Sicilia sequestrate 800 bottiglie al Cioccolato di Modica
I Reparti del Comando Carabinieri per la Tutela Agroalimentare hanno sequestrato 800 bottiglie di birra al Cioccolato di Modica Igp da 33 centilitri, per un valore di 3.200 euro. Il sequestro è avvenuto ai danni di un birrificio della provincia di Catania. La denominazione protetta era infatti in etichetta senza autorizzazione.
All’azienda siciliana è stata inoltre comminata una sanzione di 4 mila euro. L’operazione dei Carabinieri ha avuto lo scopo di «proteggere i produttori che seguono rigorosamente i disciplinari di produzione regolamentati a livello europeo, nonché i consumatori, in relazione alle loro scelte di acquisto di prodotti di qualità».
L’ASSENZA DI AUTORIZZAZIONE
Non è la prima volta che i carabinieri effettuano sequestri di prodotti come la “birra al cioccolato di Modica Igp”. Alcuni birrifici artigianali sono stati pizzicati dalle forze dell’ordine per via di etichette che facevano riferimento ad altri prodotti agroalimentari Dop o Igp, senza autorizzazione.
Alcuni birrifici, in passato, si sono visti comminare multe anche per la menzione di specifici vitigni, nella produzione di Italian Grape Ale. L’utilizzo dell’ingrediente, infatti, non è sufficiente a giustificarne la menzione in etichetta, in assenza di autorizzazione.
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Produzione mondiale di vino 2021 in calo Italia primo produttore
Per il 2021 si prevede una produzione mondiale di vino estremamente ridotta, simile a quella della vendemmia 2017. L’Italia si conferma comunque primo produttore. Sulla base delle informazioni raccolte in 28 paesi che rappresentano l’85% del totale, la produzione di vino 2021 è stimata tra 247,1 e 253,5 milioni di ettolitri. Dunque, attorno ai 250,3 milioni di ettolitri. Si tratterebbe del terzo anno consecutivo con un livello di produzione inferiore alla media.
È quanto emerge dal Rapporto annuale dell’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (Oiv). Il volume di produzione atteso nell’Ue è scarso, in particolare in Italia, Spagna e Francia, che registrano una riduzione complessiva di circa 22 milioni di ettolitri rispetto al 2020. Le cause sono da ricercare nelle gelate primaverili tardive e nelle condizioni meteo complessivamente sfavorevoli.
Solo i grandi produttori di vino dell’Europa hanno ottenuto raccolti superiori a quelli del 2020, in particolar modo in Germania, Portogallo, Romania e Ungheria. Le prime previsioni sul raccolto statunitense indicano invece un volume di produzione appena superiore a quello 2020.
Il 2021 è risultato un anno particolarmente positivo per i vigneti dell’emisfero australe. Le condizioni metereologiche relativamente favorevoli hanno contribuito a livelli di produzione record in America del Sud, Sudafrica e Australia, con l’eccezione della sola Nuova Zelanda.
PRODUZIONE MONDIALE DI VINO 2021: IL DETTAGLIO
La produzione di vino 2021 può essere considerata estremamente bassa, solo appena superiore al minimo storico registrato nel 2017. Il volume atteso per quest’anno parrebbe contrarsi del 4% rispetto al 2020 (che già era al di sotto della media) ed è inferiore del 7% alla media ventennale.
Questo è il risultato delle condizioni meteo sfavorevoli che hanno colpito duramente i principali paesi produttori di vino europei. In questo scenario complessivamente negativo, l’emisfero australe e gli Usa pare facciano eccezione. Tendendo a bilanciare la caduta dei volumi osservata nell’Ue.
Si tratta del terzo anno consecutivo in cui la produzione mondiale di vino è inferiore alla media. Ciò nonostante, rimane da valutare l’impatto di questo calo sul settore vinicolo alla luce del contesto attuale, in cui la pandemia di Covid-19 contribuisce ancora in modo relativamente incisivo alla volatilità e all’incertezza.
EMISFERO BOREALE
Unione europea
Nell’Unione europea (UE)le condizioni meteorologiche del 2021 non hanno favorito i produttori di uva e la produzione di vino è stimata in 145 Mio hl (esclusi succhi e mosti). Questo volume rappresenta una contrazione di 21 Mio hl (-13%) rispetto al 2020. Complessivamente, le stime preliminari della produzione di vino 2021 nei paesi dell’Ue indicano una situazione abbastanza eterogenea, principalmente dovuta alle differenti condizioni meteorologiche che hanno caratterizzato quest’anno.
