Realizzare prodotti di cosmesi grazie all’utilizzo di scarti di produzione delle aziende vitivinicole. Questo l’obiettivo del progetto “Cosmesi Kmzero”, a cura dell’Istituto Spallanzani di Rivolta d’Adda, Cremona, e dell’azienda vitivinicola biologica Barone Pizzini di Provaglio d’Iseo. I dettagli sono stati presentati la scorsa settimana a Verona, in occasione di Vinitaly.
“Stiamo assistendo a un dialogo virtuoso tra due filiere molto diverse – commenta Ettore Prandini presidente dell’Istituto Spallanzani -. Arrivare infatti alla realizzazione di prodotti cosmetici grazie all’utilizzo di sottoprodotti dell’attività vitivinicola significa fare grandi passi avanti nel settore della ricerca, determinante per lo sviluppo del nostro Paese”. Il progetto prevede l’estrazione dei principi attivi di vinacce, raspi e foglie di vite. “Il tutto grazie a un nuovo sistema – spiega Marina Montedoro, direttore dell’istituto Spallanzani.
“Siamo pronti a proseguire in questo percorso di ricerca e sperimentazione – aggiunge Silvano Brescianini dell’azienda agricola bresciana Barone Pizzini -. In questa prima fase abbiamo fornito ai ricercatori la materia prima che ha dato ottime risposte per la futura realizzazione di un prodotto cosmetico biologico di alte prestazioni. Per il futuro e in attesa di attori interessati alla realizzazione sarà importante il coinvolgimento anche di altre realtà vitivinicole bresciane”.
“Valorizzare in termini economici lo scarto aziendale – prosegue il presidente Prandini – è importante, soprattutto se legato all’ambito del biologico che viene apprezzato molto dai consumatori e rappresenta un valore aggiunto importante”. Il progetto è finanziato da Regione Lombardia ed è il risultato dell’alta professionalità dei ricercatori dell’istituito Spallanzani. “A loro va il mio ringraziamento – conclude Ettore Prandini – e mi auguro di poter arrivare velocemente alla realizzazione delle creme cosmetiche biologiche a chilometro zero”.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
(5 / 5) Un blend composto da Sangiovese per il 60%, completato da un 40% di Cabernet, Merlot e altre uve toscane (40%).
E’ il vino biologico Aliotto Toscana Rosso Igt 2013 Tenute Lunelli, ottenuto dalla vinificazione delle uve della Tenuta Podernovo, nel cuore delle colline pisane.
LA DEGUSTAZIONE
Nel calice, Aliotto si presenta di un rosso rubino intenso con sfumature violacee. Al naso, anch’esso intenso, sprigiona note di frutti rossi (marasca) e frutta sotto spirito. Non manca una venatura minerale e vegetale, che ricorda il rosmarino.
Al palato, Aliotto Toscana Rosso Igt 2013 delle Tenute Lunelli si conferma vino caldo, di corpo, secco, ma anche rotondo e fresco. Giustamente tannico, regala piacevoli note sapide, che conferiscono alla beva ulteriore scorrevolezza.
Un vino equilibrato, che in bocca gioca come al naso con le note di frutta rossa, rivelandosi più “piacione” delle attese. Buono anche il risvolto retro olfattivo, intenso, mediamente fine e sufficientemente persistente.
Da considerarsi pronta la vendemmia 2013, che mostra qualche margine di ulteriore miglioramento in bottiglia. Questo rosso toscano si abbina alla perfezione con piatti di carne, dai ragù dei primi sino ai secondi.
LA VINIFICAZIONE
Aliotto nasce da una attenta selezione delle uve provenienti dai vigneti della Tenuta Podernovo, splendido poggio vitato nel Comune di Terricciola, all’interno della pregiata ed emergente zona vinicola delle Colline Pisane.
I vigneti affondano le radici in terreni dotati di una tessitura di medio impasto, franco-sabbioso-argilloso, ricchi di conchiglie fossili, con una esposizione che va da Ovest a Est passando per il Sud, a un’altitudine di 137 metri sul livello del mare. Il sistema di allevamento è il cordone speronato, con una densità d’impianto di 5680 ceppi per ettaro e una resa di 60 ettolitri di vino per ettaro.
La vinificazione prevede la fermentazione a 28 gradi, in tini di acciaio. Il periodo di macerazione si protrae tra i 10 e i 15 giorni. Dodici i mesi di maturazione in barrique, con affinamento in bottiglia minimo di 4 mesi, prima della commercializzazione. Aliotto viene prodotto sin da 2004.
La famiglia Lunelli ha voluto, a partire dagli anni Ottanta, affiancare al noto marchio di spumante Ferrari “altre produzioni che ne condividessero i valori di fondo, ovvero altissima qualità, ricercatezza e forte legame con il proprio territorio”.
Ecco dunque al fianco del Metodo Classico Ferrari un’acqua come Surgiva, un marchio storico della grappa come Segnana, i vini trentini Lunelli, i toscani della Tenuta Podernovo e gli umbri della Tenuta Castelbuono e locanda Margon.
Prezzo pieno: 7,20 euro
Acquistato presso: Il Gigante
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Sotto la lente di ingrandimento “Al Ladar“, Bonarda Colli Piacentini Doc Riserva Bosco del Sole dell’Azienda Agricola Montesissa Francesco di Carpaneto Piacentino (Pc). Un rosso non filtrato, vendemmia 2009. Nel calice si presenta di un rosso rubino intenso, impenetrabile, con unghia violacea. Scorre denso, tingendo il bordo di ‘lacrime’ fitte. Al naso libera sentori intensi di viola, prugna, frutta sotto spirito.
Non mancano le note vegetali aromatiche, di rosmarino, salvia e menta. Al palato, Al Ladar Bonarda Riserva Bosco del Sole 2009 Montesissa sfodera un tannino ancora vivo, che fa presagire – assieme a un’acidità e a una sapidità suadente – ancora ottime doti di affinamento in bottiglia. In bocca sembra di poter mordere le note fruttate di prugna matura e piccoli frutti di bosco.
Grande morbidezza, per un vino di 15 gradi di percentuale d’alcol in volume, tutt’altro che fastidiosi. Strepitoso anche il retro olfattivo, intenso, avvolgente, capace di chiudersi su persistenti note balsamiche di menta. Perfetto l’abbinamento con i primi al ragù e i secondi a base di carne, dai bolliti alla cacciagione, oltre ai formaggi stagionati. Per morbidezza accompagna bene anche il cotechino. Da provare come vino da meditazione.
LA VINIFICAZIONE
I vigneti che danno vita al 100% Bonarda Al Ladar Montesissa si trovano a Bacedasco, in provincia di Piacenza. Il vitigno viene allevato a Guyot, con una densità di 4.200 piante per ettaro. Le uve vengono vendemmiate nei primi giorni del mese di settembre. Vengono sottoposte a una fermentazione in acciaio, per 12 giorni circa.
La maturazione avviene invece in barrique per 12 mesi. Altri 6 mesi di affinamento in bottiglia precedono la commercializzazione. La vendemmia 2009 ha consentito la produzione di 1770 bottiglie. Qui il nostro reportage direttamente dall’azienda agricola Francesco Montesissa di Carpaneto Piacentino.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Divisi da un oceano, da culture differenti e da un diverso approccio al vino. Sono i Millennials cinesi e americani, la “Generazione Y” più osservata dal mondo del marketing sotto la lente di una nuova survey comparativa, realizzata in occasione di Vinitaly dall’Osservatorio Paesi Terzi Business Strategies in collaborazione con Nomisma-Wine Monitor, che ha indagato stili e modalità di consumo del vino dai giovani nei due Paesi. Tante le differenze ma ancor di più i punti in comune, a partire dalla curiosità verso un prodotto ormai sempre più globale. L’indagine riguarda un campione di 2.300 Millennials in Usa e 1.200 Millennials in Cina.
L’età di riferimento varia a seconda della legal drinking age: 18 anni in Cina e 21 anni negli Usa. Si parte dai consumi, che rappresentano la differenza principale: solo il 12% dei Millennials cinesi ha bevuto vino negli ultimi 12 mesi, contro il 62% dei coetanei americani.
Sul fronte delle preferenze il vino italiano si posiziona ai primi posti, sono il 22% infatti i giovani consumatori cinesi che ritengono che il vino italiano abbia qualità superiore a quello francese, e sale al 35% la percentuale dei sostenitori del vino italiano tra i 21 e 35 anni negli Stati Uniti.
Solo il 10% in Cina e il 4% negli Usa pensa che il vino italiano sia mediamente di qualità inferiore a quello francese. Per il 32% dei Millennials cinesi è il vino il prodotto bandiera del made in Italy, scelto dal 32% degli intervistati e seguito da moda (28%), arredamento e design (12%) e prodotti alimentari (9%). Eleganza (29%), qualità (24%) e tradizione (16%) sono le prime associazioni di idee che il vino suscita.
Una brand reputation che fa ben sperare per il futuro ma a cui non corrisponde un adeguato valore delle vendite del nostro vino nel Paese del Dragone. Degli oltre 1,8mld di vino importato dalla Cina quello made in Italy rappresenta solo una piccola fetta (4,9%), con un valore di poco superiore ai 90mln di euro.
Per Silvana Ballotta, ceo di Business Strategies: “L’indagine dimostra come sia differente l’approccio al vino tra i giovani americani e quelli cinesi, ma più sul fronte dei volumi consumati che sugli atteggiamenti e sulle leve di acquisto del prodotto. In questi casi anche i Millennials cinesi che bevono vino sembrano avere le idee chiare e dimostrano di poter spendere più dei loro pari età americani.
Un dettaglio da non trascurare, visto che, secondo il nostro Osservatorio Paesi terzi il prezzo medio del nostro vino in Cina continua a essere troppo basso (3,1 euro al litro), contro quello francese, che vale circa il 50% in più del nostro prodotto ed ha segnato una crescita del 23% nell’ultimo anno”.
I PAESI DI ORIGINE DEL VINO
Nella classifica cinese per provenienza dei vini, l’Italia si classifica al secondo posto con il 14% delle preferenze, staccata dalla Francia che raccoglie invece il consenso del 30% del campione. Il 37% delle preferenze dei giovani americani valgono invece ai vini italiani il primo posto (37%), subito dopo quelli californiani (49%) e un passo avanti a quelli francesi (32%).
Sul fronte regionale, entrano nella top15 cinese anche Sicilia e Piemonte, rispettivamente al 12° e 13° posto nel Paese del Dragone e al 12° e 15° posto negli Usa, dove la Toscana è la prima regione estera di provenienza, scelta dal 15%.
Nella scelta del vino i più inediti giovani consumatori cinesi non si fanno influenzare dal prezzo e dalle promozioni: solo il 6% ha dichiarato di scegliere il vino in base alle promozioni o a considerazioni di portafoglio, in netta controtendenza rispetto agli orientamenti dei Millennials americani che indicano il prezzo e le promozioni come il primo criterio di scelta (22%).
I Millennials che bevono vino in Cina sono infatti mediamente più ricchi rispetto ai coetanei americani, e con potere di acquisto superiore alla media. Circa 1 su 3 dei wine consumers nel Paese del Dragone appartiene alle due fasce di reddito più elevate, mentre questo è vero solo per il 15% degli americani.
In entrambi i Paesi si dà molta rilevanza all’importanza del brand dell’azienda produttrice, che rappresenta il primo criterio di scelta per i cinesi (indicato dal 22%) e il terzo per gli americani (16%). Si allineano anche sull’importanza del consiglio di amici/negozianti, che è ritenuto rilevante dal 16% dei cinesi e dal 17% degli americani (rispettivamente al terzo e secondo posto).
Mentre il Paese di origine del vino è molto importante per i Millennials cinesi (sono il 17% quelli che lo utilizzano come criterio di scelta), è solo al 5 posto nella lista delle considerazioni dei giovani americani (6%). Scende il livello di attenzione in entrambi i Paesi rispetto ad indicazioni più specifiche sull’origine geografica del prodotto (come la regione di provenienza e il vitigno) e alla pubblicità, sia in tv, riviste ma anche su internet e i social network.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Durante la sua visita al Vinitaly, Matteo Renzi ha dichiarato che il vino italiano è migliore di quello francese, scatenando le ire dei media d’oltralpe. ”The Local” quotidiano online francese, si è subito divertito a pubblicare un articolo sull’argomento ritenendo Renzi ”alticcio da Chianti” con tanto di foto e commenti satirici. Non è la prima volta che Matteo Renzi si esprime sull’argomento. Qualcosa di simile lo aveva già detto al Presidente François Hollande durante un meeting. Hollande aveva replicato con un semplice ”ma il nostro è più costoso”. In termini di popolarità, secondo la rivista, Matteo Renzi potrebbe avere ragione, dopo tutto lo scorso anno l’Italia ha sorpassato la Francia in termini di esportazioni. Ma quale vino è effettivamente migliore? La rivista si interroga, snocciola diverse teorie e chiede pareri illustri. Se si chiedesse al noto critico americano Robert Parker, famoso per il suo naso da un milione di dollari, quale è il vino migliore probabilmente si schiererebbe dalla parte dei francesi. Dopo tutto, tra i 300 vini che l’americano ha classificato come perfetti, secondo il suo metodo a punti, 204 sono francesi. E se la qualità effettivamente si riflette dal prezzo, il premier italiano ai francesi è sembrato nuovamente in torto. Secondo Wine Searcher, su 50 dei vini più costosi al mondo 38 sono francesi, di italiani nemmeno uno e per la cronaca, il primo posto è andato al Romanée-Conti Romanée-Conti Grand Cru, Cote de Nuits, che vende ad un prezzo medio di $ 13.166. Per ”The local” Renzi è stato stupido a confrontare i due vini. Per Bert Celce, un blogger che scrive di vini e degustazioni il vino non può essere misurato in base al paese. ”E’ difficile comparare vini simili di nazioni diverse, perché ogni vino ha una storia diversa quando lo si beve”. Bert Celce peraltro non si dichiara a favore dei vini francesi: ”Se anche un ministro francese avesse detto che i vini francesi sono migliori lo avrei trovato stupido visto che la produzione di vino in Francia è un miscuglio, ci sono un sacco di vini di poco interesse accanto ad altri che sono grandi prodotti. La stessa cosa potrebbe valere per il panorama enologico italiano che non conosco” ha dichiarato.
