«I lockdown hanno fortemente penalizzato la ristorazione e con essa il mondo del vino, che solo in Italia registra nell’ultimo anno crediti non corrisposti dall’horeca per 500 milioni di euro e mancate vendite nel “fuori casa” per 1,5/1,8 miliardi di euro», ha dichiarato il segretario generale di Unione italiana vini (Uiv), Paolo Castelletti, commentando la discussione sul Dl Riaperture all’ordine del giorno oggi in Consiglio dei ministri.
«Ora – ha aggiunto Castelletti – con le riaperture a singhiozzo previste nelle bozze del Dl Riaperture, la normalità è ancora lontana e le tensioni finanziarie si fanno sempre più forti. Per questo chiediamo al Governo di attivare con il “Fondo filiere in crisi” anche misure di sostegno per far fronte alla sofferenza dei mancati pagamenti e strumenti a sostegno della ristorazione».
Secondo l’Osservatorio di Unione italiana vini, la maggior presenza di vino in cantina (+3,6% sul pari periodo del 2020) è determinato da un’ultima vendemmia in crescita del 3,2%. Ne consegue che gli attuali 200 mila ettolitri in eccedenza rispetto allo scorso anno siano quasi totalmente un effetto della maggior produzione.
Lo scorso anno il mercato interno (-24% a valore) ha perso dieci volte più dell’export (-2,3%, a 6,3 miliardi di euro), con l’horeca a -38%, le enoteche a -23%, la vendita diretta a -19% a fronte di una crescita del 12% delle vendite nella grande distribuzione.
I numeri nel complesso, attenuati dalle performance delle grandi aziende che lavorano con la Gdo, non svelano però le forti difficoltà di migliaia di piccoli e medi produttori da sempre legati al comparto della ristorazione.
«Uiv ritiene – ha concluso Castelletti – che in vista delle riaperture, in particolare le più imminenti degli Stati Uniti e del Regno Unito, il settore necessiti anche di una forte azione di promozione per capitalizzare la propria immagine nel mondo e intercettare il ‘rimbalzo’ dei consumi che dovrebbe arrivare più velocemente in alcuni mercati internazionali. È necessario, dunque, aumentare il budget della misura Ocm promozione e semplificare le regole».
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Una birra che “fa schifo”, ma che serve a sensibilizzare i consumatori sui problemi legati ai cambiamenti climatici. L’idea è del birrificio New Belgium Brewing di Fort Collins Colorado (Usa), che in concomitanza con l’Earth Day, la Giornata della Terra del 22 aprile, propone la neonata Torched Earth Ale (letteralmente “Birra della Terra bruciata”), nuova versione del suo marchio di punta Fat Tire.
La birra è provocatoriamente prodotta utilizzando «alcuni degli ingredienti, tutt’altro che ideali, che sarebbero disponibili e accessibili per i produttori di birra in un futuro devastato dal clima senza una tempestiva ed aggressiva azione per affrontare la crisi climatica».
Sono quindi stati utilizzati malti affumicati «per imitare l’impatto che gli incendi avranno sull’approvvigionamento idrico» ottenuti da cereali resistenti alla siccità, come il miglio e il grano saraceno, che saranno più facilmente disponibili rispetto al tradizionale orzo.
Al posto dei luppoli solitamente usati New Belgium ha optato per il dente di leone, fiore resistente ed onnipresente sul pianeta, insieme a un estratto industriale di luppolo per dimostrare il tipo di ingredienti di ultima generazione e bassa qualità che si potrebbe essere costretti ad utilizzare.
Ne risulta una birra che è più un «liquido amidaceo scuro con aromi affumicati». «Torched Earth Ale – continua New Belgium Brewing – non corre certo il rischio di vincere dei premi, ma evidenzia la posta in gioco del cambiamento climatico per gli amanti della birra di tutto il mondo».
Una pessima birra insomma, che però è stata realmente prodotta in “quantità super limitate” e che sarà disponibile solo fino ad esaurimento presso i punti vendita del birrificio, sia fisici che on-line.
LAST CALL FOR CLIMATE
D’altro canto non ci sono andati leggeri i ragazzi del New Belgium con la loro campagna “Last Call for Climate” creando la «nuova birra da un futuro che speriamo non debba esistere».
Come sottolineato sul sito Internet del birrificio, «il 70% delle grandi aziende non ha ancora piani significativi per affrontare il cambiamento climatico entro il 2030, l’anno in cui gli scienziati affermano che il cambiamento climatico potrebbe essere irreversibile».
Se non hai un piano per il clima – sottolinea Steve Fechheimer, Ceo di New Belgium Brewing – non hai un piano aziendale. Un’azione aggressiva per aiutare a risolvere la crisi climatica non è solo un imperativo ambientale e sociale urgente, ma è anche un gioco da ragazzi per le big».
“Aziende – prosegue Fechheimer – che cercano di creare valore per gli azionisti a lungo termine, di competere con rivali come la Cina e di creare posti di lavoro ben retribuiti. In quanto azienda di medie dimensioni il New Belgium può avere solo un impatto limitato. C’è bisogno che anche i “big guys” si diano da fare!».
L’anno scorso Fat Tire è diventata «la prima linea di birra americana certificata a emissioni zero» ed ora New Belgium punta a «raggiungere emissioni nette zero in tutta l’azienda entro il 2030».
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
EDITORIALE – «Tale il vino, tale il vignaiolo», verrebbe da dire parafrasando il latino Talis pater, talis filius. Quattro chiacchiere al telefono con Daniele Delaini, il «vignaiolo non enologo» di Villa Calicantus, e capisci perché certi vini, pur degustati alla cieca, riescano a trasmettere un’energia particolare, quasi a parlarti e a sussurrarti all’orecchio, con fierezza, i perché della propria autentica “diversità”. Il vino in questione è “Chiar’otto“, il Chiaretto di Bardolino Classico 2019 della piccola cantina di Calmasino, che oggi conta 8 ettari di vigne in agricoltura biologica, ormai prossimi alla certificazione biodinamica Demeter.
Solo uno dei 50 campioni spediti alla stampa enogastronomica italiana e internazionale dal Consorzio di Tutela del “Vino Rosa del Garda“, nell’ambito di un’Anteprima 2021sui generis. La prima della storia “a distanza”, in accordo con le normative anti pandemia Covid-19. Un vino diverso da tutti gli altri, ma non per questo incapace di imporsi con una delle valutazioni più alte del panel, tra i 14 con punteggio compreso tra i 90 e i 93/100 di WineMag.it. Una “diversità autentica”, per l’appunto, che apre a scenari e considerazioni necessarie e particolari.
CHIARETTO E BARDOLINO SECONDO VILLA CALICANTUS
«Sin dall’inizio, nel 2011 – commenta Daniele Delaini – la nostra idea era molto chiara e rimane la stessa, pur essendo cresciuti da 1 a 8 ettari: la nostra produzione, di appena 30-40 mila bottiglie, è incentrata al 100% sulla qualità. L’obiettivo è dimostrare che quello di Bardolino può tornare ad essere il gran vino che è stato sino agli anni Ottanta, di cui purtroppo in pochi oggi si ricordano». Come? «Valorizzando le uve dei vigneti più vocati, nelle migliori zone – risponde il vignaiolo di Villa Calicantus – e, in cantina, rispettando la naturalità dell’uva lasciando esprimere le caratteristiche dell’annata. Noi non modifichiamo in alcun modo parametri quali tenore alcolico o colore e, tra gli altri accorgimenti, usiamo solo lieviti autoctoni».
Perché? Semplice. Vogliamo che i nostri vini esprimano la vigna da cui provengono. Una dei concetti fondamentali per noi è che ogni vigna abbia il suo vino e ogni vino la sua vigna, in modo tale da dare voce a quel luogo, quella vigna e, infine, a quell’annata».
Un approccio che porta il Chiaretto di Bardolino Classico 2019 ad avere un colore più carico della media degli altri Chiaretto presentati nell’ambito dell’Anteprima 2021, ma anche profumi e sapori più complessi.
Il tutto nel pieno rispetto delle caratteristiche delle uve Corvina, Rondinella, Molinara e Sangiovese e della vigna a pergola esposta a Sud, su suoli morenici, a 165 metri sul livello del mare, scelta per il rosato. «Non facciamo nulla di nuovo – chiosa Daniele Delaini – ma farlo a Bardolino è un po’ più complesso rispetto ad altre zone. Il mercato si aspetta vini commerciali, noi vogliamo dimostrare altro, ma all’interno del Consorzio. Sono convinto che il sistema si cambia da dentro. Quando sento colleghi che si lamentano, ricordo loro che sbattere la porta e uscire dalla stanza non serve a niente. Tanto è vero che quest’anno e il nostro ‘Chiar’Otto’ è stato bocciato in prima istanza dalla Commissione di degustazione».
Faremo ricorso? Al 90% sì, perché so che se non lo facessi me ne pentirei. È troppo importante che ci sia una voce alterativa all’interno dei Consorzi del vino italiano. ‘Consorzio’ significa ‘gruppo di persone che lavorano assieme’, ma non tutti devono portare avanti necessariamente avanti le stesse posizioni. Anzi, è giusto che i piccoli facciano sentire la voce e le loro esigenze in questo contesto».
Per la cronaca, Delaini sottolinea come il Chiaretto 2020 appena bocciato sia «molto simile al 2019», invece approvato e per l’appunto presente tra i campioni dell’Anteprima 2021: «Annate diverse – aggiunge – ma la vigna si è comportata sostanzialmente allo stesso modo, dando alcol e acidità simili, con un pelo in più di mineralità nel 2020».
LA BOCCIATURA DEL CHIARETTO CHIAR’OTTO NON FA MALE
Una bocciatura che riapre l’infinito e controverso capitolo delle Commissioni di degustazione delle Doc, che rischiano spesso, con i loro giudizi, di bocciare vini autentici, rispettosi di vitigni e terroir, depauperando le Denominazioni di sfaccettature preziose e originali. Ovvero delle principali virtù del Made in Italy enologico e della loro principale chiave di sopravvivenza e asso nella manica nel mercato internazionale, sempre più attento a cru e parcellizzazione.
Del resto, l’idea di Chiaretto di Bardolino di Villa Calicantus non si discosta molto da quella di alti produttori della provincia di Verona. «Dev’essere un vino che riesca a coniugare, come il Bardolino, complessità e bevibilità. Volendo semplificare, lo pensiamo come un “rosso leggero” o un “bianco pesante”, gestibile a tavola attraverso la temperatura di servizio».
«Il nostro Chiar’Otto – conclude Daniele Delaini – è buono fresco, come aperitivo. Un po’ più caldo mette in mostra un ventaglio infinito di possibilità di abbinamento. Personalmente non sono uno di quelli che con la carne rossa beve Amarone: ho bisogno di freschezza e leggiadria, il che non significa banalità». Con buona pace delle Commissioni di degustazione. Cin, cin.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Non siamo ancora ai livelli da primato della Sardegna, con 4.418 ettari. Ma la Toscana consolida sempre più il suo ruolo di seconda regione italiana per ettari vitati di Vermentino, grazie soprattutto alla Maremma.
Con 832 ettari in produzione nel 2021, il noto “vitigno di mare” è la prima varietà a bacca bianca della provincia di Grosseto e rappresenta oltre il 50% del Vermentino prodotto nell’intera Toscana. Più del doppio della Liguria, altra regione rinomata per la produzione del vitigno, le cui origini sono dibattute tra Portogallo e Spagna.
Dal 2006 al 2021 la crescita è stata esponenziale, passando dal 2,2% (138 ettari) al 9,5% del vigneto grossetano. Nel 2020 la produzione di Vermentino in Maremma ha rappresentato un terzo dell’intera vendemmia della Doc Maremma Toscana, con 1.722.400 bottiglie prodotte.
Un dato che ha portato il Vermentino Maremma Toscana Doc a essere la tipologia più imbottigliata (30% del totale) della Doc Maremma Toscana, superando il Rosso (28%).
«Sono sempre più convinto che il Vermentino Maremma Toscana Doc abbia le carte in regola non solo per posizionarsi tra i grandi vini bianchi del mondo, ma anche per competere con i grandi vini rossi della Toscana, diventando una delle maggiori chiavi di volta della nostra Denominazione», commenta Francesco Mazzei, presidente del Consorzio toscano che da anni punta molto su questa tipologia.
«Si tratta di un vitigno particolarmente versatile – continua – adatto alla produzione di vini sia freschi sia invecchiati. Questo, unito a un territorio ancora incontaminato e molto variegato, che va dalla fascia costiera fino alle Colline Metallifere e al Monte Amiata, e alle capacità dei singoli vitivinicoltori di esaltare in cantina le uve delle diverse zone, fa si che si possa avere una produzione in continua crescita qualitativa e di grande appeal per il consumatore».
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Ottime impressioni sul Chiaretto di Bardolino 2020, con WineMag.it che è in grado di stilare una classifica dei migliori assaggi all’Anteprima 2021 del vino rosato del lago di Garda. Un’edizione sui generis: i 50 campioni sono stati “ricondizionati” in bottigliette di vetro da 5 cl e inviati alla stampa enogastronomica italiana e internazionale dal Consorzio di Tutela del Chiaretto e del Bardolino.
La degustazione è stata effettuata alla cieca e i risultati sono stati poi incrociati con l’elenco dei produttori aderenti, fornito dagli organizzatori. Qualità medio-alta tra i campioni iscritti al tasting – 14 vini con punteggi tra i 90/100 e i 93/100 – con l’annata 2020 che rispecchia gli annunci dell’ente di tutela vini della provincia di Verona.
«Nonostante la pandemia e il conseguente deciso calo di presenze turistiche sul lago di Garda – spiega Franco Cristoforetti, presidente del Consorzio di Tutela del Chiaretto e del Bardolino – le vendite di Chiaretto di Bardolino si sono mantenute costanti sul mercato».
Un segnale importante, che dimostra ancora una volta come le scelte del Consorzio siano state lungimiranti, confermando la nostra denominazione come leader tra i vini rosa in Italia. Anche per questo motivo abbiamo deciso di non rinunciare all’Anteprima e alla presentazione dell’annata 2020, ma di ripensare la manifestazione in nuove modalità».
«Le condizioni climatiche del 2020 – aggiunge Andrea Vantini, responsabile dell’area tecnica del Consorzio – hanno consentito un perfetto sviluppo delle componenti aromatiche fruttate delle uve, che si traducono nel Chiaretto di Bardolino nella presenza soprattutto di agrumi e piccoli frutti di bosco».
Le caratteristiche del microclima locale, invece, hanno garantito la presenza di quelle componenti di freschezza e di sapidità che sono tipiche del Chiaretto di Bardolino. Come conferma l’assaggio dei vini che stanno uscendo sul mercato, quella del 2020 è stata una buona annata nonostante il periodo di considerevole cambiamento climatico».
I MIGLIORI CHIARETTO DI BARDOLINO 2020
Chiaretto di Bardolino 2020, Aldo Adami: 87/100
Al naso ampio, su note di frutti di bosco maturi e tocco di agrume rosso e spezie dolci. Al palato corrispondente, morbido, con chiusura fresca e sapida, su rintocchi delicati d’agrumi e sale.
Chiaretto di Bardolino 2020 “I Gadi”, Bennati: 83/100
Rosa corallo, più intenso rispetto alla media della tipologia. Frutta rossa di bosco e spezie si rincorrono al naso, con lieve predominanza delle seconde e ricordi di cipria. Il palato è teso, più sulle durezze che sulle morbidezze, ancora un po’ scomposto. Nel finale ritorni di frutto su mineralità e un tocco di tannino.
