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TTIP: Coldiretti, tutelare Chianti in Usa falsi Made in Italy per 20 miliardi

Tttip, il trattato transatlantico deve assicurare la tutela dei vini italiani rispetto a un fenomeno, quello del falso Made in Italy a tavola, assai diffuso sul mercato Usa dove ha superato il valore di 20 miliardi di euro. A sottolinearlo è la Coldiretti nell’esprimere preoccupazione per le notizie sull’andamento delle trattative tra Usa e Ue secondo le quali gli americani hanno ribadito la loro intenzione di continuare ad usare le denominazioni “semigeneriche” dei vini europei, come gli italiani Chianti, Marsala, il greco Retzina, il portoghese Madeira e i francesi Chablis e Champagne.  Il risultato – denuncia la Coldiretti – è che oggi il Chianti si produce in California, mentre sempre negli States è possibile acquistare del Marsala Wine. Ma il fenomeno del falso vino ”Made in Italy” trova un forte impulso anche dalle opportunità di vendita attraverso la rete dove è possibile acquistare pseudo vino ottenuto da polveri miracolose contenute in wine-kit che promettono in pochi giorni di ottenere le etichette piu’ prestigiose come Chianti, Valpolicella, Frascati, Primitivo, Gewurztraminer, Barolo, Verdicchio, Lambrusco o Montepulciano.  Il Made in Italy tarocco a stelle e strisce non riguarda però – ricorda la Coldiretti – il solo vino ma colpisce tutti i comparti dell’export tricolore, dai pomodori san Marzano all’olio d’oliva fino ai salumi, mentre addirittura il 99 per cento dei formaggi di tipo italiano negli States è fasullo nonostante il nome richiami esplicitamente le specialità casearie piu’ note del Belpaese, dalla Mozzarella alla Ricotta, dal Provolone all’Asiago, dal Pecorino Romano al Grana Padano, fino al Gorgonzola. La presunzione statunitense di continuare a chiamare con lo stesso nome alimenti del tutto diversi è inaccettabile – sostiene la Coldiretti – perché si tratta di una concorrenza sleale che danneggia i produttori e inganna i consumatori e l’Unione Europea ha il dovere di difendere prodotti che sono l’espressione di una identità territoriale non riproducibile altrove realizzati sulla base di specifici disciplinari di produzione sotto un rigido sistema di controllo. ”La trattativa sull’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti, Tansatlantic Trade and Investment Partnership (Ttip) deve rappresentare un appuntamento determinante per tutelare le produzioni agroalimentari italiane dalla contraffazione alimentare e del cosiddetto fenomeno dell’Italian sounding” spiega il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo nel ricordare che “in gioco c’è un consistente interscambio economico visto che per la prima volta le esportazioni agroalimentari Made in Italy in Usa hanno superato nel 2015 i 3,6 miliardi di euro con un aumento del 20 per cento. E proprio il vino è il prodotto italiano piu’ apprezzato dagli americani con 1,3 miliardi”. Ma sul tavolo del Ttip ci sono anche altri argomenti ”scottanti” su cui l’Europa non deve abbassare la guardia – conclude la Coldiretti – dalla carne agli ormoni al pollo alla varechina che rischiano di finire nel piatto dei cittadini italiani ed europei, fino alla questione degli Ogm.

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Tutto pronto per ”Mare e Mosto-Vigne Sospese” a Sestri Levante

Giovedì 5 maggio, alle 12.30, nella sala della Trasparenza della Regione Liguria (piano Terra, piazza De Ferrari 1) gli assessori regionali all’Agricoltura Stefano Mai e al Turismo Gianni Berrino presenteranno la seconda edizione di”Mare&Mosto-Vigne Sospese”, manifestazione organizzata da Ais-Associazione Italiana Sommelier Liguria con il patrocinio di Regione Liguria in programma domenica 8 e lunedì 9 maggio a Sestri Levante nella cornice dell’ex Convento dell’Annunziata.

Alla conferenza stampa parteciperanno anche il presidente dell’Enoteca regionale ligure Federico Ricci, il presidente Ais Liguria Alex Molinari, il direttore del Consorzio di Tutela dell’olio extravergine dop Riviera Ligure Giorgio Lazzaretti e il sindaco di Sestri Levante Valentina Ghio. ”Mare&Mosto”  vede la partecipazione di oltre 70 produttori di vino ligure oltre ad altri ospiti del settore provenienti da altre regioni. L’ex Convento dell’Annunziata, nella straordinaria cornice naturale della Baia del Silenzio, si animerà di espositori con i relativi banchi di assaggio per far scoprire e gustare l’eccellenza delle produzioni vinicole e olearie della Liguria.

Quest’anno un’area sarà interamente dedicata all’olio del Consorzio Olio DOP Riviera Ligure, al centro di dibattiti con la presenza di relatori di fama come Luigi Caricato di Olio Officina. L’iniziativa di coniugare olio e vino nasce con l’obiettivo di rafforzare la sinergia tra i comparti vitivinicolo e oleario e quindi le peculiarità dell’agricoltura ligure. La giornata di domenica, apertura della kermesse, sarà dedicata alla grande pubblico con degustazioni e assaggi di vini bianchi liguri della vendemmia 2015 e, nel pomeriggio, di straordinari oli del territorio.

In serata sono previsti laboratori con Roberto Panizza, patron del Campionato Mondiale di Pesto al Mortaio, dedicati proprio alla preparazione della tradizionale salsa ligure. La giornata di lunedì sarà focalizzata su approfondimenti per addetti ai lavori, con workshop tematici e tavole rotonde sui più recenti aggiornamenti normativi e sulle novità tecniche del comparto, con ospiti buyer e media di settore. In serata sarà proclamato il vincitore del concorso ”Miglior sommelier della Liguria 2016” e in chiusura di giornata grande brindisi con i vini rossi di Liguria dell’ultima annata in commercio.

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Korem rosso Igt Isola dei Nuraghi 2011, Argiolas

A dare lustro alle cantine meglio “attrezzate” della Gdo italiana ci pensa ancora una volta Argiolas. La casa vinicola sarda distribuisce Korem, Indicazione Geografica Tipica Isola dei Nuragh, nei supermercati Iper la Grande I (Finiper) dotati di enoteca e spazio degustazioni. Sotto la lente di vinialsupermercato.it, finisce così la vendemmia 2011. Stappiamo questa bottiglia consapevoli che un simile vino possa dare il meglio di sé ancora per molti anni. Nel calice, Korem Igt Nuraghi 2011 Argiolas si presenta di un rosso rubino carico, intenso, che scorre denso, mostrando già nella fluidità un’ottima consistenza. Al naso risulta spiccante: a farla da padrone sono le note di confettura di frutti rossi e frutta matura come amarena, more e marasche, che ben si amalgamano ai profumi conferiti dalla botte. Una speziatura presente ma delicata, così come in bocca risulta Korem. Vino rotondo, morbido, in grado tuttavia di mostrare le unghie e i denti come solo i migliori rossi di Sardegna sanno fare. Korem è un vino dal carattere estroverso, capace di regalare – nello stesso sorso – la classe del gentiluomo e la tenacia dell’instancabile marinaio. Splendidi i tannini, che lasciano presagire un futuro luminoso senza disturbare la beva, per nulla affaticandola ad appena 5 anni di maturazione in bottiglia. Un’eleganza che si ripresenta puntuale anche in un retro olfattivo in cui si rincorrono note di cioccolato, cuoio e liquirizia: una volta deglutito, Korem 2011 si concede ancora a lungo al palato. Intenso, fine, persistente. Inutile dichiarare “pronta” la vendemmia degustata. Se ben conservato, questo vino sardo può regalare soddisfazioni ancora per moltissimi anni. Per chi, come noi, decidesse di servirlo, la temperatura non dovrebbe superare i 18 gradi. L’abbinamento migliore? Se degustato in solitudine, come vino da meditazione, quella di un buon libro o della buona musica. Altrimenti, le portate di selvaggina (come l’agnello) costituiscono l’ideale piatto con cui godere appieno degli aromi offerti da Korem Argiolas. Un rosso che risulta ottimo anche con lo spiedo di maialino da latte.

LA VINIFICAZIONE
Come detto, Korem è un vino rosso a Indicazione Geografica Tipica Isola dei Nuraghi. Le uve che concorrono al blend sono Bovale Sardo, Carignano e Cannonau, coltivate nella Tenuta Sa Tanca, a un’altezza variabile fra i 250 e i 300 metri circa sul livello del mare. Il suolo, a medio impasto tendente allo sciolto, registra la presenza di materiale calcareo argilloso. La vendemmia avviene in maniera manuale, nel corso delle prime ore del mattino. La vinificazione prevede una macerazione di media durata, attestabile tra i 10 e i 12 giorni, con svolgimento della fermentazione malolattica in vasi vinari di cemento vetrificato. Il vino subisce quindi un passaggio in barriques della durata di 10-12 mesi e un ulteriore periodo di affinamento in bottiglia per circa 6 mesi. Korem è uno dei prodotti di punta di Argiolas, inserito nella “Linea Prestigio” della casa vinicola che ha base a Serdiana, in provincia di Cagliari. Qui, nel 1906, nasce il patriarca Antonio. I suoi due figli, Franco e Giuseppe, condividono la sua passione e la trasmettono prima alle mogli Pina e Marianna e, poi, ai figli. Oggi nella cantina di Serdiana lavora la terza generazione Argiolas. Una realtà che, con i suoi prodotti di altissimo livello, contribuisce a sdoganare grandi vini nel mondo della Gdo italiana.

Prezzo pieno: 34 euro
Acquistato presso: Iper la Grande I (Finiper)

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Svizzera, maltempo: “candele antigelo” nelle vigne. Italia, a rischio la vendemmia 2016 in Val D’Aosta, Campania e Abruzzo

Bidoncini colmi di cera paraffinica, che rilasciano calore, una volta “innescati”, soprattutto sui bordi. E’ così che i viticoltori svizzeri del canton Grigioni combattono l’ondata di freddo che si è abbattuta negli ultimi giorni sull’Europa. In altre aree, come la vicina Austria, il raccolto della vendemmia 2016 parrebbe ormai gravemente compromesso.

In Italia, la situazione non è migliore. I bidoncini utilizzati nelle vigne della Svizzera, capaci di regalare immagini mozzafiato ricordando enormi candele (foto: Gian Ehrenzeller/Keystone), presentano tuttavia un’azione limitata a temperature di -4, -5 gradi centigradi. E risultano utili in assenza di vento.

Vengono posizionate con una densità che varia fra i 300 e i 350 bidoncini per ettaro. Non si tratta tuttavia di un’esclusiva svizzera. I generatori di calore, noti anche col nome di “candele antigelo”, vengono utilizzati anche in Italia. Ne fanno uso, per esempio, gli agricoltori piemontesi per difendere il raccolto dalle gelate primaverili.