Infine, secondo il blogger, la maggior parte, se non tutti, dei politici francesi quando parlano di vini non capiscono le differenza di qualità al di là della AOC (l’origine), ma si riferiscono di più al branding. Rosemary George, altro esperto che scrive regolarmente sul vino francese, interrogato sulla questione non ha mezze misure. La reputazione della Francia la dice lunga. “La Francia ha fissato gli standard internazionali – chi fa spumante nel Nuovo Mondo, prende come esempio lo champagne, chi coltiva il Pinot Nero ha la Borgogna come punto di riferimento, e così via”, ha detto a The Local. Rosemary George all’Italia riconosce solo ricchezza di vitigni sconosciuti e oscuri, ma con pochi riconoscimenti internazionali. Chrissie M, che gestisce il blog ”Riviera Grapevine” concorda sul fatto che sia quasi impossibile confrontare i vini delle due nazioni. Il vino italiano è affascinante per la sua diversità, per i vitigni che non si possono trovare altrove, ma il vino francese è un classico e per il blogger è ancora il punto di riferimento per la qualità. I produttori di vino degli altri paesi cercano di emulare da sempre i francesi, lo champagne è l’esempio più calzante. Da un lato l’Italia con alcune produzioni tallona il Bordeaux, anche in termini di prezzo, ma dall’altro non può competere con un rosato Côtes de Provence, nessuno lo fa come i francesi dichiara il blogger tantomeno gli italiani. Ma è inutile fare confronti, quando si può godere di entrambi conclude. Insomma anche il vino, elemento conviviale da sempre, non mette d’accordo Italia e Francia, da secoli nemiche-amiche. L’incidente diplomatico non c’è stato, forse sarebbe stato peggio se il Matteo nazionale avesse citato la partita Italia-Francia del 2006, poteva finire a ”testate”, o peggio a ”bottigliate”.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Morellino di Scansano Docg Riserva 2010 Mezzalama San Pancrazio Masti
(3 / 5) Un po’ di confusione in ”etichetta” per questo Morellino di Scansano, che frontalmente si dichiara Doc e sul retro Docg.
Ma il Morellino di Scansano è stato riconosciuto come Docg a partire dalla vendemmia 2007, quindi è corretta la dicitura posteriore ed è probabilmente un refuso di magazzino l’etichetta anteriore.
Problemi di “forma” a parte, andiamo a valutare la sostanza del Morellino di Scansano Docg Riserva 2010 imbottigliato per San Pancrazio Masti da ICQ-GR 3127. L’acronimo ICQ sta ad indicare ”Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari” e dal punto di vista del consumatore rappresenta l’ultimo anello della catena, quello che ha la responsabilità legale del prodotto. Si tratta di una versione Riserva il che prevede, da disciplinare un invecchiamento non inferiore a due anni, di cui almeno uno in botti di legno. Un vino sugli scaffali da un po’ di tempo, ma si tratta di un prodotto che ha una longevità di 10-12 anni.
LA DEGUSTAZIONE
Nel calice, il Morellino di Scansano Docg Riserva 2010 Mezzalama si presenta di un rosso rubino brillante con un unghia leggermente tendente al granato. Un profumo intenso, che ha bisogno di un po’ di tempo per ”rilassarsi”.
L’alcolicità è davvero prevalente e solo dopo una buona ossigenazione si apre su sentori di marasca e di ciliegia tipici del sangiovese che si impreziosiscono di speziature e note balsamiche.
All’assaggio rivela un buon corpo, caldo e secco. Una acidità fresca naturale bilanciata da un trama tannica rotonda. Equilibrato ed elegante chiude con una discreta persistenza anche se la gradazione di 13,5% frena il sorso. Non sappiamo quale sia il significato del nome Mezzalama, noi ironicamente lo abbiamo interpretato come una lama che ”taglia un po’ le gambe”, se si eccede nella bevuta. Servito a 16-18 gradi il Morellino di Scansano Docg Riserva 2010 Mezzalama si abbina a tutto pasto, a piatti di carne, arrosti e formaggi stagionati.
LA VINIFICAZIONE
Prodotto con uve Sangiovese in purezza allevate nel comune di Scansano. Le vigne si trovano a 200-250 mt s.l.m, sono esposte a sud est ed hanno un’età media di vent’anni. La vendemmia viene effettuata la prima decade d’ottobre. La vinificazione avviene in acciaio, in vasche da 100hl con una macerazione sulle bucce di 18-20gg a temperatura controllata di 30 gradi. Il vino viene affinato in barrique per 16 mesi, ai quali seguono ulteriori 6 mesi di affinamento riduttivo in bottiglia. L’azienda Agricola Fattoria di San Pancrazio si trova sulle colline Chiantigiane nel Comune di San Casciano in Val di Pesa. La proprietà è appartenuta alla facoltosa e splendida famiglia fiorentina dei Gianfigliazzi fino alla loro estinzione. Rilevata nel 1978 dalla famiglia Nannoni – Masti, inizialmente come investimento immobiliare, si trasforma nel 2000, quando Valentina Masti Priami, unica erede di famiglia, con l’aiuto del marito Simone Priami decide di trasferirsi a vivere a San Pancrazio e di occuparsi personalmente della fattoria. Insieme hanno dato vita ad un importante progetto di rivalutazione scegliendo di diventare vignaioli e di abbandonare le loro professioni. Oggi l’azienda vanta circa 23 ettari di vigneto produttivo Chianti e ulteriori 3 ettari in locazione sempre dediti al Chianti, un vino che li rappresenta dal 2006.
Prezzo pieno: 6,99 euro
Acquistato presso: Simply Market
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
”La maggior parte degli obiettivi prefissi li ho raggiunti, anche se qualcosa ancora manca… non so se mai riuscirò a realizzarli, ma ho la ferma convinzione che l’unico modo per farlo sia quello di desiderarli, di viverli intensamente anche quando sembrano utopie… senza sogni non si vive, si sopravvive… senza sogni non sei il protagonista della tua vita ma sei solo una scolorita figura che ha accettato rassegnato la propria esistenza, senza squilli, senza sussulti, senza vita…” parole di Gigi Buffon alla vigilia degli europei del 2012.
Forse quel qualcosa che mancava a Buffon era un vino? Già, perché stavolta non è né il calcio, né una donna a far parlare di lui, ma proprio un vino, anzi il suo vino. Il portiere infatti ha appena stipulato un contratto pluriennale con la Fabio Cordella Cantine che produrrà in esclusiva per lui tre prodotti: un rosso Primitivo, un rosato Negroamaro e un bianco Chardonnay e Verdeca. Insomma Gigi non si è fatto mancare nulla, né i vitigni di casa, né quelli internazionali, come i campionati che ha disputato.
A completare l’offerta della linea ”Buffon 1” anche un olio extravergine. La notizia è stata anticipata da un post su facebook delle Cantine Cordella con l’immagine di Buffon e l’annuncio di una sorpresa in arrivo, sorpresa che è diventata una dichiarazione subito dopo, sia tramite comunicato ufficiale del gruppo Cordella sia tramite annuncio sui social.
Fabio Cordella, dirigente di calcio e imprenditore vinicolo ha fatto l’osservatore e il direttore sportivo poi ha deciso di dedicarsi ad altre passioni, come la produzione di vini nella sua terra d’origine, in Puglia, a Copertino, in provincia di Lecce. La sua Cantina è già fornitore di diversi esponenti di calcio italiano ed europeo, Roberto Mancini, Nemanja Vidic e tanti altri protagonisti del pallone, in Europa, Asia e Sudamerica. ll vino del numero 1, sarà acquistabile sulla pagine dello shop online delle Cantine Cordella e sarà distribuito a livello mondiale oltre che presentato nelle varie fiere.
Una parte del ricavato delle vendite sarà destinato a progetti di beneficienza. Per l’occasione Gigi si è trasformato in sommelier. Così ha descritto il suo rosato Negroamaro: ”Rosato fresco buono buono, s’accompagna bene al pasto. E’ un vino facile ma con una certa consistenza e una buona anima. Ci piace!”. Una recensione semplice, in perfetto stile Gigi Buffon.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Nomi affermati della viticoltura italiana, presenti o meno in Gdo, accanto a piccoli produttori per lo più sconosciuti al “grande pubblico”. Abbiamo affrontato così, ovvero “decidendo di non decidere” in anticipo le cantine a cui far visita, l’edizione 2016 di Vinitaly, andata in scena a Veroa dal 10 al 13 aprile scorsi. Una scelta da curiosi (ma ipercritici) turisti del vino, quella che abbiamo compiuto quest’anno. Con risultati davvero sbalorditivi. Citeremo di seguito le cantine e i prodotti che ci hanno lasciato qualcosa: un ricordo, un’emozione, una storia da raccontare. Il tour inizia dalla Lombardia. Tradotto: alle 9.15, il calice si tinge già del rosso intenso e impenetrabile delle Bonarda dei Fratelli Agnes. Una piccola realtà di Rovescala (Pavia) che in Gdo (Esselunga e Carrefour) distribuisce alcune (ottime) varianti del rosso più bevuto dai pavesi. Centotrentamila bottiglie l’anno per 21 ettari vitati esclusivamente a bacca rossa, allevati con rese che vanno dai 45 ai 70 quintali ettaro. Ci guida nella degustazione Sergio Agnes, appassionato e colto viticoltore, titolare assieme al fratello della cantina oltrepadana. Cresta del Ghiffi, vendemmia 2015, è un Bonarda frizzante, profumato e persistente, caldo e beverino. Sale l’asticella della qualità con il Bonarda fermo La Possessione del Console, cru 2013. Ottenuto da viti di 65 anni, risulta meno profumato ma di grande corpo, struttura e persistenza. Da provare anche Millennium 2009, un 100% Croatina che sull’etichetta ripercorre la storia millenaria della viticoltura a Rovescala, citando i passi salienti di un contratto di mutuo di epoca medioevale (anno 1192), saldato in vino piuttosto che in denaro: “Un attestato di qualità e vocazione alla produzione del vino a Rovescala”, commenta Sergio Agnes, uomo tanto colto e schivo quanto appassionato della sua terra. Un prodotto, Millennium 2009,affinato in barrique da 15 ettolitri, che regala un’ottima fotografia della longevità del vitigno autoctono pavese Croatina. Ancora vivo il tannino, fresca l’acidità, per un prodotto che sarà in grado di mostrare i denti ancora un paio d’anni, conferendo al contempo una grande centralità al frutto. Solo legno nuovo, invece, per Poculum 2011. Un vino 100% Croatina destinato principalmente al mercato estero, ma che piace anche in Italia. Loghetto 2013, ottenuto da una vigna che quest’anno compie i suoi 110 anni, subisce una macerazione di 60 giorni a freddo su lieviti autoctoni, prima della svinatura. Le vigne antiche pescano sino a 30 metri le sostanze nutritive, regalando al calice di questa Croatina una complessità aromatica e una mineralità notevole. Si parte invece dalle bollicine con il vicino Fiamberti, notissimo produttore dell’Oltrepò Pavese. Cruasè (24 mesi sui lieviti) e Brut (30 mesi) Metodo Classico convincono tutti, ma il dialogo si concentra sul rapporto con la grande distribuzione organizzata. “Siamo presenti in Esselunga, Carrefour, Iper e, solo in Umbria e nelle Marche, con Famila e A&O – commenta un raggiante Giulio Fiamberti – e devo ammettere che sono molto soddisfatto dal rapporto con questi gruppi. Abbiamo avuto la grande fortuna di entrare in questo mondo dalla porta principale, in due sensi: il primo è che non ci siamo proposti noi ma siamo stati avvicinati dai buyer, il secondo è che la prima catena che ci ha contattato è stata Esselunga, non appena aperto il suo punto vendita di Broni. Caprotti era alla ricerca di un produttore che gli garantisse tutta la gamma dell’Oltrepò e la cosa ci ha allettato, avendo queste caratteristiche. Per di più, Esselunga è una catena che premia e ricerca produttori più che semplici imbottigliatori. E dunque capisce cosa sta dietro alla singola bottiglia: ovvero il lavoro di chi produce vino, a cui sa dare il giusto valore. Quello ragionevole, pur trattandosi di Gdo”.
