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Vino: la filiera incontra il Ministro Patuanelli

Vino: la filiera incontra il Ministro Patuanelli

Un intervento forte del Governo italiano a difesa del settore vitivinicolo. È quanto ha chiesto oggi la Filiera Vino al ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli. Il Ministro, insieme al Sottosegretario Gian Marco Centinaio, per la prima volta ha incontrato ufficialmente, i presidenti di Alleanza delle Cooperative, Assoenologi, Cia, Confagricoltura, Copagri, Federdoc, Federvini e Unione Italiana Vini, che avevano sollecitato un vertice urgente per discutere delle questioni più impellenti riguardanti il comparto.

Innanzitutto il piano di lotta contro il cancro sviluppato in sede europea e il rapporto di implementazione della strategia alcol dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Strategie che contengono proposte in grado di arrecare seri pregiudizi al vino italiano.

LA LOTTA ALL’ABUSO DI ALCOL

Nel documento presentato, la Commissione indica alcune azioni che intende mettere in campo per raggiungere l’obiettivo di riduzione del consumo dannoso di alcol. Il piano è anche supportato da un progetto di relazione parlamentare che inasprisce ulteriormente le indicazioni della Commissione. Si rischia così di dare legittimità politica alle stesse.

L’OMS, inoltre, nel piano di azione dedicato, intende ridurre del 20% il consumo di alcol (e non il consumo “dannoso” di alcol) entro il 2030.

«Entrambi i documenti – ha spiegato la Filiera – sono in una fase piuttosto avanzata della discussione. È fondamentale che l’Italia porti avanti con atti ufficiali, in tutte le sedi opportune, istanze di equilibrio, buon senso e ragionevolezza. Elementi che da sempre contraddistinguono la posizione italiana, evitando raccomandazioni fiscali e normative di tipo proibizionistico».

«Normative che, lungi dal colpire l’abuso, hanno il potenziale di infliggere un danno ingiustificato a un settore fiore all’occhiello dell’agroalimentare del nostro Paese. Si penalizza proprio il consumo moderato di vino, uno dei componenti principali della dieta mediterranea riconosciuta dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità».

IL TEMA DELLA PROMOZIONE

L’altro tema urgente è quello della promozione. In Europa è stata avviata una riforma che rischia di escludere i prodotti vitivinicoli dalla possibilità di accedere al budget dedicato alle attività promozionali in Europa e nel mondo.

La Filiera ha chiesto al ministro Patuanelli grande attenzione affinché il settore non sia escluso dai progetti che hanno permesso, negli anni, di raggiungere risultati importanti in termini di valore e di export.

Le stesse Organizzazioni della filiera vitivinicola hanno ribadito la necessità di essere coinvolte nella definizione del piano nazionale di comunicazione istituzionale per il settore che il Mipaaf ha deciso di adottare.

IL PROSEK

Quindi la questione Prosek, sulla quale la Filiera ha apprezzato il sostegno del Governo e la costituzione di un gruppo di lavoro dedicato. Secondo la Filiera ora è necessario uniformare gli argomenti a difesa compatta del rigetto del riconoscimento della Menzione Tradizionale Croata.

Sono state poi rappresentate le imminenti scadenze riguardo l’OCM vino e lo standard unico sulla sostenibilità. Inoltre sono state sottolineate le difficoltà rispetto ai pagamenti sullo stoccaggio, riduzione delle rese e concessione delle nuove autorizzazioni.

Il ministro Patuanelli ha assicurato il massimo impegno personale e della struttura per un settore così determinante per l’economia nazionale, al fine di preservare gli operatori dalle difficoltà riportate.

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Grandi Langhe 2022 approda a Torino

Grandi Langhe, la manifestazione dedicata a buyer, distributori, enotecari e ristoratori italiani e stranieri, arriva a Torino il 31 gennaio e 1° febbraio 2022. L’evento, da anni uno dei primissimi appuntamenti del calendario enologico italiano, si terrà negli spazi di OGR Torino.

Dopo un anno di stop forzato dovuto alla pandemia le oltre 200 cantine di Langhe e Roero presenteranno le proprie etichette nell’hub di innovazione, enogastronomia e cultura del capoluogo piemontese. Una scelta strategica orientata alla volontà di farlo crescere sempre maggiormente

«Abbiamo deciso di cambiare la location di Grandi Langhe in primis per permettere il rispetto della normativa sul distanziamento. In secondo luogo per dare un segnale importante che rifletta la crescita che l’evento ha avuto nelle ultime edizioni. Le nostre denominazioni, inoltre, a inizio ottobre hanno registrato un +15% rispetto ai primi nove mesi del 2020». Spiega Matteo Ascheri, Presidente del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco.

GRANDI LANGHE 2022

Il Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, insieme al Consorzio Tutela Roero, sono promotori della manifestazione, che nel 2020 ha registrato oltre duemila presenze da 34 paesi.

«In questi anni l’afflusso di operatori è aumentato costantemente. La scelta di portare l’evento presso OGR Torino è dovuta alla volontà di rispondere all’esigenza di accogliere un maggior numero di persone interessate a conoscere meglio i nostri vini». Dichiara il Presidente del Consorzio Roero Francesco Monchiero.

La due giorni sarà dunque la prima occasione dell’anno per assaggiare le nuove annate di Barolo Docg, Barbaresco Docg, Roero Docg e delle altre denominazioni del territorio.

L’elenco delle cantine partecipanti sarà disponibile. Le iscrizioni, riservate esclusivamente agli operatori di settore, apriranno nel mese di dicembre.

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Vini al supermercato

Vini in promo, inizio ottobre tra luci e ombre

Nessuno scossone tra le promozioni di inizio ottobre. Dopo l’exploit della “Carta dei vini” di Carrefour di fine settembre  sembra che le insegne abbiano rallentato le promozioni sul nettare di Bacco.

Buona l’offerta di Iper La grande i con 22 referenze e la selezione di Coop, con 21 etichette dal nord al sud Italia. Un’offerta per tutti i gusti e tutte le tasche. Fa eco Esselunga che propone un focus territoriale. Nel volantino “Piemonte in tavola” ben 17 etichette che raccontano una delle più importanti regioni vitivinicole.


Volantino Aldi fino al 10 ottobre, “Sotto costo”
Vino d’Italia Rosso Aimone: 6 pezzi 11,20 euro (3,5 / 5)



Volantino Bennet fino al 9 Ottobre, “Tutta la convenienza Sottocosto”
Verduzzo, Chardonnay o Pinot Rosa Maschio: 1,90 euro (3 / 5)
Prosecco Docg Campo del Basso: 3,20 euro (3,5 / 5)
Nero d’Avola o Grillo Doc Bio Chiarelli: 3,98 euro (4 / 5)

Bianco o Rosso Santa Maria Martellozzo: 2,38 euro (3,5 / 5)
Bonarda dell’Oltrepò Pavese Doc La Cacciatora: 2,27 euro (2 / 5)
Corvo Rosso Terre Siciliale Igt: 3,86 euro (3,5 / 5)


Volantino Carrefour Iper fino al 7 Ottobre, “Sconti 30% 40% 50%”
Nero d’Avola Doc Il Poggio dei Vigneti: 1,99 euro (3 / 5)
Vermentino di Sardegna Doc Aragosta: 3,99 euro (3 / 5)
Montepulciano o Trebbiano d’Abruzzo Doc La Calenzana: 1,99 euro (3 / 5)

Donna Marzia Igt Conti Zecca: 2,59 euro (3,5 / 5)
Chianti Docg Riserva Villa Montorsoli: 4,89 euro (3,5 / 5)
Teroldego Rotaliano Doc Cavit: 3,49 euro (3,5 / 5)

Spumante Extra Dry Turà: 2,49 euro (3 / 5)
Chardonnay, Pinot Rosè o Verduzzo La Cacciatora: 2,99 euro (2,5 / 5)
Falanghina del Beneventano Igt Vigne del Sole: 2,39 euro (3 / 5)

Terre di Chieti Igt Pecorino Antico Tralcio: 2,79 euro (3 / 5)
Muller Thurgau Doc: 3,69 euro (3,5 / 5)
Dolcetto d’Alba Dop Tralcio Antico: 3,19 euro (3 / 5)



Volantino Carrefour Market fino al 7 Ottobre, “Sconti 30% 40% 50%”
Sauvignon Doc Volpe Pasini: 15,50 euro (4 / 5)
Nero d’Avola Sicilia Doc Rapitalà: 3,89 euro (5 / 5)
Freschello Spumante Extra Dry: 2,19 euro (3 / 5)
Garzellino Bianco Frizzante: 1,99 euro (3 / 5)


Volantino Carrefour Express fino al 6 Ottobre, “I sapori di Lombardia”
Sangue di Giuda Doc Quaquarini: 3,69 euro (5 / 5)
Bonarda o Barbera Doc Le Cascine: 1,99 euro (2,5 / 5)
Riesling o Bonarda Oltrepò Pavese Doc La Calenzana: 2,79 euro (2 / 5)
Bonarda Doc Tralcio Antico: 2,99 euro (2 / 5)

Muller Thurgau Doc Cavit: 3,99 euro (3,5 / 5)
Montepulciano d’Abruzzo Doc Riserva Spinelli: 2,99 euro (5 / 5)
Pinot Nero vinificato bianco Doc Giorgi: 6,29 euro (4 / 5)
Valtellina Superiore Docg Nino Negri: 7,69 euro (5 / 5)

Lugana Dop Sirmiliono Ca’ Maiol: 7,89 euro (4 / 5)
Franciacorta Brut Terre d’Italia: 12,39 euro (3,5 / 5)
Primitivo Salento Igt Notte Rossa: 3,99 euro (5 / 5)
Chianti Riserva Docg Collezione Oro Piccini: 3,99 euro (5 / 5)

Vermentino di Sardegna Doc Aragosta: 3,69 euro (3 / 5)
Nero d’Avola o Grillo Sicilia Doc Settesoli: 3,99 euro (5 / 5)
Prosecco Doc Porta dei Dogi: 3,89 euro (3,5 / 5)


Volantino Conad fino al 5 Ottobre
Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene Carpenè Malvolti: 5,90 euro (5 / 5)
Prosecco Treviso Doc Maschio: 3,99 euro (3,5 / 5)
Vino Frizzante Garzellino Civ&Civ: 2 pezzi 2,49 euro (3 / 5)
Sauvignon Friuli Doc Borgo dai Moraris: 2 pezzi 3,99 euro (3,5 / 5)

Umbria Igt Bianco o Rosso Terre della Custodia: 2 pezzi 4,49 euro (3,5 / 5)
Ribolla Gialla Igt Frizzante Tenimenti Civa: 2 pezzi 4,99 euro (3,5 / 5)
Merlot o Sangiovese Rubicone Igt Bottenuova: 2 pezzi 2,99 euro (3,5 / 5)


Volantino Coop fino al 13 Ottobre, “Sconti fino al 40%”
Chianti Docg Loggia dei Fiori: 2,39 euro (3,5 / 5)
Gutturnio o Ortrugo dei Colli Piacentini Doc Cantagallo: 3,49 euro (3,5 / 5)
Langhe Nebbiolo Doc Fontanafredda: 6,39 euro (5 / 5)
Dolcetto d’Alba Doc Duchessa Lia: 4,59 euro (3,5 / 5)

Monferrato Chiaretto o Cortese Doc Capetta: 2,99 euro (3,5 / 5)
Falanghina del Beneventano Doc Terra dei Santi: 2,79 euro (3 / 5)
Gewurztraminer Alto Adige Doc Cantina Bolzano: 7,99 euro (5 / 5)
Vermentino Doc Donne della Torre: 6,39 euro (4,5 / 5)

Muller Thurgau Trentino Doc Mezzacorona: 3,90 euro (3,5 / 5)
Sauvignon Alto Adige Doc Erste + Neue: 6,59 euro (5 / 5)
Valpolicella Ripasso Superiore Doc Sartori: 6,49 euro (4 / 5)
Morellino di Scansano Doc Cantina del Morellino: 4,90 euro (5 / 5)

Ribolla Gialla, Schioppettino o Sauvignon Doc Furlan Faris: 4,89 euro (3,5 / 5)
Nero di Troia o Castel del Monte Dop Grifo: 2,79 euro (3,5 / 5)
Pecorino Terre di Chieti Igt Sistina: 3,49 euro (3,5 / 5)

Montepulciano d’Abruzzo Doc Rocca Ventosa: 2,09 euro (3 / 5)
Vermentino di Sardegna Doc Aragosta: 3,89 euro (3 / 5)
Nero d’Avola Nuttata o Grillo Mattinata Terre Siciliane Doc: 1,99 euro (3 / 5)

Negroamaro, Primitivo o Fiano Salento Igt Notte Rossa: 3,99 euro (5 / 5)
Prosecco Doc o Ribolla Gialla Spumante Cescon: 3,49 euro (3 / 5)
Freschello Bianco o Rosso: 1,39 euro (3 / 5)