L’anno 2021 si è dimostrato particolarmente negativo per i tre maggiori produttori dell’Ue (Italia, Spagna e Francia, che insieme rappresentano il 45% della produzione mondiale e il 79% della produzione UE), in particolare a causa delle gelate tardive di inizio aprile.
L’Italia si conferma primo produttore con 44,5 Mio hl, nonostante il calo stimato del 9% della produzione di vino 2021 rispetto al 2020 e alla sua media quinquennale. La Spagna, secondo produttore mondiale nel 2021, ha una produzione stimata di 35,0 Mio hl.
Tuttavia, si prevede che questo livello sia in calo del 14% rispetto al 2020 e del 9% rispetto alla sua media quinquennale. La Francia è il paese che ha maggiormente sofferto gli effetti di un’annata disastrosa con forti gelate ad aprile, seguite da piogge estive, grandinate e peronospora. Di conseguenza, la produzione prevista è di 34,2 Mio hl, in calo del 27% rispetto al 2020.
Gli altri paesi Ue
che hanno registrato volumi inferiori rispetto al 2020 sono Austria (2,3 Mio hl, -4%/2020) e Grecia (1,7 Mio hl, -26%/2020). A questi si aggiunge la Croazia, la cui produzione stimata è di 0,7 Mio hl, in calo del 13% rispetto al 2020. Anche Slovenia (0,5 Mio hl, -26%/2020) e Slovacchia (0,3 Mio hl, -2%/2020) parrebbero unirsi al gruppo di paesi che hanno visto una contrazione del proprio livello di produzione di vino.
L’altra faccia della medaglia è rappresentata da alcuni paesi dell’Ue in cui si prevede una crescita rispetto allo scorso anno. Ad esempio, in Germania, quarto produttore di vino europeo, nonostante i casi di gelate tardive che hanno colpito alcuni dei paesi vicini, la produzione stimata è di 8,8 Mio hl (+4%/2020).
In Portogallo, con 6,5 Mio hl, si prevede un volume di produzione appena al di sopra di quello del 2020 (+1%). Un altro grande produttore, la Romania, il cui raccolto è stato caratterizzato da una grande volatilità negli ultimi anni, prevede una crescita della produzione di vino per il 2021, con 5,3 Mio hl(+37%/2020), un livello superiore del 29% all’ultima media quinquennale.
La produzione di vino 2021 dell’Ungheria è stimata in 3,1 Mio hl, pari a un aumento del 6% rispetto al 2020 e del 4% rispetto alla sua media quinquennale. Per la Bulgaria si prevede una produzione di 0,9 Mio hl, ossia +7% rispetto allo scorso anno, ma -15% rispetto alla sua media quinquennale. Infine, per la Repubblica ceca si prevede una produzione di vino di 0,6 Mio hl, un livello maggiore del 2% rispetto al 2020 e in linea con la sua media.
Al di fuori dell’Ue
Negli Usa, la stima preliminare della produzione di vino 2021 è di 24,1 Mio hl. Questo dato è del 6% superiore a quello dello scorso anno, caratterizzato da un raccolto relativamente scarso a causa degli incendi forestali e della contaminazione da fumo. Ciò nonostante, si prevede che la produzione sarà del 3% al di sotto della media quinquennale. Le cause sono da attribuirsi alle condizioni di siccità registrate in estate in alcune regioni vinicole.
In questo momento dell’anno, i dati sul raccolto in Cina non sono disponibili. Ciò nonostante, si prevede un proseguimento della contrazione della produzione di vino iniziata nel 2016 per le ragioni strutturali descritte nei precedenti report dell’Oiv sulla congiuntura del settore vitivinicolo.
Nei paesi dell’Europa orientale la situazione è generalmente positiva. La produzione di vino 2021 della Russia è stimata in 4,5 Mio hl, lievemente superiore allo scorso anno (+2%/2020), ma inferiore del 2% rispetto alla sua media quinquennale.