Pochi passi ed eccoci da un altro “mostro sacro” dell’Oltrepò Pavese. Fabiano Giorgi, il titolare, ed Enrico Rezzani, responsabile vendite della F.lli Giorgi di Canneto Pavese, ci guidano nell’assaggio di Cruasé, Crudoo e Giorgi 1870, annata 2011. Lascia il segno, in particolare, quest’ultimo: una bollicina tecnicamente perfetta, che non a caso fa incetta di premi: da 7 anni consecutivi “tre bicchieri” Gambero Rosso, da 4 anni “cinque grappoli” Ais, per citarne solo alcuni. Un Pinot Nero Metodo Classico che custodisce la memoria storica dell’azienda pavese, che conta su 75 ettari vitati nei terroir tra i più vocati dell’Oltrepò orientale. Ci spostiamo dunque in Valtellina, per l’esattezza a Castione Andevenno, Sondrio. Incontriamo ‘qui’ Walter Menegola, che ci fa assaggiare il suo Sforzato Riserva 2011. Dodici mesi di barrique “non sempre nuove”, più dodici mesi in botte grande. Milletrecento bottiglie totali per uno Sforzato che alza in cielo la bandiera dell’alta qualità e del rispetto dell’ambiente in Valtellina. “La nostra zona – evidenzia Menegola – merita solo e soltanto questo: qualità. In particolare lo Sforzato Riserva, nel nostro piccolo, ci sta dando grandi soddisfazioni, essendo di recente finito addirittura nell’enoteca di un ristorante stellato. Trattiamo il Nebbiolo come un bambino, che necessita di tempo per iniziare a parlare. Lo aspettiamo, fino a che esprime tutto il suo potenziale, senza commercializzare nemmeno una bottiglia prima che non sia come la vogliamo”. Alti standard qualitativi, grande rispetto per il vitigno. E un occhio di riguardo anche all’uso dei solfiti: “I nostri vini – dichiara ancora Menegola – registrano 24 milligrammi per litro di solforosa. Potremmo certificarci Bio, ma non lo facciamo perché questo è semplicemente il nostro modo di lavorare e di rispettare chi apprezza la pulizia dei nostri vini”. Accanto a Menegola troviamo Marco Triacca dell’azienda La Perla di Tresenda di Teglio, Sondrio. Ottimo anche il suo Sforzato Quattro Soli, in cui le note fruttate fresche costituiscono la peculiarità. “La filosofia – spiega il viticoltore – è quella di favorire l’impatto aromatico con il lavoro agronomico in vigna. A discapito di un po’ di struttura, caratteristica di tutti gli Sforzati, cerco di fare un vino che piaccia innanzitutto a me, dove la frutta sia messa al centro, oltre la botte”. Marco Triacca è modesto, struttura e complessità sono ben presenti, così come corpo e persistenza retro olfattiva. “Cerco di vinificare il prima possibile – precisa il viticoltore – per limitare il tasso alcolico e dare vita a un vino più fresco, di facile beva, che non stanchi dopo pochi sorsi”. Missione compiuta, grazie a una vinificazione che prevede 2 anni in botte grande e 12 mesi di affinamento in bottiglia.
Il viaggio il Lombardia fa tappa nella micro Doc Botticino, Comune della Provincia di Brescia noto al mondo per i suoi marmi più che per i suoi vini. Prendete nota, dunque. E andate a trovare i coniugi Cristian e Alessandra Noventa, che producono assieme ai suoceri (di lui) Pierangelo e Serena, degli interessantissimi blend costituiti almeno al 50% da Barbera, con Marzemino, Sangiovese e Schiava a fare da cornice. Certificata Bio dalla vendemmia 2014, anche se dagli anni 70 non utilizza diserbi, la Noventa Bioviticoltori in Alta Collina fa rimanere sbalorditi con Privilegio 50, ottenuto da vigne di 70-80 anni, affinato in botte vecchia per 50 mesi. La raccolta delle uve a fine ottobre e la lunga macerazione regalano uno straordinario rosso a una provincia, quella di Brescia, nota soprattutto per le bollicine Franciacorta. “Lavoriamo in una piccola zona vocata alla produzione dei vini rossi – evidenzia Cristian Noventa – e abbiamo la grande fortuna di poter coltivare una terra ricca di ‘marna’, ovvero calcare disgregato. Col marmo di Botticino, per intenderci, è stato realizzato l’Altare della Patria di Roma e la Casa Bianca negli Stati Uniti. Questo calcare, la nostra esposizione a sud, un anfiteatro di montagne, l’altitudine dei terreni tra i 300 e i 500 metri sul livello del mare, le rese basse di queste terre, tra i 30 e i 60 quintali per ettaro, oltre alla mano dell’uomo, eseguendo in campo potature verdi per tenere basse le rese e ottenere uve sane, sono gli elementi alla base dei nostri vini, che sono grandi vini. Tutti da scoprire”. Come dare torto a Cristian Noventa? Pià della Tesa e Privilegio 50 sono da assaggiare almeno una volta nella vita. Dieci ettari totali per l’azienda agricola Noventa Pierangelo, per 30 mila bottiglie annue totali. E una grande sfida per il futuro. “I margini di miglioramento sono ancora moltissimi – ammette il viticoltore – ma oltre a confermarci sul mercato con i nostri storici Botticino, abbiamo la grande ambizione di produrre una Barbera in purezza, a cui conferire assieme la morbidezza e l’eleganza del nostro terroir. Ma, soprattutto, intendiamo introdurre il Nebbiolo. Ho la sensazione netta che questo vitigno possa adattarsi alla grande alla nostra zona”. Piemontesi, siete avvisati.
Chi invece non ha bisogno di annunci è la casa vinicola Silvestroni di Camerata Picena (Ancona), che si è presentata a Vinitaly 2016 forte di un nuovo ingresso nella famiglia fashion della “Linea Travenasca”: dopo la Passerina “50 Sfumature”, ecco due splendide ragazze davanti allo stand della casa vinicola, a lanciare la new entry, ovvero il Pecorino “50 sfumature”. “Abbiamo avuto sin da subito un ottimo riscontro – evidenzia Francesco Patrignani, responsabile vendite della Silvestroni – anche grazie alla spinta delle nostre promoter”. Due catwoman in tuta “mimetica” nera, attillata, non potevano certo passare inosservate all’assetato pubblico del Vinitaly. E il vino in sé merita un assaggio: come aperitivo, in ogni occasione di convivialità, ma anche in abbinamento a piatti leggeri di pesce. Più strutturati i vini degustati da Masciarelli Tenute Agricole Srl, nota casa vinicola di San Martino Sulla Marrucina, Chieti, che a Vinitaly 2016 condivide un ampio spazio espositivo con Marina Cvetic, moglie del grande Gianni Masciarelli. Sono di Loreto Aprutino, in provincia di Pescara, i vigneti da cui si ottiene un buon Montepulciano d’Abruzzo a marchio Masciarelli (vendemmia 2014): vinificazione tradizionale in rosso, con temperature iniziali di fermentazione di 20 gradi, che salgono poi a 28, per conservarne la freschezza. Prima dell’affinamento in acciaio per un periodo di 10 mesi, il vino subisce la fermentazione malolattica. Passiamo dunque a due prodotti realizzati dall’azienda Luigi Valori (Sant’Omero, Teramo), di cui Masciarelli è distributore. Il Montepulciano biologico si fa apprezzare per la grande pulizia e le note spiccatamente fruttate. E anche Inchiostro, un Merlot 2010, prodotto in vigneti attualmente in conversione bio, è da provare: caldo e persistente, dotato di un tannino elegante e ancora “frizzante”. Passiamo dunque al padiglione dedicato ai vini pugliesi, dritti al banco del Consorzio Tutela Vini Dop Salice Salentino. Degustiamo qui il Selvarossa Riserva 2012 Due Palme, vino introdotto da qualche mese dalla catena Esselunga nei suoi store più prestigiosi. Naso fruttato caratteristico dei vini di Puglia, intenso, esprime anche al palato la gran carica fruttata di lamponi e fragole, in un concerto spiccatamente speziato, molto caldo, rotondo. Anche il retro olfattivo gioca tutto sulle note speziate. Buon vino, che per la sua sostanza risulta tuttavia difficile da bere se non accompagnato dal giusto abbinamento culinario. Così come risulta un po’ troppo caldo, a livello di alcolicità, Metiusco Salento Igp Rosso dell’azienda vinicola Palamà Srl di Cutrofiano, Lecce.
Sempre in Puglia, ci facciamo ospitare da Giacomo Di Feo, direttore commerciale delle Cantine Due Palme – Viticoltori del Salento (Cellino San Marco, Brindisi), per una dichiarazione sul rapporto con la Gdo. “Come cooperativa e azienda ormai di dimensioni medio grandi – evidenzia Di Feo – siamo in grado di produrre circa 10 milioni di bottiglie l’anno e, dunque, di avere rapporti con la grande distribuzione. Avendo però noi un orientamento fortissimo al marchio, attualmente privilegiamo nel rapporto con la Gdo la produzione di etichette dedicate e linee di private label. I prodotti principali vengono dunque destinati al mercato d’elezione, che è quello della ristorazione, mentre con prodotti specifici o creati ad hoc ci affacciamo alla grande distribuzione. Cosa che tra l’altro in questo momento è molto richiesta, soprattutto per un discorso di margine. Per il futuro, la cosa da migliorare è il controllo del prezzo. Una tematica che all’estero è molto più sentita rispetto all’Italia. Quasi mai, fuori dai nostri confini nazionali, un vino viene utilizzato come specchietto per le allodole, attirando i consumatori con prezzi stracciati, in maniera così sistematica. E la pressione sul promozionale, quando esiste, è molto limitata nel tempo, all’estero. In Italia, invece, registra anche punte del 90%: vuol dire che su 10 bottiglie vendute in Gdo, 9 sono in promo. In Paesi come la Svizzera, le vendite promozionali riguardano solo il 10% delle vendite. Ciò contribuisce ad alzare il livello di consapevolezza del consumatore, che paga il vino quanto vale davvero. Riducendo i prezzi con le promozioni, invece, avremo sempre da un lato una catena Gdo scontenta, perché non marginalizza abbastanza, e dall’altro un produttore soffocato dalla richiesta del prezzo”. Cantina Due Palme lavora con Esselunga, Il Gigante (Selex), Carrefour, Auchan, Sma: tutti player di livello nel panorama italiano. E del prezzo di vendita corretto fa una questione di orgoglio. Non a caso Selvarossa Riserva 2012 si sta riposizionando su cifre che si aggirano attorno ai 14,50 euro – destinate a crescere ancora – a fronte di un iniziale sell out di 13 euro. Sempre non a caso, il 90% del fatturato della cantina su questo prodotto va fatto risalire al canale Horeca. “Una catena che ben lo espone – ammette il direttore commerciale Di Feo – non può che essere per noi un valore aggiunto”. Tra i prodotti di punta della cantina brindisina c’è anche il Susumaniello Serre, premiato tra l’altro a Vinitaly 2014. Ma a proposito di quest’uvaggio autoctono non potevamo mancare una sorta di “verticale” da chi, il Susumaniello, lo ha fatto riscoprire al grande pubblico di appassionati del vino.
Parliamo delle Tenute Rubino di Brindisi. Romina Leopardi, responsabile Marketing e Comunicazione dell’ottima realtà pugliese, membro dell’associazione Donne del Vino, ci guida alla scoperta di questa splendida bacca rossa, che meriterebbe quotidianamente l’onore delle cronache. Tenute Rubino vinifica il Susumaniello in quattro versioni. Si comincia con Sumarè, metodo classico 2013, 24 mesi sui lieviti, 12% di alcol in volume. Un Rosè con cui darsi un appuntamento almeno una volta nella vita, prima che finisca: ogni anno la casa vinicola brindisina ne produce circa 3.200 bottiglie, dal 2012. Uno spumante di grande complessità aromatica, con un perlage fine, delicato al palato, che gioca tutto su note fruttate di bacche rosse. Si prosegue con Torretesta Rosè 2015, Susumaniello rosè presentato lo scorso anno a Vinitaly. Delicato per le note floreali di rosa, ciliegia e amarena, esprime calore nonostante gli 11,5% gradi. Punto forte? Un naso profumatissimo, inebriante. E una persistenza degna di nota, sulle note di lampone. Ecco dunque Oltremé, rosso classico a base Susumaniello, vinificato in acciaio. Rosso rubino impenetrabile, naso intenso, comunica anche in bocca la piacevolezza di un prodotto “piacione”, pensato appositamente per essere gustato da un pubblico vasto, non esclusivamente costituito da intenditori. Missione più che compiuta. E’ il preludio all’esplosione di gusto di Torretesta 2013, Susumaniello di 16% difficile da dimenticare, che ricorda (con i dovuti distinguo del caso) un Amarone della Valpolicella. Di una densità pesante, ruota nel calice diffondendo note di frutti rossi sotto spirito, anche in questo caso inebrianti e balsamiche. Tannino avvolgente, regala al palato un mix esemplare di frutta e spezie per il quale vale la pena amare il Susumaniello. “La gradazione alcolica così elevata, anche se non fastidiosa – evidenzia Romina Leopardi – è una caratteristica della particolare vendemmia 2013, mentre solitamente questo vino non supera i 13 gradi. E il segreto è l’appassimento di una parte delle uve per circa 15-20 giorni, poi unite al resto del mosto durante la vinificazione”. Chapeau. Da chi un uvaggio ha riscoperto passiamo a chi, di una terra, è ormai portabandiera nel mondo. Siamo da Gianfranco Fino, forse uno dei pochi che al Vinitaly 2016 è riuscito a concludere affari veri. Se ne sono accorti anche gli appassionati presenti allo stand del produttore pugliese, quando il tagliere con affettati e formaggi destinati ad accompagnare la degustazione di Es Primitivo di Manduria e Salento Negromaro 2014, è stato bruscamente sfilato per essere (prontamente) servito al vincino tavolo di un businessman giapponese, accompagnato dalla sua interprete. Questioni di stile. Un po’ come quella del vino di Fino, anche se declinata in altre forme: unica ed esemplare, anche per il Passito. Le lancette dell’orologio corrono impietose e ci spostiamo in altri padiglioni, tra il fiume di visitatori. Scopriamo così Paraxo (“Palazzo” in genovese) dell’Azienda Agraria Anfossi di Bastia d’Albenga, Savona. Lo avrete capito: siamo al padiglione Liguria. E Anfossi è uno dei pochi produttori a vinificare in bianco il vitigno Rossese. Ottimo prodotto, ben presentato da Luigi Anfossi, figlio del titolare dell’azienda nota alla Gdo anche per il pesto. Al padiglione Piemonte incontriamo una vecchia conoscenza di vinialsupermercato.it, Daniele Chiappone, dell’azienda Erede di Chiappone Armando di Nizza Monferrato, Asti. Manca l’ottima Freisa Sanpedra, ma al Vinitaly Daniele si presenta con Brentura 2010 e Ru 2010, i best seller della cantina: rispettivamente Barbera d’Asti e Barbera d’Asti Superiore Nizza Doc. Il produttore piemontese aderisce al “Giro del Nizza”, in programma domenica 17 aprile e vale la pena di passare a conoscerlo.