Volantino Esselunga fino al 9 Ottobre, “Offerte da cogliere”
Chianti Docg Melini: 2,66 euro (3 / 5)
Prosecco Maschio: 3,25 euro (3,5 / 5)
Soave La Cappuccina: 3,49 euro (3,5 / 5)
Sauvignon Alto Adige Cantina Bolzano: 6,95 euro (5 / 5)

Vermentino di Sardegna Cala delle Farfalle: 3,70 euro (4 / 5)
Grillo, Ner d’Avola o Syrah Feudi San Nicola: 2,69 euro (3,5 / 5)
Lambrusco Reggiano L’Olma Cantine Riunite: 2,24 euro (3,5 / 5)
Barbera d’Alba 7 Cascine: 4,19 euro (2 / 5)

Valpolicella Classico Guerrieri-Rizzardi: 4,19 euro (4,5 / 5)
Rosso di Montepulciano Rubinoro: 3,29 euro (4 / 5)
Negroamaro Cantina Due Plame: 2,24 euro (3,5 / 5)
Moscato o Zibibbo Pellegrino: 3,46 euro (3,5 / 5)

Volantino Esselunga fino al 13 Ottobre, “Piemonte in tavola”
Barolo Docg Lo Zoccolaio: 18,90 euro (4 / 5)
Brut Villa Sparina: 15,90 euro (4 / 5)
Monferrato Rosso Saula: 2,98 euro (3,5 / 5)
Grignolino d’Asti Villa Rustica: 3,41 euro (3,5 / 5)

Barbera d’Asti Docg Terre da Vino: 4,68 euro (3,5 / 5)
Albarossa Piemonte Ricossa: 3,50 euro (4 / 5)
Dolcetto d’Alba Duchessa Lia: 4,18 euro (3,5 / 5)
Langhe Nebbiolo Govone: 4,54 euro (4 / 5)

Dogliani Docg Einaudi: 6,49 euro (4 / 5)
Barbera d’Asti Docg Pico Maccario: 3,12 euro (4 / 5)
Moscato Batasiolo: 3,07 euro (3,5 / 5)

Roero Arneis Docg Beccofino: 4,68 euro (3,5 / 5)
Gavi Docg La Doria: 4,19 euro (3,5 / 5)
Chiaretto Monferrato Capetta: 2,69 euro (3,5 / 5)

Barbaresco Docg 7 Cascine: 12,78 euro (3,5 / 5)
Asti Docg Sant’Orsola: 3,83 euro (3,5 / 5)
Barolo Chinato Terre da Vino: 12,94 euro (3,5 / 5)


Volantino Il Gigante fino al 13 Ottobre,  “Uno è gratis”
Aglianico o Falanghina Igt Ancile Conti Uttire: 2 pezzi 7,98 euro (3,5 / 5)
Barbera o Dolcetto d’Alba Doc Produttori Portacomaro: 2 pezzi 7,98 euro (4 / 5)
Merlot, Cabernet, Sangiovese o Trebbiano d’Abruzzo Doc Poggio dei Vigneti: 2 pezzi 4,38 euro (3 / 5)
Chianti Colli Senesi Docg Poggio Stella: 2 pezzi 6,98 euro (3 / 5)

Ortrugo o Gutturnio Frizzante Doc Antica Cantina Manzini: 2 pezzi 3,98 euro (3,5 / 5)
Refosco, Merlot, Sauvignon o Ribolla Gialla Venezia Igt Il Borgomastro: 2 pezzi 5,78 euro (3,5 / 5)
Cabernet o Sangiovese Rubicone Igt Reinassance: 2 pezzi 3,78 euro (3 / 5)
Montepulciano d’Abruzzo Doc o Pecorino Igt Tenuta il Priore: 2 pezzi 5,98 euro (5 / 5)

Bardolino, Bardolino Chiaretto o Soave Doc Pagus Bisano: 2 pezzi 5,98 euro (4 / 5)
Riesling o Chardonnay Oltrepò Pavese Doc Le Cascine: 2 pezzi 3,98 euro (2 / 5)
Spumante Cuvée Millesimanto Extra Dry Coste Petrai: 2 pezzi 5,98 euro (3,5 / 5)
Prosecco Treviso Doc Porta Leone: 2 pezzi 7,98 euro (3,5 / 5)

Franciacorta Cattutich Ducco: 8,99 euro (5 / 5)
Franciacorta Qblack Quadra: 13,50 euro (5 / 5)
Sassella, Inferno, Grumello Valtellina Superiore Docg Bettini: 8,50 euro (5 / 5)
Sforzato di Valtellina Docg Fruttaio di Spina Bettini: 18,90 euro (5 / 5)

Buttafuoco, Barbera o Riesling Oltrepò Pavese Doc Commendator Pastori: 2,99 euro (1 / 5)
Pinot Nero vinificato bianco Doc Giorgi: 3,49 euro (3,5 / 5)
Bonarda Oltrepò Pavese Doc Giorgi: 2,99 euro (3,5 / 5)
Spumante Moscato Provincia Pavia Giorgi: 4,89 euro (3,5 / 5)

Moscato o Sangue di Giuda Oltrepò Pavese Doc Marchesola: 2,69 euro (2 / 5)
Valcalepio Rosso o Bianco Doc Il Calepino: 4,69 euro (4 / 5)
Spumante Metodo Classico Brut Tenuta Cassinello Giorgi: 8,39 euro (3,5 / 5)


Volantino Iper, La grande i fino al 13 Ottobre, “Operazione imbattibili”
Asolo Prosecco Docg Rive dalla Chiesa: 3,99 euro (5 / 5)
Chianti Governo all’uso Toscano Docg Tenuta di Colle Alberti: 6,99 euro (3,5 / 5)
Rosso dell’Umbria Igt Tenuta Ermelinda: 2,39 euro (3,5 / 5)
Nebbiolo d’Alba Doc San Silvestro: 4,49 euro (3,5 / 5)

Chianti Riserva o Superiore Docg Collezione Oro Piccini: 3,99 euro (5 / 5)
Barbera d’Asti Docg Duchessa Lia: 3,99 euro (3,5 / 5)
Cannonau o Vermentino di Sardegna Doc Cantina Pedres: 3,99 euro (3 / 5)
Valpolicella Doc Classico La Sorte: 3,49 euro (3,5 / 5)

Montepulciano d’Abruzzo , Pecorino o Passerina Doc Spinelli: 1,99 euro (4 / 5)
Greco o Fiano Sannio Dop Feudi: 3,99 euro (3,5 / 5)
Spumante Gran Cuvée Brut o Extra Dry Celsole: 1,89 euro (3 / 5)
Roero Arneis Docg Duchessa Lia: 4,79 euro (3,5 / 5)

Lugana Doc Gardamorena: 3,99 euro (3,5 / 5)
Prosecco Doc o Rosè Terre Nardin: 4,59 euro (3,5 / 5)
Prosecco Valdobbiadene Superiore Docg Brut Millesimato Ca’ Val: 4,99 euro (3,5 / 5)
Cabernet Franc Doc o Ribolla Gialla Igt Cappello: 3,49 euro (3,5 / 5)

Cabernet Franc, Malbech o Traminer Igt Borgo Canedo: 2,99 euro (3,5 / 5)
Garganega, Muller Thurgau o Merlot Veneto Igt Poggio dei Vigneti: 1,49 euro (3 / 5)
Gewurztraminer, Sauvignon, Pinot Nero o Lagrein Alto Adige Doc St. Magdalena Gires: 7,99 euro (5 / 5)

Barbera Piemonte Doc o Bonarda Oltrepò Pavese Doc Toso: 2,49 euro (3 / 5)
Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Doc Secco o Amabile Righi: 2,39 euro (3 / 5)
Primitivo, Negroamaro o Nero di Troia Puglia Igt Millenovecentodieci: 2,49 euro (3,5 / 5)



Volantino Iperal, “Sconto 50% Grandi Marche”
Prosecco Doc Zonin: 2,75 euro (3,5 / 5)
Vini Le Rovole: 1,75 euro (1 / 5)
Vini Chiarli: 2,19 euro (3,5 / 5)
Chinati Docg Rubentino: 2,19 euro (3,5 / 5)

Prosecco Superiore Docg Carpenè Malvolti: 6,19 euro (5 / 5)
Lugana Doc Scolari: 4,99 euro (3,5 / 5)
Chianti Riserva Docg Leonardo da Vinci: 5,19 euro (3,5 / 5)
Orvieto Doc Le Chiantigiane: 2,19 euro (3 / 5)

Vini Dolianova: 3,49 euro (3,5 / 5)
Vini Frizzanti La Cacciatora: 2,49 euro (1 / 5)
Vini Rapitalà: 3,99 euro (5 / 5)
Vini Notte Rossa: 4,99 euro (5 / 5)


Volantino IperCoop fino al 6 Ottobre, “Convenienza Grandiosa XXL”
Spumante Ribolla Gialla Astoria: 2,99 euro (3,5 / 5)
Garzellino Igt: 1,19 euro (3 / 5)
Lambrusco Emilia Igt Cantine Riunite: 2,35 euro (3,5 / 5)
Vini Cavit: 2,39 euro (3,5 / 5)


Volantino Lidl fino al 10 Ottobre, “XXL”
Vermentino di Sardegna Dop: 2,79 euro (3 / 5)
Merlot del Veneto Igp: 1,19 euro (2,5 / 5)
Pinot Grigio delle Venezie Dop: 1,49 euro (2 / 5)


Volantino Pam fino al 6 Ottobre, “Le nostre idee per farti risparmiare”
Cabernet Sauvignon Veneto Igt Colle dei Cipressi: 1,89 euro (2,5 / 5)
Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Moncaro: 1,99 euro (3,5 / 5)
Spumante Pinot Chardonnay Cinque Lustri: 2,19 euro (2,5 / 5)

Nero di Troia Igt Grifo: 2,79 euro (3,5 / 5)
Est! Est!! Est!!! di Montefiascone Doc Bigi: 3,29 euro (3,5 / 5)
Montepulciano d’Abruzzo Doc Natum Agriverde: 3,99 euro (3,5 / 5)

Valpolicella Ripasso Doc La Sogara: 5,99 euro (3,5 / 5)
Rosso Terre Siciliane Igt Trinacria: 1,49 euro (2 / 5)
Bianco Umbria Igt Vipra: 3,90 euro (4 / 5)


Volantino Tigros fino al 5 Ottobre, “Cosa c’è di Buono Oggi?”
Chinati Docg Antica Sala Sensi: 1,99 euro (2,5 / 5)
Linea Vini Il Gaggio: 1,69 euro (1 / 5)
Vini Doc Dolianova: 2,89 euro (3,5 / 5)
Bardolino Classico Doc Sartori: 2,99 euro (3,5 / 5)

Vini Oltrepò Pavese Doc San Zeno Zonin: 3,49 euro (3,5 / 5)
Vini Bio Natum: 3,98 euro (3,5 / 5)
Lugana Doc Pasqua: 4,89 euro (3,5 / 5)
Prosecco Valdobbiadene Superiore Docg o Rosé Millesimato La Gioiosa: 4,99 euro (3,5 / 5)

Vini Toscana Igt Calaforte: 5,49 euro (3,5 / 5)
Vini Cantine San Giorgio: 6,90 euro (3 / 5)
Vini Igt Cielo: 2 pezzi 4,00 euro (3 / 5)
Vini Frizzanti Garzellino Civ&Civ: 2 pezzi 3,00 euro (3 / 5)


Volantino Unes fino al 5 Ottobre, “Grandi marche piccoli prezzi”
Verduzzo, Chardonnay o Pinot Rosa Maschio: 2,59 euro (3,5 / 5)
Santa Cristina: 5,29 euro (4 / 5)
Est! Est!! Est!!! di Montefiascone Bigi: 3,19 euro (3,5 / 5)

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Approfondimenti

Conclusa la vendemmia per il Pinot grigio Doc delle Venezie

La scorsa settimana si è ufficialmente chiusa la quinta stagione produttiva del Pinot grigio Doc delle Venezie anche nelle ultime zone del Trentino. Un ritardo generalizzato, per tutte le varietà precoci del Nordest, che va dai 7 ai 15 giorni rispetto al 2020.

Il trend di metà estate anticipava cali più o meno lievi della produzione. Da un -5% in Friuli a un -10/-15% in Veneto e nella Provincia Autonoma di Trento. Ottimo lo stato fitosanitario dell’uva e da qualità eccellente diffusa su tutto l’areale.

L’andamento climatico è stato decisamente altalenante in tutto il Nordest e caratterizzato da eventi estremi. Gelata dell’8/9 aprile, temperature basse nel mese di maggio che hanno ritardato la fioritura ai primi di giugno e alte nel mese successivo, stress idrico ed eccessivo caldo di metà agosto. Ma ciò non ha compromesso la salute né la qualità del Pinot grigio.

«Rispetto al 2020, ci aspettiamo un Pinot grigio più fresco, elegante e di buona struttura, che già dagli ultimi prelievi effettuati a fine agosto in aree del Veneto occidentale presentava un equilibrio zuccheri/acidi perfetto. A livello di qualità dell’uva un’annata uguale, se non migliore, alla 2015». Dichiara il dottor Diego Tomasi del Centro Ricerca Viticoltura ed Enologia (CREA-VE) di Conegliano.