La stima della produzione di vino della Georgia è in crescita del 22% rispetto alla già forte produzione del 2020, con un livello record di 2,2 Mio hl, attribuito all’alta resa di quest’anno dell’uva. In Moldova, nonostante le condizioni meteorologiche avverse, con gelate tardive e forti precipitazioni, la produzione di vino 2021 è stimata in 1,1 Mio hl. Segnando un’impennata di circa il 20% rispetto allo scarso volume del 2020, che fu segnato dalla siccità.
Il volume di produzione in Svizzera continua a contrarsi nel 2021 a causa del maltempo. A determinare il calo sono in particolare le gelate in aprile, seguite dalla grandine e dalla peronospora che ha colpito i raccolti a metà estate, facendo registrare un volume di 0,8 Mio hl. Il più basso degli ultimi venti anni. La produzione di vino prevista in Svizzera è inferiore del 10% rispetto al 2020 e del 22% rispetto alla media dei cinque anni precedenti.
EMISFERO AUSTRALE
Nell’emisfero australe, dove la vendemmia si è conclusa nel primo trimestre del 2021, i dati preliminari sulla produzione di vino tendono a essere maggiormente accurati e affidabili in questo momento dell’anno. Dopo un marcato calo della produzione di vino nello scorso anno a causa di condizioni climatiche avverse, il 2021 ha visto una forte crescita in tutti i principali paesi produttori.
La produzione di vino stimata per il 2021 nell’emisfero australe segna un nuovo massimo a 59 Mio hl, +19% rispetto al 2020.I paesi sudamericani hanno registrato una forte espansione della produzione rispetto al 2020. L’assenza di dure condizioni meteorologiche, generalmente causate da El Niño, parrebbe aver contribuito agli ottimi raccolti e agli alti livelli della produzione di vino 2021.
Il Cile è il maggior produttore della regione nel 2021, con una produzione di vino di 13,4 Mio hl, il volume più alto registrato negli ultimi 20 anni, con una crescita del 30% rispetto al 2020. Nel 2021, la produzione di vino dell’Argentina è cresciuta in modo significativo fino a 12,5 Mio hl (+16%/2020), dopo una produzione molto scarsa registrata lo scorso anno. Il Brasile registra un alto volume di produzione 2021, stimato in 3,6 Mio hl.
Si tratta della produzione più alta registrata in Brasile dal 2008 e segna un +60% rispetto allo scorso anno e un +46% rispetto alla sua media quinquennale. In Sudafrica, la produzione di vino 2021 è stimata in 10,6 Mio hl, ossia in crescita del 2% rispetto al 2020. Questo è il terzo anno consecutivo di crescita dopo un prolungato periodo di siccità iniziato nel 2016.
In Oceania, l’Australia registra il maggior raccolto dal 2006, spingendo il volume della produzione di vino 2021 a 14,2 Mio hl (+30% rispetto al 2020 e+14% rispetto alla sua media quinquennale). Una combinazione di temperature miti, limitata incidenza delle malattie e condizioni favorevoli alla vendemmia ha contribuito a questo grande raccolto in Australia, dopo le due annate precedenti rovinate da siccità e incendi.
La Nuova Zelanda è la sola eccezione dell’emisfero australe. Dopo una produzione di vino record registrata lo scorso anno, la Nuova Zelanda ha prodotto 2,7 Mio hl nel 2021, in caduta del 19% rispetto allo scorso anno e del 13% rispetto all’ultima media quinquennale. Le cause della scarsità del raccolto sono da ricercarsi principalmente nelle gelate primaverili tardive.
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Nuovo corso di laurea in Gastronomia e Aromi al Campus Alimentare dellUniversita di Barcellona Francois Chartier Isabelle Moren Universitat de Barcelona
L’offerta formativa del Campus Alimentare dell’Università di Barcellona si amplia con il corso di laurea in Gastronomia e Aromi. L’annuncio è avvenuto in mattinata. La nuova cattedra nasce dalla collaborazione tra l’Universitat de Barcelona e Chartier World Lab Barcelona, centro dedicato alla ricerca e allo sviluppo di progetti innovativi nel mondo della gastronomia, degli aromi e della scienza delle armonie molecolari.