Con 320 ettari di vigne coltivate, il cantone dei Grigioni risulta la decima area di produzione vinicola della Svizzera. In particolare, dal Rheintal di Coira proviene l’80 % della produzione viticola dei Grigioni.

La sottozona “Herrschaft”, compresa tra le comunità di Malans, Jenins, Fläsch, e Maienfeld, a 600 metri sul livello del mare, subisce l’influsso del vento Foehn, freddo e secco, che si riscalda nel suo viaggio verso i territori di pianura. Non a caso, la regione vitivinicola dei Grigioni sorge su coni di deiezione glaciali, chiamati “Rüfen”. Secondo le previsioni meteo, il gelo non abbandonerà l’Europa centrale prima del 6 di maggio.

IL MALTEMPO E L’AGRICOLTURA
In Italia, la situazione non sarà migliore. Il maltempo, con il brusco abbassamento della temperatura e gelate tardive notturne, “ha distrutto vigneti, colture frutticole e orticole ma anche cereali e legumi colpendo a macchia di leopardo le campagne da nord a sud”.

È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sugli effetti di freddo, neve, violenti temporali e soprattutto gelo fuori stagione sui raccolti, il cui sviluppo è stato anticipato da un inverno che si era classificato come il terzo più caldo di sempre con temperature superiori di 1,76 gradi rispetto alla media.

In Valle d’Aosta, le temperature sono scese fino a 16 gradi sotto lo zero in alta montagna, mettendo a rischio le gemme dei vigneti più alti d’Europa di Morgex. Nel fondovalle valdostano si registrano invece problemi per le piante in fiore e per le coltivazioni appena impiantate di zucchine e pomodori.

In Campania, ad Avellino, a rischio è la prossima campagna vinicola dei pregiati Fiano, Greco e Taurasi ma i viticoltori sperano ora che le piante possano reagire attraverso le cosiddette “gemme dormienti”, che potrebbero prendere vita dopo la completa distruzione delle altre.

L’allarme è esteso anche alle campagne in Abruzzo, per le gelate primaverili su vigneti, colture frutticole e orticole di centinaia di aziende agricole aquilane. E nell’alto molisano, per danni ai vigneti ma anche ai germogli degli olivi mentre nel Lazio a Frosinone si rilevano per il gelo danni ai vigneti di Cabernet nella Valle di Comino e alle orticole nella piana di Cassino e Pontecorvo.

Le temperature notturne che scendono fuori stagione di due o tre gradi sotto lo zero fanno cadere le gemme delle vigne con la conseguente perdita della produzione di uva e quindi di vino. Le piante da frutta, spiega Coldiretti, “si trovano in una fase di ripresa vegetativa particolarmente delicata e sono molto sensibili alle gelate tardive che pregiudicano i raccolti estivi”.

Il caldo inverno ha anche anticipato l’arrivo di molte primizie nei campi che adesso sono state danneggiate dal maltempo. Si tratta degli effetti dei cambiamenti climatici che in Italia si manifestano con ripetuti sfasamenti stagionali ed eventi estremi anche con il rapido passaggio dalla siccità all’alluvione, precipitazioni brevi ed intense e un maggiore rischio per gelate tardive con pesanti effetti sull’agricoltura italiana. Che negli ultimi dieci anni ha subito danni per 14 miliardi di euro a causa delle bizzarrie del tempo.

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”Tutela e valorizzazione delle Alberate Aversane”: approvata la proposta di legge

Il Consiglio Regionale della Campania, presieduto da Rosa D’Amelio, ha approvato all’unanimità, con quaranta voti favorevoli, la Proposta di legge ”Conservazione e valorizzazione delle Alberate aversane e delle viti maritate a pioppo”, formulata dall’onorevole del Pd Gennaro Oliviero ed è già stata votata all’unanimità nelle competenti commissioni. Lo scopo è di tutelare le viti maritate a pioppo che producono l’uva necessaria per il vino asprinio, con possibilità di accedere a dei finanziamenti. La proposta è stata presentata ufficialmente a Cesa il 18 ottobre 2015, facendo registrate la condivisione ed il sostegno della nostra comunità.

”E’ un traguardo importante, raggiunto grazie al lavoro, svolto da circa un ventennio, dai volontari della Pro Loco Cesa, per sensibilizzare le persone su questo tema e far comprendere a tutti l’importanza di questo percorso di tutela del territorio”. Lo dice il Sindaco di Cesa, Enzo Guida. ”Grazie al loro impegno si sta diffondendo nella nostra comunità la convinzione che le alberate, assieme alle grotte tufacee esistenti nel sottosuolo, siano una risorsa che può determinare sviluppo.

Per questa ragione, in qualità di sindaco di Cesa, questo pomeriggio sarò presente, assieme ai componenti dell’amministrazione comunale, in consiglio regionale per esprimere i ringraziamenti per una proposta di legge che, se approvata, rappresenta un segnale forte di riconoscimento dell’importanza del cammino sin qui svolto ma anche di concreto esempio di tutela del territorio”. La pdl promuove la conservazione e la valorizzazione delle Alberate aversane e delle viti maritate a pioppo e dei loro territori e ne tutela la tradizionale coltura nonché i prodotti della vinificazione, tra cui il vino aprinio doc.

A tale scopo, la pdl prevede la costituzione di consorzi e società costituite da parte dei viticoltori e delle aziende operanti nel settore e contributi loro destinati per la divulgazione delle conoscenze scientifiche, organizzazione fiere ed esposizioni, partecipazione a manifestazioni di settore. La vite maritata a pioppo, è una antica tecnica di coltivazione,  sviluppata dagli Etruschi. La vite, ampelidacea, necessita della presenza di un tutore; nell’antichità i contadini usavano come tutore un albero vivo, frequantemente il pioppo. Utilizzata oggi nel Cilento (Salerno) e appunto, nel Casertano, per la coltivazione dell’ Asprinio i cui tutori sono pioppi alti fino a 15 m. L’unico vitigno, per il quale vengono calcolate rese a metro quadro di parete, anzichè ad ettaro.

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Grignolino Doc 2014, Azienda Agricola Eredi Angelo Icardi

(5 / 5) Tra i tanti Grignolino ‘svenduti’ nei supermercati italiani, eccone uno che – invece – vale il cosiddetto “prezzo del biglietto”.

La bottiglia giusta per far cambiare idea a chi non ha mai trovato un Grignolino degno di nota sugli scaffali dei supermercati è quello prodotto dall’Azienda Agricola Eredi Angelo Icardi di Castiglione Tinella, in provincia di Cuneo. Sotto la nostra lente di ingrandimento finisce la vendemmia 2014.

LA DEGUSTAZIONE
Nel calice il vino si presenta di un rosso rubino cristallino, luminoso e trasparente. Al naso colpisce la pulizia e l’intensità delle note di piccoli frutti a bacca rossa, accostate a sentori vegetali di fieno, rosmarino e a una punta di rabarbaro, oltre alla foglia di noce e al sottofondo di rosa.

Un quadro di grande freschezza, quello olfattivo, che trova corrispondenza perfetta al palato. In bocca, il Grignolino Doc 2014 dell’Azienda Agricola Eredi Angelo Icardi risulta secco e caldo, di apprezzabilissimo corpo. E, allo stesso tempo, piacevolmente rotondo, fresco, leggermente sapido.

Ottimale la presenza del tannino. Inconfondibile il finale amarognolo, dove una punta di rabarbaro torna nuovamente a fare breccia, impreziosito da una punta di pepe bianco. Più che positive anche le sensazioni retro olfattive: intenso, fine e sufficientemente persistente il Grignolino Icardi, che per la vendemmia 2014 potrà regalare le stesse emozioni per oltre un anno, se ben conservato.

Molto più del vino da tavola a base Grignolino cui la Gdo ha abituato i suoi clienti, insomma. Servito a una temperatura di 18 gradi, si abbina bene a tutto pasto, ma dà il meglio di sé con antipasti caldi o a base di salumi, vitello tonnato, primi arricchiti dal ragù, formaggi stagionali. Per tipicità, è in grado di accompagnare anche un fritto misto di pesce: da provare.

LA VINIFICAZIONE
Per la produzione del Grignolino vengono utilizzate al 100% le omonime uve. Le viti affondano le radici in suoli sabbiosi e calcarei. I vigneti di età media di 40 anni, allevati a Guyot, crescono a un’altezza di 250 metri sul livello del mare, con esposizione a sud ovest.

Cinquemila piante per ettaro nei terreni di proprietà dell’Azienda Agricola Eredi Angelo Icardi, per una resa del Grignolino di 55 quintali per ettaro. La vendemmia avviene in maniera manuale, nel mese di ottobre. La fermentazione in acciaio Inox per 20 giorni, a una temperatura controllata di 28 gradi.

“Il vino allieta il cuore dell’uomo e la gioia è la madre di tutte le virtù”, si legge sull’etichetta del Grignolino Icardi: una citazione che scomoda a buona ragione il poeta, scrittore e drammaturgo tedesco Johann Wolfgang Goethe, che per un lungo periodo soggiornò in Italia. Preludio di una bottiglia che non deluderà nessuno.

Prezzo: 7,99 euro
Acquistato presso: Il Gigante
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Cortona Doc: Marco Giannoni confermato alla presidenza del Consorzio

Marco Giannoni è stato confermato alla presidenza del Consorzio Vini Cortona. Per i prossimi tre anni sarà ancora l’imprenditore vitivinicolo cortonese a guidare la denominazione Cortona Doc. Marco Giannoni, classe 1965, vive a Cortona ed è sposato con quattro figli. E’ titolare dell’azienda di famiglia Giannoni Fabbri e di Cortona da sempre ama il territorio, il paesaggio e il vino che produce. ”Accolgo con molto piacere questa conferma alla presidenza e sono onorato per la fiducia datami dai miei colleghi – spiega il rieletto presidente Giannoni – con l’obiettivo di dare continuità al lavoro svolto nel passato dai miei predecessori e puntando allo sviluppo del Consorzio, del territorio, per la soddisfazione dei produttori tutti e della città di Cortona e a questo proposito continueremo a collaborare fattivamente e significativamente con l’Amministrazione Comunale”.

