grandissimo equilibrio. Del resto è il vigneto più grande di Fenocchio, che consente di portare in cantina uve con maturazioni forse non omogenee al millimetro, perfette nel mix tra fenoliche e zuccherine.

Barolo Docg Cannubi 2018 e 2019

Annata segnata da molta pioggia tra agosto e l’inizio settembre. Il risultato è una vendemmia particolare, che sarebbe stata invece “classica”, in termini di tempi di raccolta. Venendo al calice, il Cannubi 2018 non sarà certo un campione di longevità. Sarà però uno di quei vini importanti e, al contempo, facili da bere. Scherziamo con Claudio Fenocchio e chiediamo se ha proceduto a una macerazione carbonica.

Sorride e poi conferma quando, tornati seri, usiamo l’aggettivo “diluito”: l’annata è di quelle in cui il rapporto tra succo e buccia è nettamente in favore del primo, proprio a causa delle piogge abbondanti in un periodo tanto delicato. Arriva poi l’assaggio da botte del 2019, vino ricco, sul frutto, ma al contempo pieno di energia, tra spezia e apporto fresco-acido. Un altro nettare di grande accessibilità e immediatezza.

Barolo Docg Castellero 2018, 2019, 2020

Oltre ai classici sentori di frutta a polpa bianca, che costituiscono il fil-rouge del cru, qui si centra forse una maturazione – o, meglio, un’epoca di raccolta – che regala alla particella maggiore complessità e rigore. Il salto di qualità definitivo sul cru Castellero è definitivamente compiuto, a 8 anni dall’esordio sul mercato, con la 2011. L’ulteriore assaggio da vasca della 2019 conferma le impressioni.

Anzi, esaspera ancor più il concetto di una quadra definitivamente trovata sul Castellero, nonostante la concentrazione d’aromi risulti maggiore rispetto alla 2018. Arriva poi il 2020 a suggellare la consacrazione di un Barolo dalla bevibilità disarmante, che non rinuncia tuttavia alla complessità.

Barolo Docg Villero 2018

Chi non ha bisogno alcuno di “aggiustamenti” e si è sempre espresso su livelli altissimi è invece il cru Villero della Giacomo Fenocchio. Naso elegantissimo, tra fiori, frutto e spezia. Si ritrova la stessa matrice al palato, dove un frutto pieno e succoso gioca a irritare un tannino in cravatta, che non perde le staffe. Neppure quando la liquirizia prova a imbalsamarlo, avvolgendolo. Alleata, in chiusura, una vena salina preziosissima che da un lato inspessisce ulteriormente il quadro e, dall’altro, chiama il sorso successivo.

Barolo Docg Bussia 2018 e 2019

Ancora una volta gran completezza nel Bussia che, nonostante la gioventù raccontata da un frutto tanto succoso quanto esuberante e preponderante, mostra ampissimi margini di evoluzione, nel segno della complessità. Scalpitano tannino e spezie, mentre la freschezza riequilibra morbidezze i cui contorni sono in decisa evoluzione. Salto oltre l’ostacolo con la vendemmia 2019, che regala un nettare dalle spiccate note floreali e dal tannino leggermente meno spigoloso, sempre all’insegna dell’eleganza.

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Approfondimenti

Valpolicella: al via la vendemmia 2021

Tutto pronto in Valpolicella per la vendemmia 2021, al via da metà settembre. L’uva si presenta sana sotto ogni punto di vista, di ottima qualità e quantitativamente equilibrata. Inoltre il mercato 2021 promette di chiudersi molto bene per i vini della doc. Nei primi 8 mesi dell’anno infatti si registra un imbottigliato al +10% per il Valpolicella (Superiore incluso), + 17,8% per il Ripasso e +29% sull’Amarone rispetto al 2020.

«le curve di maturazione dell’uva, realizzate dal Consorzio – spiega Christian Marchesini, Presidente del Consorzi – non lasciano dubbi. Le analisi mostrano gradazioni zuccherine ottimali, con medie superiori agli scorsi anni e già oltre i requisiti minimi, bilanciate inoltre da dotazioni acidiche, eccellenti, con ottimi tenori di acido malico e tartarico».

«Non ultimi, anche gli antociani si rivelano abbondanti e con una buona estraibilità, lasciando pregustare calici con colorazioni molto intense, oltre che di elegante profilo. L’annata – conclude Marchesini – 2021 sarà senz’altro memorabile».

Un’annata che si preannuncia eccellente, dunque, merito certamente della perizia dei viticoltori del territorio, ma anche di un andamento climatico straordinariamente favorevole. Un un agosto caldo e asciutto e ad un’ottimale escursione termica giornaliera hanno permesso di recuperare il ritardo fenologico iniziale.

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Food Lifestyle & Travel

Michael Beutler torna nel Gavi con Oak Barrel Baroque

Michael Beutler torna nel Gavi e realizza una nuova opera per Fondazione La Raia – arte cultura territorio: Oak Barrel Baroque. Ispirata alle architetture palladiane e alle chiese delle piazze italiane, questa inusuale struttura è costruita con travi in legno e doghe delle barrique a fine vita.

Beutler sviluppa la sua ricerca legata alle pratiche artigianali, attraverso materiali naturali, riciclati e riattivati in una nuova funzione, rielaborando le forme delle costruzioni abitative e lavorative.

L’INAUGURAZIONE DI OAK BARREL BAROQUE

L’obiettivo? Creare atmosfere capaci di trasformarne le caratteristiche, il fine e la funzione. La struttura di Oak Barrel Baroque richiama la storia dell’architettura rurale creando un luogo che evoca contemporaneamente un rifugio, una cappella di campagna e un piccolo teatro.

L’opera verrà inaugurata sabato 2 ottobre 2021, alle ore 16 presso La Raia di Novi Ligure, in provincia di Alessandria. Si potrà assistere alla performance “Care Selve. Florilegio di Aline Nari”, un invito alla riscoperta della spiritualità della natura.

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Vini al supermercato

Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg 2019 “Hadria”, Az. Agr. Fratelli Barba

(5 / 5) Il Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg 2019Hadria” dell’Az. Agr. Fratelli Barba è un vino rosso reperibile in alcune insegne di supermercati abruzzesi. Rientra di diritto tra le etichette maggiormente degne di nota in vendita nella Grande distribuzione italiana, come segnalato nella nostra Guida Migliori vini al supermercato 2022.