Si tratta della prima cattedra nella storia dell’università che combinerà entrambe le materie, al Torribera Food Campus. Le attività della cattedra consistono in un corso biennale sulla gastronomia, gli aromi e la scienza aromatica delle armonie molecolari. Offrirà anche la possibilità di accedere a una una borsa di collaborazione per l’incorporazione nella ricerca di studenti che desiderano perseguire un master ufficiale, incluso nel programma di dottorato in Alimentazione e Salute.
Inoltre, ogni due anni si terranno workshop sulla gastronomia, incentrati su temi legati alle aree di ricerca del Chartier World Lab Barcelona. Un’iniziativa basata principalmente sulla formazione, che sarà integrata con nuove aree di ricerca. L’obiettivo è infatti quello di «permettere lo sviluppo di progetti di ricerca e sviluppo in gastronomia all’interno del settore universitario»
«L’evoluzione della gastronomia – spiegano François Chartier e Isabelle Moren di Chartier World Lab Barcelona – ha portato all’uso del metodo scientifico per comprendere i processi, sviluppare prodotti e innovare sia nei ristoranti di alta cucina che nei centri di ricerca e sviluppo».
«Questa conoscenza – proseguono Chartier e Moren- deve essere condivisa dagli insegnanti agli studenti, affinché possano seguire questo percorso. Chartier World Lab Barcelona e l’Università di Barcellona hanno raggiunto un accordo per sviluppare questa cattedra, seguendo proprio questa linea».
Al momento, il Torribera Food Campus concentra molti ricercatori e gruppi di studio nel campo dell’alimentazione e della gastronomia. Il nuovo corso di laurea in Gastronomia e Aromi servirà proprio da trait-d’union, per promuovere il trasferimento dal campo universitario e teorico a quello pratico.
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Al via le premiazioni online per il 38° Premio Alambicco dOro ANAG grappa
Sette dirette live sulla pagina Facebook di ANAG Italia per conoscere da vicino i vincitori del 38° Premio Alambicco d’Oro ANAG. Saranno premiate le distillerie e le aziende vitivinicole che hanno conquistato le 83 medaglie assegnate dal concorso ANAG a grappe, acquaviti e brandy prodotti in tutta Italia. Gli appuntamenti prenderanno il via da sabato 6 novembre e andranno avanti fino a sabato 4 dicembre. Le presentazioni saranno, suddivise per regioni.
Le premiazioni online riprendono la positiva esperienza dello scorso anno e saranno moderate da Paolo Bini, giornalista, relatore e responsabile della comunicazione per ANAG. Ogni appuntamento vedrà la presenza della presidente nazionale Paola Soldi, dei referenti territoriali ANAG e di ospiti istituzionali legati al mondo della distillazione italiana.
IL PROGRAMMA
La prima diretta online è fissata per sabato 6 novembre, alle ore 10, con vincitori e ospiti collegati da Veneto e Lombardia. Lo stesso giorno, alle ore 11.30, sarà la volta di Toscana, Lazio e Sardegna. Gli appuntamenti online in compagnia dei vincitori del 38° Premio Alambicco d’Oro ANAG riprenderanno sabato 13 novembre, alle ore 10, con collegamenti da Puglia, Sicilia e Basilicata.
Sabato 27 novembre, alle ore 10, saranno protagonisti prodotti e ospiti liguri insieme a una prima parte di quelli piemontesi. Alle ore 11.30 sarà la volta di altri ospiti piemontesi in compagnia di collegamenti dalla Valle d’Aosta.
Le premiazioni online del concorso ANAG si chiuderanno sabato 4 dicembre. Alle ore 10 la prima tranche di ospiti collegati dall’Alto Adige e dal Trentino, provincia autonoma che tornerà protagonista anche dalle 11.30 con il Friuli Venezia Giulia.
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Piwi enologo Nicola Biasi rete vitigni resistenti sei cantine nel progetto
Si chiama Resistenti Nicola Biasi la nuova rete di cantine italiane che producono vini da vitigni resistenti: i Piwi (pilzwiderstandsfähig). Il 40enne enologo di Cormons ha deciso di riunire sotto un unico “cappello” la sua Vin de La Neu – Biasi Nicola, Albafiorita, Ca’ Apollonio, Colle Regina, Azienda agricola Barbieri Adele (Della Casa Vini) e Poggio Pagnan. Tutte realtà che si avvalgono della consulenza del winemaker friulano.
