Categorie
news ed eventi

Lambrusco: Lombardia vota la tutela della denominazione

Tutelare il nome e la produzione del Lambrusco. E’ la richiesta che arriva dal Consiglio regionale lombardo che ha approvato all’unanimità una risoluzione presentata dal Movimento Cinque Stelle per la tutela della denominazione sia nell’etichettatura di vini Dop che Igp. Il documento invita la Giunta a vigilare affinché la Commissione europea ritiri l’atto delegato che prevede la liberalizzazione della produzione di questo vino che ha un forte legame con i territori della provincia di Mantova e dell’Emilia e una filiera che conta 8mila aziende viticole, 20 cantine cooperative, 48 aziende vinicole, oltre 1.000 addetti. L’impegno chiesto alla Giunta regionale con questa risoluzione e’ quindi quello di vigilare che a livello europeo si eviti l’uso improprio della denominazione protetta. “La proposta – spiega il consigliere regionale del M5S Andrea Fiasconaro – è quella di salvaguardare la menzione del vitigno Lambrusco, ancorandola cioè alla produzione delle zone geografiche di cui è tipico, per scongiurare la liberalizzazione del nome Lambrusco. Dalla Ue, come noto, ci sono stati segnali confortanti, con il commissario all’agricoltura Hogan che ha confermato l’intenzione di riaprire la discussione riguardante la tutela dei vitigni senza penalizzare l’attuale modello del sistema vitivinicolo italiano di qualità”. “Ci sono stati accordi politici – prosegue Fiasconaro – e impegni per evitare tale liberalizzazione, però non vi è ancora nulla di scritto e formale. L’obiettivo di questa risoluzione è quello di impegnare anche regione Lombardia a vigilare affinché si formalizzi un accordo che possa tutelare il vitigno e la produzione tipica di Lambrusco”. Il testo del documento è chiaro: si impegna il presidente Maroni e la giunta a vigilare affinché l’atto delegato sulla tutela dei vini identitari venga ritirato, e che comunque non si realizzi una indiscriminata liberalizzazione dell’utilizzo della menzione di un vitigno, proponendo misure volte alla tutela del carattere locale e della peculiarità del vitigno Lambrusco, nonché delle produzioni Dop e Igp che da esso prendono il nome.

Categorie
news ed eventi

Lacrima Wine Days a Morro d’Alba: il programma

Al via l’8 e il 9 luglio Lacrima Wine Days, la due giorni sulla Lacrima di Morro d’Alba promossa dall’Istituto Marchigiano di Tutela Vini (IMT) e Go Wine per scoprire l’autoctono rosso dal profumo di rosa e viola e la sua nuova annata: in programma nel borgo di Morro d’Alba (An) banchi d’assaggio aperti al pubblico in compagnia di diciassette produttori, tasting alla cieca per operatori e appassionati, abbinamenti con prodotti tipici del territorio. Ad aprire la prima edizione della kermesse, venerdì 8 luglio alle 10:00, il wine tasting alla cieca e le preparazioni dello chef stellato Errico Recanati abbinate alla Lacrima di Morro d’Alba, riservati alla stampa specializzata. Alle 17:00 primo piano sulla denominazione nel convegno con il direttore dell’IMT, Alberto Mazzoni, il sindaco di Morro d’Alba, Alberto Cinti, il dirigente servizio Ambiente e Agricoltura della Regione Marche per la Competitività e sviluppo dell’impresa agricola, Roberto Luciani e il presidente di Go Wine, Massimo Corrado. Si prosegue dalle 18:00 alle 23:00 con le degustazioni aperte al pubblico nel centro storico (8 e 9 luglio – costo degustazione, inclusi calice e tasca: € 10; € 8 per i soci Go Wine e di associazioni di settore) e presso l’Enoteca del Lacrima (9 luglio ore 10:30-13:00). Per gli operatori del settore e per gli enoappassionati sono previsti inoltre due wine tasting alla cieca alle 21:00 (8 e 9 luglio ingresso gratuito, su prenotazione). “Con una produzione di circa 11mila ettolitri di vino certificato su 258 ettari vitati – ha detto il direttore di Imt, Alberto Mazzoni – e 10.859 ettolitri imbottigliati nella campagna 2014-2015, la Lacrima di Morro d’Alba è la terza denominazione rossa delle Marche. Un vitigno che rischiava l’estinzione e che, grazie alla lungimiranza dei produttori e al riconoscimento della doc nel 1985, oggi rappresenta uno dei nostri vini più identitari. E’ un rosso di nicchia sul quale vogliamo continuare a puntare, nel rispetto delle sue rese produttive, fondamentali per un prodotto che parli di tradizione e territorio. Il tutto in uno spirito di squadra con i produttori, sulla scia dell’esperienza fatta con Verdicchio e Rosso Conero”.

PROGRAMMA LACRIMA WINE DAYS

VENERDI’ 8 LUGLIO

Ore 17.00: convegno inaugurale (Sala Consiliare – Comune di Morro d’Alba)

Ore 18-23: apertura dei banchi d’assaggio alla presenza dei produttori, punti gastronomici, enoteca del Lacrima (vendita delle bottiglie), intrattenimenti.

Ore 21: wine tasting riservato agli operatori professionali e agli enoappassionati (gratuito su prenotazione)

SABATO 9 LUGLIO

Ore 10.30-13: assaggi presso l’Enoteca del Lacrima di Morro

Ore 18-23: apertura dei banchi d’assaggio alla presenza dei produttori, punti gastronomici, enoteca del Lacrima (vendita delle bottiglie), intrattenimenti.

Ore 21: wine tasting riservato agli operatori professionali ed agli enoappassionati (gratuito su prenotazione)

Costo degustazione, calice e tasca in omaggio: € 10,00 (€ 8,00 soci Go Wine e soci associazioni di settore).

Le 17 aziende presenti ai banchi d’assaggio e i vini di Lacrima Wine Days

 AZ. AGR. ROMAGNOLI – Morro d’Alba
Tel. 0731 63332 – info@cantinaromagnoli.it
Lacrima di Morro d’Alba “BarbaRosso” 2015
Lacrima di Morro d’Alba Superiore “MiruMMundi” 2014

BADIALI & CANDELARESI – Morro d’Alba
Tel. 0731 63040 – info@badialiecandelaresi.it
Lacrima di Morro d’Alba “Laureto” 2015
Lacrima di Morro d’Alba Superiore “Lutho” 2014
Spumante Brut Rosè “Penna Rosa” 2015

CANTINA MA.RI.CA. – Belvedere Ostrense
Tel. 0731 290091 – monica@cantinamarica.it
Lacrima di Morro d’Alba “Ramosceto” 2015
Lacrima di Morro d’Alba Superiore “Castello di Ramosceto” 2013
Lacrima di Morro d’Alba Passito “Flores Lacrimae” 2013

CANTINA MEZZANOTTE – Senigallia
Tel. 071 7961071 – lorenzomezzanotte@libero.it
Lacrima di Morro d’Alba 2015
Lacrima di Morro d’Alba Superiore “Passione di Mezzanotte” 2014

CANTINA SARO’ – Morro d’Alba
Tel. 348 3345784 – piae96@icloud.com
Lacrima di Morro d’Alba “Sarò” 2015
Lacrima di Morro d’Alba Superiore “Gaude” 2013 in barrique

CONTI DI BUSCARETO – Ostra
Tel. 071 7988020 – export@contidibuscareto.com
Lacrima di Morro d’Alba 2015
Lacrima di Morro d’Alba Superiore “Compagnia della Rosa” 2013

GIUSTI PIERGIOVANNI – Montignano
Tel. 336 794988 – cantinaluigigiusti@virgilio.it
Lacrima di Morro d’Alba “Lacrima” 2015
Lacrima di Morro d’Alba “Nove” (Senza aggiunta di Solfiti) 2015
Lacrima di Morro d’Alba “Rubbjano” 2010
Lacrima di Morro d’Alba Superiore “Luigino” 2008
Marche Igt Rosato “Le Rose di Settembre” 2015
Spumante Brut Rosè “Bollarosa” s.a.

LANDI LUCIANO – Belvedere Ostrense
Tel. 0731 62353 – aziendalandi@aziendalandi.it
Lacrima di Morro d’Alba 2015
Lacrima di Morro d’Alba Superiore “Gavigliano” 2014
Lacrima di Morro d’Alba Passito 2014

LUCCHETTI MARIO – Morro d’Alba
Tel. 0731 63314 – info@mariolucchetti.it
Lacrima di Morro d’Alba 2015
Lacrima di Morro d’Alba Superiore “Guardenco” 2014
Lacrima di Morro d’Alba Superiore “Mariasole” 2013
Spumante Brut Rosè “Special” s.a.

STEFANO MANCINELLI – Morro d’Alba
Tel. 0731 63021 – info@mancinellivini.it
Lacrima di Morro d’Alba “Sensazioni di Frutto” 2015
Lacrima di Morro d’Alba 2014
Lacrima di Morro d’Alba Superiore 2014
Lacrima di Morro d’Alba Passito “Re Sole” 2010

MARCONI VINI – San Marcello
Tel. 0731 267223 – info@marconivini.it
Lacrima di Morro d’Alba 2015
Lacrima di Morro d’Alba Superiore “Seduzione” 2014

MAROTTI CAMPI – Morro d’Alba
Tel. 333 1119449 – wine@marotticampi.net
Lacrima di Morro d’Alba “Rubico” 2015
Lacrima di Morro d’Alba Superiore “Orgiolo” 2014
Lacrima di Morro d’Alba Superiore “Orgiolo” 2004
Marche Igt Rosato 2015
Spumante Brut Rosè 2015
Mosto di Lacrima “Xyris” 2015

PODERE SANTA LUCIA – Monte San Vito
Tel. 071 7489179 – info@poderesantalucia.com
Lacrima di Morro d’Alba 2015
Lacrima di Morro d’Alba (Senza aggiunta di Solfiti) 2015
Lacrima di Morro d’Alba Superiore “Vigna Le Cantarelle” 2014
Marche Igt Rosso 2015
Spumante Brut Rosè 2015
Brut Rosè Marche Igt 2012

QUOTA33 – Morro d’Alba
Tel. 339 7229846 – info@gianlucabartolucci.it
Lacrima di Morro d’Alba 2014
Lacrima di Morro d’Alba Superiore 2013
Marche Igt Rosato 2015
Vino Rosso da Uve Lacrima “Corrado” (75% Lacrima e 25% Syrah) 2011

TENUTA SAN MARCELLO – San Marcello
Tel. 0731 831008 – info@tenutasanmarcello.net
Lacrima di Morro d’Alba “Bastardo” 2014
Lacrima di Morro d’Alba Superiore “Melano” 2013

 VICARI – Morro d’Alba
Tel. 0731 63164 – info@vicarivini.it
Lacrima di Morro d’Alba “DaSempre del Pozzo Buono” 2015
Lacrima di Morro d’Alba “Essenza del Pozzo Buono” 2015
Lacrima di Morro d’Alba Superiore “Lacrima del Pozzo Buono” 2014
Lacrima di Morro d’Alba Passito “Amaranto del Pozzo Buono” 2014
Brut Rosè Marche Igt “Sfumature del Pozzo Buono” 2014

VIGNA DEGLI ESTENSI – Roncitelli di Senigallia
Tel. 071 9727319 – info@vignadegliestensi.it
Lacrima di Morro d’Alba “Piramo” 2013
Lacrima di Morro d’Alba Superiore “Ius Lacrimae” 2012

Categorie
Birra

La birra salata? Esiste, si chiama Mustache Negra Marinera

Sono quattro le materie prime essenziali per fare la birra: acqua, luppolo, orzo e lievito. L’acqua, in particolare, rappresenta circa il 90-95 per cento del totale ed è uno degli elementi capace di rendere unica una determinata birra.

Lo sa bene anche  lo spagnolo Oscar Cascellana, mastro birraio galiziano che ha pensato per distinguersi dalla concorrenza di utilizzare per la sua produzione l’acqua marina filtrata.

Dimenticate quindi la strofa della famosa filastrocca palla pallina “…Cosa hai bevuto? L’acqua del mare.  Buttala via che ti fa male…” perché ora esiste la “Mustache” (Negra Marinera), questo il nome di questa originale birra all’acqua di mare che è dedicata ai marinai ed alla loro usanza in passato di accompagnare le ostriche con la birra.

Un successo in Spagna per quella che al momento resta una produzione limitata a  3000 litri annui pari a circa 9000 bottiglie da 33 cl esportate anche in America, Repubblica Dominicana, Svezia e Olanda.

Alla sapidità della birra  si aggiunge un altro curioso fattore. Il prezzo  non è fisso, ma segue gli andamenti delle maree. A seconda di queste e della disponibilità di acqua passa da circa 2,90 euro a 3,50 al giorno, seguendo il ciclo delle maree che si ripete all’incirca due volte al giorno a distanza di dodici ore.