Eletto anche il Consiglio di Amministrazione del Consorzio composto, oltre che dal presidente, dal Vicepresidente, Chiara Vinciarelli (anche in questo caso si tratta di una conferma) e dagli altri consiglieri: Adriano Giuliarini (La Braccesca), Hans Ensing (Villa Loggio), Fabrizio Sallusti (Vecchia Cantina di Montepulciano), Edda Billi (Azienda Agricola Edda Billi) e Fernando Cattani (La Calonica).  Una conferma nel segno, dunque, della continuità visto che nel programma indicato da Giannoni ai primi posti la promozione in Italia, ma anche e soprattutto all’estero. ”La prima cosa che eredito dal precedente mandato e di cui possiamo dirci orgogliosi è un Progetto integrato di filiera (Pif) nel quale il Consorzio è entrato per investimenti in promozione pari a circa 100 mila euro in 18 mesi – continua Giannoni – e questo è solo l’inizio di un nuovo triennio in cui auspico ancora una maggiore collaborazione con il Consorzio da parte degli associati, perché unire le forze può senza dubbio aiutare a crescere l’immagine e, alla luce degli ultimi tender di mercato, del valore dei nostri vini”.

Confermata come detto anche la Vicepresidente, Chiara Vinciarelli, titolare dell’azienda omonima. ”Sono contenta di questa conferma che garantirà una continuità a un lavoro che abbiamo intrapreso con il Consorzio già nel triennio precedente – commenta la Vicepresidente Vinciarelli – e il nostro impegno sarà quello di promuovere il territorio, la nostra città, il tutto grazie a un prodotto, la Cortona Doc, che sta riscotendo sempre più successo”. Nel 2015 sono state vendute circa un milione di bottiglie a marchio Doc.

Le vendite sono concentrate per il 70 per cento all’estero, mentre la quota restante è diretta verso l’Italia. Costituito nella primavera del 2000, è il Consorzio che svolge la funzione di controllo e tutela dei vini a D.O.C. Cortona e ne diffonde la conoscenza con un’efficace attività culturale, divulgativa e promozionale. Protegge l’immagine ed il prestigio della denominazione con continui controlli di qualità e intraprende iniziative di carattere culturale tendenti a far conoscere nel mondo Cortona, il suo territorio ed i suoi vini. Attualmente le aziende consociate sono 30 e rappresentano la quasi totalità dei produttori. Tra di esse si annoverano marchi nati e radicati nella regione, altri di tradizione più recente ed altri ancora di importanza internazionale. E’ lusinghiero il fatto che questi ultimi abbiano dato tanto credito al territorio di Cortona da farne la sede di consistenti investimenti.

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Donatella Cinelli Colombini riconfermata alla guida del Consorzio Vini d’Orcia

Nata nel 2000, la giovane e ambiziosa Doc Orcia è in veloce innalzamento qualitativo e va annoverata fra le piccole denominazioni italiane emergenti. In occasione dell’Orcia Wine Festival 2016, evento che ogni anno porta a San Quirico d’Orcia migliaia di winelovers, il Consorzio ha rinnovato il suo Consiglio di amministrazione riconfermando la presidente Donatella Cinelli Colombini con Giulitta Zamperini e Roberto Terzuoli vicepresidenti e i consiglieri Andrea Giorgi (Sampieri del Fà), Capitoni Marco (dell’omonima azienda Capitoni), Paolo Salviucci (Campotondo), Emanuele Bizzi (Trequanda), Antonio Rovito (Val d’Orcia Terre Senesi), Olivi Giuseppe (Olivi-Le Buche), Roberto Rappuoli (Podere Forte) e Berni Valentino (Loghi).

Infine Gabriella Giannetti (San Savino) ricopre il ruolo di segretario e Marco Turillazzi quello di sindaco revisore. Donatella Cinelli Colombini inizia il suo secondo mandato, forte del consenso dei soci ottenuto grazie al grosso lavoro dei tre anni passati. Eventi, contatti e comunicazione che si riassumono nel progetto ”Orcia, il vino più bello del mondo”. “La Doc Orcia viene prodotta in una settantina di aziende di cui 41 iscritte al Consorzio. Il vino Orcia è ancora qualcosa di artigianale seguito con cura amorevole dai produttori stessi dalla vigna fino al cliente finale” ha spiegato la Cinelli Colombini.

La produzione totale della denominazione è di 240.000 bottiglie l’anno con il Sangiovese come principale vitigno dei rossi (Orcia con il minimo di 60% e Orcia Sangiovese con il minimo di 90% di Sangiovese anche nella versione riserva) e piccole quantità di Doc Orcia bianco, rosato e Vin Santo. Il territorio di produzione si estende in 13 comuni ed è fra i comprensori agricoli più belli e incontaminati, per questo è diventato una destination turistica di prima grandezza con quasi un milione e mezzo di presenze turistiche e un milione di visitatori giornalieri. “Sono questi visitatori il primo e principale mercato del vino Orcia. Una diversificazione produttiva che riguarda anche le cantine, il 65% delle quali ha una struttura ricettiva e/o un ristorante.

Posso dunque affermare che l’Orcia è la denominazione più turistica d’Italia” ha aggiunto la Presidente. Il Consorzio ha ricevuto dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali con DM 57934 del 25/07/2014 il riconoscimento Erga Omnes e sviluppa ogni anno un gran numero d’iniziative. Nel 2016 sono in programma l’attivazione dell’Orcia Wine Class, a cura della delegazione Onav Siena, che offrirà minicorsi sul vino ai turisti e il potenziamento – in numero e in dimensione – degli eventi sul territorio che riguarderanno 6 dei 13 comuni della denominazione. L’Orcia Wine Festival, appena concluso a San Quirico d’Orcia, ha visto l’afflusso di circa 2.000 appassionati e operatori. Nel futuro il vino Orcia vuole essere più visibile all’esterno anche per aprirsi a nuove opportunità commerciali.

Donatella Cinelli Colombini ricopre anche la carica di presidente nazionale delle Donne del vino ed ha nel suo curriculum la creazione – nel 1993- della giornata Cantine Aperte che ha diffuso in Italia il turismo del vino. Discendente da una famiglia di storici produttori di Brunello è lei stessa titolare di una cantina a Montalcino. Negli ultimi 15 anni ha dedicato una particolare attenzione al vino Orcia, denominazione in cui possiede un’azienda agrituristica e una cantina a Trequanda.

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”Se la ami non abbandonarla’,’ Peroni e LeZZanzare a Bari contro l’abbandono del vetro

L’associazione LeZZanZare, ha avviato una campagna di sensibilizzazione ambientale per invitare i cittadini baresi a non abbandonare i rifiuti e soprattutto le bottiglie di birra in mare, pratica molto diffusa in particolare nella stagione estiva. Lo slogan, promosso con un video virale su Youtube e su Facebook è ”Se la ami, non abbandonarla”. Alessandro Antonacci de LeZZanZare ha fatto notare, che durante l’organizzazione della campagna, il cui video è stato girato per le vie di Bari, è emerso che a non rispettare l’ambiente sono gli abitanti della ”Bari bene”, a dispetto di quello che si potrebbe pensare. I cittadini dei quartieri più popolari si dimostrano più attenti e virtuosi. La campagna è stata presentata a pochi giorni dalla festa patronale che richiama per strada migliaia di persone che consumano birra, soprattutto Peroni che rimane uno dei simboli locali, nonostante ora non sia più di proprietà italiana. Peroni ha il patrocinio della campagna, supportata dall’assessorato all’Ambiente e allo Sport e dall’Amiu. Il presidente della municipalizzata Gianfranco Grandaliano e Piero Petruzzelli  hanno reso noto che sta per istituzionalizzarsi un decreto ”sul vuoto a rendere” per rendere più efficace e virtuosa la filiera delle bottiglie di vetro dal produttore al venditore fino al consumatore. La campagna prevederà anche affissioni di locandine negli esercizi pubblici che vendono birra e la diffusione di video di personaggi del capoluogo pugliese che metteranno la faccia in una gigantografia della birra Peroni invitando a non disperdere il vetro nell’ambiente. LeZZanZare, associazione impegnata in campagne di educazione alla vita e all’educazione civica, è stata tra le promotrici della giornata “Bari Pedala”, ha organizzato un mostra mostra fotografica al Chiringuito dal titolo ”Peroni: prima la seduci, poi l’abbandoni” con gli scatti di Pino Maiorano.

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A tutto pasto, Carrefour, ferrari corbelli, Gambero Rosso, merlot, montepulciano, prugnolo gentile, rosso di montepulciano doc, slow wine, tenuta di gracciano della seta, Veronelli, vino rosso, winelovers,

Bilancio positivo per l’Orcia Wine Festival. 1500 calici di degustazione distribuiti, 50 partecipanti alle ”Cantine con vista”, bike e walking, 35 ristoratori che hanno incontrato direttamente i produttori, 200 commmensali alla cena di gala organizzata sabato sera e 150 partecipanti alle degustazioni guidate da Onav. Il maltempo, che ha caratterizzato il weekend della Val d’Orcia, non ha intimido  i winelovers che non hanno voluto mancare questo appuntamento. Grande soddisfazione da parte dell’organizzazione che già pensa all’edizione 2017. ”Un’edizione molto bella con tante novità, molto pubblico, passeggiate ed escursioni, degustazioni guidate e produzioni di eccellenza del nostro territorio. Sono stati giorni intensi ed entusiasmanti, che ci spingono a continuare in questa strada con decisione e determinazione. Voglio ringraziare il Consorzio del vino Orcia, l’Onav Siena, i nostri Quartieri della Festa del Barbarossa, l’Area 51, Paesaggi Musicali Toscani, le aziende, i ristoranti, insomma tutti coloro che hanno creduto in questo progetto. E da oggi ci mettiamo a lavoro per programmare l’Orcia Wine Festival del 2017 e per migliorarsi ancora” ha dichiarato il sindaco di San Quirico Valeria Agnelli.

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Rosso di Montepulciano Doc 2014 Ferrari Corbelli, Tenuta di Gracciano della Seta

(3 / 5) Un vino davvero versatile il Rosso di Montepulciano, da tutto pasto: particolarmente adatto per i primi piatti con sughi di carne, salumi, formaggi di media stagionatura, ma anche da osare con piatti di pesce dal sapore deciso.

Sotto la nostra lente di ingrandimento, questa volta, il Rosso di Montepulciano Doc, annata 2014, prodotto dalla Tenuta di Gracciano della Seta a Montepulciano.

LA DEGUSTAZIONE
Un vino dal colore rosso rubino brillante, luminoso, poco trasparente. Al naso è intenso con aromi di ciliegia e lampone corredate da note erbacee e ferrose. Più accattivante al naso che al palato, nel complesso offre una discreta beva ad un prezzo commisurato. In bocca il sapore  è delicatamente fruttato, ma si rivela poco corposo e anche poco persistente una volta deglutito. Con un titolo alcolometrico di 13% risulta in ogni caso non pesante e godibile. Un ossimoro d’obbligo per il suo retrogusto che è dolcemente amarognolo.