Il nostro Vinitaly 2016 si chiude dunque in bellezza, con la scoperta dell’Azienda Agricola Ricci di Costa Vescovato (Alessandria). Qui, Carlo Daniele Ricci, si è ormai specializzato nella produzione di un Timorasso eccezionale. Il viaggio tra i sapori (e i colori) di questo uvaggio a bacca bianca autoctono piemontese inizia con Terre del Timorasso 2013, vinificato in acciaio. Vino di un giallo dorato, sfodera un naso non particolarmente intenso, preludio tuttavia di un palato molto caldo e persistente. Si passa dunque a San Leto 2009, ottenuto mediante fermentazione e affinamento in acacia. San Leto 2006 stupisce per l’intensità olfattiva, che sfiora tinte balsamiche. Giallo di Costa 2011 scorre nel calice tingendolo di un ambra allettante, che in bocca diventa piacere tanto risulta morbido e rotondo, nonostante il calore dei suoi 14 gradi di alcol in volume. Giallo di Costa 2007, è l’eleganza fatta vino. E San Leto 2004 la ciliegina su una torta di una produzione di altissimo livello. “Lavorare bene in vigna – commenta il produttore Carlo Daniele Ricci – è il primo passo per ottenere vini di grande equilibrio. Conosco ogni singolo componente dei terreni che coltivo, avendo effettuato per anni delle ricerche accuratissime che mi permettono di capire come sarà il vino ancor prima di produrlo. Nell’area di produzione del Timorasso c’è grande rispetto per l’ambiente e unità. Siamo partiti come carbonari, contro tutti i commercianti di vino e le cantine sociali. Dopo 20 anni di fatiche e battaglie, possiamo finalmente affermare che il territorio ce l’abbiamo in mano noi, produttori attenti alla terra e all’ambiente”. Uno spirito battagliero che Vinitaly 2016 ha saputo valorizzare.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Ecco la classifica dei primi dieci vini in termini di incremento vendite 2015, come illustrato da Coldiretti durante il Vinitaly che si è appena concluso. Un dato che parla chiaro, gli italiani nel 2015 hanno dirottato i loro acquisti su prodotti locali e vitigni autoctoni. Il primo vitigno internazionale, per crescita si posiziona solo in fondo a questa speciale classifica. “Il futuro dell’agricoltura italiana ed europea dipende dalla capacità di promuovere e tutelare le distintività territoriali che sono state la chiave del successo nel settore del vino dove hanno trovato la massima esaltazione”, ha affermato Roberto Moncalvo presidente della Coldiretti. La maggior parte di questi vini, versione gdo sono stati recensiti dalla nostra pagina, anche di diverse cantine o catene di supermercati, se non li avete mai letti o volete rileggerli il link Vi porterà alla recensione che abbiamo abbinato. Quanto al Marzemino, presto online.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Dal 13 al 15 Maggio, al Pala Banco di Brescia si terrà il primo evento locale dedicato al mondo della birra artigianale. L’idea è nata proprio osservando il quadro produttivo del bresciano, uno tra i più importanti a livello nazionale per volumi di produzione e qualità di birra prodotta con una ventina circa di produttori per una produzione complessiva di circa 2,5 milioni di litri annui.
Beer in Brescia, questo è il nome scelto per la manifestazione nasce dalla collaborazione tra Giuseppe Vitrano (organizzatore) e l’associazione ”Officina Futuro”. Officina futuro opera da anni sul territorio bresciano in ambito organizzazione eventi ed è nota per la ”Maratona fotografica Brescia”. Per l’evento saranno selezione 12 micro birrifici bresciani che offriranno agli appassionati oltre 70 tipi di birra in degustazione.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Grande successo dei vini Piceni al Vinitaly che hanno registrato interesse ed apprezzamento dai visitatori dello stand. Successo che viaggia di pari passo con quello del suo vino Passerina che nel 2015 ha segnato un incremento del +34,2 % , seguita, nel trend positivo dal vicino Pecorino con un +19,9%. ”Un risultato straordinario ed inaspettato che vede ripagati gli sforzi di questi ultimi anni di investimento. Il Consorzio Vini Piceni ha puntato molto sulla promozione di questi vitigni autoctoni di origine picena, qualche tempo fa sconosciuti, ed ora con questi risultati impensati vedono ripagati gli sforzi dei nostri soci, che hanno creduto in noi attraverso una promozione intelligente e ritengo di dover dare merito a coloro che nei tempi recenti hanno avuto la lungimiranza di puntare su vitigni Piceni invece di farsi ammaliare dalle sirene delle varietà internazionali. Sono felice per me e per tutti i produttori del Consorzio ” ha dichiarato a Picenotime Angela Velenosi Presidente del Consorzio di tutela vini Piceni commentando i dati di Coldiretti esposti a Verona. ”Non credo sia campanilistico affermare che la Passerina è la base esclusiva di una tipologia della più importante Docg delle Marche quale l’Offida. Il Consorzio vini Piceni in questi ultimi tre anni ha investito quasi quattro milioni di Euro tra promozioni nazionali, europee e presso i paesi terzi, numeri impensabili per un territorio quale il Piceno, ovvero il sud delle Marche, ai più sconosciuto sia come bellezza sia come produzione vitivinicola. Pur esprimendo soddisfazione anche per gli amici abruzzesi tengo a precisare che il Pecorino, al terzo posto come incremento di bottiglie in Italia con quasi il 20% di crescita ed appena sotto il prestigioso Valpolicella, è di origine picena, grazie alla lungimiranza del compianto Guido Cocci Grifoni che credette in questo vitigno a rischio di estinzione, prelevandolo dalle falde del Monte Vettore, in pieno Parco dei Sibillini, nel comune di Arquata del Tronto (Ascoli Piceno) agli albori degli anni ’80 per portarlo nelle colline di Offida e Ripatransone, in provincia di Ascoli. Il prestigio di questo vitigno è stato suggellato poi dal riconoscimento della Docg Offida, tipologia Pecorino appunto, e nella Dop “Falerio”, tutelate entrambe dal nostro Consorzio. Questi dati impensabili suggellano lo straordinario successo avuto negli stand Piceni da parte dei visitatori al Vinitaly 2016. Questa felice conclusione avvalora lo slogan scelto proprio per la Kermesse veronese ovvero “orgoglio piceno”, cioè la consapevolezza di appartenere ad un territorio straordinario dove le montagne vicino al mare producono bianchi autoctoni di grande livello ora riconosciuti anche dal mercato”, ha aggiunto Armando Falcioni, direttore Consorzio di Tutela Vini Piceni.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Hiso Telaray, Libera Terra Puglia è il nome della cantina gestita dalla cooperativa sociale Terre di Puglia. Libera Terra opera sui terreni confiscati alla criminalità organizzata pugliese con l’obiettivo di creare opportunità occupazionali ispirandosi ai principi della solidarietà e legalità e aderisce a Libera, associazione contro le mafie. 35 ettari di vecchi filari di Negroamaro e Primitivo allevati con metodo biologico, sono la materia prima con cui vinificano i loro prodotti. Un’azienda nata nel 2009 che ha scelto di chiamarsi come il ragazzo albanese, ucciso nel 1999 dai caporali a Cerignola per essersi ribellato e che oggi vanta una serie di etichette tutte dedicate a vittime della mafia come Renata Fonte Negroamaro Salento Rosso Igt dedicata all’assessore di Nardò uccisa dalla mafia, Antò Primitivo Puglia Rosso Igt, intitolato a Antonio Montinaro, caposcorta di Falcone. La cantina è stata presente al Vinitaly, nel padiglione della Puglia con un proprio stand per presentare le nuove annate dei suoi vini. Vini che hanno già ricevuto premiazioni e che sono distribuiti in vari paesi, Stati Uniti, Inghilterra, Germania, Cina e Giappone, Un successo nato dalla passione di una ventina di lavoratori e da una terra generosa come la Puglia che sta vivendo un vero e proprio rinascimento del vino, anche grazie a realtà come Hiso Telaray che, al di là della testimonianza di riscatto, si distingue per la qualità dei prodotti che si sono aggiudicati anche una nicchia di mercato cinese, che fa tanto gola, con delle prime esportazioni su Ningbo.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
”Non solo moda”, è proprio il caso di dire in questo caso. Forse non tutti sanno che Ferruccio e Salvatore Ferragamo, grandi firme della moda made in Italy sono anche titolari di una azienda vinicola, ovviamente in Toscana, nell’antico borgo medievale di Borro, ai piedi del Pratomagno in Valdarno. Borgo che dà anche il nome all’azienda ”Il Borro”. Azienda che ha scelto proprio la passerella del Vinitaly per far sfilare il nuovo nato in famiglia. Si tratta di uno spumante rosè metodo classico prodotto da uve Sangiovese, che matura 48 mesi sui lieviti e che ha un nome elegante e classico, ”Bolle di Borro”. Un prodotto totalmente bio, certificazione ottenuta dall’azienda nel 2015, in linea con i trend del mercato, non solo perché i Ferragamo di trends se ne intendono, ma proprio perché è la filosofia alla quale si sono convertiti già dal 2011. Prima con la riconversione dei vigneti in chiave biodinamica, poi con lo sviluppo all’interno dell’azienda di altre attività come l’Orto Bio, l’apicoltura bio e anche l’ospitalità di lusso che ha riportato il borgo allo splendore del tempo di Lorenzo de Medici. L’idea di intraprendere l’attività è stata di Salvatore, figlio di Ferruccio che ha scelto proprio il borgo de il Borro per le condizioni pedoclimatiche uniche: inverni miti, ottima umidità ed esposizione dei vigneti. La proprietà è stata acquistata in condizioni fatiscenti nel 1993 ed oggi è un’azienda a ”bolletta zero” tutta gestita con fonti rinnovabili. La cantina, cuore dell’azienda è scavata sotto terra e si snoda sotto l’antica villa.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Sarà a Bari il primo museo della birra. Una struttura pensata per fare formazione, essere birrificio, ma anche museo. L’idea è di mondobirra, presieduta da Piero Conversano che ha immaginato un luogo dove si potrà degustare la birra, diventare mastri birrai o beer sommelier. Il tutto in un contesto istituzionale che avrà anche il patrocinio della Regione, del Comune di Bari e della Camera di Commercio. La sede sarà all’interno del padiglione della fiera del Levante a partire da Settembre 2016.
”Verrà dato maggiore spazio alle birre pugliesi, oltre ad altre italiane comprese quelle commercializzate all’estero” ha spiegato Paola Sorrentino, biologa, napoletana di nascita e barese di adozione del birrificio Bari.