Categorie
degustati da noi vini#02

Il grande Barolo di Giovanni Sordo

Il Barolo è un vino austero ma generoso intimamente legato al Risorgimento italiano. Vino che, come tutti i grandi vini, richiede competenza e passione.

A pochi chilometri da Alba, ai piedi della collina di Barolo e precisamente nel comune di Castiglione Falletto (CN), l’azienda Agricola Sordo Giovanni si prende cura di 53 ettari di Nebbiolo regalando vini di alto livello qualitativo.

L’Azienda, ormai presente da tre generazioni sul panorama enologico italiano, continua oggi con Giovanni Sordo l’impegno una passione nata agli inizi del ‘900 che la porta  avanti nel rispetto della tradizione del Barolo, senza dimenticare l’innovazione.

Grandi botti di rovere per l’affinamento, vendemmia a mano per la selezione dei grappoli ed estrema cura in tutto il processo di lavorazione per ottenere un grande barolo all’altezza della storia e della tradizione.

Categorie
Analisi e Tendenze Vino

Imt partner del Festival Mediterraneo a favore di Medici senza Frontiere

È Medea a ispirare lo spettacolo che Francesco Micheli ha ideato quest’anno per raccontare il tema del Festival Mediterraneo e realizzato in partnership con l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini (IMT) in favore del partner benefico Medici senza Frontiere.

La serata è stata presentata oggi in Regione dalla vicepresidente Anna Casini, dal presidente dell’Associazione Sferisterio Romano Carancini, dal sovrintendente Luciano Messi, dal direttore artistico Francesco Micheli, dal direttore IMT Alberto Mazzoni e dalla responsabile di Medici Senza Frontiere Annamaria Mandese.

“La Regione è il nostro principale partner, è per noi motivo di orgoglio presentarla qui insieme alla Vicepresidente – esordisce Carancini”. Lo spettacolo, in scena allo Sferisterio giovedì 11 agosto alle ore 21, guarda a uno dei personaggi più celebri e controversi della mitologia greca, e lo fa narrando il senso della migrazione, dei figli, dell’emarginazione, della diffidenza, del dolore e della morte.

Il format, già sperimentato con successo da Micheli anche allo Sferisterio, è in grado di mettere in connessione simboli e significati in un percorso che dall’opera settecentesca di Cherubini arriva fino al film di Pier Paolo Pasolini, con le scene di Dante Ferretti, tra narrazione, musica, canto e recitazione, squarci da Pasolini con estratti dal film, le scene ideate da Ferretti sullo sfondo del grande muro e gli abiti originali del film conservati dal Museo Tirelli. “È una Medea da laboratorio – dice Micheli – che conferma quanta ricerca si faccia allo Sferisterio”.

In scena: nel ruolo di Medea c’è il soprano Daniela Dessì e in quello di Giasone l’attore Cesare Bocci, che calca il palcoscenico dello Sferisterio per la prima volta, insieme con l’attrice Marìa Pilar Pérez Aspa. L’esecuzione musicale è affidata all’Orchestra Regionale delle Marche diretta da Francesco Ivan Ciampa, a condurre lo spettacolo è Francesco Micheli.

“Non possiamo che condividere in pieno i temi di questa iniziativa – afferma Casini -. Innanzitutto il complesso personaggio di Medea in rappresentanza delle figura di donna migrante che attraversa il Mediterraneo non per scelta; altrettanto importante la solidarietà con le iniziative di Medici Senza Frontiere; infine preziosa la collaborazione con IMT che sottolinea l’importanza del cibo, delle tradizioni enogastronomiche e della dieta mediterranea considerata patrimonio dell’umanità dall’Unesco, in un dialogo culturale tra i popoli del Mediterraneo”.

Medea diventa il totem della donna migrante con cui confrontarsi, tra sentimenti in contrasto, diffidenza, emarginazione. Dalla tragedia di Euripide la narrazione arriva fino a Medici Senza Frontiere, l’organizzazione medico-umanitaria indipendente impegnata in prima linea nel soccorso e nell’assistenza sanitaria delle popolazioni in fuga da guerre e povertà.

Lo spettacolo, infatti, è anche un’importante occasione di solidarietà: parte del ricavato è favore di MSF e lo spettacolo è dedicato alla campagna Milioni di Passi che l’organizzazione umanitaria dedica a migranti, sfollati, rifugiati in tutto il mondo.

A chi è costretto a fuggire in estenuanti viaggi via terra e via mare che dalla Siria portano in Grecia, poi lungo i Balcani, o nelle baracche fatiscenti dei campi profughi del Sud Sudan, dove centinaia di migliaia di persone sono sfollate e a causa delle violenze indiscriminate dovute al conflitto interno scoppiato due anni fa.

MSF sarà inoltre presente nel corso di tutta la manifestazione con i propri volontari che raccoglieranno le donazioni libere degli spettatori al termine di ogni spettacolo nell’Arena Sferisterio e nel Teatro Lauro Rossi. La serata è realizzata con il contributo di Eurosuole di Germano Ercoli, che conferma il proprio impegno nella veste di Charity Sponsor, e in collaborazione con l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini – partner del Macerata Opera Festival – che curerà l’“anteprima enogastronomica” dello spettacolo.

Il giorno 11 agosto alle 18.30 a Palazzo Buonaccorsi saranno venduti quattro bozzetti realizzati da Dante Ferretti per Medea. Il ricavato è destinato interamente a Medici Senza Frontiere. L’evento è dedicato ai mecenati dello Sferisterio e agli sponsor del Festival e sarà preceduto da un intervento di Andrea Rurale, direttore del Master MaMa dell’Università Bocconi, sul tema del mecenatismo culturale.

I biglietti per lo spettacolo sono in vendita al prezzo di 42€, 32€, 22€. Per ogni biglietto acquistato 2€ sono devoluti a Medici Senza Frontiere. É possibile donare liberamente a Medici Senza Frontiere tutte le sere degli spettacoli allo Sferisterio attraverso gli operatori presenti alla postazione dedicate.

“Da tre anni leghiamo il tema del Festival ad una causa sociale – conclude Messi -. Dopo il 2014 con Action Aid e il 2015 con le Lega del Filo d’oro, quest’anno abbiamo al nostro fianco Medici Senza Frontiere. In questo percorso ci hanno sempre sostenuto IMT ed Eurosuole”.

Categorie
degustati da noi vini#02

Nasce il T.N. 11 Gandfels 2013 da vitigni Piwi

Un elegante mix di profumi fruttati e speziati, un sapore avvolgente e ottime potenzialità di invecchiamento: è questo il breve identikit del T.N. 11 Gandfels 2013, il nuovo vino da uve resistenti che Thomas Niedermayr lancerà sul mercato a metà giugno.

Continua infatti l’impegno del giovane viticoltore di Appiano (BZ) nella sperimentazione e vinificazione dei vitigni “PIWI”, acronimo del termine tedesco “pilzwiderstandsfähig” che significa “resistente alle malattie fungine” e indica quelle varietà che, ottenute dall’incrocio in vigna di specie di viti diverse, sono capaci di difendersi naturalmente dalle malattie principali della vite senza dover richiedere l’uso di sostanze chimiche.

Non solo: dai primi impianti in vigneto realizzati dal padre Rudolf negli anni Novanta fino a oggi, grazie all’uso dei vitigni Piwi ogni anno è stato possibile ridurre del 90-100% anche i trattamenti consentiti dall’agricoltura biologica a beneficio della qualità delle uve e dei vini prodotti. Il T.N. 11 Gandfels è un blend rosso di Cabernet Cortis e Cabernet Cantor, vinificati e affinati insieme in botte di rovere per un periodo di 20 mesi con un successivo affinamento in bottiglia di 10 mesi.

La bassa resa naturale, la discreta acidità, il buon grado zuccherino e l’elevato contenuto di tannini e antociani di entrambi i vitigni sono alla base di un vino dall’ampio spettro aromatico e dalle interessanti potenzialità evolutive, capace di coniugare eleganza e struttura.

“Ho piantato le prime piante di Cabernet Cortis nel 2010 – racconta Thomas Niedermayr – dopo aver studiato le caratteristiche agronomiche ed enologiche di questo vitigno che offre una grande freschezza gustativa, tipica di tutti i vini che voglio proporre. Anche il Cabernet Cantor, introdotto nel vigneto l’anno successivo, è un’uva molto ricca di estratti, per questo è necessario un lungo affinamento prima di poter avere un vino pronto e piacevole”.

Il nuovo vino
ll T.N. 11 Gandfels 2013 ha un colore rubino intenso con note leggermente violacee e profumi spiccati di frutti rossi (lampone, mora e ribes nero) a cui fanno da contraltare note fini di tabacco. In bocca prevale un gusto vivace e profondo, caratterizzato da una raffinata trama tannica e una buona persistenza.

Categorie
Vini al supermercato

Roero Arneis Docg 2015, Cascina Riveri

Un vino che può essere un buon alleato per l’estate, il Roero Arneis. Tipicamente piemontese  si abbina a formaggi stagionati, piatti a base di carni bianche e pesce. Particolarmente indicato con i piatti tipici della cucina cuneese e delle langhe, si presta  anche ad aperitivi ed antipasti ed offre il meglio di sé servito attorno agli 8-10 gradi.  Di colore giallo paglierino con riflessi verdolini, presenta qualche leggera particella in sospensione. Al naso esprime  le tipicità dell’Arneis: sentori floreali di acacia, note fruttate di frutta fresca a polpa bianca quali pera e pesca, ma anche richiami agrumati e tropicali. La beva è davvero piacevole ed il rapporto qualità prezzo molto buono. Il vino sotto la nostra lente di ingrandimento oggi è il Roero Arneis Docg, annata 2015 prodotto dalla Cascina Riveri, un vino bianco secco dotato di una certa struttura, caldo,  con una gradazione di 13% di alcol in volume, rotondo ed armonioso. La nota acida è fresca anche per una lieve sensazione di “frizzantezza”, ma non spiccata. La sapidità è invece chiaramente distinguibile anche nel finale fruttato, discretamente persistente e ammandorlato. Una buona sorpresa dunque questo Roero Arneis Docg, schietto e fine, prodotto dalla Cascina Riveri che nel 2014 si è anche aggiudicato anche una medaglia di bronzo all’International Wine Challenge.

LA VINIFICAZIONE

Prodotto con uve Arneis da vigneti che si trovano in località  Monteu Roero, Canale (Cn). I terreni sui quali sono allevate le vigne, che hanno una età media di 15 anni, sono di tipo calcareo sabbioso e di medio impasto. La vinificazione avviene con breve macerazione sulle bucce. Le uve per l’80%, vengono crio-macerate a 6°C per 8-10 ore. Segue un affinamento “sur lies” in serbatoi in acciaio con “battonnage” per i primi 3 mesi. La bottiglia, coricata, ha una durata di circa 3 anni. Esistono varie ipotesi circa il nome del vitigno Arneis, ma sono due quelle che vanno per la maggiore. Qualcuno attribuisce il nome del vitigno ad un termine dialettale che sta ad indicare persone ribelli e scontrose, qualcun’altro lo attribuisce all’antico nome del vitigno del bric Arneiso o Reneiso che si trova nei pressi di Canale in provincia di Cunero. Cascina Riveri si estende per circa 40 ettari, nel cuore di Langhe e Roero e si pone quale obiettivo di  proporre vini freschi e di spiccata piacevolezza, ma allo stesso tempo strutturati e importanti, capaci di soddisfare i palati più semplici e i più ricercati. La cura del vigneto rappresenta il punto di forza della qualità dell’uva e del prodotto finale. Cascina Riveri coltiva esclusivamente nobili vitigni autoctoni del territorio dai quali nascono vini con spiccata personalità come il Roero Arneis Docg, il Barbaresco Docg, il Langhe Nebbiolo Docg e il Barbera d’Alba Doc.

Prezzo pieno: 6,90 euro

Acquistato presso: Iper/Finiper

Categorie
Analisi e Tendenze Vino

Naonis Collection, La Delizia: il Prosecco Doc si fa “chic”

Nuove tendenze nel mercato degli spumanti italiani, con il pubblico, soprattutto quello estero, che cerca sempre più vini selezionati per occasioni speciali: una richiesta dei consumatori che riguarda pure il Prosecco Doc, leader del settore capace di trainare l’intero movimento vitivinicolo nazionale. Da queste premesse nasce la nuova Naonis Collection dei Vini La Delizia, la cantina più grande del Friuli Venezia Giulia con sede a Casarsa della Delizia, capace di esportare il 60% della sua produzione. Il Prosecco Doc Extra Dry Millesimato si pone come versione pregiata di questo vino: insieme alla rivisitazione dello storico Il Nostro Brut, è l’elemento di punta della nuova Naonis Collection che si affianca alla conosciuta Naonis, che con le sue bollicine negli ultimi anni ha conquistato i mercati da New York a Mosca passando per Roma, Parigi e le altre grandi capitali europee. “Con la Naonis Collection – ha spiegato il presidente dei Vini La Delizia Flavio Bellomo – abbiamo intercettato un’esigenza dei consumatori, i quali vogliono conoscere sempre nuovi spumanti d’eccellenza. Grazie a una bassa resa per ettaro e alla pigiatura soffice delle uve, con queste etichette diamo loro vini esclusivi, pensati per le occasioni speciali. Troveranno il loro spazio non solo all’estero ma anche sul mercato nazionale, dove abbiamo già avuto i primi positivi riscontri da parte dei nostri clienti in alcune anteprime”.