LA VINIFICAZIONE
Il Rosso di Montepulciano Doc 2014 Ferrari Corbelli della Tenuta di Gracciano della Seta è prodotto con un blend composto dal 90% di Prugnolo gentile e dal 10% di uve Merlot. Le vigne del cru Casale, Maramai, sono esposte a sud/sud-est e sud-ovest ad un altitudine di 300-350 metri s.l.m. Il terreno è di tipo limoso argilloso e i vigneti sono allevati a Guyot e a cordone speronato. La fermentazione e la macerazione sulle bucce avvengono in acciaio a temperatura controllata con lieviti indigeni per una quindicina di giorni, con rimontaggi giornalieri. La produzione media del Rosso di Montepulciano Doc è di 30.000 bottiglie annue, quella complessiva di 100.000 con Nobile di Montepulciano, Nobile Riserva e Rosato di Toscana.

La Tenuta di Gracciano, della famiglia della Seta Ferrari Corbelli Greco, si estende su circa 20 ettari vitati. I vigneti sono dislocati in 4 crus: Casale, Toraia, Maramai e Podere Rovisci, ognuno dei quali ha caratteristiche che si differenziano soprattutto per il suolo. Casale è il cru con il terreno più sciolto e produce vini armonici, eleganti e profumati. Il vigneto è stato reimpiantato nel 2008, quindi le uve sono utilizzate per la produzione del Rosso di Montepulciano. Gli altri tre crus hanno una frazione argillosa più importante soprattutto il Podere Rovisci le cui uve sono destinate alla produzione del Vino Nobile Riserva. L’età media delle viti è di 15 anni. Una parte del vigneto Maramai ha più di quaranta anni. La filosofia della Tenuta di Gracciano della Seta è da sempre improntata al rispetto della tradizione e dell’ambiente: non sono utilizzati né concimi chimici né diserbi e i vini cercano di rispettare il più possibile l’espressione del territorio con interventi tecnologici su uve e vini alquanto rispettosi della materia prima.Dal 2015 si sono convertiti all’agricoltura Biologica. Numerosi i riconoscimenti per i loro vini da parte di Gambero Rosso, Slow Wine, Vini di Veronelli.

Prezzo pieno: 5,99 euro
Acquistato presso: Carrefour
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Truffa ”Bollicine”: a Cuneo al via il processo

Un caso quello di ”Bollicine” sul quale si era espressa anche la Corte di Giustizia UE che si era opposta al reinvio a giudizio richiesto dal Gip per scongiurare la prescrizione del reato. Secondo la Corte di Giustizia, la preiscrizione non dovrebbe essere applicata in casi di reati fiscali di una certa gravità, che ledono anche gli interessi economici della UE alla quale va una parte del gettito Iva degli stati membri. Siamo nel 2009, a Cervasca. La Guardia di Finanza di Cuneo scopre una frode fiscale del giro di qualche milione di euro messa in atto da Planet Srl di Cervasca a partire dal 2005. La società acquistava bottiglie di champagne esenti iva attraverso operazioni di false fatturazioni tramite scatole cinesi e società fittizie allo scopo di avere prodotti sottocosto da rivendere a prezzi concorrenziali.  8 gli arresti che hanno portato al sequestro, nel 2012,  di quasi 700 mila euro in immobili di proprietà dei soci della società a copertura dell’iva evasa. Il processo si è aperto a Cuneo: sette indagati accusati di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale e altri cinque, legati a società lombarde e campane accusate di concorso in truffa. Processo già renviato a settembre a causa di una errata trascrizione di nominativi agli atti.

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Anteprima vini della Costa Toscana: 7-8 Maggio al Real Collegio di Lucca

Il 7 e 8 maggio protagonisti i vini della Costa Toscana, con una speciale anteprima. Ospite d’onore la regione francese di Champagne. 80 vignerons porteranno in degustazione al Real Collegio di Lucca oltre 500 etichette: l’occasione è l’Anteprima Vini della Costa, l’annuale rassegna dei viticoltori delle province bagnate dal mare ideata dall’Associazione Grandi Cru della Costa Toscana, pronta a conquistare i visitatori con le storie di chi produce il nettare di Bacco.  In programma prestigiosi laboratori, dedicati ai raffinati degustatori che saranno affiancati da educational per chi è alla ricerca di una maggior comprensione del vino: Anteprima Ais Wine School è infatti il progetto dell’edizione 2016 della rassegna pensato per chi vorrà conoscere in pillole i principi della degustazione. A questo sarà affiancata l’iniziativa Anteprima Ais Tutorial, le degustazione guidate per piccoli gruppi attraverso i banchi di assaggio. Le degustazioni si terranno al piano nobile del Real Collegio mentre il salone delle feste accoglierà i produttori della costa. Ampio spazio sarà dato anche alle bollicine, con un itinerario di sapori che dal Lambrusco di Sorbara arriverà fino al Prosecco della Valdobbiadene, con una particolare attenzione alla sempre più ricca e promettente produzione della Costa Toscana. Tra gli ospiti della manifestazione ci saranno i vignerons della regione francese Champagne. La manifestazione sarà poi arricchita – spiegano gli organizzatori – anche da eventi collaterali, come le installazioni e le performance a cura dell’artista Andrea Salvetti che – accompagnato da sapienti artigiani del gusto – presenterà un’inedita officina gastronomica. Infine – grazie alla partnership con il Festival musicale Lucca Classica – non mancheranno “incontri” speciali e incursioni creative tra vino e musica, con passaggi della Street band che animeranno la due giorni al Real Collegio.

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L’ondata di gelo distrugge i vigneti in Irpinia e in Molise, raccolto compromesso

Ingenti danni in Irpinia, colpita da un’ondata di gelo che ha distrutto interi ettari di vigne. Allarme alla Coldiretti: “Stiamo ricevendo migliaia di segnalazioni da tutta la provincia – ha dichiarato il direttore di Coldiretti, Salvatore Loffreda – il freddo fuori stagione che si è abbattuto sulle campagne ha distrutto vigneti, colture frutticole e orticole ma anche cereali e leguminose: i vigneti sono i più colpiti dalla gelata e ci preoccupa perché è a rischio la prossima campagna vinicola, con serie ripercussioni sull’economia della provincia”.

Mentre si procede a una prima stima dei danni Coldiretti ha già richiesto alla provincia e alla Regione Campania il riconoscimento dei danni alle aziende e agli operatori del settore colpiti dall’emergenza. “Una situazione gravissima che ci ha spinto a chiedere subito alla Regione e alla Provincia di attivare tutte le procedure utili al riconoscimento dei danni e al conseguente ristoro in favore delle numerose attività coinvolte – ha detto il direttore di Coldiretti, Loffreda – siamo certi che non mancherà il supporto delle istituzioni per consentire ai tanti operatori impegnati nel comparto agricolo di fronteggiare questo disastro”.

Mal comune mezzo gaudio non è proprio il caso di dirlo in questo caso visto che anche in Alto Molise i danni sono ingenti: la nevicata del 25 Aprile ha distrutto i vigneti, i germogli sono stati colpiti e non sarà possibile nessun raccolto. Disperato l’appello degli agricoltori alle autorità affinchè intervengano con sgravi fiscali per le aziende che in poche ore hanno visto perso il lavoro di mesi.

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Torna ”Terroir Marche in fiera”: appuntamento ad Ascoli il 21-22 Maggio

Svelato il programma completo di Terroir Marche – Vini e vignaioli bio in fiera 2016, in programma ad Ascoli Piceno sabato 21 e domenica 22 maggio. A Palazzo dei Capitani (Piazza del Popolo) per due giorni torneranno protagonisti il Verdicchio, il Pecorino, il Montepulciano e gli altri vini autoctoni delle Marche derivanti da agricoltura biologica, che potranno essere scoperti e gustati attraverso incontri, laboratori e degustazioni libere, con la possibilità di abbinarli a golosità tipiche del territorio.

La prima novità della seconda edizione della manifestazione, annunciata nei giorni scorsi, è il gemellaggio internazionale con l’associazione Ecovin Mosel, grazie al quale saranno presenti ad Ascoli alcuni vignaioli del territorio della Mosella, la patria del Riesling, con le loro produzioni biologiche. Durante il week-end si terranno cinque laboratori di degustazione guidati da importanti giornalisti enogastronomici italiani e stranieri che, calice in mano, racconteranno le caratteristiche dell’enologia marchigiana spaziando tra grandi annate, proporranno una lettura originale della viticoltura della Mosella e apriranno una riflessione a 360 gradi sui tanti modi per giudicare un buon vino. Sabato 21 maggio, alle ore 11, l’ambasciatrice della Mosella Sonja Christ-Brendemühl e il giornalista degustatore Pierpaolo Rastelli guideranno i partecipanti alla scoperta del metodo biologico in una regione dove il clima può essere davvero estremo ma dove la luce e l’ardesia sono ingredienti fondamentali di un terroir eccezionale, in grado di regalare alcuni dei vini bianchi più longevi del mondo.

Mentre alle ore 15 la giornalista australiana Jane Faulkner focalizzerà proporrà una ”polaroid” dei due autoctoni rossi marchigiani, il Sangiovese e il Montepulciano, in un’annata classica nel laboratorio ”2010 sfumature di rosso”. Alle ore 17 il professore di Estetica Nicola Perullo (Università Scienze Gastronomiche di Pollenzo) e il wine blogger Alessandro Morichetti spazieranno tra assolutismo enoico e immaginazione per capire come si riconosce e valuta un buon vino nel laboratorio ”Epistenologia. Il mondo del vino tra i 100/100 di Robert Parker e la tovaglia a quadretti della nonna”.

Domenica 22 maggio, alle ore 11, il focus andrà su uno dei vini rossi che hanno fatto la storia dell’enologia Marchigiana, letto e interpretato da giornalista e degustatore Francesco Falcone nelle sue diverse evoluzioni tra annate vicine e lontane all’interno del laboratorio ”Barricadieri”. Alle 15, infine, il giornalista e degustatore Antonio Boco proporrà le sue ”2010 sfumature di bianco”, viaggio tra i grandi vini bianchi delle Marche in un’annata caratterizzata da un’ottima freschezza aromatica. Per l’intera durata del week-end, da mattina a sera, saranno allestiti banchi d’assaggio ad accesso diretto con oltre 120 vini biologici delle Marche e della Mosella e prodotti tipici del territorio. Il ticket d’ingresso giornaliero (12 euro; 10 euro per soci Ais, Fis, Slow Food, Onav, Fisar, Aies) comprende accesso ai banchi di degustazione, calice, visita guidata al centro storico di Ascoli, partecipazione a eventi collaterali ad eccezione dei laboratori guidati. Il programma completo della manifestazione è sul sito www.terroirmarche.com.