LA DEGUSTAZIONE

Il Montepulciano d’Abruzzo 2019 “Hadria”, prodotto con uve proveniente dalle Colline Teramane, si presenta di un colore rosso piuttosto profondo, luminoso, con riflessi violacei. Al naso tipici sentori di frutta a polpa rossa, su sottofondo di spezie.

Perfetta la corrispondenza al palato, su tinte di frutta e accenni leggeri di pepe nero. Un quadro armonico, asciutto e di buona presenza, che consente di abbinare il Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Docg 2019 “Hadria” dell’Az. Agr. Fratelli Barba a tutto pasto.

IL MONTEPULCIANO DELLE COLLINNE TERAMANE

Prodotta dall’omonimo vitigno Montepulciano, quella delle Colline Teramane è l’unica Denominazione di Origine Controllata e Garantita (Docg) riconosciuta nella Regione Abruzzo.

La zona di produzione comprende un’ampia fascia della collina litoranea ed interna della provincia di Teramo, che nella parte centro-settentrionale si spinge sino ai piedi del massiccio del Gran Sasso e dei Monti della Laga.

Proprio in questa zona si trovano i 68 ettari dell’Az. Agr. Fratelli Barba, che ha base a Scerne di Pineto (TE). La cantina è stata realizzata nel 1991.

A curare la parte agronomica ed enologica è Stefano Chioccioli, noto winemaker toscano e consulente, da oltre 25 anni, di prestigiose cantine in Italia, Francia ed Ungheria.

Prezzo: 7,00 euro

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Campania Stories 2021, è l’anno del Piedirosso. Per’e Palummo nuovo asso dei produttori campani

Tesi e di prospettiva i vini del 2019. Pieni di frutto e più pronti quelli del 2018. Tra i due estremi l’annata 2020, destinata a collocarsi a metà tra la 2018 e la 2019, sbilanciandosi verso quest’ultima. Sono soprattutto i vini bianchi a definire l’andamento delle ultime vendemmie in degustazione a Campania Stories 2021. Meno sbalorditiva la qualità media dei vini rossi campani.

Capaci però, con qualche gemma, di dettare la strada verso un futuro altrettanto luminoso. In particolare è l’autoctono Piedirosso a brillare tra tanti Aglianico, eterno vitigno simbolo della Campania che sta trovando nuove grandi interpretazioni anche nel Cilento (Guido Lenza, Luigi Maffini e Viticoltori de Conciliis), accanto a quelle più note dell’Irpinia del Taurasi.

NUOVE PROSPETTIVE PER IL PIEDIROSSO O PER’ E PALUMMO

L’edizione 2021 di Campania Stories può essere considerata, a tutti gli effetti, quella della sua definitiva consacrazione. Sarà forse perché il Per’e Palummo – nome locale della varietà, il cui tralcio e peduncolo ricorda il piede del piccione – è il più “bianco” tra vitigni a bacca rossa campani?

Fatto sta che gran parte dei produttori, specie nei Campi Flegrei ma anche sul Vesuvio e, in qualche caso, nel Sannio, sembrano aver trovato la dimensione ideale in vinificazione, dopo le necessarie cure in vigna (il Piedirosso è produttivamente incostante e presenta una forte propensione all’acinellatura verde, ovvero una mancanza di uniformità di colorazione/maturazione degli acini).

Quella, cioè, di un vitigno-vino che, nei prossimi anni, può diventare il vero e proprio “Cavallo di Troia” dell’intera produzione campana, sul mercato nazionale e internazionale.

IL PIEDIROSSO: VITIGNO-VINO MODERNO CHE CONQUISTA I MERCATI

Con le sue note di frutta croccante, il profilo fresco, l’agilità di beva, l’alcol moderato e, soprattutto, con la sua capacità di riflettere nel calice le caratteristiche del terroir (esaltante l’interpretazione vulcanica di Agnanum – Raffaele Moccia) può fungere da apripista ai vini più “importanti” e da lungo affinamento.

Volendo estremizzare, il Piedirosso potrebbe fungere da alternativa concreta alla “bollicina”, a cui non tutte le cantine della Campania hanno ancora ceduto (l’Italia è ormai piena di tanti, troppi, inutili “Wannabe Prosecco“, spumanti senza testa né anima che piacciono tanto ai buyer innamorati più dei soldi facili che della cultura del vino).

Ma c’è di più. Per le sue caratteristiche scontrose, il Per’e Palummo è una scelta di campo e di sacrificio per i viticoltori. Premierà dunque – anche agli occhi dei buyer nazionali e internazionali – solo i più coraggiosi e convinti. Senza il rischio di diventare un vino facile tout-court o di massa.

IL PER’E PALUMM TRA CAMPI FLEGREI E VESUVIO

Chiedere per credere a Cristina Varchetta di Cantine Astroni, che sul Piedirosso ha incentrato la propria tesi di laurea. «La nostra riscoperta del vitigno è iniziata in vigna – commenta a WineMag.it – con il ricorso al doppio capovolto. Anche l’approccio in vinificazione è cambiato, evitando le sovra estrazioni».

Se per l’Aglianico occorrono 7-14 giorni, per il Per’e Palummo ci si ferma cioè a quattro. Un trend che, come conferma Cristina Varchetta, non riguarda solo Cantine Astroni e i Campi Flegrei, ma anche altri vignaioli dell’area del Vesuvio.

Il Piedirosso ha bisogno di tanto ossigeno durante la vinificazione perché soffre di riduzione, problema che gli ha tarpato le ali sui mercati. Noi procediamo a due o tre travasi, mentre sul Vesuvio qualcuno in più. Infine, abbiamo trovato una quadra anche sulle tappature: quelle in sughero tecnico hanno ridotto drasticamente le riduzioni e consentito la corretta micro ossigenazione».

LA «SECONDA VITA» DEL PIEDIROSSO

Varchetta non usa giri di parole e ammette che «grazie a tutti questi accorgimenti, il Piedirosso sta vivendo una seconda vita». Anche, anzi soprattutto, sui mercati. «Da vino difficile da vendere e da far comprendere anche a livello locale – commenta a WineMag.it – oggi ha trovato una sua identità, sia come prodotto sia a livello di mercato».