LA NAONIS COLLECTION
Nello specifico si sono tenute degustazioni in ristoranti della Germania, in esclusivi locali della riviera napoletana e in altre zone d’Italia: le bollicine casarsesi hanno superato brillantemente l’esame del pubblico. La Naonis Collection nasce nei terreni di ghiaia e argilla della zona Doc Friuli Grave, area dalla vocazione naturale per la produzione di grandi vini bianchi e spumanti. Grazie a una resa per ettaro di massimo 100 quintali, utilizza solo uve selezionate, che vengono poi pigiate delicatamente e fermentate per oltre 6 mesi. Si ottengono così vini dal perlage fine e persistente. Il Prosecco Doc Extra Dry Millesimato proviene da uve di una singola annata: adatto per i brindisi più raffinati, ha un’elegante etichetta che gioca con il bianco e l’argento. Il Nostro Brut, che nasce dalla sapiente unione delle migliori uve di Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Nero, è il cavallo di battaglia della cantina friulana da oltre 30 anni: perfetto per gli aperitivi, vede una nuova etichetta nera ricca di stile. Gli spumanti della Naonis Collection saranno sul mercato da luglio 2016.


Categorie
Birra news

“Luppoli di mare”: le eccellenze birrarie abruzzesi in riva al mare

Un cammino degustativo tra le birre artigianali abruzzesi. Il tutto in riva al mare di Montesilvano. Si chiama ‘Luppoli di Mare’ la nuova manifestazione, organizzata da Confesercenti, nell’ambito di FestEstiva, il cartellone eventi montesilvanese, in collaborazione con l’associazione Commercianti ‘Montesilvano nel Cuore’. Dopo le fortunate edizioni di ‘Cerasuolo a Mare’, Confesercenti propone alla citta’ un viaggio tra malto e luppoli alla scoperta delle birre regionali.15 stabilimenti balneari della citta’, dal 6 all’8 luglio, dalle 19:00 all’una si trasformeranno in punti di degustazione, dove sara’ possibile assaggiare e conoscere, con il supporto di un sommelier, circa 45 diverse tipologie di birra prodotte da 16 birrifici regionali. La manifestazione e’ stata presentata questa mattina da Paolo Cilli, assessore al Commercio, Gianni Taucci, direttore provinciale di Confesercenti ed Elio Di Giuseppe, presidente Fiba Confesercenti. «L’idea di ‘Luppoli di Mare’ prosegue l’iniziativa di ‘Cerasuolo a Mare’ che quest’anno giungera’ alla sua terza edizione – afferma il direttore di Confesercenti, Gianni Taucci -. Con queste manifestazioni spingiamo il pubblico a visitare il lungomare di Montesilvano, proponendo un viaggio nel gusto. In questo caso sara’ possibile conoscere da vicino i birrifici artigianali della regione. E’ quanto si legge in un comunicato diffuso, poco fa, dal servizio informazione e comunicazione del Comune di Montesilvano. La notizia, qui riportata secondo il testo completo del comunicato diffuso, e’ stata divulgata, alle ore 14, anche sulle pagine del portale web dell’ente, sul quale e’ stata rilanciata la notizia. Ogni azienda partecipante proporra’ al pubblico 3 tipologie di birre diverse. Ad esse verra’ affiancata una degustazione di prodotti tipici, preparata dagli stabilimenti e dai ristoranti aderenti. Siamo molto soddisfatti delle adesioni raccolte».

«Gli stabilimenti balneari di Montesilvano hanno compreso le opportunita’ che possono derivare da questo genere di manifestazioni – ha aggiunto l’assessore Paolo Cilli -. Con ‘Cerasuolo a Mare’, due anni fa, e’ iniziata una sperimentazione importante che ha coinvolto gli stabilimenti balneari nelle aperture serali e che si rinsalda ulteriormente con ‘Luppoli di Mare’. È fondamentale che tutti contribuiscano attivamente allo sviluppo economico e turistico della citta’, e queste iniziative sono un’occasione ideale». «Attraverso questi eventi – ha concluso Di Giuseppe – vogliamo connotare la riviera di Montesilvano come vetrina dei prodotti enogastronomici della nostra terra, valorizzando al tempo stesse le aziende produttrici e i luoghi del nostro lungomare che si mettono a disposizione per ospitare queste degustazioni». Acquistando, al costo di 5 euro, un kit comprensivo di una sacchetta porta bicchiere e del bicchiere da degustazione e di un buono di 5 euro presso la Conad Forum, sara’ possibile usufruire di una degustazione. Alla degustazione delle birre verra’ abbinato un menu’ preparato ad hoc dagli stabilimenti balneari, non incluso nel biglietto. Gli stabilimenti e i birrifici coinvolti:Stabilimento La Racchetta – Birrificio Deb’s; Stabilimento La Riviera – Birrificio Tocci Oppidum; Stabilimento La Rosa dei Venti – Birrificio Bertona; Stabilimento Bagni Padovani – Birrificio Mezzopasso; Ristorante Sapo’ – Birrificio Desmond; Stabilimento Pallino Beach – Birrificio Leardi; Stabilimento Onda Verde – Birrificio Alkibia; Stabilimento Hotel Sole – Birrificio Bibibir; Stabilimento Sabbia d’Oro – Birrificio Almond’22; Stabilimento Bagni Bruno – Birrificio Anbra; Stabilimento New Sporting – Birrificio Maiella; Stabilimento Settebello – Birrificio Delphin Beer; Stabilimento La Bussola – Birrificio Opperbacco; Stabilimento La Conchiglia Azzurra – Birrificio La Casa di Cura; Stabilimento Il Veliero – Birrificio Antica Birra degli Abruzzi e Birrificio Birra del Borgo.

Categorie
news ed eventi

Prosecco, 3 mila nuovi ettari tra Veneto e Friuli

Le Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia , accogliendo la richiesta del Consorzio di Tutela del Prosecco Doc, hanno autorizzato l’estensione della superficie coltivabile per altri 3 mila ettari, 2.444 dei quali sul territorio regionale veneto e 560 ettari in Friuli Venezia Giulia. In questo modo il potenziale produttivo del Consorzio sale a 23.250 ettari. Il provvedimento è stato approvato il 29 giugno e le domande di interesse dovranno essere presentate entro 15 giorni dalla pubblicazione della misura nei bollettini ufficiali delle due Regioni. Per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia, metà degli ettari assegnati sarà distribuita tra le aziende che alla data del 29 aprile 2016 erano già inserite nel sistema di controllo della DOC Prosecco e non soggette al blocco della rivendicazione del marchio. La restante parte è invece riservata alle aziende in possesso di determinate caratteristiche, tra le quali sono prioritarie l’adesione ai canoni dell’agricoltura biologica e l’appartenenza alla gestione previdenziale quale giovane agricoltore. Anche in Veneto la distribuzione dei nuovi ettari avverrà in maniera diversa che in passato riservando, in 1.222 ettari a chi abbia già coltivazioni di Glera.

I PUNTEGGI
I criteri di scelta sono articolati riconoscendo punteggi più alti a chi adotterà tecniche sostenibili con l’uso di criteri biologici. Un ulteriore incentivo nel punteggio è dedicato ai giovani fra i 18 e i 40 anni non iscritti ad oggi nel registro della Doc. Le nuove piante dovranno essere messe a dimora entro il 31 luglio 2017 in superfici comprese fra i 3 mila metri quadrati ed i 3 ettari. Il potenziale produttivo previsto per la vendemmia del 2016 in Veneto è valutato in 3,13 milioni di ettolitri, corrispondenti a 417 milioni di bottiglie (498 milioni tenendo conto la riserva vendemmiale). Gli stessi dati, grazie all’estensione della superficie autorizzata, dovrebbero passare, rispettivamente, a 3,78 e 603 milioni. Fra il 2009 ed il 2015 la produzione di uva nei territori della Doc è aumentata del 236% e gli ettolitri del 260%. Contestualmente il valore dell’uva al quintale è salito dai 55 euro del 2009 ai 110 attuali.

Categorie
Uncategorized

Milano Golosa, enogastronomia di casa al Palazzo del Ghiaccio

“Bisogna avere il massimo rispetto per la materia. È lei il punto di partenza. È lei che detta l’opera, lei che la impone”. Sono perfette le parole di Mirò per descrivere la prossima edizione di Milano Golosa, dove il concetto di purezza in cucina sarà uno dei temi principali. La quinta edizione della manifestazione gastronomica creata da Davide Paolini è in programma dal 15 al 17 ottobre a Palazzo del Ghiaccio di Milano, con un ricco calendario di eventi, che sarà definito con esattezza nelle prossime settimane. Degustazioni, dibattiti e approfondimenti che avranno un occhio di riguardo verso la cucina vegetariana e vegana e alla scoperta della cucina selvatica. “Andremo oltre il piatto – spiega Davide Paolini – alla ricerca dell’origine di ciò che vi si trova dentro. Sempre più in cucina si ricerca l’integrità della materia prima, un’idea di purezza da preservare”. Tra gli ospiti presenti per confrontarsi sulla loro idea di purezza in cucina ci saranno Valeria Mosca, nota  forager, anima del centro ricerche Wood-ing sui cibi selvatici e Claudio Corallo, italiano agricoltore a Principe- São Tome, considerato il produttore numero uno al mondo di cacao.

Centottanta gli espositori artigiani presenti per proporre un tour enogastronomico della penisola alla ricerca di materie prime di qualità. Tra panettieri, casari, pasticceri il pubblico sarà invitato a “il nuovo che avanza” con prodotti della cucina, lezioni, laboratori e degustazioni. Appuntamenti che coinvolgeranno anche luoghi al di fuori del Palazzo del Ghiaccio in occasione di Fuori Milano Golosa: cene, incontri enogastronomici e degustazioni tra ristoranti e enoteche milanesi che hanno aderito alla manifestazione. Milano Golosa arriva dopo la prima edizione di Gourmandia, altro evento ideato da Davide Paolini a Treviso di cui è già in programma la seconda edizione dal 6 all’8 maggio 2017. L’evento sarà aperto al pubblico sabato 15 ottobre (dalle 14.30 alle 22), domenica 16 ottobre (dalle 10 alle 20) e lunedì 17 ottobre (dalle 10 alle 17.30). Il biglietto d’ingresso, come nelle passate edizioni, sarà di 10 euro a persona, 5 euro per i bambini dai 6 ai 12, bambini minori di 6 anni gratuito. Il programma sarà presto disponibile sul sito della manifestazione.

Categorie
news ed eventi

Valtellina: torna a Morbegno “Dedicato al Franciacorta”

Anche quest’anno la città di Morbegno si prepara ad accogliere i vini di Franciacorta per la quinta edizione di “Dedicato al Franciacorta”, manifestazione realizzata con l’omonimo Consorzio di Tutela e l’Associazione Italiana Sommelier della Delegazione di Sondrio. L’evento, in programma sabato 16 luglio 2016, è come di consueto patrocinato dal Comune di Morbegno e realizzato in collaborazione con il Consorzio Tutela Valtellina Casera e Bitto e Consorzio Tutela Bresaola Valtellina, che saranno presenti con assaggi di salumi e formaggi, e da quest’anno vede la partecipazione anche dell’Unione del Commercio mandamentale e di Pro loco Morbegno. Di anno in anno l’iniziativa raccoglie sempre maggiore consenso e apprezzamento da parte degli amanti delle “bollicine” lombarde e per questa edizione, oltre ai consueti banchi d’assaggio nella prestigiosa cornice del Chiostro di Sant’Antonio, grazie al coinvolgimento dell’Unione del Commercio saranno proposte degustazioni anche all’interno di selezionate attività commerciali del centro storico quali negozi di abbigliamento, arredamento e agenzie viaggi, in un tour che tocca differenti location. Saranno presenti 16 differenti produttori e 30 etichette in degustazione.

Il programma della manifestazione prevede:

  • 18.30-20.30 – degustazioni con i sommelier AIS presso i banchi di assaggio allestiti in selezionati negozi del centro storico;
  • 19.30 – apertura dei banchi di assaggio con i sommelier AIS nel Chiostro di S. Antonio; degustazioni di formaggi e salumi a cura dei relativi consorzi di tutela;
  • 24.00 – chiusura della manifestazione.