Nei giorni della fiera a Palazzo dei Capitani sarà inaugurata la mostra fotografica ”Le Marche di Mario Dondero”, prima esposizione realizzata in Italia per raccontare la preziosa opera di uno dei fotografi e fotoreporter più importanti del Novecento italiano e, in  particolare, il suo rapporto con le Marche, scelte come terra da vivere ed esplorare a partire dagli anni Novanta. Attraverso 40 scatti, i visitatori saranno accompagnati tra volti, scorci e paesaggi alla scoperta di uno spaccato unico del territorio regionale, visto, ripreso e raccontato ad altezza d’uomo.

L’inaugurazione della mostra, prodotta dal consorzio Terroir Marche e realizzata in collaborazione con la Fototeca Provinciale di Fermo – cui è stato affidato il compito di  salvaguardare lo sconfinato archivio fotografico di Dondero – sarà inaugurata venerdì 20 maggio, alle ore 18, a Palazzo dei Capitani, dove rimarrà allestita nei due giorni  successivi dalle ore 9 alle 18, prima di essere riproposta al Forte dei Malatesta nel mese di giugno. Acquistando il biglietto per la seconda edizione della fiera “Terroir Marche” (12 euro) i partecipanti alla manifestazione avranno così la possibilità di visitare la mostra, ritrovando nel calice e nelle fotografie esposte quello stesso “terroir spirituale” di chi sa cogliere nei piccoli dettagli l’anima profonda delle cose e delle persone.

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”Gare del Vino di Langhe e Roero 2016” a Cherasco a colpi di golf

A Cherasco, si brinda alle quindicesime Gare del Vino di Langhe e Roero 2016, al via domenica 1 maggio, con la prima di sette gare atte a celebrare il Vino ed il territorio; di queste sette, due sono PRO-AM, gare in cui ogni squadra è composta da quattro giocatori – un professionista e tre dilettanti. Queste gare si sono oramai trasformate in un appuntamento di ampio rilievo nel panorama del golf nazionale e di forte richiamo per i giocatori, appassionati della buona tavola e del buon bere. Il campo del Golf Club Cherasco si aprirà simbolicamente alla battaglia, con giocatori di varie origini, pronti a sferrare colpi di swing e conquistare le 18 buche per brindare alla vittoria con ottime bottiglie di Barolo. Il Golf Club Cherasco da molti anni si è fatto portabandiera dell’abbinamento tra il golf e l’enogastronomia piemontese, promuovendo le eccellenze del territorio e destagionalizzando l’incoming, soprattutto relativo a turisti stranieri e più in generale legato allo sport, verso questa terra di Langa immensamente ricca di gusto, di cultura, di storia e tradizione. In quest’ottica il Golf Club Cherasco ha saputo dar vita ad un nutrito calendario gare, coinvolgendo grandi aziende vitivinicole del territorio per la promozione di etichette e sapori tipici. Sono così nate le Gare del Vino che, negli anni, hanno ottenuto un clamoroso successo, assumendo un tono sempre più particolareggiato sul territorio, con un consenso ed una partecipazione che conta i migliori giocatori italiani ed europei. ”Abbinare le nostre gare di maggior rilievo alle eccellenze del territorio ci è parso quanto mai naturale,- sostengono Brunello Olivero e Corrado Graglia, rispettivamente Presidente e Direttore del Golf Club Cherasco – partendo dalla consapevolezza che il turismo sportivo in unione con quello enogastronomico è la grande carta sulla quale dobbiamo puntare. Impegnandoci insieme al Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, ATL Alba, Bra, Langhe e Roero, Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, Cherasco Eventi e Ascom Bra, su un terreno comune, con obiettivi collettivi è possibile realizzare ciò che le singole realtà turistiche, per quanto attraenti e di alto livello, non sempre possono raggiungere. Il buon Vino e il buon Cibo sono i capisaldi che il nostro territorio offre ai turisti e rappresentano una grande attrattiva per gli stranieri. Ecco perché uno sport tanto amato soprattutto all’estero, come il golf, deve legarsi in modo naturale a questi elementi, offrendo le delizie del territorio consolidate dalle potenzialità del territorio stesso tra cui le strutture ricettive di qualità”.  Mastikol è un marchio che non poteva di certo mancare tra le prestigiose ProAm del Vino di Langhe e Roero a cui è intitolata la PRO-AM di lunedì 9 maggio. Grazie alla passione viscerale del suo patron, Patrizio Bauducco, il marchio Mastikol è diventato una sicurezza, sia sul green che fuori. Nove anni fa, Bauducco, innamoratosi del golf, ha imparato a coniugare un lavoro molto impegnativo come presidente della Mastikol, leader nel mercato internazionale dei prodotti adesivi e sigillanti, che lo portava in giro per il mondo, con quel divertimento che lo aveva letteralmente stregato, iniziando ad incontrare i suoi clienti e a firmare contratti tra una buca e l’altra.

Le gare lo hanno portato a frequentare alcuni tra i più bei campi del mondo, ma il suo cuore continua a battere forte per il green cheraschese, in particolare per la filosofia che lega le eccellenze eno-gastronomiche del territorio con le realtà aziendali ed economiche, attraverso uno degli sport più appassionanti al mondo.

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Nasce la ”Fondazione Territoriale Brunello di Montalcino”

Sarà aperta anche a contributi esterni e finanzierà progetti di crescita e sviluppo territoriale e di interesse sociale. La gestione sarà autonoma rispetto al Consorzio e verrà sostenuta grazie a contributi volontari da parte dei produttori. Previsto un budget iniziale tra i 150 ed i 200mila euro. Il ”sistema Montalcino” da oggi è più forte. E stata infatti approvata dall’assemblea del Consorzio del Brunello la creazione della ”Fondazione Territoriale Brunello di Montalcino”. Sul modello di quelle bancarie, la Fondazione è nata per sostenere finanziariamente progetti di sviluppo del territorio su diversi fronti: dal turismo al recupero e restauro di beni artistici e culturali ma anche nel campo del sociale e dell’integrazione. La Fondazione, pur essendo espressione del Consorzio, avrà una gestione autonoma e non sarà comunque chiusa a partecipazioni e contributi esterni. Il cda, che eleggerà il Presidente entro il mese di maggio, sarà composto da sette consiglieri di cui 5 indicati dal Consorzio ed uno dal il Sindaco di Montalcino, egli stesso membro del cda, scelto tra le realtà rappresentative del mondo imprenditoriale. La scelta di inserire il Sindaco di Montalcino nel board – in veste istituzionale e senza alcun ruolo politico – vuole essere un contributo alla migliore comprensione di quali siano ambiti e progetti che necessitano di maggiore intervento. Le risorse da destinare al territorio verranno dal contributo volontario dei produttori, quantificabile in 1-2 centesimi a bottiglia, o meglio a ”fascetta” che, secondo le prime stime, consentirebbe di ottenere un budget iniziale di 150-200.000 euro all’anno. I contributi non saranno distribuiti a pioggia ma, di anno in anno, puntando su progetti e idee concrete e ben delineate. Obiettivo è sostenere la crescita del sistema economico e sociale di Montalcino. Come sottolinea il Presidente Fabrizio Bindocci  ”questa iniziative evidenzia il nuovo ruolo dei consorzi che da ente di tutela stanno diventando attori insostituibili della crescita e promozione dei territori. Un’esperienza, quella di una Fondazione di un Consorzio del Vino, già sperimentata in passato (dal Consorzio del Chianti Classico che, nel 1991, ha lanciato una sua Fondazione, per la tutela del territorio e valorizzazione dei suoi beni artistici, culturali e ambientali). Ma – prosegue Bindocci – che con alcune peculiarità, e con il valore del brand del Brunello di Montalcino, tra i più forti a livello mondiale, potrebbe aprire una strada virtuosa che altre importanti denominazioni del vino italiano che, in qualche modo, diventano ”banche” per i loro territori. E’ un modello innovativo perché il valore aggiunto creato da Brunello rimane sul territorio e lo fa crescere.” Per il Vicepresidente Bernardo Losappio – che ha curato tutto l’iter che ha portato alla creazione della Fondazione – ”è uno strumento importante ed interessante per il territorio, uno strumento innovativo che vorremmo lasciare come ultimo segno di questo Consiglio che concluderà il proprio mandato a maggio 2016. Noi crediamo nel ruolo del Consorzio come forza economica che deve essere parte attiva dello sviluppo del territorio, territorio che nel suo complesso è uno dei grandi elementi che danno valore al Brunello di Montalcino e lo rendono unico, così come il Brunello continua a rendere importante Montalcino nel mondo”.

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Vini al supermercato

Bonarda dell’Oltrepò Pavese Doc 2014 Vaiolet, Monsupello

Si sviluppa davvero una bella spuma alta nel calice una volta versato il vino oggi sotto la nostra lente di ingrandimento. Bonarda dell’Oltrepò Pavese Frizzante Doc, Vaiolet, prodotta da Monsupello, annata 2014. Azienda pluripremiata con ben 112 medaglie d’oro in concorsi enologici, presente nella ristorazione più qualificata sia in Italia che all’estero, nelle enoteche professionali, ma anche nelle Gdo di qualità che destinano parte degli scaffali a enoteca, come quella a cui ci siamo rivolti per questa degustazione.  Nel calice il colore è rosso intenso con riflessi violacei,  impenetrabile. Il profumo è intenso, schietto e fine tipico della bonarda. I sentori sono semplici di piccoli frutti rossi, il ribes e il gelso predominano, ma anche la violetta non è timida. Vino caldo, piacevolmente rotondo e secco. Il sorso è vivace ed invitante, fresco e leggermente sapido: il retrogusto piacevolmente amarognolo. Un tannino equilibrato, integrato perfettamente nel contesto per un finale sufficientemente persistente che chiude sul frutto. Molto beverino, una Bonarda con una spanna in più, anche per il prezzo decisamente oltre la media che forse non tutti sono disposti a spendere per questa tipologia di vino. La Bonarda dell’Oltrepò Pavese Frizzante Doc, Vaiolet prodotta da Monsupello va stappata al momento del servizio e servita ad una temperatura di 14 /16 gradi. Non si presta ad un lugno invecchiamento, anzi, è ideale il suo consumo nell’arco di 2 o 3 anni. Si accosta a tutto pasto con antipasti a base di salumi, primi piatti strutturati quali ravioli al sugo o tagliolini, secondi a base di carni bianche e rosse, arrosti.