«È quel vino con bevibilità e semplicità, ma non per questo banale – sottolinea ancora l’esponente di Cantine Astroni – il cui successo è testimoniato della nostra storia aziendale. Dieci anni fa creammo un blend per il mercato internazionale, in cui il Piedirosso affiancava Aglianico e Primitivo. Oggi, specie all’estero, vendiamo con grande facilità il nostro Piedirosso in purezza, subito dopo la Falanghina».

Un altro produttore che ha compreso le potenzialità del Per’e Palummo è Raffaele Moccia (nella foto, sotto) dell’Azienda agricola Agnanum di Agnano (NA). Un vero e proprio custode silenzioso e solitario del Parco Naturale degli Astroni, Riserva e Oasi tutelata dal WWF lungo la quale si snodano circa 10 ettari di vigneti eroici.

RAFFAELE MOCCIA (AGNANUM): IL VIGNAIOLO EROE DEI CAMPI FLEGREI

Moccia conosce e comunica con ogni singolo ceppo. Sollevato e rimesso a dimora su terrazzamenti tuttora precari. Baluardi della viticoltura angioina, ricostruiti con zappa, fatica, sudore. E una buona dose di (sana) follia, che ha convinto all’acquisto di un piccolo escavatore solo negli ultimi mesi.

Tra le «piste» carrabili che intervallano i filari di Agnanum – riservate al vecchio ma inossidabile fuoristrada di famiglia, o ai quad – si scorge tanta Falanghina (nella foto, sopra), qualche grappolo di Barbera napoletana e altri autoctoni a bacca bianca e rossa. Ma anche e soprattutto il Piedirosso.

L’idea di Raffaele Moccia è quella di valorizzare l’antica forma di allevamento del tendone (o, meglio, della pergola puteolana), nonché il sistema cosiddetto “pratese“. La pianta si esprime in maniera pressoché naturale, libera. Intrecciandosi ed espandendosi orizzontalmente e fruttificando principalmente sull’estremità. Lontana dal ceppo.

Tutte caratteristiche che riducono la produzione, ma consentono al vignaiolo eroe dei Campi Flegrei di conservare il patrimonio di vecchie viti ereditate e acquistate nel corso dei decenni dai parenti. Già, perché nelle vigne e nei vini di Raffaele Moccia c’è un po’ di Gattopardo («Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi») e un po’ di Cronache marziane, alla Ray Bradbury.

LA VERSATILITÀ DEL PIEDIROSSO DEI CAMPI FLEGREI

Strabiliante la Falanghina 2006 “Vigna del Pino”, al pari del Piedirosso “Vigna delle volpi” 2015. Una prova di quanto il Per’e Palummo possa andare ben oltre il semplice vino d’annata, da “sbicchierare” senza troppi pensieri. Esattamente quello che rivela l’annata 2020 dell’autoctono, tra i migliori vini rossi di Campania Stories 2021.

Ho fatto sì che la manualità restasse protagonista tra le mie vigne – commenta il patron di Agnanum a WineMag.it – permettendo alla natura di abusare di me, che provo ad addomesticarla e condurla, per certi versi stravolgendola. Chi comanda è il suolo, il territorio. Per questo i terrazzamenti restano in piedi solo se curati quotidianamente».

Parole proferite mentre il fuoristrada sobbalza tra un costone e l’altro, muovendosi come una biglia in un circuito stretto, disegnato tra i filari. Le viti, tutt’attorno, paiono stese come panni a un filo invisibile, teso tra la Solfatara di Pozzuoli e il Lago di Agnano.

Anni fa, qualcuno propose a Raffaele Moccia di vendere tutti i terreni per realizzare delle palazzine. Disse no, pensando anche al futuro del figlio Gennaro, che ha già deciso di continuare l’opera del padre. Un’altra garanzia per i vecchi vigneti dei Campi Flegrei. Prosit.

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Il Conegliano Valdobbiadene Docg sbarca in Australia e Norvegia

Nuovo tour promozionale per il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg che per la prima volta farà tappa in Australia e Norvegia. Si tratta di due mercati estremamente interessanti per la denominazione che per la prima volta sono coinvolti in attività promozionali dedicate.

Le attività si focalizzeranno sulla presentazione del prodotto e del territorio in nazioni che stanno vivendo una forte espansione commerciale per il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg. Due nuove frontiere per la promozione della denominazione.

I NUOVI MERCATI DEL CONEGLIANO VALDOBBIADENE

Nel corso degli ultimi dieci anni è stata registrata una crescita a doppia cifra per la Norvegia con +54,6% a volume e +93,4% a valore. Crescita addirittura a tripla per l’Australia con +355% a volume e +436,4% a valore. L’Australia è un mercato emergente per il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg e si prospettano buone potenzialità di sviluppo. Nel paese l’interesse per il vino di qualità si dimostra in aumento.

La Penisola scandinava non ha sofferto nemmeno l’anno della pandemia, riportando una crescita a volume del 54,4% e a valore del 61,7%. Un mercato molto importante, considerato anche che le bollicine italiane qui detengono la più alta quota di mercato del segmento spumanti.

GLI EVENTI

Gli eventi inizieranno in Australia. Il primo appuntamento sarà lunedì 13 settembre a Brisbane, si terrà in presenza e sarà rivolto a operatori del settore, ovvero sommelier, ristoratori, buyer e giornalisti. Si tratterà di una masterclass condotta da Tyson Stelzer, wine educator e giornalista pluripremiato, specializzato nell’ambito dei vini spumanti.

Tyson Stelzer è collaboratore televisivo e redattore free lance per testate specializzate nell’ambito enologico. Dopo la tappa di Brisbane il Consorzio di Tutela sarà presente anche a Melbourne e Sydney con la stessa modalità di proposta.

A solo una settimana di distanza si cambia emisfero per raggiungere la Norvegia. Precisamente:

  • 20 settembre a Bergen, dove si proporrà una masterclass di approfondimento sul Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, rivolta agli operatori della ristorazione.
  • 21 settembre a Oslo, dove si ripeterà l’esperienza della masterclass di Bergen per un pubblico non solo di operatori ma anche di giornalisti del settore vino.