Il bicchiere e la tasca porta-bicchiere si ritirano presso il Chiostro di S. Antonio a partire dalle 18.00. Il costo di ingresso alle degustazioni (negozi e chiostro) è di 15 euro per i soci AIS e di 30 euro per i non soci.

Categorie
news ed eventi

Antonio Centocanti eletto Presidente dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini

E’ Antonio Centocanti, presidente della Cantine Belisario Soc. Coop. Srl, il nuovo presidente dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini (Imt), consorzio diretto da Alberto Mazzoni che rappresenta l’82% dell’export vinicolo delle Marche. Nato a Cerreto d’Esi, classe 1955, Centocanti che succede a Gianfranco Garofoli, è stato eletto all’unanimità dal neo consiglio di amministrazione del maxiconsorzio che conta circa 700 soci e 16 denominazioni tutelate. Ad affiancarlo, i nuovi vicepresidenti Michele Bernetti (Umani Ronchi) e Doriano Marchetti (Moncaro). “Le Marche del vino – ha detto il presidente di Imt, Centocanti – hanno raggiunto un buon livello sul fronte della notorietà e della qualità dei prodotti ormai apprezzati a livello internazionale, Verdicchio in primis. Ora occorre fare il salto di qualità. Obiettivo del prossimo triennio sarà perciò consolidare l’immagine e le posizioni conquistate dai vini marchigiani sul mercato interno ma soprattutto rafforzare la nostra presenza sui mercati esteri attraverso azioni promozionali mirate e incoming sul territorio. Una direzione questa – ha concluso Centocanti – ampiamente condivisa dalla nostra base associativa”.

Categorie
Vini al supermercato

Il Salice Salentino Riserva 2012 Selvarossa e il miracolo della lievitazione del prezzo

(3 / 5)Un’operazione commerciale di proporzioni “globali”, nel mondo della critica del vino “che conta”. O che dovrebbe contare. Giustifichiamo così, noi modestissimi commentatori di vinialsupermercato.it, la lievitazione del prezzo che sta subendo, nei supermercati italiani, il Salice Salentino Dop Riserva Selvarossa di Cantine Due Palme. Il prezzo del vino rosso pugliese della società cooperativa agricola di Cellino San Marco (Brindisi), supervalutato da tutte le più prestigiose “guide” del vino del Belpaese, cresce assieme al consenso ottenuto da parte dei “big” della critica enologica. E in Esselunga, che lo distribuisce sugli scaffali della propria fitta rete di supermercati, passa da 13 a quasi 17 euro. Nel giro di tre mesi scarsi. Per carità, non stiamo parlando certo di un caso clamoroso. Selvarossa Riserva è un buon vino. Ma a dirla tutta: per quasi 17 euro, in Gdo, si può bere decisamente di meglio. Per sdrammatizzare, basti pensare a quanto sta combinando l’e-commerce Tannico.it. Che sul proprio sito di vendita di vini online mette in bella mostra i “Tre bicchieri” affibbiati a Selvarossa dal Gambero più famoso d’Italia (vedi immagine sotto). E, magicamente, “sconta” ai propri clienti un 35% sul prezzo pieno, che sale – però – a ben 23 euro. Portando Selvarossa a un prezzo finale, sconto incluso, di 14,90 euro: spese di spedizione escluse, of course. Chapeau. Eppure sarebbe forse questa la “dimensione prezzo” corretta, al netto delle super valutazioni, di questo rosso di Puglia della coop brindisina.

LA NOSTRA DEGUSTAZIONE
Per giudicare bisogna assaggiare, lo abbiamo sempre sostenuto. E allora ecco qui le nostre note degustative del Salice Salentino Dop Riserva Selvarossa Cantine Due Palme. Sotto la nostra lente di ingrandimento, la vendemmia 2012. Precisiamo innanzitutto che si tratta di un rosso riserva ottenuto per l’85% dalla varietà Negroamaro, completata da un 15% di Malvasia Nera. Nel calice, il vino si presenta d’un rosso rubino intenso, poco trasparente, profondo, con riflessi amaranto. Al naso un gran calore alcolico, che solo in parte si giustifica con i 14,5% di alcol in volume. Con l’ossigenazione emergono interessanti note fruttate di ciliegia (sotto spirito, più che in confettura) e decisi spunti terziari di vaniglia e liquirizia. Un vino che, al palato, si presenta caldo. Il tannino è avvolgente e il retrogusto richiama le note di frutta a bacca rossa (ciliegia) già avvertite al naso, che si arricchiscono di una nota amarognola tipica della carruba. Un vino che, tuttavia, pare “sfuggire” via veloce, senza lasciare una firma inconfondibile in bocca, tale da giustificarne il prezzo. E non si capisce neppure – ma sarà sicuramente un nostro limite – come possa evolvere ulteriormente negli anni questo tanto decantato Salice Salentino da 17 euro in Gdo.

Del resto, a Vinitaly 2016, lo scorso aprile, era stato lo stesso direttore commerciale di Cantine Due Palme, Giacomo Di Feo, ad annunciare chiaramente ai lettori di vinialsupermercato.it l’ormai imminente lievitazione dei prezzi di Selvarossa: “Stiamo riposizionando verso l’alto il prezzo del nostro vino top di gamma presente nei supermercati Esselunga – ammetteva Di Feo – a fronte di un prezzo iniziale di circa 13 euro. Una catena che ben lo espone non può che essere per noi un valore aggiunto”. Coerenza e onestà che meritano un riconoscimento, al di là delle grandi recensioni che negli ultimi mesi hanno favorito il processo di lievitazione di Selvarossa Due Palme in Gdo e, per certi versi, anche in Horeca. E con altrettanta coerenza e onestà, noi di vinialsupermercato.it vi consigliamo di provare un altro vino rosso di Puglia di Cantine Due Palme, dal rapporto prezzo-qualità davvero eccezionale: parliamo del Susumaniello Serre (9/11 euro in Esselunga o nei supermercati Il Gigante, i primi ad averlo in assortimento, anche nel nord Italia). Un vino, questo sì, di cui innamorarsi. Per davvero.

Prezzo pieno: 16,90
Acquistato presso: Esselunga

 

Categorie
news ed eventi

Vignaioli indipendenti: Fivi si consolida nel Centro-Sud Italia

L’assemblea generale dei soci della FIVI, la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, ha rinnovato le cariche elettive per i prossimi tre anni. Matilde Poggi confermata presidente, alla vicepresidenza restano Walter Massa e Leonildo Pieropan. Entrano quattro nuovi consiglieri, di cui tre del Centro-Sud Italia. Sono Luigi de Sanctis (Lazio), Gaetano Morella (Puglia) e Luigi Maffini (Campania), insieme a Bruna Flaibani dal Friuli Venezia Giulia. Rimane invariato il numero di consiglieri. Gli altri vignaioli riconfermati sono: Costantino Charrère (Valle d’Aosta, già primo presidente FIVI), Lorenzo Cesconi (Trentino), Ettore Ciancico (Toscana), Luca Ferraro (Veneto) Gianmario Cerutti (Piemonte, Consigliere delegato agli affari istituzionali), Armin Kobler (Alto Adige), Francesco Saverio Petrilli (Toscana, Segretario Nazionale) e Marco Vercesi (Lombardia). Abbandonano la carica invece Celestino Gaspari (Veneto), Guido Zampaglione (Piemonte) e Stefano Casali (Toscana), Giulia Cavalleri (Lombardia, che rimane alla guida dei Vignaioli di Franciacorta). Il consiglio direttivo della FIVI potrà inoltre contare sull’apporto di 16 delegati di zona e delle tre associazioni indipendenti (Vignaioli del Trentino, Vignaioli dell’Alto Adige, Vignaioli del Soave) a cui è affidato il compito di mantenere il rapporto con i quasi 1000 soci. “Desidero ringraziare i consiglieri uscenti – ha dichiarato Matilde Poggi – per il lavoro che hanno svolto in questi anni e per aver dato spazio ai vignaioli delle regioni finora meno rappresentate. La FIVI oggi è ancora più forte, perché rappresenta in modo più compiuto i vignaioli di tutta Italia”. Proprio per venire incontro alle esigenze dei nuovi consiglieri la sede del consiglio potrà variare di volta in volta.

“Oggi assumiamo l’impegno – ha aggiunto Walter Massa – a prendere qualche aereo, a nostre spese, per rendere più unita l’Italia”. La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI) è un’associazione nata nel 2008 con lo scopo di rappresentare la figura del viticoltore di fronte alle istituzioni, promuovendo la qualità e autenticità dei vini italiani. Per statuto, possono aderire alla FIVI solo i produttori che soddisfano alcuni precisi criteri: “Il Vignaiolo FIVI coltiva le sue vigne, imbottiglia il proprio vino, curando personalmente il proprio prodotto. Vende tutto o parte del suo raccolto in bottiglia, sotto la sua responsabilità, con il suo nome e la sua etichetta”. Attualmente sono quasi 1000 i produttori associati, da tutte le regioni italiane, per un totale di circa 10.000 ettari di vigneto, per una media di circa 10 ettari vitati per azienda agricola. 70 sono i milioni di bottiglie commercializzate e il fatturato totale supera 0,7 miliardi di euro, per un valore in termini di export di 240 milioni di euro. I 10.000 ettari di vigneto sono condotti per il 49 % in regime biologico/biodinamico, per il 20 % secondo i principi della lotta integrata e per il 31 % secondo la viticoltura convenzionale.

Categorie
news news ed eventi

Gavettoni di vino per la consueta guerra di Haro

Una tradizione davvero unica nel suo genere e molto divertente quella che si è tenuta anche quest’anno in Spagna nella regione della Roja. Parliamo della famosa guerra di Haro, una vera e propria  battaglia del vino, all’ultimo goccio che ogni anno tinge la città di rosso rubino.

Festa ufficiale dal 1965, si tiene ogni 29 giugno ad Haro, in occasione di San Pedro, santo patrono della città, ma ha origini antichissime che risalgono ai tempi dei pellegrinaggi quando, dopo le cene, le feste, i canti e i balli ci si divertiva a farsi “gavettoni” con il vino rimasto imbevuto.

I soldati di Haro, per partecipare devono osservare un rigoroso dress code: abiti bianchi e foulard rossi. La festa comincia alle sette del mattino con il trasporto dei vini che saranno lanciati durante la battaglia fino al santuario.

Il cerimoniale quindi prevede  che il sindaco, una volta giunti sul punto più alto del monte, dopo aver issato la bandiera celebri la messa. Solo che il consueto “andate in pace”, non è poi così pacifico.

Èproprio alla fine della funzione religiosa che si scatena l’inferno. Tutti pronti a macchiarsi gli abiti fino all’ultimo litro di vino, ma sempre con spirito festoso e goliardico fino a notte inoltrata.

Categorie
news ed eventi

Vitevis brinda al suo primo compleanno: bilancio positivo

Alberto Marchisio

E’ decisamente pieno il bicchiere con cui Vitevis brinda al suo primo compleanno. A distanza di dodici mesi dalla nascita della realtà vitivinicola che il 1° luglio 2015 ha unito tre storiche cantine del territorio vicentino – la Cantina Colli Vicentini di Montecchio Maggiore, la Cantina di Gambellara e la Cantina Val Leogra di Malo – il presidente Gianni Mazzocco e il direttore Alberto Marchisio fanno il punto sul primo anno di attività.  “Il bilancio è fortemente positivo – afferma Marchisio – soprattutto per quanto riguarda la capacità di penetrazione sui mercati esteri. La partecipazione come realtà unica alle tre principali fiere europee di settore, il Prowein a Düsseldorf, Vinitaly a Verona e la London Wine Fair, si è rivelata vincente. Valorizzando le eccellenze delle singole cantine con attività concrete, come il lancio della nuova linea “Monopolio” che riprende l’antico nome della Cantina di Gambellara e propone la Garganega di vigneti di collina selezionati per qualità, stiamo riscontrando sempre più interesse per i vini del nostro territorio da parte degli operatori”.  A spingere le produzioni di eccellenza sui mercati esteri sono anche i premi conquistati nell’ultimo anno dall’etichette di punta del gruppo, a partire dal Carlo V Rosso Veneto Igt 2013 e dal Prosecco Doc Romeo, vincitori della medaglia d’oro al Sakura Japan Women’s Wine Award, al Gambellara Classico Doc “Monopolio” 2015, a cui sono andate la medaglia d’argento al Concours Mondial di Bruxelles e la medaglia di bronzo al Decanter Word Wine Awards 2016, per citare solo alcuni dei riconoscimenti internazionali ottenuti.   Il gruppo Vitevis, in forte crescita anche sul valore dell’imbottigliato, sorride anche sul fronte interno sia per la crescita del numero dei viticoltori associati, che hanno superato quota 1.500 con oltre 2.200 ettari vitati in 56 Comuni delle province di Vicenza e Verona, sia per l’aumento del fatturato dei quattro punti vendita di Malo, Gambellara, Torri di Quartesolo e Montecchio Maggiore.  “Gli obiettivi prioritari per i prossimi dodici mesi – spiega il presidente Gianni Mazzocco – sono un’ulteriore crescita in Italia e all’estero attraverso progetti mirati, tra cui la nascita di una linea dedicata ai vini biologici. La capacità di offrire una gamma completa di vini del territorio vicentino con un’elevata qualità si sta rivelando strategica sia sui mercati in cui eravamo già presenti come singole realtà sia in quelli di nuovo arrivo”.