Chiaretto di Bardolino 2020 “Tecla”, Benazzoli: 85/100
Bella compresenza di tutte le caratteristiche tipiche del Chiaretto di Bardolino, già “amalgamate” tra loro e in equilibrio. Ricordi di macchia mediterranea completano il fruttato e lo speziato coerente con la Denominazione. Molto bene il frutto, preciso, composto, pur nella sua maturità piena. Il sorso tuttavia non rispecchia esattamente il naso. Prevalgono le durezze, freschezza e sapidità, con la frutta un po’ in sordina. Vino giovane, che troverà nei prossimi mesi un maggiore bilanciamento tra le componenti.
Chiaretto di Bardolino 2020 “Rosa Canina”, Vinicio Bronzo: 84/100
Rosa salmone. Naso d’un floreale e fruttato delicato, di intensità media. Anche in questo campione prevalgono le durezze al palato, in particolare la sapidità. Il frutto fa di nuovo capolino in una chiusura asciutta, unita per l’appunto a un tannino al momento un po’ troppo invadente e amaro.
Chiaretto di Bardolino Classico 2020 “Rocca Sveva”, Cantina di Soave: 89/100
Rosa molto tenue. Al naso tanta frutta di bosco, ribes maturo, lampone, oltre a un bel ricordo di buccia di pompelmo. Perfetta corrispondenza al palato, con chiusura su ricordi d’agrumi e speziatura elegantissima. Vino assolutamente pronto per il consumo.
Chiaretto di Bardolino Classico 2020, Cantina Caorsa: 92/100
Rosa più intenso della media. Tanta spezia dolce al naso, su un frutto preciso, maturo. Campione che brilla per intensità e, per certi versi, “struttura”: sulla colonna vertebrale fresco minerale e salina danzano i piccoli frutti rossi e gli agrumi (arancia, pompelmo). Lungo il finale, preciso, asciutto eppure intenso. Vino pronto e di prospettiva.
Chiaretto di Bardolino Classico 2020 Bio “Rosa dei Casaretti”: 88/100
Rosa salmone. Bel gioco di spezie sul frutto, chiodo di garofano evidentissimo. Al palato ottima compresenza di tutte le componenti, dalla frutta di bosco al sale, passando per la buona freschezza. Chiude asciutto, sull’agrume e un tocco (azzeccato, dal punto di vista della maturità) di tannino.
Chiaretto di Bardolino 2020, Cavalchina: 89/100
Rosa intenso. Al naso frutto, spezie dolci e un ricordo di noce moscata, oltre a un tocco di cipria. Palato pieno di frutto maturo, con finale che tende alla liquirizia amara e mineralità in sottofondo. Campione che ha bisogno di qualche mese di bottiglia per trovare l’equilibrio perfetto, ma che promette decisamente bene.
Chiaretto di Bardolino 2020 “Nichesole”, Corte Gardoni: 86/100
Rosa salmone. Naso delicato, floreale e fruttato, di bosco. Bel tocco di spezia dolce. Al palato buon bilanciamento tra le componenti, con la speziatura (noce moscata, chiodo di garofano) che gioca bene sul frutto già avvertito al naso. Col tempo arriverà un maggiore equilibrio.
Chiaretto di Bardolino Classico 2020, Costadoro: 85/100
Rosa corallo. Naso intenso, prevalentemente sul frutto di bosco, ma con ricordi che spaziano anche alla ciliegia stramatura. Palato più da rosso che da rosé, più strutturato della media, segno di un rosato sfuggito di mano in termini di contatto con le bucce o di una scelta produttiva (degustando alla cieca, non possiamo saperlo). In ogni caso un vino che si lascia apprezzare per quello che è: un rosato per chi ama trovare anche nei rosé corpo e intensità, nonché un tratto vinoso.
Chiaretto di Bardolino Classico 2020 “Pink diamond”, Costadoro: 86/100
Rosa intenso. Altro vino intenso, che fa della pienezza del frutto il suo epicentro, tra piccoli frutti di bosco e agrumi maturi. Completa il quadro un lieve rintocco di spezie, che dona verve al naso e all’assaggio. Vino dall’agile beva, perfetto per momenti di spensieratezza, senza che questo impedisca di accompagnare a dovere piatti leggeri della cucina italiana e internazionale.
Chiaretto di Bardolino 2020, Gentili: 89/100
Rosa tenue. Gran intensità del frutto di bosco, su sottofondo iodico e speziato, molto elegante. Al palato sorprende per la bella tensione e per un frutto meno maturo e più croccante di quello avvertito all’olfatto. Freschezza e salinità accompagnano bene il sorso di un Chiaretto di Bardolino a cui non manca proprio nulla.
Chiaretto di Bardolino 2020 Bio, Gorgo: 88/100
Rosa salmone. Bella presenza e intensità di tutte le componenti tipiche, dal frutto di bosco e l’agrume maturo alla spezia, passando per la percezione iodica-salina. In bocca si conferma equilibrato e pronto, con bei ritorni di spezia in un finale fresco e asciutto. Vino semplice, spensierato, ma tutt’altro che banale.
Chiaretto di Bardolino Classico 2020 “Keya”, Guerrieri Rizzardi: 92/100
Rosa più carico rispetto alla media della denominazione. La componente speziata accende la luce su un frutto maturo, colto al momento perfetto. In bocca si rivela delicato e al contempo vino di una struttura più “importante” rispetto a molti assaggi. Se al naso il gioco è tra spezia e frutto, al palato ci si sposta su freschezza e mineralità, a sostenere la pienezza delle note di piccoli frutti rossi già avvertiti al naso. Chiude agrumato, asciutto, su un tocco di tannino che rimette la bilancia in equilibrio. Vino già degno di nota eleganza e tipicità assoluta, darà grandi soddisfazioni nel medio-lungo affinamento.
Chiaretto di Bardolino 2020, Il Pignetto: 88/100
Rosa salmone. Spezia nera e frutto maturo ben combinati al naso, uniti a ricordi di macchia mediterranea che spaziano dall’alloro al rosmarino. Al palato una sapidità e una freschezza imperanti sul frutto, pur presente in perfetta corrispondenza con quanto avvertito al naso. Chiude asciutto, sempre fresco, al limite del balsamico e su curiosi tratteggi umami, tra ribes rosso, liquirizia dolce, pepe nero e sale. Vino giovane, curioso, certamente rappresentativo della denominazione, con qualche tratto di unicità.
Chiaretto di Bardolino 2020 “Le Morandine”, Il Pignetto: 90/100
Rosa leggermente più intenso del precedente. Naso avvolgente, rotondo, sul frutto maturo ma preciso, sferzato da bei rintocchi di spezia nera e ricordi di macchia mediterranea. Al palato una perfetta corrispondenza e una struttura superiore alla media della denominazione. Non abbastanza per parlare di un rosso travestito da rosé, piuttosto di un vino con una dignità assoluta propria, nel segno della denominazione gardesana. Peccato per la mancanza di un po’ di materia, intesa come polpa, in centro bocca e ad accompagnare l’elegante chiusura su sapidità e freschezza. Vino meditato, curato e meritevole d’attenzione ed etichetta con ottime prospettive di affermazione assoluta nel panorama del Chiaretto di Bardolino, se attenzionato con la medesima cura nei prossimi anni.
Chiaretto di Bardolino Classico 2020, La Rocca: 82/100
Rosa salmone tenue. Tra i pochi vini con impronta “tannica” sin dal naso, dunque fenolica. Caratteristica che si riscontra anche al palato, dal centro bocca alla chiusura. L’agrume prevale sul frutto rosso, la mineralità (salinità) gioca una partita a parte. Vino comunque giovane, che necessita tempo e bottiglia.
Chiaretto di Bardolino 2020 Bio “Rodon”, Le Fraghe: 91/100
Rosa salmone, luminoso. Naso molto elegante, nell’incedere dei piccoli frutti di bosco scandito da spezie dolci e pepe nero, unito a ricordi iodici. Sullo sfondo, un pregevole dipinto floreale di rosa e violetta. Ingresso di bocca teso, salato, seguito da ritorni fruttati croccanti, perfettamente maturi. Un bianco travestito da rosé, forse per il timore di “incomplessire” troppo il quadro aromatico e la beva. Parola d’ordine per i prossimi anni: osare! A meno che nella gamma della cantina non ci siano altri Chiaretto di Bardolino ancora più pieni e gastronomici. Vino che comunque appaga in ogni sua componente giovanile e mostra ottime prospettive di crescita nei mesi a venire.
Chiaretto di Bardolino Classico 2020, Le Ginestre: 87/100
Rosa salmone, luminoso. Bell’apporto elegante di spezia ed erbe mediterranee al naso, sul frutto perfettamente maturo. Al palato mineralità salina e freschezza prevalgono leggermente sul frutto, pur rotondo. Chiusura che tende ad ammorbidirsi, su ritorni di frutta matura. Vino che può avere una prospettiva media di ulteriore affinamento.
Chiaretto di Bardolino Classico 2020 Bio, Le Tende 86/100
Rosa salmone. Bel gioco tra frutti di bosco maturi e spezie (pepe nero) al naso. Al palato ancora alla ricerca di una sua dimensione, in termini di equilibrio. Il frutto maturo sembra poter avere la meglio sulle durezze, anche in futuro. Vino che pare pensato per un consumo nei primissimi anni di vita (1, 2).
Chiaretto di Bardolino 2020 “Corderosa”, Le Vigne di San Pietro: 91/100
Rosa salmone. Frutto rotondo, maturo, precisissimo, sferzato da una speziatura calda, elegante, e da ricordi di macchia mediterranea. Ingresso in punta di piedi al palato, nell’abbinamento perfetto tra mineralità salina e frutto, che si fa concreto e vivace in centro bocca. Un crescendo che convince e appaga, ben equilibrato, prima di una chiusura tesa e di ottima lunghezza, in equilibrio (parola d’ordine di questo campione) tra salinità, freschezza e pienezza del frutto. Vino con ottime prospettive di positivo affinamento futuro.
Chiaretto di Bardolino Classico 2020, Le Morette: 92/100
Rosa salmone. Naso suadente, giocato sul frutto, ma con la spezia a bussare alla porta, chiedendo di entrare. “Prego, si faccia avanti”, acconsente l’ulteriore ossigenazione, che dona l’equilibrio atteso. Il quadro è quello di un Chiaretto di Bardolino giocato sull’eleganza, che non disdegna una certa complessità. Sempre grazie all’ossigenazione, il vino, guadagna nuove note: ecco la macchia mediterranea (rosmarino) ma soprattutto un tocco balsamico, di liquirizia fusa, a disegnare uno dei nasi più stratificati delle batterie. L’ingresso tendenzialmente morbido esalta un palco di frutta di bosco, agrumi e sapidità. In sostanza, l’ennesima potenza del Chiaretto di Bardolino. Bene anche il finale, tra ritorni di frutta rossa matura, agrumi e iodio.
Chiaretto di Bardolino 2020 “Birò”, Le Muraglie: 88/100
Rosa salmone. Tanta spezia al naso, tra il dolce (liquirizia, cannella) e lo scuro (pepe nero, chiodo di garofano), sul frutto maturo. Bell’ingresso di bocca pieno, sul frutto, con centro bocca che vira su freschezza e mineralità. Bella chiusura, con ritorni di frutta matura (sorpresa: anche a bacca bianca, come la pera) eppure mai scomposta, unita a una sapidità e una freschezza più che mai appaganti. Vino di gran gastronomicità, sin da oggi, con buona prospettiva di medio affinamento futuro.
Chiaretto di Bardolino Classico 2020, Lenotti: 86/100
Rosa più carico della media della denominazione. Naso dominato dalla pienezza del frutto, su ricordi di spezie. Ottima corrispondenza al palato, sulle medesime note avvertite all’olfatto. La fa da padrona la pienezza del frutto, ben controbilanciata alla freschezza. Vino pronto da gustare.
Chiaretto di Bardolino Classico 2020 “Decus”, Lenotti: 88/100
Rosa salmone. Naso complesso, tra la spezia, il frutto e lo iodio. Bocca che conferma le aspettative, con bell’allungo su un’elegante speziatura ad accompagnare l’incedere preciso del frutto maturo. Chiude asciutto, sapido e fresco.
Chiaretto di Bardolino Classico 2020, Marchesini Marcello: 88/100
Rosa salmone. Bel bouquet di fiori e frutta fresca, su sottofondo iodico e un’elegante speziatura. Al palato del tutto appagante, in tutte le sue componenti. Un vino già pronto da degustare, anzi bere, oggi, per il suo frutto pieno e la sua freschezza invogliante, nonché per la sua spezia pronta a maturare ancora, nel tempo. Ottime, di fatto, le prospettive di positivo affinamento.
Chiaretto di Bardolino Classico 2020 “Coralin”, Marchesini Marcello: 89/100
Rosa salmone. Bell’impronta di spezia nera sul frutto maturo, al naso. Al palato un’elegante vena sapida accompagna i ritorni di piccoli frutti rossi, prima di una chiusura asciutta e sapida, su ricordi di liquirizia amara. Vino dotato di una struttura leggermente superiore alla media, che giova non solo all’invecchiamento, ma anche alla gastronomicità di questo nettare, abbinabile a piatti piuttosto strutturati, a base di carni oltre che di pesce.
Chiaretto di Bardolino 2020, Monte del Frà: 87/100
Rosa leggermente più scarico della media. Naso invece di buona intensità, dominato da note molto precise di piccoli frutti rossi maturi, sferzati da una bella speziatura, elegante. Beva agile, snella, per un vino ineccepibilmente giocato sull’immediatezza e la facilità di “comprensione”, nonché di abbinamento. 87/100
Chiaretto di Bardolino 2020, Morando Lorenzo: 87/100
Rosa leggermente più carico rispetto alla media della denominazione. Al naso bel gioco tra il frutto di bosco maturo, la buccia d’arancia, e una speziatura dolce, delicata. Al palato, vena salina, freschezza e un tannino elegante accompagnano la frutta matura verso un finale deciso, asciutto ma pieno. Vino di buona gastronomicità, adatto anche per piatti strutturati.
Chiaretto di Bardolino 2020, Albino Piona: 91/100
Bel naso delicato, elegante, tra piccoli frutti rossi perfettamente maturi e speziatura dolce. Qualche ricordo di macchia mediterranea incomplessisce un quadro già positivo. Al palato gran pienezza del frutto, nonostante il nettare non perda un millimetro dell’eleganza avvertita al naso. L’ingresso di bocca, teso e fresco, vira poi sulla morbidezza del frutto, per chiudere su un’ottima compresenza di tutte le componenti: fruttato, salino, asciutto. Buono oggi, ancora meglio nel medio lungo affinamento.
Chiaretto di Bardolino 2020 Bio, Poggio delle Grazie: SV – Senza voto
Naso floreale e fruttato maturo, tra i piccoli frutti di bosco e l’arancia sanguinella, che non riescono a nascondere qualche sbavatura. Buon ingresso di bocca, sulle note avvertite al naso, ma di nuovo qualche nota poco aggraziata, oltre che tannico-fenolica, a connotare il finale. Classico vino che fa chiamare la “seconda bottiglia”, in un contesto di Anteprima tradizionale, in presenza.
Chiaretto di Bardolino Classico 2020, Righetti Enzo: 87/100
Rosa che tende al cerasuolo, più carico della media della denominazione. Bel naso pieno, intrigante, in cui i frutti rossi di bosco maturi dominano la scena, uniti a un tocco di spezie dolci e a ricordi di macchia mediterranea. Da sottolineare la bella nuance di fragolina matura, succosa. Al palato si riconferma vino pieno, tutto frutto. Freschezza e sapidità reggono il passo, conferendo una buona tensione al nettare e rendendolo ancor più vino da abbinamento, anche piuttosto importante.
Chiaretto di Bardolino 2020, Giovanna Tantini: 93/100
Naso delicato ma intenso, su ricordi floreale di rosa e frutti rossi, oltre a un’arancia che spazia dalla polpa alla buccia. Elegante e precisa anche la componente speziata, tra il pepe bianco e la cannella, accompagnata da ricordi di macchia mediterranea, dal rosmarino all’alloro. In bocca una gran bella tensione fresco-sapida, su ritorni dei frutti avvertiti al naso. Chiude altrettanto fresco, sapido e fruttato. Vino tra i più completi e di prospettiva della denominazione.