Tutti gli appuntamenti norvegesi saranno tenuti da Liora Levi, wine educator, sommelier e giornalista che collabora con diverse riviste di settore e programmi televisivi. Il 28 settembre il tour norvegese si chiuderà con una masterclass virtuale.

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Al via il 16 settembre “Marche: dalla vigna alla tavola”

Nasce “Marche: dalla vigna alla tavola“. Progetto voluto fortemente dalla Regione Marche con lo scopo di sostenere le imprese del settore enologico regionale di qualità con il coinvolgimento della ristorazione. Ristorazione il cui ruolo è stato rallentato, quando non completamente bloccato, dalla crisi pandemica.

Nel contesto di “Marche: dalla vigna alla tavola”, Ri-Conviviamo è il nome scelto da 15 ristoranti per augurare un ritorno alla convivialità tipica di questa regione accogliente.

Un calendario di serate di degustazione aperte al pubblico, durante le quali i ristoratori proporranno i vini di 35 cantine coinvolte e le migliori materie prime del territorio marchigiano, risaltandone l’eccellenza tramite i propri piatti e le etichette in abbinamento.

Ri-Conviviamo è quindi un invito alla ripartenza, ma anche e soprattutto un messaggio di fiducia nelle enormi potenzialità del territorio, basate proprio sul turismo e sull’ospitalità. Si tratta di un’iniziativa realizzata con il contributo fattivo della Regione, a favore dei produttori e dei ristoratori marchigiani.

I RISTORANTI ADERENTI
  • Ristorante “Amabile” – Frontone (PU) > 16 Settembre 2021
  • Ristorante “20-15” – Marotta di Mondolfo (PU) > 19 Settembre 2021
  • Hotel-Ristorante “Alla Lanterna” – Fano (PU) > 22 Settembre 2021
  • Ristorante “Due Cigni” – Montecosaro Scalo (MC) > 5 Ottobre 2021
  • Ristorante “Il Cuciniere” – Fano (PU) > 14 Ottobre 2021
  • Ristorante “Osteria L’Angolo Divino” – Urbino (PU) > 22 Ottobre 2021
  • Ristorante “Gibas” – Pesaro (PU) > 10 Novembre 2021
  • Ristorante “Da Tano” – Fano (PU) > 18 Novembre 2021
  • Ristorante-Pizzeria “Il Portico” – Fano (PU) > 19 Novembre 2021
  • Ristorante-Pizzeria “Da Farina” – Pesaro (PU) > 23 Novembre 2021
  • Ristorante “Il Grottino” – Gabicce Monte (PU) > 25 Novembre 2021
  • Ristorante “Amarantos” – Porto Recanati (MC) > 26 Novembre 2021
  • Ristorante “Bagni da Federico” – San Benedetto del Tronto (AP) > Novembre
  • Ristorante “Zasa” – San Benedetto del Tronto (AP) > Novembre
  • Ristorante “Antico Furlo” – Acqualagna (PU) > 10 Dicembre 2021
LE CANTINE PARTECIPANTI
  • Az. Agraria Guerrieri
  • Il Conventino Monteciccardo
  • Colonnara Soc. Coop. Agricola
  • Az. Agrobiologica San Giovanni
  • Cantine Moroder
  • Terre di San Ginesio
  • Santa Barbara
  • Cantina Rovelli
  • Luca Cimarelli Staffolo
  • Cantina Di Sante
  • Roberto Lucarelli
  • Bruscia
  • Fattoria Villa Ligi
  • Az. Agr. Mariotti Cesare
  • Terracruda
  • Fattoria Mancini
  • Selvagrossa
  • Az. Agr. Mencaroni Federico
  • Cantina Santi Giacomo e Filippo
  • Vigna della Cava
  • Il Gelsomoro
  • Cantina Mezzanotte
  • Az. Agr. Claudio Morelli
  • Soc. Agr. Ciù Ciù
  • Az. Agr. Mazzola
  • Fattoria San Lorenzo
  • Agri La Fonte
  • Piantate Lunghe
  • La Lepre e La Luna
  • Cantina Rovelli
  • La Torre del Nano
  • Podere sul Lago
  • Tenuta Ca’ Sciampagne
  • Serenelli
  • Cantina Colleminò
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Vino: export da record nel primo semestre 2021

Nel primo semestre 2021 l’export italiano di vino supera per la prima volta quota 3 miliardi di euro (3,3 per la precisione). Un valore che proietta le aspettative per questo primo anno post-pandemico oltre la soglia dei 7 miliardi. Un record assoluto nella storia dell’industria vinicola italiana.

«Ora è necessario assecondare questa crescita, anche attraverso l’ausilio della promozione e del nuovo plafond di 25 milioni di euro ai nastri di partenza entro l’autunno», dichiara Paolo Castelletti, segretario generale di Unione italiana Vini .

IL RIMBALZO DELL’EXPORT

Secondo le elaborazioni dell‘Osservatorio del vino di Uiv sui dati Istat del primo semestre di quest’anno rilasciati oggi, il rimbalzo delle spedizioni tricolori nel mondo è stato favorito dalla ripresa dei consumi nei principali Paesi clienti.

Rimbalzo evidente non solo sul 2020 (+16% il valore, ma +6% anche i volumi, sopra quota 10 milioni di ettolitri), ma anche sulla media del periodo pre-Covid (2015/18). Il segmento dei vini confezionati nel primo semestre 2021 eguaglia le performance del 2019 (+6%). Gli spumanti girano a regimi più che doppi, con ritmi straordinari negli Usa e in Germania.

Negli Stati Uniti gli spumanti italiani segnano +75% sulla media 2015/18, contro +45% della Francia. Sui vini confezionati, sempre in rapporto alla media pre-pandemia, in Usa il 2021 segna +12% contro +2% del 2019. In Germania +18% contro +5% e in Canada +19% contro +4%.

Debolezze diffuse invece in UK, dove vi è un peggioramento rispetto ai ritmi già negativi del 2019 (-8% contro -4%). In Giappone si scende in terreno leggermente negativo contro una crescita del 12% registrata prima dello scoppio della pandemia.