Categorie
news vini#1

Vino, enoteche in crescita nel primo trimestre 2016

“I dati dei primi tre mesi del 2016 ci parlano di un aumento complessivo delle vendite del 5,4% a volume e del 6,2% in valore, offrendoci un quadro complessivo ottimistico, in linea con il trend riscontrato negli ultimi due anni. Dati che ci fanno ben sperare rispetto alla tendenza al ribasso nei consumi fuori casa che ha caratterizzato il periodo 2008-2013. L’Osservatorio del Vino apre finalmente una finestra sui consumi in un settore complesso come l’Horeca”. Con queste parole Antonio Rallo, presidente dell’Osservatorio del Vino, commenta i dati sui consumi fuori casa, ovvero l’”On Trade” italiano (ristoranti, bar, enoteche, hotel, catering), del primo trimestre 2016, rilevati da Nomisma Wine Monitor (partner dell’Osservatorio del vino) su un campione di 23 grandi e medie aziende che rappresentano un fatturato complessivo pari a 2 miliardi di euro. Lo studio evidenzia che i vini spumanti trainano i consumi con un +9,5% in valore e un +6,8% in volume, seguiti dai bianchi fermi (+8,9% in valore e +5,7% in volume) e dai frizzanti (+6% in valore e + 23,5% in volume). I rossi crescono anche se di poco in valore (+1,7%) e calano in volume (-4,5%). Nei singoli punti vendita dell’On Trade, le vendite al dettaglio aumentano rispettivamente del 5,8% a valore e del 4,4% a volume. E sono hotel e catering a guidare con +10% a valore e +12,5% a volume, seguiti dai ristoranti (+7,3% valore e +10,8% volume), da wine bar (+3,8% valore e +2,5% volume) ed enoteche (+3% valore e -10% volume).

Le vendite all’ingrosso fanno rilevare un aumento del 7,3% a valore e del 7,6% a volume. Oltre ai consumi nel settore Horeca, l’Osservatorio del Vino grazie alla partnership con Ismea, monitora anche le vendite in Gdo. Nei primi cinque mesi 2016 l’analisi sulla base dei dati Nielsen, evidenzia volumi in calo del 2% e una sostanziale stabilità nei valori (+0,4% a 776 milioni di euro). Gli spumanti anche in questo caso sono il prodotto trainante, segnando vendite a +6% a volumi e a +7,3% a valore. I vini Dop crescono a valore (+2,4% a 310 milioni di euro) e calano lievemente a volume (-1%). I vini Igt fanno registrare -8% a volume e -4% a valore, per una spesa totale di 171 milioni di euro nei cinque mesi. “Siamo molto soddisfatti di questo primo anno di attività di ricerca e studio del settore ‘On Trade’ con l’Osservatorio del Vino  – conclude Antonio Rallo -. Le aziende associate hanno per la prima volta un quadro dettagliato ed aggiornato del mercato dell’Horeca, completato dai dati di sistema su tutto il comparto attraverso la partnership con Ismea, Crea e Bocconi. Ora, l’obiettivo è di incrementare la base delle aziende monitorate per rendere lo strumento ancora più preciso ed efficace, consentendo così all’imprenditore di basare le proprie scelte su dati certi e guadagnare in competitività”.

Categorie
news ed eventi

“Red Marine Wine”: IMT punta sul rilancio della doc Rosso del Conero

Al via “Red Marine Wine”, la campagna del Rosso Conero promossa dall’Istituto Marchigiano di Tutela Vini. Per l’estate 2016 infatti la prima doc rossa nata nelle Marche si rifà il look con una nuova immagine coordinata e un nuovo claim che si affiancheranno ad azioni promozionali e di marketing realizzate in sinergia con i ristoranti della Baia di Portonovo. A presentare l’iniziativa oggi a Portonovo, alla presenza dei produttori di Rosso Conero e Conero Riserva aderenti al progetto, il direttore dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini (IMT), Alberto Mazzoni e il presidente del consorzio La Baia di Portonovo, Marcello Nicolini. Obiettivo della campagna “Red Marine Wine”, in partenza dal 10 luglio sulla stampa e sui social network con una pagina Facebook dedicata, è “il rilancio di una denominazione caposaldo della viticoltura marchigiana – oltre 350 gli ettari vitati e più di 13mila gli ettolitri di vino imbottigliato nella campagna 2014-2015 – attraverso un brand che ne rievoca il terroir e l’incontro tra il mare della Baia di Portonovo e il Monte Conero. Un ambiente straordinario, caratterizzato da brezze marine e da un terreno calcareo che permettono al vitigno Montepulciano di esprimere nel Rosso Conero una tipicità unica e irripetibile altrove”, come spiegato dallo studio HEERO che ha realizzato l’advertising. All’insegna del connubio tra Rosso Conero e mare sarà anche il progetto di marketing territoriale, che prevede dal 10 luglio al 31 ottobre una carta dei vini ‘ad hoc’ e degustazioni al calice in abbinamento ai piatti a base di pesce e di moscioli in dodici ristoranti della Baia di Portonovo contraddistinti da apposita vetrofania. Ad arricchire la carta anche un QR code in grado di fornire in tempo reale su smartphone la geolocalizzazione e le informazioni delle cantine, che sarà utilizzato parallelamente per le brochure in distribuzione negli alberghi della zona.  “Dopo il Verdicchio – ha detto il direttore di IMT, Alberto Mazzoni – anche il Rosso Conero fa squadra con il territorio in un progetto di promozione che per la prima volta unisce 20 aziende, pari al 90% della denominazione, per ridare il giusto slancio ad un prodotto piacevole da bere, non necessariamente legato all’uso del legno, e che esprime una fetta importante della nostra produzione. L’obiettivo è quello di intraprendere, sulla scia di quanto fatto per il Verdicchio, un percorso condiviso sulla qualità totale e sulla promozione di un brand che si lega ad un territorio di forte appeal a livello turistico. Entro il prossimo inverno – ha concluso Mazzoni – puntiamo a coinvolgere anche alberghi e ristoranti di Senigallia, Porto Recanati e dell’entroterra”.

Categorie
news ed eventi

Bingo di premi della Cantina di Santa Maria La Palma a New York

Nuovi importanti riconoscimenti per la Cantina di Santa Maria La Palma. L’azienda vitivinicola algherese con il vino Cannonau Doc Le Bombarde 2014 ha ricevuto due premi speciali durante l’International Wine Competition di New York 2016, prestigioso concorso internazionale a cui prendono parte le migliori cantine provenienti da tutto il mondo. Quest’anno l’evento, giunto alla sesta edizione, ha visto la partecipazione di più di 1000 vini provenienti da 25 paesi. Nel corso della cerimonia di premiazione la Cantina di Santa Maria La Palma ha ricevuto la medaglia d’argento nella categoria Rossi Italiani Doc con il vino Le Bombarde 2014; grazie allo stesso vino l’azienda ha vinto inoltre il riconoscimento “Cannonau di Sardegna Winery of the year”, cantina dell’anno per il Cannonau di Sardegna. I riconoscimenti sono stati assegnati da una giuria speciale composta da esperti internazionali, buyer, sommelier e professionisti del settore a cui sono stati sottoposti tutti i vini partecipanti, divisi per categoria, secondo un preciso “blind test”, un attento esame che premia i prodotti di qualità. I due nuovi riconoscimenti si sommano al prestigioso premio Decanter assegnato a inizio giugno durante i Decanter World Wine Awards a due altri prodotti della cantina, il Vermentino di Sardegna DOC Blu 2015 e il Vermentino frizzante Aragosta. I premi ricevuti rappresentano un segnale positivo che certifica la qualità dei prodotti della Cantina di Santa Maria La Palma e lo stato di salute dell’azienda, una realtà che raggruppa più di 300 produttori associati e che si rivela sempre più proiettata verso i mercati internazionali.

Categorie
news ed eventi

Il Verdicchio delle Marche a Barolo per Collisioni

Tu chiamale, se vuoi, “collisioni”. Per la seconda volta in pochi mesi, dopo Vinitaly, il Verdicchio e le Marche incontrano Barolo. L’Istituto Marchigiano di Tutela Vini – IMT rafforza infatti per il 2016 la sua partnership con il Festival di letteratura e musica in collina – il festival agrirock Collisioni, per l’appunto – con una nutrita partecipazione al Progetto Vino di Ian D’Agata, “Assaggi Dop & Slow Food marchigiani” aperti al pubblico nello stand IMT in piazza Rossa e l’incontro tra Regione Marche e Regione Piemonte sul palco wine and food di Collisioni. All’evento – che quest’anno ospita tra premi Nobel, scrittori, musicisti ed esponenti del mondo dell’enogastronomia, anche Elton John, il premio Nobel per la letteratura 2015, Svetlana Aleksievič, il premio Pulitzer Richard Ford e il fondatore di Vinous, Antonio Galloni – parteciperanno 25 aziende IMT, con le denominazioni Verdicchio, Rosso Conero, Lacrima di Morro d’Alba, Colli Maceratesi Ribona e Bianchello del Metauro. Per il direttore dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, Alberto Mazzoni: “Ci presentiamo quest’anno a Barolo con una collettiva più strutturata e con un’offerta eterogenea per il pubblico sull’enogastronomia regionale. Il sodalizio con Collisioni continuerà dopo il Festival con una due giorni itinerante nell’area di Jesi, che nel primo weekend di settembre ospiterà giornalisti internazionali e stakeholder del Progetto Vino ma anche alcune cantine di Barolo e del Piemonte, in un gemellaggio simbolico tra due grandi territori del vino”.

IL PROGRAMMA
Si comincia giovedì 14 luglio con gli assaggi street food aperti al pubblico nella piazza Rossa, dove si potranno degustare fino a tarda notte i grandi prodotti della cucina marchigiana (dal Ciauscolo alla Casciotta d’Urbino, dall’Oliva ascolana del Piceno ai prodotti Presidio Slow Food) in abbinamento ai vini IMT per tutta la durata del Festival. Eccellenze che il pubblico potrà scoprire anche domenica 17 luglio (ore 12:00) sul palco wine and food del Castello di Barolo nell’incontro tra Marche e Piemonte con l’assessore all’Agricoltura e vicepresidente della Regione Marche, Anna Casini e l’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, Giorgio Ferrero. Protagoniste dell’evento saranno le denominazioni IMT e i prodotti Dop marchigiani accanto a Barolo, Barbera e altre denominazioni, la Nocciola Igp e i formaggi Dop piemontesi. Due invece gli appuntamenti riservati agli esperti coinvolti dal Progetto Vino – tra critici internazionali, giornalisti, importatori e buyer – che vedranno protagonisti i vini marchigiani nei tasting guidati da Ian D’Agata. Il 17 luglio primo piano sul bianco più premiato d’Italia, il Verdicchio, in una degustazione che metterà in luce le doti che lo rendono unico tra i grandi bianchi italiani: struttura e grande personalità, ma soprattutto longevità e capacità di migliorare nel tempo. Lunedì 18 luglio sarà invece la volta delle denominazioni marchigiane, dalle più conosciute come il Rosso Conero alle emergenti Colli Maceratesi Ribona e Bianchello del Metauro.

Categorie
Birra

Itala Pilsen: Peroni la rilancia e riparte da Padova

Tornerà ad essere prodotta a Padova, a quasi cento anni dalla sua nascita, la birra Itala Pilsen. Nata per volontà del ragionier Arrigo Olivieri nel 1919 e  dedicata alla moglie Italia, la storia di Itala Pilsen è un susseguirsi di passaggi societari.

Tutto comincia nel 1916 quando Arrigo Olivieri rileva la Birra Cappellari fondata a Padova nel 1890. Nel 1919 a seguito della fusione con la birra Maura e dell’ingresso del nuovo socio Giovanni Battista Frigo la ragione sociale viene modificata in Birra Itala Pilsen.

Negli anni 50 con una produzione di 170.000 ettolitri, 100 operai e 50 impiegati a libro paga Birra Itala Pilsen diventa una della realtà italiane industriali  di spicco anche grazie ad una quota di mercato pari al 7% e ben 90 concessionari su tutta la penisola.

Nel 1980 la società si trasforma in S.p.A ed il 50% del capitale sociale viene acquisito da Peroni e da Pedavena per finire completamente nelle mani di Peroni negli anni settanta. La produzione va avanti fino ad esaurirsi a favore del marchio Peroni.