Il museo della birra sarà anche un occasione per creare occupazione in una regione come la Puglia che vive da sempre un grande disagio. Il primo museo pubblico della birra italiano sarà sempre aperto per tutti coloro i quali sono incuriositi da uno dei processi produttivi più affascinanti e magici di sempre, acqua, malto, lievito e luppolo gli ingredienti della bevanda fermentata più antica del mondo.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
E’ il prodotto di un vitigno autoctono oggi presente soprattutto nella zona delle Marche, in provincia di Ancona. Un nome particolare, Lacrima, perché, a maturazione, spesso la buccia si rompe lasciando fuoriuscire gocce di succo simili ad una lacrima. Non fatevi ingannare dal nome al cui interno c’è la parola Alba, perchè non siamo in Piemonte, a Cuneo, ma proprio nelle Marche, con un vino che si preannuncia particolare già dal nome. Lacrima di Morro d’Alba Superiore Doc Arciere, vendemmia 2013, finito oggi nel nostro calice. Di colore rosso rubino carico, tendente al violaceo e poco trasparente sul bicchiere rilascia tanti archetti stretti che colano densi. Dal punto di vista dell’olfatto è molto profumato. Inizialmente è l’alcolicità a prevalere, sono 13% i gradi di questa versione superiore. Le note vinose poi, lasciano spazio a piccoli frutti a bacca rossa, che si arricchiscono di un mazzolino di rose e di violette. Lo spettro olfattivo viene completato anche da una leggera speziatura e da note balsamiche. Di corpo medio, è un vino caldo e fermo che si fa apprezzare per il gusto rotondo e fruttato, ma soprattutto per il retrogusto quasi ”liquoroso”.Chiude infatti su note di ginepro in un finale elegante e persistente. Non è il classico vino ”piacione’ alla toscana, ma ha un sapore asciutto e gradevole e per la sua particolare aromaticità viene considerato anche un vino da meditazione. Oppure, a tavola, la Lacrima di Morro d’Alba Superiore Doc Arciere è un vino che si abbina a primi piatti saporiti, pietanze tartufate o a base di carne rossa. Si accosta molto bene al filetto di manzo accompagnato con crema di funghi e condito con olio al tartufo, ma anche a prodotti tipici della cucina marchigiana come il salame lardellato di Fabriano o il ciauscolo. Va servito a 18-20 gradi.
LA VINIFICAZIONE
Sappiamo dal sito internet della Cantina Marconi che il Lacrima di Morro d’Alba Superiore è prodotto con uve Lacrima 100% da vigneti che si trovano nella zona di produzione di S.Marcello in provincia di Ancona vendemmiate al massimo della maturazione zuccherina per dare colore e aromaticità al prodotto. La resa è di 1,5 kg per pianta. La Denominazione di origine controllata del vino Lacrima di Morro d’Alba, per essere tale, deve essere composta dal vitigno Lacrima per almeno l’85% con l’aggiunta di Montepulciano e/o Verdicchio nella misura del 15% massimo. Della Lacrima di Morro d’Alba esiste anche una particolare versione passita. Non abbiamo ulteriori informazioni riguardo la vinificazione, le nostre richieste sono state disattese, anche se ci sarebbe piaciuto scoprire qualcosa di più sul nome di fantasia Arciere e sulla particolare etichetta ”vini d’arte”. La Cantina Marconi si trova a S. Marcello in provincia di Ancona, ha un’estensione di 42 ettari nelle colline marchigiane vocate alla coltivazione del Verdicchio e della Lacrima. Da tre generazioni produce vino con la filosofia di fare bene per il piacere di tutti come se si facesse per se stessi cercando di portare nella bottiglia la massima espressione del territorio. Per il loro Verdicchio di Jesi hanno ricevuto una serie di riconoscimenti e menzioni.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Profumo delicato ma intenso, gusto secco e fruttato, lunghissima persistenza. Il panorama delle bollicine dell’Oltrepò Pavese si arricchisce di un nuovo protagonista a base Pinot Nero vinificato in bianco: Atmosfera, della società agricola Bagnoli Vini di San Damiano al Colle, Pavia. Un Brut di cui sono state prodotte per la prima annata circa 5 mila bottiglie. Due terzi delle quali sono già andate a ruba. Un prodotto autentico, che racconta la dedizione con la quale i fratelli Luigi e Fausto Bagnoli si occupano dell’azienda di famiglia e dei suoi filari. Versato nel calice, Atmosfera sfodera un perlage molto fine, per nulla invadente o fastidioso al palato. In bocca ripresenta le note fruttate di pesca e pera già percepite al naso, sfoderando una buona struttura e un finale che tende lievemente all’amarognolo del pompelmo. La persistenza è il piatto forte: Atmosfera e le sue fragranze sembrano non finire mai. “Quello di quest’anno – spiega Luigi Bagnoli – è stato un esperimento. Molti dei nostri clienti, ovvero ristornati, enoteche e gastronomie, ci chiedevano di completare la nostra gamma di vini dell’Oltrepò con una bollicina. Li abbiamo accontentati ed è stato un successo”. E la ciliegina sulla torta è l’etichetta, stampata su un materiale speciale, simile al tessuto, testato per resistere all’erosione dell’acqua marina. Per di più di colore cangiante, in base alla luce.
LA VINIFICAZIONE Atmosfera nasce da uve Pinot Nero pigiate e poste in autoclave senza aggiunta di lieviti. La fermentazione avviene a temperatura e pressione controllata, una tecnica diffusa particolarmente in Germania piuttosto che in Italia. Una tecnica rischiosa, dal momento che l’accumulo di pressione nella vasca può finire per incidere sulla vitalità dei lieviti, durante la fermentazione.
Producendo per altro odori o deviazioni che espongono il prodotto tanto al rischio di essere gettato via, quanto a risultare eccellente. “Come tutte le cose buone – commenta Luigi Bagnoli – la componente rischio è fondamentale e a noi piace metterci in gioco. Il ‘paziente’ potrebbe decedere durante l’intervento, insomma”. Ecco dunque l’importanza, ancora una volta, di portare in vinificazione “solo uve sanissime”.
“La vigna è il fulcro di tutto – spiega il produttore pavese – sarei falso se vi dicessi che i risultati sono dovuti solo alla mia bravura. Il segreto di un’azienda che lavora bene, non solo in Oltrepò ma in tutto il mondo, è avere terreni e vigneti buoni o eccellenti: grazie a mio padre e ai miei nonni, tutto questo è possibile nella nostra azienda”.
Le uve Pinot Nero sono state monitorate accuratamente sin dall’inizio della maturazione e raccolte – ecco un’altra particolarità – a un grado di maturazione perfetto. Per gli spumanti convenzionali, invece, si preferisce vinificare uve non ancora perfettamente mature, sfruttandone l’acidità.
“Siccome non sono un grande amante degli spumanti – dichiara Luigi Bagnoli – quando a luglio dello scorso anno abbiamo deciso finalmente di produrne uno nostro, ci siamo anche detti che sarebbe stato differente dagli altri. Un prodotto che piacesse a me, innanzitutto: fruibile e bevibile senza avere mal di testa o bruciori di stomaco, anche esagerando con un paio di bicchieri in più”.
Altra scelta, quella di non aggiungere zuccheri o aromi. Un Brut metodo Charmat di gradazione complessiva 12,40%. “Abbiamo così prodotto uno spumante vicino alla nostra idea di azienda vitivinicola – commenta Fausto Bagnoli – da bere a tutto pasto, dall’aperitivo agli antipasti, dai primi di pesce, molluschi e crostacei sino alla carne. Una bollicina tutt’altro che ‘pasticciata’, che ha nella facilità di beva e nella grande pulizia i suoi valori aggiunti”.
L’OLTREPO’ VISTO DAI FRATELLI BAGNOLI
Un prodotto, lo spumante Atmosfera, differente da molte bollicine dell’Oltrepò Pavese. Una realtà che, a detta dei fratelli Bagnoli, “penalizza” spesso i produttori. “Fare i numeri è un po’ il marchio di fabbrica di questa zona vitivinicola – dichiara Fausto Bagnoli – che spesso si dimentica della qualità. Noi stessi paghiamo lo scotto di produrre in quest’area sferzata negli anni da tanti, troppi scandali. Fortunatamente noi siamo riusciti a farci un nome. Ma se mi metto nei panni di un giovane che intenda accostarsi oggi, nel 2016, al panorama vitivinicolo con l’intenzione di fare qualità, non posso che prevedere per lui una strada in salita”.
Per la Bagnoli, il passaparola tra i clienti che hanno toccato con mano la qualità e la salubrità dei prodotti è un motivo di vanto. “Ma anche noi siamo penalizzati – aggiunge Luigi Bagnoli – dal momento che fuori dalla zona, al di là del passaparola, veniamo penalizzati dalla nomea dell’Oltrepò, senza che neppure i nostri prodotti vengano assaggiati. Questo è ovviamente un limite dell’interlocutore, ma speriamo che le cose cambino non solo per noi, ma per l’intero Oltrepò”.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Tutti in fila nello stand della Sardegna alla 50ma edizione del Vinitaly per farsi cingere il collo dalle medaglie vinte all’ultima edizione del ”Grenaches du monde”, la più importante manifestazione mondiale dedicata al vitigno Cannonau che si è tenuta a Saragozza lo scorso febbraio. Sono ben 13, tra ori, argenti e bronzi, con buona pace per gli scaramantici, i vini sardi che sono stati premiati a Verona dall’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi, e dai rappresentanti di Civr, organizzatore del concorso. “Queste medaglie sanciscono una volta di più la qualità del nostro Cannonau, una delle autentiche eccellenze del nostro agroalimentare”, ha detto l’esponente della giunta Pigliaru. “È per noi un onore l’organizzazione della 5a edizione del Grenaches du monde, che si terrà in Sardegna dall’8 all’11 febbraio 2017, rappresenta un’occasione importante per far conoscere a un pubblico internazionale i nostri territori, le loro produzioni e far crescere tutta la Sardegna. Vogliamo che questi eventi non siano sporadici, perché sono importanti occasioni di promozione e ribalta per l’Isola: siamo al lavoro per candidarci e ospitare con regolarità importanti concorsi internazionali nei prossimi anni” ha aggiunto. “Il Cannonau si conferma cavallo vincente della nostra produzione enologica e siamo al lavoro per rafforzare la sua presenza sul mercato e intercettare l’interesse dei consumatori nei paesi con una marginalità di prezzo alta”, ha affermato Elisabetta Falchi. “Come i premi del Grenaches du monde confermano, la Sardegna sa produrre qualità quando punta sulle sue filiere e sulla rete organizzata dei produttori: questa è la direzione giusta che la Regione intende potenziare” ha aggiunto. ”In questi giorni, proprio qui al Vinitaly, abbiamo discusso i dettagli operativi coi delegati di Civr. Nel 2016 hanno partecipato aziende da Australia, Brasile, Francia, Italia, Repubblica di Macedonia, Spagna e Sudafrica: una vetrina planetaria per i vini sardi ma anche per i territori. Siamo già al lavoro per presentare al meglio la Sardegna: già dopo l’estate c’è l’ospitata di una delegazione di giornalisti specializzati per il primo dei press tour coi quali scandiremo l’avvicinamento all’edizione 2017 del Grenaches du monde” ha concluso la Falchi.
Le medaglie di Grenaches du Monde consegnate al Vinitaly
A fare la parte del leone la Cantina sociale di Dorgali, fresca vincitrice ieri all’inaugurazione della Medaglia di Cangrande di Vinitaly, con due ori (per Hortos 2010 e Noriolo 2012) e un argento (Viniola 2012), ma non meno prestigiosi i premi per le Tenute Sella & Mosca (oro con Anghelo Ruju 2004), Cantina sociale di Dolianova (oro con Blasio 2011), Cantina di Oliena (oro a Corrasi 2010), Binzamanna (argento per Nuraghe Sas Molas 2013), Tenuta Asinara (argento a Indolente 2012), Tenute Rossini (argento per Rossini Rolù 2014) e Cantina Il Nuraghe (argento a Chio 2011). Onore anche alle medaglie di bronzo per Argei Le Fattorie Renolia (con Argei 2014), Cantina sociale di Dolianova (premiato Anzenas 2013) e Società agricola Fratelli Puddu (con Pro Vois 2009).
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Ecco il profilo del ”consumatore” di vino italiano over 18. A tracciarlo una ricerca presentata oggi al Vinitaly da Imt, Istituto di Tutela Vini Marchigiani. Cosa o chi influenza l’acquisto? Quali vini si preferiscono? Quanto vino si consuma e dove? Da quanto emerge dalla survey di Nomisma i vini dei vitigni autoctoni sono quelli per i quali il futuro si prospetta roseo in termini di trend, con il Verdicchio, l’autoctono marchigiano conosciuto dal 77% del campione, seguito dal Vermentino (76%) dalla Vernaccia (67%), dal Tocai Friulano (66%) e dalla Falanghina (62%). Una vittoria, frutto anche dell’importanza della territorialità nei criteri di scelta del vino. Il 36% dei consumatori si orienta nell’acquisto principalmente in base alla provenienza dei vini, prestando attenzione alla specifica regione di produzione (26%) e alla nazionalità (10%). Solo 1 italiano su 5 si dichiara disposto a provare nuovi vini di territori meno conosciuti soprattutto se oggetto di promozioni interessanti, ma il passaparola rimane la migliore pubblicità. Per essere aiutati nell’acquisto, il 34% del campione chiede il consiglio di amici e familiari, il sommelier convince sempre (7%), ma anche i media specializzati (9%), che registrano il netto sorpasso del web sul cartaceo (rispettivamente 6% e 3%). Emerge l’importanza dell’opinione raccontata direttamente attraverso degustazioni al ristorante (13%) o eventi fieristici dedicati (7%). Nel 2015, 44 milioni di persone (l’80% dei 18-65enni) hanno consumato vino in Italia: il 50% lo beve almeno 2-3 volte a settimana e il 65% ne assume più di 2 bicchieri ogni 7 giorni. Il consumo è direttamente proporzionale all’età, con il 64% dei ‘Baby boomers’ (51-69 anni) che beve regolarmente più volte alla settimana, contro il 50% della ‘Generazione X’ (36-50enni) e appena il 38% dei più giovani ‘Millennials’, che però risultano essere i maggiori consumatori di vino frizzante. Il consumo avviene principalmente tra le mura domestiche (64%) e al ristorante (17%). Importante il connubio cibo/vino, il 20% degli intervistati suggerisce di puntare maggiormente sugli abbinamenti. Nel futuro si prevede l’acquisto di più vini bio (20%), vini carbon neutral (9%), vini con packaging eco-sostenibili (5%) e anche vini vegani (4%).