L’ANDAMENTO DEI VARI SEGMENTI

Venendo ai dati di confronto annuo, grazie a un balzo poderoso registrato soprattutto tra aprile e giugno, tutti i principali segmenti ad alto valore aggiunto segnano crescite. Vini spumanti a +26% (780 milioni di euro), vini frizzanti sopra soglia 200 milioni (+3%), vini fermi confezionati a +16%.

Top per i rossi a denominazione, a +23% (860 milioni di euro). In regresso solo i bag-in-box (-7%), vini che avevano fortemente beneficiato dalle restrizioni imposte dai lockdown nel 2020, e gli sfusi, che soffrono della impietosa concorrenza spagnola sulle principali destinazioni.

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Giovanni Manetti confermato presidente del Consorzio Chianti Classico

Giovanni Manetti è stato confermato presidente del Consorzio Vino Chianti Classico per il secondo mandato triennale. La nomina è avvenuta oggi da parte del neo-eletto Consiglio di amministrazione, all’unanimità.

Insieme a Giovanni Manetti (al centro, nella foto), sono stati confermati come vice presidenti del Consorzio del Gallo Nero Francesco Colpizzi e Sergio Zingarelli. Il nuovo Consiglio di amministrazione del Chianti Classico è invece così composto: Laura Bianchi – Castello di Monsanto, Luigi Cappellini – Castello di Verrazzano, Sebastiano Capponi – Villa Calcinaia.

IL NUOVO CDA DEL CONSORZIO CHIANTI CLASSICO

E ancora: Alessandra Casini Bindi Sergardi – Bindi Sergardi, Duccio Corsini – Principe Corsini – Villa Le Corti, Renzo Cotarella – Marchesi Antinori, Simone François – Castello di Querceto, Giovanni Manetti – Fontodi, Tommaso Marrocchesi Marzi – Bibbiano, Nicolò Mascheroni Stianti – Castello di Volpaia, Filippo Mazzei – Marchesi Mazzei, Alessandro Palombo – Luiano.

Infine: Giovanni Poggiali – Felsina, Enrico Pozzesi – Rodano, Davide Profeti – San Felice, Francesco Ricasoli – Barone Ricasoli (viticoltori); Andrea Cecchi – Cecchi, Sandro Sartor – Ruffino, Sergio Zingarelli – Rocca delle Macìe (imbottigliatori);  Francesco Colpizzi – Castelli del Grevepesa, Malcolm Leanza – Cantina Colline del Chianti (vinificatori).

GIOVANNI MANETTI: IL COMMENTO ALLA RIELEZIONE

«Sono stato chiamato a rinnovare la disponibilità a guidare questo prestigioso Consorzio – ha commentato Giovanni Manetti – e sono molto contento della fiducia che tutta la compagine sociale nuovamente mi accorda. Accetto quindi volentieri questo impegno e, con rinnovato entusiasmo, spero di poter guidare il Consorzio e le nostre aziende socie fuori dal periodo dell’emergenza sanitaria».

«I tre anni che mi aspettano – ha aggiunto – saranno impegnativi e mi auguro di poter continuare con successo la strada intrapresa nel mio primo mandato, contribuendo al consolidamento e alla valorizzazione ulteriore di una delle eccellenze del mondo vitivinicolo italiano e internazionale».

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Vinòforum 2021: a Roma dal 10 al 19 settembre

Dal 10 al 19 settembre il Parco Tor di Quinto (Via delle Fornaci di Tor di Quinto, 10) ospiterà Vinòforum 2021. Manifestazione giunta alla diciottesima edizione. Si conferma la formulache vede abbinati grandi vini a proposte di alta cucina. Un perfetto mix in grado, anno dopo anno, di appassionare i numerosi visitatori.

Ad accoglierli, nei 12.000 mq del Parco di Tor di Quinto, impreziosito dal suggestivo laghetto, oltre 600 cantine e un parterre di 2500 etichette. Presenti ben tre Consorzi (Friuli Doc, Prosecco Doc, Roma Doc e Consorzio di tutela del Cesanese del Piglio), Unaprol-Consorzio Olivicolo Italiano, Le Donne del Vino del Lazio e La Strada del Vino di Latina.

«Il vino resta il cuore pulsante della nostra manifestazione – sottolinea Emiliano De Venuti, Ceo di Vinòforum – ma nel corso degli anni siamo riusciti a fare di Vinòforum realmente Lo Spazio del Gusto, un luogo dove il pubblico ha la straordinaria opportunità di degustare un numero incredibile di eccellenze».

GLI APPUNTAMENTI

Nove gli appuntamenti, tutti da non perdere, tutti a partire dalle 20.30. Si inizia venerdì 10 con Mirko Di Mattia di Livello 1 (Roma). Si prosegue sabato 11 con Eugenio Roncoroni (Al Mercato – Milano). Domenica 12 sarà la volta di Stelios Sakalis de Il Pievano del Castello di Spaltenna (Gaiole in Chianti). Martedì 14 riflettori su Emanuele Scarello, chef de Agli Amici dal 1887 di Udine.

Sara Scarsella e Matteo Compagnucci (Sintesi di Ariccia) saranno i protagonisti mercoledì 15, mentre Francesco Apreda (Idylio – Roma) ci accompagnerà giovedì 16. Venerdì 17 ci sarà Pierluigi Gallo di Achilli al Parlamento di Roma e Sabato 18 ai fornelli Stefano Marzetti del Mirabelle di Roma. Chiusura in grande stile domenica 19 con Franco Franciosi e Francesco D’Alessandro del Mammarossa di Avezzano.

Per gli amanti della buona cucina confermata anche la formula vincente dei Temporary Restaurant. Sei postazioni ogni giorno con altrettanti chef, ognuno impegnato per due serate di seguito, per un totale di 30 campioni dell’alta ristorazione. Ognuno con un menu di tre portate proposto a prezzi “democrati”.

SPIRITS E MISCELAZIONE

Vinòforum riserva novità anche agli operatori del settore che oltre ad accedere alla Business Lounge per degustazioni enologiche d’eccellenza, potranno visitare la nuovissima “Mix&Spirits Hospitality“. Uno spazio dedicato all’universo della miscelazione e degli spirits e alla loro evoluzione.