Soddisfazione da parte del  sottosegretario all’Economia e alle Finanze, Pierpaolo Baretta, che ha sottolineato in un messaggio la positività di questa notizia non solo per ragioni affettive, ma anche per ragioni di opportunità economiche del Veneto, che si riconferma area strategica di investimento da parte di aziende e gruppi importanti

Sulla stessa linea d’onda anche l’assessore all’economia Marcato  “Non posso che esprimere soddisfazione per la ripresa di un’attività imprenditoriale che può generare ricchezza e occupazione per il territorio. È un esempio pratico, concreto e positivo di un processo di start up d’impresa che mostra fiducia nella forza del made in Veneto e accetta la sfida di competere sul mercato, recuperando un marchio storico fra le birre italiane”.

Per festeggiare il ritorno di Itala Pilsen è stata allestita nelle Sale del Caffé Pedrocchi la mostra “Itala Pilsen e Padova: una storia d’amore” che ripercorre quasi un secolo di storia tra foto, documenti e oggetti d’epoca nell’ambito dell’evento “Itala Pilsen guarda chi si ribeve”.

Un’elevata brand awareness per il marchio: dai dati diffusi da Peroni su una ricerca condotta dall’istituto di ricerche di mercato Toluna, il 50% degli abitanti di Padova ancora ricorda la marca e il 90% la riacquisterebbe volentieri. Nonostante questo, al momento la distribuzione di Itala Pilsen è stata pensata solo per il canale Horeca e non per la grande distribuzione.

Sarà possibile degustarla in pub e ristoranti di Veneto, Emilia Romagna, Marche e Umbria. La Itala Pilsen “versione 2.0”  è stata rivisitata dal mastro birraio Raffaele Sbuelz che ne ha modificato il gusto e non sarà pastorizzata per renderla fresca come appena prodotta.

Categorie
Vini al supermercato

Vermentino di Gallura Docg 2014 Tancarè, Giogantinu

Torna sotto la nostra lente di ingrandimento un vino sardo delle cantina Giogantinu. E’ la volta del Vermentino di Gallura Docg, Tancarè. Unica Docg della Sardegna, quella del Vermentino di Gallura con la sua Doc di ricaduta Vermentino di Sardegna. Nel calice il Vermentino di Gallura Docg Tancarè si presenta color giallo paglierino con riflessi verdolini, cristallino e trasparente.  Un vino che si mostra scorrevole già con una rapida occhiata alla lente. I profumi non sono spiccati, avvicinando il naso al bicchiere  il bouquet aromatico è sottile con sentori di frutta fresca agrumata, fiori bianchi e note minerali. Al gusto è comunque di medio corpo, caldo, vellutato e secco. Relativamente alle componenti dure il Vermentino di Gallura Docg Tancarè è un vino fresco e sapido. Chiude leggermente amaragnolo, ma poco persistente. Beverino, anche se, questa annata 2014. non è una delle migliori espressioni di Vermentino. Il rapporto qualità prezzo è discreto,  ma non è un vino memorabile. Anche questo finisce nella nostra lista “senza infamia e senza lode” , almeno per questa infelice annata. La gradazione è di 12% di alcol in volume, va servito naturalmente fresco a 8-10 gradi e si accosta a primi piatti con verdure e pesce, aperitivi, antipasti di mare,  minestre di pesce,  ma anche a formaggi a pasta molle o media stagionatura.

LA VINIFICAZIONE
Il Vermentino Bianco è coltivato in tutte le province di Sardegna e Toscana, in quattro province liguri, in Puglia, ma anche il alcune zone di Lazio, Marche, Umbria, Sicilia per una superficie complessiva di 4000 ettari vitati. Iscritto al registro delle varietà di uva dal 1970 inizialmente veniva vinificato solo come uva da tavola. La cantina sociale Giogantinu riunisce 350 soci per un totale di 320 ettari vitati. Le zone di produzione si trovano nella provincia di Olbia Tempio, tra Berchidda e Oschiri. La capacità di produzione della cantina è di 25.000 quintali all’anno con una produzione massima di 4500 bottiglie all’ora.

Prezzo pieno: 6,90

Acquistato presso: Carrefour

Categorie
news ed eventi

I vini della Puglia in Friuli-Venezia Giulia con TakItaly

Pronto per la tappa friulana TakItaly Puglia, il format di eventi dell’Associazione Vinoway, con il patrocinio dell’Assessorato alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia. Per la location a nord est si è scelta la bellissima Tenuta Borgo Conventi di Farra d’Isonzo, in provincia di Gorizia. La manifestazione si terrà il 2 Luglio, ma per il ’1 luglio è stata organizzata anche un’operazione overcross  tra le cantine del territorio del Collio a cui parteciperanno i produttori pugliesi che potranno confrontarsi con i produttori del Friuli. Previsti anche tavoli di approfondimento uniti alle degustazioni di vini e prodotti tipici con l’obiettivo di porre le basi per future sinergie tra le due regioni. L’adesione delle aziende pugliesi è stata molto elevata e per l’occasione ci saranno anche le donne del vino pugliesi, guidate da Marianna Cardone saranno. Proposti in degustazione i migliori vini rossi e rosati insieme alle eccellenze della gastronomia locale. L’apertura al pubblico della manifestazione sarà dunque il 2 Luglio alle 16:00. Ingresso 20 euro – degustazione illimitata – comprensiva di sacca e bicchiere. L’evento sarà seguito dall’emittente Telenorba e dalla trasmissione “I colori della nostra terra”.

IL PROGRAMMA

2 Luglio 2016 Tenuta Borgo Conventi

Ore 10.30: “Promozione e scambi culturali tra regioni: La Puglia incontra il Friuli Venezia Giulia”

Inaugurazione dell’evento con l’intervento del Presidente Vinoway Italia Davide Gangi, dell’Assessore alle Risorse Agroalimentari Regione Puglia Leonardo Di Gioia, dell’Assessore alle Politiche Agricole e Forestali Regione Friuli Venezia Giulio Cristiano Shaurli, dei rappresentanti delle istituzioni Regione Friuli, dei produttori pugliesi e friulani, dei ristoratori, degli enotecari, delle Associazioni di settore e dei giornalisti. Proiezione di slides e presentazione del territorio vitivinicolo pugliese

Ore 11.30: Presentazione delle aziende pugliesi presenti all’evento e dei loro vini rossi e rosati

Ore 12.30: Buffet con i prodotti caseari e gastronomici pugliesi e piatti tipici della cucina friulana realizzato da Chef pugliesi e del territorio in abbinamento ai vini pugliesi, riservato ai presenti.

Ore 16: Apertura al pubblico. Degustazioni di vini rossi e rosati seguendo un percorso in abbinamento ai prodotti della Puglia e ai piatti del territorio friulano e pugliese preparati dagli Chef presenti al fine di promuovere e favorire gli scambi tra le due Regioni.

Ore 22: Chiusura banchi d’assaggio

Categorie
news ed eventi

Record mondiale di sciabolatura a Santo Stefano Belbo con Santero

Ha voluto celebrare l’apertura della stagione vitivincola con i suoi conferitori di uva moscato in modo molto suggestivo, Gianfranco Santero, presidente dell’omonima casa vinicola. Domenica 26 giugno, ben 613 sciabolatori hanno voluto sfidare il record mondiale di sciabolatura aprendo  613 bottiglie di bollicine extra dry 958 con un solo colpo di sciabola in acciaio. Parte del ricavato della manifestazione, il cui costo di iscrizione era di 20 euro è stato devoluto in beneficienza. “Nello scorse settimane – ha spiegato Santero – abbiamo consegnato ai sindaci di Santo Stefano e Canelli, Luigi Icardi e Marco Gabusi, assegni per complessivi 6 mila euro che sono già stati donati ad associazioni locali di volontariato e protezione civile”. Un modo – ha chiarito il presidente del gruppo vinicolo santostefanese – di dare valore aggiunto a quella “linea Maginot delle bollicine” che attraversa la Vallebelbo, da Canelli, dove oltre secolo e mezzo fa è nato il primo spumante d’Italia, a Santo Stefano Belbo, patria di Cesare Pavese e dove il moscato ha trovato la sua patria d’elezione». Gli assegni andranno per Canelli alla sezione locale degli Alpini e all’onlus Amici Vigili del Fuoco; per Santo Stefano Belbo a quattro società sportive: l’Associazione Tennis, l’Asd Trial Vallebelbo, l’Asd Santostefanese Calcio e l’associazione pallonistica sportiva Augusto Manzo.

Categorie
Vini al supermercato

Kerner Alto Adige Valle Isarco Doc 2015, Abbazia di Novacella

Complesso, armonico, eclettico. Gaudium Kerner Alto Adige Valle Isarco Doc 2015 Abbazia di Novacella è tutto questo. Un vino che nel calice si presenta di un giallo paglierino con chiari riflessi verdolini. Al naso note florali fresche, ma soprattutto fruttate di pesca, albicocca, frutta esotica (papaya), scorza d’arancia e una vena speziata di pepe bianco. Tutti sentori che è possibile ritrovare anche al sorso. Kerner 2015 Abbazia di Novacella è un vino fresco, che denota una certa sapidità abbinata a uno spunto minerale importante. Beverino, nonostante i 13,5% di alcol in volume, si fa apprezzare per il calore e la fluida morbidezza. Non si tratta del prodotto di punta della Stiftskellerei Neustift (Abbazia di Novacella, per l’appunto) di Varna, Alto Adige. Ma è certamente uno dei migliori vini bianchi altoatesini reperibili sugli scaffali della grande distribuzione italiana, nel rapporto qualità prezzo. In cucina accompagna alla perfezione gli aperitivi, le insalate, i primi piatti con condimenti saporiti. Non disdegna, ovviamente, il pesce, con i crostacei in pole position, e i formaggi a latte crudo di media stagionatura. Un consiglio? Provatelo con una vellutata di sedano e patate.

LA VINIFICAZIONE
Introdotto come vitigno in Alto Adige circa vent’anni fa, il Kerner dell’Abbazia di Novacella viene prodotto nei vigneti situati nei Comuni di Bressanone, Varna e Naz-Sciaves, tutti situati a un’altitudine variabile tra i 600 e i 750 metri sul livello del mare. Le viti affondano le radici in un terreno ricco di ghiaia limosabbiosa di origine morenica. L’esposizione è a sud, sud-ovest, con una pendenza del 25-40%. Il Kerner viene allevato a Guyot, con una densità di 6-7 mila piante per ettaro e una resa media di 65 ettolitri. Le uve vengono vendemmiate all’inizio del mese di ottobre. La vinificazione e la maturazione avvengono in acciaio inox, a una temperatura di fermentazione di 20 gradi circa. I lieviti utilizzati sono naturali e selezionati. Fondamentale l’affinamento di 6 mesi in acciaio inox, prima della commercializzazione. A oltre 850 anni dalla fondazione, l’Abbazia dei Canonici Agostiniani di Novacella conduce oggi 20 parrocchie attraverso l’opera pastorale. Ogni anno migliaia di visitatori vengono accolti nell’abbazia di Novacella, che si sostiene economicamente proprio grazie alla coltivazione e la vendita di prodotti agricoli come erbe aromatiche e frutta. E, ovviamente, attraverso l’attività della Cantina dell’Abbazia, capace di ottenere con i suoi vini grandi riconoscimenti, anche a livello internazionale.

Prezzo: 7,90 euro
Acquistato presso: Iper Coop

Categorie
news ed eventi

Mezzo secolo di Tavernello: Elio e le Storie Tese show per Caviro

Un concerto gratuito di Elio e le Storie Tese, in piazza del Popolo a Faenza. Ha deciso di festeggiare così, Caviro, i suoi 50 anni dalla fondazione. Appuntamento per mercoledì 29 giugno, alle 21.30. Una scelta originale quella di supportare l’Emilia Romagna Festival per il concerto di Elio e le Storie Tese, “dettata – spiega in una nota il colosso che produce, su tutti, il vino in brik Tavernello – da una forte comunanza di tratti tra Caviro e la famosa band, come lo spirito avanguardista, la genuinità e la trasparenza, ma soprattutto la popolarità, che trasversalmente ha portato entrambi ad avere un vasto successo nel proprio campo”. Una crescita lunga mezza secolo, quella di Caviro, che ha portato il gruppo di Faenza a diventare leader italiano per quota di mercato, distribuzione e awareness dei propri marchi. Dodicimila i viticoltori che costituiscono la più grande filiera vitivinicola in Italia, 34 le cantine in sette regioni. Per un totale di 35 mila ettari e una produzione totale che si assesta su numeri impressionanti: il 10% dell’uva italiana trasformata in vino. “Quest’anno – commenta Carlo Dalmonte, presidente di Caviro Sca – festeggiamo una ricorrenza davvero significativa per il gruppo. Il merito è di tutti coloro che durante la vita della Cooperativa hanno dato il loro imprescindibile contributo: dai fondatori, che per primi hanno avuto la capacità di visione che ha determinato il carattere e la forza di Caviro, a tutti i soci, collaboratori e dirigenti di ieri e di oggi”. “Proprio per celebrare questo storico anniversario – continua Dalmonte – abbiamo deciso di fare un regalo ai cittadini di Faenza: un concerto gratuito in piazza del Popolo di Elio e le storie tese che speriamo possa non solo far divertire, ma anche contribuire a rinsaldare ancora di più il nostro legame con i cittadini, anzi le persone, che come noi vivono e lavorano in un territorio che conferma ogni giorno la sua forte capacità produttiva”. I festeggiamenti iniziano in realtà martedì 28 giugno, in una serata ad hoc organizzata da Caviro con la stampa. Mattatore della serata, rigorosamente a porte chiuse presso il Teatro Masini di Piazza Nenni, a Faenza, sarà Elio, per una volta senza Storie Tese. Sul palco proporrà al pubblico un repertorio eterogeneo e sorprendente. Dallo swing di Fred Buscaglione alle canzoni della mala di Strehler passando per ‘Largo al Factotum’, Cavatina di Figaro, tratta dal Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini. La serata sarà moderata da Federico Fazzuoli, primo testimonial Tavernello e volto storico di Linea Verde. Poi Caviro festeggerà con il territorio che storicamente la ospita: la sera del 29 giugno in piazza del Popolo a Faenza Elio e le Storie Tese al gran completo faranno ballare la città con la tappa di “Energumeni in ferie tour”, concerto-anteprima dell’Emilia Romagna Festival, offerto da Caviro.