Provengono da territori diversi – Friuli, Veneto e Trentino – e coprono una fascia che va dal mare Adriatico alle Dolomiti. «Quando si parla di Piwi – commenta Nicola Biasi – non a caso si fa riferimento a “vini e vitigni del futuro”. Abbiamo il dovere morale di pensare alle generazioni che verranno, lasciando loro un ecosistema che sia salubre e trasmettendo il sapere vitivinicolo che mira all’eccellenza e rende il Belpaese famoso in tutto il mondo. Credo che tutto ciò sia possibile con la viticoltura resistente».
Proprio in questa direzione va il progetto Resistenti Nicola Biasi. «Albafiorita, Ca’ Apollonio, Colle Regina, Azienda agricola Barbieri Adele (Della Casa Vini), Poggio Pagnan e Vin de La Neu – continua l’enologo – scendono in campo per produrre vini che incontrano, dal vigneto alla bottiglia, un lavoro di concreta sostenibilità, in modo particolare grazie ai vitigni resistenti alle malattie fungine, anche noti come Piwi».
PIWI, «REALE SOSTENIBILITÀ»
Questi rappresentano ad oggi la migliore e in alcuni casi l’unica strada efficace per una reale viticoltura sostenibile. La loro naturale resistenza alle malattie fungine permette di ridurre drasticamente il numero dei trattamenti con diversi effetti collaterali positivi: eliminazione della chimica di sintesi, minor compattamento dei suoli, salvaguardia delle risorse idriche e minor produzione di CO2».
Proprio sulla base di quella che il winemaker friulano definisce una «reale sostenibilità ambientale», nonché grazie «all’altissimo livello qualitativo raggiunto da questi vini», nasce la rete di imprese Resistenti Nicola Biasi. «Unendo aziende con gli stessi principi – sottolinea – si lavora per migliorare la qualità e l’immagine dei vini prodotti da vitigni resistenti e non solo».
«Una viticoltura di precisione e un’enologia dedicata e scrupolosa – continua Biasi – permettono di esaltare il potenziale qualitativo di queste nuove varietà e conquistare così anche i palati più esperti e rigorosi. I vini sono frutto di un’etica giovane, duro lavoro e lungimiranza. Per costruire qualcosa di grande, insieme».
I PIWI DEL PROGETTO RESISTENTI NICOLA BIASI
I vitigni resistenti Piwi allevati dalle sei cantine sono ben undici. Albafiorita di Laura Sarti e Dino De Marchi (Latisana – UD) ha Soreli e Sauvignon Kretos. Ca’ Apollonio (Romano d’Ezzelino VI) il Souvignier Gris. La Fattoria Didattica Colle Regina di Farra di Soligo (TV) alleva invece Solaris, Johanniter e Regent.
L’Azienda agricola Barbieri Adele (Della Casa Vini) di Cormons (GO), ultima entrata nel portafoglio di aziende per le quali Nicola Biasi cura la consulenza enologica, ha nel proprio parco vigneti i Piwi Sauvignon Kretos, Fleurtai, Cabernet Eidos e Merlot Khantus. Poggio Pagnan ha avviato la propria sperimentazione con i vitigni resistenti nel 2017, con un ettaro in località Zottier, frazione del Comune di Mel (BL).
I titolari della cantina, Giampaolo Ciet e Alex Limana, fondatori tra l’altro dell’associazione Piwi Veneto, coltivano Bronner, Souvignier Gris e Cabernet Cortis. Hanno inoltre avviato un piccolo vigneto sperimentale, mettendo a dimora altre varietà resistenti alle malattie fungine della vite. Infine, lo stesso Nicola Biasi alleva Johanniter nella sua Vin de La Neu a Coredo, in provincia di Trento.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Matteo Tedeschi nuovo direttore del Consorzio Vini Valpolicella
Matteo Tedeschi è il nuovo direttore del Consorzio Vini Valpolicella. Veronese, laureato in Scienze forestali ed ambientali, Matteo Tedeschi (classe 1978) ha maturato una lunga esperienza ricoprendo incarichi pubblici di rilievo.
Dal 2003 è attivo presso il Servizio forestale regionale di Verona. Dal 2005 e fino all’incarico al Consorzio Vini Valpolicella, anche in Avepa, l’Agenzia Veneta per i pagamenti.