Con la chiusura dell’ultima stagione produttiva, la Doc delle Venezie sta assistendo a un notevole aumento dei prezzi dell’uva. Aumento dovuto a una diminuzione dell’offerta, ma soprattutto legato alle misure straordinarie di gestione oggi in vigore. Mitigazione delle rese, blocco degli impianti e stoccaggio amministrativo.

“Questa è a tutti gli effetti la seconda stagione produttiva che avvalora la tenuta del nostro ambizioso progetto – Dice il Presidente del Consorzio di Tutela Albino Armani -. Attualmente assistiamo ad un incremento del prezzo dell’uva pari al 30-35%. Un “percorso di crescita” legato soprattutto alla gestione del potenziale di produzione voluta dal Consorzio delle Venezie. Aumenti di prezzo come questi non sono sempre di facile comprensione per il mercato. Le Doc grandi come la nostra e ancora in parte legate al varietale avrebbero bisogno di variazioni e crescite dei prezzi lente e costanti”.

In crescita nel 2021 anche gli imbottigliamenti con un +6,9 sul 2020 ed una media mensile di quasi 160.000 hl che si traducono in 21,3 milioni di bottiglie/mese.

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Food Lifestyle & Travel

Raddoppiato l’export di olio italiano in vent’anni

Le esportazioni di olio d’oliva Made in Italy nel mondo sono raddoppiate (+100%) in valore negli ultimi venti anni. Un’accelerazione impressa dalla svolta green a tavola verso il consumo di prodotti salutistici legata alla pandemia Covid. È quanto emerge dall’analisi di Coldiretti su dati Istat relativi al primo semestre del 2021.

Con 315 milioni di chili l’Italia si colloca come secondo produttore mondiale dietro la Spagna il cui raccolto oscilla fra 1,25 a 1,35 miliardi di chili. Al terzo posto la Tunisia con una campagna normale da 250 milioni di chili. Al quarto posto scende la Grecia in cui si prospetta una delle campagne più brutte dal dopoguerra, con la produzione che dovrebbe sfiorare i 200 milioni di chili come quella in lieve calo della Turchia.

IL MERCATO MONDIALE

A sostenere la domanda mondiale è la ricerca di alimentari sani e sostenibili determinata dall’emergenza sanitaria. Gli effetti positivi sulla salute associati al consumo di olio di oliva provati da numerosi studi scientifici. Effetti positivi che hanno fatto impennare le richieste di quel segmento di popolazione che nel mondo è attento alla qualità della propria alimentazione. Un incremento degli acquisti in valore del 5% nei primi sei mesi del 2021.

Quasi la metà di tutto l’olio tricolore esportato nel mondo finisce nei Paesi dell’Unione Europea, dove gli arrivi sono aumentati del 98% nell’arco del ventennio. Ma è in Asia che si registra l’impennata più significativa, con le esportazioni che sono quasi triplicate (+162%).

Il principale mercato di sbocco per l’extravergine tricolore si conferma quello degli Stati Uniti che assorbono da soli quasi un terzo del totale, con un incremento del 73% in 20 anni. Al secondo posto si piazza la Germania (+95%) davanti a Francia, Gran Bretagna e Giappone.

L’OLIO ITALIANO E LA SANA ALIMENTAZIONE

Il boom dell’olio italiano spinge anche i consumi totali che nel mondo sono arrivati a 3,2 miliardi di chili. Secondo un’analisi Coldiretti su dati Coi relativi all’ultimo anno, sono gli americani in cima alla classifica grazie ai 357 milioni di chili che sono finiti sulle tavole.

Merito anche del fatto che l’extravergine tricolore è il simbolo della Dieta Mediterranea che si è classificata come migliore dieta al mondo del 2021 su 35 regimi alimentari presi in considerazione da U.S. News & World’s Report’s.

Un successo sul quale pesa però la minaccia a livello internazionale dalla diffusione di sistemi di etichettatura fuorvianti, discriminatori ed incompleti. Il traffic light inglese e il nutriscore francese finiscono per mettere il bollino rosso ed escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali. Alimenti da secoli sono presenti sulle tavole. Il tutto per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta.

«Si rischia di promuovere cibi spazzatura con edulcoranti al posto dello zucchero e di bocciare elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva considerato il simbolo della dieta mediterranea», denuncia il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.

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Nasce U-label, la prima piattaforma europea per l’etichettatura elettronica di vini e spiriti

Comité Européen des Entreprises Vins (CEEV) e SpiritsEUROPE, associazioni europee di produttori di vini e spirits, hanno presentato oggi a Bruxelles alla presenza del Commissario Europeo per l’Agricoltura Janusz Wojciechowski il progetto U-Label. Si tratta della prima piattaforma digitale europea per la creazione di etichette elettroniche e-label.

Per la prima volta nel settore alimentare, il quadro giuridico europeo autorizza i vini a comunicare informazioni obbligatorie tramite etichette elettroniche. «Abbiamo deciso di creare U-Label per offrire a tutte le aziende di vino e liquori una soluzione chiavi in ​​mano conveniente per intraprendere questo viaggio digitale», dice Ignacio Sánchez Recarte, Segretario Generale della CEEV

La piattaforma consente a qualsiasi azienda di vini o liquori, piccola o grande, di fornire ai consumatori dell’UE informazioni sui prodotti pertinenti, standardizzate e dettagliate, come l’elenco degli ingredienti, le informazioni nutrizionali, le linee guida per un consumo responsabile e le informazioni sulla sostenibilità.

«I consumatori di oggi si aspettano una maggiore trasparenza sui prodotti che consumano e l’etichettatura digitale può rispondere a questa domanda aumentando le informazioni che le aziende condividono con i propri consumatori, senza modificare l’aspetto della confezione», afferma Jean-Marie Barillère, presidente di CEEV.

I NUOVI OBBLIGHI DI ETICHETTATURA

La riforma della Politica Agricola Comune (PAC) ha introdotto, per i vini e i prodotti vinicoli aromatizzati, nuovi obblighi di etichettatura in forma fisica e digitale (e-label). Gli obblighi riguardano la dichiarazione nutrizionale e la lista degli ingredienti.

L’indicazione delle calorie dovrà figurare direttamente sulle etichette cartacee, mentre le altre informazioni potranno essere fornite per il tramite di una e-label. La riforma verrà adottata dall’autunno 2021 e prevede un periodo di transizione di due anni in modo da consentire ai produttori di adempiervi.

LA PIATTAFORMA U-LABEL

La piattaforma prevede il rilascio di un QR Code per ciascun prodotto registrato. Inquadrando il QR Code presente sull’etichetta, il consumatore accede alle informazioni organolettiche e nutrizionali del prodotto così come alle indicazioni di provenienza.

U-label è stata sviluppata in 24 lingue e automaticamente è in grado di fornire le informazioni nella lingua del Paese dal quale vi si accede. La piattaforma garantisce la privacy dei consumatori in quanto non dispone di funzioni di tracciamento. Viene utilizzata solo la geolocalizzazione per favorire l’esperienza di consultazione in base alla lingua.

All’interno di ciascuna e-label di prodotto compariranno, inoltre, messaggi legati al consumo consapevole e alla prevenzione contro modelli di consumo non equilibrati. I produttori potranno ampliare i contenuti inserendo altre informazioni di interesse per il consumatore, come ad esempio quelle legate alla produzione sostenibile.

Con 16 aziende che partecipano alla fase pilota, il sistema sarà testato a fondo. Questa collaborazione con aziende di vari paesi e dimensioni ha permesso a U-Label di aderire il più possibile alle vere esigenze delle aziende e dei consumatori.

U-LABEL IN ITALIA

Federvini, la Federazione italiana di produttori di vini, spiriti e aceti associata a CEEV e SpiritsEUROPE, ha aderito al progetto U-Label.

«U-label rappresenta una pietra miliare nella trasparenza sui prodotti alimentari. È uno strumento che vede il nostro settore all’avanguardia nell’intero comparto agroalimentare. Sfruttando il potenziale della comunicazione digitale si favorisce il dialogo e la fiducia tra produttore e consumatore», dichiara Micaela Pallini, Presidente di Federvini.

Masi Agricola, storica associata a Federvini, è la prima azienda italiana ad aderire all’iniziativa. Oltre ad aver contribuito attivamente allo sviluppo della piattaforma ha aderito al progetto pilota di sperimentazione sui suoi prodotti.

«Da parte nostra, sosteniamo con grande convinzione questa iniziativa volta in primis a garantire la totale trasparenza verso il consumatore». Ha commentato Raffaele Boscaini, Direttore Marketing di Masi Agricola e Coordinatore del Gruppo Tecnico Masi.

«La tecnologia ci supporta in modo determinante permettendo di coniugare un’informazione puntuale e approfondita con la gradevolezza e l’originalità del packaging di un prodotto di antica tradizione», ha concluso Boscaini.

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DiVin Ottobre: il Trentino da il benvenuto all’autunno

la Strada del Vino e dei Sapori del Trentino organizza DiVin Ottobre. Ogni fine settimana del mese una serie di iniziative dedicate all’autunno. Un appuntamento che si rinnova da 16 anni grazie al coinvolgimento di oltre una settantina di soci.

Archiviate le vendemmie ed ultimati i raccolti, i produttori aprono le porte delle loro aziende agricole per ospitare i food&wine lovers più curiosi di scoprire tutti i segreti delle migliori eccellenze locali. In programma visite in cantina e vigneto, esperienze di gusto, passeggiate e tour in ebike.

Aperitivi, laboratori enogastronomici, cene a tema e proposte vacanza dedicate, oltre alle immancabili feste che celebrano i prodotti più caratteristici del periodo. Appuntamenti pensati anche per piccoli gruppi di persone.

LE INIZIATIVE

Diverse le iniziative che si ripetono ogni fine settimana, come Enotour d’Autunno presso Borgo dei Posseri ad Ala, in programma tutti i venerdì e sabato del mese. Agli ospiti verrà consegnata una cartina che condurrà ad una serie di isole posizionate accanto ai vigneti, dove degustare un calice di vino aziendale. In abbinamento specialità di Caseificio Sociale di Sabbionara e Salumeria Belli

Passeggiando nel vigneto, tutti i venerdì alla Cantina d’Isera. Una camminata nelle campagne di Isera e degustazione finale dei prodotti aziendali, accompagnati dalle specialità Biodebiasi, Caseificio di Sabbionara e Panificio Moderno.

Doc&Dop, tutti i sabati alle 16.30, presso le Cantine Mezzacorona-Rotari a San Michele all’Adige. La Visita guidata si concluderà nella suggestiva Sala del Re, con degustazione guidata dell’intera linea di Millesimati AlpeRegis. In abbinamento i finger food di Ristorante Da Pino, pensati per valorizzare le varie stagionature e consistenze di Trentingrana, e i prodotti di Panificio Sosi.

IL PROGRAMMA

1° weekend

Venerdì 1 ottobre alle ore 18.00, presso l’azienda Cenci Trentino di Castelnuovo, c’è Calici al tramonto, con i vini dell’azienda abbinati alle specialità di Crucolo e di Carni e Salumi Meggio. Il primo weekend del mese prosegue poi con la manifestazione Latte in festa a Lavarone, organizzata da Apt Alpe Cimbra. In programma una serie di laboratori ed una passeggiata con visita in fattoria e pic nic sul prato.

Solo nella giornata di domenica l’appuntamento è a Luserna, per Zimbartörggelen Herbst. Suggestiva passeggiata enogastronomica tra i colori dell’autunno dell’Alpe Cimbra, con i prodotti di Malga Millegrobbe, Cantina Madonna delle Vittorie, Caseificio degli Altipiani e del Vezzena e Distilleria Marzadro.

Da segnalare infine due giorni del Festival della Polenta di Storo, dedicato a questa specialità della tradizione, proposta in molteplici varianti.

2° weekend

Sabato 9 ottobre, alle 14.30, ci si sposta a Vallelaghi per L’Autunno e la Nosiola. Passeggiata dedicata a questo vitigno autoctono, con visita finale alla Casa Caveau Vino Santo e all’Azienda Agricola Giovanni Poli S. Massenza. In abbinata prodotti di Panificio Pasticceria Tecchiolli.

A Lavis si terrà Dal giardino alla cantina, alle ore 17.00, presso il Giardino dei Ciucìoi. Visita guidata dell’opera architettonica insieme ad Ecomuseo dell’Argentario e Albatros, passeggiata in centro storico a Lavis e degustazione finale presso Cantine Monfort.

La giornata di domenica, invece, si potrà trascorrere al Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele all’Adige.

3° weekend

Venerdì 15 e sabato 16 ottobre torna invece Reboro. Territorio & passione. Due giornate alla scoperta di questo vino in programma tra Arco e Vallelaghi. Oltre alle visite in alcune cantine del territorio, si potrà partecipare ad un convegno, una degustazione dedicata e una cena a tema.