I fortunati potranno godere di una carta dei cocktail unica curata dal maestro Massimo D’Addezio. Prezioso sarà il supporto dell’Aibes che a Vinòforum terrà la propria finale regionale del titolo “Bartender dell’anno“, che decreterà il rappresentante italiano al concorso mondiale IBA.

CHAMPAGNE, OLIO E CAFFÈ

Vinòforum 2021 è anche palcoscenico della prima edizione del “Roma Caffè Festival“. Organizzato con la collaborazione di Francesco Sanapo e Antonella Cutrona e con il supporto di Gruppo Cimbali con il suo brand Faema,. L’azienda firmerà con la Mumac Academy un fittissimo calendario di corsi, laboratori e degustazioni sul trend dell’home bar, sul design delle macchine e sulle ricette da fare in casa.

Si rinnova lo spazio dedicato allo Champagne. Possibilirà di degustare gli Champagne delle Maison Krug, Dom Pérignon, Veuve Cliquot, Moët & Chandon e Ruinart, in abbinamento ai sushi preparati dalla Chef Michelle Rocha. Vincitrice dello Chef Awards 2021 come miglior chef di sushi d’Italia.

Confermati anche gli appuntamenti con l’Olio Extravergine di Oliva a cura di Unaprol e della Fondazione Evoo School Italia. E quelli, richiestissimi, con gli Amici del Toscano.

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Al via “Enologica Montefalco – Abbinamenti”

Il vino in abbinamento al cibo e alle arti, dalla danza contemporanea ai fumetti. A Montefalco (Perugia), dal 17 al 20 Settembre, si terrà “Enologica Montefalco – Abbinamenti“. Evento organizzato da Consorzio Tutela Vini Montefalco e La Strada del Sagrantino, con il contributo del PSR dell’Umbria ed il patrocinio della Regione Umbria e del Comune di Montefalco.

Protagonisti saranno i grandi vini delle denominazioni Montefalco e Spoleto, tra gastronomia, musica e arte. Tre giorni dedicati a turisti, appassionati e winelovers con degustazioni, laboratori, iniziative in cantina ed esperienze al calar del sole. La giornata di lunedì 20 Settembre sarà riservata agli operatori del settore.

Protagonista centrale sarà l’appuntamento con il banco d’assaggio dei produttori. Degustazione dei vini Doc Montefalco, Doc Spoleto, Docg Montefalco Sagrantino e gli altri vini tutelati dal Consorzio Tutela Vini Montefalco. Evento in programma sabato 18 e domenica 19 settembre, dalle ore 11 alle ore 19.30, presso il Chiostro di Sant’Agostino.

LE INIZIATIVE

Ben tre le iniziative in cartellone che prevedono ospiti speciali. Sabato 18 settembre (ore 17, Giardino ex Carceri) “Movimenti di Vini“, che vedrà il vino in abbinamento a musica e danza. Il giornalista Jacopo Cossater guiderà il pubblico in una degustazione dei vini del territorio in abbinamento alla danza contemporanea dei ballerini Luca Mazzarini e Stefania Bergamaschi.

Sabato 18 settembre (ore 21.30, Giardino ex Carceri) sarà la volta di “Radio sotto le stelle“. Iniziativa che vedrà protagonista Tinto (Nicola Prudente) che come in un programma radiofonico, tra musica, racconto e degustazione dei vini, presenterà “Il collo della bottiglia – Storie di Vite”.

Domenica 19 settembre (ore 16, Giardino ex Carceri), “Tratti di vini“, vini in abbinamento ai fumetti. Degustazione dei vini Doc e Docg, in abbinamento alla performance del cartoonist Joshua Held. Un’occasione imperdibile per vivere l’espressione del vino attraverso l’arte dell’illustrazione sulle note musicali rhytm and blues e motow soul.

Protagoniste le stelle, venerdì 17 Settembre (ore 21.30, Giardino ex Carceri) per “Teatro del Cosmo“. Evento in collaborazione con Umbria Sky Watching, osservazione del cielo con un calice di vino. Avventura immersiva e interattiva, guidati da un astrofisico nella lettura del cielo.

Sabato 18 settembre (ore 19, Giardino ex Carceri) andrà in scena “Degustazione con delitto“. Gioco teatrale interattivo in collaborazione con Roompicapo in cui il pubblico vestirà i panni di detective, interrogando i sospettati per risolvere un misterioso caso di omicidio, degustando i vini e vivendo un’esperienza teatrale.

VINO E ARTE

Numerose le iniziative di abbinamento del vino con l’arte presso il Complesso Museale San Francesco. Venerdì 17 settembre alle ore 18:30 “Sapori e colori: osserva, degusta, ascolta“, in collaborazione con Maggioli Cultura, in cui l’arte di Benozzo Gozzoli incontrerà l’arte vinifica del Sagrantino.

Ad arricchire il programma di “Enologica Montefalco – Abbinamenti” eventi in cantina, tra cui l’attesissimo evento “Aperitivo in cantina al tramonto“, piatti in abbinamento ai vini Doc e Docg nei ristoranti, focus guidati sulle denominazioni del territorio e laboratori per bambini e genitori con l’attrice e animatrice Loretta Bonamente.

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Il “Piccolo Champagne” fa infuriare i francesi: l’Ue blocca i tapas bar Champanillo

Stop dell’Ue ai Tapas bar Champanillo Barcelona, che in spagnolo significherebbe “Piccolo Champagne”. La Corte di giustizia europea ha vietato l’utilizzo di tale nome, costringendo la catena di locali della Catalogna a un cambio di rotta nel proprio marketing.

La sentenza è arrivata dopo il ricorso del Comité Interprofessionnel du Vin de Champagne (Civc), organismo per la tutela degli interessi dei produttori di Champagne. La grafica degli Champanillo, del resto, non lasciava spazio ad ulteriori interpretazioni: due coppe riempite di una bevanda spumeggiante, seppur di colore rosso.

LA SENTENZA UE FERMA I TAPAS BAR CHAMPANILLO

La diatriba è finita dalla magistratura iberica fino alla Corte di giustizia europea, chiamata a chiarire i confini del diritto dell’Unione in materia di protezione dei prodotti Dop. Il termine Champanillo, distorto da “Champagne”, era nello specifico utilizzato «in ambito commerciale, per designare non già prodotti ma servizi» dei locali di Barcellona, Calella, Cardedeu e Mollet.