Chiaretto di Bardolino 2020 “Infinito”, Santi: 91/100
Naso intenso, in cui il frutto maturo gioca tra i rintocchi netti di spezia, con chiodo di garofano e noce moscata in grande spolvero, assieme a ricordi di cannella. Il frutto è quello rosso, di bosco, con accenni di mela verde ben abbinati alle componenti “dure”, saline, iodiche. Al palato si conferma un vino energico, più teso che largo, su ritorni di ribes e fragola di bosco appena matura e mela Granny Smith. Ottima gastronomicità e propensione al lungo affinamento, anche grazie a una nobile componente tannica, ben evidente nell’asciutto finale.
Chiaretto di Bardolino 2020, Sartori: 85/100
Vino giocato su sentori sottili, delicati, che spaziano dal floreale di rosa ai piccoli frutti di bosco, croccanti, appena maturi. Più intenso e deciso il palato, che non brilla in complessità o in allungo, mostrando tuttavia un bel frutto rosso e una bella venatura fresco iodica. Vino di pronta beva, ineccepibile, con uno, due anni di vita davanti.
Chiaretto di Bardolino 2020 “Mont’Albano”, Sartori: 86/100
Naso intenso ed elegante, su una bella componete fruttata matura, piena e di gran precisione. Ottimo apporto della componente speziata, che in un naso così ricco di frutta fa da contraltare e riequilibra la bilancia. Spezie dolci, come la cannella, giocano sulle note di ribes, lamponi, piccole fragoline di bosco, assieme a ricordi di erbe aromatiche mediterranee. Il palato scorre con un po’ troppa agilità sulle sole note fruttate mature, pur ben sostenute dalla freschezza. Vino ottimo oggi come aperitivo, con prospettiva media di affinamento.
Chiaretto di Bardolino 2020 “El Salgar”, Seiterre: 84/100
Vino dal colore più carico della media della denominazione, tendente al cerasuolo. Al naso si alternano note agrumate, di ribes, di lampone e fragolina di bosco, a rintocchi di spezie nere (pepe) e cannella, chiodi di garofano e noce moscata. Un naso, in definitiva, che preannuncia una certa “corpulenza”. La si ritrova, in effetti, ma quanto in base alle attese. La complessità del sorso è troppo inferiore a quella del naso e disegna un vino di pronta beva, tutto giocato sulle componenti fresco acide (pompelmo rosa, ribes).
Chiaretto di Bardolino 2020 “I Territori”, Tenuta la Presa: 90/100
Naso ricco, grondante di succo, dai frutti di bosco alla polpa e alla scorza del pompelmo rosa, con chiaro accento floreale di rosa. Corrispondente al palato, torna per l’appunto sulla componente fruttata sin dall’ingresso, sviluppando al centro del sorso agrumi e sapidità, presenti in tutta la loro pienezza anche nell’allungo. Finale asciutto e precisissimo, su uno sferzante ed elettrico ricordo pepato. Vino del tutto appagante oggi, che mostra buone prospettive di affinamento futuro.
Chiaretto di Bardolino 2020 “Le Selezioni”, Tenuta la Presa: 91/100
Componente speziata dolce e nera (pepe) ben si combinano col frutto, che qui assume accenti esotici, tropicali, accostati alle classiche bacche rosse croccanti, di bosco. Il palato conferma quanto avvertito al naso. Un vino fuori dalla media, in positivo, in termini di struttura, tensione, freschezza e gastronomicità. Giovanissimo, come dimostra la componente tannica (pur elegante) che si accosta all’imponente vena iodico-salina, darà il meglio di sé negli anni a venire.
Chiaretto di Bardolino Classico 2020, Valetti: 85/100
Naso elegante, floreale e fruttato, delicato ma di ottima intensità. Al palato un’ottima corrispondenza, beva agile ma appesantita da un frutto maturo non del tutto retto e controbilanciato da altrettanta freschezza o mineralità. Classico vino “glu-glu” disimpegnato, da bere ghiacciato senza troppe elucubrazioni mentali.
Chiaretto di Bardolino Classico 2019, Villa Calicantus: 91/100
Colore più carico della media, tendente al cerasuolo e dai riflessi aranciati. Al naso è ricco, pur staccandosi completamente dal resto dei vini della denominazione, giocando una partita a sé. Chiare note ematiche, ferrose, accostano i frutti rossi pur tipici del Chiaretto di Bardolino, in un quadro che solo in apparenza potrebbe apparire “stanco”. L’ossigenazione apre a nuances di erbe aromatiche che spaziano dal timo alla mentuccia, abbinate a ricordi di arancia e ginger candito.
Nemmeno troppo in sottofondo, note di spezie dolci come cannella, noce moscata, vaniglia bourbon. Il continuo murare del nettare nel calice invita alla pazienza, con l’ossigenazione che ripaga contribuendo a incomplessire ulteriormente il quadro, attraverso ricordi di camomilla e filtro di tè verde. È certamente uno dei nasi più complessi, pur discostanti, del tasting in questione.
Al palato sorprende per l’ottima compresenza di note larghe e note verticali, in un susseguirsi di note aranciate, ferrose ed ematiche che riportano al Sangiovese, e note più dense e cariche di frutta fresca, come ribes, fragoline e lamponi.
La chiusura è in realtà un allungo quasi infinito, che pur nella sua “asciuttezza” non disdegna di evidenziare il braccio di ferro tra le durezze di una mineralità e la lascivia succosa del frutto rosso. Vino certamente figlio di una filosofia produttiva vicina agli ambienti naturali e, per questo, ancora più apprezzabile la sua presenza in batteria, a dimostrare con fierezza e coraggio la propria autentica “diversità”.
Chiaretto di Bardolino 2020, Villa Medici: 85/100
Colore leggermente più carico della media. Tipica nota aranciata preponderante al naso, su bel sottofondo speziato caldo, dolce. Palato che abbina con semplicità le note piene e precise di frutti rossi a una buona freschezza.
Chiaretto di Bardolino 2020, Zenato: 90/100
Colore più carico rispetto alla media della denominazione. Naso di bella complessità, che abbina alle note piene e precise di frutta rossa matura (ribes, lampone, fragola, arancia e pompelmo rosa) belle tinte florale di rosa e speziate che spaziano dalla dolce cannella al chiodo di garofano. Completa il quadro un tocco balsamico, quasi resinoso, nonché di radice di liquirizia. Al palato riecco tutte le componenti avvertite al naso, con buon apporto fresco e salino a sostenere un finale dominato ancora una volta da un frutto pieno e preciso.
Chiaretto di Bardolino Classico Anfora 2019, Zeni 1870: 88/100
Colore che inizia a virare all’aranciato. Gran bell’apporto di frutto al naso, unito a ricordi di arancia che tende al candito e a una speziatura scura, di pepe nero e chiodo di garofano, nonché alla cannella. A completare il quadro, ricordi di erbe aromatiche mediterranee. Al palato entra piuttosto verticale, sapido, fresco e su un tannino nobile, a supportare un frutto pieno, maturo, garbato. Bello l’allungo in cui si assiste alla fusione di tutte le componenti, dal salino al fruttato, dal fresco all’amaro garbato. Vino di grande gastronomicità, che ha tuttavia nell’alcolicità (o, per lo meno, degustando alla cieca, nella sua accentuata percezione rispetto alla media della denominazione) un sicuro punto debole.
Chiaretto di Bardolino Classico 2020 “Vigne Alte”, Zeni 1870: 87/100
Vino dal colore più carico rispetto alla media della denominazione. Bel naso che abbina frutto rosso, note minerali, iodiche, e speziate fresche. Prevale comunque il tono fruttato, che va dalla fragolina al lampone, dal ribes all’arancia perfettamente matura, su un elegante floreale di rosa. Al palato una buona corrispondenza, su ritorni di tutte le note già avvertite al naso e una bella croccantezza e concretezza. Vino decisamente concreto e gastronomico, adatto a un affinamento medio (1, 2 anni).
Chiaretto di Bardolino Classico 2020, Vigneti Villabella: 87/100
Naso che abbina una bella componente speziata e di erbe aromatiche mediterranee al frutto rosso, maturo, grondante di succo. Al palato un frutto di maturità meno esuberante, nonché le belle note erbacee già avvertite al naso, unite a una buona salinità e freschezza. Allungo uniforme, di media persistenza, su una stuzzicante venatura amarognola che invoglia il sorso successivo.
Chiaretto di Bardolino Classico 2018 “Gaudenzia”, Villa Cordevigo: 91/100
Colore leggermente più carico rispetto al resto della denominazione, brillante. Naso pieno, di frutto rosso soprattutto, con belle venature di spezia ed erbe aromatiche come il rosmarino e l’alloro. Al palato si ripresenta in tutta la completezza avvertita al naso, su note di frutta matura (ribes, lampone, fragolina di bosco) ben abbinate a una freschezza d’arancia rossa e pompelmo rosa e ad un evidente richiamo salino. Vino di ottima gastronomicità, teso ma elegante, con sicure prospettive di ulteriore crescita negli anni a venire.
Chiaretto di Bardolino 2020 “Cà Vegar”, Vitevis: 84/100
Rosa dai riflessi aranciati. Naso sulle erbe mediterranee e sul frutto rosso. Al palato corrispondente, nel suo mostrarsi vino agile e snello, di pronta beva, connotato da richiami fruttati e salini.
Chiaretto di Bardolino 2020, Cantina del Garda Vitevis: 85/100
Buona intensità all’olfatto, tra un floreale di rosa e violetta e un fruttato che spazia dal bosco (lampone, fragolina, ribes matura) alla pesca a polpa gialla. Note che si ripresentano al palato, in tutta la semplicità agile di una beva spensierata, tra il fruttato e lo iodico.
Chiaretto di Bardolino 2020 “Terre di Castelnuovo”, Vitevis: 84/100
Rosa leggermente più carico rispetto alla media della denominazione. Naso e palato “tutti frutti” (rossi) ben retti dalla freschezza. Beva agile per un vino che punta a un consumo estivo e all’abbinamento a tutto pasto, nonché a piatti di elaborazione medio-semplice.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Pio Boffa, alias Pio Cesare, una delle cantine più note non solo del Piemonte ma d’Italia e del mondo, è morto all’età di 66. Era ricoverato da due settimane nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Verduno, in provincia di Cuneo, per Covid-19. I funerali si terranno domani, lunedì 19 aprile, alle ore 10 nel Duomo di Alba.
Boffa, storico produttore di Barolo e Barbaresco e rappresentante della quarta generazione della famiglia, era a capo della cantina-brand di Alba che conta oltre 70 ettari di vigneti, nel cuore delle Langhe.
Il marchio Pio Cesare stava celebrando i suoi 140 anni di vita, con i vini esportati ormai in 50 Paesi del mondo «per affermarli e farli riconoscere agli appassionati di vino, ai ristoranti ed enoteche». Pio Boffa lascia la moglie Nicoletta Gandini, la figlia Federica Rosy e il nipote Cesare Benvenuto, già attivi in azienda da diversi anni.
La Pio Cesare nasce nel 1881 quando l’omonimo imprenditore Cesare Pio decide di produrre per sé, per la propria famiglia e per i suoi clienti una piccola e ricercata quantità di bottiglie di vini delle Langhe, in particolare Barolo e Barbaresco.
Ben presto il sogno diviene realtà e cresce sino a diventare una vera e propria realtà produttiva, capace di affermarsi nel panorama dei vini piemontesi anche grazie alla seconda generazione guidata dal figlio di Cesare, Giuseppe Pio.
La famiglia Boffa entra in questa storia a partire dal 1940, anno in cui Rosy Pio, figlia unica di Giuseppe Pio – scomparsa nel 2020 all’età di 98 anni – sposa Giuseppe Boffa, affermato ingegnere di Alba, dirigente di una grande azienda a Milano.
Sono gli anni della Seconda guerra mondiale quando Boffa decide presto di abbandonare Milano e la sua professione per dedicarsi cuore e anima alla Pio Cesare. Il brand raggiunge così una notorietà nazionale e internazionale, affermandosi soprattutto grazie al Barolo.
Nascono proprio in quegli anni i tre figli di Rosy Pio e Giuseppe Boffa: Cesare e Federica e Pio Boffa, strappato ai suoi cari e al mondo del vino italiano troppo presto, dal Covid-19.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Scarseggiano le lattine per confezionare le birre artigianali. Come evidenziato da diversi studi nel corso del 2020 sono cambiate le abitudini d’acquisto a causa dell’emergenza sanitaria e dei conseguenti lockdown. La chiusura del canale Horeca ha portato i consumatori sempre più verso gli scaffali dei supermercati, facendo aumentare la richiesta di prodotti confezionati come bibite gasate e birre in lattina.
Come conseguenza, le multinazionali del beverage – colossi come AB-Inbev, Heineken, Coca Cola o Pepsi – hanno aumentato considerevolmente i propri ordini di lattine in allumino al punto da limitare molto la disponibilità delle stesse per i piccoli birrifici.
L’allarme è partito dagli Stati Uniti lo scorso febbraio quando Robert Pease, presidente della Brewers Association (l’associazione dei birrifici artigianali americani che conta oltre 8.400 produttori che coprono circa il 13% del mercato brassicolo statunitense), ha indirizzato un lettera aperta ai produttori di lattine per segnalare il problema.
«I nostri membri – si legge nella lettera – riferiscono che le notizie sulla fornitura di lattine di alluminio stanno peggiorando, con riduzioni che in alcuni casi arrivano anche al 40%. Alcuni birrifici hanno appreso che i loro ordini per il primo trimestre sono stati cancellati mentre ad altri è stato detto che non potranno avere lattine fino al secondo trimestre del 2021. Questi birrifici non sopravviveranno così a lungo senza lattine».
Il sospetto della Brewers Association è che a fronte della situazione i produttori di lattine in allumino stiano favorendo i maxi ordini delle multinazionali a scapito dei piccoli birrifici artigianali.
In Italia la questione non sembra avere, per il momento, la stessa portata degli Usa. Ma questa settimana il Birrificio Crak di Campodarsego (Padova) ha segnalato il problema con un post sui social.
Stanno finendo le lattine. Questo lungo lockdown porta con sé una nuova sfida: lottare per non rimanere senza lattine», si legge sulla pagina Facebook del birrificio.
«In tempi di carenza, non ci sono violazioni dell’antitrust e, quindi, si privilegiano i clienti più grandi», conclude Crak avvisando i proprio clienti di esser costretto a confezionare alcune loro birre con «le lattine Guerrilla con la “vecchia grafica” che non avevamo mai utilizzato dopo “Crak the Rules”». Un problema in più per i microbirrifici già duramente colpiti dalla pandemia.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Molto più di un indizio di quali siano i migliori 10 Sauvignon Blanc italiani arriva dalla IIª edizione del Concorso nazionale del Sauvignon blanc, riservato all’annata 2018. Sul podio Ansitz Waldgries, con il Sauvignon “Myra” (90,4/100), Weingut Franz Haas con il proprio Sauvignon blanc senza nome di fantasia (90,2/100) e Kellerei Tramin con il Sauvignon Blanc “Pepi” (90,1/100). Una classifica che parla chiaramente la lingua del Südtirol.
Le prime dieci posizioni (le uniche rese note dagli organizzatori) sono infatti occupate da vini prodotti da cantine del territorio della provincia di Bolzano. I piazzamenti hanno posto sotto i riflettori alcune realtà che hanno saputo valorizzare cru e microzone nelle quali il vitigno ha trovato le condizioni ottimali per sviluppare le sue grandi potenzialità.
Il Concorso nazionale ha visto confrontarsi 85 Sauvignon blanc in rappresentanza di otto diversi territori d’Italia: Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Piemonte, Veneto, le provincie autonome di Trento e di Bolzano, con grande predominanza – c’è da dirlo – di queste ultime due.