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
In occasione dell’incontro odierno tra il Premier Renzi e Jack Ma, fondatore di Alibaba Group, Denis Pantini Responsabile di Nomisma Wine Monitor sottolinea ”la Cina corre e noi rincorriamo, ecco perché è utile l’incontro odierno con Alibaba Group.
Nel 2015 la crescita del vino in Cina è stata tumultuosa; il dragone lo scorso è diventato il quarto mercato mondiale per importazione di vini (1840 mln di Euro) surclassando il Canada (1.618 mld di Euro).
La Francia resta padrone incontrastato tra i vini importati in Cina (+44%), e sempre nel 2015, crescono in particolare Australia (+22%) e Sud Africa (+2%). Nel primo bimestre 2016 secondo i dati Wine Monitor Nomisma l’onda lunga della crescita cinese continua imperterrita segnando un +59% di import in valore Euro.
Tra i principali paesi dove la Cina continua ad importare di più spicca l’Australia (+108%), mentre l’Italia conferma il ritmo del 2015 (+15%). Nell’orizzonte della tumultuosa crescita cinese, l’Italia sta giocando un ruolo marginale da cenerentola, e i margini per crescere sono elevati”.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Il vino rosso siciliano non è solo buono, fa anche bene alla salute. Alcuni studi scientifici dimostrano, infatti, come alcune sostanze contenute nelle uve dei vitigni autoctoni siciliani a bacca rossa abbiano funzioni cardioprotettrici fondamentali per la salute dell’uomo. Di questo e degli aspetti salutari del vino si parlerà domani al Vinitaly di Verona, nel corso della convegno scientifico ”Vino, salute e stili di vita”, che si svolgerà alle ore 13 nella sala conferenze IRVOS del Padiglione 2 Sicilia. L’’incontro è organizzato dalla Strada del Vino Erice Doc, l’associazione che comprende le aziende vinicole e agroalimentari di eccellenza del territorio della Sicilia occidentale, con la collaborazione scientifica dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Trapani, Assovini Sicilia ed Irvos, AIS Sicilia, ONAV, Federazione Strade del Vino, Slow Food TP, Idimed, Distretto Tecnico Agrobiopesca e Casa Vinicola Fazio. Lo scopo dell’incontro è quello di far riscoprire i valori fondanti del vino e dell’alimentazione nella nostra società, soprattutto in relazione ad un consumo consapevole ed equilibrato che favorisca la prevenzione delle malattie cardiovascolari e induca le persone ad un corretto stile di vita. Al convegno interverranno due tra i più importanti medici/ricercatori siciliani che hanno studiato a fondo il legame tra vini rossi autoctoni siciliani e salute: il prof. Giuseppe Carruba, oncologo e presidente dell’Idimed, e il dott. Arian Frasheri, cardiochirurgo dirigente dell’U.O. dell’ospedale S.A. Abate di Trapani. Si parlerà soprattutto degli studi clinici che hanno dimostrato il valore benefico per la salute derivato dal consumo dei vini siciliani, in particolare delle uve provenienti da alcuni vitigni a bacca rossa, che in migliaia di anni di evoluzione genetica e di adattamento all’habitat hanno mostrato la tendenza ad accumulare maggiore quantità di stilbeni. I rossi autoctoni siciliani, infatti, contengono un’elevata concentrazione di resveratrolo e piceatannolo, composti poco diffusi in natura e presenti nella nostra alimentazione prevalentemente nell’uva e nel vino, fondamentali nella prevenzione delle malattie cardiovascolari e tumorali. ”E’ importante sottolineare il valore salutare del consumo moderato di vino – spiega il presidente dell’associazione Strada del vino Erice Doc, Vincenzo Fazio – non solo per indurre i nuovi consumatori ad un uso più consapevole del prodotto, ma anche perché una corretta informazione sulle proprietà benefiche dei vini rossi siciliani può fungere da traino per la valorizzazione dei prodotti della Sicilia nei mercati italiani e internazionali”.(foto Adkronos)
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Dalle bottiglie eroiche a quello con la carta d’identità 2.0 fino al wine beauty, il vino lombardo punta su qualità ed eccellenza. È quanto afferma la Coldiretti regionale in occasione di Vinitaly 2016, in corso a Verona fino al prossimo mercoledì 13 aprile. ”Il mondo della viticoltura è in continua evoluzione – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia – Le aziende uniscono tradizione e innovazione per garantire prodotti sempre più al passo coi tempi e apprezzati dai consumatori in Italia e all’estero”. Grazie alle nuove tecnologie – spiega Coldiretti Lombardia – la tracciabilità è assicurata. È il caso ad esempio del vino con la carta d’identità 2.0 di Stefano Ravizza, imprenditore pavese di 31 anni che sulle colline tra Stradella e Zenevredo coltiva 12 ettari di vigneti: per scoprire come nascono le sue bottiglie e gelatine di vino basta avvicinare lo smartphone e fotografare il codice a barre sulla confezione. Protagonista di un vero e proprio boom è invece il vino ecosostenibile, custode della biodiversità naturale: dal 2008 a oggi – afferma la Coldiretti regionale – la superficie coltivata con metodo biologico in Lombardia è più che raddoppiata, superando i duemila ettari. E sempre a proposito di sostenibilità, c’è chi riesce a coltivare vino anche in territori ostili come Maurizio Herman, 45 anni, che dal 2015 lavora un appezzamento di circa un ettaro a 600 metri sul livello del mare tra il Comune di Chiavenna e quello di Piuro: un caso di viticoltura eroica, praticata in ambienti con una pendenza accentuata e con l’utilizzo di murature di sostegno. I terrazzamenti caratterizzano anche l’attività di Claudia Crippa, che gestisce un’azienda a La Valletta Brianza in provincia di Lecco. ”Abbiamo scelto di unire l’attività di coltivazione e vinificazione a quella agrituristica – spiega Claudia Crippa – perché crediamo nella forza dei prodotti e del territorio” La strada verso l’eccellenza passa anche attraverso la tradizione: Manuele Biava in provincia di Bergamo produce il Moscato di Scanzo, un vino da record perché è la più piccola Docg d’Italia ottenuta dall’omonimo vitigno autoctono, coltivato esclusivamente nel Comune di Scanzorosciate. Si rivolge invece a consumatori più esigenti e amanti delle particolarità il luxury wine dell’azienda agricola La Rocchetta di Villongo (Bg), arricchito con vera polvere d’oro alimentare di 24 carati. Un capitolo a parte è rappresentato dalla nascita e diffusione del wine beauty – conclude Coldiretti Lombardia – che oggi riguarda dalla crema antietà allo spumante allo shampoo al vino rosato, fino allo stick labbra agli estratti di foglie di vite. ”Abbiamo deciso di far nascere dalle nostre uve alcuni prodotti per cosmesi a base di Barbera – spiega Paolo Goggi, titolare dell’azienda agricola Gravanago a Fortunago (Pv) – E’ ricco di antiossidanti e polifenoli naturali che prevengono l’invecchiamento della pelle: nelle nostre creme c’è il 5% di vino mentre nelle saponette utilizziamo le bucce, profumate e antiallergiche”.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Mentre in Italia si punta alla semplificazione con il varo del testo unico sul vino, a Bruxelles si lavora a nuovi oneri burocratici per fermare le esportazioni dei piccoli produttori di vino che in Italia rappresentano lo zoccolo duro del settore. E’ quanto ha denunciato la Coldiretti al Vinitaly di Verona dove al proprio stand, nel Centro Servizi Arena (corridoio tra i padiglioni 6 e 7) è stata aperta la prima ”cantina dell’orrore” per denunciare nuovi e incredibili casi di contraffazioni ed imitazioni dei nostri vini piu’ prestigiosi. L’Unione Europea – sottolinea la Coldiretti – sta lavorando ad una nuova definizione di piccolo produttore di vino escludendo quanti esportano che perderebbero cosi tutti i benefici di semplificazione con obbligo anche all’utilizzo del documento doganale informatizzato. Un danno che – precisa la Coldiretti – colpisce gran parte del sistema vitivinicolo nazionale che dovrebbe affrontare i ritardi provocati dal nuovi carichi burocratici con pesanti costi aggiuntivi per le tantissime imprese di dimensioni ridotte che hanno puntato sull’export. A oggi – spiega la Coldiretti – su un totale di 48mila produttori di vino solo 2.500 superano i 1.000 ettolitri di produzione che li obbliga a questi adempimenti mentre al contrario sono ben 45.500 quelli che ne sarebbero colpiti. Si tratta di una iniziativa, nell’ambito del processo di revisione dei regolamenti, applicativa dell’Organizzazione Comune di mercato (Ocm) Unica per adattarli alle modifiche intervenute al processo di Lisbona e per rispondere alle esigenze di semplificazione secondo la Commissione. In realtà la misura – denuncia la Coldiretti – colpirebbe il vino italiano proprio all’indomani del record storico raggiunto nelle esportazioni che nel 2015 hanno raggiunto la cifra record di 5,4 miliardi di euro (+5%). Grazie al grande processo di qualificazione del settore oggi si beve piu’ vino italiano all’estero. Il risultato è che oggi nel mondo 1 bottiglia di vino esportata su 5 è fatta in Italia e il 66% delle bottiglie di vino spedite oltre le frontiere sono Doc/Docg o Igt. La Coldiretti evidenzia una fortissima preoccupazione per la introduzione di una nuova definizione di piccolo produttore (diversa da quella dell’art. 40 della direttiva delle accise) secondo cui chi esporta vino non è più piccolo produttore perdendo tutti i benefici di semplificazione ad esso connessi e eliminando la possibilità di usare il documento di trasporto cartaceo denominato ”MVV”, oggi utilizzato dai piccoli produttori per gli scambi intra-Ue (che in Italia sono il 95% del totale) in alternativa e deroga al sistema doganale dell’E-AD, obbligando di fatto tutti all’utilizzo del documento accise informatizzato . La burocrazia – precisa la Coldiretti – è considerata dai vitivinicoltori il principale ostacolo al loro lavoro che nel 2015 ha consentito di realizzare un fatturato record di 9,7 miliardi (+3%) soprattutto grazie all’export che è stato di 5,4 miliardi (+5%) che ha superato per volumi e valore il mercato interno caratterizzato da anni da una sostanziale stagnazione. Un pericolo denunciato a ridosso del primo via libera parlamentare del testo unico sul vino che si pone l’importante obiettivo di tagliare del 50% il tempo dedicato in Italia alla burocrazia che dal vigneto alla bottiglia rende necessario adempiere a più di 70 pratiche che coinvolgono 20 diversi soggetti che richiedono almeno 100 giornate di lavoro per ogni impresa vitivinicola per soddisfare le 4mila pagine di normativa che regolamentano il settore”, secondo il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo che ha commentato positivamente l’approvazione in Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati del Testo unico del vino. ”Un testo ampiamente condiviso che raccoglie molte nostre proposte che consentono di ridurre gli oneri anche economici a carico delle imprese senza abbassare la soglia di garanzia qualitativa attraverso i controlli”, ha precisato Moncalvo. Il Testo unico tra l’altro porterà alla revisione del sistema di certificazione e controllo dei vini a denominazione di origine e indicazione geografica con un contenimento dei costi, ma anche semplificazioni sulla normativa accise da lungo tempo attese e norme per garantire trasparenza sulle importazioni dall’estero e – continua la Coldiretti – a sostegno delle esportazioni del vino Made in Italy. Una revisione che arriva proprio a 50 anni dal riconoscimento del primo vino Doc italiano. Grazie al DPR 930 del 1963, la prima produzione di vino ad avere il riconoscimento di denominazione di origine controllata è stata infatti la Vernaccia di San Gimignano, con la pubblicazione il 6 maggio 1966 in Gazzetta Ufficiale. Da allora l’incidenza delle Doc sulla produzione italiana complessiva è passata in mezzo secolo da appena il 2 per cento al 32 per cento di oggi, in altre parole una bottiglia su tre. L’Italia – conclude la Coldiretti – ha conquistato nel 2015 il primato mondiale nella produzione di vino con 47,4 milioni di ettolitri e dal punto di vista qualitativo puo’ contare sul primato in Europa per numero di vini con indicazione geografica (73 Docg, 332 Doc e 118 Igt).