Nella serata di sabato 16 ottobre, dalle 16.00, torna nuovamente in presenza anche Caneve en festa. Cena itinerante con prodotti locali tra gli avvolti di Cembra in abbinata ai vini e alle grappe della Valle di Cembra e accompagnata da musica.

L’appuntamento serale sarà seguito, domenica 17 ottobre, alle 11.00, da Wine Trekking Gourmet. Passeggiata di 5 km tra i vigneti della Valle di Cembra intervallata da pause curate da ristoranti locali.

Sabato 16 ottobre, a Riva del Garda è in programma Agririva Bike Tour. A partire dalle 14.00 si percorrerà in bici il percorso che unisce Lago di Garda a Valle dei Laghi e ritorno, con alcune tappe di gusto.

4° weekend

Da venerdì 22 a domenica 24 ottobre l’appuntamento è con La Dispensa dell’Alpe a Folgaria. Una tre giorni di eventi organizzata dall’Apt Alpe Cimbra, all’insegna delle produzioni agroalimentari del Trentino attraverso convegni, laboratori esperienziali, visite guidate, fattorie aperte, trekking e bike.

Sabato 23 e domenica 24 ottobre si svolge inoltre la Festa della Castagna sull’Altopiano della Vigolana dalle 10.00 alle 19.00.

5° weekend

L’ultimo weekend, come da tradizione, protagonista assoluto è invece il tipico salume “povero” di San Lorenzo Dorsino con la Sagra della Ciuìga, giunta alla XX edizione.

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a tutto volume

La Grappa del Trentino trionfa al 38° Premio Alambicco d’Oro

Il Trentino sale sul gradino più alto del 38° Premio Alambicco d’Oro promosso da Anag, Associazione nazionale assaggiatori grappa e acquaviti. Ben 19 le medaglie medaglie, di cui 2 Best Gold (su 3 in totale), 12 Gold e 5 Silver.

«Un successo che premia il lavoro quotidiano dei nostri mastri distillatori che da anni sono impegnati nella ricerca della qualità del prodotto premiata anche da iniziative come questa – spiega il presidente dell’Istituto Tutela Grappa del Trentino, Bruno Pilzer -. Devo ringraziare l’Anag, con la presidente Paola Soldi in particolare, per il lavoro che sta svolgendo nella promozione e nella comunicazione della grappa italiana e trentina».

Il concorso nazionale Anag ha visto, complessivamente, l’assegnazione di 83 medaglie a grappe, acquaviti e Brandy in arrivo da tutta Italia. Assegnate 3 Best Gold, 50 Gold, 30 Silver e 2 premi speciali. I prodotti sono stati selezionati dalla giuria di assaggiatori Anag provenienti da tutte le regioni e riuniti nei giorni scorsi a Vicenza nel rispetto delle norme anti Covid-19.

LE MEDAGLIE

Le medaglie del Trentino sono andate a prodotti in gara per categorie diverse. È la categoria grappa invecchiata ad essersi aggiudicata le 2 Best Gold. Le medaglie Gold e Silver sono andate nelle categorie grappa giovane, grappa aromatizzata, grappa giovane aromatica, grappa invecchiata e grappa invecchiata aromatica.

Da segnalare anche l’aggiunta di una medaglia Silver conquistata nella categoria Brandy. La Grappa è stata riconosciuta in ambito CEE nel 1989 come «acquavite di vinaccia prodotta in Italia esclusivamente da vinacce nazionali» e dal 2008 è tutelata dalla “Indicazione Geografica”.

L’ISTITUTO DI TUTELA DELLA GRAPPA DEL TRENTINO

Fondato nel 1960, l‘Istituto di Tutela della Grappa del Trentino ha l’obiettivo di tutelare e promuovere il prodotto. Oggi conta 26 soci dei quali 22 sono distillatori e rappresentano la quasi totalità della produzione trentina. L’Istituto ha il compito di valorizzare la produzione tipica della Grappa ottenuta esclusivamente da vinacce prodotte in Trentino e di qualificarla con un apposito marchio d’origine: il tridente con la scritta “Trentino Grappa”.

Quello della grappa in Trentino è un settore di non piccolo conto, soprattutto se calato nell’economia locale. Ogni anno vengono prodotti in Trentino circa 7.500 ettanidri di grappa (il 10% del totale nazionale in bottiglie da 70 cl). Vale a dire circa 2,5 milioni di bottiglie equivalenti, distillando 13 mila tonnellate di vinaccia.

Tre le tipologie principali di grappa prodotta: quella da uve bianche e aromatiche (60% del totale) e il restante 40% uve a bacca rossa.

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Agricola Mos, Miglior cantina Nord Italia 2022 WineMag.it: il Trentino del futuro

Valle di Cembra, profondo Trentino. Sponda sinistra del fiume Adige, su per le viottole strette che si aprono su un palco di vigneti eroici, a picco sul torrente Avisio. È qui che Luca Moser e il cugino Federico Ferretti hanno deciso di realizzare il sogno della loro vita: una cantina artigianale, capace di valorizzare terroir, varietà, filosofie e persone come loro: genuine.

AGRICOLA MOS: IL TRENTINO DEL FUTURO

Agricola Mos è una realtà relativamente nuova. È stata fondata nel 2018 dai due giovani cugini, che lavorano a mano tutti e 5 gli ettari di vigneti di proprietà. Terre aspre, dure, difficili, impossibili da immaginare “a frutto” senza passione, quelle che si trovano a Cembra-Lisignago. Un gioco da ragazzi, in confronto, condurre l’altro appezzamento più a valle a Terre d’Adige (Zambana).

È con i propri vini di montagna che Mos guadagna il riconoscimento di cantina dell’anno Nord Italia 2022 per Winemag.it, all’interno della Guida Top 100 Migliori vini italiani 2022. Schiava, Riesling Renano e Chardonnay convincono per la verticalità moderna del sorso, la lavorazione autentica, la precisione enologica che diventa caposaldo per proporre un terroir ancora poco noto al grande pubblico.

È il Trentino del futuro, quello di Luca Moser e Federico Ferretti. È il Trentino dei giovani che fanno impresa col sudore e la fatica. Il Trentino che crede nelle proprie forze e parte da zero, dalla vigna alla rete commerciale
ancora pressoché inesistente.

È il Trentino che noi di WineMag.it ci auguriamo di vedere nei migliori ristoranti e winebar della nostra Milano, così come a Roma, Firenze, Palermo… Non sarà un gioco da ragazzi. O forse sì.

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Insegnare il vino negli istituti turistici ed alberghieri italiani

Introdurre il vino fra le materie di studio degli Istituti Turistici e Alberghieri di tutta Italia. È la proposta che parte dall’Associazione nazionale Le Donne del Vino, lanciata a Firenze in occasione degli eventi organizzati in preparazione al G20-Agricoltura.

«Nella logica dei grandi progetti europei come il Farm to Fork e la Next generation, crediamo nel vino come acceleratore di cambiamento sostenibile e accorciatore della distanza fra città e campagna», dice la presidente Donatella Cinelli Colombini.

IL PROGETTO

Le Donne del Vino si faranno carico della sperimentazione di questi insegnamenti in tre regioni pilota: Emilia Romagna, Piemonte e Sicilia. Uno o due istituti per ogni regione, già in questo anno scolastico. La sperimentazione si allargherà in tutta Italia nell’annualità 2022/2023.

Poi, tutti auspicano che la necessità della formazione sul vino diventi largamente diffusa e centinaia di Istituti Alberghieri e Turistici introducano tale insegnamento. Il Progetto D-Vino è coordinato da tre associate: Roberta Urso (Sicilia), Antonietta Mazzeo (Emilia Romagna) e Roberta Lanero (Piemonte).

«Facciamo un appello alle associazioni di sommelier, assaggiatori, diplomati Wset, dottori in scienze gastronomiche perché preparino i docenti necessari a insegnare a centinaia di classi in ogni regione italiana», aggiunge Cinelli Colombini.

Dopo i due anni della fase sperimentale le 950 Donne del Vino intendono rimanere nel progetto formativo solo come destinatarie delle visite didattiche. Produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier, comunicatrici, esperte di marketing in grado di proporre agli studenti un’esperienza diretta di tutta la filiera produttiva del vino.

Nel sogno di tutti c’è una nuova generazione di manager che continui la sua formazione anche dopo il ciclo scolastico facendo della conoscenza del vino e dell’agroalimentare un punto di forza del proprio profilo professionale.

PERCHÉ INSEGNARE IL VINO NEGLI ISTITUTI TURISTICI E ALBERGHIERI

Attualmente alcuni presidi di Scuole Alberghiere hanno già attivato i corsi sul vino mentre nessun Istituto Turistico ha insegnamenti di questo tipo. I futuri responsabili delle sale dei ristoranti ed i futuri manager di uffici turistici o alberghi hanno bisogno delle nozioni base sul vino e sui territori.

Il vino costituisce circa un terzo dei ricavi dei ristoranti. Sul fronte turistico l’enogastronomia è la prima attrattiva dei viaggiatori stranieri diretti in Italia. Un visitatore su quattro è mosso principalmente da quella. Il 62% dei cataloghi dei tour operator contiene un’offerta enogastronomica.

Ci sono circa 10.000 cantine attrezzate per la wine hospitality in costante ricerca di personale e circa altre 20.000 imprese del vino aperte al pubblico. In un’Italia dove l’agroalimentare è sempre più importante per il turismo non è possibile continuare a insegnare solo arte e geografia turistica (66 ore per 3 anni).

I VANTAGGI DELLA FORMAZIONE SUL VINO

Una formazione più aderente ai bisogni dei comparti produttivi avvantaggia tutti e principalmente gli studenti, aprendogli maggiori prospettive lavorative.

In generale innalza il livello dell’offerta turistica e funziona come un acceleratore per i territori del vino. Occorre personale formato nell’intera filiera che produce, commercializza e somministra il nettare di Bacco. Persone che siano in grado di accrescere la conoscenza e l’apprezzamento di vino di qualità, soprattutto fra i visitatori stranieri e relativamente alle denominazioni meno conosciute.

In ultimo ma non meno importante la formazione a cui le Donne del Vino intendono dare l’avvio, ha lo scopo di favorire il consumo responsabile fra i giovani. Intende creare degli ambasciatori della cultura enologica in grado di influenzare i coetanei in una logica di peer education. Anche se l’assaggio del vino sarà riservato solo ai maggiorenni, una parte importante della formazione sarà finalizzata al contrasto dell’abuso e del binge drinking.

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Puglia: terminata la vendemmia 2021 per il Primitivo di Manduria

«Abbiamo iniziato a vendemmiare con circa 10 giorni di ritardo. La qualità delle uve si è dimostrata subito eccellente dal punto di vista fitosanitario». A parlare è Mauro di Maggio, Presidente del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria, al termine della a vendemmia 2021.

«Inizialmente – aggiunge il Presidente – abbiamo pensato ad un’annata incerta, a causa delle elevate temperature di luglio ed agosto ma, alla fine, tecnologia e competenza ne hanno salvato la qualità. La raccolta delle uve ha riguardato prima le zone costiere, subito dopo gli alberelli e, infine, gli impianti a Guyot o a cordone speronato».

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Vino Nobile di Montepulciano: al via la prima vendemmia delle “Pievi”

È cominciata la vendemmia 2021 a Montepulciano. Per la prima volta le aziende potranno mettere in produzione il Vino Nobile di Montepulciano con menzione “Pieve. Non spaventa più di tanto dunque il calo produttivo in linea con altre zone della Toscana, a fronte tra l’altro di una qualità notevole delle uve in pianta.

«Alla incredibile e affascinante atmosfera che caratterizza ogni anno la vendemmia, quest’anno dobbiamo aggiungere anche la curiosità di mettere in cantina le uve per dare vita alla nuova tipologia di Vino Nobile di Montepulciano», spiega il presidente del Consorzio, Andrea Rossi.

«L’unanimità espressa dalle aziende in sede di approvazione del disciplinare si riscontra anche nell’interesse a partecipare con la prima vendemmia disponibile a questo nuovo percorso che porterà ad arricchire la storia della nostra denominazione», conclude Rossi.

L’ANNATA 2021: MERCATO IN CRESCITA NONOSTANTE LA PANDEMIA

È presto per fare previsioni su come andrà l’annata, ma di certo fino a oggi non sono state registrate situazioni di particolare preoccupazione. In agosto il clima è stato in linea con la stagione e le temperature della notte hanno bilanciato il caldo della giornata.

Ottimo segnale anche dalle vendite. Con +44% nei primi otto mesi del 2021 il Vino Nobile è uno dei vini toscani più ricercati. Per finire il ritorno dell’enoturismo che sta perdurando anche durante tutto il settembre e l’ottobre. Ne consegue una risalita del segmento delle vendite dirette e del consumo locale. Una fetta di mercato questa fondamentale per una denominazione come quella di Montepulciano.