LA CLASSIFICA DEI MIGLIORI 10 SAUVIGNON BLANC ITALIANI
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
«Ci aspettavamo maggiore coraggio» così la Federazione Italiana dei Pubblici esercizi, Fipe-Confcommercio, commenta a caldo le prime indicazioni sul prossimo provvedimento del Governo per cui l’attività dei pubblici esercizi potrà riprendere dal 26 aprile prossimo, ma solo all’aperto.
«Avere una data per poter ripartire e poter lavorare la sera sono certamente segnali che vanno nella giusta direzione – sottolinea la Federazione – eppure si tratta solo di un primo punto di partenza, perché troppe imprese restano tagliate fuori dalla limitazione del servizio ai soli spazi esterni, subendo così una discriminazione. Per queste realtà il lockdown non finirà il 26 aprile».
«È fondamentale – aggiunge Fipe – avere già nei prossimi giorni una road map molto precisa che indichi come e quando le riaperture potranno coinvolgere, nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza, anche tutti quei locali che hanno a disposizione solo spazi interni. Parallelamente sarà importante invitare i comuni a fare tutto quanto in loro potere per favorire la concessione di suolo pubblico agli operatori sfavoriti da questa riapertura parziale».
«In virtù di queste prime riaperture – conclude la Federazione – sarà essenziale che tutti quanti, imprenditori e avventori, dimostrino il massimo senso di responsabilità, rispettando pedissequamente le norme di sicurezza sanitaria stabilite dal Comitato tecnico scientifico. Non possiamo permetterci passi falsi. L’obiettivo comune deve essere quello di tornare a lavorare, e dunque a vivere, a pieno ritmo».
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Arriva dalle Marche l’ultima proposta anticontraffazione del vino italiano. Secondo Alberto Mazzoni, direttore dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini (Imt), una soluzione potrebbe essere quella di apporre il contrassegno di Stato, ovvero le cosiddette “fascette” obbligatorie in Italia sulle Docg, a tutti i vini.
Nella regione del centro Italia, il contrassegno su Verdicchio dei Castelli di Jesi e Verdicchio di Matelica – reso obbligatorio a partire dalla vendemmia 2019 su circa 20 milioni di bottiglie – hanno dato il via a maggiori controlli e ingenerato sicurezza nei produttori e nei consumatori.
Un vero e proprio toccasana, dopo lo scandalo del vino bianco generico spacciato per Verdicchio Doc, in vendita nei supermercati Eurospin fra il 2013 e il 2018.
Un’inchiesta per la quale gli imputati di Piceno Food Srl e Tenute del Borgo Srl, cantina di Cossignano, in provincia di Ascoli Piceno, sono stati rinviati a giudizio a fine febbraio 2021, con l’accusa di associazione per delinquere e frode in commercio di prodotti a Denominazione di origine controllata.
Uno scandalo di cui ancora si discute – sottolinea Mazzoni – e che mi spinge a pensare che una forza delle Marche potrebbe essere quella di fascettare tutti i nostri vini. Non perché vogliamo essere i più bravi, bensì perché fascettare tutti i vini italiani potrebbe essere un motivo di garanzia per il consumatore».
«Qualcuno potrebbe dire che è anche possibile apporre fascette contraffatte – ha aggiunto il direttore dell’Imt – ma tra questo e imbottigliare del vino da tavola come Doc, ne passa. La fascetta di Stato sarebbe un deterrente e una garanzia per chi acquista la bottiglia. E anche noi produttori abbiamo bisogno di certezze, quanto i consumatori».
Non nascondo che anche altre Denominazioni stanno facendo riflessioni in quest’ottica. Il fatto che ogni mese siamo in grado di presentare il numero di bottiglie prodotte, diramando i dati agli associati, sta creando curiosità tra i produttori che ancora non hanno a disposizione questo strumento».
LA SVOLTA GREEN
In attesa di “blindare” con il contrassegno di Stato tutti i propri gioielli, l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini spinge sul fronte della svolta “green” dell’intero sistema vino italiano.
Il vigneto biologico italiano – sottolinea Alberto Mazzoni – merita maggior attenzione di quanto non ne abbia oggi. Rappresentiamo un quarto degli ettari vitati bio nel mondo, con un’estensione che nell’ultimo decennio è aumentata di oltre il 100%, ma ancora non abbiamo una banca dati sul settore per osservare il fenomeno a partire dai suoi fondamentali, legati a produzione, confezionamento e vendita».
Una richiesta, quella dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, che ha trovato l’appoggio dell’assessore all’Agricoltura della Regione Marche, Mirco Carloni: «Sottoporrò l’istanza al ministero delle Politiche agricole – ha commentato – certo che il ministro Stefano Patuanelli e il sottosegretario con delega al vino, Gian Marco Centinaio, ne comprenderanno il valore strategico».
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Se è vero che «l’attesa del piacere è essa stessa il piacere», aprire una bottiglia di Barolo Cannubi 2015 Borgogno nel 2021 dovrebbe essere ascritto tra i reati contro la libidine. Ma non tutti hanno velleità alla Gotthold Ephraim Lessing. E allora eccoci qui a raccontare un vino d’eccezione, che si aggiudica un punteggio di 96/100.
LA DEGUSTAZIONE
Il sipario del Barolo Docg Cannubi 2015 di Borgogno si apre piano, lentamente (riecco l’attesa, facciamocela bastare). Il primo attore, sua maestà il Nebbiolo, è in leggera penombra. Se ne scorge distintamente l’abito usuale, quella divisa d’un rosso rubino luminoso, tendente al granato. Inconfondibile.
L’ossigenazione accende il microfono e l’accento di Cannubi inizia a risuonare in sala. È un mazzo di violette e rose, tra i frutti rossi e le spezie dolci. Si distinguono ciliegie mature, grondanti di succo, così come ribes e lamponi, oltre a note vaniglia bourbon e fondo di caffè.
Solo in un secondo momento, un bell’accento mediterraneo, d’erbe aromatiche, su ricordi di liquirizia e noce moscata. Un quadro elegantissimo, in cui ogni componente gioca il suo ruolo senza prevaricare sulle altre.
Lo stesso si può dire del palato, che ripresenta il linguaggio elegante del Barolo e le sfumature che rendono Cannubi una collina unica al mondo. Riecco in particolare la ciliegia, in un ingresso tanto pieno, largo e voluttuoso, quanto teso e verticale, nel gioco tra il frutto, la freschezza e un tannino in cravatta che fa il paio con una carezzevole salinità.
L’affinamento in legno rende ancora più complesso il sorso, donando lunghezza e ricchezza a un finale balsamico e fresco, asciutto e assolutamente appagante. L’attesa, in definitiva, farà bene a questo Barolo e a chi saprà resistere alla tentazione di stapparlo.
Ma il Cannubi 2015 di Borgogno è certamente uno di quei Barolo in grado di regalare grandi emozioni sin dai primi anni di una lunga vita. Perfetto l’abbinamento con piatti strutturati a base di carne, a partire da una pappardella condita con ragù di cinghiale, passando poi secondi come un brasato, il gulasch o il manzo alla griglia o alla brace.
LA VINIFICAZIONE
Il Barolo Cannubi 2015 di Borgogno nasce, come indica l’etichetta, dalla “Menzione geografica aggiuntiva” (Mga) di Cannubi. Esposizione a sud e altitudine compresa fra i 290 a i 320 metri sul livello del mare, per appena 1,30 ettari di vigneto ad Archetto (Guyot modificato).
La densità di impianto è pari a 4 mila ceppi per ettaro, con le radici del Nebbiolo che affondano in terreni composti da marne calcareo argillose, leggermente sabbiose. La vendemmia, nel 2015, è iniziata nella prima decade di ottobre.
Un inverno caratterizzato da abbondanti nevicate e una primavera con temperature miti sin dal mese di febbraio, ha consentito un anticipo del ciclo vegetativo che si è poi mantenuto nel proseguo dell’annata.
La stagione, come riferisce Borgogno, è proseguita con un susseguirsi di precipitazioni tra la fine del mese di maggio e la prima decade di giugno, con temperature che si sono poi stabilizzate su valori massimi sopra la media.
Il caldo non ha però causato nessun fenomeno di stress ai vigneti, grazie alle abbondanti riserve idriche accumulate nei primi mesi (nevosi) dell’anno. Il quadro, in definitiva, di «una grande annata, da ricordare, come poche altre nella storia».
Dopo la vendemmia nella vigna Cannubi, le uve hanno subito una fermentazione spontanea di 20 giorni in vasche in cemento, a temperature comprese tra i 22° e i 28°. A seguire, una lunga macerazione a cappello sommerso, che si è protratta per oltre 40 giorni.
In questa fase è avvenuta la fermentazione malolattica. Con l’innalzarsi delle temperature, nella primavera del 2016, il vino è stato travasato in grandi botti di rovere di Slavonia, in cui è rimasto ad affinare per 4 anni. Hanno completato la vinificazione 6 mesi in cemento, prima dell’imbottigliamento.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Oltre 28 milioni di bottiglie che corrispondono a più di 21 milioni di litri per un giro d’affari di oltre 182 milioni di euro per il Primitivo di Manduria Dop nel 2020, con un aumento di circa il 26% rispetto al 2019.
In particolare, il Primitivo di Manduria Doc rappresenta il 91.6% dell’intero imbottigliato, il il Primitivo di Manduria Doc Riserva doc il 7.9% ed il il Primitivo di Manduria dolce naturale Docg lo 0.5%. Il 70% della produzione è destinata all’estero.
«Questa crescita – afferma Mauro di Maggio, Presidente del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria – è la dimostrazione che le nostre cantine puntano sulla nostra Doc e che la passione dei consumatori non accenna a diminuire».
«La nostra area vitivinicola – prosegue di Maggio – sta cambiando pelle più rapidamente di altri grazie ad un’economia che sta crescendo e in grado di fare ulteriori salti di qualità. A questi dati, che non ci sorprendono, si deve poi aggiungere il ricambio generazionale. Ci sono molti giovani che si stanno affacciando in questo settore con la voglia di continuare il lavoro dei vecchi viticoltori e con competenze elevate e grande passione».
«Il lavoro in campagna si sta trasformando – conclude il Presidente – le nostre aziende, piccole e grandi, operano in attività multifunzionali che vanno dalla trasformazione e vendita aziendale del vino fino all’enoturismo. Il 35% delle nostre cantine ha attirato le energie della nuova generazione, giovani appassionati di vino che hanno una preparazione cosmopolita».
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Nessun bando di gara, bensì un affidamento diretto dell’incarico da parte dell’Ice, in sostanza – come sostengono sottovoce dall’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane in capo al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale guidato da Luigi di Maio – per «mancanza di validi competitor o alternative». Così Tannico, la più vasta enoteca online italiana, si è assicurata un contratto del valore di 1,5 milioni di euro da parte dell’Italian Trade & Investment Agency.
L’accordo, frutto di diversi anni di studio del segmento e dei suoi player in Italia, consentirà a 400 «piccole cantine italiane» di «accedere a condizioni economicamente agevolate, o in totale gratuità per le otto Regioni beneficiarie del Piano Export Sud, a WinePlatform, la piattaforma di Tannico che supporta le aziende vinicole nella vendita online con consegna a domicilio in oltre 20 Paesi del mondo».
Il colosso del vino online, partecipato al 49% dal Gruppo Campari, si ritroverà così tra le mani così un “tesoretto” di imprese in un periodo particolarmente difficile come quello segnato dalla pandemia Covid-19, che non ha risparmiato il settore vitivinicolo italiano e soprattutto le aziende operanti esclusivamente nell’Horeca.
Tra gli altri candidati potenziali, almeno nella fase iniziale di studio del progetto da parte di Ice, anche Amazon ed Ebay, scartate perché giudicati dall’Agenzia «troppo generalisti e poco strutturati» per affrontare le necessità delle cantine italiane all’estero (i due colossi collaborano con Roma su altri progetti).
Tannico e Ice parlano di fatto di un fronte comune (pubblico-privato, ndr), che ha lo scopo di «fronteggiare i cali di fatturato causati dall’emergenza Covid e la conseguente crisi del canale di vendita tradizionale». Come?
Supportando «economicamente, tecnologicamente e logisticamente 400 case vinicole» e «fornendo loro gli strumenti necessari per poter beneficiare dell’importante aumento di volumi che stanno registrando le vendite attraverso l’e-commerce». L’Agenzia Ice è sicura che le cantine coinvolte «godranno di traffico digitale aggiuntivo» dagli oltre 20 Paesi esteri che saranno così meglio presidiati.
I NUMERI DELL’OPERAZIONE
In soldoni, secondo i dati raccolti da WineMag.it, il finanziamento del progetto prevede da un lato «un’agevolazione sulle condizioni economiche di accesso alla piattaforma WinePlatform» e dall’altro «attività di promozione e Digital Marketing indirizzate ai mercati esteri».
Sulla base dell’accordo, le cantine potranno usufruire dell’infrastruttura tecnica, logistica e comunicativa di Tannico a un canone dimezzato per il primo anno: 750 euro, interamente sostenuti da Ice, al posto dei 1.500 euro ordinari.
L’Italian Trade & Investment Agency contribuirà inoltre al versamento di 2 dei 3 mila euro a cantina per le attività di promozione e Digital Marketing indirizzate ai mercati esteri. Si raggiungono così gli 1,5 milioni di valore complessivo dell’accordo, con le cantine che dovranno sborsare la sola cifra fortettaria di 1000 euro.
Un progetto che si inserisce nel più articolato asset del “Patto per l’export” in cui Ice opera su suolo nazionale per il “nation branding” e a livello mondiale chiudendo diversi accordi con piattaforme di vendita internazionali.
Sedici, al momento, quelle interessate da partnership sul fronte B2C – in evidente crescita dal 2019 quando erano solamente due – nel segno dell’esplosione del canale e-commerce nel settore del vino italiano.
COME FUNZIONA “WINE PLATFORM”
Attraverso la piattaforma WinePlatform lanciata nel 2017, Tannico affiancherà ogni casa vinicola selezionata dal punto di vista tecnologico e logistico. Da un lato lo farà con la creazione di un e-shop dedicato grazie al quale poter vendere i propri prodotti.
Dall’altro il supporto avverrà gestendotutti gli ordini ricevuti sulla piattaforma dalla ricezione di pagamenti sicuri alle conseguenti operazioni di picking, packing e spedizioni, dal disbrigo delle pratiche di export e accise al servizio di Customer Care.
«Sono orgoglioso di vedere come la nostra piattaforma WinePlatform, già usata da centinaia di cantine, potrà aiutare tantissimi altri piccoli viticoltori italiani ad aprirsi al commercio elettronico nei mercati esteri», dichiara Marco Magnocavallo, Amministratore Delegato di Tannico.
Il supporto dell’ICE, oltre a contribuire in questo percorso avviato da WinePlatform, permetterà anche a Tannico di spingere in modo più deciso verso l’apertura di 18 nuovi mercati esteri».
«Nel settore del vino – sottolinea il presidente dell’Agenzia Ice, Carlo Ferro – l’e-commerce ha mitigato l’impatto sulla domanda dei canali Horeca dovuto all’emergenza pandemica. L’accordo con Tannico e la piattaforma WinePlatform fanno parte del nostro più ampio piano di supporto alle Pmi italiane per affrontare i mercati internazionali in un contesto globale in continua evoluzione».
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
L’Associazione Nazionale Banqueting e Catering è scesa in piazza, insieme a Fipe-Confcommercio, Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, per far sentire la propria voce, in maniera pacata, civile ma ferma. Scopo della manifestazione è chiedere alle Istituzioni un piano ben definito per una ripartenza quanto mai necessaria e, soprattutto, una data certa a partire dalla quale si possa iniziare a pianificare il prossimo futuro.