LA VINIFICAZIONE

Prodotta con uve Croatina al 90% e per il restante 10% da uve Barbera. Le uve sono allevate a guyot sulla fascia collinare nei comuni di Torricella Verzate, Redavalle e Pietra de’ Giorgi, in vigneti dell’età di 20 anni esposti a sud-ovest su terreni argillosi-limonosi. La densità di impianto è di 4000 eppi ad ha per una resa di 90 quintali/ha. La potatura secca a Guyot viene eseguita a partire da dicembre, mantenendo un numero di 10-11 gemme per ceppo. Da maggio, con la scacchiatura e la spollonatura vengono eliminati i germogli superflui e legati quelli principali; sono operazioni basilari per mantenere un buon equilibrio vegetativo e produttivo della pianta, soprattutto nel caso di vigneti giovani. A meta agosto, dopo l’invaiatura, viene eseguito il primo diradamento dell’uva per distribuire al meglio la produzione della vite sui tralci più vicini al ceppo e per evitare che si creino affastellamenti di grappoli (causa principale dell’attacco di muffa grigia nelle annate umide); un secondo diradamento dei grappoli, fatto a metà settembre, favorisce una migliore maturazione dell’uva, permettendo di avere una maggior concentrazione di sostanze zuccherine e fenoliche, un ridotto tenore di acidità ed una migliore sanità del prodotto. Da oltre 10 anni viene praticato l’inerbimento dei vigneti per creare un più equilibrato rapporto chioma-radice della vite e per salvaguardare gli insetti utili al vigneto; per lo stesso motivo vengono utilizzati antiparassitari a basso impatto ambientale ed evitato l’utilizzo di diserbanti chimici. La raccolta dell’uva è manuale, ad inizio ottobre, in cassette da 18 kg. La vinificazione ha inizio con la diraspapigiatura, per passare, dopo un periodo di pre-macerazione a freddo, alla fermentazione alcolica. Dopo circa 12 giorni, nella svinatura, si estrae il vino fiore che sarà la base per il Vaiolet. Dopo almeno due travasi ed una stabilizzazione proteica, la Bonarda viene fatta rifermentare in autoclave (previa aggiunta di mosto dolce e lieviti selezionati) per essere poi microfiltrata ed imbottigliata. L’azienda agricola Monsupello nasce nel 1893, fondata dalla famiglia Boatti sulle colline dell’Oltrepò Pavese. Dispone di circa 50 ettari vitati coltivati sia a vitigni autoctoni che internazionali, allevati con rese basse per regalare vini complessi ed equilibrati. Una cantina dotata di moderne attrezzature tecnologiche, ma che applica tecniche di vinificazione tradizionali. La produzione annua è di circa 250.000 bottiglie di cui 60.000 spumanti metodo classico che oggi fanno di Monsupello una delle realtà italiane, dell’Oltrepò, più apprezzate nella spumantistica. Citata dalle maggiori riviste e pubblicazioni enologiche come Gambero Rosso, Slow Wine, Vini di Veronelli, Vini dell’Espresso.

Prezzo pieno: 7,90 euro

Acquistato presso: Iper/Finiper

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Addio Spritz? Negrar lancia l’aperitivo ”Flaming Lips” a base di Recioto

Sabato 30 aprile, dalle 15 alle 19, tutti invitati all’Enoteca Domìni Veneti di via Cà Salgari 2 , a Negrar in Valpolicella per il battesimo ufficiale di Flaming Lips, l’aperitivo a base di Recioto spumante proposto in edizione limitata a Vinitaly 2016. “Passeremo qualche ora in compagnia, con assaggi del nostro aperitivo, di cui sveleremo nell’occasione le dosi della ricetta, ideata da due nasi d’eccezione, i veronesi Enrico Fiorini e Gianluca Boninsegna, rispettivamente migliori sommelier Ais Veneto 2014 e 2015″, spiega Natascia Lorenzi, responsabile marketing della Cantina. A lei si deve l’idea di gustare in modo nuovo e originale il Recioto della Valpolicella Docg Spumante Domìni Veneti ed anche il nome Flaming Lips, ossia labbra fiammeggianti, dal gioco di riflessi rubino violacei creati nel bicchiere dal rinfrescante aperitivo, composto da Recioto spumante, acqua tonica dry, cointreau, lime e zucchero di mirtillo. Flaming Lips è l’ultima iniziativa, in ordine di tempo, proposta dalla cantina cooperativa negrarese per il rilancio del Recioto della Valpolicella, che passa attraverso un progetto di ricerca di nuovi abbinamenti gustativi, anche a tutto pasto, e quindi a proposte di consumo più attuali per questo vino passito rosso dolce che rappresenta la storia e la tradizione della Valpolicella, a tutt’oggi prodotto in numeri molto limitati (CVN conta 60 mila bottiglie all’anno nelle varie tipologie, pari al 17% dell’intera produzione della Denominazione), e consumato per la maggior parte in provincia di Verona. “A crederci poco sono prima di tutto le aziende vitivinicole del territorio, forse perché lo danno perdente in partenza, in quanto il gusto per i vini secchi oggi è predominante, ma il nostro Recioto è un passito rosso dagli aromi unici che può conquistarsi una ribalta internazionale di tutto pregio. Dobbiamo però tornare a prestargli attenzione e non trattarlo come un vino di risulta dopo la cernita di Amarone e Ripasso, dedicandogli le migliori risorse, dalla scelta delle uve nelle zone più adatte alla scelta dei migliori legni fino ad un adeguato affinamento in bottiglia per essere certi della qualità”, afferma Daniele Accordini, enologo e direttore della Cantina. CVN ruolo da apripista, ma per vincere è necessario non essere soli. Il rischio per il Recioto della Valpolicella, altrimenti, è quello discomparire lentamente, come è successo con alcune tipologie non più prodotte nel tempo, come quella liquorosa, oppure molto rare, come le versioni ammandorlata e spumante, quest’ultima prodotta con il metodo Martinotti fin dagli anni Trenta del secolo scorso ininterrottamente solo dalla Cantina. “Già Luigi Messedaglia, medico, storico e letterato veronese noto anche per i suoi studi di agronomia, nel suo ”Arbizzano e Novare – Storia di una terra, della Valpolicella”  descriveva nel 1944 la champagnizzazione del Recioto operata dalla nostra cantina”, ricorda a questo proposito Renzo Bighignoli, presidente di Cantina Valpolicella Negrar. “La nostra produzione di Recioto spumante è ancora di nicchia – 4 mila bottiglie vendute soprattutto nel periodo natalizio in abbinamento al pandoro -, ma con il Flaming Lips siamo pronti a produrne di più. Soprattutto, confidiamo siano pronti a produrlo anche altri viticoltori della Valpolicella, perché ci prendiamo volentieri il ruolo di apripista, vista anche la nostra natura sociale, ma per riaffermare il Recioto della Valpolicella sul mercato non dobbiamo essere soli, a vincere, specie in un mercato globalizzato come il nostro, sono sempre le azioni di squadra”, chiosa Accordini.

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Di cantina in cantina sulle strade del Bardolino e del Chiaretto

Itinerari golosi tra vini e piatti tipici, domenica 15 maggio 016 per scoprire e gustare il territorio del Bardolino e del Chiaretto. Un invito, fatto dalla Strada del Vino Bardolino, a scoprire le aziende lungo la sponda veneta del lago di Garda e del suo entroterra con tre percorsi, per un totale di 15 aziende, pronte a far scoprire ad appassionati e winelover i propri vini, abbinati a specialità gastronomiche del territorio veronese. In tutta la giornata di domenica, dalle 11 alle 19, si potranno assaggiare in abbinamento al Chiaretto – classico vino rosé leader nazionale nell’ambito dei rosati a menzione geografica – e Bardolino – il vino rosso delle colline gardesane – proposte quali le tre stagionature del formaggio Monte Veronese, o la porchetta al Chiaretto, o ancora le sarde in saor con la polenta, i crostini al pesce di lago, la carne di manzo al ristretto di Bardolino, il gelato al Chiaretto e all’olio extravergine del Garda, e la pizza contemporanea in accostamento al Chiaretto, che tanto successo ha avuto al recente Vinitaly. Tre quindi i percorsi, ognuno comprensivo di visita e degustazione in cinque cantine specifiche di quel tracciato, più due altre visite libere a cantine localizzate sugli altri itinerari. Un totale di sette diverse tappe, al prezzo complessivo di 23 euro a persona. I tickets per le degustazioni si potranno acquistare domenica 15 maggio direttamente in una qualunque delle cantine aderenti. E per chi volesse muoversi in sicurezza, è previsto un servizio navetta tra le cantine, prenotabile, al costo di 16 euro a persona. ”I visitatori – dice Claudia Benazzoli, presidente della Strada del Bardolino -, oltre a gustare i vini del territorio, avranno la possibilità di confrontarsi direttamente con i produttori per approfondire il loro lavoro, dalla vigna alla cantina. Per i vignaioli, invece, è l’occasione per fare squadra, con lo scopo di promuovere il territorio”.Ma quali sono i tre percorsi previsti? Il percorso A si sviluppa ai piedi del monte Baldo con soste presso Garda Natura di Marciaga, alla Tenuta la Presa di Caprino Veronese, da Gentili a Pesina e poi da Cà Bottura sulla Rocca di Bardolino e Le Fraghe a Cavaion Veronese, con l’aggiunta di degustazioni jolly in due delle cantine degli itinerari B e C. Il percorso B è tutto sulle colline alle spalle del paese di Bardolino, con soste da Zeni 1870, Costadoro, Valetti, Casaretti e poi Benazzoli a Pastrengo, ovviamente con l’aggiunta delle due tappe jolly scelte liberamente negli altri itinerari. Il percorso C si sviluppa soprattutto sulle colline di Lazise, con fermate da Bergamini, Le Tende, Roccolo del Lago, Le Ginestre e poi Il Pignetto a Bussolengo, più le due tappe jolly. Due sono le proposte week end per chi volesse godere in pieno di questa iniziativa: ”Weekend diVino sul Lago di Garda” con la possibilità di dormire in hotel o bed and breakfast, partecipare a ”Di Cantina in Cantina” e cenare al ristorante; il secondo che ha per titolo ”Soggiorno di Benessere sul lago di Garda”, oltre al carnet di ”Di Cantina in Cantina” prevede una stanza presso una struttura termale e una cena in un ristorante. Un week end per tutti i gusti e per tutte le tasche per godere in pieno delle meraviglie del Lago di Garda.

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Barolo Limited Edition ”La classe non è acqua”, da Serradenari per Juventus

La Cantina Serradenari di La Morra, di proprietà della famiglia Diatto-Negri, da sempre considerata cantina di eccellenza artigianale, la vetta del Barolo nel quale si produce ”il barolo più alto del mondo”, da oggi può raccontare una storia in più. Giovanni Negri, spinto da un’accesa passione calcistica bianconera ha pensato di disegnare e dedicare alla sua squadra del cuore una nuova etichetta di Barolo ”La classe non è acqua”, etichetta a tre colori, bianco, nero e giallo, come il logo della squadra. ‘È un gioco, un omaggio alla fede calcistica che accomuna tutto in nostro gruppo, dal cantiniere al grafico, passando per il sottoscritto” ha dichiarato alla Stampa Giovanni Negri. ”Quando avevo otto anni giravo con la figurina sbiadita di Gianpiero Combi in mano e con i racconti di mio padre e mio zio nelle orecchie sulla mitica cinquina realizzata dalla Juventus tra il 1931 e il 1935. Dicevano che era stata un’impresa irripetibile, così qualche tempo fa mi è venuta l’idea di rendere omaggio a quel ricordo, se davvero la Juve fosse riuscita a ripetere il record” ha continuato. Pronti via, in men che non si dica è arrivato il barolo versione limited edition per festeggiare il fortunato ciclo di successi juventini. Cinque anni di vittorie, lunghi come l’affinamento del barolo targato ”La classe non è acqua”, vendemmia 2011. Un exploit che resterà isolato secondo Negri, salvo che la Juve riuscisse a vincere per tre anni consecutivi la Champions League, in tal caso ”non basterebbero i magnum di Barolo per festeggiare”, parola di Giovanni Negri.