In generale un buon proseguimento di vendemmia per il Vino Nobile di Montepulciano. Attività che in questo periodo occupa più di mille lavoratori stagionali, oltre ai circa 1200 addetti del settore (di cui il 60% tra i 20 e 40 anni).

“PIEVI”: CARATTERIZZAIONE TERRITORIALE DEL VINO

Con l’approvazione del disciplinare da parte della Regione Toscana, ora l’iter sta attendendo il parere del Mipaaf. Un disciplinare che è il risultato di tutto il percorso di analisi e ricerca compiuto dal Consorzio in oltre un anno di lavoro.

Lo studio storico della geologia e della geografia del territorio ha portato alla individuazione di 12 zone che saranno anteposte con la menzione “Pieve” in etichetta. Questo aspetto rappresenta l’identità del Vino Nobile di Montepulciano che guarda appunto al passato.

La scelta di utilizzare i toponimi territoriali riferibili a quelli delle antiche Pievi in cui era suddiviso il territorio già dall’epoca tardo romana e longobarda, nasce da un approfondimento di tipo storico, paesaggistico e produttivo vitivinicolo.

In particolare la volontà del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano è quella di ribadire e codificare una realtà fisica con antica radice storica. Realtà che caratterizza il territorio poliziano che trova la sua eco anche nel catasto Leopoldino dei primi decenni del XIX secolo.

Una suddivisione del territorio in sottozone definite con il toponimo. Un vino che avrà come caratteristiche il territorio, l’uvaggio che sarà legato al Sangiovese e ai soli vitigni autoctoni complementari ammessi dal disciplinare con uve esclusivamente prodotte dall’azienda imbottigliatrice.

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Rischia di perdere la mano in cantina: torna a vendemmiare 25 anni dopo l’infortunio

«Non ho mai chiesto neppure un punto di invalidità, perché c’è sicuramente chi ha più bisogno di me. Negli anni ho imparato a convivere con il problema. E la vita mi ha detto bene in tutto il resto: ho un’impresa tutta mia, ben avviata. Quest’anno mi sono pure sposato!». La storia di Marco Collanega, classe 1991, è di quelle che fanno bene al cuore.

La vita del giovane è cambiata il 26 settembre del 1996. Alla tenera età di 5 anni, durante la vendemmia del podere di Castel di Guido, in provincia di Roma, il piccolo Marco infilava la mano nella pigiadiraspatrice.

Un incidente che ha segnato il futuro del vigneto, estirpato dopo il tragico infortunio.  Nell’estate 2021, ben 25 anni dopo, Marco Collanega e la sua famiglia possono dire di essersi messi il passato alle spalle.

«Sono tornato a vendemmiare quest’anno – racconta il giovane a WineMag.it – dopo aver ripiantato una parte del vigneto estirpato in seguito all’incidente. Fondamentale in questa scelta è stato il supporto di Siria, la donna che è diventata mia moglie, lo scorso luglio. In tasca, il giorno del matrimonio, avevo il coltello da innesto di nonno Anselmo, che nel frattempo è venuto a mancare».

Insieme agli amici abbiamo prodotto circa 400 litri di rosso e 300 di bianco. Una piccola produzione artigianale, così come è sempre stata quella della mia famiglia, che vendeva il vino al mercato. Magari un giorno questo potrà diventare un lavoro vero e proprio per me e per mia moglie, che già mi affianca nella potatura e nella vinificazione».

Marco sogna un futuro da vignaiolo, ma nel frattempo si tiene stretto il suo lavoro nel settore dell’edilizia. Tutto quello che sa sulla viticoltura e sull’enologia, lo ha imparato dal padre Sergio, che lo ha accompagnato per anni nella riabilitazione.

«Per levarmi lo sfizio mi sono iscritto a un corso sommelier – racconta – completando il primo livello. Venendo da una famiglia che faceva vino in casa, ho trovato le nozioni molto utili e interessanti per l’attività che oggi porto avanti nel mio piccolo vigneto».

Dal cielo, nonno Anselmo avrà certamente di che sorridere. «È lui che mi ha trasmesso geneticamente questa passione – commenta Marco Collanega – ed è grazie a lui se la nostra famiglia, pur a livello artigianale, è legata alla viticoltura».

Una passione che oggi si riversa in 3 mila metri di varietà a bacca bianca e rossa, tra cui Montepulciano e Malvasia del Lazio. Tutte nelle mani, è il caso di dirlo, di Marco e della moglie Siria.

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Marco Battaglino dall’Osteria alla cantina BriccoBracchi: Dogliani da favola, aspettando Timorasso e Freisa

C’è chi sogna e chi fa. Chi blatera e chi costruisce futuro, mattone per mattone. Dopo aver dato vita 9 anni fa a Osteria Battaglino, insieme «storia d’amore», «luogo dell’anima» e «favola snob», il ristoratore piemontese Marco Battaglino ha deciso di giocare a fare (anche) il vignaiolo. Un «gioco fatto bene, però», tiene a sottolineare. A dargli ragione è un Dogliani Docg 2020 da favola, dal nome di fantasia inequivocabile: “Diavolo Rosso“. E un Timorasso macerato 2021 che promette faville, dopo le prove del 2019 e 2020. Lo ha chiamato “Vento in faccia“. E neppure questo è un caso.

Un amore grande per le poesie in musica di Paolo Conte; e una fidanzata, Sara Calcagno, che è piombata nella vita di Marco Battaglino al momento giusto. Ma soprattutto dal posto giusto. Le prime vinificazioni di uno degli ultimi vignaioli provetti italiani risalgono a cinque anni fa. A ospitarle proprio San Fereolo, la cantina-icona di Dogliani guidata da Nicoletta Bocca, dove Sara lavora.

A far battere forte il cuore a Battaglino è il Timorasso, sovrainnestato a BriccoBracchi – vecchio podere che domina una collina, a 500 metri di altitudine – su piante di Dolcetto di 60 anni. Una parte del vigneto che dà vita al Dogliani “Diavolo Rosso” è stata sacrificata nel nome di un sogno. Anzi, di una visione.

«Se penso ai vini che mi piacciono davvero – rivela il ristoratore Marco Battaglino – non posso non citare quelli del Carso e della Slovenia, in particolare i vini bianchi macerati. Per questo, contro il parere di tutti, ho piantato Timorasso in una vigna esposta a sud-sud ovest, il cui punto forte sono i terreni magri, marnosi. L’ideale per proporre un vino di Langa diverso, che si avvicini a certe interpretazioni dei Colli Tortonesi o ai bianchi di altre zone a me care, in attesa peraltro dell’arrivo delle anfore Artenova da Impruneta».

BRICCOBRACCO: DOLCETTO, TIMORASSO E (DOMANI) LA FREISA

Da qui il nome “Vento in faccia”. Sull’etichetta, due cani razza Bracco in sidecar. «Sono i miei due Bracchi, i due difensori di BriccoBracco, il nostro podere. In realtà, un modo per simboleggiare il nostro sogno. Il “vento in faccia” ce l’abbiamo noi, in quest’avventura da produttori di vino. È l’dea di un progetto nuovo, che parte. È il sentirsi vivo, la voglia di fare».

Nel nome di fantasia, anche l’ennesimo richiamo agli amati Colli Tortonesi, territorio dal quale Marco Battaglino ha attinto le uve per le prime prove di vinificazione, che oggi trovano spazio da Gabriele Cordero, a Priocca (CN).

«Il “vento in faccia” – aggiunge Battaglino – è lo stesso che bacia le vigne di Timorasso nella loro zona d’elezione, l’Alessandrino. Mentre il “Diavolo rosso” non poteva che essere il Dolcetto: il vino di Dogliani che non si “degusta”, si “beve”. Un rosso che sporca le labbra, riempie la bocca. E non sta lì a farsi girare troppo nel calice».

L’immediatezza, modernità e spensieratezza – tutto tranne che banale – del calice di Diavolo Rosso spingerà il neo vignaiolo e ristoratore di Dogliani a inserire una terza varietà nel parco vigneti della cantina BriccoBracchi.

«Io e la mia fidanzata – annuncia Marco Battaglino a WineMag.it – ci siamo dati come obiettivo quello di raggiungere un massimo di 1,5 ettari, tra cui non potrà mancare qualche filare da dedicare alla Freisa. È un’altra varietà in cui crediamo molto, che potrà completare la gamma dando profondità. Un vino da attendere negli anni, a differenza dell’immediata godibilità del Dolcetto».

Altro “vento in faccia”, insomma. E il compare perfetto per quel “Diavolo rosso” da bere a canna. Il tutto mentre la cantina ha già trovato un distributore: l’attentissimo Graziano Cipriano di Darvin Selezione (Torino). Una storia nella storia, tutta da scoprire.

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Esteri - News & Wine

Vendemmia 2021 in Borgogna: ritorno alle date classiche

La vendemmia 2021 in Borgogna segna il ritorno alle date classiche di raccolta nella zona. Intorno alla metà di settembre, i vigneron hanno tagliato i primi grappoli utili alla produzione del Crémant de Bourgogne. Pinot Noir, Gamay e César sono i più avanzati nella maturazione, in particolare il Pinot Nero. Lo Chardonnay risulta invece leggermente in ritardo, a causa dello stress causato da gelate e grandine.

Quella del 2021 è infatti una vendemmia segnata in maniera pesante dagli eventi climatici, in Borgogna. I volumi dei raccolti, secondo le prime stime, saranno «sicuramente bassi, o addirittura molto bassi a seconda delle zone più o meno colpite da gelo e grandinate».

Più in generale, i raccolti sono iniziati in maniera uniforme sul territorio della denominazione tra il 18 e il 20 di settembre. La fioritura è avvenuta in un clima caldo e secco, fornendo le condizioni ideali per l’impollinazione e la futura formazione del grappolo.

Le alte temperature di inizio giugno hanno provocato una crescita molto rapida della vegetazione. La vendemmia 2021 in Borgogna ha così recuperato parte del ritardo accumulato tra aprile e maggio.

PIOGGE ABBONDANTI, POI SOLE E VENTO

Il primo semestre dell’anno è stato caratterizzato da temperature e precipitazioni in linea con i valori stagionali. Fa eccezione la Yonne, tra Aube e Côte-d’Or, con un aumento delle precipitazioni del 18%, pur senza conseguenze di rilievo.

Dalla fine di giugno all’inizio di agosto, i viticoltori della Borgogna hanno fatto i conti con il cambiamento delle condizioni meteorologiche. Le abbondanti piogge hanno provocato una crescita improvvisa delle viti, che ha costretto a intervenire sulle parti verdi delle piante per contrastare le malattie.

Una condizione che si è protratta fino a metà agosto, quando il cielo è tornato a regalare un clima asciutto prolungato. La fase di metà invaiatura, ovvero quando gli acini cambiano colore, si è raggiunta mediamente in questo periodo. Il clima secco e il vento da nord hanno consentito alle uve della Borgogna di maturare a un buon ritmo, allontanando umidità e attacchi fungini.

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Festa del Torrone: dal 13 al 21 novembre a Cremona

Confermata l’edizione 2021 della Festa del Torrone, appuntamento imperdibile tra le vie del centro di Cremona che torna nella sua versione integrale di 9 giorni dal 13 al 21 novembre con un ricco palinsesto di appuntamenti, showcooking, degustazioni e maxi costruzioni di torrone.

«Torna quest’anno nel format consueto la Festa del Torrone –  racconta Gianluca Galimberti, Sindaco di Cremona -. La manifestazione da oltre vent’anni anima il centro storico di Cremona con appuntamenti che invadono le vie di profumi e sapori grazie al coinvolgimento delle aziende produttrici del territorio».

IL FORMAT

Dulcis in fundo” è il tema che accomuna i vari momenti dell’edizione 2021. Tema che ha un triplice significato: la evidente dolcezza del torrone. Un segno di positività: alla fine arriva sempre qualcosa di buono. Infine un segno di speranza: qualcosa di bello e inaspettato. Un modo per esorcizzare la pandemia.

Non mancheranno le sfide tra chef. In uno show cooking “in rosa” quattro chef donna in rappresentanza delle province del circuito East Lombardy – Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova – si sfideranno nell’elaborazione di un menù completo in cui dovranno usare esclusivamente prodotti tipici del proprio territorio.

Un esperimento di quest’anno sarà il fuori torrone con un parterre di scrittori, artisti ed esponenti del mondo culturale. Non mancheranno maxi sculture di Torrone realizzata da Mirco Della Vecchia, premiazioni, disfide, showcooking e tanto altro, oltre al grande ritorno del treno a vapore che partirà da Milano con destinazione Cremona con un convoglio di carrozze degli anni Trenta con assaggi di torrone nel tragitto.

TORRONE & TURISMO

«Unire le eccellenze enogastronomiche della nostra Lombardia alla valorizzazione di luoghi e città d’arte significa compiere un’operazione di marketing territoriale straordinaria. – Spiega Lara Magoni, Assessore al Turismo, Marketing Territoriale e Moda Regione Lombardia -. Ecco perché eventi come la Festa del Torrone sono di fondamentale importanza per il rilancio del turismo».