I NUMERI DEL GRUPPO
Costituita nel 1966, Caviro rappresenta la più grande filiera vitivinicola italiana con 12 mila viticoltori. Tra i 34 soci figurano 31 cantine cooperative, che raggruppano produttori su una superficie di oltre 33 mila ettari e che producono circa 6 milioni di quintali di uva. Del totale soci, 26 cantine cooperative conferiscono vino, 5 cantine e 1 Consorzio conferiscono i sottoprodotti delle loro lavorazioni. Inoltre Caviro comprende una cooperativa del settore ortofrutticolo e si avvale di un socio sovventore. Sono ben 50 gli enologi del gruppo, che esporta in oltre 70 Paesi una vasta gamma di vini italiani, acquistabile in Gdo, nell’Horeca e sul web. “A permettere questa competitività sui diversi mercati – evidenzia Caviro – sono strategie di branding in continua evoluzione e la decisione di operare con partner importatori scelti fra i primi tre di ogni Paese o direttamente tramite proprie strutture. A fare la differenza però sono anche le sinergie attuate in termini organizzativi, logistici e di investimento, un’elevata esperienza tecnica e una conoscenza approfondita dell’enologia italiana e dei suoi trend a livello mondiale”. Il gruppo presieduto da Carlo Dalmonte comprende anche la Divisione Distilleria, seconda in Italia nella produzione di alcool con una quota del 25% e co-leader mondiale nell’acido tartarico naturale. “Caviro – evidenzia Delmonte – opera prestando la massima attenzione non solo al rapporto qualità-prezzo, ma soprattutto all’ecosostenibilità. La tutela dell’ambiente per questa realtà passa attraverso una serie di fattori e di pratiche che interessano ogni fase, dal vigneto al bicchiere. Per garantire l’anima ‘green’ delle proprie etichette l’azienda utilizza fonti rinnovabili per la generazione di energia dagli scarti di lavorazione, valorizza i sotto-prodotti agroindustriali trasformandoli in materie prime per il comparto farmaceutico e beverage. A questo si aggiunge il recupero dell’acqua”.

Con un fatturato 2015 di 300 milioni di euro, Caviro occupa 494 dipendenti. Le vendite di vino a volume nel 2015 sono stimate in 190 l/mln. Il target di riferimento sono le 7,3 milioni di famiglie consumatrici in Italia, con una quota di mercato a valore dell’8,3%. Le 31 cantine del gruppo ricavano 4,8 milioni di ettolitri di vino che conferiscono a Caviro in misura fra il 17% e il 60%. Il gruppo di Faenza imbottiglia circa 2 milioni di ettolitri, di cui l’88% è vino dei soci. Negli ultimi 6 anni Caviro ha investito circa 100 milioni di euro nei suoi stabilimenti produttivi di Forlì (vino), Savignano sul Panaro (vino), Faenza (distilleria ed energia) e Treviso (acido tartarico). La posizione competitiva in Italia vede Caviro sempre sul podio: primo gruppo per quota di mercato a volume e valore, primo nel brik a volume e valore, terzo nel vetro a volume e valore. La posizione competitiva sui mercati esteri vede Tavernello come primo marchio di vino italiano nel mondo. Caviro è inoltre uno dei leader del settore distilleria: secondo produttore alcool in Italia a valore, secondo a volume, secondo produttore mondiale di acido tartarico naturale e primo in Italia per recupero acque reflue aziende alimentari.

Categorie
news ed eventi

Coppa Davis e vini marchigiani: il binomio a Pesaro

La Coppa Davis ritorna nelle Marche e sposa i suoi vini nei quarti di finale in programma a Pesaro dal 15 al 17 luglio. L’Istituto Marchigiano di Tutela Vini (Imt) sosterrà infatti tutti gli eventi correlati al match tra Italia e Argentina che si giocherà al Circolo Tennis Baratoff: dalla cena di gala alla Villa Cattani Stuart (13 luglio) alla cerimonia del sorteggio al Conservatorio (14 luglio), dalle degustazioni nell’area ospitality e nella sala stampa del circolo Baratoff per tutta la durata della tappa alla fornitura dei vini nei punti ristoro dell’arena. L’iniziativa, realizzata in collaborazione con il Consorzio Vini Piceni, è stata annunciata in conferenza stampa a Pesaro dal direttore dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, Alberto Mazzoni e dal consigliere della Regione Marche, Andrea Biancani. Per il direttore dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, Alberto Mazzoni: “Dopo il sodalizio con la pluricampionessa di scherma Elisa Di Francisca e quello con il campione del mondo Paolo Rossi, con la mostra Pablito Great Emotions in corso a Senigallia, Imt rinnova la sua alleanza con lo sport scegliendo di affiancare i propri vini alla massima competizione mondiale a squadre di tennis maschile. Un’occasione unica di visibilità non solo per il Verdicchio, vino bianco ‘campione’ d’Italia, ma anche per i vini della provincia di Pesaro come Bianchello del Metauro, Colli Pesaresi e Pergola”.

“Esprimo grande soddisfazione – ha detto il consigliere della Regione Marche, Andrea Biancani -per il ritorno del grande tennis nelle Marche. L’accoglienza ricevuta dalla Federtennis a marzo a Pesaro ha fatto sì che anche i quarti di finale della Coppa Davis si giocassero in città. Parliamo di un evento internazionale di primo piano, ma anche di un’occasione straordinaria per la promozione delle nostre eccellenze enogastronomiche. Un plauso particolare va dunque all’Istituto Marchigiano di Tutela Vini e al Consorzio Vini Piceni che hanno voluto essere presenti e sostenere questo evento che valorizza le Marche intere. Nel corso delle cerimonie e dei pranzi di gala verranno serviti infatti vini marchigiani mentre Bovinmarche fornirà carne marchigiana alla mensa interna”.

Categorie
Analisi e Tendenze Vino

Filiera Chianti: si discute della modifica al disciplinare

Sarà discussa oggi a Firenze, allo Starhotel Michelangelo, nel corso di una riunione tra il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, la Regione Toscana e gli operatori della filiera Chianti, la proposta di variazione al disciplinare di produzione con restrizione sul luogo di imbottigliamento, che potrà essere solo la Toscana.

Attualmente  è infatti possibile imbottigliarlo ovunque. Per il futuro, la richiesta è che la vinificazione, l’imbottigliamento, l’ invecchiamento e l’affinamento restino limitati alla zona di produzione.

Obiettivo principale la tutela del consumatore attraverso una migliore tracciabilità della filiera. Prevista comunque una deroga per gli attuali imbottigliatori che già operano al di fuori dei confini regionali e che potranno continuare a farlo.

Una proposta in pista da diversi anni, che se anche venisse approvata durante il meeting dovrà essere vagliata dal Comitato Nazionale Vini prima di diventare oggetto di decreto ministeriale e quindi nuova regola del disciplinare.

Categorie
Cantine news

Quatar Pass per Timurass: i migliori vini degustati tra i Colli Tortonesi

Slow Food Piemonte e Valle D’Aosta fa centro, un’altra volta. Si è conclusa con un successo la grande domenica tra le cantine della Doc Colli Tortonesi, lo scorso 19 giugno. Quatar Pass per Timurass, quarto appuntamento del ricco programma di Cantine a Nord Ovest, ha visto la partecipazione di 210 persone. E mentre la macchina organizzativa di Slow Food è già all’opera per il prossimo appuntamento (il 23 luglio per “Scopri il Canelli”, incentrato sull’Oro Giallo, il Moscato d’Asti) Leo Rieser, responsabile eventi della banda piemontese della chiocciola, gongola per il risultato raggiunto. “E’ stata l’edizione di Quatar Pass per Timurass di maggiore successo – evidenzia – pur essendo questo appuntamento uno dei meno storici dell’intero candelario. Abbiamo incontrato persone che erano già state qui nelle edizioni precedenti, a dimostrazione della grande attrattività di questo territorio, che oltre al Timorasso offre grandi vini rossi e specialità gastronomiche eccezionali, come il formaggio Montebore e il salame Nobile del Giarolo”. Un ‘microclima’ particolare, dunque, anche per i rapporti tra viticoltori. “La peculiarità dei Colli Tortonesi – sottolinea Rieser – è che l’esponente d’eccellenza Walter Massa ha saputo recuperare un vitigno autoctono come il Timorasso e creare, assieme ad altri grandi pionieri della zona, un sistema di sincera collaborazione tra viticoltori. Una collaborazione fattiva, tutt’altro che di facciata. Non so quanto sia sincera o puramente provocatoria la dichiarazione che nel 2018 smetterà di fare vino, a voi rilasciata. Quello che mi sento di dire – conclude l’esponente Slow Food – è che qualsiasi cosa farà, la saprà fare benissimo. Walter Massa è un grande, non hai mai sbagliato un colpo. Ma è anche l’uomo dei grandi annunci, dunque staremo a vedere”.

CLAUDIO MARIOTTO

Non è iniziato da Walter Massa il tour di vinialsupermercato.it tra le cantine dei Colli Tortonesi. Bensì da un altro grande riferimento della zona: Claudio Mariotto. Lo abbiamo raggiunto nella cantina di strada per Sarezzano 29, proprio a Tortona, dopo aver ritirato il nostro calice al banchetto Slow Food allestito presso “Il Dì Cafè” di corso Leoniero, angolo piazza Duomo. Grande ressa già alle 11 alla cantina di Mariotto. “Il Timorasso – dichiara il viticoltore – ha fatto sì che un territorio pressoché sconosciuto avesse visibilità. Oggi il Timorasso è a New York, Tokyo, Londra e in tutto il mondo. in vigna l’attività viene portata avanti nel rispetto dell’ambiente, senza entrare però nella partitocrazia del mondo del vino di oggi: mi riferisco alle bandierine del ‘biologico’ o del ‘vino etico’. Facendo vino buono, senza avere soldi per fare pubblicità, si diventa dei riferimenti: il marketing nel vino si fa con le bottiglie buone, bicchiere dopo bicchiere. In una parola, il mio vino è vero”. Oltre a uno splendido Derthona 2010, vino delizioso che promette ancora parecchi anni di evoluzione in bottiglia, degustiamo Pitasso 2004: ottenuto dalla vigna storica di Timorasso, esposta a sud est sul territorio di Vho, colpisce per la potenza espressa dalla struttura, ma anche per le note fruttate che esaltano una beva lenta e voluttuosa, in un sorso che pare di glicerina pura. Le radici profonde della vecchia vecchia pescano gli elementi nutritivi da un suolo che regala un’espressione fantastica di Timorasso, da provare. Ottimi anche i rossi di Mariotto. La Freisa 2014 Braghé è un esempio di quanto questo antico vitigno autoctono piemontese possa essere (anzi debba essere) ulteriormente valorizzato in Italia e nel mondo. Un naso elegante e fine di rosa e piccole bacche rosse, precede un palato in cui le note fruttate di marasca e lampone – chiare, distinte, pulite – chiudono un sorso di grande corpo e sapidità. Chiudono il cerchio i vini Barbera di Mariotto, vero trait d’union di un terroir capace di regalare grandi bianchi, ma anche eccellenti rossi. Non a caso Poggio del Rosso è il vino preferito del viticoltore tortonese, quello che considera la migliore espressione della sua intera produzione. E non solo per una questione di cuore, dal momento che “Il Rosso” è il soprannome col quale veniva chiamato il padre Oreste. Il Poggio del Rosso affina 3 anni in cantina, per la maggior parte in rovere. Risulta così un vino dal tannino morbido ma vivace, impreziosito da note di ciliegia e cioccolato. Sentori terziari di grande pregevolezza già percepibili al naso: dalla cannella al tabacco dolce, dal caffè alla liquirizia.