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Poste Italiane dedica due francobolli al Vinitaly, entrambi in tiratura limitata di 500.000 unità per ciascun esemplare, con annullo a partire da oggi. L’iniziativa è stata illustrata questa mattina a Veronafiere nel corso del 50° Vinitaly dalla presidente di Poste Italiane Luisa Todini, dal ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina e dal direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani, alla presenza di alcuni rappresentanti dell’Associazione filatelica numismatica scaligera, una delle più antiche d’Italia. ”L’attenzione di Poste Italiane verso una manifestazione internazionale come Vinitaly, che quest’anno celebra le prime 50 edizioni è motivo per noi di grande soddisfazione – ha commentato Mantovani – perché significa aver trasferito al vino, simbolo del Made in Italy, di cultura, di passione, anche il valore simbolico del collezionismo filatelico”. ”Un francobollo – ha spiegato il direttore generale Mantovani – riporta l’immagine del 50° Vinitaly, in corso fino a mercoledì, con il riferimento un grande cuore che rimanda alla forza di un prodotto che è cultura, ma allo stesso tempo emozione e, sempre di più, un ponte verso il mondo che parte proprio da Verona”. L’altro francobollo celebrativo, invece, riproduce il logo di Vinitaly adottato nel 1992, quando la manifestazione stava pianificando un percorso di internazionalizzazione al servizio degli espositori e, tramite la propria immagine, racchiudeva una rappresentazione immediata dell’Italia. Su entrambi i francobolli è riportata la scritta ”Veronafiere”. Completano i francobolli la legenda ”Salone internazionale dei vini e dei distillati”, le date ”1967-2016”, la scritta ”Italia” e il valore ”€ 0,95”. Sono stampati dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. L’internazionalizzazione, secondo il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, è una delle chiavi per costruire il futuro del vino italiano, strettamente connesso alla tradizione e alla sua storia. ”Anche il francobollo dedicato all’evento è un modo per celebrare uno dei simboli dell’agroalimentare italiano – ha detto il ministro Martina – e qui da Verona stiamo immaginando cosa può essere l’Italia nei prossimi anni, se ci si rende conto di cosa si può fare attraverso l’esperienza vitivinicola”.”Questo non è il primo francobollo dedicato al vino – ha spiegato Luisa Todini, presidente di Poste Italiane – perché da cinque anni celebriamo il mondo delle Docg e anche oggi presentiamo la nuova serie. Inoltre abbiamo voluto dedicare la giusta attenzione a Vinitaly perché rappresenta una grande eccellenza internazionale e uno strumento per l’export. E se Vinitaly compie 50 anni, la storia di Poste Italiane risale a 154 anni fa e può contare oggi su 153.000 dipendenti, dei quali il 53% rappresentato da donne”.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
”Vinitaly compie cinquant’anni, e sono lieto di essere oggi qui per inaugurare, insieme a voi, un’edizione così importante di questa rassegna, che è riuscita nel tempo ad accompagnare, interpretare, favorire la crescita di un grande prodotto italiano, divenuto sempre più vettore e simbolo della nostra qualità, apprezzata nel mondo”. Con queste parole il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è intervenuto nell’Auditorium Verdi di Veronafiere, per inaugurare il 50° Vinitaly, Salone internazionale del vino e dei distillati, in programma fino a mercoledì, con 4.100 espositori italiani ed esteri e buyer provenienti da più di 140 nazioni. ”Dal tempo in cui Verona decise di promuovere le prime Giornate del Vino italiano – ha proseguito il Capo dello Stato – si è avviato un cambiamento profondo, che ha riguardato tanto le produzioni agroalimentari e vitivinicole, il loro mercato, l’organizzazione d’impresa, quanto la società circostante, il rapporto con la natura e il territorio, la cultura del cibo e, dunque, il legame tra i prodotti della terra e la nostra stessa civiltà. Proprio la capacità di guidare l’innovazione è stata il segno più incisivo di questo percorso compiuto dai produttori di vino italiano”. La strada percorsa in questi 50 anni da Vinitaly, nel segno dell’internazionalità del sistema vitivinicolo italiano è stata fondamentale, come ha sottolineato il Presidente della Repubblica, che ha parlato in un Auditorium gremito. ”Bene ha fatto Vinitaly a mettere a tema, quest’anno, l’internazionalizzazione e il sostegno all’export – ha detto il Presidente Mattarella –. Mi auguro che la vostra esperienza e la vostra struttura possano essere di supporto per sinergie italiane e per la rete delle nostre aziende, proiettate verso nuove aree di consumo, facendo ancora di più Sistema Italia. L’esperienza del settore fieristico, quando è sorretta da un progetto – è stato il caso di Expo2015, è il vostro caso –, e ha alle spalle un retroterra di imprese sane, è preziosa per le attività di promozione di ogni comparto”. A dare il benvenuto, al Capo dello Stato è stato il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese, insieme al direttore generale, Giovanni Mantovani. ”La presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nell’anno del cinquantesimo di Vinitaly è per noi un riconoscimento molto importante – ha esordito Danese –. In questi 50 anni Vinitaly si è affermato come uno dei brand fieristici più conosciuti a livello mondiale: un risultato reso possibile dalle migliaia di aziende vinicole che hanno sempre creduto in questa manifestazione, eleggendola tra gli appuntamenti imprescindibili, utili ad alimentare la crescita qualitativa ed economica e, soprattutto, in grado di supportare l’affermazione di questo settore nel mondo”.. Nel 1967, dall’intuizione di Angelo Betti, a Verona nascevano Le Giornate del Vino Italiano e, con esse, il Vinitaly. ”Da allora – ha ricordato il presidente di Veronafiere – il Salone ha accompagnato e scandito l’evoluzione di un Paese che proprio attraverso il vino ha saputo farsi conoscere ed apprezzare in tutto il mondo. Nel 2015 le nostre esportazioni vitivinicole hanno superato i 5,4 miliardi di euro, in crescita di oltre il 5% sul 2014». In questi giorni Verona è la capitale non solo del vino di qualità, perché il Paese – ha continuato Danese – «ha sviluppato anche una importante industria manifatturiera al servizio del comparto, rappresentata all’interno del Vinitaly dalla rassegna Enolitech, dove troviamo, in questi giorni, anche Sol&Agrifood, manifestazione dedicata all’olio extravergine d’oliva e all’artigianalità dell’alimentare italiano”. Sinergie e internet sono le strade da percorrere, secondo Maurizio Martina, ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, presente questa mattina alla cerimonia inaugurale. ”Per vincere sul mercato dobbiamo fare rete. Una delle vie più dirette e senza confini è proprio il web. La sfida digitale riguarda tutti, anche lo Stato – ha affermato Martina –. Ecco perché nei prossimi giorni, nello spazio Mipaaf a Vinitaly, porteremo a confrontarsi con le nostre aziende vitivinicole gli esperti dei più grandi soggetti del web, provando a rendere evidenti le opportunità che si possono aprire. Come Ministero siamo anche gli unici al mondo ad aver chiuso accordi con piattaforme internazionali del web, per garantire ai nostri marchi geografici la stessa tutela dei grandi brand commerciali contro il falso”. Si prosegue anche nel versante della sburocratizzazione. ”Siamo attivi sul fronte della semplificazione, come dimostra l’attivazione del registro telematico del vino – ha reso noto il ministro –. Saremo l’unico Paese ad avere i dati sulla produzione vinicola in tempo reale. Ancora una volta il modello italiano fa scuola, perché il settore vitivinicolo è l’emblema del nostro saper fare, in grado di esprimere i valori e celebrare le tradizioni dei nostri territori; con oltre 500 vitigni coltivati siamo la patria della biodiversità. Nel 1986 lo scandalo del metanolo ha rischiato di compromettere la nostra credibilità, ma l’Italia ha saputo reagire e le parole chiave di quel rinascimento sono state qualità e controlli. Il mondo ci guarda e siamo pronti a scrivere nuove pagine di successo”. Ripercorre sinteticamente gli ultimi cinque lustri del vino il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, durante il suo intervento: ”Basta guardare a com’era il mondo del vino 50 anni fa per capire la tenacia dei produttori e vedere quanta strada è stata fatta. Vinitaly non avrebbe potuto svolgersi altrove – ha riconosciuto il governatore –. Con 52 vini a denominazione, 28 Doc, 14 Docg e 10 Igt, il Veneto è il primo esportatore nazionale. L’export vale un miliardo e 700 milioni e ci sono due milioni di persone che lavorano nel comparto. Ma è fondamentale affrontare la sfida della burocrazia”. ”Qui c’è l’Italia che, come ha ricordato il presidente Danese, rappresenta al meglio il Made in Italy e l’italianità dei produttori e dei trasformatori nel vino e nell’agroalimentare – è stato il saluto il sindaco di Verona, Flavio Tosi –. Il Veneto è la prima regione in Italia per produzione ed esportazione, così come Verona è la prima provincia. Dunque questa fiera si trova nel posto giusto, nel momento giusto. Verona rappresenta le bellezze artistiche e architettoniche, un patrimonio che nessuno ci può eguagliare, insieme a produzioni straordinarie nel settore agroalimentare”.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Nell’anno della sua cinquantesima edizione, Vinitaly celebra questo importante traguardo intitolando al suo ideatore, Angelo Betti, il Premio ”Benemeriti della Vitivinicoltura Italiana”. Già Premio Cangrande, il riconoscimento, anch’esso ideato da Betti, viene assegnato fin dal 1973 ai grandi interpreti del mondo enologico italiano. Nella seconda metà degli anni ’60, quando prese vita l’idea di realizzare una fiera esclusivamente dedicata al vino, Angelo Betti era capo ufficio stampa e responsabile nuovi progetti di Veronafiere, successivamente ne divenne anche segretario generale. ”Quella di Angelo Betti fu una vera e propria intuizione che anticipava i tempi – dichiara Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere –. Non tutti in quel momento storico capirono l’importanza del progetto e del nome scelto, ma Betti fu perseverante nella sua visione, tanto che Vinitaly diventò subito un punto di riferimento internazionale, che si è consolidato nel corso di cinquanta edizioni”.Il Premio ”Benemeriti della Vitivinicoltura” è un prestigioso riconoscimento che viene assegnato seguendo le indicazioni degli Assessorati regionali all’agricoltura; a loro il compito di segnalare coloro che, con la propria attività professionale o imprenditoriale, abbiano contribuito e sostenuto il progresso qualitativo della produzione viticola ed enologica della propria regione e del proprio Paese. Consegnato tradizionalmente durante l’inaugurazione di Vinitaly, nel 1990 venne assegnato per la Regione Veneto anche allo stesso Angelo Betti.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Parte oggi con due prestigiosi riconoscimenti il Vinitaly del Movimento Turismo del Vino Puglia, che ancora una volta si distingue grazie alle sue cantine socie e ai vignaioli che danno lustro alla Puglia. La cinquantesima edizione del Vinitaly si apre per il MTV Puglia con l’assegnazione a Gianfelice d’Alfonso Del Sordo del Premio Benemerito della Vitivinicoltura, più conosciuto come Premio Cangrande e da quest’anno dedicato al fondatore del Vinitaly Angelo Betti. Gianfelice D’Alfonso del Sordo è consigliere del Movimento Turismo del Vino Puglia per la provincia di Foggia e fondatore della Strada del Vino della Daunia. Dal 1993 conduce con la moglie Celeste l’omonima azienda di famiglia, che vanta una lunga storia nella tradizione vitivinicola sin dall’Ottocento. L’azienda è stata pioniera nel dare impulso al progresso qualitativo e alla modernizzazione della vitivinicoltura di Puglia, completando la filiera con l’imbottigliamento già nel 1957. Così commenta Gianfelice d’Alfonso del Sordo, destinatario del premio: ”è un onore speciale ricevere questo premio, e soprattutto perchè arriva in occasione del cinquantenario del Vinitaly e direttamente dalle mani del Presidente della Repubblica. Il Premio Benemerito della Vitivinicoltura non è solo un riconoscimento per il lavoro costante e pionieristico della nostra azienda in campo viticolo ed enologico, ma anche un riconoscimento che dà lustro a tutto il territorio e ci motiva a continuare a lavorare in sinergia per la nostra crescita”. Prima di lui, numerosi grandi nomi di aziende socie del Movimento sono stati insigniti di questo prestigioso premio, inaugurato nel 1973: nel 2015 Cosimo Varvaglione; nel 2014 Beppe di Maria; nel 2011 Ulrico Priore; nel 2005 e nel 2006 Angelo Maci; nel 2003 Francesco Liantonio; nel 2001 Carlo de Corato; nel 1996 Vittoria Vallone; nel 1992 d’Alfonso Del Sordo Antonio (padre di Gianfelice); nel 1990 Augusto Cantele; nel 1988 Cosimo Taurino; nel 1986 Donato Lazzari (Agricole Vallone); nel 1975 Salvatore Leone de Castris, fino al primo premiato di Puglia della storia di questo riconoscimento, il capostipite delle cantine Rivera Sebastiano de Corato nel 1974. Prestigio anche al femminile per la Puglia, in questa cinquantesima edizione tutta da celebrare con iniziative uniche e memorabili. Così Vinitaly, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Le Donne del Vino, ha organizzato una eccezionale degustazione di etichette che, come la fiera, compiono quest’anno cinquant’anni, per raccontare la storia dell’enologia italiana nell’ultimo mezzo secolo. Prestigiosissima la rosa dei dieci premiati, fra cui l’unica a rappresentare il Sud è stata la Rivera con il Rivera Stravecchio, progenitore dell’attuale Il Falcone Castel del Monte Riserva Doc. A ricevere il riconoscimento Marilla Urciuoli, mamma del Presidente del Movimento Turismo del Vino Puglia Sebastiano de Corato:”Sono orgogliosa di essere pugliese e di poter condividere questo riconoscimento con la mia terra e i territori di Castel del Monte” – commenta Marilla Urciuoli. ”Questa etichetta mi è particolarmente cara perchè rappresenta un simbolo della mia famiglia, da mio suocero a mio marito, e oggi ai miei figli, che lo hanno creato e sostenuto negli anni. Sono felice che la nostra etichetta possa rappresentare la storia dei vini di Puglia di qualità che è lunga, onorevole e piena di successi”.La Rivera è l’unica azienda del sud inserita tra i premiati, e rappresenta l’eccellenza pugliese e meridionale accanto a grandissimi nomi della storia del vino italiano: dalla Toscana, Banfi, Fattoria dei Barbi, Tenuta di Capezzana e Castello di Querceto; dalla Lombardia, Fratelli Berlucchi; dal Piemonte, Castello di Gabiano e La Scolca; dal Veneto, Masi; dal’Umbria, Lungarotti. La degustazione è stata condotta da Marco Gatti e Paolo Massobrio e ha visto la partecipazione di giornalisti di tutto il mondo.