Il regolamento comunitario protegge le Dop (Denominazioni di origine protetta) da condotte relative sia a prodotti che a servizi. Determinante per la sentenza l’utilizzo illegittimo di un termine, Champanillo, che induce i consumatori a pensare alla Dop Champagne.

Sempre secondo la Corte di giustizia Ue, «non è necessario che il prodotto protetto dalla denominazione e il prodotto o il servizio contestati siano identici o simili, poiché l’esistenza del nesso tra il falso e l’autentico può derivare anche dall’affinità fonetica e visiva».

STOP ALLO CHAMPANILLO: ESULTA COLDIRETTI

Lo stop al nome truffa fa esultare Coldiretti, in Italia. La confederazione parla di «sentenza storica per il nostro paese, leader europeo nelle denominazioni di origine con 316 Dop, Igp e Stg che sviluppano un valore della produzione di 16,9 miliardi di euro e un export da 9,5 miliardi di euro con il contributo di oltre 180 mila operatori».

Così il presidente Coldiretti, Ettore Prandini: «Il nostro patrimonio è sotto attacco del falso Made in Italy che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia, per alimenti taroccati che non hanno nulla a che fare con il sistema produttivo nazionale».

«Se è illegittimo usare un nome o un segno che evocano, anche storpiandolo, un prodotto a denominazione di origine – aggiunge Prandini – la sentenza della Corte Ue può essere applicata anche alle tante imitazioni di Dop italiane. A partire dal vino Prosecco, vittima negli ultimi anni di un fiorente mercato del tarocco realizzate proprio richiamandone il nome per assonanza, come Meer-secco, Kressecco, Semisecco, Consecco, Whitesecco e Crisecco».

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Vini al supermercato

Umbria Igt 2019 Vipra Rosso, Bigi

(4 / 5) Tra i più noti vini dell’Umbria in vendita al supermercato c’è sicuramente l’Umbria Igt 2019 Vipra Rosso della cantina Bigi di Orvieto (Giv – Gruppo italiano vini). Sotto la lente di ingrandimento di Vinialsuper la vendemmia 2019.

LA DEGUSTAZIONE
Vipra Rosso Bigi si presenta nel calice di un rosso rubino intenso. Ottima corrispondenza tra le note avvertibili al naso e al palato. Domina il frutto a polpa rossa e nera, tra la ciliegia e la mora.

Più in sottofondo ricordi di erbe della macchia mediterranea e una leggera speziatura, che dona freschezza e verve alla beva. Un vino che si lascia bere con facilità e si adatta a tutto pasto.

In particolare, Vipra Rosso si presta all’abbinamento con i piatti a base di carne, dai primi ai secondi non troppo elaborati.

LA VINIFICAZIONE
Per la produzione di Vipra Rosso, la Cantina Bigi ricorre ad uve autoctone e internazionali, vinificate separatamente in acciaio. Dopo la fermentazione malolattica, una parte del vino affina da 8 a 12 mesi in barrique di rovere francese.

Acquistabile presso: Carrefour
Prezzo: 4,90 euro

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degustati da noi news news ed eventi vini#02

Migliori vini rossi a Campania Stories 2021: i 7 vini imperdibili

I vini rossi della Campania tra alti e bassi: strepitosi in alcune interpretazioni e da rivedere in altre, in bilico tra un uso eccessivo dei legni e poca “pulizia”. È il quadro che emerge dalla sessione di degustazione dei vini rossi campani a Campania Stories 2021.

La presentazione delle ultime annate delle principali denominazioni “rossiste” della regione è andata in scena il 31 agosto al Campus Principe di Napoli di Agerola (NA). Conferme più che sorprese, dunque, con la regione che si conferma più “ferrata” e qualitativamente costante nella produzione di vini bianchi (qui i migliori all’Anteprima Campania Stories 2021).

Nella selezione di WineMag.it, 38 dei 137 vini rossi campani degustati alla cieca. Tra questi sono 7 i vini imperdibili: il Campania Igp 2018 “Terra di Lavoro” di Galardi; l’Irpinia Aglianico Dop 2015 “Serpico” di Feudi di San Gregorio.

E ancora: l’Aglianico del Taburno Riserva Docg “Terra di Rivolta” 2017 di Fattoria La Rivolta; il Cilento Aglianico Dop “Cenito” 2018 di Luigi Maffini; il Paestum Aglianico Igp Bio “Donnaluna” 2018 di Viticoltori De Conciliis.

Molto interessante l’interpretazione del vitigno Casavecchia di Alois, con il Pontelatone Riserva Dop 2017 “Trebulanum”. Tra le annate meno recenti, brilla invece il Taurasi Riserva Docg 2009 di Perillo. Da sottolineare l’ottima prova “corale” dei Campi Flegrei con il vitigno Piedirosso, tra i simboli della Campania. Un argomento che sarà approfondito prossimamente su WineMag.it.

I MIGLIORI VINI ROSSI A CAMPANIA STORIES 2021

VINI ROSSI BASE AGLIANICO
IRPINIA
Irpinia – Docg Taurasi e Taurasi Riserva

Villa Raiano – Taurasi Docg 2016
Tenuta Cavalier Pepe – Taurasi Docg “Opera mia” 2015
Molettieri Salvatore – Taurasi Docg “Renonno” 2015
Delite – Taurasi Docg “Pentamerone” 2015
Feudi di San Gregorio – Taurasi Riserva Docg “Piano di Montevergine” 2015
Tenuta del Meriggio – Taurasi Riserva Docg “Colle dei Cerasi” 2015
Perillo – Taurasi Riserva Docg 2009

Dop Irpinia Campi Taurasini, Irpinia Aglianico, Irpinia Rosso; Igp Campania Aglianico

Ferrara Benito – Irpinia Aglianico Dop “Vigna Quattro confini” 2018
Canonico & Santoli – Irpinia Aglianico Dop “Hirpus” 2016
Feudi di San Gregorio – Irpinia Aglianico Dop “Serpico” 2015
Delite – Irpinia Campi Taurasini Dop “Nonna Seppa” 2015

SANNIO
Dop Aglianico del Taburno, Sannio Aglianico, Sannio Solopaca Classico; Igp Beneventano Rosso, Campania Aglianico