«La nostra associazione ha partecipato con convinzione all’Assemblea straordinaria in piazza indetta ieri da Fipe-Confcommercio, e ha fatto parte della delegazione che a seguire ha incontrato il Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, che ringraziamo per averci dato ascolto», dichiara Paolo Capurro, Presidente di Anbc.
«Occorre un piano d’azione concreto e organizzato per una ripartenza il più veloce possibile – prosegue Capurro – così come occorre una data certa da cui farlo partire. Non è più possibile andare avanti nell’incertezza. Non mi stancherò mai di ripeterlo, le nostre aziende sono ferme da più di un anno e di ristori adeguati non si è vista nemmeno l’ombra».
Per Anbc è importante guardare al futuro e pianificare in modo certo le riaperture, «Siamo disposti – sottolinea il Presidente – a metterci ancora una volta intorno a un tavolo con gli organi competenti per ragionare insieme su come intensificare i controlli sui protocolli di sicurezza da rispettare, proprio per non colpire indiscriminatamente una intera categoria, ma solo chi sbaglia».
L’Associazione, inoltre, preme affinché vengano messe in campo importanti misure per alleviare il peso dei costi fissi, misure come «il prolungamento del credito d’imposta sugli affitti per tutto il 2021, la possibilità di estendere anche ai finanziamenti fino a 800 mila euro l’ammortamento a 15 anni e 48 mesi come già fatto per i finanziamenti fino a 30 mila euro, e in generale la necessità di prevedere indennizzi finalmente adeguati alle perdite», conclude Capurro.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Nell’anno dell’emergenza pandemica il sistema vitivinicolo cooperativo (423 cantine per 4,9 miliardi di euro di giro d’affari e una produzione pari al 58% del vino italiano), ha mostrato la sua resilienza, registrando nel complesso una sostanziale tenuta del proprio fatturato (+1%).
Sul risultato ha inciso positivamente l’incremento di vendite nel canale della grande distribuzione organizzata (+6%, dato Iri, 2021) e quello sulle esportazioni (+3%). È questo il dato più significativo emerso oggi nel corso di Vivite Talk del vino cooperativo, iniziativa organizzata da Alleanza Cooperative Agroalimentari.
«Nel corso del 2020 il 34% delle cooperative vinicole ha mantenuto stabile il proprio fatturato e un 41% lo ha visto in calo – ha spiegato Denis Pantini, Responsabile Wine Monitor di Nomisma – L’analisi ha anche evidenziato, di contro, come una cooperativa su 4 del campione intervistato, che numericamente rappresenta oltre il 50% del fatturato complessivo della cooperazione vinicola, abbia invece registrato un fatturato in aumento».
«Si tratta – ha concluso Pantini – delle cooperative più dimensionate, con fatturati superiori a 25 milioni di euro, che nel 6% dei casi hanno addirittura registrato un sensibile aumento, superiore al +15% rispetto alle performance registrate nel 2019, prima dell’avvento del Coronavirus».
Guardando ai singoli canali distributivi, lo studio ha messo in luce come la chiusura dell’Horeca abbia portato ad una riduzione delle vendite per la quasi totalità delle imprese cooperative, senza distinzione dimensionale. Al contrario, Gdo e e-commerce hanno principalmente favorito le cooperative più grandi, con oltre 25 milioni di fatturato.
Un altro dato significativo relativo alle performance economiche della cooperazione è quello delle vendite sui mercati esteri. Se l’export di vino italiano nel complesso ha registrato nel 2020 un calo pari a -2,4% in valore, quello della cooperazione, nonostante le maggiori difficoltà per il segmento dei vini sfusi, ha invece registrato una crescita, pari al +3%.
«Avere una strategia multi-canale si è rivelata fin qui una scelta vincente che ha consentito alla cooperazione di tenere in un anno particolarmente difficile come quello della pandemia – ha commentato il Coordinatore del settore vitivinicolo di Alleanza Cooperative Agroalimentari Luca Rigotti – I dati emersi dallo studio di Nomisma sono la dimostrazione pratica che le imprese che operano in differenti canali hanno pagato meno la crisi».
Per quanto riguarda le prospettive del futuro, per le cooperative il digitale sarà una leva importante per la ripresa. L’analisi ha messo in mostra che le cooperative puntano sulla presenza su siti di e-commerce e sui canali social, cosi come sull’enoturismo e sull’ospitalità, oltre ad un consolidamento della presenza nella grande distribuzione.
Un segnale di ottimismo viene dalla convinzione espressa da oltre la metà delle cooperative che ritiene che nel 2022 le vendite nel canale horeca ritorneranno agli stessi livelli del 2019. Rispetto invece al rafforzamento della loro presenza sui mercati esteri, le missioni per incontrare fisicamente i partner internazionali e la misura della promozione in ambito Ocm rappresentano gli interventi che a parere delle cooperative restano i più efficaci.
Crescente l’impegno delle cooperative sul fronte della sostenibilità: oltre il 50% delle cantine intervistate ha già adottato azioni concrete per ridurre l’uso di input chimici e azioni per la valorizzazione dei sottoprodotti, la riduzione e il riciclo degli scarti di lavorazione. Il 51% ha incrementato le produzioni biologiche e il 20% dichiara di aver già avviato processi di transizione digitale e industria 4.0.
«Nonostante le buone performance della cooperazione nel 2020 – ha concluso Luca Rigotti – in prospettiva sarà necessario fare i conti con gli stock giacenti in cantina, complessivamente pari a 56 milioni di ettolitri al 31 marzo 2021 (+3,6% su base annua), situazione che, anche in vista della prossima vendemmia, deve far riflettere rispetto alle più adeguate ed efficaci misure utili per gestire l’offerta».
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
A quanto emerge dal monitoraggio di Assoenologi l’ondata di gelo che ha investito l’Italia nei giorni successivi alla Pasqua ha avuto conseguenze difformi, a seconda dei territori, su tutto il territorio nazionale. La situazione appare oggi distribuita a “macchia di leopardo“, ma si evidenzia che a soffrire di più l’evento meteorologico sono state le zone di media collina e di fondovalle, con danni specifici su quelle varietà precoci che avevano già emesso i primi germogli.
Si rilevano zone particolarmente colpite in Toscana e Umbria, ma ad essere interessate dalle gelate sono anche alcuni territori dell’Emilia-Romagna e del Veneto, oltre a tante altre zone dove non si rilevano, fortunatamente, particolari ricadute specialmente nelle regioni del sud che sono quelle a più alta potenzialità produttiva.
«La preziosa attività di monitoraggio Assoenologi – ha detto il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella – sull’intero territorio italiano è finalizzata a fornire un contributo importante ai tanti produttori che, sempre più spesso, devono fare i conti con il fenomeno del cambiamento climatico».
Da questo primo monitoraggio, salvo eccezioni, non si prevedono, a oggi, riduzioni significative del potenziale produttivo nazionale. Anche se una valutazione effettiva sui reali danni alla produzione potrà essere effettuata solamente tra una decina di giorni, quando le “gemme cotonose” passeranno allo stadio successivo e si apriranno e, al tempo stesso, avremo superato altre giornate in cui si prevedono nuovamente cali termici importanti.
Di seguito il report, regione per regione, di Assoenologi realizzato grazie agli oltre 5000 soci che quotidianamente svolgono un ruolo di sentinella e attento monitoraggio sui territori in cui sono chiamati a operare.
TRENTINO ALTO ADIGE
Le zone alte non sono state colpite, nelle altre zone si rilevano lievi danni anche se non quantificabili sulle gemme cotonose e da valutare al germogliamento, in quanto sono state registrate temperature molto basse. In alto Adige il ritardo vegetativo ha fatto sì che non si evidenzino danni.
FRIULI VENEZIA GIULIA
La gelata ha colpito prevalentemente il vitigno Glera nella zona della pianura pordenonese. Si potrebbe parlare di un 5-7%, ma resta da verificare. Il ritardo del ciclo vegetativo della vite, a causa della prolungata siccità, ha evitato danni maggiori in quanto solo la Glera e lo Chardonnay avevano iniziato il germogliamento. Il freddo è stato più incisivo soprattutto nella zona pianeggiante dove, a chiazze, ha colpito le gemme già sviluppate e di fatto, procurando i maggiori danni.
VENETO CENTRO ORIENTALE
La zona maggiormente colpita è stata quella bassa, nell’areale di Venezia, ma è difficile quantificare gli eventuali danni. In collina nessun problema in quanto il germogliamento era in ritardo. Eventuali danni completi potranno essere valutati solo tra qualche settimana, in quanto le temperature basse potrebbero aver creato danni anche sulle gemme non ancora aperte.
VENETO OCCIDENTALE
I danni sono stati evidenziati solo su Glera e Chardonnay in alcune zone di Vicenza e Padova e solamente sulle viti che erano in fase avanzata di germogliamento con la prima gemma. Molti vigneti non hanno ancora germogliato e si sono salvati, come la zona lago, Valpolicella, Soave e Bardolino, indietro sullo sviluppo fenologico, come anche il Pinot Grigio in pianura. È impossibile quantificare ora i danni reali, ma si può ipotizzare limitate perdite di prodotto su queste varietà.
LOMBARDIA
Solo in Franciacorta si riscontra qualche scottatura sulle punte delle gemme, ma niente di preoccupante al momento. Le altre zone sono tutte indietro, anche a causa della siccità. In Oltrepò il danno ad oggi è irrilevante, perché nessun vigneto era in fase di germogliamento in fondovalle. Qualche minimo danno sui vigneti di pianura, ma si parla di circa il 5% di tutta la produzione della zona.
PIEMONTE
I vigneti quest’anno sono in ritardo vegetativo di circa 10 giorni e va verificato successivamente il danno sulle gemme cotonose. Qualche problema potrebbe riscontrarsi sul vitigno Nebbiolo che non ha la seconda gemma produttiva, con ricadute su Barolo e Barbaresco. I danni da gelo sono comunque riscontrati sulle gemme basse e in particolare nei vigneti alle quote inferiori e sulle barbatelle al primo e secondo anno. Si può ipotizzare un danno del 15%, ma la produzione non sembra compromessa.
EMILIA
Si riscontra un danno piuttosto diffuso, ma su alcune varietà non si può ancora quantificare e in alcune zone si è in ritardo. Da evidenziare i danni sui vigneti di Lambrusco Grasparossa (che costituisce 1/3 della produzione della provincia di Modena), che quest’anno è in anticipo col germogliamento e dove si rileva un danno all’incirca del 70%.
ROMAGNA
In questo momento si può parlare solo di aree interessate alle gelate tardive e non di percentuale di mancata produzione. Non si rilevano problemi nelle zone collinari, ma un 50/60% della provincia di Bologna e della provincia di Ravenna è stata interessata dalla gelata. Si stima che 8.000/10.000 ettari di superficie vitata su 25.000 ettari delle province di Bologna, Ravenna, Forlì e Cesena, Rimini e Ferrara possano essere stati interessati dalle gelate. Le province meno coinvolte sono Forlì e Cesena, mentre la provincia di Rimini non è stata per nulla coinvolta.
TOSCANA
Tutta la regione è stata interessata dalle gelate, con punte di -7/-8 °C nella zona dell’aretino e danni probabilmente ingenti. Quantificarli è difficile ora, ma il vitigno che ha subito maggiori conseguenze è il Sangiovese, che aveva già germogliato, mentre è quasi indenne la Vernaccia, indietro nello sviluppo fenologico. Le zone alte del Chianti Classico per ora non rilevano danni, criticità rilevate a Montalcino e Montepulciano nei vigneti di fondovalle e pianura. La Maremma è, invece, quella più colpita. Si stimano danni intorno al 40%, con punte anche superiori.
UMBRIA E LAZIO
L’Umbria è stata duramente colpita, soprattutto su Chardonnay, Grechetto e Merlot, praticamente intoccato il Trebbiano (il vitigno bianco più diffuso in regione) in quanto in ritardo vegetativo. Nel Lazio la situazione è simile, soprattutto nella provincia di Viterbo.
MARCHE Non ci sono danni rilevanti perché la ripresa vegetativa è ritardata. Qualche danno nei fondovalle dell’area del Piceno, soprattutto su Sangiovese e Pecorino. Nella zona del Verdicchio danni molto circoscritti a qualche vigneto, da valutare i danni sulle gemme che erano in fase di rigonfiamento. Nella provincia di Pesaro, rappresentata principalmente dal Bianchello, non ci sono particolari criticità, fatta eccezione per alcuni vigneti di fondovalle.
ABRUZZO E MOLISE Nessun danno consistente rilevato. Alcune criticità emergono dalla provincia de L’Aquila sulle uve precoci Chardonnay e Pecorino. Il Montepulciano si è salvato perché in ritardo vegetativo. La provincia di Chieti, che rappresenta il 70% della produzione, non ha subito danni se non in qualche vigneto di fondovalle.
PUGLIA
La situazione non appare preoccupante sui Primitivi che sono in ritardo vegetativo, con danni molto circoscritti su Negroamaro e Malvasia nera, con maggiore estensione nella valle d’Itria. Mentre, tra le province di Foggia e di Bari, colpita qualche area discontinua con vitigni precoci.
CAMPANIA – BASILICATA – CALABRIA E SICILIA
In queste regioni dove normalmente non si rilevano problemi da gelate, si rilavano, invece, lievi danni seppur di modesta entità in Campania nel basso Beneventano e in Sicilia su barbatelle e vitigni precoci nei fondovalle.
SARDEGNA
I danni maggiori si riscontrano nel nord-ovest, soprattutto ad Alghero, e nel nord-est in Gallura, comunque a “macchia di leopardo”. Si rilevano danni da gelata anche nell’alto Oristanese, sul vitigno Vernaccia. Al sud, qualche piccolo danno su vigneti di fondovalle e varietà precoci come il Moscato, ma bisognerà attendere ancora qualche giorno per una valutazione più precisa.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Nel settembre 2017 una società di Roma richiese la registrazione in Classe 33 (vini) di un marchio riportante un’immagine simile a quella del Gallo Nero. Il Consorzio Vino Chianti Classico si oppose, a tutela dello storico simbolo della denominazione. E nel 2020 la Commissione Ricorsi dell’Ufficio Marchi accolse l’opposizione del Consorzio.
Un procedimento proseguito davanti al Tribunale UE che oggi conferma la bocciatura del marchio proposto, ribadendo con forza che l’utilizzo di un segno confondibile con il Gallo Nero rappresenta un grave rischio di indebito vantaggio e sfruttamento «della elevata notorietà, del prestigio e dell’eccellenza proiettata dal marchio» Gallo Nero, simbolo univoco del vino Docg Chianti Classico.
«Plaudiamo alla pronuncia del Tribunale Europeo che ci rende ancora più consapevoli della forza comunicativa del nostro marchio figurativo – afferma il presidente Giovanni Manetti – ma soprattutto dell’eccellenza che la nostra denominazione rappresenta nel mondo. In questo momento idealmente ringrazio i 33 viticoltori che nel 1924 decisero di individuare un marchio figurativo così potente come simbolo della denominazione».
Questa non è la prima vittoria del Consorzio Vino Chianti Classico in ambito di tutela legale del marchio. I tribunali europei hanno già affermato in diverse occasioni questo principio di tutela del Gallo Nero, e per ben 61 volte negli ultimi 15 anni gli Uffici Marchi di tutto il mondo hanno riconosciuto il principio oggi così chiaramente espresso dal Tribunale Europeo.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
La conta dei danni della gelata dei giorni scorsi, avviata da Confagricoltura con il monitoraggio puntuale nelle varie zone della Penisola, ammonta al momento a circa un miliardo di euro e richiede pertanto interventi straordinari.
Le gelate si sono verificate in gran parte delle regioni con danni enormi per la produzione agricola e in particolare dei comparti vitivinicolo e frutticolo, che in alcuni areali, dal Nord al Sud Italia, fa registrare perdite anche totali della produzione.