«Mantenere vive tradizioni antiche e sapori tramandati di generazione in generazione permette di far apprezzare a milioni di visitatori le eccellenze del Made in Italy. Enogastronomia e cultura, grazie al Museo del Violino, sono un vanto a livello internazionale», conclude l’Assessore.

«L’evento rappresenta un grande segnale di ripresa economica anche per l’indotto. Accanto agli eventi ci sono le imprese dell’accoglienza, le strutture ricettive e i negozi. Guide turistiche e i progetti di promozione culturale che esaltano i nostri prodotti tipici». Sottolinea Barbara Manfredini, Assessore al Turismo, City Branding e Sicurezza al Comune di Cremona.

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degustati da noi vini#02

Canavese Doc Nebbiolo 2018 “Gaiarda”, Az. Agr. Le Masche

Nebbiolo in purezza per il Canavese Doc 2018Gaiarda” dell’Azienda Agricola Le Masche. Un angolo di Piemonte racchiuso in un rosso ancora giovane ma già in grado di regalare emozioni. Un vino inserito nella Guida Top 100 Migliori vini italiani 2022 di Winemag.it.

LA DEGUSTAZIONE

Colore intenso ma dall’unghia luminosa, che racconta la gioventù del nettare. Naso ricco, profondo, tra le note di un frutto perfettamente “colto” in vigna. Polpa rossa densa, sferzata da un agrume croccante e da un vegetale fresco che riporta ad erbe profumate come mentuccia, anice, finocchietto selvatico.

Palato asciutto ma pieno, che conferma le anticipazioni della vista. Un vino giovanissimo, che diventerà super godibile e goloso quando il tannino sarà completamente integrato. Un Nebbiolo, il “Gaiarda”, buono oggi e ancor più domani, per chi saprà attendere.

LA VINIFICAZIONE

I vigneti che danno vita a questo Canavese Doc si trovano tra Levone e Rivara, tutti posti sulle colline. Dopo l’attenta raccolta, le uve vengono sottoposte a una fermentazione termocontrollata a 25°. Segue l’affinamento in barrique, per 18 mesi.

Un ulteriore affinamento in bottiglia per 6 mesi anticipa la commercializzazione del Canavese Doc 2018 “Gaiarda”. Il Nebbiolo, del resto, è una varietà in cui crede molto l’Azienda agricola Le Masche di Levone, in provincia di Torino.

LA CANTINA LE MASCHE

Il nome dell’azienda si ispira a una vicenda del 1474: il processo istruito contro quattro donne levonesi (Antonia, Francesca, Bonaveria e Margarota) accusate di stregoneria dall’Inquisitore Francesco Chiabaudi.

Nel rogo del 7 novembre 1474 morirono Antonia De Alberto e Francesca Viglone. “Bonaveria“, che dà il nome a un altro vino della cantina, nel 1475 risultava ancora carcerata, mentre Margarota Braja era fuggita dalle carceri del castello di Rivara.

L’obiettivo dell’Azienda agricola Le Masche è «produrre un vino di qualità che sia l’immagine del suo territorio». Una missione che si può dire centrata. Ancor più con la realizzazione della nuova cantina: un punto di riferimento assoluto nella produzione di vini del Canavese.

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Approfondimenti

Il volume “Soave Terroir” premiato dall’Oiv

L’Oiv, Organizzazione internazionale della vigna e del vino, ha premiato “Soave Terroir” con la menzione d’onore. Il volume, voluto dell’ex direttore del Consorzio Aldo Lorenzoni e scritto a più mani con studiosi e ricercatori, è stato riconosciuto per la sua valenza scientifica. La pubblicazione sul terroir di Soave è inserita nelle 10 menzioni speciali, accanto ai 16 premi assegnati alle migliori opere letterarie del vino edite nel 2020.

«Un doppio obiettivo raggiunto per quest’opera – si legge tra le motivazioni alla base del premio a Soave Terroir – uno studio scientifico e un passo avanti per la valorizzazione della denominazione Soave, con una descrizione dettagliata dei terroirs». La cerimonia di premiazione si terrà il 17 dicembre 2021 a Bordeaux presso la Cité du Vin.

I 33 “Cru” del Soave spiegati bene (compresi i curiosi toponimi)

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Orto San Frediano, la prima garden kitchen di Firenze

Nel cuore dell’Oltrarno, da un’idea della chef Enrica Della Martira, nasce “Orto San Frediano“. La prima garden kitchen fiorentina. Uno spazio di nuova concezione in cui la passione per la cucina prende forme inedite e coinvolgenti.

Il progetto, concepito durante i lunghi mesi del lockdown, è fortemente connesso al luogo in cui sorge, il Giardino Torrini. Un’area verde di 3.500 metri quadrati, che fino agli anni ottanta è stato sede di un importante vivaio di proprietà della famiglia.

Lo spazio è stato completamente riqualificato nel rispetto del paesaggio, della sua vocazione e dei suoi elementi storici più preziosi, come un uliveto secolare che ancora produce ottimo olio. Orto San Frediano apre dunque alla città le porte del Giardino Torrini, a pochi giorni dal G20 dedicato all’agricoltura, per offrire molteplici esperienze di gusto e di bellezza. Uno scambio continuo tra il dentro e il fuori.

LA LOCATION

«Un’opera che recupera un terreno nel cuore di Firenze rimasto finora nascosto – ha detto l’assessore all’Urbanistica e ambiente Cecilia Del Re – e che connette anche due importanti parti dell’Oltrarno come via Pisana e lungarno Santa Rosa».

La garden kitchen, quartier generale di Enrica Della Martira, ruota intorno all’orto-giardino, disegnato e allestito dal vivaista Paolo Mati (Mati 1909). In cucina, esperienza, professionalità e creatività incontrano la freschezza dei vegetali a chilometro zero. Il potager circonda le antiche serre trasformate dall’architetto Tommaso Villa (Art of Building) in luoghi di convivialità easy chic, scambio e apprendimento.

Orto San Frediano nasce dal desiderio di raccontare nuove storie in cucina. Una realtà con molte “anime”, aperta alle contaminazioni e in continuo divenire. Orto San Frediano è anche e soprattutto una scuola di cucina innovativa nella quale convergono le diverse esperienze che Enrica ha maturato in anni di attività e di collaborazioni.

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Apre a Roma Casadora, pastificio con cucina

La voglia di unire la tradizione della pasta fresca italiana ad una proposta gastronomica moderna. Questa la motivazione che ha spinto un gruppo di amici e soci a creare Casadora, pastificio con cucina. Un nuovo spazio dedicato al buon cibo a Roma.

«Il nostro progetto nasce dalla voglia di modernizzare l’idea del classico pastificio. Partire dalla tradizione per dar vita ad un luogo nel quale poter comprare e gustare un’ottima pasta fresca», dichiara Valerio Spadaro Guerra, uno dei soci del progetto, per oltre dieci anni impegnato nel mondo della ristorazione.

Il laboratorio della pasta è affidato a Giulia Ghisellini, che può vantare esperienze in cucine stellate in Italia ed all’estero, in particolare in Spagna.

CASADORA

Un nome, Casadora, che nasce dall’unione di due parole. “Casa“, immancabile luogo associato al piacere di consumare la pasta e “Dora“, diminutivo di “Azdora” (“zdoura” dal dialetto Bolognese). Parola che nell’immaginario collettivo rappresentava la vera colonna portante della famiglia, normalmente raffigurata col grembiule, le mani infarinate e il fazzoletto in testa per raccogliere i capelli.

Dall’unione di questi due concetti che richiamano la casa, la famiglia e la tradizione, Giulia e Valerio sono partiti per progettare un locale nel quale proporre paste ripiene classiche ed altre particolari, moderne. Tagliolini, cappellacci, tonnarelli, ravioli, tortellini, ma anche noodles o gyoza, perché la filosofia gastronomica di questo concept ha un respiro internazionale.

IL CONCEPT

Casadora è un “pastificio con cucina“, ed è quindi possibile non solo acquistare la pasta fresca da preparare a casa, ma anche gustare a pranzo i piatti preparati da Giorgio Romanini (per molti anni alla guida del ristorante Mavi).

Negli spazi situati in via Oslavia 11, a pochi metri da Piazza Mazzini, c’è infatti posto per 30 coperti interni e 15 esterni. Grande cura è stata dedicata anche all’ampia scaffalatura con la selezione di prodotti in vendita, tutti italiani e di piccole aziende, con un occhio di riguardo al biologico.

Nel laboratorio guidato da Giulia ogni giorno vengono preparati diversi formati di pasta in versione classica o moderna. Non solo pasta fresca da consumare a breve ma anche paste abbattute poiché contengono ripieni particolari.

È questa l’ulteriore punto di forza di Casadora, una proposta innovativa che offre la possibilità di provare paste come i Tortelli ripieni di tartare di gamberi rosa e lime. O ancora i Cappellacci con salsa di pomodori arrosto, i Cappellacci ripieni di Amatriciana, senza dimenticare quelli con ripieno fondente al Brie.

LE PROPOSTE GASTRONOMICHE

Una prima produzione che verrà arricchita di volta in volta con nuove proposte. Proposte da gustare con le salse, i sughi e i brodi preparati dalla brigata di Casadora e disponibili per essere acquisti.

«Perché comprare eccellenti tortellini e rovinarli a casa con un brodo preparato frettolosamente? Abbiamo deciso di produrre anche una serie di condimenti che permetteranno alla nostra clientela di valorizzare la pasta che sceglieranno», dichiara Giulia.

Con l’autunno il menu verrà impreziosito dai primi della tradizione romana e da alcune proposte internazionali. Ad esempio i gyoza o i noodles, ideali per preparare un gustoso ramen.

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Campagna olearia 2021/2022, Confagricoltura: «Buona qualità per l’olio italiano»

La campagna olearia 2021/2022 si annuncia in leggera ripresa rispetto a quella dello scorso anno, seppur con forti differenze tra il Nord e le aree del Centro e del Sud. Confagricoltura presenta le stime del comparto mentre si svolgono le prime operazioni di raccolta delle olive in Sicilia.

«La qualità è buona – spiegano i tecnici dell’organizzazione – e in generale gli operatori sono soddisfatti per lo stato fitosanitario delle drupe. L’umidità controllata ha infatti contribuito a contenere gli attacchi di mosca, ma la mancanza d’acqua, dovuta a un’estate particolarmente asciutta, limiterà la resa in molte province olivicole».

La produzione di olio extravergine d’oliva, in particolare in Veneto e Lombardia, è stata praticamente azzerata a causa delle condizioni climatiche avverse: prima le gelate, che hanno ritardato le fioriture, poi le grandinate estive che hanno dato il colpo di grazia, con perdite anche del 90%. In Liguria la riduzione arriverà al 50% per fitopatologie che a luglio hanno provocato cascola di frutti sani. Dimezzata la produzione in Emilia-Romagna.

L’OLIO ITALIANO 2021/2022 REGIONE PER REGIONE

La situazione al Centro e al Sud si presenta estremamente variegata e altalenante a causa del clima e della disponibilità idrica. In Toscana, sulla costa, si avrà circa il 50% della produzione potenziale; nelle zone interne si andrà al 30%, ma lo stato fitosanitario è sotto controllo.

In Abruzzo, rispetto allo scorso anno, la produzione registrerà un aumento del 10% con performance migliori nel Chietino e nel Pescarese. In Umbria si avrà un calo importante, anche se la qualità è ottima. Per Marche e Sardegna si prevede una contrazione. Nel Lazio l’andamento produttivo si mostrerà a macchia di leopardo, con le province di Latina e Frosinone che lasciano presagire una buona raccolta, mentre Rieti, Viterbo e Roma avranno volumi più bassi. In generale ci si aspetta una riduzione del 25% rispetto allo scorso anno.

Tiene l’olio extravergine nelle regioni meridionali, ad eccezione della Campania, dove si prevede un calo del 30%. In Molise, nonostante la siccità, si prevede un aumento del 10% e un prodotto di discreta qualità. In Puglia si annuncia un’annata di carica, ma con i volumi in parte condizionati dalla siccità.

«Laddove è stata possibile l’irrigazione di soccorso – evidenzia Confagricoltura – si è riusciti a tamponare a scapito di costi di produzione più elevati. Nel Salento c’è grande attesa per i primi impianti di Favolosa (varietà al batterio della Xylella Fastidiosa) che entrano in produzione quest’anno e che lasciano intravedere una luce in un territorio flagellato dalla malattia».

IN SICILIA PARTE LA RACCOLTA

In Sicilia c’è soddisfazione per lo stato fitosanitario della campagna olearia 2021/22. La quantità, tuttavia, è variabile. Si sta già iniziando a raccogliere nella zona orientale per le produzioni di alta qualità, con rese in olio limitate fra il 6% il 10%.

In Calabria la campagna presenta una situazione decisamente diversificata, con le aree costiere di Cosenza e Crotone in carica e una buona produzione anche nelle zone interne. Valida la performance anche nel Catanzarese, mentre nelle province di Vibo e Reggio le produzioni si preannunciano meno positive dal punto di vista dei volumi.