«Si tratta di un profilo altamente qualificato e specializzato che ha trovato piena coesione nel Consiglio di amministrazione dell’ente», commenta il presidente del Consorzio veronese, Christian Marchesini.
«Oltre alle competenze tecniche – aggiunge – Matteo Tedeschi vanta una profonda conoscenza della denominazione e delle specificità delle aziende che la compongono. Un valore aggiunto e indispensabile per perseguire gli obiettivi del Consorzio, sempre più orientato alla qualità e alla sostenibilità, anche economica, della Valpolicella».
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Caseificio Arioli, realtà dedita alla produzione artigianale di Gorgonzola sin dal 1963, apre la sua nuova Spa presso Cascina Barzizza, a pochi chilometri da Milano. Siamo a Ozzero, piccolo comune nei pressi di Abbiategrasso, in provincia di Milano. Un paesino che ha visto i natali dello “Zola”.
IL NUOVO CENTRO BENESERE
«Questo è un luogo al quale sono molto affezionato – – dice Gianluca Arioli – qui sono nato e qui lavoro. Ho sempre desiderato aprire le porte di casa Arioli per far vivere ai nostri clienti un’esperienza coinvolgente. Non solo la possibilità di deliziare il palato ma anche la possibilità di sostare per una o più notti nella nostra struttura e regalarsi qualche ora di benessere nella Spa. Il tutto circondato dalla natura incontaminata del Parco del Ticino».
È a partire da questa idea che la famiglia Arioli, nel 2003, ha iniziato un lungo processo di ristrutturazione di Cacina Barzizza, realtà storica a pochi metri dal caseificio. Nel nuovo agriturismo è possibile soggiornare nelle camere ricavate nella struttura rurale e concedersi un percorso benessere nella nuova e moderna Spa Arioli.
IL CASEIFICIO
Uno stabilimento nuovo e moderno di 3.800 metri quadrati, per una produzione contenuta e di qualità. Solo 45 mila forme di Gorgonzola all’anno. Dodici chilogrammi per forma, destinate prevalentemente al mercato nazionale, che assorbe oltre il 60%.
Al Caseificio Arioli le linee di produzione del Gorgonzola Dolce e del Gorgonzola Piccante sono separate. Entrambi i prodotti vengono chiamati “01“. Si tratta infatti dell’azienda numero 1 del Consorzio.
L’approccio è green e guarda al concetto della sostenibilità. Il latte utilizzato per la produzione è a chilometro zero. Inoltre, sul tetto del caseificio e della cascina sono stati installati pannelli fotovoltaici in grado di soddisfare il fabbisogno energetico dell’intero impianto. Un quadro che oggi si completa con la nuova Spa Arioli.
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Torna, dopo il successo dell’edizione estiva, ViniVeri Ristoranti l’evento diffuso in tredici regioni italiane, organizzato dal Consorzio ViniVeri. Un vero e proprio giro d’Italia, con una tappa speciale in Slovenia, che parte giovedì 11 e si conclude martedì 16 novembre. Oltre 50 vignaioli artigiani saranno ospiti di osti e chef d’eccellenza in tante città e località del Belpaese.
Quattordici appuntamenti in altrettanti trattorie e ristoranti dove i produttori presenteranno e racconteranno la loro terra, i vigneti, la propria filosofia produttiva. I loro vini saranno protagonisti di abbinamenti con piatti appositamente creati per l’occasione.
Un lungo percorso attraverso lo stivale che porterà, ad esempio, sui rilievi de Le Murgie pugliesi un vignaiolo del Carso e una di Bolgheri o quello che farà approdare sulla riviera ligure di Ponente un produttore spoletino.
«Con ViniVeri Ristoranti vogliamo dare un segnale di normalità e condivisione. Per questo abbiamo deciso di proporre anche questo autunno una formula che, coniugando prossimità e partecipazione, è stata molto apprezzata lo scorso giugno». Spiega Paolo Vodopivec, presidente del Consorzio ViniVeri.
«Non un solo evento, in un’unica sede, ma un tour itinerante che porta noi produttori direttamente sul territorio. E unisce i nostri vini con la creatività e la ricchezza delle tante culture gastronomiche locali e regionali». Conclude Vodopivec.
IL CALENDARIO
Si inizia in Trentino con il primo appuntamento di ViniVeri Ristoranti Autunno. Giovedì 11 novembre al ristorante Il Posto di Ste di Trento saranno presenti le cantine Lispida, Cascina Fornace e Podere Giardino.