Alla luce della gravità dell’evento e delle conseguenze economiche, Confagricoltura chiede che nel prossimo decreto di sostegno alle imprese venga rifinanziato il Fondo di solidarietà nazionale e sollecita lo sblocco delle procedure di liquidazione dei danni della gelata di aprile dello scorso anno, che di fatto non sono ancora state avviate.
«È necessario – sottolinea Confagricoltura – che le operazioni di ristoro non subiscano rallentamenti che peggiorano una situazione già fortemente compromessa dalla crisi legata alla pandemia».
Confagricoltura, inoltre, sta definendo le modalità di un’iniziativa congiunta con la francese Fnsea, la più importante organizzazione di agricoltori, affinché i rispettivi governi sollecitino un intervento dell’Unione europea, data la dimensione eccezionale dell’evento calamitoso.
La gelata infatti è stata eccezionale anche in Francia, dove il governo Macron l’ha definita chiaramente “una catastrofe economica” che ha compromesso ben oltre la metà dei vigneti e per cui ha annunciato fondi straordinari.
«È importante – conclude Confagricoltura – che a livello europeo si riesca a mettere a disposizione un fondo specifico per far fronte a questa emergenza che ha interessato due, quali l’Italia e la Francia».
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Vini naturali ancora protagonisti del dibattito in Puglia. Tra gli ospiti del talk digitale organizzato dall’avvocato eno-alimentare brindisino Stefano Palmisano anche Gaetano Morella, vicepresidente della Fivi, la Federazione italiana vignaioli indipendenti. Il vignaiolo biodinamico di Manduria ha stigmatizzato come «destabilizzante» la definizione di vino naturale.
«Fivi – ha ricordato – non ha mai guardato al metodo di produzione, è sempre stata trasversale. Non ti dice come fare il vino, l’importante è che rispetti le regole che consentono di farne parte. Detto ciò, “naturale” è una parola che non mi suona e mi destabilizza un po’. So invece cos’è la biodinamica, perché la pratico».
Gaetano Morella ha indicato altri «problemi» e «fastidi» riscontrabili negli «ambienti naturistici»: «Avendo partecipato a diverse manifestazioni, da Villa Boschi a Cerea in poi, la prima domanda che consumatori, winelover e operatori ponevano davanti al mio bicchiere di vino era sempre la stessa: “Quanta solforosa ha?”».
È un po’ come se il vino fosse qualcosa di sganciato da tutto quello che sta a monte, ovvero dal tipo di pratiche viticole che hai posto in essere, dalla vigna, dal terreno. Si risolveva tutto con quella domanda, come se tutto il mio lavoro dipendesse da quanta stramaledetta solforosa ci fosse nel bicchiere».
«Di fronte a una mia risposta volutamente tecnica – ha aggiunto Morella – con la faccia tra l’ebete e il rincoglionito, capivo che non solo non aveva idea dell’argomento, ma non gliene fregava niente se in vigneto avessi messo un chilo di rame oppure 10, o se avessi fatto una ripuntatura, a che livello di fertilità fosse il mio terreno, se fossi riuscito a preservare tale fertilità o meno. Tutto, nel naturale, si riduce al “cosa non hai fatto”».
Un concetto ribadito con fermezza dal vicepresidente Fivi: «La favola che una cosa brutta e sgraziata è naturale e fa bene non funziona più. Ci dobbiamo sganciare da questa idea del “non fare”. Il vignaiolo biodinamico è uno che lavora molto di più rispetto a uno convenzionale o biologico. Perché deve vivere quotidianamente il proprio vigneto, intuendo e capendo prima quando le cose accadono, non dopo, usando l’antibiotico sul problema».
Quante volte ci è stata presentata come “naturale” una mela bacata, rotta, brutta, bitorzoluta, che anche un cane rifiuterebbe? Questo non è il “naturale”. È piuttosto il frutto raccolto da terra, che non ti sei sforzato di raccogliere dalla pianta. L’hai preso e non hai fatto assolutamente nulla, per poi dire: “È naturale”».
«Con la biodinamica, invece – ha aggiunto Gaetano Morella – si innesca tutta una serie di atti per i quali il frutto non è solo esteticamente paragonabile al convenzionale, ma ha una luce propria e i sapori sono l’archetipo del sapore. La biodinamica migliora il cervello della pianta, che è nel terreno, mettendola nelle condizioni migliori per poter affrontare le problematiche. Non è sottrazione. È fare molto di più».
Sempre secondo il vicepresidente Fivi, «la biodinamica è l’unica arma contro quella che è stata negli ultimi 50, 60 anni, la banalizzazione dell’agricoltura e, in generale, la semplificazione e la monocultura».
«Quando hai a che fare con qualcosa di vivente – ha concluso Gaetano Morella – uno più uno non fa mai due. E chi lavora in vigna lo sa esattamente. Sgombriamo la mente, dunque, dal concetto che naturale significhi non fare nulla, con una consapevolezza incontrovertibile: esistono vini buoni e vini cattivi, convenzionali o naturali. Per fortuna, dico io. Altrimenti, in molti saremmo a spasso».
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
È stato pubblicato lunedì 12 aprile 2021 sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana il decreto del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali che riconosce le tre sottozone della Doc Bardolino, Montebaldo, La Rocca e Sommacampagna, e che permette al nuovo disciplinare di produzione di entrare ufficialmente in vigore.
Per i produttori che abbiano rispettato fin dalla scorsa vendemmia le prescrizioni molto stringenti del nuovo disciplinare sarà possibile uscire sul mercato già il prossimo settembre con i primi Bardolino di sottozona dell’annata 2020. Il decreto autorizza infatti la retroattività dell’utilizzo in etichetta del nome della sottozona che avrà una dimensione doppia rispetto a quella della menzione Bardolino.
“Siamo orgogliosi – commenta Franco Cristoforetti, Presidente del Consorzio di Tutela del Bardolino – che sia finalmente giunto a conclusione un lungo percorso iniziato oramai sei anni fa, nel 2015. Il nuovo disciplinare che da oggi entra in vigore ha lo scopo di puntare sulla territorialità e di valorizzare le diverse caratteristiche dei vini delle tre sottozone storiche, già note due secoli fa”.
“Si tratterà di produzioni limitate e di considerevole pregio – prosegue Cristoforetti – destinate a offrire una nuova prospettiva, anche in termini di longevità, ai vini rossi del nostro territorio, esaltandone le caratteristiche di leggerezza e di finezza, secondo una visione storica che è tornata di grande modernità”.
Un’ulteriore modifica prevista dal disciplinare di produzione della Doc Bardolino dispone che dalla vendemmia 2021 la percentuale massima utilizzabile di uva Corvina salga al 95% dall’80% in vigore sinora. Solo 100 quintali per ettaro la produzione di uva ammessa per le sottozone contro i 120 quintali della “base” del Bardolino.
L’area di produzione della sottozona Montebaldo comprende i territori comunali di Affi, Caprino Veronese, Cavaion Veronese, Costermano sul Garda e Rivoli Veronese. La zona prende il nome dall’omonima catena montuosa, dove le altitudini sono maggiori e il clima è più fresco. I vini qui prodotti ricordano i profumi della fragola e dei chiodi di garofano.
La Rocca, così chiamata dal colle che domina il lago di Garda a nord di Bardolino, comprende invece i comuni di Bardolino, Castelnuovo del Garda, Garda, Lazise, Peschiera del Garda e Torri del Benaco: nei vini di questa sottozona si ritrovano le note di lampone e di cannella.
Sommacampagna è la sottozona delle colline a sud-est della denominazione e comprende i comuni di Bussolengo, Pastrengo, Sommacampagna, Sona e Valeggio sul Mincio. Si tratta dell’antica Summa Campànea, l’alta campagna assolata che emerge dalla pianura. Ciliegia e pepe nero sono i profumi tipici dei suoi vini.
Già alla fine dell’Ottocento si conosceva l’esistenza di tre sottozone, individuate dai commercianti di vino nel 1825 e poi identificate geomorfologicamente da Giovanni Battista Perez nel 1900 nel volume “La Provincia di Verona ed i suoi vini”. Ai vini di queste macro-zone erano riconosciute alcune peculiarità organolettiche e qualitative, che però sfuggirono ai compilatori del disciplinare di produzione del 1968.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Dato il protrarsi dell’emergenza Covid-19 la settima edizione di Anteprima Sagrantino, evento organizzato dal Consorzio Tutela Vini Montefalco, seguirà una doppia modalità: tasting in presenza dal 7 al 9 giugno a Montefalco (Perugia) per la stampa nazionale e internazionale presente in Italia e degustazioni “a distanza”, con la spedizione di campioni rappresentativi delle caratteristiche dell’annata nelle varie denominazioni, e per la stampa residente all’estero.
Cuore dell’evento sarnno gli assaggi di Montefalco Sagrantino Docg 2017 secco e passito e delle annate in commercio di Montefalco Bianco Doc, Montefalco Grechetto Doc, Spoleto Doc Trebbiano Spoletino, Spoleto Doc, Trebbiano Spoletino Superiore, Montefalco Rosso Doc, Montefalco Rosso Doc Riserva.
Martedì 8 giugno, presso il Complesso museale San Francesco, si terrà la presentazione dell’etichetta celebrativa vincitrice del concorso “Etichetta d’autore 2017“. Prevista inoltre la finale del “Gran Premio del Sagrantino“, concorso nazionale per sommelier Ais dedicato a degustazioni, abbinamenti, carte dei vini e tutto quello che riguarda la corretta comunicazione del Sagrantino all’interno di un ristorante.
Si continuerà, inoltre, lungo il percorso avviato con successo lo scorso anno con l’introduzione di nuovi criteri per la valutazione dell’annata. Anche quest’anno, infatti, la valutazione sull’annata sarà espressa in centesimi, sistema che va ad approfondire i singoli parametri che compongono il giudizio complessivo.
Continuerà anche il lavoro cominciato lo scorso anno con la nomina di una Commissione esterna composta da giornalisti e sommelier di rilievo nazionale ed internazionale per ottenere un giudizio quanto più articolato e puntuale possibile, che affiancherà la Commissione tecnica nell’esame della nuova annata. Non scomparirà, però, la valutazione in stelle, che andrà a comporre il borsino delle vecchie annate.
Infine, cresce sempre di più l’interesse verso le denominazioni dei territori di Montefalco e Spoleto anche tra gli operatori di settore; date le limitazioni attualmente in vigore, sono allo studio novità dedicate agli addetti ai lavori, con iniziative esclusive da tenersi nei prossimi mesi.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Torna il consueto appuntamento con i vini al supermercato in promozione, fino alla seconda decade di aprile 2021. Il quadro, con la Pasqua ormai alle spalle, è quello tipico: un déjà-vù dei periodi post festività. Dopo i bagordi di fine Largo a prezzi da “discount” un po’ ovunque, offerte su acquisti multipli e sconti su intere linee di vini di fascia medio bassa.
Unici “fari” in questo fiacco scenario sono le catene Iper, La grande i – numerose offerte e un terzo del volantino dedicato ai Prosecco e agli Spumanti – e Pam che, sia a nord che sul volantino Retail Pro del sud, bilancia bene l’offerta tra prezzi bassi, medi e alti con qualche chicca anche da territori spesso bersagliati dai prezzi all’osso in Gdo (e non solo).
Non manca il focus sui prodotti Calici DiVini, private label studiata da Pam Panorama insieme al Crea, in collaborazione con alcune delle migliori cantine di ciascun territorio. Buona spesa!