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Analisi e Tendenze Vino

Come si produce un Amarone elegante e complesso? Lo spiega la famiglia Tedeschi

L’azienda Tedeschi, situata a Pedemonte in Valpolicella vanta una storia vinicola lunga quasi quattro secoli e lavora da sempre con attenzione per conoscere e valorizzare le potenzialità del territorio, rispettandone inclinazione e tempi. Per questa storica realtà della Valpolicella, parte delle Famiglie dell’Amarone d’Arte, ascoltare le esigenze e i tempi della terra è tra i principi che guidano da sempre le scelte di sviluppo aziendale e il percorso intrapreso da papà Renzo a partire dagli anni ’60.

Secondo Riccardo Tedeschi, enologo di famiglia ”L’Amarone Monte Olmi è frutto della brillante intuizione di nostro padre Renzo, che ha saputo cogliere le potenzialità del terroir e farne un cru fin dal 1964. Noi raccogliamo la sua eredità e cerchiamo di dare il meglio annata dopo annata. Per ogni vendemmia ricerchiamo volume, eleganza e grande personalità. E’ nostro obiettivo fare un vino capace di distinguersi nelle degustazioni alla cieca e non solo, a significarne il forte carattere distintivo”.

Questo si concretizza in un’intensa attività di ricerca che la famiglia Tedeschi ha avviato da anni sui terreni di proprietà, perché, come sottolinea Sabrina Tedeschi, responsabile Marketing dell’azienda: ”E’ fondamentale l’attenzione ai dettagli a tutti i livelli: in vigna, in appassimento, in cantina. Ed è grazie a questa meticolosa cura che ogni nostro acino, così come ogni nostro vino, ha una bellissima storia da raccontare”.

Si è recentemente conclusa infatti, un’analisi effettuata sul terroir, per valutare gli impatti finali sul vino amarone dell’ecosistema. Innanzitutto sono stati individuati 39 profili pedologici nelle aree di produzione più rappresentative, analizzate attraverso foto aeree ed elaborati di carattere geologico e geomorfologico.

Per ciascun profilo, sono stati valutati il livello di drenaggio, l’esposizione solare, l’escursione termica, l’altitudine, la ventilazione e la composizione dei terreni, evidenziando gli elementi in grado di influire sulla struttura, l’aroma e la longevità dell’Amarone.

A seguito dell’analisi sono emersi alcuni fattori determinanti per l’ottenimento di un vino elegante e complesso a livello aromatico ovvero: buon drenaggio, esposizione solare e microclima ventilato. Tutti fattori che concorrono all’ottenimento di uve sane che possono giungere a corretta maturazione, essere raccolte in via tardiva e sopportare un lungo periodo di appassimento in fruttaia.

Il microclima ventilato riducendo la degradazione degli acini in fase di maturazione migliora la composizione fenolica delle uve ed è responsabile di aromi eleganti. Il terreno, nella frazione calcarea dona complessità e la presenza di ferro e minerali favoriscono note speziate e di frutta rossa come amarena e ciliegia.

La frazione sabbiosa invece, secondo le analisi, accentuerebbe le note di frutti di bosco, ribes e lampone. Longevità e struttura invece sarebbero conferite dall’argilla, responsabile di estratto secco, tannini e pigmenti fenolici. Una composizione del terreno bilanciata, favorisce vini equilibrati e longevi, mentre la presenza di ghiaia di origine alluvionale incoraggia la produzione di vini più freschi.

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Prince consumava vino “in modeste quantità”, come previsto dalla sua fede

”Un pasto senza vino è come un giorno senza sole”, probabilmente a pensarlo non era solo Anthelme Brillat-Savarin, ma anche Prince, la pop star recentemente scomparsa che pur non essendo un grande bevitore consumava vino. Non amava la birra, ma il vino che beveva in modeste quantità. Questo è quanto dichiarato da un membro della sua chiesa, James Lundstrom, della chiesa di St. Louis Park Kingdom Hall. La rockstar era infatti un devoto testimone di Geova, secondo la cui fede il vino non è vietato, ma va consumato con moderazione.

Non sopportava il whisky che disgustava letteralmente e spesso era andato sull’argomento con Lundstrom che lo aveva invitato a provare quello giusto. Sulla causa della morte di Prince continua ad aleggiare il mistero anche se il suo legale smentisce che facesse uso di droga: ”Non era drogato e amava la vita. Conduceva una vita salutista, era vegano e famoso per il suo stile di vita pulito” ha affermato l’avvocato McMillan. Probabilmente nella sua dieta c’era anche il famoso bicchiere di vino al giorno, che però non ha impedito la sua scomparsa a 57 anni.

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”Nel Sannio coltiviamo emozioni”, la presentazione del libro oggi a Benevento

Presentato in anteprima al Vinitaly, sarà presentato oggi, nella sala conferenze di Palazzo De Simone a Benevento il volume ”Nel Sannio coltiviamo emozioni”, pubblicato dal Sannio Consorzio Tutela Vini con il contributo e la collaborazione di numerosi docenti, studiosi e ricercatori. La presentazione è organizzata dal Consorzio Sannio in collaborazione con l’Università degli Studi del Sannio – Dipartimento di Diritto, Economia Management e Metodi Quantitativi (Demm). Ad aprire l’incontro saranno il prof. Giuseppe Marotta direttore del Dipartimento DEMM, e il presidente del Consorzio Sannio Libero Rillo. A seguire gli interventi dei curatori e degli autori dello studio. Il volume, che è suddiviso in tre parti, rappresenta un viaggio attraverso la storia, la cultura e i paesaggi della vitivinicoltura del Sannio beneventano. Un viaggio tout court nel mondo vitivinicolo sannita, asset strategico di rilevante valore per la provincia di Benevento.

Un’opera progettata con l’obiettivo di presentare il percorso progettuale avviato, dove la condivisione di nuove informazioni e conoscenze hanno il compito di incrementare la flessibilità del sistema vitivinicolo, e comunque di creare nuove risorse e competenze capaci di rafforzare i vantaggi competitivi della filiera. Si tratta di un lavoro che contribuisce, storicamente e scientificamente, a dare ulteriore linfa al rinnovamento strategico avviato, necessario per costruire una visione del Sannio vitivinicolo come un ambito territoriale nel quale sperimentare politiche diffuse e condivise, orientate ad aumentare la competitività e l’attrattività del territorio, con un’attenzione particolare alla coesione e alla responsabilità sociale, alla diffusione della conoscenza, alla crescita creativa, all’accessibilità e alla libertà di movimento, alla fruibilità dell’ambiente (naturale, storico-architettonico), alla bellezza del paesaggio e al benessere dei cittadini. Un lavoro che costituisce l’inizio di un percorso condiviso che ha come meta la ricerca di idee e valori, per la costruzione di un futuro sostenibile della vitivinicoltura sannita e campana quale strumento di valorizzazione e tutela di una terra fertile di emozioni.

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A Roma al via Eataly Wine Festival 2016 in collaborazione con Doctor Wine

Eataly Ostiense, in collaborazione con Doctor Wine, dà il via a ”Eataly Wine Festival 2016”. Tre giorni completamente dedicati ai vini italiani. Oltre 100 vini e 4 grandi ristoranti romani. Musica dal vivo, incontri con i produttori, seminari e approfondimenti. Il Festival si svolgerà al terzo piano. Le degustazioni si svolgeranno, venerdì dalle 18 alle 24, sabato e domenica dalle ore 12 alle 20. All’area degustazione vini si accederà solo tramite acquisto del braccialetto. Acquistando solo il bicchiere e la taschina invece si avrà accesso solo all’area food e alla vendita vini in mescita, pagando le consumazioni con i gettoni. Venerdì e sabato il Festival continuerà fino all’una di notte, anche dopo la chiusura dell’area degustazione vini con l’area food e mescita vini che rimarrà aperta.

I Produttori

Allegrini, Azienda Agricola Caí Viola, Azienda Agricola Luigi Tecce, Azienda Agricola, San Cristoforo, Argiolas, Basilisco , Bertani, Brandini , Borgogno, Bucci, Bellavista, Cantine Del Castello, Cantine Lunae, Cantina Viola, Casa D’Ambra, Casale Del Giglio, Casale Della Ioria, Cavit, Cefalicchio, Chiarli Cleto, Collavini , Contadi Castaldi, Colle Massari, Colle Picchioni, Di Majo Norante, Conti Di Buscareto, Erste Neue, Felsina, Fattoria La Rivolta, Feudi San Gregorio, Firriato, Fontanafredda, Grattamacco, Kaltern Caldaro, Le Vigne Di Zamù, Lungarotti, Masciarelli, Mediatis (selezione di vini stranieri), Ognissole, Ronco Dei Tassi, Sergio Mottura, Mirafiore, Planeta, Petra, Rivetti, San Michele Appiano , San Giovanni Di Sole Di Terra, Serafini & Vidotto, Tormaresca, Valle Reale

Seminari

Degli imperdibili appuntamenti per degustare e conoscere i vini raccontati da Daniele Cernilli e dal suo staff. I rossi del centro-sud (Venerdì 29 dalle 19 alle 19.45);  I rossi del centro, sud e isole (Sabato 30 dalle 15 alle 15.45), I rossi del centro (Sabato 30 dalle 17 alle 17.45); I bianchi del centro-sud (Sabato 30 dalle 19 alle 19.45)Le bollicine (Domenica 1 maggio dalle 15 alle 15.45); I rossi del nord (Domenica 1 maggio dalle 17 alle 17.45); I bianchi del nord (Domenica 1 maggio dalle 19 alle 19.45).