Si entra nel vivo dell’evento venerdì 12 novembre quando Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Liguria, Marche, Lazio e Puglia ospiteranno i vignaioli:
Rinaldi, Ezio Cerruti, Antoniotti e Terraquilia all’Osteria Battagliano di Dogliani (Cn);
Il Pendio, Cascina delle Rose, Podere Cipolla alla Trattoria del Gallo di Rovato (Bs);
La Castellada, Zidarich, Colombera & Garella a La Primula di San Quirino (Pn);
Casa Coste Piane, Massa Vecchia, Eugenio Rosi a Il Basilisco di Treviso;
Ronco Severo, Angol D’Amig, Rivella, Cantina Ninni al Bino di Savona;
Oasi degli Angeli, Clara Marcelli, San Giovenale al Da Sebastiani a Ortezzano (Fm);
Paolo Bea, Francesco Massetti, Podere Ortica, Francesco Marra al Barnaba Wine Bar e Cucina a Roma;
Paolo Vodopivec e Carla Simonetti al Vita Pugliese a Conversano (Ba)
Sabato13 novembre in Slovenia, Mlečnik, Slavček, Skerlj saranno al Tabar di Lubiana con le loro ultime annate.
Domenica 14 novembre all’Osteria Mammarossa di Avezzano (Abruzzo) ci saranno Praesidium, La Visciola, Casebianche, Maria Letizia Allevi, Podere Luisa, Feudo D’Ugni, De Fermo, Il Vecchio Poggio. Da Lievito Madre di Arezzo (Toscana) si potranno degustare i vini di Dario Princic, Podere La Cerretta, Trinchero, Pierini & Brugi. La sera stessa i produttori saranno alla cena organizzata da Octavin di Arezzo.
Lunedì 15 novembre sarà la volta della Sicilia con Salvatore Ferrandes, Il Censo, Di Salvo, Viteadovest al Mec di Palermo.
Chiusura martedì 16 novembre con l’Umbria che al ristorante Une di Capodacqua (Pg) ospiterà Valter Mattoni, Altura, Raina, Maria Pia Castelli.
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(3,5 / 5) Il Lugana Doc 2020 di Cantine Scolari è un vino bianco presente in diverse insegne di supermercati. Si aggiudica 3,5 cestelli della spesa nella speciale scala di valutazione di Vinialsuper, su un massimo di 5 cestelli a disposizione.
LA DEGUSTAZIONE
Il vino si presenta nel calice di colore giallo paglierino. Al naso il Lugana Doc 2020 di Cantine Scolari risulta piuttosto tipico. I sentori fruttati richiamano i fiori bianchi e frutti a polpa bianca e gialla come la pesca e l’albicocca.
Al palato una perfetta corrispondenza, per una Lugana che fa della semplicità di beva e dell’essenzialità il suo punto forte. Leggere percezioni verdi e di mandorla amara, oltre che saline, chiudono il sorso. Un vino perfetto a tutto pasto, in accompagnamento a piatti della tradizione italiana non troppo elaborati.
LA CANTINA
Cantine Scolari ha sede a Puegnago del Garda. È quindi una delle aziende che producono Lugana sulla sponda del lago di Garda che ricade nella provincia di Brescia. Una realtà profondamente legata al territorio in cui produce Lugana, ma anche altri vini locali come Chiaretto e Groppello.
Le origini risalgono al Medioevo, periodo nel quale la famiglia annovera pontefici e condottieri insediati nel Bresciano, per la precisione nel feudo “de Scolaris”. La storia moderna di Cantine Scolari affonda le radici nel 1929, anno in cui prendono avvio le attività legate alla viticoltura.
Prezzo: 4,99 euro Acquistabile presso: Iperal / Iper, La grande i
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Nasce il Manifesto Per un Turismo del lusso in Sicilia Taormina
Nasce il Manifesto “Per un Turismo del lusso in Sicilia“. Lanciato in occasione dell’ottava edizione di Taormina Gourmet vuole essere una base di partenza per creare un disciplinare condiviso in cui tutti gli attori della filiera possano collaborare per realizzare le migliori condizioni di crescita per un turismo di alta gamma.