Cantina di Solopaca – Sannio Aglianico Dop Biologico “Armunìa Viticoltori San Martino” 2019
Fattoria La Rivolta – Aglianico del Taburno Docg 2017
Fontanavecchia – Aglianico del Taburno Docg 2017
(già Top 100 Migliori vini italiani 2022 – WineMag.it)
Fattoria La Rivolta – Aglianico del Taburno Riserva Docg “Terra di Rivolta” 2017
Cantine Tora – Aglianico del Taburno Rosso Dop 2016

Alto Casertano

Villa Matilde Avallone – Roccamonfrina Rosso Igp “Cecubo” 2015

Colli Salernitani-Picentini, Cilento; Dop Cilento Aglianico; Igp Colli di Salerno Aglianico, Paestum Aglianico, Campania Aglianico

Azienda Agricola Cicalese Rossella – Campania Igp “Evoli” 2019
Viticoltori Lenza – Colli di Salerno Igp “Massaro” 2018
(già Top 100 Migliori vini italiani 2022 – WineMag.it)
Luigi Maffini – Cilento Aglianico Dop “Cenito” 2018
Viticoltori De Conciliis – Paestum Aglianico Igp Bio “Donnaluna” 2018
Lunarossa – Colli di Salerno Aglianico Igp “Borgomastro” 2016
San Salvatore 1988 – Paestum Aglianico Igp “Omaggio a Gillo Dorfles” 2016

VINI ROSSI A BASE PIEDIROSSO
Dop Sannio Piedirosso, Campi Flegrei Piedirosso; Igp Pompeiano Rosso; Vesuvio Piedirosso, Igp Campania Piedirosso

Az. Agricola Mario Portolano – Campi Flegrei Piedirosso Dop 2020
Agnanum – Campi Flegrei Piedirosso Dop Agnanum Piedirosso 2020
Cantine del Mare – Campi Flegrei Piedirosso Dop “Terrazze Romane” 2019
Casa Setaro – Vesuvio Piedirosso Dop “Fuocoallegro” 2019
Contrada Salandra – Campi Flegrei Piedirosso Dop 2017
Ocone – Sannio Taburno Piedirosso Dop “Calidonio” 2015

VINI ROSSI COSTA D’AMALFI
Dop Costa d’Amalfi Furore, Costa d’Amalfi Ravello, Costa d’Amalfi Tramonti; Igp Campania Rosso

Marisa Cuomo – Costa d’Amalfi Furore Rosso Riserva Dop 2017
(già Top 100 Migliori vini italiani 2022 – WineMag.it)
Marisa Cuomo – Costa d’Amalfi Ravello Rosso Riserva Dop 2017
(già Top 100 Migliori vini italiani 2022 – WineMag.it)
Tenuta San Francesco – Costa d’Amalfi Tramonti Rosso Riserva Dop “Quattro Spine” 2016

VINI ROSSI VESUVIO
Dop Vesuvio Lacryma Christi Rosso; Igp Campania Aglianico

Casa Setaro – Lacryma Christi del Vesuvio Riserva Dop “Don Vincenzo” 2017

VINI ROSSI A BASE CASAVECCHIA
Dop Casavecchia di Pontelatone Riserva

Alois – Casavecchia di Pontelatone Riserva Dop “Trebulanum” 2017

VINI ROSSI A BASE PALLAGRELLO NERO
Igp Terre del Volturno Pallagrello Nero

Il Casolare Divino di Manuela De Luca – Terre del Volturno Pallagrello Nero Igp “Tralice” 2018

ROSSI MONOVARIETALI E BLEND MISTI
Dop Sannio Barbera; Igp Campania Aglianico, Campania Rosso, Paestum Rosso, Paestum Primitivo, Colli di Salerno Rosso

Galardi – Campania Igp “Terra di Lavoro” 2018
Petra Marzia – Campania Rosso Igp “Petra Marzia” 2018
Alessandra Srl Società agricola – Paestum Primitivo Igp “Catacatascia” 2018
Montevetrano – Colli di Salerno Rosso Igp “Montevetrano” 2018

IL FOCUS SUL PIEDIROSSO

Campania Stories 2021, è l’anno del Piedirosso. Per’e Palummo nuovo asso dei produttori campani

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Food Lifestyle & Travel

Valpolicella-Cortina: il Consorzio punta sulla ristorazione di fascia alta

La Valpolicella si siede nel salotto delle Dolomiti e guarda ai Giochi Olimpici invernali Milano-Cortina 2026. I prossimi 11 e 12 settembre il Consorzio di Tutela Vini Valpolicella sarà infatti il partner “in rosso” di The Queen of Taste. Manifestazione gourmet dell’estate ampezzana organizzata dall’associazione Cortina for Us e Chef Team Cortina.

Il posizionamento dei nostri vini nella ristorazione di fascia alta è tra gli obiettivi prioritari della nuova politica di promozione del Consorzio Vini Valpolicella. In questo contesto – spiega il presidente, Christian Marchesini – l’inserimento del nostro evento nel palinsesto del festival gastronomico di Cortina rientra in un percorso propedeutico che ci proietta anche verso le Olimpiadi invernali del 2026».

Nella due giorni di “Valpolicella-Cortina andata e ritorno“, il progetto del Consorzio per la quinta edizione del festival, Amarone, Valpolicella Superiore, Ripasso e Recioto saranno abbinati ai menù proposti dai maestri del gusto di alcuni locali selezionati in rappresentanza della Dolce Vita gastronomica della perla delle Dolomiti.

Piatti contemporanei, sapientemente interpretati da una squadra di chef veneti, anche stellati, oltre che dai rispettivi titolari delle cucine. Dopo questa prima tappa, “Valpolicella-Cortina” farà ritorno in Valpolicella. Un programma di incoming che coinvolgerà il team di chef protagonisti di The Queen of Taste.

LE AZIENDE PARTECIPANTI ALL’EVENTO

Cantina Valpolicella Negrar, Corte Canella, Costa Arente, Le Guaite di Noemi, Mezzo Ettaro, Piccoli. Rubinelli Vajol, Sartori di Verona, Secondo Marco, Tenuta Chiccheri, Torre di Terzolan, Vigneti Villabella.

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