Proposte gastronomiche

Paolo e Leopoldo Cacciani ( Il “Cacio e pepe” di Cacciani a Frascati); Oste della Bon’Ora (Porchetta romana con misticanza e pane croccante);  Flavio Al Velavevodetto (Involtini e polpette al sugo); Attilio Servi  (Tortina romana con ricotta di pecora e visciole, Zuppa inglese tradizionale)

L’Extra Wine

I live music Jazz (dalle ore 21.30):  29 Aprile Vigliar G Trio (Gianluca Vigliar, Marco Valeri, Vincenzo Florio);  30 Aprile: Poeti- Lussu- Ricciardi Trio

Show Cooking

Ogni giorno uno chef diverso si esibirà nella preparazione di un piatto accompagnato da un vino perfetto.  Venerdì 29 dalle 19.30 alle 20.00: Paolo Cacciani; Sabato 30 dalle 16.30 alle 17: Attilio Servi; Sabato 30 dalle 19.30 alle 20: L’Oste Della Bon’Ora; Domenica 1 dalle 12.30 alle 13.00: Flavio Al Veloavevodetto.

Modalità di ingresso all’area degustazione

5 €: calice e taschina per accedere al Festival
12 €: ingresso con braccialetto valido per una sola giornata, con il quale sarà possibile accedere all’area degustazioni vini
30 €: ingresso con braccialetto valido per le tre giornate del Wine Festival, con il quale sarò possibile accedere all’area degustazioni vini.

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Sedriano (MI): cantine svaligiate nella notte. Grosso colpo in bottiglie di vino costoso

Vino ormai ufficialmente bene rifugio. Investire in quello che viene definito ”oro liquido” frutta il 160% in più rispetto ad un qualsiasi altro investimento nel settore finanziario. Il settore vitivinicolo secondo i dati diffusi dal Censis è tra i più ambiti per gli investimenti con il 30,6% dei risparmiatori disposto a scommetterci. Oggetto degli investimenti soprattutto le etichette di vino di fascia alta, apprezzate in Italia e all’estero ed in particolare nei mercati emergenti come quello cinese, paese in cui gli investitori sono disposti a pagare ingenti cifre in contanti pur di accalappiarsi le migliori etichette. Sarà stato quindi un furto a scopo di investimento quello avvenuto la scorsa notte a Sedriano in provincia di Milano? Oppure a scopo di consumo personale o per ricettazione nel settore della ristorazione. Al momento nessuna altra notizia in merito, fatto sta che alcuni individui si sono introdotti notte tempo in tre cantine e hanno portato via un ”goloso” bottino in costose bottiglie di vino, sicuramente a bordo di un mezzo idoneo. Amara la sorpresa dei condomini, che al mattino hanno scoperto le serrature forzate e il loro ”tesoretto” andato in fumo. Un paese ”vessato” da numerosi furti in appartamento, ma anche in cantine e box dalle quali solitamente vengono prelevati strumenti di lavoro, biciclette o moto. Ladri sommelier o aspiranti tali che probabilmente stanno già brindando alle spalle dei malcapitati.

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La finale del ”Miglior Sommelier d’Italia” in autunno a Praga

Si svolgerà a Praga in autunno la finale del concorso “Miglior sommelier d’Italia”. L’evento sarà ospitato presso l’Istituto Italiano di Cultura, nella sua storica sede situata nel quartiere di Mala Strana. A comunicarlo, Giuseppe Vaccarini, presidente Aspi (Associazione sommellerie professionale italiana) che ha anche annunciato l’apertura di una sede dell’associazione nella capitale ceca. “L’obiettivo della nostra presenza stabile in questa bellissima città – ha spiegato lo stesso Vaccarini – sarà quello di diffondere e valorizzare la cultura del vino in Repubblica ceca, in primo luogo attraverso l’organizzazione di corsi diretti alla formazione di sommelier professionisti, così come a semplici cultori del vino di qualità”. La Repubblica ceca  è oggi capitale mondiale della produzione e del consumo della birra (primo posto europeo per litri annui pro capite). Grazie ad un miglioramento del tenore di vita e alla maggior diffusione di vino di qualità negli ultimi anni sta facendo passi da gigante nell’ambito del consumo di vino anche italiano. Un’ iniziativa, questa di Aspi, che sarà una leva importante per avvicinare ancor di più i winelovers cechi al vino italiano.

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Torna Birra Expo Piacenza dal 6 all’8 maggio

Venerdì 6, sabato 7 e domenica 8 maggio, torna Birra Expo Piacenza. La manifestazione fieristica dedicata alla birra artigianale, giunge quest’anno alla terza edizione. I locali di Piacenza Expo si preparano ad accogliere tutti i visitatori che vorranno partecipare ad uno degli appuntamenti di riferimento del settore, dedicato ad appassionati e non, che ogni anno richiama migliaia di persone provenienti da tutto il Nord Italia. L’evento anche quest’anno è organizzato da Estrela Fiere, conosciuta nel settore per l’organizzazione di eventi brassicoli come Fiera Birra Artigianale Ferrara, Ravenna e Forlì. Birra Expo Piacenza sarà un’occasione per conoscere da vicino e degustare prodotti brassicoli d’eccellenza, presentati dagli oltre 24 birrifici che parteciperanno alla Fiera, per un totale di più di 100 birre artigianali. Saranno presenti anche distributori, importatori e operatori di impiantistica. Ad accompagnare il tutto, gustosi prodotti gastronomici che saranno serviti presso i numerosi stand di street food allestiti per l’occasione. Non mancheranno momenti di approfondimento, come l’incontro con Andrea Camaschella, beer taster,  che condurrà il laboratorio ”Matrimonio tra birre e salumi Dop piacentini” nella giornata di sabato 7 maggio alle 18.

Da non perdere, per tutti coloro che al termine delle prime giornate vorranno prendere parte ad un ultimo brindisi della giornata, è l’appuntamento con il “Fuori Salone in Luppoleria” di venerdì 6 e sabato 7 maggio.  Per tutte e tre le serate di Birra Expo Piacenza sono previsti concerti, momenti di musica live che coinvolgeranno tutti i presenti.

Si inizia venerdì 6 maggio alle ore 20:00. Sul palco si esibiranno i Mr. No Money Band. La band, nata a Bologna nel 2005, nel corso degli anni ha ottenuto molti riconoscimenti e ha partecipato a numerosi festival, collezionando collaborazioni italiane e internazionali. Nel 2012 ha pubblicato il suo primo album e nel 2015 è partito il suo tour in Ucraina e Usa.

A Birra Expo Piacenza il gruppo musicale intratterrà tutto il pubblico a colpi di Rock’n’Roll, Rhythm & Blues, Boogie Woogie e Barrelhouse piano. Sabato 7 maggio alle ore 20:00 l’intrattenimento musicale vedrà protagonista il Duo di Piacenza composto da Erica Opizzi e Antonio Amodeo che coinvolgerà tutti i presenti con la sua musica Folk-Revival.

Per finire in bellezza, domenica 8 maggio, sempre alle ore 20:00, si esibirà la cover-band Hard Lemon. Il repertorio del gruppo musicale comprende hit rock che hanno lasciato il segno nel panorama italiano e internazionale dagli anni ’70 fino ad oggi, il tutto reinterpretato in chiave “Hard Lemon”.

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Asti, Vinissage 2016: i vignaioli naturali al Palazzo Enofila

Torna a fine maggio, il 28 e il 29, ad Asti, Vinissage, la più importante vetrina piemontese sui vini naturali provenienti da agricoltura biologica e biodinamica. La kermesse si svolgerà in un affascinante costruzione industriale di fine ottocento ora trasformato in un centro fieristico, il Palazzo Enofila. La costruzione nacque nel 1872 come stabilimento della Società Enologica Astigiana su un terreno di 35.000 metri quadrati, a pochi metri dalla ferrovia. Dopo quattro anni ” Unione Enofila”, che però fallì nel 1888. Tre anni dopo il Comune acquistò tutto il complesso per destinarlo a magazzino, ma rimase inutilizzato fino al 1906, quando fu ceduto alla Cooperativa Federale Operaia che trasformò l’ex Enofila in ”Vetreria Operai Federale”.

La nuova fabbrica di bottiglie, bottiglioni, fiaschi e damigiane poté ben presto contare su 240 operai divisi su tre turni.  Il 5 giugno 1989 entrò in funzione il nuovo stabilimento in frazione Quarto d’Asti e l’ex Enofila, tornata di proprietà del Comune, riprese il suo aspetto originario, con la riqualificazione di tutta la zona. Vinissage 2016 si propone come un viaggio lungo l’Italia del vino, dalle Valle d’Aosta alla Sicilia, passando tra le colline del Monferrato, per conoscere i luoghi dove la natura si sposa con le tradizioni e dove l’amore per le cose semplici si incontra ancora con le eccellenze dei suoi prodotti.

Il pubblico sarà coinvolto in degustazioni, occasioni di abbinamento gastronomico, acquisto di grandi vini ed appuntamenti culturali. I vignaioli presenti a Vinissage, producono vini in modo artigianale e naturale, nel pieno rispetto del territorio e della vite e del cicli naturali, privilegiando le varietà di uva locali e i  componenti naturali del vino. Aziende in regime di agricoltura bio o biodinamica, o in conversione che non utilizzano sostanze  chimiche di sintesi, non utilizzano necessariamente lieviti selezionati, filtrano in modo blando il vino per non alterare il prodotto, non aggiungono e limitano al minimo l’utilizzo di solforosa. A Vinissage presentano  quindi vini unici a livello organolettico, meno consueti, ma che contribuiscono ad arricchire il variegato mondo del vino. Non mancherà la possibilità di acquistare anche altri prodotti biologici del territorio come marmellate, conserve, cioccolato, formaggi, salumi ed informarsi sull’argomento presso le postazioni dedicate all’editoria del settore.

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Arriva ”El Gran Capitan”, il Negroamaro firmato Ivan Zamorano

”Fabio Cordella Cantine , se complace en anunciar el acuerdo con la leyenda chileno Iván Zamorano , para la producción de dos botellas, una de vino y una de aceite. Llamado El Gran Capitan” ecco l’annuncio ancora una volta via social, dalla pagina facebook delle cantine Cordella del nuovo vino in arrivo. La vino mania, insomma, dilaga tra i calciatori, dopo il vino del numero 1, lanciato pochi giorni fa da Gigi Buffon in collaborazione sempre con Fabio Cordella Cantine, azienda produttrice di vino e olio a Copertino, ecco arrivare anche il vino con la fascetta del capitano Zamorano. Le cantine Cordella produrranno per l’ex interista, ex Real Madrid, ex direttore sportivo all’Honved di Budapest un pugliese negramaro etichetta ”El gran Capitan”. Al di là delle fedi calcistiche, sicuramente un vino, il Negroamaro, che mette tutti d’accordo. Zamorano, da Bam Bam, a Ivan il terribile da ora in poi sarà anche Ivan il vignaiolo. Tutti lo ricordano per i suoi infallibili  colpi di testa, nonostante la sua bassa statura. Se è vero che nella botte piccola  c’è il vino buono, c’è da sperare per il suo Negroamaro rosso.

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