Tra le priorità c’è la necessità di condividere un elenco di interventi da sottoporre alle istituzioni territoriali, regionali ma anche nazionali ed europee. Inoltre la creazione di un circuito e di un marchio connesso che identifichino i soggetti della filiera del lusso e rispondano ad un protocollo di qualità.
LE TEMATICHE
«Siamo sicuri di sapere cos’è la Sicilia e quante ne esistono? Ogni operatore per la sua competenza deve dare una risposta e agire di conseguenza individuando il suo target». Dice provocatoriamente il sindaco di Taormina, Mario Bolognari, all’apertura del Forum “Sicilia e turismo di lusso, un binomio possibile?”.
«Il concetto di lusso si è modificato. Oggi il lusso è rappresentato dalla possibilità di vivere il proprio tempo, l’esperienza, l’autenticità», sottolinea Giovanna Manganaro del Boutique Hotel Monaci delle Terre Nere. Tanti gli punti emersi dal dibattito, all’importanza di ampliare il turismo esperienziale alla necessità di ridurre il gap infrastrutturale.
Puntare sulla competenza delle risorse umane e sull’educazione delle giovani generazioni al rispetto dell’ambiente. Ma anche la necessità di destagionalizzare i flussi turistici rendendo la Sicilia una meta appetibile 12 mesi l’anno. Inoltre puntare sulla sostenibilità, vero lusso del futuro secondo molti, e l’alta qualità dell’offerta nell’intera regione.
IL NUOVO CONCETTO DI LUSSO
Se «la Sicilia è un lusso che non tutti si possono permettere», secondo Umberto Trani general manager Therasia Resort, vero è che il concetto di lusso si è ormai evoluto. Se anche una bottiglia di vino può essere ambasciatore della Sicilia, Salvatore Geraci, proprietario della cantina Palari pone l’accento sull’importanza di fare “vini di lusso”.
«Il lusso non è tanto il denaro ma soprattutto la conoscenza e la ricerca, che sono la chiave per accedere a certi piaceri. In questo senso – dice Geraci – anche un vino poco conosciuto può rappresentare un elemento di lusso».
La nuova definizione di lusso non è semplice. A sottolinearlo è Canzio Marcello Orlando, Ceo di Feedback. «Pensiamo ai millennians – dice – ovvero a quei quarantenni che guadagnano molto, spendono molto, vengono da Paesi evoluti. Cosa cercano? Il lusso è un concetto relativo ed è per questo che dobbiamo costruire un’offerta tailor-made. Offerta fatta di beni culturali vissuti in maniera diversa, esperienze uniche nelle cantine, in angoli incontaminati, in luoghi straordinari e poco conosciuti».
Il lusso è cambiato tantissimo per Massimiliano Puglisi, general manager del Grand Hotel Timeo. «Prima era sinonimo di esclusività o di sfarzo, ora è molto più accessibile. Ed è ora che dobbiamo essere uniti e lungimiranti. Investire sulle persone e realizzare quello che una volta mi disse un cliente: vorrei tornare a casa arricchito umanamente».
LE PROBLEMATICHE
Una delle urgenze è la competenza secondo Michele Zappalà, presidente del porto Marina di Riposto. «Abbiamo necessità – afferma – di avviare un percorso che ci porti ad avere tanta competenza delle aziende che lavorano nel turismo».
«Vanno cancellate le distonie tra settore privato e pubblico – afferma Doriana Briguglio, tour operator L’Isolabella -. Bisogna implementate le infrastrutture, cancellate le montagne di spazzatura ma anche la carta gettata a terra. Bisogna lavorare su tre fronti: educazione nei confronti di chi vive sul territorio, organizzazione dei servizi da parte delle amministrazioni, comunicazione dell’identità di destinazione di lusso».
«Cosa manca? Il networking e la formazione di risorse umane», sottolinea Francesco Diana, Artemis Group Founder Yacht Services. Dal turismo via mare a quello via cielo con Francesco D’Amico, direttore commerciale Sac, Aeroporto di Catania: «La forza della Sicilia è dirompente rispetto a quella dei singoli territori. Bisogna capire che il turismo è un’industria e ha bisogno di grandi numeri, quindi lusso e quantità devono procedere di pari passo come accade nelle Canarie, alle Baleari o sulla Costa adriatica della Croazia».
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