Volantino Aldi, dal 12 al 18 aprile “Grandi formati”
Chardonnay Collezione privata Villa Gatti: 1,59 euro (3 / 5)
Toscana Igt Rosso: 1,69 euro (3 / 5)
Volantino Bennet fino al 21 aprile, “Selezione Gourmet” Nessun vino a volantino
Volantino Carrefour Iper fino al 21 Aprile, “Tutto a 1, 2, 3 euro” Donna Barbara vino bianco o rosso: 1 euro (1 / 5) Sangiovese Igt Il Feudo: 1 euro (1 / 5)
Montepulciano d’Abruzzo o Trebbaino La Calenzana: 2 euro (2,5 / 5)
Terre Siciliane Igt Le Morre: 2 euro (2,5 / 5)
Muller Thurgau Venezie Igt Piera Martellozzo: 3 euro (3,5 / 5)
Nero D’Avola, Syrah o Grillo Terre Siciliane Igt Rialto dei Vespri 3 euro (3,5 / 5)
Tre Venezie Igt Rosato o Rosso: 1,90 euro (1 / 5)
Chardonnay o Rosato Il Roccolo: 1,99 euro (1 / 5)
Pecorino Val di Fara Spinelli: 2,99 euro (4 / 5)
Montepulciano Riserva Doc Val di Fara Spinelli: 2,99 euro (5 / 5)
Chianti Docg Torrebona Cecchi: 3,99 euro (4 / 5)
Lambrusco di Modena Doc Campo Maio Terre d’Italia: 4,69 euro (3,5 / 5)
Prosecco Doc Coste Alte Soligo: 4,99 euro (3,5 / 5)
Negroamaro Bio Tralcio Antico: 3,85 euro (3 / 5)
Chianti Docg Bio Tralcio Antico: 3,69 euro (3 / 5)
Volantino Carrefour Iper fino al 21 aprile, “Gustati una nuova esperienza di spesa” Muller Thurgau Doc Nals Margredi: 5,99 euro (3,5 / 5)
Vini Settesoli: 3 euro (5 / 5)
Lambrusco Grasparossa Chiarli: 3 euro (3,5 / 5)
Grechetto Colli Martani Dop Terre di Custodia: 4,39 euro (3,5 / 5)
Prosecco Doc Coste Alte Soligo: 4,99 euro (3,5 / 5)
Vermentino di Sardegna Doc Aragosta: 3,99 euro (3,5 / 5)
Muller Thurgau Santa Margherita: 4,69 euro (3,5 / 5)
Aglianico Dop Rubrato Feudi San Gregorio: 8,49 euro (5 / 5)
Amarone Valpolicella Doc Masi: 30,99 euro (5 / 5)
Vini Maschio: 2,29 euro (3 / 5)
Chianti Docg Torrebona Cecchi: 3,99 euro (4 / 5)
Chardonnay Del Veneto Igt Paesaggi Piera Martellozzo: 4,49 euro (4 / 5)
Volantino Carrefour Express fino al 20 aprile, “Offerte di Primavera” Terre di Chieti Pecorino o Montepulciano d’Abruzzo Spinelli: 2,99 euro (4 / 5)
Oltrepò Pavese Buttafuoco o Sangue di Giuda Quaquarini: 3,79 euro (4 / 5)
Negroamaro Bio Tralcio Antico: 3,85 euro (3 / 5)
Volantino Conad fino al 19 aprile, “50 prodotti al 50%” Vernaccia Di San Gimignano Docg Sensi: 2,97 euro (3,5 / 5)
Lambrusco Emilia Cantine Riunite: 1,39 euro (3,5 / 5) Vino Ortrugo Doc Cantina Valtidone: 2,24 euro (3,5 / 5)
Gutturnio Doc Frizzante Vicobarone: 2,90 euro (3,5 / 5)
Greco di Tufo Docg Nziria dei Principi: 4,98 euro Aghera Sarda (3,5 / 5)
Spumante Pinot Chardonnay Donelli: 1,99 euro (3 / 5)
Cannonau Doc Aghera Sarda: 3,98 euro (3,5 / 5)
Volantino Coop fino al 21 aprile, “1+1 gratis” Le Chiantigiane Vino Chianti Docg Loggia del Sole: 1+1 5,99 euro (3,5 / 5)
Lambrusco Emilia Secco Cantine Riunite: 1+1 2,99 euro (3,5 / 5)
Vino Solegro Bianco o Rosato: 1+1 1,99 euro (1 / 5)
Spumante Prosecco Docg Conegliano Valdobbiadene Carpenè Malvolti: 5,49 euro (5 / 5)
Verdicchio Dei Castelli di Jesi Titulus Classico Doc Fazi Battaglia: 3,99 euro (5 / 5)
Terre di Chieti Pecorino Igp Citra Vino: 3,49 euro (3,5 / 5)
Speciale Vini Tenute del Cerro: sconto 30% (3,5 / 5)
Falanghina del Beneventano Igt Terra dei Santi: 2,79 euro (3 / 5)
Primitivo Di Manduria Doc Tenute Rubino: 5,79 euro (5 / 5)
Anthilia Sicilia Bianco Dop Donnafugata: 6,99 euro (5 / 5)
Il Rose Sicilia Doc Planeta: 5,90 euro (3,5 / 5)
Vermentino di Gallura Docg Sangusta Cantina Pedres: 4,59 euro (3,5 / 5)
Volantino Esselunga fino al 17 aprile, “Sconto 30, 40, 50” Prosecco Zonin: 3,39 euro (3,5 / 5)
Gewurztraminer Cantina di Bolzano: 6,95 euro (5 / 5)
Chardonnay Capsula Viola: 2,99 euro (3,5 / 5)
Muller Thurgau o Pinot Rosa Predon Cantina di Soave: 1,69 euro (3,5 / 5)
Malvasia o Lambrusco Nero Ariola: 2,87 euro (3,5 / 5)
Vipra Rossa, Bianca O Rosata Bigi: 3,29 euro (3,5 / 5)
Valpolicella Classico Cantina di Negrar: 3,54 euro (3,5 / 5)
Barbera d’Alba Batasiolo: 4,95 euro (3 / 5)
Chianti Docg Leonardo Da Vinci: 3,54 euro (3,5 / 5)
Salice Salentino Cantina Due Palme: 2,87 euro (3,5 / 5)
Volantino Il Gigante fino al18 aprile, “0.98 cad” Colli Piacentini Gutturnio o Ortrugo Manzini: 1,98 euro (3,5 / 5) Chianti Docg Il Masso: 2,98 euro (3,5 / 5)
Trentino Doc Muller Thurgau o Schiava Allegorie: 3,98 euro (3,5 / 5)
Volantino Iper, La grande i fino al 18 apriel, “Sconti di Gusto” Chianti Docg La Rupe: 3,99 euro (3,5 / 5)
Spumante Ribolla Gialla Extra Dry Gasparetto: 2,79 euro (3,5 / 5)
Prosecco DOC Millesimato Brut Terre Nardin: 4,59 euro (3,5 / 5)
Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Brut Gasparetto: 3,99 euro (3,5 / 5)
Villa degli Olmi Spumante Soave Doc Extra Dry: 2,39 euro (3 / 5)
Prosecco Doc Rose Millesimato Extra Dry Casa Sant’Orsola: 4,99 euro (3,5 / 5)
Morellino di Scansano Docg Melandrino Piccini: 4,99 euro Migliosi Tignoso (4,5 / 5)
Ribolla Gialla Igt Borgo Canedo: 3,99 euro (3,5 / 5)
Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC Fazi Battaglia: 3,99 euro (5 / 5)
Toscana Rosso o Rosato Igt o Orvieto Classico Piccini: 3,99 euro (3,5 / 5)
Assisi Rosso o Grechetto Migliosi Tignoso : 4,99 euro (3 / 5)
Oltrepò Pavese Bonarda o Pinot Crobara: 2,29 euro (3 / 5)
Bardolino Chiaretto La Sorte: 2,49 euro (3,5 / 5)
Cabernet Franc, Merlot o Chardonnay Venezia Falcaia: 3,49 euro (3 / 5)
Lambrusco Emilia Modavin: 1,79 euro (2 / 5)
Montepulciano D’Abruzzo, Trebbiano o Sangiovese Vigne del Colle: 1,79 euro (1 / 5)
Vini Poggio Dei Vigneti: 1,59 euro (1 / 5)
Vini Cantina Valtidone: 2,19 euro (3,5 / 5)
Vini Alpa: 1,99 euro (1 / 5)
Volantino Iperal fino al 18 aprile, “Sconto 50 grandi marche” Casato del Leone Prosecco Doc Treviso Spago: 2,95 euro (3 / 5)
Chianti Docg Piccini: 2,49 euro (3,5 / 5)
Linea Vini Il Gaggio: 1,50 euro (2 / 5)
Tavernello Bianco: 2,29 euro (3,5 / 5)
Vino Est! Est! Est! Bigi: 3,69 euro (3,5 / 5)
Lugana Doc Scolari: 4,99 euro (3,5 / 5)
Corvo Glicine: 3,99 euro (3,5 / 5)
Lambrusco Gran Gala o Prestigio sconto 20% (3,5 / 5)
Vini Rue di Piane Spinelli: 3,19 euro (4 / 5)
Vini Le Rovole: 2,59 euro (1 / 5)
Volantino IperCoop fino al 14 aprile, “Sconti 30, 40 e 50” Linea Vini Terre del Barolo: sconto 30% (3,5 / 5)
Chianti Docg Cortebaldi: 2,19 euro (3 / 5)
Vini Le Cascine: 1,99 euro (1 / 5)
Vini Maschio: 1,99 euro (3 / 5)
Spumante Prosecco DOC Extra Dry Portego Scuro Viticoltori Ponte: 3,29 euro (3,5 / 5)
Montepulciano D’Abruzzo Dop Bio Vegan Tollo: 3,89 euro (3,5 / 5)
Volantino Lidl fino al 18 aprile, “Sottoprezzi” Corte Aurelio Chardonnay Terre Siciliane Igt: 1,39 euro (2,5 / 5)
Coloeus Catarratto Chardonnay Terre Siciliane Igt: 2,99 euro (3 / 5)
Valpolicella Dop: 2,29 euro (3 / 5)
Volantino Pam fino al 21 aprile, “Qui il meglio costa meno” Villa degli Olmi Chardonnay o Rose Frizzante: 1,79 euro (2 / 5)
Montepulciano d’Abruzzo Doc Colline del Sole: 1,89 euro (2 / 5)
Vermentino Terre Siciliane Igt Colle del Sole: 2,29 euro (2 / 5)
Le Calleselle Prosecco Doc Extra Dry: 2,99 euro (3 / 5)
Oltrepò Pavese Sangue di Giuda Quaquarini: 3,79 euro (4,5 / 5)
Ca’ di Frara Pinot Nero: 4,99 euro (4 / 5)
Vermentino, Pigato o Ormeasco Azienda Agricola Paolo Deperi: 8,49 euro (5 / 5)
Poggio Dei Vigneti Rubicone: 1,49 euro (1 / 5)
Cabernet Sartori Villa Mura: 2,29 euro (3,5 / 5)
Chianti Docg Bosco ai Salici: 2,29 euro (3 / 5)
Vini Porta Vinaria: 2,79 euro (3 / 5)
Vini Friuli Grave Doc Margherita Bidoli: 3,99 euro (3,5 / 5)
Nero D’Avola Terre Siciliane Igt Passo dei Punici Fazio: 3,99 euro (3,5 / 5)
Pam Spumante Prosecco Extra Dry Millesimato Superiore di Valdobbiadene Docg: 3,99 euro (3,5 / 5)
Vino da Uve Leggermente Appassite Rosso Toscana Igt Duca di Saragnano: 4,99 euro (3,5 / 5)
Volantino Pam Retail Pro, fino al 15 aprile, “Tutto a 1, 2, 3 euro” Chianti Docg La Cacciatora: 3 euro (2,5 / 5)
Gragnano Penisola Sorrentina Dop Caldera Marina: 6,59 euro (3,5 / 5)
Crifo Vino Nero di Troia Igp o Malvasia Bianca: 1+1 5,78 (3,5 / 5)
Merlot Beneventano Calcapietra Masseria Frattasi Calici DiVini: 9,99 euro (4 / 5)
Coda di Volpe Taburno Sannio Doc Burnus Cantine Ocone Calici DiVini: 4,99 euro (3,5 / 5)
Primitivo Campania Terra Aminea Calici DiVini Nugnes: 7,99 euro (4 / 5)
Spumante Biologico Brut Rocca dei Forti : 3,49 euro (3 / 5)
Sensi Governato Toscana Rosso Igt: 9,90 euro (3,5 / 5)
Sedara Sicilia Doc Rosso Donnafugata: 7,90 euro (5 / 5)
Negroamaro Salento Igp Notte Rossa: 3,49 euro (5 / 5)
Rosso Piceno Doc Casal Farneto: 3,99 euro (3,5 / 5)
Cinzano Prosecco Doc: 4,49 euro (3 / 5)
Tosti Spumante Moscato: 2,99 euro (3,5 / 5)
La Vinicola del Titerno Solopaca Dop Bianco: 1,79 euro (3 / 5)
Volantino Penny Market, fino al 14 aprile Bonarda frizzante Oltrepò pavese: 3 pezzi 4,38 euro (0,5 / 5)
Pinot Chardonnay Rubicone frizzante: 1,59 euro (2,5 / 5)
Spumante Dolce: 1,09 euro (1 / 5)
Rosato dell’Emilia: 6 bottiglie 7,74 euro (2 / 5)
Volantino Tigros fino al 19 aprile, “Sconti fino al 50” Vini Ante Hirpis: 2,99 euro (3 / 5)
Vini Freschello: 1,35 euro (3 / 5)
Montepulciano d’Abruzzo Dop Setanera: 1,69 euro (3 / 5)
Vini Le Vie del Canto: 2,99 euro (3 / 5)
Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Casal Farneto: 3,99 euro (3,5 / 5)
Dolcetto Monferrato Doc Capetta: 2,99 euro (3 / 5)
Chianti Classico Docg Sant’Ilario: 4,49 euro (3,5 / 5)
Spumante Rosè Floral Valdo: 5,90 euro (3 / 5)
Prosecco Valdobbiadene Docg Carpenè Malvolti: 5,99 euro (5 / 5)
Vini Tavernello Vetro: 2 pezzi 3 euro (3,5 / 5)
Lambrusco Il Baluardo Chiarli: 2,79 euro (5 / 5)
Pignoletto Arco Delle Rose Chiarli: 2,79 euro (3,5 / 5)
Vini Doc Sardegna Dolianova: 2 pezzi 6 euro (3,5 / 5)
Volantino Unes fino al 20 aprile “Grandi Marche a piccoli prezzi” Dolcetto d’Acqui Capetta: 4,29 euro (3 / 5)
Spumante Rocca dei Forti: 2,99 euro (3 / 5)
Chianti Docg Nipozzano Frescobaldi: 9,90 euro (5 / 5)
Lago di Caldaro Erste+Neue: 4,69 euro (4 / 5)
Pignoletto Decordi: 2,19 euro (3 / 5)
Dolcetto di Monferrato Il Castero: 3,49 euro (2 / 5)
Vini Maschio: 2,39 euro (3 / 5)
Soave Classico Doc Sartori: 2,69 euro (3,5 / 5)
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Debutterà a Milano martedì 1 e mercoledì 2 febbraio 2022 “Distillo“, la prima fiera italiana sulla micro distillazione organizzata da Craft Distilling di Claudio Riva e Davide Terziotti. Un’expo di due giorni aperta agli operatori B2B della distillazione artigianale dedicata alle attrezzature per le micro distillerie, con un programma di seminari e approfondimenti sulle novità del settore.
«L’interesse per la produzione di distillati premium – spiegano gli organizzatori – è rafforzato dalla capacità di questo settore di espandersi anche nei periodi di difficoltà. Tra il 2008 e il 2015, in piena crisi economica, negli Stati Uniti gli spiriti artigianali hanno registrato una crescita di mercato esponenziale, in controtendenza col settore».
Se negli Stati Uniti si contano oltre 2.000 realtà attive ed anche in Europa il craft distilling si sta velocemente espandendo. L’Inghilterra ha superato la Scozia per numero di distillerie con un tasso di aperture di circa una a settimana e in Francia si è abbondantemente superato il centinaio di unità.
In Italia si comincia a respirare tanta euforia e, a fianco delle prime neonate strutture, si stima apriranno circa 20 nuove distillerie artigianali nel 2021 nella speranza di replicare il fenomeno di crescita esponenziale che ha visto protagonista la birra artigianale negli ultimi 25 anni.
Dalla formazione alle materie prime, dalle tecnologie di produzione fino all’imbottigliamento, negli stand di “Distillo” gli espositori potranno confrontarsi con imprenditori interessati ad aprire o sviluppare la propria distilleria. Durante la manifestazione le conferenze e i seminari saranno un’occasione per incontrare i maggiori esperti italiani e internazionali.
Rivolgendosi sia agli addetti ai lavori della filiera della distillazione sia a coloro che intendono avvicinarsi al mondo del rame e degli alambicchi, “Distillo” vuole essere un luogo di incontro e di nuove opportunità per riflettere sul mondo dei distillati artigianali.
“Distillo” si terrà presso le Officine del Volo, location situata all’interno dello storico complesso delle ex officine aeronautiche Caproni di Taliedo in via Mecenate.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
C’è chi finisce sui libri di storia per un episodio e chi per una vita di imprese. Dopo aver portato il Sangiovese in Ungheria per produrre “Tabunello“, l’unico vino ungherese che fa “rima” con Brunello, Török Csaba ha raggiunto un altro primato: produrre il primo olio d’oliva ungherese. Un’altra dimostrazione dell’innato amore per l’Italia del vignaiolo di Hegymagas, che avvicina – almeno idealmente – il Lago Balaton all’italianissimo Lago di Garda.
Similitudini, quelle tra i due specchi d’acqua, più che mai azzeccate. Considerato “il mare degli ungheresi”, il Lago Balaton costituisce una delle maggiori attrattive turistiche internazionali del Paese magiaro.
Lungo i 197 chilometri di sponde si sviluppa una larga fetta del fatturato del turismo ungherese, anche grazie alla vicinanza alla capitale Budapest, distante appena 100 chilometri: un’ora d’auto.
Largo spazio anche per la viticoltura da suoli vulcanici, tanto che il Balaton dà il nome a una vasta regione vinicola che ingloba 6 sottoregioni (Badacsony, Balatonboglár, Balaton-felvidék, Balatonfüred-Csopak, Nagy-Somló e Zala) per un totale di 32 mila ettari, di cui 10.718 vitati. Il tutto all’insegna di un vitigno principe: l’Olaszrizling, ovvero il Riesling italico.
Nome che rende già questo angolo d’Ungheria una sorta di succursale italiana. Oggi più di ieri, con il progetto rivoluzionario ideato da Török Csaba: accostare vino e olio alla cantina di sua proprietà, la 2HA Szőlőbirtok és Pincészet.
«Così come per il Sangiovese – spiega il vignaiolo ungherese a WineMag.it – sono l’unico e il primo in Ungheria a produrre olio di oliva! Non lo faccio per gloria, ma soprattutto perché mi piacciono queste piante per la forma magica, la loro longevità, nonché per la loro rilevanza culturale atavica».
D’altro canto, il cambiamento climatico non è un’invenzione fantasiosa. Da 20 anni in Ungheria abbiamo annate sempre più calde e questo aspetto gioca un ruolo fondamentale nel mio progetto legato all’ulivo.
I due ettari e mezzo di Török Csaba nella regione del Balaton, del resto, paiono un ecosistema a sé stante rispetto alla realtà magiara. «Ho subito diversi attacchi per la mia scelta di piantare qui varietà come il Sangiovese – commenta – ma le prove della mia coerenza sono evidenti: ho fichi, mandorle, un po’ di melograno e anche dell’oleandro».
[metaslider id=57319]
Da lì agli ulivi, il passo è stato breve. Il patron della cantina 2HA Szőlőbirtok és Pincészet ha acquistato dapprima 120 piante dalla Toscana, oltre 10 anni fa: «Moraiolo e Leccino – riferisce – ma ho commesso molti errori, tra cui la consegna a giugno e una piantumazione poco professionale. Per di più, l’inverno è stato più freddo del solito».