LA COLOMBERA

Non è dello stesso impatto “emotivo” la visita all’azienda Agricola Semino Piercarlo “La Colombera” di strada comunale per Vho, 7, a Vho per l’appunto. Degustiamo Derthona e Il Montino, entrambi ottenuti da uve Timorasso. Viene proposta una mini verticale che mette in luce le grandi capacità di invecchiamento del vitigno, anche se i prodotti de La Colombera paiono meno ‘pronti’ in gioventù rispetto ad altri degustati domenica 19 in zona Tortona. Le annate 2014 e 2013 suggeriscono di bere Cortese piuttosto che Timorasso, per trovare soddisfazioni immediate sia al naso sia al palato. Merita invece una menzione il Derthona 2009: caldo, complesso, finalmente corposo e strutturato. Capace di regalare i tipici idrocarburi e sentori minerali del vitigno. Lascia perplesso il prezzo di vendita della vendemmia 2009 Derthona: soli 9 euro, a dispetto degli 8 euro delle vendemmie ‘giovani’. In una zona vinicola capace di fare squadra come in poche altre in Italia, una tale disparità di prezzi tra le stesse annate di diversi produttori rischia di sconcertare il consumatore. E deviarlo verso la ricerca del prezzo, più che della qualità. Un punto, questo, su cui devono lavorare in concerto i produttori di Timorasso, pur nell’autonomia delle singole aziende vitivinicole. Alla Colombera apprezziamo anche il naso di Suciaja, rosso ottenuto da uve Nibiò, vitigno autoctono dei colli tortonesi, ‘parente’ del Dolcetto. Ottimo invece nel complesso Arché 2011, altro vino rosso de La Colombera, ottenuto questa volta da uve Croatina. Dopo un breve appassimento sulla pianta, i grappoli vengono raccolti e vinificati. Il vino matura 14 mesi in tonneaux, regalando un naso speziato (pepe) e di piccoli frutti a bacca rossa. Al palato buona la struttura e il corpo: tannino piuttosto elegante e alcolicità sostenuta (14,5%) ma tutt’altro che fastidiosa, impreziosita da una sapidità non banale.

WALTER MASSA
Il filosofo del vino, il pioniere e marinaio che ha condotto Tortona a Hong Kong, passando per Londra, New York e Tokyo. Dire Timorasso senza citare Walter Massa è come parlare di calcio senza aver mai toccato un pallone. Lo raggiungiamo all’ora di pranzo nel suo quartier generale di piazza Capsoni 10, a Monleale. Quando arriviamo, Massa sta dicendo messa. E’ al centro di una lunga tavolata, affollata di ospiti che lo ascoltano come se stesse parlando il Messia. Perché Walter Massa è il verbo del Timorasso e il Timorasso è il verbo di Walter Massa. Per questo, chi non c’era, provi a portarsi a casa un Costa del Vento (dalla vendemmia 2014 in giù, finché il portafogli lo consente); o uno Sterpi 2013, un Timorasso che pare per certi versi Vermentino di Gallura. “Io prendo quello che la natura mi dà e cerco di portarlo in bottiglia”, dice Walter Massa mentre invita Pigi, la sua graziosa “badante”, a smettere di riempire i piatti di cassoeula e brodo con i ceci: “Sono qui per il vino, mica per mangiare!”. “Qui abbiamo l’acqua ligure, il vento piacentino, ma ci troviamo in Piemonte: siamo bastardi pieni”, scherza (ma non troppo) Massa, sollevando l’ilarità generale. E tra un sorriso e l’altro spuntano i vini rossi. E che rossi. Pertichetta 2010, 14,5%, ottenuto da uve Croatina, e soprattutto Bigolla 2001, 14,5% di Barbera granata, da definire con una sola parola: eccezionale.

OLTRETORRENTE
Dal mito alla new entry. Il passo è breve tra i Colli Tortonesi. Approdiamo così in via Cinque Martiri, a Paderna, dove Chiara Penati e Michele Conoscente, marito e moglie di 35 e 38 anni, sono espatriati da Milano per inseguire il loro sogno, dopo la laurea in Agronomia e diverse esperienze in aziende del settore. Tutto inizia nel 2010, con l’acquisto dell’attuale cantina su tre piani, un edificio storico nel centro del paese, parzialmente ristrutturato. Vengono condotte qui nei primi anni, per la vinificazione, le uve provenienti dal primo ettaro e mezzo di Oltretorrente, che prende il nome “da un romantico episodio di resistenza nell’omonimo quartiere di Parma – spiega Chiara – durante il ventennio fascista: alcuni abitanti, grazie a fantasiosi espedienti, fecero credere di essere armati fino ai denti, barricandosi in un palazzo e scacciando così le milizie. Un episodio che dimostra come, a volte, basta poco per fare le cose in grande e raggiungere grandi obiettivi”. In effetti la produzione di Oltretorrente è degna di nota. Oggi l’azienda può contare su un’altra struttura, sempre a Paderna, in grado di sostenere la lavorazione dei 3,5 ettari complessivi sin ora acquistati. “Si tratta di vigne vecchie – spiega Chiara – dai 20 anni ai 100 anni, con una media di 60”. Un aspetto fondamentale per comprendere la maturità di questa piccola ,e interessantissima realtà. In degustazione non troviamo (purtroppo) una grande varietà di prodotti. L’antipasto è il Cortese 2015, ottenuto dalla pressatura soffice delle uve intere, seguita da un affinamento di 8 mesi in acciaio sui propri lieviti, senza malolattica. Un’attenzione che offre un ottimo naso, fragrante, floreale e fruttato. Al palato vince invece lo spunto minerale, apprezzabilissimo. Sorprendente il Timorasso 2014, che regala note eleganti di fiori bianchi (camomilla). Al palato grande acidità e bel corpo, sorretto anche da una sapidità e da una mineralità che fanno presagire le grandi potenzialità del prodotto. Sulla via di una buona evoluzione anche il Timorasso 2013, l’unico in occasione di Quatar Pass a mostrare venature di uva passa e frutta candita. Buoni prodotti anche i due Barbera dei Colli Tortonesi, con quella Superiore (vendemmia 2012) che si eleva nettamente sulla prima per la grande pulizia delle note fruttate, sia al naso sia in bocca, impreziosite dalle spezie (liquirizia) e da un tannino levigato. “Accorpando vigne di anno in anno – annuncia Chiara – non siamo ancora riusciti a certificarci come produttori biologici, ma questo è il progetto per il futuro”.

POGGIO AZIENDA VINICOLA
Un capitolo a parte merita l’azienda vincola Poggio di Vignole Borbera, sempre in provincia di Alessandria ma all’estremo confine con la Liguria: per intenderci, siamo a pochi chilometri dall’outlet dell’abbigliamento di Serravalle Scrivia (buon motivo per combinare le due visite). Ci troviamo nella preziosa sottozona delle “Terre di Libarna”. Ezio e Mary Poggio, fratello e sorella, lui enologo, lei farmacista, rappresentano la terza generazione di una famiglia che vive nel mondo del vino da 50 anni, che da circa 15 anni ha iniziato a produrre in proprio, appoggiandosi anche su una filiera di piccole aziende agricole limitrofe, alcune delle quali condotte da giovani viticoltori. “Il Timorasso nasce qui come vitigno, in Val Borbera – sottolinea Mary – poi è stato portato nel Tortonese. A un certo punto scomparve per via delle malattie della vite e dello spopolamento delle valli, con gli abitanti della zona attirati dalle industrie, nelle grandi città come Genova, nel dopoguerra. Negli anni 90 Walter Massa ha avuto il merito di cominciare la riscoperta di questo autoctono. Noi siamo arrivati un po’ più tardi, nel 2002, avviando la produzione”. Nella Valle Borbera e nella limitrofa Valle Spinti, negli anni 40, c’erano 275 ettari di vigneto, tutti persi. Oggi in produzione ce ne sono una decina, tutti inseriti nella sottozona Terre di Libarna della Doc Colli Tortonesi. Quella della famiglia Poggio è stata una scommessa: “Abbiamo iniziato a impiantare Timorasso nella speranza che di lì a pochi anni fosse riconosciuta la Doc, altrimenti avremmo dovuto estirpare – sottolinea Mary -. Fortunatamente l’abbiamo ottenuta e abbiamo deciso di chiamare questa sottozona ‘Terre di Libarna’ in onore del sito archeologico di Libarna, che si trova a 4 Km da noi: un’antica cittadella romana, del II secolo avanti Cristo, che godeva di una fiorente viticoltura in Val Borbera e Spinti”.

I vigneti del Poggio si trovano tutti a un’altezza compresa tra i 450 ai 550 metri sul livello del mare. Le viti, come nel Tortonese, affondano le radici in un terreno argilloso e calcareo. Ma le grandi escursioni termiche permettono di produrre un Timorasso da degustare a tutti i costi. Diverso da quello di Tortona e Vho: un Timorasso dall’acidità ancora più spiccata. Con una gradazione alcolica inferiore anche di due gradi rispetto alla media tortonese, che si aggira sui 14 – 14,5%, compensata però da una balsamicità magicamente avvolgente. I risultati ottenuti dal Poggio dalla prima vendemmia del 2008, fa pensare ai coraggiosi Ezio e Mary che avrebbero potuto produrre con successo anche una versione spumantizzata. Ed è così che nel 2010 nasce Lusarein, ottenuto in purezza da uve Timorasso, raccolte precocemente, ottenendo una “base” da 11,5 gradi. Uno charmat d’autoclave lunga (6 mesi), imbottigliato a 12,5 gradi. Di colore giallo paglierino con riflessi verdognoli, Lusarein sfodera una spuma leggera con perlage fine e persistente. Al naso note minerali e agrumate. In bocca una sapidità piuttosto spiccata, cui fa eco un’acidità notevole: caratteristiche che invitano al sorso successivo, che si chiude con un retrogusto amarognolo. Ottimo come aperitivo, può essere abbinato a primi e secondi di pesce, ma anche alle carni bianche. Di Lusarein 2014 sono state prodotte 4 mila bottiglie. Ottimi, del Poggio, anche L’Archetipo e il Caespes, ottenuti sempre da uve Timorasso 100%. Caespes è il base, di cui degustiamo l’annata 2014, già pronta a sorprendere per la grande acidità che regala una beva facile, ma tutt’altro che banale. Si sale ulteriormente di livello con L’Archetipo 2013, dalla notevole vena balsamica, che diventa ancora più profonda e fresca nella vendemmia 2011, davvero degna di nota. Tutti vini ottenuti da rese per ettaro basse, sotto i 50 quintali. Un numero che, per la vendemmia 2015, è sceso addirittura a 35 quintali. Diciottomila le bottiglie prodotte complessivamente dal Poggio, tutte all’insegna di una grande qualità.

AZIENDA AGRICOLA RICCI
Di grande pregio anche la produzione dell’azienda Azienda Agricola Ricci, situata in via Montale Celli 9, Costa Vescovato. Una realtà alla quale ci siamo avvicinati in occasione del Vinitaly 2015. Carlo Daniele Ricci, il titolare, si è ormai specializzato nella produzione di un Timorasso senza pari. Il viaggio tra i sapori (e i colori) di questo uvaggio inizia con Terre del Timorasso 2013, vinificato in acciaio. Vino di un giallo dorato, sfodera un naso non particolarmente intenso, preludio tuttavia di un palato caldo e persistente. Si passa dunque a San Leto 2009, ottenuto mediante fermentazione e affinamento in acacio. San Leto 2006 stupisce per l’intensità olfattiva, che sfiora le tinte balsamiche. Giallo di Costa 2011 scorre nel calice tingendolo di un ambra allettante, che in bocca diventa piacere puro, tanto risulta morbido e rotondo il nettare, nonostante il calore dei suoi 14 gradi di alcol in volume. Giallo di Costa 2007, è l’eleganza fatta vino. E San Leto 2004 la ciliegina su una torta di una produzione di altissimo livello. “Lavorare bene in vigna – commenta il produttore Carlo Daniele Ricci – è il primo passo per ottenere vini di grande equilibrio. Conosco ogni singolo componente dei terreni che coltivo, avendo effettuato per anni delle ricerche accuratissime che mi permettono di capire come sarà il vino ancor prima di produrlo. Nell’area di produzione del Timorasso c’è grande rispetto per l’ambiente e unità tra produttori. Siamo partiti come carbonari, contro tutti i commercianti di vino e le cantine sociali. Dopo 20 anni di fatiche e battaglie, possiamo finalmente affermare che il territorio ce l’abbiamo in mano noi, produttori attenti alla terra e all’ambiente”. Quale immagine migliore per la Doc Colli Tortonesi?

Exit mobile version