«Il settore olivicolo-oleario è fortemente influenzato dai cambiamenti climatici estremi – afferma Walter Placida, presidente Federazione Olio di Confagricoltura -. Abbiamo avuto una stagione segnata da una diffusa siccità, in particolare nelle regioni meridionali, che ha favorito il contenimento delle problematiche fitosanitarie, ma influenzato i volumi produttivi. Soltanto le prossime settimane, con il clima che ci sarà all’inizio dell’autunno, potranno chiarire l’andamento anche in termini di resa in olio».

«Mi auguro che si possano trovare le risorse finanziare da mettere a disposizione del comparto, per ampliare i sistemi di irrigazione in modo da affrontare meglio periodi di siccità che hanno caratterizzato la campagna attuale», aggiunge presidente di Unapol (Unione Nazionale Associazioni Produttori Olivicoli) Tommaso Loiodice.

IL MERCATO DELL’OLIO ITALIANO

In occasione della campagna olearia 2021/22, l’Italia si conferma primo importatore mondiale di olio di oliva (da Spagna, Grecia, Tunisia, Portogallo) e il Paese che ne consuma di più: quasi 13 litri/anno pro capite. Il Bel paese è il secondo produttore, dopo la Spagna e secondo esportatore mondiale.

Il 50% dell’export nazionale è concentrato su quattro Paesi. In primis gli Usa, che accolgono il 30% del prodotto tricolore, poi Germania, Giappone e Francia. La produzione italiana copre mediamente il 15% di quella mondiale (a fronte del 45% in media della Spagna).

La produzione nazionale è concentrata in 3 regioni (Puglia 49%, Calabria 14%, Sicilia 11%) ed è tendenzialmente in calo e soggetta a una eccessiva variabilità. Negli ultimi 4 anni si registra una diminuzione media del 55%, influenzata anche dai cali della campagna olearia 2021/22.

Tabella – Produzione di olio per Regione nel 2020 (tonnellate)



Fonte: Elaborazione Centro Studi Confagricoltura su dati Ismea e Agea

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Premio ai 50 anni in vigna di Mariuccia Borio (Cascina Castlèt) al Genuss Film Festival

Un premio speciale per i 50 anni di lavoro in vigna e cantina è stato consegnato a Mariuccia Borio, titolare di Cascina Castlèt a Costigliole d’Asti, in Piemonte. L’ha ritirato al Genuss Film Festival di Zug, affiancata dai suoi importatori svizzeri Casa del Vino. Nella motivazione si legge «per quello che nella vita ha fatto per il vino». La vignaiola piemontese è presente anche nella Top 100 Migliori vini italiani di WineMag.it, nell’edizione 2022 con la sua Barbera d’Asti Docg Superiore 2017 “Passum”.

MARIUCCIA BORIO, UN PREMIO AI 50 ANNI IN VIGNA

La storia di Mariuccia Borio come imprenditrice vitivinicola inizia nel 1970, quando alla morte del padre ha ereditato parte di Cascina Castlèt, circa 5 ettari, in totale erano 20 ettari che il nonno aveva diviso tra i 4 figli maschi. «Le donne erano escluse dall’eredità della terra – ricorda – la terra la portavano solo in dote. Per me, figlia unica, non c’era altra soluzione ma a questo non ho pensato sono partita senza pregiudizi».

Così a 23 anni, Mariuccia Borio torna nel suo paese d’origine, dopo aver trascorso qualche anno a Torino, al bancone della bottiglieria di famiglia. Un’esperienza che l’ha aiutata a vedere oltre. «Sono tornata con una visione nuova della Barbera», spiega.

All’epoca era il vino che si vendeva sfuso e ho subito fatto una scelta importante: vendere vino solo in bottiglia scegliendo il packaging adatto. Ho impiantato nuovi vigneti e ho voluto in cantina le professionalità: enologo e agronomo».

Da allora gli ettari sono cresciuti fino agli attuali 31, sulle colline di Costigliole. «Amo la mia terra, ce l’ho nel Dna» commenta l’imprenditrice di Cascina Castlèt. «Ho scommesso sulla terra e sui vitigni del luogo – aggiunge – ovvero Barbera, Moscato, Uvalino, Chardonnay e Cabernet, che fin dall’ottocento sono presenti nel nostro territorio».

LITINA BARBERA D’ASTI SUPERIORE 50 VENDEMMIE

Per celebrare le 50 vendemmie, Mariuccia ha scelto un vino del cuore: Litina Barbera d’Asti Superiore. Un’edizione speciale, la vendemmia 2017, con un’etichetta dedicata e 20 mila bottiglie, che raccontano bene il sogno realizzato. È la vigna che portò in dote zia Litina, proprio accanto a Cascina Castlèt. Una Barbera solida e concreta, come lei, a cui questo vino è dedicato.

«La Barbera – ricorda Mariuccia Borio – è il vitigno che meglio esprime questo territorio ed è il primo vino che ho imbottigliato. La prima vinificazione l’abbiamo fatta nella cantina sotto casa, in piccole vasche di cemento. È normale che per me sia il vino del cuore». E aggiunge: «È l’unico mio vino che propone in etichetta le tre C, iniziali di Cascina Castlèt e Costigliole. È il simbolo dell’innovazione nel rispetto delle tradizioni e della generosità delle nostre famiglie rurali, dell’amore per la coltura della terra».

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Alleanza Alto Adige – Toscana per il Metodo classico Brut Rosé di Donatella Cinelli Colombini

C’è la mano di Josef Reiterer, patron della celeberrima cantina Arunda, nel Metodo classico Brut Rosé di Donatella Cinelli Colombini. Un’alleanza Alto Adige – Toscana per il primo spumante prodotto dalla cantina di Trequanda, che ha fatto il suo esordio assoluto al matrimonio della figlia Violante Cinelli Colombini con Enrico Pelagatti, a luglio 2021.

Si tratta di un Metodo classico base Sangiovese (vendemmia 2018, 24 mesi sui lieviti, sboccatura 2021) prodotto nei vigneti certificati biologici di Fattoria del Colle. Una “bollicina” in tiratura limitata (1.433 bottiglie) pensata per l’abbinamento al tartufo bianco delle Crete Senesi. L’etichetta fa il suo esordio sul mercato a tre anni dall’avvio del progetto.

IL PACKAGING D’AUTORE

Con la consulenza di Josef Reiterer, produttore di alcuni tra i migliori Champenoise italiani nella sua cantina di Meltina (BZ), a 1.200 metri sul livello del mare, Donatella Cinelli Colombini ha preparato una vigna di Sangiovese da dedicare alla spumantizzazione. «Quando Josef Reiterer mi disse di produrre più uva per me fu uno shock», racconta la produttrice toscana. Per il Brut Rosé Metodo Classico di Donatella Cinelli Colombini è stata inoltre costruita una sala buia e fredda (12°C) nella cantina della Fattoria del Colle.

Le bottiglie sono state poste nelle tradizionali pupitre, per il remuage manuale. Anche il packaging ha un tocco d’autore. L’etichetta è firmata da Alessandro Grazi, pittore senese di fama internazionale. Non mancano ulteriori dettagli: dalla tela di Pienza nella texture dell’etichetta, alla coiffe ecologica. Fino alla capsula con la tradizionale colomba, simbolo di Donatella Cinelli Colombini, e la scatola serigrafata.

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“Franciacorta: a Golden Feeling”: un film per la Milan Fashion Week

È online da qualche ora sulla piattaforma della Camera della Moda Franciacorta: a Golden Feeling, il fashion film che la Franciacorta lancia in occasione della Milan Fashion Week. L’evento, che torna questo settembre alle sfilate in presenza, ospiterà così immagini di «forte impatto visivo», con le quali il Consorzio franciacortino intende «creare una connessione istantanea con il mondo dello stile e della creatività, rendendo il brand riconoscibile come parte integrante fashion system».

“Franciacorta: a Golden Feeling” è «un elogio alla moda e alla bellezza, un racconto che si avvale di un’estetica ricercata con una forte componente ritmata, di puro look, attraverso un montaggio intenso nel tipico stile del fashion film».

Il film si apre con una serie di calici disposti in un ordine perfettamente geometrico al centro di uno spazio indefinito. Le bolle risalgono vivacemente nei calici, finché un suono ovattato proveniente da un club, nella stanza accanto, fa tremare tutto creando delle increspature.

La camera si avvicina ad un calice, immergendo virtualmente lo spettatore nel Franciacorta. Il calice e la bolla fungono da “portale” per accompagnarlo in una dimensione dove corpo, moda e movimento si incontrano.

Attraverso costruzioni scenografiche e proiezioni all’interno di uno spazio indefinito, ballerini si alternano in una serie di performance, conferendo al film un look contemporaneo e dinamico grazie ad una regia attenta alla composizione dell’immagine, mirata a costruire per ogni scena un quadro perfettamente bilanciato e composto da scene in movimento.

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Fipe-Confcommercio, ristoranti e alberghi: «Nel 2020 italiani hanno speso 124 miliardi in meno»

Nel 2020 segnato dalla pandemia Covid-19, gli italiani hanno speso 124 miliardi di euro in meno. Lo certifica l’Istat che oggi ha diffuso la stima aggiornata dei conti economici nazionali con i dati relativi anche ai consumi delle famiglie. Un calo sul quale pesa in particolare la performance di alberghi e ristoranti.

Insieme, ospitalità e ristorazione hanno fatto registrare una flessione, a prezzi costanti, di 43,8 miliardi, di cui oltre 30 sono da imputare alla sola ristorazione. Meglio i consumi alimentari in casa, le comunicazioni e i beni e servizi legati all’abitazione, che nel 2020 sono cresciuti rispettivamente di 2,9, 0,6 e 1,5 miliardi di euro.

«Questi numeri – commenta Fipe-Confcommercio – dimostrano ancora una volta che le nostre percezioni erano corrette. La ristorazione è rimasta paralizzata per un anno intero e i ristori arrivati non sono stati minimamente sufficienti per riequilibrare le perdite.

«L’auspicio – conclude la Federazione Italiana Pubblici Esercizi – è che, da questo momento in poi, si decida di puntare con maggior decisione su un settore strategico per l’offerta turistica del nostro Paese, rilanciandolo anche attraverso politiche di sviluppo da sostenere attraverso i fondi del Pnrr».

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Gli Editoriali news news ed eventi

La Terra Trema 2021 salta per “colpa” di tamponi, vaccini, QRcode e Green pass

EDITORIALE – La Terra Trema 2021 «non avrà luogo». L’annuncio arriva dagli organizzatori ed è motivato da un lungo post pubblicato sul sito web della “Fiera feroce di vini, cibi e cultura materiale“. Tra le righe sembra rivivere il dramma di quella famiglia di pescatori di Aci Trezza, costretta ad arrendersi al destino dopo aver tentato di emanciparsi dalla povertà, mettendosi in proprio (leggi I Malavoglia di Giovanni Verga o vedi l’omonimo film, firmato Luchino Visconti). Là, una tempesta in mare. Al Leoncavallo di Milano le misure anti Covid-19 del governo, a rompere le uova nel paniere.

Tamponi, vaccini, QRcode e Green pass, per citarne solo alcuni degli elementi ostativi, oggetto delle critiche di La Terra Trema. Gente che non accetta di vestire i panni del “controllore” (termine troppo vicino ad altri ancora più invisi da queste parti, come “polizia“). Neppure se si tratta di garantire la pubblica sicurezza e salute. Meglio, allora, far saltare tutto. E mettere da parte, per una volta, pure l’antagonismo.

«Riteniamo prioritario fermarci, alimentando confronto, relazioni e pensiero critico. Riteniamo necessario sottrarci. Non ci avventureremo in percorsi obbliganti imbastiti dalle istituzioni, dai governi, dalla politica e dalla canea mediatica, in special modo da “social” e da “web”», si legge… online. «Non ci avventureremo nella torsione identitaria della nostra storia e di noi stessi», continua il post de La Terra Trema.

IL POST DEGLI ORGANIZZATORI

Non costruiremo un “evento” secondo le normative anti Covid, non chiederemo il Green pass, il tampone negativo, una o due dosi di vaccino. Non controlleremo che siano indossate adeguatamente le mascherine, non misureremo la temperatura, non chiederemo di effettuare prenotazioni.

Non contingenteremo gli ingressi, non regoleremo flussi, non cronometreremo entrate e uscite, non redarguiremo sul mantenimento della debita distanza. Non forniremo la possibilità di tamponi gratuiti o a prezzi calmierati. Non scaricheremo l’app per i nostri iPhone per inquadrare QRcode»

La Terra Trema 2021, continuano gli organizzatori, «non ha motivo di accadere a queste condizioni». «Non è necessaria, non è un supermercato, non vuole persone in fila, in attesa di degustare, scegliere, consumare, pagare. Di torsioni identitarie ne vediamo accadere già troppe, qui non vogliamo subirne e non vogliamo attuarne», continua il post de La Terra Trema.