Il 90% è morto, ma non mi sono arreso. Negli anni successivi ho acquistato altri ulivi dal nord della Spagna, con lo stesso risultato. Ho quindi virato su alberi più piccoli, sperando in un adattamento migliore e ho avuto finalmente più fortuna».
Diverse le cultivar che hanno trovato casa sul Lago Balaton, molte delle quali parlano italiano. È il caso della Dolce Agogia e della Nostrale Rigali, originarie dell’Umbria. Spazio anche per la francese Moufla, nota anche come Mouflal.
«Ho comunque insistito anche con gli alberi vecchi, non solo per il colpo d’occhio estetico – rivela il vignaiolo magiaro – ma anche perché, al contrario delle piante giovani, hanno già superato diversi inverni rigidi. Anche queste sono ancora vive, con mia grande soddisfazione».
Nel mese di marzo scorso, il primo imbottigliamento storico di olio di oliva ungherese, interamente biologico. Solo 2,5 litri, ma quello che sembra un piccolo passo è un risultato gigante per l’Ungheria.
«Non ho velleità da olivicoltore professionista, ma voglio continuare a credere in questo progetto e produrre sempre più olio. Le quantità di quest’anno sarebbero potute essere superiori, ovvero attorno ai 10 litri, ma ho spremuto le olive senza un’attrezzatura adeguata. La qualità? Tutto sommato buona!».
Il nuovo oro giallo del Lago Balaton è al momento a disposizione solo in Ungheria, nella rete di un retailer gourmet. Anche alcuni ristoranti di alta cucina sono riusciti ad accaparrarsi qualche “goccia” del prezioso nettare.
Ma a Török Csaba interessa poco il business: «Grazie a questa nuova tappa, il mondo è ancora più rotondo attorno a me e degusterò il mio olio in cantina, assieme al Sangiovese e a un buon tagliere di salumi, con chiunque voglia venire a trovarmi, non appena sarà possibile viaggiare». L’invito è aperto, soprattutto agli amati italiani.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
«Questa mattina ho parlato con Gilles Azzoni, uno dei padri dell’Association des Vins Naturels, con cui concordo: il movimento del vino naturale dovrebbe seguire le orme di un sindacato come la Vignerons Indépendants de France, equivalente della Fivi italiana, e chiedere al ministero dell’Agricoltura una certificazione ufficiale del vino naturale. Qualcosa che dica “questo vino è fatto in questa maniera”».
Così Mina Del Prete, figlia del noto produttore di vini naturali pugliesi Natalino Del Prete, intervenuta ieri durante una conferenza digitale organizzata dall’avvocato eno-alimentare brindisino Stefano Palmisano.
La certificazione – ha aggiunto Del Prete – è per me un dovere nei confronti del consumatore e deve rappresentare qualcosa di molto chiaro anche per gli operatori del settore. Alcuni amici, che ci conoscono bene, da anni, mi chiedono ancora cosa significa “vino naturale” e che differenze ci sono con i vini biologici e i vini biodinamici».
Sempre secondo la produttrice, «il vino, essendo un alimento, necessita almeno di qualcosa che dica in modo chiaro come viene prodotto»: «Non dico sia necessario mettere tutti gli ingredienti in etichetta, perché la proposta sembra ormai tramontata, ma almeno fornire maggiore chiarezza».
Una proposta, come precisato dalla stessa Mina Del Prete, che «non vuole essere denigratoria per i produttori cosiddetti “convenzionali”». «Ho molta stima di diverse cantine convenzionali che lavorano bene e rispettano l’ambiente e la salute delle persone. Siamo tutti liberi. Trovo solo corretto rendere manifeste le regole del vino naturale».
Mina Del Prete non parla senza esperienza. Il padre, Natalino Del Prete, è stato uno dei primi produttori pugliesi a chiedere e ottenere, già negli anni Novanta, la certificazione biologica per i propri vigneti di Negroamaro, Primitivo e Aleatico, nel Salento.
Nella cantina di San Dònaci (BR), da sempre, nessuna filtrazione o chiarifica e ricorso esclusivo ai lieviti indigeni. L’unico «lusso»? La temperatura controllata per le fermentazioni.
«Scusate il giro di parole – ha chiosato la figlia Mina – ma per mio padre Natalino è stato “naturale” chiedere in quegli anni una certificazione, per far sapere alla gente quale fosse il suo approccio in vigna e in cantina.
Continua ancora oggi a lavorare come allora, con l’unico intento produrre un vino che, se non può dare salute, quantomeno la mantenga. Oggi vorrei che lo stesso avvenisse con il vino naturale, attraverso una certificazione ufficiale».
Nella storia della Repubblica italiana, è solo uno il ministro dell’Agricoltura che si è esposto sul tema delle regole del vino naturale. Si tratta di Gian Marco Centinaio, intervistato in esclusiva proprio da WineMag.it il 26 marzo 2019.
La patata bollente, oggi, sarebbe in mano al ministro Stefano Patuanelli, con lo stesso Centinaio attualmente nel ruolo di Sottosegretario di Stato al Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali. Prosit.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Il Consorzio Vino Chianti chiude il primo trimestre dell’anno con oltre 186 mila ettolitri di Chianti immessi sul mercato. Un +4% rispetto ai 179 mila dello scorso anno pari a circa un milione di bottiglie di vino in più. Un risultato migliore anche del 2019, anno pre Covid, quando nel il primo trimestre si fermò a 182 mila ettolitri.
«I dati del primo trimestre sono un ottimo segnale – dichiara Marco Alessandro Bani, direttore del Consorzio – che ci fa ben sperare anche per il resto dell’anno in corso. Nonostante la produzione sia ferma, vediamo che l’interesse dei consumatori verso i vini Chianti resta altissimo. In questi mesi di stallo come Consorzio non ci siamo mai fermati, abbiamo messo in campo molte attività, sia in Italia che all’estero, per tenere alta l’attenzione sul comparto e mantenere le nostre quote di mercato».
«Ci auspichiamo – aggiunge Bani – che si possa ripartire al più presto. Le riaperture delle attività, che si intravedono all’orizzonte nelle ultime dichiarazioni del Governo, potrebbero dare una spinta decisiva alle vendite nel canale Horeca e permetterci di chiudere il 2021 in crescita rispetto al 2020, anno in cui, nonostante la pandemia, abbiamo registrato un aumento delle vendite pari all’1,2%».
Il Consorzio Vino Chianti conta 3.000 produttori per 15.500 ettari di vigneto e una produzione annua di circa 800 mila ettolitri. Secondo il bilancio del primo trimestre del 2021 il vino Chianti rappresenta il 32% del totale dell’offerta vitivinicola toscana.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Una doccia fredda, anzi gelata, dopo le gelate notturne delle scorse ore. È quanto starebbero subendo i produttori del Consorzio di Tutela del Lambrusco, a fronte di «polizze assicurative strutturate in maniera tale per cui anche i produttori di uve che hanno effettuato la copertura assicurativa contro gelo e brina hanno in ogni caso una franchigia del 30% che l’assicurazione non risarcisce».
Parole del presidente Claudio Biondi, che aggiunge: «Il massimale indennizzabile è pari al 50% del valore assicurato». Il Consorzio si attiverà dunque con la Regione Emilia Romagna e con le autorità preposte, «per valutare come richiedere misure di sostegno adeguate».
D’altro canto, come riferisce l’ente, «molte compagnie assicurative non hanno neanche assunto il rischio della copertura gelo-brina». «La copertura diventa attiva solo dopo 12 giorni dalla sottoscrizione della polizza stessa – evidenzia ancora Biondi – e i tempi dilatati certamente non aiutano. Per questo anche i viticultori che si erano attivati a suo tempo per effettuare la copertura non hanno poi avuto la disponibilità immediata di alcune compagnie assicurative».
[metaslider id=57278]
I danni delle recenti gelate, secondo le stime del Consorzio, «potrebbero arrivare sino all’80% della produzione». I dati ufficiali potranno tuttavia arrivare solo all’inizio della prossima settimana.
«Le alte temperature di fine marzo – commenta Claudio Biondi – hanno favorito il germogliamento e il risveglio della vite. Nelle scorse notti però le piante sono state sottoposte a un terribile shock termico, con effetti allarmanti sulle produzioni.
L’ente di tutela è già al lavoro per raccogliere i riscontri dai produttori, sia nelle aziende di Modena che di Reggio Emilia. Per ora risulta che le zone più colpite sono quelle del Grasparossa, con le varietà più precoci. Tuttavia anche i soci delle altre aree produttive «potrebbero essere in grande difficoltà».
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Una situazione definita «catastrofica», per la quale Confagricoltura chiede a Regione Toscana di «dichiarare lo stato di calamità». La gelata di questa notte, ampiamente annunciata dalle previsioni meteo, ha lasciato strascichi pesanti nella produzione ortofrutticola e vitivinicola in diversi angoli dell’Italia.
In particolare, secondo il sindacato, sarebbe stato danneggiato il 50% dei vigneti posti nelle parti inferiori delle colline, specie in quelli in cui il risveglio vegetativo era più evidente.
«Il momento peggiore è stato tra le 3 e le 6 della scorsa notte – evidenzia Francesco Colpizzi, presidente federazione vitivinicola di Confagricoltura Toscana – e nonostante le misure messe in atto dalle aziende, ci sono ingenti danni che quantificheremo nelle prossime ore». Le gelate non hanno risparmiato Montalcino, con effetti in vigna a macchia di leopardo.
«All’alba di quest’oggi – riporta il presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci – la temperatura è scesa sotto lo zero ma i danni sono limitati: buona parte delle gemme sono ancora dormienti e per le altre ci affidiamo a una seconda germogliazione. Il danno c’è stato ma la seconda vegetazione rimetterà in parte le cose a posto».
Nel frattempo – continua Bindocci – da ieri sera diversi produttori si sono adoperati per scaldare l’aria bruciando grandi rotoli di paglia posizionati nei vigneti. L’obiettivo è generare fumo e calore a bassa altezza bruciando lentamente la paglia bagnata. Il risultato visivo è suggestivo, quello sui vigneti lo si scoprirà tra qualche giorno».
DANNI ALLE COLTURE
A poche ore dal disastro, con le temperature che sono scese fino a 7 gradi sottozero, il presidente di Confagricoltura Toscana, rivolge un appello alle Istituzioni: «Ad Arezzo è andata persa tutta la produzione frutticola – spiega Marco Neri – nel resto della regione susini e peschi registrano danni ingentissimi. Per gli ortaggi faremo una stima nei prossimi giorni, le premesse sono pessime, ma ci aspettiamo che la Regione dichiari lo stato di calamità».
Aggiunge il presidente della sezione ortofrutta di Confagricoltura Toscana, Antonio Tonioni: «La produzione riprenderà solo nel 2022. Molte aziende sono a rischio chiusura e migliaia di stagionali resteranno senza lavoro.
«Questa annata – conclude Tonioni – non produrrà reddito. Non c’è tempo da perdere, ci aspettiamo risposte dalla politica in tempi brevi. Le aziende hanno spese a cui devono far fronte nell’immediato. Serve una rimodulazione degli impegni bancari, degli oneri fiscali e previdenziali».
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Sarà ancora Modena, domenica 10 e lunedì 11 ottobre 2021, a ospitare l’attesa quarta edizione Champagne Experience, kermesse organizzata da Società Excellence, realtà che riunisce diciotto tra i maggiori importatori e distributori italiani di vini e distillati d’eccellenza.
Il protrarsi dell’emergenza sanitaria e le conseguenti norme per fermare il contagio da Covid-19 non consentono di organizzare la tappa prevista a Roma a maggio 2021, come precedentemente comunicato.
«Le motivazioni che ci avevano spinto l’anno scorso a posticipare la tanto attesa edizione nella Capitale sono le stesse che ci hanno convinto al suo spostamento al 2022 – spiega Lorenzo Righi, organizzatore della manifestazione e direttore di Società Excellence – Si tratta di un arrivederci, quindi, non di un addio».
«Roma è un crocevia importante in grado di accogliere un numero di visitatori davvero molto elevato, ma che in questo momento non sarebbe però possibile gestire come vorremmo. A Modena siamo di casa – prosegue Lorenzo Righi – all’interno di una location che conosciamo molto bene: siamo certi di poter organizzare un’edizione di transizione sempre di alto livello, all’insegna della qualità e dell’eccellenza delle degustazioni e dei momenti formativi».
La manifestazione si svolgerà dunque negli spazi di Modena Fiere, sede storica delle precedenti edizioni di Champagne Experience, una location già rodata che permette un’ampia flessibilità e una maggiore confidenza nel riprogettare spazi e dettagli della kermesse.
«Siamo già al lavoro con l’ente fieristico per organizzare nel miglior modo possibile e in totale sicurezza l’edizione 2021 – conclude il direttore di Società Excellence – Ampliando gli spazi dedicati alla manifestazione consentiremo un maggiore distanziamento delle postazioni. Punteremo a garantire ai visitatori una esperienza di grande valore, nel rispetto degli accorgimenti resi necessari dalla pandemia».
Champagne Experience è una manifestazione di riferimento che, nel corso degli anni, ha saputo catalizzare l’interesse di operatori e appassionati grazie a una serie di ingredienti fondamentali. Tra questi, c’è la possibilità di poter dialogare con i numerosi produttori di champagne presenti in prima persona mentre si degustano, in un’atmosfera serena, moltissime etichette selezionate per l’occasione.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
UniCredit ha finalizzato un accordo con il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano per affiancare le aziende del territorio, supportandole nella realizzazione degli investimenti e nel loro percorso di crescita, sostenendone la liquidità e rispondendo alle necessità determinate dall’emergenza Covid-19 rendendo disponibili soluzioni specifiche e funzionali al sostegno delle imprese del Consorzio.
«Dobbiamo poter mettere il sistema Vino di Montepulciano in condizione di non fermare gli investimenti e nello stesso tempo colmare le eventuali lacune indotte dalla pandemia – dichiara il Presidente del Consorzio, Andrea Rossi – a questo proposito iniziative consortili come questa in stretta collaborazione con UniCredit sono fondamentali per guardare al futuro dello sviluppo economico di un territorio che vive di imprese che lo valorizzano e che fanno da player di tante altre attività produttive locali indotte».
«Questa nuova sinergia si aggiunge alle numerose iniziative realizzate dal nostro Gruppo a sostegno delle aziende del territorio – aggiunge Andrea Burchi, Regional Manager Centro Nord UniCredit – Proponiamo, nello specifico, soluzioni ad hoc capaci di accompagnare passo dopo passo gli imprenditori del settore vitivinicolo. Il nostro obiettivo è aiutarli nel processo di ripartenza, in un’ottica di sviluppo concreto e sostenibile».
Fra le soluzioni proposte da UniCredit il Mutuo Agrario, della durata massima di 36 mesi a zero commissioni di rimborso anticipato e garanzia Ismea e il Prodotto Riserva, linea di credito aggiuntiva della durata massima di 84 mesi, con un importo minimo di 10.000 euro e con la stessa garanzia.
Inoltre il SuperCash Rotativo Agrario, un finanziamento concesso in forma di plafond per sostenere l’esercizio della conduzione dell’azienda, cioè per tutte le finalità riconducibili all’attività ordinaria dell’impresa. A ciò si aggiungono le opportunità messe a disposizione da UniCredit per le aziende interessate allo sviluppo dell’e-commerce, ad esempio, attraverso la piattaforma Easy Export.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
We use cookies on our website to give you the most relevant experience by remembering your preferences and repeat visits. By clicking “Accept”, you consent to the use of ALL the cookies.
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
ACQUISTA LA GUIDA e/o SOSTIENI il nostro progetto editoriale
La redazione provvederà a inviarti il Pdf all’indirizzo email indicato entro 48 ore dalla ricezione del pagamento