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Boom del vino bio in Lombardia. Secondo un’analisi della Coldiretti regionale realizzata in occasione dell’apertura di Vinitaly, le superfici a vigneto per questo tipo di produzione sono aumentate del 150% passando da 870 a oltre 2.200 ettari, dal 2008 a oggi. Si tratta di quasi l’11% dell’intera superficie coltivata a vite in Lombardia che nel 2015 ha superato i 20.500 ettari. ”Il vino – spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia – rappresenta non solo una dimensione economica, ma anche culturale dei territori, soprattutto in una regione come la nostra dove quasi il 90% del vino è dedicato a produzioni di alta qualità, per un totale di oltre 150 milioni di bottiglie. Dalla Valtellina a Mantova, dalla Franciacorta alla zona del Lugana nel Bresciano, dall’Oltrepò Pavese alle colline di San Colombano, la Lombardia offre un grande varietà di vigneti e storie”. Come quella di Mimma Vignoli, titolare con la suocera Amedea dell’azienda agricola Corte PagliareVerdieri di Commessaggio. Dal 2000 coltiva 3 ettari di terreno a vigneto (per il 90% l’antica varietà Lambrusco viadanese, la parte restante Ancellotta, Salamino e Sorbara) per la produzione biologica di vino, che vende anche all’estero. Una parte dei 170 ettolitri prodotti, dal 10 al 15%, è destinata, infatti, all’esportazione, soprattutto in Giappone e negli Stati Uniti. ”Proprio nei giorni scorsi – spiega Mimma Vignoli – è partito un carico per New York. Avremmo molte più richieste, ma per ora non intendo aumentare la produzione. I miei clienti stranieri hanno imparato che devono aspettare”. Intanto – spiega la Coldiretti regionale – l’export totale del vino lombardo ha raggiunto i 255 milioni di euro. “La nostra azienda ha puntato sulla qualità come strumento per ottenere risultati sempre più convincenti sia in Italia che all’estero. Il nostro export ha toccato circa il 15% rispetto al totale della vendite e i mercati in cui siamo presenti sono America, Giappone e Nord Europa” spiega Silvano Brescianini dell’azienda biologica Barone Pizzini di Brescia. L’agricoltura italiana – spiega Coldiretti – è diventata la più green d’Europa: il nostro Paese conta 49.070 imprese biologiche, in aumento del 12% rispetto all’anno precedente, con la superficie coltivata superiore al milione di ettari. Le aziende bio italiane – conclude la Coldiretti – sono il 17% di quelle europee, al secondo posto la Spagna (30.462 imprese, 12% dell’Ue) e la Polonia (25.944, 10% di quelle europee). Il 62% degli italiani – conclude Coldiretti – è disposto a pagare di più un alimento bio, il 65% per uno che garantisce l’assenza di Ogm. Intanto i cambiamenti dell’ultimo mezzo secolo nei consumi e nella produzione, le innovazioni dalla vigna al bicchiere, la tutela della qualità ed i controlli, l’impetuosa crescita all’estero e la storica sfida con i cugini francesi, hanno segnato le tappe del successo italiano al centro del dossier di Coldiretti, presente al Vinitaly al Centro Servizi Arena – stand A, tra il padiglione 6 e 7, dove in esclusiva, per la sola giornata inaugurale, sono state esposte le innovazioni più significative dell’ultimo cinquantennio. Oggi 11 aprile uno spazio dedicato a frodi e inganni con la ”Cantina degli orrori” mentre martedì 12 aprile sarà in mostra la prima ”Top ten dei vini più venduti in Italia”.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Bianchi, frizzanti, bollicine, rosati, bio e rigorosamente al supermercato. Queste le scelte in tema di vino da parte degli italiani secondo uno studio presentato oggi al Vinitaly intitolato ”Il vino italiano sugli scaffali della grande distribuzione italiana ed estera”. Nonostante il consumo pro capite degli italiani sia ai minimi storici, la grande distribuzione gode di ottima salute, con volumi di vendita in netta ripresa. Tra le denominazioni favorite le Doc e anche i vini bio che attraggono sempre più consumatori alla ricerca di prodotti ”più naturali”. Sulla ripresa dei consumi si è espresso Francesco Zonin, vice presidente di Zonin 1821 per il quale questo è segno di quanto sia radicata la cultura del vino nel nostro paese. ” Tanto radicata ed importante da far diventare il vino uno dei nostri prodotti di punta nell’esportazione dell’agroalimentare” ha dichiarato aggiungendo che la corretta promozione, in Italia e all’estero, ha ancora molta strada da fare così come una lettura più facile degli scaffali italiani dove non è facile comunicare il valore di un prodotto e di una marca. Le aziende devono lavorare sul marketing mix ponendo meno attenzione a logiche di prezzo. Ed è proprio sul tema prezzi e politiche promozionali che è intervenuto Enrico Chiavacci, marketing director di Antinori. ”Un’eccessiva pressione promozionale induce il consumatore ad attribuire un valore percepito minore rispetto al reale, svilendo l’immagine del vino italiano nel medio lungo termine. Operare in questa direzione è fondamentale per migliorare la percezione dei vini a scaffale” ha affermato Chiavacci. Francesco Scarcelli, Responsabile Vini, Birre e Bevande Alcoliche di Coop Italia concorda sulle modalità operative delle promozioni.”La promozionalità va guidata: se è sana, guida al consumo consapevole e invita a provare nuovi prodotti. Se invece è eccessiva, crea fidelizzazione all’evento stesso dell’offerta e non al prodotto” ha detto Scarcelli. ”Il supermercato diventerà sempre più il luogo dove si svilupperà il mercato del vino del futuro se i produttori ci verranno dietro rendendo parlante il prodotto, cercando magari di far crescere la qualità percepita degli scaffali, dando alla grande distribuzione sempre più prodotti oggi destinati all’altro canale, e se infine i Consorzi di Tutela ci aiuteranno nel valorizzare e comunicare il territorio” ha concluso il responsabile di Coop Italia.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
(5 / 5) Prodotto in prevalenza con uve Sangiovese, il Brusco dei Barbi Toscana Igt è un vino prodotto dalla Fattoria dei Barbi di Montalcino, Siena. Frutto di lunghi studi effettuati negli anni ’60 e ’70 da Giovanni Colombini sulla fermentazione delle uve di Montalcino, si prefigge l’obiettivo di “mettere in evidenza con grande semplicità e schiettezza, le tipiche note fruttate di questo vitigno”. Una missione più che compiuta, che si conferma anche a distanza di anni di evoluzione in bottiglia. Sotto la lente di ingrandimento di vinialsupermercato.it finisce infatti la vendemmia 2013, che a tre anni di distanza si rivela ancora capace di dare centralità al frutto, incastonato – per quanto riguarda la parte olfattiva – in una speziatura sostenuta, eppure mai invasiva.
Nel calice, il vino comincia a tendere al granato, pur mostrandosi sostanzialmente del colore originario: il rubino intenso. Scorre poco denso e trasparente, emanando un bouquet fine, assieme fruttato, floreale e vegetale. Ai frutti rossi (lampone, fragoline di bosco) si accostano note delicate di viola. Con l’ossigenazione, il Brusco dei Barbi mostra le unghie con il carattere delle note vegetali (rosmarino e salvia), sostenute da spezie come lo zafferano e dalla percezione di tostatura e cuoio.
Brusco dei Barbi Rosso Toscana Igt 2013, Fattoria dei Barbi
Un quadro che sembrerebbe anticipare un palato robusto: tutt’altro. In bocca, il Brusco della Fattoria dei Barbi sembra aver già esaurito tutte le sue cartucce, a tre anni dalla vendemmia. Eppure, il contrasto tra un olfatto dirompente e un gusto soffuso e snello, è forse ciò che di meglio ha da offrire questo vino toscano. Grande facilità e piacevolezza nella beva, dunque, nonostante il Brusco si mostri ancora di alcolicità calda. Il segreto? La freschezza e il finale che tende al sapido, invitando al sorso successivo. Un vino curioso e tutt’altro che banale, insomma, inserito nella corretta fascia prezzo nei supermercati italiani. Il Brusco dei Barbi Toscana Igt è abbinabile a tutto pasto. Servito a una temperatura di 18 gradi, si accompagna bene a carni bianche, affettati, sughi speziati, formaggi non troppo stagionati e pizza tradizionale.
LA VINIFICAZIONE Le uve pigio-diraspate subiscono un abbattimento di temperatura fino a 16 gradi. Questo processo di raffreddamento della buccia dell’uva permette di ottenere una maggiore estrazione del contenuto in antociani e polifenoli. La fermentazione alcolica si protrae per 10-12 giorni a temperatura controllata, tra i 17 e i 18 gradi. Il vino permane in vasche d’acciaio fino all’imbottigliamento, che precede la commercializzazione. L’apertura al pubblico della Cantina dei Barbi, negli anni ’50’ è uno degli atti di nascita del turismo del vino, in Toscana e non solo. Dopo la morte di Giovanni Colombini nel 1976, la fattoria dei Barbi è stata guidata dalla figlia Francesca e poi dal nipote Stefano, che a loro volta hanno sviluppato ed esteso le proprietà di famiglia a Montalcino, dando così seguito ad una grande tradizione che risale all’Ottocento.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Debutta ad Orvieto la prima manifestazione incentrata sul vino. Organizzata per il weekend del 16/17 Aprile, al Palazzo del Gusto di Orvieto, l’iniziativa è stata promossa da Ciesse Distribuzione Vini e patrocinata dall’amministrazione comunale, dall’associazione La castellana, di Orvieto dalla Provincia di Terni, Confartigianato e Fisar Orvieto. Due giornate intense in cui, dalle 12 fino alle 24, sarà possibile degustare oltre 700 etichette di grandi vini italiani, locali e nazionali abbinati a prodotti tipici del territorio. ”Wine show
vuole rappresentare una nuova porta d’accesso alla città. È un progetto di grande respiro per il quale, infatti, abbiamo coinvolto tanti soggetti del territorio. La lanciamo come una vera e propria start up che speriamo possa svilupparsi e diventare un appuntamento fisso per l’orvietano” ha dichiarato durante la conferenza stampa Alberto Crispo, organizzatore dell’evento e rappresentante di Ciesse Distribuzione Vini. In programma, per la giornata di domenica, anche un interessante incontro ad accesso libero a tema ”L’Umbria e i suoi vini, diamogli un futuro”. Interverrano, Fernanda Cecchini, assessore regionale umbro all’agricoltura, il giornalista rai orvietano di Uno Mattina Guido Barlozzetti, gli enologi Riccardo Cotarella e Maurilio Chioccia ed il sindaco Giuseppe Germani. ”Questa manifestazione va nella direzione della strategia che l’amministrazione comunale ha pensato per il Palazzo del gusto che deve diventare il ”palazzo del vino” tutto l’anno. Questo è uno dei cinque progetti a cui stiamo lavorando nell’ambito dello sviluppo dell’area interna perché quello enologico e vitivinicolo è uno dei settori che fa Pil e dà lavoro, oltre che esser un grande amplificatore del nome di Orvieto in Italia e nel mondo” ha commentato il primo cittadino. L’offerta culturale di Wine show sarà anche arricchita da una mostra di pittura del maestro Umberto Verdirosi che esporrà 100 opere, olio su tela, raccolte in ”L’arte intesa come messaggio”.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
We use cookies on our website to give you the most relevant experience by remembering your preferences and repeat visits. By clicking “Accept”, you consent to the use of ALL the cookies.
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
sostienici e continua a #berebenealsuper
Acquistiamo i vini al supermercato e li recensiamo per offrirti la migliore esperienza di assaggio:
#Tutti i consigli sui vini in promozione al supermercato #Accesso a tutti i contenuti riservati agli abbonati #In regalo la Guida Top 100 Migliori vini italiani 2022 di winemag.it
ACQUISTA LA GUIDA e/o SOSTIENI il nostro progetto editoriale
La redazione provvederà a inviarti il Pdf all’indirizzo email indicato entro 48 ore dalla ricezione del pagamento