«Si delega pericolosamente l’onere del controllo, della cosiddetta pubblica sicurezza – recita ancora il comunicato – si mette a portata di mano, nelle tasche di tutti, nella videocamera di un qualunque smartphone. Non troviamo condizioni per mettere in atto una manifestazione come La Terra Trema nei modi diversi da quelli in cui questa fiera è avvenuta per anni».

Poi, l’arrivederci all’edizione 2022. «Rinviamo a tempi più felici, per tutti e se ci saranno i presupposti. Presupposti sociali e politici prima che normativi. Non è nella spunta verde della scansione di un QR Code l’indice di salubrità di un luogo, non è l’ammasso controllato, verificato tramite un’applicazione digitale che salvaguardia la salute collettiva. Ne abbiamo preso atto».

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Patuanelli, informativa al Senato sul Prosek croato: «Netta contrarietà alla proposta»

Al Senato informativa del Ministro per le politiche agricole, Stefano Patuanelli, sulla vicenda Prosek croato, che minaccerebbe le denominazioni del Prosecco. «Sin da subito, nel corso del Comitato di Gestione europeo del 29 giugno, abbiamo espresso la netta contrarietà alla proposta – ha sottolineato – in quanto non solo la traduzione di detta Menzione corrisponde al nome della Doc Prosecco e delle Docg Conegliano Valdobbiadene-Prosecco e Colli Asolani-Prosecco».

«L’eventuale autorizzazione all’uso del Prosek croato avrebbe creato un pericoloso precedente di istituzionalizzazione dell’Italian Sounding. Ciò non di meno, la Commissione ha ritenuto che non sussistessero ragioni ostative alla pubblicazione della domanda», ha aggiunto Patuanelli.

Pur mantenendo altissima l’attenzione sulla vicenda, ci tengo comunque a rassicurarvi sul fatto che, ad oggi, non è ancora stata presa, nel merito, una decisione definitiva sulla registrazione del Prosek, dal momento che la normativa europea ci consente, in sede di opposizione, di far valere le nostre ragioni.

Lo stesso Commissario Ue all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, chiamato in causa dal sottoscritto e dai rappresentanti delle Regioni nel corso del recente G20 dell’Agricoltura, nell’asserire che la questione del Prosecco è assai specifica e che il punto di vista dell’Italia sarà preso in seria considerazione, ha dichiarato che la questione è tutt’altro che conclusa».

«IL PROSEK CROATO? MORTIFICA I TERRITORI DEL PROSECCO»

«Come previsto dalla normativa europea – ha aggiunto Patuanelli – nei 60 giorni decorrenti dalla pubblicazione della richiesta di registrazione in Gazzetta Ufficiale – pubblicazione, ad oggi, non ancora intervenuta – faremo opposizione formale nei confronti della domanda croata. E lo faremo in modo adeguato e compatto, sia con l’ausilio delle strutture tecniche del Ministero sia con la pressione, l’azione e l’interlocuzione politica che eserciteremo nei confronti di Bruxelles».

Il ministro ha poi annunciato che è stato già attivato «un tavolo tecnico per predisporre una dichiarazione debitamente motivata, relativa alle condizioni di ammissibilità, al fine di opporci a quanto proposto dalla Croazia. Ci sono molti argomenti a sostegno delle nostre ragioni, che mi fanno ben sperare sul lieto fine della vicenda, posto che, in ogni caso, non essendo ancora intervenuta la pubblicazione della domanda di parte croata, gli elementi informativi di cui disponiamo sono necessariamente limitati».

Sempre secondo Patuanelli, «non ci sono le condizioni giuridiche affinché esso possa essere registrato; se ciò avvenisse, infatti, verrebbe palesemente smentito un autorevole principio giuridico affermato dalla Corte di Giustizia europea e recentissimamente ribadito».

«Metteremo in campo tutte le nostre forze e le nostre energie – ha concluso il ministro nel suo intervento in Senato – per bloccare questa errata ed assurda decisione, che mortifica la storia e l’identità dei nostri territori e penalizza produttori e consumatori».

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Alberi da Tartufo Bianco d’Alba tra i vigneti dell’Alta Langa: il progetto del Consorzio

È un legame forte quello che unisce l’Alta Langa, primo spumante Metodo classico ad essere prodotto in Italia fin dalla metà dell’Ottocento, e il Tartufo Bianco d’Alba. L’unione si rafforza grazie all’ultimo progetto del Consorzio di tutela. «Insieme al presidente Antonio Degiacomi e al Centro Nazionale Studi Tartufo – annuncia il responsabile operativo dell’ente, Paolo Rossino – intendiamo sensibilizzare i nostri soci viticoltori affinché dedichino una porzione di terreno alla piantumazione di alberi simbionti del tartufo».

«Questi alberi – continua l’esponente del Consorzio Alta Langa – potranno essere curati direttamente dagli agricoltori. Si potranno anche stabilire accordi con associazioni di trifolao, che se ne occupino in modo da favorire buone pratiche di sviluppo e mantenimento delle tartufaie sul territorio delle colline alte di Langa».

LE PIANTE DA TARTUFO BIANCO

«Auspichiamo che anche altri enti e associazioni si muovano in questa direzione – aggiunge Paolo Rossino -. Come e più che piantare una vite, piantare un albero significa avere capacità di immaginare il futuro. E se piantare un albero permette di dare corpo al sogno di un mondo più bello, piantare alberi simbionti del Tartufo ci impegna nella direzione di un mondo più buono».

Sono diverse le piante da tartufo bianco. Tra queste: Quercus Robur (Farnia), Quercus Cerris (Cerro), Quercus Petraea (Rovere), Quercus Pubescens (Roverella), Populus Nigra (Pioppo Nero). E ancora: Populus Alba (Pioppo Bianco), Populus Deltoides Cv. Carolinensis (Pioppo Carolina), Populus Tremula (Pioppo Tremulo), Salix Caprea (Salicone). Senza dimenticare Salix Alba (Salice Bianco), Tilia Platyphyllos (Tiglio), Ostrya Carpinifolia (Carpino Nero) e Corylus Avellana (Nocciolo).

LA FIERA INTERNAZIONALE DEL TARTUFO DI ALBA 2021

Nel frattempo si rinnova un’altra partnership territoriale. Per il sesto anno consecutivo, il Consorzio Alta Langa sarà la bollicina ufficiale della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba 2021 (9 ottobre – 5 dicembre).

Lo si potrà degustare nella Grande Enoteca della Fiera e durante i Foodies Moments, i cooking show dell’Alba Truffle Show, in abbinamento ai piatti dei più quotati chef di livello nazionale e internazionale che, per l’occasione votano il loro estro a piatti cuciti su misura per il Tartufo Bianco d’Alba.

APPUNTAMENTI CON GLI CHEF

Ricchissimo il calendario degli eventi, con doppio appuntamento ogni sabato (alle 11.00 e alle 18.00) e alla  domenica (alle 18.00): a deliziare i partecipanti penseranno gli chef Gabriele Boffa, Federico Gallo, Davide Caranchini, Pasquale Laera, Giancarlo Morelli, Riccardo Bassetti, Giuseppe Iannotti, Luca Zecchin, Ugo Alciati,  Matias Perdomo, Flavio Costa.

E ancora: Andrea Larossa, Ivano Ricchebono e Federico Belluco (entrambi il 1° novembre,  rispettivamente alle 11.00 e alle 18.00), Federico Zanasi, Davide Rangoni, Davide Palluda, Stefano Sforza, Paolo  Griffa, Walter Ferretto, Fabio Pisani e Alessandro Negrini, Damiano Nigro, Eugenio Boer, Luigi Taglienti, Marco  Sacco, Michelangelo Mammoliti, Enrico Marmo, chiudendo con Christian e Manuel Costardi.

«Il legame tra i nostri vini Alta Langa Docg e il Tartufo Bianco d’Alba – sottolinea il presidente del Consorzio Alta Langa, Giulio Bava – in questi anni si è fatto via via più stretto. Un comune territorio di origine, un comune senso del gusto, un comune sentire che ci ha avvicinati e ci ha permesso di vivere un’esperienza che parte dalla tavola ma va ben oltre. Ormai l’abbinamento fra le bollicine di Alta Langa e il Tartufo Bianco si è fatto strada e si è affermato tra le ricette degli chef e nei desideri di chi ama il buon vivere».

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Torna Sicilia in Bolle

Per il settimo anno consecutivo torna Sicilia in Bolle. Dal 9 all’11 Ottobre a pochi passi dalla Scala dei Turchi di Realmonte, in provincia di Agrigento. L’evento organizzato dall’Associazione Italiana Sommelier Delegazione Agrigento e Caltanissetta in collaborazione con AIS Sicilia.

Diversi i momenti in programma in cui protagoniste saranno le migliori selezioni di vini Metodo classico, charmat e vini frizzanti prodotte nel territorio siciliano. Ma non solo. Quest’anno infatti, sono rinnovate le masterclass con il Consorzio Alta Langa, rappresentate dal Presidente Giulio Bava.

Inoltre si rinnova per il terzo anno consecutivo la partnership con l’Istituto Trentodoc. Roberto Anesi, miglior sommelier di Sicilia, che presenterà una selezione di bollicine di montagna da degustare. Nonostante le limitazioni e nel rispetto delle normative vigenti sarà un’edizione non ridotta e per certi versi ancora più ricca delle precedenti.

UN CALENDARIO RICCO DI EVENTI

Ad oggi sono più di quaranta le cantine siciliane che hanno confermato la loro presenza. Saranno presente esperti del settore durante il Convegno inaugurale di presentazione. Tra questi il Presidente di AIS Sicilia Camillo Privitera e Cristiano Cini, fondatore e responsabile della scuola concorsi nazionale Sommelier AIS.

Anche quest’anno presente il Premio Alberto Gino Grillo, riconoscimento voluto dalla Delegazione AIS di Agrigento per ricordare uno dei soci prematuramente venuto a mancare. Saranno il miglior spumante Metodo Classico e il miglior spumante Metodo Charmat siciliano ad aggiudicarsi il premio. Metro di giudizio sanno i punteggi ottenuti dalle diverse etichette presenti sulla Guida Vitae.

Da quest’anno, inoltre, inizia la collaborazione con il Distretto Turistico Valle dei Templi. Nella sala trattenimenti del Madison, a due passi dalla Scala dei Turchi, tornerà anche il concorso Miglior Sommelier di Sicilia. Il 10 Ottobre ci sarà la consueta cena di Gala, a cura dello chef Salvatore Gambuzza.

Lunedì 11 ottobre ci sarà l’esposizione al pubblico delle migliori bollicine prodotte in Sicilia. I vini saranno accompagnati da uno speciale buffet a cura della brigata di cucina del Madison del patron Mimmo Arena. Infine la caratteristica sciabolata da parte dei sommelier dell’AIS Agrigento.

IL PROGRAMMA
Sabato 9 Ottobre (hotel Villa Romana)

ore 16.00 Convegno d’apertura: “Spumanti, territorio e cambiamento climatico: una nuova sfida”.
ore 17.30 Masterclass Azienda Milazzo
ore 19.00 Masterclass Trentodoc a basso dosaggio, 100% Trentino.

Domenica 10 Ottobre (Madison – Scala dei Turchi)

ore 11.30 Masterclass Tasca D’Almerita
ore 17.00 Finale Concorso Miglior Sommelier Sicilia
ore 18.30 Masterclass Pinot nero e Chardonnay dell’Alta Langa
ore 21.00 Cena di Gala e assegnazione premio Alberto Gino Grillo

Lunedì 11 Ottobre (Madison – Scala dei Turchi)

ore 16.30 Masterclass Selezione Migliori Spumanti di Sicilia
ore 18.30 Apertura Banchi Degustazioni
ore 22.30 Cocktail Night

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Rosita Galletto e Birra apre a Milano il quinto locale ispirato alla Vallespluga

Rosita Galletto e Birra apre a Milano il quinto locale ispirato alla Vallespluga. L’inaugurazione si terrà giovedì 23 settembre, alle ore 19, in via Galvano Fiamma 10. Operativo già da diversi anni nel territorio brianzolo, il brand mira a diffondere con i suoi prodotti genuini «l’amore per la buona tavola e per il mangiare sano e italiano».

Il galletto della Vallespluga è appunto il focus principale della proposta gastronomica di Rosita. Cotto alla brace, speziato e leggermente piccante, accompagnato da verdure al forno o patate oppure ancora da un’insalata leggera.

L’offerta di Rosita Galletto e Birra comprende anche una selezione di hamburger – di Fassona, vegetariano e di parti nobili del galletto – una serie di taglieri con formaggi e salumi di produttori locali, baby menu e diversi dolci della tradizione.

Ad accompagnare la proposta food è la Birra Rosita, di produzione propria, disponibile nelle versioni “non filtrata”, “rossa” e “8°”. Dal lunedì al venerdì, da Rosita Galletto e Birra è disponibile inoltre un business lunch che comprendente mezzo galletto con contorno, acqua o bibita o birra piccola e caffè.

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